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Munch Fregio

Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche


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Con le opere del Fregio della vita Munch si propone di indagare l’intera esperienza umana attraverso
l’esperienza personale. Le tematiche trattate sono quelle esistenziali dell’amore, dell’angoscia, l’ansia e la
morte. Munch intendeva infatti la pittura come una sorta di autoanalisi. Dunque, il Fregio è un’indagine
della propria esistenza, operata con lo sguardo consapevole di chi ha già vissuto quelle situazioni e le
rielabora per ritrovarne i sentimenti, dipingerli e comprenderli.

Seme dell'amore
Titolo: Il bacio

Data: 1897

Tecnica: olio su tela

Dimensioni: 99 × 81 cm

Ubicazione: Museo Munch, Oslo

Il bacio è un dipinto a olio su tela appratente al Fregio della Vita. Cinque anni prima della stesura de Il bacio,
Munch eseguì un'altra tela sul medesimo soggetto: si tratta de Il bacio con la finestra. Osservando il quadro,
siamo immediatamente catturati dalla coppia che si sta baciando che sembra essere circondata da una
vorticosa oscurità, con solo il raggio di luce della piccola finestra che illumina il loro abbraccio. Il dipinto è
realizzato con ampie pennellate sulla tela, che creano l'immagine di volti vorticosi che si fondono in uno
solo. È praticamente impossibile separare le due figure, soprattutto dove i loro volti si incontrano e
diventano un tutt'uno nel dipinto. Sebbene questo dipinto sia estremamente romantico, sia nel tempo che
nel soggetto, c'è un clima tenebroso, quasi di segretezza, esaltato dall'uso dell'oscurità nell'immagine. Il
Museo d'Arte Moderna, ha dichiarato che l’atmosfera cupa è dovuta all’ambivalenza di Munch di fronte alle
questioni di cuore e di romanticismo. Lo storico dell'arte Reinhold Heller riteneva che la raffigurazione degli
amanti ritraesse, con la fusione dei volti, non solo la loro unità ma anche una minacciosa "perdita di
individualità, una perdita della propria esistenza e della propria identità all’interno del mondo" con
allusione alla morte.
Questo dipinto cattura un momento di intimità tra due nudi, la donna che trascina l'uomo verso di lei in un abbraccio d'amore, le bocche chiuse in
un bacio appassionato, ed è un esempio del tema di Munch della femme fatale come creatura dominante, che prende il controllo per alimentare il
suo appetito sessuale.

Sviluppo e dissoluzione dell’amore


Titolo: La danza della vita

Data: 1899-1990

Tecnica: olio su tela

Dimensioni: 125 × 191 cm

Ubicazione: National Museum of Art, Norway

Danza della vita di Edvard Munch costituisce una tra le tante rappresentazioni di uno dei conflitti interni
dell’artista. L’opera è ambientata durante la notte di San Giovanni, considerata tradizionalmente in
Norvegia come la notte delle streghe e festeggiata con feste e balli nei prati. Lo scenario adottato
dall’artista è tipico di tutti i dipinti che costituivano il Fregio della vita: la scena è ambientata in un enorme
prato verde che scende verso il mare, nel quale si riflette la luna. Il tema affrontato nel dipinto si intreccia
con le vicende biografiche di Munch: i personaggi che occupano il centro della tela personificano Tulla
Larsen e Gunar Heiberg, il pittore di mediocre talento che la donna sposò dopo essere stata lasciata da
Munch. La figura di Tulla appare moltiplicata tre volte: la fanciulla in abito bianco, che occupa la parte

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sinistra della tela, rappresenta la fiducia verso la vita, la purezza e l’illusione amorosa; la figura femminile
centrale, che indossa un abito rosso, personifica, invece, la tentazione, la quale, ammaliando il suo
compagno di danza, lo trascina nel vortice della passione amorosa; la donna in nero, sulla destra del
quadro, è l’esclusa, simbolo anche del lutto e della morte, che osserva, con uno sguardo muto e tragico, la
felicità delle altre coppie danzanti, consapevole del suo carattere illusorio ed effimero. Le due figure
femminili che si trovano ai poli del dipinto incarnano, infatti, la Speranza ed il Dolore, che sono inizio e fine,
secondo l’artista, di ogni relazione e sorvegliano l’andamento della danza. La figura maschile in primo
piano, nella quale si cela l’alter ego dell’artista, appare come imprigionata nella veste rossa dell’abito della
compagna, anche se i due protagonisti sembrano tenersi a distanza più che fondersi nella danza, aspetto
che viene ribadito anche dalla netta linea di contorno che isola ogni figura dalle altre. Il clima festoso, che
solitamente accompagna una notte estiva, viene interpretato da Munch come una danza sconcertante: gli
sguardi delle coppie, impegnate in un ballo vorticoso che si sviluppa su tutta la superficie del quadro, sono
fissi, come allucinati. Proprio questa mancanza di espressione dei volti, che costituisce un tratto
caratteristico dello stile dell’artista, contribuisce a rendere l’atmosfera disorientante, come appunta il
pittore stesso in uno dei suoi diari. Lo sfondo del dipinto è, infatti, occupato da una serie di coppie danzanti
che si abbandonano al piacere di una notte estiva, ammaliate dal magnetismo erotico della colonna lunare,
simbolo del sesso, che distingue nettamente il confine dell’orizzonte. Sul lato destro del quadro risalta,
inoltre, la faccia di uomo rivolto verso l’osservatore, che appare come irrigidito nell’estasi. Per Munch,
l’amore non vince sulla malattia, sulla follia o sulla morte, rappresenta, invece, la forza più distruttiva di
tutte ed è incarnato dalla donna. La danza della vita mette in scena la parabola della vita e della morte, che
accompagna la vita di ognuno.
non c'è contatto visivo, rimangono spiritualmente lontani l'uno dall'altro. Messi di profilo, a differenza di quasi tutte le altre figure, formano
l'immagine senza tempo di una coppia per la quale la vita creativa, la sua artistica, la sua biologica, è finita. Tulla a sinistra guarda ingenuamente alla
beatitudine connubiale, perché al suo sguardo manca la visione angosciante, ma a destra la guarda direttamente, cogliendo le conseguenze fatali
dell'amore.

Edvard Munch morì nel 1944 e migliaia di suoi dipinti furono donati al governo norvegese ed esposti in musei ed edifici pubblici. Il Paese costruì il
Museo d'arte di Munch per commemorare il suo lavoro. Edvard Munch è nato in Norvegia nel 1863. Conosciuto come pittore espressionista, il
norvegese ha ritratto nelle sue opere d'arte molta angoscia mentale. Il suo stesso padre soffriva di una malattia mentale e questo ha influenzato il
modo in cui è stato cresciuto e i "messaggi" più profondi che i suoi dipinti ritraevano. I suoi quadri erano per lo più cupi e solitari e Munch era
spesso paragonato a Vincent Van Gogh.

Angoscia
Titolo: Edera rossa

Data: 1898–1900

Tecnica: olio su tela

Dimensioni: 119.5 × 121 cm

Ubicazione: Munch Museum, Oslo

Inizialmente appare una scena idealizzata e romantica, con una casa centrale piacevolmente grande e di
disarmante brillantezza, ulteriormente ravvivata dall'essere rivestita nell'omonima pianta rossa rampicante.
In mezzo all'erba si trova un sentiero battuto circondato da una bianca staccionata. Eppure, l’avversione e
la ripugnanza di Edvard Munch diventa pian piano evidente nei vari elementi del dipinto e colpisce l'occhio
e la mente dell’osservatore trasmettendogli un senso di malcontento. La figura in primo piano, presentata
dall'alto del collo con occhi enormi e fissi, ha uno sguardo allucinato e confuso, mentre esce dalla scena. Il
suo viso verde contrasta con il rosso vibrante e bianco del dipinto, così come dall'ambientazione
apparentemente felice dalla quale sembra voler fuggire. È possibile notare molti altri dettagli: l'arbusto
davanti alla casa, le pareti chiare dell’edificio che si scontrano con il rosso vivo dell’edera che sembra
inghiotte l'edificio. La casa sembra non avere una porta. Si possono notare le finestre a forma di bara al

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piano terra e, appoggiate al piano terra della casa, oggetti che ricordano delle lapidi. Anche il rosso
dell'omonimo rampicante della Virginia, che ricopre la casa, non è frondoso ma piatto e solido ed avvolge
anche alcune delle finestre del piano superiore. Il naturale e il violento si incontrano in questo dipinto.
Come molte delle opere di Munch, anche questa trasmette inquietudine, forse per la sgradevole
sovrapposizione tra il vivente e l'inanimato; la figura infestata, congelata eppure in fuga, e il rampicante
stesso che sembra impadronirsi di tutto il volto dell'edificio. Anche l'uso del colore illustra con forza lo
stesso contrasto: la casa è inghiottita dal rosso rubino quasi maligno del rampicante, tanto che è possibile
immaginarla come se si nutrisse silenziosamente dei suoi occupanti, in contrasto con il volto pallido e
disegnato dell'uomo sofferente in primo piano.

Morte
Titolo: Morte nella stanza della malata

Data: 1895

Tecnica: pastello su tela

Dimensioni: 125,5 x 169,5 cm

Ubicazione: Museo Munch, Oslo

L' artista vuole ritrarre non la fanciulla malata ma la reazione degli altri membri della famiglia quando si
trovano faccia a faccia con la morte. In questo quadro la vera protagonista non è pero Sophie, raffigurata
dal pittore seduta su una sedia con lo schienale alto, ma la sensazione di dolore che provano i parenti
davanti alla morte di un familiare. Le persone non comunicano fra loro, ma seguono il filo dei loro pensieri,
come se stessero cercando di evadere dal mondo esterno che li circonda. Del padre, che era un dottore, è
visibile la faccia, e le sue mani sono congiunte in una preghiera. In primo piano vediamo le altre due sorelle
del pittore, Laura e Ingres: la prima è seduta con le mani in grembo, mentre la seconda è in piedi e osserva
lo spettatore. Nel dipinto è presente anche Munch, che si ritrae intento a scrutare la sorellina, mentre, la
figura sulla sinistra che si sta allontanando dalla sala, è il fratello Peter Andreas. Il dipinto raffigura un
ricordo, quindi tutti i dettagli non necessari sono omessi e non sono stati riportati, per questo l’ambiente
dove si muovono i personaggi è completamente spoglio. I protagonisti non hanno l’età che avevano al
momento dell’evento, ma quella dell’anno in cui venne concepito il quadro. Lo stesso Munch, che all’epoca
della scomparsa della sorella aveva 14 anni, si raffigura infatti come uomo adulto. La disposizione delle
figure diviene un simbolo di dolore intorpidito.

Munch dipinse molti dei suoi quadri dalla spiaggia di Aasgaardstrand in un fiordo di Oslo, dove aveva trascorso gran parte delle sue estati dalla metà alla fine degli anni Ottanta del XIX secolo.

Munch era tornato in Norvegia a seguito di un esaurimento nervoso dovuto all'estrema ansia e al ricovero in ospedale. Tornato in Norvegia, si innamorò del mare e in particolare delle spiagge rocciose che separavano le aree forestali dal mare. È questo scenario che Munch ha utilizzato in molte delle sue opere, tra cui Notte stellata. Uno degli elementi più dominanti di Munch è la forma dei tigli che si fondono a formare un unico contorno. Gli alberi che sono inclusi nei dipinti si possono vedere ancora oggi negli stessi luoghi, con il loro spettrale e intrigante riflesso di luce. L'immaginario di Munch è molto letterale in molte delle sue opere, proprio come in questa.

La Notte stellata di Munch è molto spesso paragonata al dipinto di Vincent Van Gogh che ha lo stesso nome. La Notte stellata di Van Gogh è una concezione significativamente diversa. C'è una differenza di tre anni tra le due opere. Cielo, terra e acqua appaiono nella Notte stellata di Munch, che interagiscono tutti perfettamente tra loro, dove uno si muove senza soluzione di continuità nell'altro. La rappresentazione della natura di Munch suggerisce i temi dell'amore e della vita che esistono e che sono dimostrati in tutte le opere di Munch.

Munch era un essere umano tormentato, che usava la sua arte per trovare la pace interiore. Dipingeva di problemi e prove della vita, ma in contrasto con la bellezza del mondo. Munch era un artista molto influente all'epoca, e certamente ha fatto la sua parte nel plasmare l'arte all'inizio del 1900. Munch era un individuo di talento che aveva problemi di salute. Era un famoso pittore e stampatore norvegese vissuto tra il 1864 e il 1944. È particolarmente noto per l'emozione e la psicologia che metteva nei suoi dipinti, oltre che per il suo simbolismo. Si dice che queste componenti abbiano influenzato l'espressionismo tedesco nella prima parte del ventesimo secolo. La pittura della Notte Stellata di Munch non fa eccezione.

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