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compresa
l’identità
cristiana,
in
quanto
più
dell’85%
della
popolazione
che
direttamente
o
indirettamente
commetteva
atti
di
genocidio
era
cattolica.
Mentre
ero
in
visita
ho
partecipato
a
diversi
atti
comunitari
di
riconciliazione,
durante
i
quali
alcuni
membri
di
piccole
comunità
cristiane
circostanti
chiedevano
perdono.
Durante
una
visita,
un
giovane
Hutu
di
nome
Pierre,
che
era
coinvolto
insieme
ad
altri
in
atti
di
violenza
contro
i
loro
vicini
Tutsi,
ha
confessato
la
sua
colpa
e
chiesto
perdono.
Tra
i
presenti
c’erano
tre
donne
Tutsi
che
avevano
perso
i
loro
mariti
e
i
loro
figli
nel
genocidio.
Ricordo
che
c’è
stata
una
pausa,
un
momento
di
silenzio,
quasi
per
lasciare
che
la
voce
dei
defunti
si
manifestasse,
alla
ricerca
di
una
liberazione
che
permettesse
loro
di
trovare
pace.
Alla
fine
del
silenzio,
il
catechista
laico
ha
chiesto
alle
tre
donne
di
commentare
o
replicare
alla
confessione
del
giovane
assassino.
La
prima
donna,
Grace,
ha
ammesso
di
aver
serbato
odio
e
rancore
nel
suo
cuore
contro
tutti
coloro
che
avevano
ucciso
suo
marito
Charles
e
i
suoi
loro
tre
figli,
Grace,
Diue-‐‑Donné
e
Filobert.
Mentre
le
lacrime
le
solcavano
il
viso,
la
donna
ha
guardato
il
giovane
Hutu
e
gli
ha
detto
che
lei
non
ce
la
faceva
più
a
tenere
in
cuore
tutto
quell’odio.
Ha
aggiunto
che
Dio
aveva
salvato
altri
membri
della
sua
famiglia
e
anche
lei
e
ha
espresso
il
suo
profondo
desiderio:
che
suo
marito
e
i
suoi
figli
potessero
riposare
in
pace.
Le
altre
due
donne
presenti,
che
avevano
perso
i
loro
cari,
hanno
pronunciato
più
o
meno
le
stesse
parole
e
hanno
invocato
la
misericordia
di
Dio
su
tutti
i
responsabili
delle
azioni
violente
del
genocidio,
chiedendo
il
perdono
e
la
misericordia
di
Dio
per
gli
autori
di
tali
atti.
Inoltre
hanno
perdonato
Pierre
e
gli
altri.
Credo
non
dimenticherò
mai
le
parole,
i
volti
e
gli
atti
di
coraggio
fedele
di
queste
tre
donne.
Esse
sono
arrivate
ad
ammettere
che,
per
poter
sperimentare
appieno
il
potere
liberante
della
misericordia
e
della
riconciliazione
di
Dio
nella
loro
vita,
esse
stesse
dovevano
diventare
misericordiose,
lasciando
che
la
riconciliazione
guidasse
la
loro
vita
e
le
loro
relazioni.
Carissimi
fratelli,
accogliamo
l’invito
di
Gesù:
“Siate
misericordiosi,
come
il
Padre
vostro
è
misericordioso”
(Lc
6,36).
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