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Indice
1 Successioni estratte 1
1.1 Teorema di Bolzano-Weierstrass e criterio di Cauchy . . . . . . . . . . . . 3
3 Limiti di funzioni 10
3.1 Prime proprietà dei limiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
3.2 Limiti notevoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5 Continuità uniforme 27
6 Esercizi 31
6.1 Testi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
6.2 Soluzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
1 Successioni estratte
A partire dalla successione dei numeri naturali
1, 2, 3, . . . , n, ...
n1 = 2, n2 = 4, n3 = 6, . . . , nk = 2k, . . . k∈N
n1 = 1, n2 = 3, n3 = 5, . . . , nk = 2k − 1, . . . k∈N
1
la successione dei numeri dispari; oppure
n1 = 1, n2 = 4, n3 = 9, . . . , nk = k 2 , . . . k∈N
nk ≥ k, ∀k ∈ N.
2
Dimostrazione. Sia ε > 0. Per ipotesi, esistono ν1 , ν2 ∈ N tale che
Dimostrazione. Sia an una successione limitata; quindi esiste M > 0 per cui
−M ≤ an ≤ M ∀n ∈ N.
Sia
Consideriamo quindi
`0 = inf A.
2. ∀ε > 0, an ≥ `0 − ε definitivamente.
3
La prima segue dalla caratterizzazione dell’estremo inferiore: per ogni ε > 0 esiste x ∈ A
tale che `0 ≤ x < `0 + ε, da cui an ≤ x < `0 + ε per infiniti indici n. Per la seconda, se
per assurdo risultasse an < `0 − ε per infiniti indici n, allora `0 − ε apparterrebbe ad A, e
ciò è assurdo in quando ` è l’estremo inferiore di A. Dunque deve essere an < `0 − ε solo
per un numero finito di indici, che equivale alla 2.
Ne consegue che:
1 1
`0 − ≤ ank ≤ `0 +
k k
con nk successione strettamente crescente di numeri naturali. Dal teorema dei carabinieri,
segue che
ank → `0 ,
cioè la tesi.
e provando che esiste un’estratta an0k tale che an0k → `00 = sup B.
• an = 1 − n1 , A = [1, +∞[;
• an = n1 , A =]0, +∞[;
π
• an = sin n, A = [−1, +∞[.
4
Per esercizio, costruire l’insieme B dell’osservazione precedente per gli esempi appena
riportati.
4
Esempio 1.3. La successione sin n non ammette limite. Per provarlo, ragioniamo per
assurdo, supponendo che tale limite esista. Essendo sin n limitata, sia
s = lim sin n ∈ R.
n→∞
si deduce che
lim cos n = 0.
n→∞
sin2 n + cos2 n = 1
è in contraddizione con
5
e la prima implicazione è verificata.
2) Una successione che verifica (1) è convergente. Per prima cosa osserviamo che an è
limitata. Infatti, per ε = 1 da (1) si ha
e considerato ν tale che |an − ank | < ε per n, nk > ν, vale che
Osservazione 1.5. Abbiamo osservato che sin n non ammette limite. Di conseguenza,
ad esempio, sin(n + 1) − sin n non ammette limite, in quanto
1
sin(n + 1) − sin n = 2 cos n sin
2
e dunque ragionando come prima il termine a destra non ammette limite.
È interessante notare che da quanto detto prima non si può concludere, ad esempio,
che
√ √
sin n + 1 − sin n
non ammette limite. Infatti dalle formule di prostaferesi e dal fatto che | sin x| ≤ |x| si
ha
x+y x − y
| sin x − sin y| = 2 cos
sin ≤ |x − y|,
2 2
pertanto
√ √ √ 1
| sin n + 1 − sin n| ≤ | n + 1 − n| = √ √ → 0.
n+1+ n
6
2 Elementi di topologia della retta reale
cioè per ogni intorno del tipo ]x0 − ε, x0 + ε[ cade almeno un punto di A distinto da x0 .
1 1 1 1
Esempio 2.3. Sia A = 1, , , . . . , , . . . = , n ∈ N . Allora:
2 3 n n
• Il punto x0 = 0 è di accumulazione per A. Infatti, per ogni ε > 0 esiste n ∈ N tale
che n1 < ε, dunque n1 , che è un elemento di A, cade nell’intorno ] − ε, ε[.
di A.
Esempio 2.4. L’insieme dei punti di accumulazione di Q è R; l’insieme dei punti di
accumulazione di R \ Q è R.
Esempio 2.5. L’insieme dei numeri naturali N non ha punti di accumulazione.
Esempio 2.6. L’insieme dei numeri interi Z non ha punti di accumulazione.
Esempio 2.7. Ogni elemento di ]a, b[ è punto di accumulazione per ]a, b[. Inoltre, anche
x0 = a e x1 = b sono punti di accumulazione per ]a, b[, e non ce ne sono altri.
7
Definizione 2.3. Un punto x0 ∈ A ⊆ R che non è di accumulazione per A si dice
punto isolato.
Dimostrazione. Sia A limitato e infinito. Per la Prop. 2.2 è sufficiente provare che A
contiene una successione di punti distinti tra loro e convergente. Poiché A è infinito,
contiene una successione di elementi tutti distinti tra loro. Tale successione per ipotesi è
limitata, pertanto per il Teorema 1.1 questa ammette un’estratta convergente.
• l’insieme R è chiuso.
8
Osservazione 2.2. Gli insiemi R e ∅ sono simultaneamente aperti e chiusi, e sono gli
unici per cui questo accade.
• Sia A aperto e supponiamo che R\A non è chiuso. Sia dunque x0 ∈ A di accumulazione
per R \ A. Se xn è una successione convergente di R \ A, con xn → x0 ∈ A, allora
in ogni intorno di x0 cade un elemento di R \ A, in contraddizione con l’ipotesi di A
aperto.
1. Sia C chiuso e limitato. Allora presa una successione di elementi di C, questa, essen-
do limitata, per il teorema di Bolzano-Weierstrass ammette un’estratta convergente.
Essendo C chiuso, per la Proposizione 2.4 il suo limite è in C.
9
2. Proviamo il viceversa. Sia xn una successione convergente. Dunque per ipotesi il
suo limite è in C, da cui C, per la Proposizione 2.4, è chiuso. Se per assurdo C
non fosse limitato, allora per ogni n esisterebbe xn ∈ C tale che xn ≥ n; dunque
xn → +∞, e una siffatta successione non può ammettere estratte convergenti,
in quanto tutte le sue estratte divergono positivamente. Da qui l’assurdo e la
conclusione della dimostrazione.
Dalla proposizione precedente risulta che i compatti di R sono tutti e soli gli insiemi
chiusi e limitati.
Esempio 2.9. Gli intervalli chiusi e limitati [a, b] sono compatti. Gli intervalli [a, +∞[,
] − ∞, a], R sono chiusi ma non limitati, dunque non sono compatti. L’insieme A =
{0} ∪ { n1 , n ∈ N} è compatto.
3 Limiti di funzioni
lim f (x) = `.
x→x0
Osservazione 3.1. Notiamo che nella definizione precedente l’esistenza di una succes-
sione xn di elementi di A distinti da x0 che converge a x0 è garantita dal fatto che x0 è
di accumulazione per A.
sin x
Esempio 3.1. Sia f (x) = , definita in A = R \ {0}. Allora x0 = 0 6∈ A, ma è
x
punto di accumulazione per A. Ricordiamo che per ogni successione xn → 0, con xn 6= 0
sin xn
∀n ∈ N, si ha lim = 1. Allora per definizione
n→∞ xn
sin x
lim = 1.
x→0 x
10
Esempio 3.2. Sia f (x) = cos x, x ∈ R. Poiché qualunque sia xn → x0 ∈ R risulta
f (xn ) → cos x0 , allora si ha
lim cos x = cos x0 .
x→x0
Osserviamo esplicitamente che il limite non coincide col valore della funzione in x0 = 0.
Esempio 3.4. Sia f : R → R così definita:
(
0 se x < 0, 1
f (x) =
1 se x ≥ 0.
1
Esempio 3.6. Sia f (x) = , x 6= 0. Poiché se xn → 0+ allora f (xn ) → +∞, e se
x
xn → 0− allora f (xn ) → −∞, si ha che
lim f (x) non esiste.
x→0
11
Esempio 3.7. Sia f (x) = x1 . Poiché per ogni xn → +∞ abbiamo f (xn ) → 0, allora per
definizione scriviamo
1
lim = 0.
x→+∞ x
Analogamente
1
lim = 0.
x→−∞ x
Esempio 3.8. Si ha:
1 x 1 x
lim 1+ = lim 1+ = e.
x→+∞ x x→−∞ x
xn
Infatti, per ogni xn → ±∞, risulta 1 + x1n → e.
Vediamo un modo equivalente per definire il limite di funzioni. Per fare ciò, dobbiamo
distinguere i vari casi in cui x0 e ` sono finiti o no. Consideriamo prima il caso x0 , ` ∈ R.
1. lim f (x) = ` ∈ R;
x→x0
12
• lim f (x) = +∞ ⇐⇒ ∀M > 0 ∃ δ > 0 : f (x) > M , ∀x ∈ A, 0 < |x − x0 | < δ;
x→x0
0 , xn ∈ A, xn > x0 , si ha f (xn ) → `,
∀xn → x+
lim f (x) = `.
x→x+
0
∀xn → x−
0 , xn ∈ A, xn < x0 , si ha f (xn ) → `,
lim f (x) = `.
x→x−
0
13
f in x0 , che potrebbe non esistere in quanto f non definita in x0 , oppure potrebbe non
−
coincidere con f (x+
0 ) o f (x0 ).
Osservazione 3.5. Analogamente a quanto osservato prima, detto I + (x0 ) = [x0 , x0 +a[,
con a > 0, un intorno destro di x0 , e I − (x0 ) =]x0 − a, x0 ], con a > 0, un intorno sinistro
di x0 , si ha
Esempio 3.9. Sia f (x) = x1 . Come osservato nell’esempio 3.6, la funzione non ammette
limite per x → 0. Tuttavia,
1 1
lim = +∞, lim = −∞.
x→0+ x x→0− x
Dalle proprietà già dimostrate per le successioni, seguono immediatamente i seguenti
risultati.
Teorema 3.3 (Teorema dei carabinieri). Siano f (x) ≤ g(x) ≤ h(x) tre funzioni
definite in A, con x0 punto di accumulazione per A ⊆ R, per cui
14
Un risultato analogo al teorema del confronto per le successioni nel caso in cui ` = ±∞
vale per le funzioni. Ad esempio, se f ≤ g e f → +∞ per x → x0 , allora g → +∞ per
x → x0 .
Il valore del limite di una funzione in un punto è indipendente dal valore che, even-
tualmente, essa assume nel punto. Quando però questi coincidono, la funzione si dirà
continua nel punto.
Esempio 3.10. Abbiamo provato che sin xn → sin x0 qualunque sia la successione xn
per cui xn → x0 ∈ R. Questo equivale a dire che la funzione f (x) = sin x è continua in
tutto R.
Teorema 3.4 (Limiti di funzioni composte). Siano f, g due funzioni reali per cui
f ◦ g sia ben definita, e siano x0 , y0 , ` ∈ R ∪ {−∞, +∞}. Supponiamo inoltre che
¬ lim g(x) = y0 ,
x→x0
lim f (y) = `,
y→y0
® g(x) 6= y0 in un intorno di x0 .
lim f (g(x)) = `.
x→x0
15
Osservazione 3.6. Il teorema asserisce che per calcolare il limite della funzione composta
f (g(x)) possiamo effettuare il “cambio di variabile” y = g(x). In cal caso, per x → x0 , si
ha y → y0 e quindi
y=g(x)
lim f (g(x)) = lim f (y) = `.
x→x0 y→y0
Ad esempio,
sin(x3 − 1) sin y
lim 3
= lim = 1,
x→1 x −1 y→0 y
in quanto y = x3 − 1 → y0 = 0 per x → 1.
Operazioni con i limiti Dalle proprietà dei limiti di successione ricaviamo il seguente
risultato.
Proposizione 3.1. Siano f , g due funzioni definite in A tali che
f (x) `1
lim = (g(x) 6= 0 ∀x ∈ A e x 6= x0 ),
x→x0 g(x) `2
g(x)
lim f (x) = (`1 )`2 (f (x) > 0 ∀x ∈ A e x 6= x0 ),
x→x0
`1
ogni volta che le espressioni `1 ±`2 , `1 ·`2 , , (`1 )`2 hanno senso in R∪{−∞, +∞}.
`2
16
Proposizione 3.3. Le funzioni elementari xα (α ∈ R), |x|, ax (a > 0), loga x
(a > 0, a 6= 1), sin x, cos x, tan x, arcsin x, arccos x, arctan x sono continue nei
rispettivi insiemi di definizione.
sin x
a) lim =1
x→0 x
Dim. Vedi Esempio 3.1.
1 − cos x 1
b) lim 2
=
x→0 x 2
1−cos2 x sin2 x
Dim. Poiché 1−cos x
x2
= x2
1
1+cos x = 1
x2 1+cos x
, da a) abbiamo
2
1 − cos x 1 sin x 1
lim 2
= lim = .
x→0 x 2 x→0 x 2
tan x
c) lim =1
x→0 x
arcsin x
d) lim =1
x→0 x
Dim. Posto y = arcsin x, essendo arcsin x → 0 per x → 0, risulta
arcsin x y
lim = lim = 1.
x→0 x y→0 sin y
arctan x
e) lim =1
x→0 x
Dim. Posto y = arctan x, essendo arctan x → 0 per x → 0, risulta
arctan x y
lim = lim = 1.
x→0 x y→0 tan y
17
1 x
x
1
f) lim 1+ = e, lim 1+ =e
x→+∞ x x→−∞ x
Dim. Segue dal limite notevole per le successioni (1 + x1n )xn → e quando xn → +∞
o xn → −∞.
1
g) lim (1 + x) x = e
x→0
1 y
y
1 1 1
lim (1 + x) x = lim 1 + = e, lim (1 + x) x = lim 1 + = e,
x→0+ y→+∞ y x→0− y→−∞ y
Dall’uguaglianza dei limiti sinistro e destro si ha la tesi.
loga (1 + x) 1 log(1 + x)
h) lim = in particolare lim =1
x→0 x log a x→0 x
Dim. Abbiamo, usando il limite g):
loga (1 + x) 1 1
lim = lim loga (1 + x) x = loga e = .
x→0 x x→0 log a
ax − 1 ex − 1
i) lim = log a in particolare lim =1
x→0 x x→0 x
Dim.Effettuando il cambio di variabile y = ax − 1, si ha y → 0 per x → 0, e
x = loga (y + 1), dunque ricordando il limite h)
ax − 1 y
lim = lim = log a.
x→0 x y→0 loga (1 + y)
(1 + x)α − 1
l) lim = α qualunque sia α ∈ R.
x→0 x
Dim. Abbiamo:
(1 + x)α − 1 (1 + x)α − 1 α log(1 + x)
lim = lim · .
x→0 x x→0 log(1 + x)α x
Poiché per y = log(1 + x)α si ha ey = (1 + x)α e y → 0 per x → 0, dal limite i) si
ha
(1 + x)α − 1 ey − 1
lim = lim = 1;
x→0 log(1 + x)α y→0 y
pertanto ricordando anche il limite h), abbiamo
(1 + x)α − 1 (1 + x)α − 1 log(1 + x)
lim = α lim α
lim = α.
x→0 x x→0 log(1 + x) x→0 x
18
Ulteriori limiti fondamentali sono i seguenti.
loga x
m) lim = 0, (a > 0, a 6= 1 α > 0).
x→+∞ xα
x < 1 + k ≤ (1 + 1)k ≤ 2k ≤ 2x ,
α α
e quindi log2 x < x. Per x > 1 abbiamo 0 < log2 x 2 ≤ x 2 che implica
log2 x 2 1
0< α
≤ α
x α x2
log2 x
e dunque lim = 0. Per tutti gli altri casi, osserviamo che
x→+∞ xα
loga x 1 log2 x
lim α
= lim = 0.
x→+∞ x log2 a x→+∞ xα
xα
n) lim =0 (a > 1, α > 0).
x→+∞ ax
xα logαa y
lim = lim = 0.
x→+∞ ax x→+∞ y
− loga y
lim xα loga x = lim = 0.
x→0+ y→+∞ yα
p) lim xk ax = 0 a > 1 e k ∈ N.
x→−∞
yk
lim xk ax = lim (−1)k = 0.
x→−∞ y→+∞ ay
19
4 Proprietà delle funzioni continue
4.1 Funzioni continue. Classificazione delle discontinuità
Se f non è definita in x0 oppure non accade che lim f (x) = f (x0 ), allora la funzione
x→x0
non è continua in x0 . I punti di discontinuità li possiamo classificare come segue.
La funzione 1
sin x
se x 6= 0, y = g(x)
g(x) = x
1 se x = 0
20
• Se accade che esistono finiti il limite destro e sinistro di f in x0 e
f (x− +
0 ) = lim f (x) 6= lim f (x) = f (x0 )
x→x−
0 x→x+
0
1 1
y= x y = ex
1
1
y = sin x1
21
4.2 Principali teoremi sulle funzioni continue
f (x0 )
f (x) > > 0, ∀x ∈ A, |x − x0 | < δ,
2
ossia la tesi con I =]x0 − δ, x0 + δ[.
∀n ∈ N ∃xn ∈ K : f (xn ) ≥ n.
Tuttavia, essendo {xn }n∈N ⊆ K, per la compattezza di K esiste un’estratta xnk con-
vergente a x̄ ∈ K. Essendo f continua, deve essere f (xnk ) → f (x̄). Poiché f (xnk ) è
un’estratta di f (xn ), non può essere f (x̄) = +∞, e risulta f (x̄) = M . Pertanto M è
massimo di f .
22
Osservazione 4.1. Poiché gli intervalli chiusi e limitati sono compatti, per il teorema
di Weierstrass una funzione continua in un intervallo [a, b] ammette minimo e massimo.
Vediamo con alcuni esempi come, in generale, non è possibile rimuovere alcuna ipotesi
nel teorema di Weierstrass.
1
Esempio 4.3. Sia f (x) = x1 , x ∈ [1, +∞[.
La funzione è continua nell’intervallo chiuso
(ma non limitato) [0, +∞[; inf f = 0, ma 1
non esiste alcun numero x tale che x1 = 0.
Dunque f non ha minimo. 1
Osservazione 4.2. Osserviamo esplicita-
mente che una funzione che ha massimo e
1
minimo non è necessariamente continua. Ad
esempio,
1 x = 0,
f (x) = x x ∈]0, 1[,
0 x = 1.
Teorema 4.3 (degli zeri). Sia f : [a, b] → R una funzione continua nell’intervallo
[a, b], e f (a) · f (b) < 0. Allora esiste c ∈]a, b[ tale che f (c) = 0.
23
Dimostrazione. Usiamo il metodo di bisezione. Sia c = a+b 2 il punto medio di [a, b].
Possono accadere due cose. Se f (c) = 0, la dimostrazione è finita e c è il punto cercato.
lim an = lim bn .
n→∞ n→∞
Diciamo c = lim an = lim bn . Dalla continuità di f , il fatto che f (an )f (bn ) < 0 e il
teorema della permanenza del segno si ha
24
pertanto f (c) deve essere necessariamente uguale a zero, e la dimostrazione è completa.
Teorema 4.4 (dei valori intermedi). Sia f : [a, b] → R una funzione continua in
[a, b]. Allora f assume tutti i valori compresi tra il minimo e il massimo:
25
Dimostrazione. Proviamo solo il caso f crescente e limitata in ]a, x0 [. Per tutti gli al-
tri casi si ragiona in modo analogo. Sia dunque ` = sup f . Abbiamo che, per la
]a,x0 [
caratterizzazione dell’estremo superiore,
Osservazione 4.3. Se f è monotona ma non è continua negli estremi, non vale l’ugua-
glianza nelle diseguaglianze della proposizione precedente. Ad esempio, presa
(
0 se x = 0
f (x) =
1 se x > 0,
questa è crescente e
26
Dimostrazione. Supponiamo, per fissare le idee, f crescente in [a, b]. Chiamiamo
f (a) = m, f (b) = M
rispettivamente il minimo e il massimo di f . Abbiamo Im f = [m, M ]. Supponiamo di
trovare un punto di discontinuità x0 di f . Se x0 ∈]a, b[, sia ` tale che
f (x− +
0 ) < ` < f (x0 ), ` 6= f (x0 );
allora ` non è un valore assunto da f . Infatti
x < x0 ⇒ f (x) ≤ f (x−
0 ) < `, e x > x0 ⇒ f (x) ≥ f (x+
0 ) > `.
Dimostrazione. Dal teorema dei valori intermedi l’immagine di f coincide con l’inter-
vallo [min f, max f ]. Per cui l’inversa f −1 ha come insieme di definizione l’interval-
lo [min f, max f ], e come immagine [a, b]. Per la Proposizione 4.3, si ha che f −1 è
continua.
5 Continuità uniforme
In generale, nella definizione (equivalente) di funzione continua, si ha che f è continua
in un intervallo I se per ogni fissato x0 ∈ I e per ogni ε > 0 esiste un δ > 0 tale che
se x ∈ I e |x − x0 | < δ allora |f (x) − f (x0 )| < ε. (4)
In generale, il numero δ dipende, oltre che da ε, anche dal punto x0 .
Esempio 5.1. Si consideri la funzione f (x) = x2 . Se |x − x0 | < δ, allora
|f (x) − f (x0 )| = x2 − x20 = |x + x0 | · |x − x0 | < (|x − x0 | + 2|x0 |) |x − x0 |
< (2|x0 | + δ) · δ.
Ciò significa che dato ε > 0, allora vale |x − x0 | < δ a condizione che sia 2|x0 |δ + δ 2 < ε,
il che equivale a δ 2 + 2|x0 |δ − ε < 0, la quale è risolta per
ε
q
δ < x20 + − |x0 | = p 2 .
x0 + ε + |x0 |
Dunque δ dipende da ε e da x0 ; in particolare, per ε fissato più è grande |x0 | più δ deve
essere piccolo.
27
Può accadere tuttavia che nella (4) il δ non dipenda da x0 .
Nei casi in cui δ dipende solo da ε e non dal punto x0 , diremo che f è uniformemente
continua. Più precisamente:
Esempio 5.3. Sia I = [0, +∞[ e f (x) = x2 . Per ogni intervallo Ia = [a, a + δ] si ha
28
(cfr. Esempio 5.1). Dunque f non è uniformemente continua in I in quanto, fissato ε > 0
e comunque preso δ > 0, risulta, per valori di a sufficientemente grandi,
osc(f ; Ia ) = 2aδ + δ 2 ≥ ε.
allora fissato ε > 0, basta scegliere δ < Lε ; se |x − x0 | < δ, |f (x) − f (x0 )| ≤ Lδ < ε.
Ad esempio, la funzione f (x) = sin x è lipschitziana, con costante L = 1, in quanto
abbiamo mostrato che | sin x − sin y| ≤ |x − y|, per ogni x, y ∈ R.
Tuttavia una funzione uniformemente continua non necessariamente è lipschitziana.
Ad esempio la funzione
√
f (x) = x, x ∈ [0, +∞[
e quindi
√
0 √ 0 2 √ √
x − x = x + x0 − 2 x x0 < x + x0 − 2x0 = x − x0 ,
da cui la (5). Segue subito allora l’uniforme continuità: fissato ε > 0, e scelto δ = ε2 , se
|x − x0 | < δ allora dalla (5)
√ √
| x − x0 | < ε.
Tuttavia f (x) non è uniformemente continua in [0, +∞[: infatti se lo fosse dovrebbe
risultare
√
x ≤ Lx, ∀x > 0,
cioé
1
√ ≤ L, ∀x > 0
x
che è assurdo.
29
Teorema 5.1 (Heine-Cantor). Una funzione f continua in un intervallo chiuso e
limitato [a, b] è uniformemente continua.
Dimostrazione. Supponiamo per assurdo falsa la tesi. Dunque esiste ε0 > 0 tale che per
ogni δ > 0 esistono xδ , x0δ tali che
scelto δ = 1, esistono x1 , x01 tali che |x1 − x01 | < 1 e |f (x1 ) − f (x01 )| ≥ ε0
1 1
scelto δ = , esistono x2 , x02 tali che |x2 − x02 | < e |f (x2 ) − f (x02 )| ≥ ε0
2 2
1 1
scelto δ = , esistono x3 , x03 tali che |x3 − x03 | < e |f (x3 ) − f (x03 )| ≥ ε0
3 3
In generale, per ogni n ∈ N,
1 1
scelto δ = , esistono xn , x0n tali che |xn − x0n | < e |f (xn ) − f (x0n )| ≥ ε0 .
n n
Essendo xn limitata, si ne può estrarre xnk per cui a xnk → x0 ∈ [a, b]. Pertanto, anche
la successione x0nk converge allo stesso valore x0 , in quanto |xnk − x0nk | < n1k → 0 per
k → ∞. Allora, essendo f continua si ha
30
6 Esercizi
6.1 Testi
Esercizio 1. Provare che l’insieme dei punti di accumulazione di A =]1, 2[∪{3} è [1, 2].
Esercizio 5. Provare che la funzione f (x) = sin x non ammette limite per x → ±∞.
Esercizio 6. Provare che il teorema di esistenza degli zeri vale nelle seguenti ipotesi:
f è una funzione continua nell’intervallo [a, +∞[, con f (a) < 0 e lim f (x) > 0 (o
x→+∞
viceversa).
Esercizio 7. Usando il teorema dei valori intermedi, provare l’esistenza della radice
n-esima di un numero positivo: dati y0 > 0 e n ∈ N esiste un unico x0 > 0 tale che
xn0 = y.
Esercizio 8. Provare che l’insieme degli zeri di una funzione continua è un chiuso.
Esercizio 9. Sia f : [a, +∞[→ R una funzione continua e tale che la retta y = mx + q
sia asintoto obliquo per f , ossia
lim [f (x) − mx − q] = 0.
x→+∞
31
Esercizio 10. Calcolare i seguenti limiti di funzioni:
p
3
p
3
ex sin(e−x sin x)
(a) lim 2 + x3 − 1 + 2x2 + x3 ; (b) lim ;
x→+∞ x→+∞ x
π log(sin x)
(c) lim x + arctanx ; (d) lim ;
x→−∞ 2 x→0 + log x
√ √ √9 cos x − sin x
(e) lim 9
x− 9x−1 x8 ; (f ) limπ ;
x→+∞ x→ 4 π − 4x
x 1
2 +1 x (x + 2)x+2 xx
(g) lim ; (h) lim ;
x→0 2 x→+∞ (x + 1)2(x+1)
x − sin x
(i) lim log x log(1 − x); (l) lim = 0;
x→1 x→0 x2
2
e1−x − ex−1 3cos x − 3
(m) lim ; (n) lim .
x→1 log x x→0 tan(x2 )
6.2 Soluzioni
Esercizio 1. Il punto x0 = 3 è un punto isolato di A (oss. ad esempio che ] 52 , 4[∩A = {3}).
Inoltre, i punti di accumulazione di ]1, 2[ sono tutti e soli i punti dell’intervallo [1, 2].
32
Esercizio 4. Si ha:
√ √
q q
2 2
sin π 4n + n = sin π 4n + n − 2πn .
Poiché
√
√ π n
q
2
π 4n + n − 2πn = p → 0,
√
π 4n2 + n + 2πn
√
q
si ha che lim sin π 4n + n = 0.
2
n→∞
Esercizio 5. Verifichiamo che sin x non ammette limite per x → +∞. Già sappiamo
che sin n non ammette limite; pertanto basta scegliere xn = n nella definizione per
ottenere che questa non può verificarsi. In alternativa, si può ragionare nel seguente
modo. Poiché per xn = π2 + 2πn e yn = 2πn abbiamo sin xn = 1, e sin yn = 0, allora
risultano due successioni xn , yn che divergono a +∞ per cui sin xn e sin yn convergono
a due numeri diversi. Pertanto, sin x non ammette limite per x → +∞. Osservando
che sin x è dispari, la stessa conclusione vale per x → −∞. Osserviamo esplicitamente
che concludere che sin x non ammette limite risulta molto più semplice che verificare lo
stesso per la successione sin n.
Esercizio 6. Se lim f (x) > 0, allora esiste b per cui f (b) > 0. Applicando il teorema
x→+∞
della permanenza del segno alla funzione f in [a, b], si ha la tesi.
• y0 > 1. Allora 1 < y0 < y0n . Dunque, applicando il teorema dei valori intermedi
alla funzione continua f (x) = xn con x ∈ [1, y0 ], poiché min f = 1, max f = y0n ,
[1,y0 ] [1,y0 ]
esiste x̄0 > 0 tale che x̄n0 = y.
• 0 < y0 < 1. Allora y0n < y0 < 1. Dunque, applicando il teorema dei valori intermedi
alla funzione continua f (x) = xn , x ∈ [y0 , 1] e ragionando come prima, abbiamo la
tesi.
33
II modo Sia D = A \ Z. Se x0 ∈ D, allora f (x0 ) 6= 0. Per fissare le idee, diciamo
f (x0 ) > 0. Per il teorema della permanenza del segno, esiste un intorno di x0 tale
che f (x) > 0 in tale intorno. Analogamente, se f (x0 ) < 0 esiste un intorno di x0
in cui f < 0. Dunque ogni punto di D ha un intorno tutto contenuto in D. Questo
significa che D è aperto, e di conseguenza Z è chiuso.
|f (x) − f (x0 )| =
= [f (x) − mx − q] + mx + q − [f (x0 ) − mx0 − q] − mx0 − q ≤
Pertanto, procedendo per assurdo come nella dimostrazione del teorema di Heine-Cantor,
si ha, per ogni n ∈ N,
1 1
scelto δ = , esistono xn , x0n tali che |xn − x0n | < e
n n
|f (xn ) − mxn − q| + f (x0n ) − mx0n − q + |m| xn − x0n ≥
34
In alternativa, ricordando che a3 − b3 = (a − b)(a2 + ab + b2 ),
p
3
p
3
2 + x3 − 1 + 2x2 + x3 =
2 + x3 − 1 − 2x2 − x3
= √ √ √ √ =
( 3 2 + x3 )2 + 3 2 + x3 3 1 + 2x2 + x3 + ( 3 1 + 2x2 + x3 )2
1 − 2x2 1 2
= 2
q q q q →− per x → 0.
x 3 2 2
+ 1 + 3 x23 + 1 3 x13 + x2 + 1 + 3 x13 + x2 + 1
2 3
x3
(b). Abbiamo:
π
y
lim x + arctanx = − lim cos y = −1.
x→−∞ 2 y→0 sin y
(1+t)α −1
Poiché x1 → 0 per x → +∞, ricordando il limite notevole t → α per t → 0
abbiamo
q
9
1 − x1 − 1
r !
9 1 1
lim x 1 − 1 − = lim 1 = .
x→+∞ x x→+∞ −x 9
35
allora il limite diventa uguale a
√ √
√ sin x − π4 sin x − π4
2 2
− 2 limπ = limπ π = .
x→ 4 π − 4x 4 x→ 4 x− 4 4
2x +1
(g). Poiché 2 → 1 per x → 0, allora
x
1 1 " 2 # 2 2x−1
2x 2x − 1 x 2x − 1 2x −1 √
+1 x log 2
lim = lim 1 + = lim 1+ = e 2 = 2.
x→0 2 x→0 2 x→0 2
x+2 x
h
2
x i2 2 2
(x + 2)x+2 xx xx+2 1 + x2 x 1+ x
2
1+ x e2
= 2x+2 = → = 1 per x → +∞.
(x + 1)2(x+1) 1 x 2 1 2 e2
x2x+2 1 + x1
1+ x 1+ x
log(1 − t)
lim log x log(1 − x) = lim log(1 − t) log t = lim lim(−t) log t = 0.
x→1 t→0 t→0 −t t→0
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