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ESAME DI STATO 2020/2021
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La coscienza globalizzata:Zygumunt Bauman

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La coscienza globalizzata: Zygumunt Bauman
“L’ incertezza è l’ habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il
motore delle attività umane. Sfuggire all’ incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il
tacito presupposto di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità
autentica, adeguata e totale sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un
orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci ad esso.”

In questa locuzione è racchiuso uno dei fondamenti su cui si regge il pensiero del sociologo
Zygumunt Bauman, secondo cui l’ uomo globalizzato vive pertanto in una situazione psicologica di
precarietà e incertezza, in cui vige l’ inadeguatezza di fronte ai continui mutamenti sociali con la
conseguente impossibilità di costruire relazioni stabili sia sul piano affettivo sia in ambito
professionale, per indicare questa nuova condizione dell’ essere umano, Bauman conia l’
espressione ″vita liquida″, la peculiarità della liquidità è l’ inafferrabilità, il mondo infatti sembra
essere più veloce dell’ individuo, e si è passati da uno stato solito, in cui vigevano le certezze
concrete, ad uno stato liquido, in cui cadono le sicurezze precedenti, e ogni cosa muta e assume
forme differenti così come l’ acqua in diversi recipienti.

Il fenomeno della globalizzazione ha prodotto degli effetti decisivi sull’ individuo, ogni sua azione,
seppur di minor portata incide sulla collettività, e questo può portare sia ad una maturazione della
coscienza critica, dunque alla concretizzazione della responsabilità ma anche ad un senso di
smarrimento, in cui il soggetto si sente impotente e soppresso dinanzi alla complessità degli eventi.

Nei suoi ultimi lavori Bauman denomina la postmodernità come una società liquida, basata sull’
incertezza e sulla paura del futuro, i produttori sono divenuti consumatori, ed essa si basa
essenzialmente sul consumismo.

Il consumismo è un prodotto della globalizzazione, un’ arma che sfoggia la sua potenza tramite la
persuasione delle menti ormai deboli, provocando in loro un senso di insoddisfazione, e inducendoli
a credere che l’ unica porzione per l’ approdo alla felicità sia l’ acquisto delle merci.

Si crea dunque inevitabilmente un gap tra gli individui benestanti e quelli meno abbienti, gli ultimi
cercano di eguagliare i primi, e di restare al passo, e si sentono frustrati quando non raggiungono la
standardizzazione con gli schemi comuni. In questa nuova società vi è infatti il fenomeno della
stratificazione sociale, il divario tra ricchi e poveri, che non solo hanno possibilità economiche
differenti ma anche diverse possibilità.

Nella società liquida emerge un forte individualismo, nessuno aiuta il prossimo, anzi, è contro l’
altro per cercare di apparire migliore, così come afferma la tesi di Thomas Hobbes, secondo cui l’
uomo è sempre in contrasto con gli altri, l’ individuo ha come unico punto di riferimento il voler
apparire e il consumismo, quest’ ultimo però non è una fonte di appagamento dei desideri, infatti l’
uomo globalizzato passerà da un consumo all’ altro, Bauman afferma che in questa società l’ unica
certezza è l’ incertezza.
Per Bauman un sentimento fondamentale che è intrinseco nella nostra società è la paura, ciò che lui
stesso definisce paura liquida, molto simile all’ ansia, essa vien da dentro di noi ed emerge nei
comportamenti quotidiani, essa ci accompagna in ogni momento della nostra vita, e si crea una sorta
di sfiducia negli altri individui, così facendo i legami e i rapporti si frantumano.
Nella società liquida vi è anche il fattore migratorio, che il sociologo analizza dettagliatamente, egli
infatti afferma che l’ ondata di flussi migratori è un fenomeno nuovo, a cui nessuno era preparato, e
che ci incute timore dal momento che noi non conosciamo gli stranieri e le loro abitudini.
I cittadini del luogo vedono gli stranieri come coloro che possono mettere a repentaglio la loro vita,
portare nuove abitudini e in qualche modo espropriarci della nostra tradizione, ma la paura potrebbe
anche portarci ad attaccarli, attribuendo a loro tutti i problemi della società, ad esempio potrebbero
essere denominati come portatori di malattie o di disagio sociale.
Secondo Bauman il fenomeno dell’ immigrazione è intrinseco alla società liquida, infatti i flussi
migratori contribuiscono a trasformare il mondo globale, e la soluzione migliore sarebbe
quella di unire e non dividere.
Secondo il sociologo alla base della paura vi è il declino, rispetto alla precedente società
organizzata, alla quale era facilmente collegabile il termine fordismo per indicare le sicurezze
precedenti che sono ormai cadute.
Dunque in questo mondo così frammentario e mutevole, come si ottiene la felicità?
Secondo Bauman la felicità è uno stato mentale e fisico, una sensazione che non può essere
condivisa con altri. Nell'antichità alla felicità era considerata per pochi, in un secondo momento
venne vista come un diritto universale che spettava ad ogni individuo, successivamente divenne un
dovere. Sentirsi infelici dava luce ad un senso di colpa, dunque chi è infelice deve giustificarsi per
la propria condizione. Ma esiste una seconda linea di evoluzione del concetto di felicità: la felicità
come è stato finale, come un obiettivo da raggiungere. Bauman sostiene che non è vero che la
felicità significhi una vita senza problemi, infatti la vita felice deriva dal superamento dei problemi,
dal risolvere le difficoltà.
Bauman cerca innanzitutto di delineare il pensiero di filosofi, o studiosi precedenti per poi
approdare alla sua idea di felicità, partendo da Kant, che afferma che la felicità è un concetto
indeterminato e che nonostante tutti cerchino di ottenerla, nessuno è in grado di esplicitare in cosa
consiste.
Secondo Freud La felicità dura solo un momento In cui riusciamo a superare qualche ostacolo.
Infatti lottare contro le impasses , le minacce e le paure della vita utilizzando le proprie abilità
costituisce la strada per approdare alla felicità.
Spiega inoltre la connessione tra carattere e destino per il raggiungimento della felicità, per quanto
riguarda il destino noi non esercitiamo influenza su di esso, mentre il carattere possiamo cambiarlo,
migliorarlo, questi due fattori continuano ad intrecciarsi, dal momento che è il carattere ad
influenzare le scelte, ma è il destino che controlla il corso degli eventi.
Secondo Bauman Circa un centinaio di anni fa la paura più grande dei membri della società era
quella di non adempire ai proprio impegni politici mentre la paura odierna che ossessiona tutti è la
paura dell’ inadeguatezza.
Nel suo libro “Meglio essere felici” prende in esame anche Alexis de Tocqueville egli nel 1835
scrisse “la democrazia in America” per indagare questa nuova forma politica, quello che scoprii e
che la felicità è una qualità che si ritira sempre da dinnanzi alle persone si sottrae alla loro vista i
esseri umani pensano di non averla afferrata.
Bauman afferma che in realtà la felicità non risiede tanto nel essere arrivati, nel raggiungere i propri
obiettivi, perché questo è praticamente inaccessibile ,infatti nella società odierna l'uomo dopo aver
raggiunto un obiettivo vorrà raggiungerne sempre un altro più difficile rispetto al precedente.
Questo avviene nella società contemporanea in cui la chance di ottenere una felicità piena è resa
difficile dall'economia e dal consumismo, infatti la funzione del mercato consumistico è provocare
insoddisfazione, essa crea desiderio che porta l’ individuo a voler sempre di più e volere sempre
qualcosa di meglio rispetto a ciò che si ha già.
Secondo il sociologo Il terribile dilemma che noi siamo tenuti ad affrontare è il problema della
solitudine infatti secondo un indagine molti individui hanno affermato di sentirsi soli, è una
solitudine che causa la depressione e come afferma Bauman“ la solitudine è il virus Dell'età
moderna”. Mark Zuckerberg ha accolto questo bisogno, ed è stato capace di realizzare migliaia di
dollari tramite l'invenzione di Facebook affinché questa nuova applicazione dà agli individui stessi
un'immagine illusoria, ovvero quella
di non essere soli.
Ma abbiamo bisogno di una compagnia reale, umana , e di disconnetterci dalla dimensione online,
Per essere felici abbiamo bisogno di persone in carne e ossa, infatti citando anche Aristotele“ Sono
gli angeli e le bestie possono vivere al di fuori della polis” significa comunità, infine Bauman
conclude che la felicità comincia a casa.
È innegabile che Nietzsche è stato uno dei primi filosofi ad interpretare il malessere dell’ uomo nel
mondo odierno, la visione di Bauman della società liquida sembra derivare dalla visione nichilista
del mondo, in cui vigevano individualismo e morte di Dio, quindi la caduta di tutti i valori
morali.Qualunque tentativo di interpretare la realtà risulta fallimentare ed insufficiente, era contro la
morale del gregge, dunque quella cristiana ed era felice di esserlo.“Dio è morto! Dio resta morto! E
noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più
sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi
detergerà da noi questo sangue?” eppure afferma Bauman che Dio è ancora vivo, secondo il
sociologo però egli si è allontanato dai nostri pensieri quotidiani, e non appare più come il nostro
punto di riferimento.Con la morte di Dio cadono tutte le certezze precedenti, tuttavia questo non è
ancora avvenuto del tutto, ad annunciarlo preventivamente è il cosiddetto uomo folle, ovvero il
filosofo, solo chi ha preso coscienza della morte di Dio può allontanarsi da tutto ciò che riguarda la
metafisica.

Dopo la morte di Dio vi è l’ avvento de superuomo, corrisponde all’ idea di un uomo del futuro, di
un uomo nuovo.Un altro studioso che analizzò la società contemporanea fu Luigi Pirandello, anch’
egli delineò una società basata sull’ apparire, egli aveva già teorizzato il fenomeno dello
sdoppiamento dell'identità dell'individuo soprattutto nel suo più celebre romanzo“ Uno nessuno e
centomila ”, infatti nella società pensiamo di essere uno Ma in realtà Il nostro comportamento varia
in base alle situazioni e alle persone che abbiamo davanti.

Possiamo mascherarci in qualsiasi modo, non svelando a nessuno la nostra identità, ma quando non
togliamo la maschera per molto tempo, nemmeno noi stessi ricordiamo il nostro volto, non ci
riconosciamo più nemmeno in quella falsa identità che abbiamo creato e custodito, ed è così che
finiamo per essere " nessuno".Quest' analisi di Pirandello è facilmente riconducibile al mondo
odierno, soprattutto grazie alla creazione dei social media, tutti noi infatti possiamo mascherarci
dietro ad un falso profilo, assumere una falsa identità, e decidere cosa devono vedere e sapere gli
altri di noi.

L' uomo è caratterizzato da due tipi di identità, quella individuale che comprende una serie di azioni
e sentimenti che l' individuo sente propri, e quella sociale che si crea in base alla reputazione, allo
status che l' individuo assume nella società.

Nella società in cui viviamo ogni individuo indossa una maschera in base al modo in cui vuole
apparire o in base alle aspettative che gli altri hanno su di lui.

Questo ci riporta al concetto di Bauman di identità fluide, secondo cui i liquidi non possono
mantenere la stessa forma per tutto il tempo, prima o poi dovranno mutarla, nella nostra società ci
mancano dunque delle vere fondamenta.

Ma l’ identità non è scolpita nella roccia, afferma Bauman, ma è formata da vari fattori, ma al
giorno d’ oggi essa rappresenta qualcosa deve esser inventata anziché semplicemente scoperta, l’
introspezione, il conoscere se stessi e il proprio io, è unì attività esaurita, gli individui odierni
camminano per strada con le cuffiette, corrono verso chissà quale meta, e non si accorgono
assolutamente di ciò che avviene intorno a loro.

La comunità è differente dal network, quest’ ultimo infatti si basa sulla connessione e sulla
disconnessione, è possibile aggiungere o rimuovere facilmente gli amici, proprio per questo è un
luogo insicuro , poiché basta poco per essere rimossi o rimuovere.

Nella vita reale invece tutto diventa più difficile, ma sta a noi decidere quale strada prendere,
Bauman continua affermando che quando creiamo un account face book, instragram o di qualsiasi
altro social media, siamo come beni di consumo, siamo dunque esposti al pubblico, e quest’ ultimo
decide se notarci o meno, così come avviene per le celebrità, che non sono note per le azioni
compiute ma perché hanno ottenuto tanta visibilità.

Il sociologo ha condotto una piccola indagine ponendo dei quesiti ai suoi amici di facebook, il più
importante era : come vi fanno sentire i social media?, uno di loro ha risposto affermando di sentirsi
più vicino ai suoi amici lontani e più lontano rispetto alle persone vicine.

Dunque non esiste un’ unica identità per gli individui che mutano in base alle nuove tendenze per
reprimere questo sentimento di mancanza, e distogliere lo sguardo dalla solitudine, l’ uomo odierno
è affetto da depressione, paura dell’ abbandono, e ci segreghiamo nella nostra prigione, dalla quale
non possiamo evadere e vedere la luce senza la presenza degli altri esseri umani, abbiamo bisogno
di relazioni sociali, di persone su cui contare.
Bibliografia:_

E.Clemente, R. Danieli, la prospettiva delle scienze umane, Paravia, 2016

Z.Bauman, meglio essere felici, 2017

Sitografia:

https://sociologicamente.it/il-problema-dellidentita-per-zygmunt-bauman/

https://www.rebder.it/lidentita-secondo-bauman/

https://sociologia.tesionline.it/sociologia/articolo/intervista-a-zygmunt-bauman-la-
globalizzazione-e-i-suoi-effetti---prima-parte/1427

https://www.giornalistaletterario.it/recensioni/zygmunt-bauman-vita-liquida-la-crisi-
dellindividuo-nella-societa-liquido-moderna/

https://www.skuola.net/sociologia/bauman-crisi-sociale-solidarieta.html

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Zygmunt_Bauman

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