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CAP.

10 QUASI ESPERIMENTI ED
ESPERIMENTI SUI SINGOLI SOGGETTI:
I disegni quasi sperimentali possiedono gli aspetti essenziali dei veri esperimenti, cioè un’ipotesi di tipo
causale da verificare e la possibilità di confrontare due o più condizioni sperimentali. Poiché non
controllano tutte le variabili di disturbo, le inferenze basate sui loro dati non sono molto affidabili, limite
dovuto ad uno dei seguenti motivi:

a) Non è possibile manipolare a piacimento la variabile indipendente


b) Non si possono scegliere in modo casuale dalla popolazione i soggetti che devono formare il
campione
c) Non si possono assegnare soggetti ai gruppi in modo randomizzato

DISEGNI CON GRUPPO DI CONTROLLO NON EQUIVALENTE:


Si tratta di piani che comportano un procedimento simile a quello del disegno classico dei veri esperimenti,
ad eccezione del fatto che i soggetti non sono assegnati ai gruppi in modo casuale, per cui viene a mancare
la loro equivalenza.

Limiti: Dipendono dalla mancanza di un punto di paragone fisso con cui confrontare i risultati del gruppo
sperimentale. Il pregio è dato dal fatto che costituiscono la soluzione migliore quando i gruppi formano
delle entità naturali.

Principali problemi posti da questi disegni:

a) Mancanza di equivalenza dei gruppi


b) Impossibilità di controllare con l’assegnazione casuale tutte le variabili parassite

Le conseguenze dovute all’assenza di equivalenza dei gruppi, (verificata attraverso il pre-test) vengono
limitate componendo un gruppo di controllo quanto il più possibile simile a quello sperimentale. Per
limitare gli effetti di disturbo legati all’equivalenza, è importante isolare tutte le potenziali variabili di
confusione.

Procedimento:

a) Si sottopongono i due gruppi al pre-test, e poi al post-test


b) Si calcolano le differenze tra i punteggi del pre-test e del post-test di ogni gruppo (che indicano la
misura del cambiamento attribuibile al trattamento)
c) Si applica un appropriato test statistico per verificare se vi è una differenza significativa tra le
differenze dei due gruppi. (vedi tab. pag.291)

Validità interna:
Risulta abbastanza controllata quando:

a) I gruppi hanno medie e deviazioni standard simili nel pre-test


b) Il gruppo di controllo permette di evidenziare gli errori dovuti alla storia, al pre-test, alla
maturazione, alla strumentazione e al trattamento
c) L’effetto dovuto alla mortalità è controllato mediante il confronto tra i risultati del pre-test e quelli
del post-test
d) La regressione statistica è eliminata mediante verifica
e) L’interazione tra selezione-maturazione e selezione-storia viene sufficientemente controllata.

Per la validità esterna valgono le stesse osservazioni fatte per il disegno classico, questo piano però ha il
vantaggio di rispettare l’integrità naturale dei gruppi e di non toglierli dal contesto della vita quotidiana.

DISEGNI A SERIE TEMPORALI INTERROTTE:


Assomigliano a un disegno con un solo gruppo e due prove, ma invece di una singola misura prima del
trattamento ed una dopo, richiedono diverse misurazioni della variabile dipendente, sia prima che dopo la
condizione sperimentale. Questi piani sono una variazione dei disegni entro i soggetti, poiché ogni
elemento del gruppo è sottoposto a tutte le condizioni del trattamento. In questo tipo di disegni la
molteplicità delle misurazioni protratta nel tempo consente di evidenziare la tendenza dei dati prima della
condizione sperimentale, chiamata linea di base (baseline), utilizzata come punto di paragone fisso per
l’andamento dei dati raccolti dopo il trattamento.

A differenza dei disegni con un solo gruppo e due prove hanno una funzione di controllo che elimina gran
parte dell’affidabilità dei disegni con un solo gruppo e due prove e controllano gli effetti dovuti alla
regressione verso i media, non controllando però gli effetti della storia.

Esistono due tipi di questi disegni.

DISEGNI A SERIE TEMPORALI INTERROTTE SEMPLICE:


Quando si dispone di un solo gruppo di soggetti ed è utile in quelle circostanze in cui è difficile trovare un
gruppo di controllo (vedi tab. 295). Questo disegno offre la possibilità di utilizzare dati raccolti in passato e
confrontarli con quelli che si stanno raccogliendo nel momento della ricerca, e può essere usato anche per
studiare fenomeni su larga scala.

I grafici che si ottengono con i disegni a serie temporali interrotte indicano a prima vista la rilevanza del
cambiamento tra prima e dopo il trattamento, anche se non ne evidenziano la significatività statistica.
DISEGNI A SERIE TEMPORALI INTERROTTE MULTIPLE:
È del tutto simile ai disegni a serie temporali interrotte semplici, ad eccezione del fatto che utilizza un
secondo gruppo di soggetti, che non è sottoposto al trattamento. Così si ottengono due indicazioni
sull’efficacia del trattamento:

1) Confronto tra rendimenti pre-sperimentali e post-sperimentali misurati sullo stesso gruppo


2) Confronto con il rendimento del gruppo di controllo che non riceve il trattamento.

Rispetto al disegno precedente questo ha il pregio di permettere il controllo degli effetti di confusione
dovuti alla storia.

Molte altre minacce vengono controllate. Invece non è possibile controllare l’interazione fra trattamento e
prove, poiché l’introduzione dell’intervento è successiva alle serie di misure pre-sperimentali. Un altro
limite di questo piano è il carattere graduale o differito dell’effetto del trattamento, per cui non è sempre
facile sapere se i cambiamenti sono dovuti al trattamento o alla presenza di altre variabili di disturbo.

DISEGNI SIMULATI PRIMA-DOPO:


Quando le ricerche sono condotte sul campo non si può sempre assegnare casualmente i soggetti ai
differenti livelli di trattamento, però è possibile esercitare un sufficiente controllo sui momenti di
registrazione delle prove preliminari e del post-test, come pure sui campioni. In questi tipi di ricerche si
possono adoperare i seguenti due disegni:

PIANI A CAMPIONI DIFFERENTI NEL PRE-TEST E NEL POST-TEST:


(vedi pag. 297)

PIANI A CAMPIONI DIFFERENTI NEL PRE-TEST E NEL POST-TEST


CON E SENZA TRATTAMENTO:
Viene utilizzato qualora il gruppo di controllo, equivalente o comparabile al primo, non possa essere
sottoposto alla condizione sperimentale. Questo disegno richiede che il gruppo sperimentale e quello di
controllo siano a loro volta suddivisi in due sottogruppi. I sottogruppi 1 e 2 del gruppo sperimentale
corrispondono al gruppo sperimentale e di controllo del disegno a campioni differenti nel pre-test e nel
post-test. I sottogruppi 3 e 4 del gruppo di controllo sono rispettivamente sottoposti al pre-test e al post-
test. L’efficacia del trattamento viene verificata confrontando la differenza osservata tra i risultati dei
sottogruppi 1 e 2 e quella osservata tra i risultati dei sottogruppi 3 e 4.

Grazie al gruppo di controllo, di cui una parte è sottoposta al pre-test e una al post-test, il ricercatore può
controllare gli effetti dovuti alla storia e alla maturazione, come pure l’instabilità della misurazione. È
possibile però che i risultati siano influenzati da certe variabili esterne, che intervengono solo nel gruppo
sperimentale. Si può dunque pensare all’interazione tra selezione e fattori storici.

Il disegno può risentire dell’effetto della mortalità.

GLI ESPERIMENTI SUI SINGOLI SOGGETTI:


Oltre che sui gruppi gli esperimenti possono essere condotti anche sui soggetti singoli.

La soluzione adottata per sostenere la validità scientifica di alcuni ricercatori consisteva nel fare numerose
osservazioni e nel replicare le prove per verificare la somiglianza dei risultati. L’assunto alla base di questo
metodo era ‘equivalenza dei soggetti umani, una volta evitati i casi anomali la convergenza dei dati dei vari
esperimenti era ritenuta la prova delle generalizzabilità dei risultati.

VANTAGGI DEGLI ESPERIMENTI SUI SOGGETTI SINGOLI: LA


PRESTAZIONE INDIVIDUALE
Sidman fece notare che la prestazione media di un gruppo rappresenta il comportamento di un individuo
inesistente. La base del suo argomentare era che gli esperimenti sui gruppi comportano il confronto dei
valori medi del rendimento di più persone. In questa media si perdono le informazioni sulla specificità del
comportamento dei singoli individui. Gli individui rispondono in modo differente alla condizione
sperimentale. Benché il trattamento possa dirsi efficace quando si considera il gruppo nel suo insieme, può
non esserlo per alcuni membri del gruppo.

EVIDENZIAMENTO DEI GROSSI EFFETTI:


La potenza di un test statistico è data dalla probabilità di rigettare l’ipotesi nulla (H0) quando è falsa nella
popolazione. Poiché nell’ipotesi nulla si suppone che non vi sia differenza significativa tra due campione
scelti casualmente e sottoposti a trattamento diverso, la potenza di un test è la sua capacità di rigettare tale
uguaglianza quando questa effettivamente non c’è.
La potenza di un test è la probabilità di pervenire ad una decisione corretta. Aumenta con l’aumentare del
campione, quindi un modo per innalzare la probabilità di ottenere un risultato significativo è di aumentare
la consistenza numerica dei campioni, regola non applicabile agli esperimenti con un soggetto solo. In
questo caso si deve elevare l’intervallo tra i valori della variabile indipendente utilizzati per definire le
condizioni sperimentali.

In un esperimento condotto su grandi gruppi di soggetti è probabile scoprire che una variabile indipendente
produce un effetto significativo, anche se tale effetto è piccolo,mentre negli esperimenti sui soggetti singoli,
è necessario che sia consistente.

Gli esperimenti sui soggetti singoli, rispetto a quelli sui gruppi, diventano significativi solo con la presenza di
grossi effetti, perché non contengono la variabilità dovuta alle differenze tra gli individui.

FLESSIBILITA’ DEL DISEGNO:


Lavorando con campioni di soggetti, è necessario formare dei gruppi che siano omogenei. Se nel corso di un
esperimento un ricercatore scopre che un soggetto non risponde a un rinforzo che ha funzionato con altre
persone, l’intervento di modifica diventa oneroso e richiede tempi lunghi, mentre se sta lavorando con un
solo soggetto, può intervenire immediatamente cambiando i rinforzi o le istruzioni senza troppa fatica. Il
disegno sui soggetti singoli permette interventi da parte dello sperimentatore più tempestivi e meno
dispendiosi rispetto a quelli sui gruppi.

Vantaggi: Questi disegni non esigono l’esame di soggetti di controllo, consentono di interrompere il
trattamento appena questo si è dimostrato efficace

CARATTERISTICHE E STRUTTURAZIONE:
Spesso i piani sperimentali sui soggetti singoli (precisano la relazione causale esistente tra variabili
indipendenti e variabili dipendenti di soggetti singoli) vengono erroneamente confusi con gli studi sui casi
singoli (descrivono una sola persona o aspetti particolari del suo comportamento, senza la pretesa di
verificare l'eventuale fenomeno causale dell'accadere di un fenomeno. Nei disegni sui soggetti singoli, la
dimostrazione dell'efficacia segue lo schema strategico dei disegni quasi sperimentali a serie temporali
interrotte.
MANIPOLAZIONE DELLE VARIABILI:
I disegni sperimentali sui singoli soggetti richiedono necessariamente l'introduzione di una sola variabile
indipendente per volta. Se si dovessero introdurre contemporaneamente due variabili , sarebbe impossibile
determinare in quale misura ognuna di esse abbia contribuito. Un secondo problema è caratterizzato dal
controllo. Nei disegni coi gruppi, l'efficacia della variabile indipendente viene dedotta dal confronto tra il
rendimento del gruppo sperimentale e quello di controllo, oppure tra il rendimento di un gruppo di soggetti
sottoposti ad una condizione è quello dello stesso gruppo sottoposto ad una condizione diversa. Come nei
disegni a serie temporali interrotte, anche nei disegni con soggetti singoli il controllo viene fatto mediante il
metodo dell'accertamento della linea di base (baseline).

VALUTAZIONE DELL'EFFETTO DEL TRATTAMENTO:


Valutazione dei risultati: non sempre i ricercatori ricorrono alle analisi statistiche. Spesso preferiscono
rappresentare i risultati mediante grafici, dove l'andamento delle curve indica chiaramente l'evoluzione del
comportamento del soggetto durante le differenti fasi dell'esperimento. Queste procedure si basano su due
criteri di valutazione.

- Criterio sperimentale: associato ad un effetto statisticamente significativo del trattamento.


- Criterio clinico: riguarda il grado di cambiamento capace di permettere all'individuo di comportarsi
adeguatamente nella società. Il criterio clinico è più esigente del criterio sperimentale, per cui molti
sostengono sia di scarsa utilità ricorrere a procedure statistiche.

I DISEGNI DI RICERCA SUI SINGOLI SOGGETTI:


Disegno A-B-A (baseline- trattamento- seconda baseline): versione più semplice dei disegni che comportano
il ritiro del trattamento, infatti dopo la fase B, il trattamento viene interrotto per de luogo alla seconda fase
A.

Problemi del disegno A-B-A.

1) Reversibilità del comportamento al livello della fase antecedente al trattamento: se questo ritorno
non si verifica completamente, il piano A-B-A risulta deformato (non ha luogo la seconda fase della
baseline);
2) Deontologico: in certi casi può essere desiderabile lasciate il soggetto nella nuova condizione
determinata dal trattamento anziché riportarlo allo stato iniziale (trattamento di casi fobici,
compulsivi ecc). In questo caso inviene aggiungere un'altra fase B: si entra così nei disegni con
trattamenti ripetuti, abbandonando l'obiettivo originario. Disegno B-A-B: consente di evitare che
l'esperimento termini con un ritorno alla baseline.

Conta 3 fasi:
1) prima presentazione del trattamento (B);
2) assenza del trattamento che coincide con il rilevamento della baseline (A);
3) seconda presentazione del trattamento (B). Questo piano è utile quando è superfluo stabilire la
baseline, dato che è già acquisito. I risultati cui dà luogo non possono essere confrontati con una
precedente misura del comportamento poiché il trattamento viene somministrato nella fase
iniziale e non in quella di mezzo.

Disegno A-B-A-B: è un disegni a trattamenti ripetuti, la cui ripetizione ha un duplice scopo:

1) permette al soggetto di continuare a godere del beneficio ottenuto con l'azione della prima
somministrazione del trattamento;
2) consente un'ulteriore diminuzione degli aspetti negativi di un comportamento.

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