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L’INDUTTIVISMO

L’induttivismo è la filosofia della natura e nasce con Bacone.

Definizione di Induttivismo: è la concezione secondo cui una teoria scientifica deriva dalle
generalizzazioni di osservazioni. Esempio: io faccio un gran numero di osservazioni e raccolgo un
gran numero di dati, da queste derivo delle mie considerazioni; queste considerazioni vengono a
loro volta giustificate attraverso un altrettanto numero di osservazioni.

Siamo in Inghilterra, Bacone è inglese e vive tra il 1561-1626 (secolo di Newton e Galileo). È un
uomo ricco di grande prestigio, è una persona autorevole. Entra in disgrazia perché venne accusato
di corruzione e per difendersi lui ammette la sua colpa ma disse anche che l’avere accettato quella
somma di denaro non influenzò minimamente il suo giudizio. L’opera più importante di Bacone è
“nuovo organo”, chiamata così perché richiama le opere fondamentali di Aristotele; quindi, bacone
intitolando così la sua opera è come se volesse superare quello che era il pensiero aristotelico,
il carattere deduttivo. In questa opera dice che l’avanzamento scientifico per lui è la cosa più
importante tra le opere dell’uomo perché i risultati della scienza possono essere patrimonio di tutti e
possono migliorare la vita di tutti. Lui sottolinea che le differenze tra le varie civiltà non sono
determinate dal clima o dalla costituzione fisica ma dalle “arti”, lui per arti intende le tecnologie;

Bacone riteneva che si dovesse finanziare tutti i progetti che possono portare ad un miglioramento
delle arti. La scienza ha bisogno di tempo.
Bacone distingue gli esperimenti apportatori di frutto e quelli apportatori di luce ovvero quelli
che chiariscono le cause e i motivi per il quale quel fenomeno avviene (intervento di tipo
tecnologico). Boyle segue la scia di Bacone, infatti, viene considerato il primo chimico non
alchimista, perché gli alchimisti cercano il risultato immediato; invece, bisognava fare chiarezza sui
principi primi.

Lui fu il primo a distinguere tra metodo deduttivo e metodo induttivo. Lui considera quello
induttivo il migliore.
Lui chiama il metodo deduttivo “anticipazione della natura”, lo considera un modo prematuro e
temerario cioè è come se cercassimo di imporre alla natura una nostra idea. Mentre il metodo che
lui propone è “l’interpretazione della natura”, cioè che muove alle osservazioni e ai risultati
sperimentali.
Da dove derivano le leggi di Keplero?
Tycho Brahe è danese; lui aveva raccolto una serie di dati effettuati ad occhio nudo sul movimento
dei pianeti. Venne chiamato Keplero in aiuto che si ritrovò con questa serie di dati; egli cercò di
trovare una correlazione tra questi dati. Le leggi di keplero sono state ricavate da un metodo
induttivo.

Inferenza deduttiva: stabilito che tutti i corvi sono neri, se io dovessi vedere un corvo ne consegue
che quello è nero. Questo si ricava logicamente se l’affermazione di prima è vera. Inferenza è il
termine che noi attribuiamo al metodo induttivo.
Hume dice che questo ricavare una conclusione da quella serie di dati non è un approccio valido
perché non è detto che quelle premesse siano delle verità indubitabili.

Hume dice tutti i cigli osservati fin ora sono bianchi. L’approccio è diverso da quello precedente.
Hume dice che tutte le predizioni sono vere ma fino a prova contraria.

Il metodo induttivo parte dall’osservazione e dagli esperimenti, questo porta ad una sorta di
generalizzazione. Da questa generalizzazione posso fare una predizione. Se la predizione è
confermata avrò una teoria più probabile, se la predizione non è confermata la teoria è falsa.

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