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NARRATIVA PALESTINESE CONTEMPORANEA NOTE SU ALCUNI AUTORI

Author(s): ISABELLA CAMERA D'AFFLITTO


Source: Quaderni di Studi Arabi, Vol. 1 (1983), pp. 67-85
Published by: Istituto per l'Oriente C. A. Nallino
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25802549
Accessed: 14-02-2016 23:28 UTC

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ISABELLA CAMERA D'AFFLITTO

NARRATIVA PALESTINESE CONTEMPORANEA


NOTE SU ALCUNI AUTORI

Se si seguono i giudizi dei criticiarabi piu accreditati, di una letteratura


palestinese sipuo parlare, a rigore,soltantodopo il 1948.Non che prima della
fondazione dello statodi Israele e delFinizio della diaspora palestinese siano
e prosatori ma ? come
mancati del tutto poeti in Palestina1, rileva
?
giustamente il criticopalestinese Gabra Ibrahim6abra ?fino al 1948, dal
punto di vista intellettuale,eravamo una specie di appendice deU'Egitto.
Avevamo due o trebuoni poeti e quattro o cinque buoni autori di prosa, che
pero non sarebbero mai riusciti a comparire in una antologia araba
dell'epoca?2. A prescindere da questo giudizio di Gabra sulla dipendenza
culturaledall'Egitto, che potrebbe essere sfumato se si analizzasse anche la
componente palestinese nella produzione letteraria siro-libanese, l'opera di
qualcuno degli autori degli anni che precedettero la nakba3, anche se di non
eccelso valore letterario, merita comunque un approfondimento perche e
attraverso la produzione di questo tipo che si puo documentare l'iterdella
storia palestinese. In queste opere sono descritte infatti le ansie e i conflitti di

1. Sulla produzione di questo periodo si veda ad esempio il librodello studioso irachenoAhmed


AtiyyahAbu Matar, al-Riwdyafl al-adab al-filasfirii,1950-1975, Bagdad, Dar al-Hurriyya,
1980, che inrealtadedica ampio spazio agli autoripalestinesideU'epoca precedenteal 1948. Cfr.
anche' Abd al-Rahman Yag, Hay at al-adab al-fllasfirii al-hadXtmin al-Nahda hand al-Nakba,
Beirut 1968, e NSsir al-DTn al-Asad,Halil Baydas, rd'id al-qissa al 'arabiyya al-hadltaft
Filasfn, al-Qahira'1963.
2. Cfr. Jabra I. Jabra,The Palestinian Exile as Writer, ?JournalofPalestine Studies?, 8(1979),
p. 86:
3. Al concetto diNakba e interamente dedicato il lavoro di Constantin Zurayq, Ma 'and al-Nakba,
citato inDouglas R. Magrath, Rijal fi al-shams by Ghassan Kanafani, ?JournalofArabic
L,iterature?, 10 (1979) p. 101, in cui e significativotra Taltro il riconoscimentodelle
responsabilitaarabe del disastrodel 1949: ?Diamo la colpa a questo o a quello,ma non a noi stessi,
senza vedere la debolezza, le pecche e la corruzione del nostro stesso essere... II disastro che ci ha
travolto oggi e pertanto la pietra di paragone della nostra attuale condizione interna.?

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tutta una generazione, quella della Palestina mandataria, che vedeva la
propria terra minacciata daU'immigrazione sionista4.
In realta gli anni a cavallo tra la seconda guerramondiale e l'inizio della
diaspora palestinese segnano una svolta storica per la letteratura araba nel suo
complesso. Man mano che sul piano politico si accentua l'alienazione del
mondo nei confronti dell'Occidente,
arabo la sua produzione artistica e in
particolare letteraria subisce paradossalmente crescenti influenze occidentali.
Com'e noto, gia negli anni venti, Taha Husayn aveva sostenuto la necessita di
affiancare, all'impostazione tradizionale, nella critica letteraria, quella del
metodo europeo introdotto da C.A. Nallino e da altri orientalisti5; e? sulla
scia delle polemiche seguite alia pubblicazione del suo libro sulla poesia
?
preislamica6 si era accesa inEgitto negli anni trenta lama 'rakat al-tagdxd,
con le posizioni estremistichedi Salama Musa7; ma fu soprattuttonegli anni
cinquanta che si affermarono i nuovi orientamenti nella poesia, nella prosa e
nella critica letteraria. Cio che la generazione precedente aveva affrontato con
cautela e framille contraddizioni, dagli autori del secondo dopoguerra fu
abbracciato con entusiasmo travolgente. Di fronte al trauma rappresentato
dalla mutilazione della Palestina e dalla sua trasformazione in stato sionista,
di frontealia semprepiu sfacciata penetrazione degli interessioccidentali in
un mondo arabo frustrato nelle sue aspirazioni a una reale indipendenza, i
giovani autori arabi non solo vedevano la realta sotto una luce nuova, ma il
tentativo di tradurre questa esigenza di concretezza li spingeva a negare le
forme tradizionali, adottando forme nuove, piu immediate, meno anchilosate
dalla tradizione, utilizzando le innovazioni formali dell'Occidente nella loro
lotta per una liberta di espressione adeguata alle loro ambizioni. Tra le nuove

4. Per quanto riguarda la consapevolezza della minaccia sionista si veda in particolare Ishaq
al-Husayni,. che nella sua opera caratterizzata da un
principale, trasparente simbolismo,
Mudakkirat daggaga (pubblicata nel 1943, con una prefazionedi Tahl Husayn), descrive un
pollaio incui una gallina intelligente
cerca di farcapire a tuttiipolli che un gravepericolo incombe
su di loro.Fra gli ajtri autori pre-Nakba va ricordato soprattuttoquello che e considerato il
pioniere della letteratura palestinese,HaHl Baydas (Nazareth 1875-1948, cfr.nota 1), di cui e
noto il racconto al- Warit, pubblicato a Gerusalemme nel 1920. Degni di nota sono anche Ahmed
Sakir al-Karml (Tulkarem 1894-1937) e 6amil al-Bahn (m. 1930).
5. Jabra I. Jabra, Modern Arabic Literature and the West, ?Journal of Arabic 2
Literature?,
(1971), p. 78.
6. Tana Husayn, FT al-Wral-gahili, 1926. Per le polemiche suscitate da quest'opera, si
al-Qahira,
veda F. Gabrieli, Storia della Letteratura araba, Milano 1962, pp. 28-31.
7. Jabra I. Jabra, Modern Arabic Literature, p. 79. Su Salama Musa in particolare cfr. G. Contu,
Gli aspettipositivi e i limitidel laicismo inSalama Musa (1887-1958), supplementon. 24,
AIUON, 40, 1980, fasc. 3.

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tecniche di espressione letteraria,quali ilmonologo interiore,il ricorso al
simbolismo, ilflusso della coscienza, il?montaggio? di tipo cinematografico,
e forse soprattuttoilflashback lo strumentoche gli autori arabi hanno fatto
proprio con maggior entusiasmo8.
Imedesimi eventi storiciche hanno influitosull'evolversi della letteratura
araba nel suo complesso hanno, d'altra parte, contribuito a enucleare nel suo
ambito una specifica componente palestinese. Mentre prima della seconda
guerra mondiale la consapevolezza che la popolazione della Palestina
costituisse un'entita distinta in seno al mondo arabo era patrimonio di
segmenti limitatidi intellettuali e uomini politici, e lo stesso territorio
mandatario era per lo piu considerato dai nazionalisti arabi come una
?
porzione della Siria, dopo la nakba del 1948 ipalestinesi sia profughi,sia
? una e generate autocoscienza
esuli in patria acquistano salda etnico
culturale. Ed e proprio questa consapevolezza di essere si arabi, ma arabi
diversi dagli arabi di Siria, di Giordania, di Iraq a comparire come tema
ricorrente nella produzione letteraria palestinese.
Di questa produzione si e cominciato a conoscere, in Italia e in Europa,
prima di tutto la forma tradizionale piu diffusa di manifestazione della
sensibilita araba, la piu adatta ad esprimere le sofferenze e le speranze
palestinesi9, vale a dire la poesia10; studi sulla prosa palestinese, e traduzioni
di racconti e romanzi palestinesi, hanno fatto la loro comparsa in Europa
soltanto in un secondo tempo11.
II processo di elaborazione di una letteratura palestinese in prosa e stato

graduale. Per una decina d'anni dopo il 1948 manca quasi del tuttouna

8. Sulla diffusione di queste tecniche di importazione., in particolare nel racconto egiziano, cfr. C.F.
Barresi, ?Introduzione? aNarratori egiziani contemporanei, Roma, Istitutoperl'Oriente, 1977;
sul ?colonialismo culturale? in certa misura implicito in tale diffusione, cfr. E. Baldissera,
?Introduzione? a Zakariyya Tamer, Racconti, Roma, Istituto per TOriente, 1979, p. 8, n. 4. Per
quanto riguarda in special modo la tecnica del flashback in uno scrittore iracheno di grande
importanza anche a livello panarabo, cfr. V. Strika, Dhu 'n-Nun Ayyub un 'classico' arabo
contemporaneo, supplement? n. 22, AIUON, 40 (1980), fasc. 1, soprattutto pp. 27-29.

9. Cfr. Mahmoud Mawid, Histoires et nouvelles de Palestine, Paris, Le Sycomore, 1979, p. 11.

10. Per quanto riguarda lTtalia, cfr.Issa Naouri, Versi difuoco e di sangue, Roma, EAST, 1969;
B. Scarcia,/poefi della resistenzapalestinese, ?Palestina?, 5-8 (1969), pp. 26-37; G. Canova,
La poesia della resistenzapalestinese, ?OrienteModerno?, 51 (1971) pp. 583-630, eDue
poetesse: Fadwa Tuqdn e Salma 'l-Khadra'al-Giayyusi,OM ,53 (1973), pp. 876-894; Issa
Naouri (a cura di) Fadwa Toqan, Poetessa araba della resistenza,Roma, Ufficio della Lega
-
degli Stati Arabi, s.d.; AA.VV., Palestina Poesie, a cura di B. Scarcia, Palermo 1983.

11. Si vedano ad esempio Pantologia curata da Mahmud Mawid, (OM), e la scelta di scrittidi
Kanafam tradottiin ingleseda H. Kilpatrick (Ghassan Kanafani,Men in theSun and Other
-
Palestinian Stories, London, Heinemann Washington, Three Continents Press, 1978).

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produzione chemeriti di essere ricordata12.
Gli scrittidei prosatori palestinesi
diventano interessanti man mano che il movimento di resistenza anti
israeliano prende corpo aU'inizio degli anni sessanta e si rafforzadopo la
guerradel giugno 1967 che, in seguitoalia drammatica sconfittadegli eserciti
regolari, fa ricadere unicamente sulla guerriglia palestinese l'onore e l'onere
della tuteladel prestigio arabo. E' comprensibile come la feconda produzione
letterariapalestinese di questo periodo sia soprattutto ?letteratura della
?
resistenza?, che indipendentemente dal suo valore artistico, spesso ma non
?
sempre ai massimi livelli acquista, grazie alia profonditadelle esperienze
che la ispirano,l'importanzadel documento storico,politico e sociale, specchio
di un'epoca cruciale nella vita del mondo arabo. Da questo punto di vista e
?
particolarmente illuminante il racconto breve che piu adatto della
e
composizione poetica all'esposizione logica allapresentazione ordinata dei
? ha offertoa numerosi autori
fatti palestinesi uno strumentodi impiegopiu
facile e immediato che non il romanzo o il lavoro teatrale. Benche nella sua
incarnazione attuale sia genere letterario relativamente recente e importato
dall'estero, il racconto breve ?capace di comunicare istantaneamente la
violenza di una carica emotiva, e diventato lo specchio per eccellenza della
condizione palestinese nella sua quotidianita e nel suo immaginario?13.
II racconto palestinese, che si consolida come fenomeno letterario
autentico aU'inizio degli anni sessanta, poco prima del completamento di
quella fase di presa di coscienza che condusse alia lottaarmata di popolo, si
affermadunque non solo come strumentodi facile impiego,ma anche come
contenitore di simboli e temi specifici. Fin dall'inizio la letteratura palestinese
in prosa si caratterizza per una particolarita connessa con le condizioni
proprie al rapporto luogo-tempo vissuto dal palestinese. Per il palestinese il
luogo e naturalmente la patria perduta, a cui si sostituiscono il campo-profughi,

12. La piii feconda scrittricedi questo periodo e senza dubbio SamTra 'Azzam (1927-1967),
palestinese di Acri trasferitasiin Libano; ha scrittonumerosi racconti (in parte tradottiin
francese) apparsi indiverse rivisteletterarienegli anni cinquanta. Su di lei si vedaM. Barbot,
Satire etpitii sociales chez Samira 'Azzam, ?Orient?, 32-33 (1964-65), pp. 149-170; dello
stesso,Destin deFemmesArabes, ?Orient?, 31 (1964), pp. 109-129, eNouvelles stridentes,ivi,
34 (1965), pp. 51-74.
13. Mawid, op. cit.9 pp. 10-11. Sull'importanza della qissah come fenomeno innovatore della
letteratura araba nel suo complesso, cfr. Umberto Rizzitano, Letteratura araba in Storia delle
Letteratured'Oriente,Milano 1969, II, pp. 186-191. Per TEgitto,cfr.Barresi,Narratori, pp.VII
e segg.; per la Siria, E. Baldissera, Racconti, pp. VII-XII; per llraq, V. Strika, Correnti efigure
della narrativa irachena contemporanea, ?Rendiconti dell'Accademia nazionale dei Lincei,
Classe di scienzemorali, storichee filologiche?,s.VIII, 34 (1979), pp. 355-384. Per un esame
delle fortunedel genere inuno degli angolimeno frequentatidella scena letterariaaraba, si veda,
dello stesso,Note sulla qissah e riw&yahsaudiana, ?OrienteModerno?, 59 (1979), pp. 677-683.

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la terrad'esilio, a volte la prigione. II suo tempo e fattodi sogni e di ricordi,
scanditocon ritmomartellantedalle date di eventi infausti, dalla Dichiarazione
Balfour del 1917 alia spartizione sancita dalle Nazioni Unite nel 1947, alia
nascita di Israele e alle guerrearabo-israeliane del 1956, del 1967 e 1973 fino
alle repressioni compiute airinterno dello stesso mondo arabo: dal regime
giordanico nel 1970-71 e da quello sirianonel 1976 a Tell al-Za'tar, durante
la guerra civile libanese... Fra le presenze simboliche piu frequenti nel
racconto palestinese figurano cosi la piantagione di agrumi e l'oliveto
dell'infanzia e della terraperdute, associate spesso aU'immaginematerna; il
fango, il sangue e lemutilazioni della disfatta,con ilcontraltaredeirefficiente
e feroce nemico sionista14 (abbondano i riferimentia vipere, topi e altri
animali); l'umiliazione dell'esilio, tra la corruzione dei ?fratelli arabi?,
burocratimercenari o esaltati parolai pieni di inane retorica15,e lameschinita
organizzativa dell'assistenza internazionale (la tessera alimentare del
TUNRWA, le povere scuole dei figlidegli esuli); la perdita di identita,con le
famigliesparse nei vari paesi arabi o aU'estero e la dipendenza economica da
fratelli e cugini che ?si sono sistemati?, ma tendono ad andarsene ciascuno
per la sua strada. Letteratura ?impegnata?, dunque, le tendenze in linea con
generali degli autori arabi del secondo dopoguerra16, ma caratterizzata
rispetto al grosso della produzione letteraria araba contemporanea da una
maggiore carica di sincerita che deriva dal coinvolgimento personale degli
autori nelle vicende narrate.
Fin dairinizio i rappresentantidella narrativa palestinese si possono
dividere in due gruppi: quelli che nel 1948, alia fondazione dello stato di
Israele, seguirono le famiglie aU'estero, o scelsero di emigrare, e quelli che
invece restarono sotto il regime israeliano, affrontando tutta una serie di
problemi facilmente immaginabili.

14. E' comprensibile che questo stereotipo abbia attirato l'interesse particolare della critica
israeliana; cfr. ad esempio Shimon Ballas, The (Ugly) Israeli inArab Literature, ?New
Outlook?, 17 (1974), 9, pp. 78-86. Va rilevato"comunque che non tuttigli israeliani sono
presentati come personaggi .cattivi; in uno dei racconti di HabTbl, la guardiana di un carcere
femminile si caccia nei guai per averaiutato una detenuta palestinese: ?...Avrete letto questa
letteracome Pho lettaio,nei giornali.I/hannopubblicatadurante ilprocesso alia poliziottaebrea
che hanno licenziato dal suo impiego e che hanno condannato a un anno con la condizionale,
quando harino scoperto che era lei a far uscire le lettere di Fayruz a sua madre. Gli angeli esistono
anche airinferno!?(EmilHablbl, al-Hubbfiqalbi, inSudasiyatal ayyam al-sitta,Beirut,OLP,
1980, p. 51).
15. ?We had been thevictimsof our beautiful, inane rhetoric.
We lostPalestine, because we had
confronted a ruthless modern force with an outmoded tradition?(Jabra, The Palestinian Exile, p.
82).
16. Jabra, Modern Arabic Literature, p. 88.

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V v
Al primo gruppo appartiene il critico letterarioGabra IbrahimGabra17,
emigratonel 1948 in Iraq, tantoda essere considerato uno dei piu autorevoli
esponenti della letteratura irachena. Tuttavia, come altri rappresentanti della
?
diaspora palestinese, egli non ha rinnegato a dispetto delle critiche
da scrittore ? le
mossegli qualche arabo18 proprie origini: oltre che per
e
l'apprezzata feconda attivitadi critico letterario,e ricordato infatticome
autore di un bellissimo racconto, al-Sqftna (La nave), dedicate appunto al
tema del ritorno in patria19.
Tra inumerosi altriautoripalestinesi della diaspora piu omeno impegnati
politicamente che hanno dato il proprio contributo alia narrativa contempo
ranea (si pensi alia schiera di scrittorie pubblicisti palestinesi residenti in
Kuweit, Libano e Siria)20 spicca la figuradi KanaforiT21,considerato dal gia

17. Nato a Nazaret nel 1919 (1926?), ha studiato al Collegio Arabo di Gerusalemme, poi a
Cambridge e a Harvard. Professore di letteratura inglese a Gerusalemme, dal 1948 ha lasciato la
Palestina e vive in Iraq dove ha insegnato presso l'universita di Bagdad. Scrittore e saggista, e oggi
considerato uno dei maggiori critici della letteratura araba contemporanea.

18. 'Abd al-Rahman Abu 'Anf, nella rivista ?al-Hilal? del gennaio 1977, citata da Abu Matar, al
Riwaya, pp. 244-245, afferma esplicitamente che 6abrahaperso le sue radici, e nei suoi racconti
non affronta il problema palestinese come dovrebbe. A queste accuse, che fra Paltro non sono
condivise da Abu Matar, 6abra replica ammettendo da una parte di non aver trattato molto il
tema palestinese nelle sue opere, ma sostenendo dalPaltra che cio non ha nulla a che vedere con il
suo atteggiamento nei confronti della patria: ?...Vorrebbero che io portassi in tasca unamanciata
della sua sabbia in un sacchetto di carta, come prova delle mie sofferenze, mentre io porto nel mio
sangue una pietra vulcanica? (Ivi, p. 245).
19. Questo lavoro di 6abra e interessante in particolare per il ricorso alia fuga come mezzo per
arrivare airobiettivo mitico del palestinese. Qui si tratta di fuga sul mare (?I1 mare e il ponte della
salvezza?, dice uno dei personaggi di al-Saftna), sotto forma di una crociera nel Mediterraneo,
che presenta un mondo separato da quello reale. La fuga e solo temporanea per tutti i viaggiatori,
tranne per uno che trova fuga definitiva nel suicidio. Nella maggioranza dei testi, invece, la fuga
avviene per via di terra, come inKanafanl. Per un raffronto fra il tema della fuga nei due autori, cfr.
Douglas R. Magrath, A Study ofRijal ft al-Shams byGhassdn Kanafanl, ((JournalofArabic
Literatures 10 (1979), pp. 96-97.
20. Oltre alia gia citata Samira'Azzam vanno ricordatiTawfTqFayyad (Haifa 1939), che ha lasciato
la Palestina soltantonel 1973 trasferendosi a Beirut;Yahya Yahluf (Samakh 1944), risiede a
Beirut dove fa parte della segreteriadell'Unione degli scrittoripalestinesi; Akram Sarim
(Qalqiliyya 1943), vive in Siria dal 1948;Mahmud Sahln (Gerusalemme 1947), vive inSiria;
Mahmud MawTd (Safuriya 1942), vive in Siria dal 1948.
21. Gassan Kanafanl, nato nel 1936 ad Acri, dove comincia gli studi in una scuola cristiana. Fugge
con la famigliainLibano nel 1948; dal 1953 insegnainuna scuola dell'UNRWA (UnitedNations
ReliefWorks Agency) aDamasco, dove pubblica i suoiprimiraccontisulForganodelMovimento
Nazionalista Arabo, ?al-Ra'y?- Dal 1956 al 1969 insegna nel Kuweit. Si trasferisce quindi a
Beirut, dove cura la cronaca letteraria del settimanale dal 1963 al 1967 collabora al
?al-Hurnya?;
quotidiano filo-nasseriano ?al-Muharrir? e poi beirutino
all'altro quotidiano ?al-Anwar?. Dal
1969 direttore del settimanale ?al-Hadaf?, portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione
della Palestina. Assassinate a Beirut P8 luglio 1972, presumibilmente dai servizi segreti israeliani

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citato Gabra uno dei tre autori arabi contemporanei piu significativi22.
La vita di Kanafam puo essere considerata una sintesi delle vicende
palestinesi, poiche le sue tappe fondamentali rispecchiano quelle deirintero
popolo: dalla fuga in esilio, indotta forsepiu dalle esortazioni dei dirigenti
arabi che non da una reale pressione militare sionista, al destarsi abbastanza
tardivo di una consapevolezza politica e di un'autocoscienza etnica, alia
ubriacatura nazionalistica e alia successiva delusione, tra recriminazioni e
dissensi, fino alia morte cruenta che prefigura imassacri di Tell al-Zaktar, di
Sabra e di Satila.
II suo piu noto racconto, che per lunghezza si avvicina alia dimensione del
romanzo, e Rigal ft al-sams, un'opera gia tradotta in varie lingue23 che
propone il tema di tre poveri palestinesi iquali, per sfuggire alia dominazione
israeliana, incontrano una fine orrenda24.

Questo autore e il piu


insigne rappresentante di quei palestinesi che
dairesilio hanno non soltanto con Topera
continuato artistica (oltre che
scrittore, Kanafam era anche pittore), ma anche con un'attiva partecipazione,
a battersi per il proprio paese fino ? nel caso di Kanafam
? a pagare con la
vita il proprio* impegno patriottico.
Nel secondo gruppo, quello dei palestinesi rimasti in patria, spicca ilnome
del cristiano Emil Hablbl, deputato del partito comunista israeliano alia
Knesset25: e forse Fautore che meglio ha saputo conciliare le due attivita.

(cfr.?OrienteModerno?, 52 (1972), pp. 361-362, e 53 (1973), p. 48, indata 21 gennaio).


La sua abbondante produzione (oltre alia narrativa, ha pubblicato saggi sulla letteratura
palestinese e su quella sionista) e raccolta in parte in due volumi: Gassan Kanafani, el-Ataral
kamila, Beirut, Dar el-Kutub, 1972-73. Tra le sue opere maggiori, Rigalftal-ltams, 1963; Ma
tabqa lakum, 1966; Umm Sa'd, 1969; 'A'id Ha Haifa, 1969. Per ulteriori notizie bio
bibliografichesi veda (oltre aMawTd,Histoires) S. Wild, Ghassan Kanafani. The Life of a
Palestinian, Wiesbaden, Harrassowitz, 1975 (rec. in ?Oriente Moderno?, 57,1977, pp. 60-61, e
?Journal of Arabic Literature?, 8, 1977, pp. 171-173). Per la sua produzione teatrale, cfr.
Michel Barbot, ?Orient?, 39 (1966), pp. 86-147.
22. Insieme con al-Tayyib Salih diMawsim al-hi$ra ila al-Xamal eNeglb Mahfuz per Tartarafawq
al-NTl; cfr. Jabra, Modern Arabic Literature, p. 89.
23. Des hommesdans le soleil, traduzionediM. Seurat,Paris; Sindbad, 1977;Men in theSun and
Other Palestinian Stories, traduzione di H. Kilpatrick, London, Heinemann- Washington, Three"
ContinentsPress, 1978; e in corso di pubblicazione la traduzione italianadi Isabella Camera
d'Afflitto.
24. Una visione piu ottimistica si incontra nella produzione piii recente di Kanafani, ad esempio in
Umm Sa'd, in cui spicca il coraggio della protagonista,orgogliosa della scelta fattadal flglio,
quandcquesti decide di andare a combatterecon iguerriglieriper liberareilpropriopaese. Alia
popolarita di Kanafani, molto apprezzato dal pubblico oltre che dalla critica, ha contribuito anche
la trasposizione cinematografica di una parte della sua produzione.

25. Emll Habibl, nato a Haifa nel 1922, di famiglia greco-ortodossa, aderisce al partito comunista

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letteraria e politica. Polemico talvolta fino ad un'amara durezza nei confronti
dei connazionali che hanno preferito l'emigrazione e un esilio spesso dorato
nei ricchipaesi arabi del Golfo alia vita piena di umiliazioni che e toccata a
chi, straniero inpatria, e rimasto sotto il regime israeliano,Habibi presenta
nella sua opera principale articolata in sei racconti brevi26 dal contenuto
simbolico e non di rado oscuro, il temadelPemigrazione e del sospirato ritorno
in patria. Le domande che scaturiscono dalle sue pagine sono, in sostanza,
due: se i palestinesi non fossero emigrati in gran numero, ma fossero rimasti
tuttiinpatria anche a costo di sacrificipiu gravi di quelli subiti, la situazione
sarebbe precipitata cosi tragicamente?Se, in seguito alia guerradel 1967, gli
israeliani non avessero preso Ghazza, il Golan e la Cisgiordania, come
avrebbero potuto i palestinesi rimasti in Israele incontrare i loro parenti di
quelli che sono ora i ?territorioccupati?? Domande, che dal punto di vista
politico potrebbero sembrare ingenue, ma che racchiudono tutto l'amore e
l'ansia dei palestinesi per il loro paese; forsepoco adatte a suscitare grandi
entusiasmi presso i lettorie i criticipalestinesi della diaspora, ma che sono
invece riflesso fedele di una difficilee contraddittoria situazione politica e
sociale.
Puo sembrare paradossale che, per un palestinese, la nuova ?catastrofe?
del 1967 (naksa) abbia un lato ?positivo?; eppure e proprioquesto aspetto ad
esseremesso in risalto soprattuttoda Habibi. E' la sconfittaaraba del 1967 a
consentire, ad esempio, al protagonista di uno dei suoi racconti, un ragazzino
deriso dai coetanei perche ?senza origini?,di scoprireche ?anche luiaveva zii
e cugini?: si tratta dei parenti che, per la prima volta, sono venuti dalla
Cisgiordania su una vistosa automobile a visitare la sua famiglia. La
consapevolezza e la soddisfazione di avere, come gli altri ragazzi, parenti in

all'inizio degli anni quaranta, ma nel 1943 e tra i fautori della scissione operata dai nazionalisti
arabi e partecipa alia fondazionedella Lega di liberazionenazionale. Nel 1947 si schieracon la
minoranza del Comitato centrale di quest'ultima, aderendo alia tesi sovietica della spartizione
della Palestina.Dopo qualchemese di esilio inLibano, nel 1948 sibatteper la riunificazionecon il
partitocomunista israeliano
Ma^I, di cui entraneirUfficiopolitico. In seguitoalia crisidel 1964
65, che vede il MaqT trasformarsi inpartito unicamente ebraico, emerge tra i fondatori delRaqah
o Nuova lista comunista, caratterizzato da una netta maggioranza di aderenti arabi. Membro della
e giornalista, ? ?
Knesset oltre che fine letterato, e noto per quanto riguarda la narrativa per il
'
romanzoal-Waqd V al-garfbajt ihttfft sa TdAbi al-Nahs al-MutaM 'il (1972) e per la raccolta
di raccontiSudQsiyyat al-ayydm al-sitta (1968); ha scrittoanche altriraccontie lavori teatrali.
Cfr., oltre a Mawid, Histoires, Alain Greilsammer, Les communistes israeliens, Paris, Presses
de la Fondation Natibnale des Sciences Politiques, 1978, pp. 146-147, 251-253, 362-365;
?OrienteModern6?, 49 (1969), p. 691.
26. Sudasiyyat al-ayyam al-sitta, Beirut, DTir al-'awda, 1968, ripubblicata nel 1980 a cura
dell'OLP; e questa, posteriore, Tedizione utilizzata nel presente lavoro.

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Cisgiordania non lo salva dalla paura di perdere tuttocio che proprio grazie
al 1967 ha scopertodi possedere. Rimane cosi senza risposta la domanda che
egli non osa fare alia sorella, soprannominata ?la filosofa?, quella che ?era
arrivata alia decima classe?:

?Come il resto dei ragazzi del quartiere, era sicuro che gli israeliani si
sarebbero ritirati,e con il sorgeredi ogni alba credeva che il ritirosi sarebbe
avvicinato di un giorno. Restava a bocca aperta quando ascoltava con la
massima attenzione sua sorella, ?la filosofa?, che parlava con sicurezza del
ritiro. Comincio ad amare suo cugino Samih di un amore sviscerato; lo
ascoltava con meraviglia quando gli parlava di suo fratello che faceva il
farmacista inKuweit, ilquale aveva visitato ilCairo e aveva sentitocantare il
cantante egiziano 'Abd al-Halim Hafiz in persona.
La sorella, ?la filosofa?, sperimentava su di lui tuttii suoi concettipolitici,
quando lo aiutava a fare i compiti di scuola, o quando lometteva a lettoa
dormire. Le domandava qualunque cosa gli venisse in mente, e lei gli

rispondeva. Lui era come lei, entusiasta del ritiro e convinto che si sarebbe
verificato senz'altro. Una sola domanda non ebbe il coraggio di farle,per
paura di prendersi uno schiaffo, oppure perche aveva paura di qualcosa
d'altro, che era in lui.
-
Se si ritirano, io tornero ad essere come ero, senza cugino??27.

II tema dell'incontro di parenti separatidal 1948, che si ritrovanodopo la


guerra del 1967, figuraanche inun altro racconto di Habibi, quello di una
donna che tornaal suo villaggio dopo una separazione di circa venti anni.Qui
le sue reali vicende personali, comuni del resto aymigliaia di suoi connazionali,
vengono paragonate dallo scrittore a quelle di Gubayna, protagonista di una
leggendapopolare araba; anche lei, sottrattafinda piccola alia sua famigliae
alia patria, fa ritornoal villaggio dopo molti anni per ritrovarela sua vecchia
madre paralitica:

?Eccola che ritornadopo venti anni, per la stradadel ponte, sopra ilfiume
santo, con un permesso di due settimane per visitare sua madre... Entrammo
nei vicoli del villaggio ed io le chiesi di guidarmiverso la casa di suamadre, se
ancora la ricordava. Lei lo fece.
Io mi addentravo con lamacchina inuna stradina stretta,mentre leimi
guidava, poi mi sentii gelare, quando lei airimprovviso grido:

27. Emll Hablbi, Hlna sa'ida Mas'ud bi-ibn 'ammihi, in SudQsiyyat, p. 12.

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? tua sinistra nel prossimo
Attento al fosso alia vicolo.
II fosso c'era ancora, proprio nel posto in cui Gubayna pensava che
fosse...?28.

Sullo stesso tema HabibI insiste ancora in un altro racconto, in cui una
vecchia venditricedi cianfrusagliee criticatadai suoi compaesani, perche lei,
a differenza di tanti altri, nel 1948 non e voluta espatriare e ha avuto il
coraggio di abbandonare la propria famiglia,emigrata inLibano, pur di non
lasciare il paese:

?Di lei non sapete, per esempio, che ha ritrovatouno dei suoi figli,
detenuto nella prigione di Ramla, imputatodi aver distribuitovolantini nella
vecchia Gerusalemme. E di lei non sapete nemmeno che suo marito e venuto a
trovarla dal Libano, attraverso il ponte, e tutt'e due hanno discusso su cosa si
possa fareper aiutare a faruscire di prigione il loro figliodetenuto. Lui e un
medico entusiastasuo lavoro. E lei parla del suo entusiasmo
del con un
entusiasmo piu ancora
forte del suo, come se volesse dire: questi sono imiei
figli!... Lei parla di suo marito con amore e devozione. E' stato lui ad educare
suo figlio e a farlo diventare un giovane medico entusiasta. Lei parla con
ammirazione di se stessa, quando si e accordata con l'imprenditore fallito,
quello della
'fiera delle ruberie', per prendere la merce che voleva a meta
prezzo; poi lei la rivendeva, e con il ricavato mangiava, visitava suo figlio e gli
procurava un avvocato molto efficiente. Cosi lei poteva visitare suo figlio,
portargli le sigarette, e lavargli le camicie ...?29.

II ritorno dei
parenti lontani che arrivano naturalmente attraverso il
Giordano, grazie alia politica dei ?ponti aperti?, attuata da Israele dopo la
guerra del 1967, non e pero sempre ricompensato dal felice incontro e dal
ritrovamento di persone o cose care; HabibI ci descrive realisticamente
Tingenua sorpresa di quei palestinesi che quando sono potuti ritornare, non
hanno ritrovato nessuno oppure hanno ritrovato pietre abbandonate abitate
da estranei:

?Poi abbasso lo sguardo, e domando di nuovo vergognosa:


? non
Tu incontri fantasmi vaganti?
?
Fantasmi vaganti?

28. Emll Habibi, al-Harza al-zurqa" wa 'awda in Sudasiyyat, p. 32.


dubayna,
29. Emll Habibi, Umm Rubdbikd, inSuddsiyydt, p. 26.

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? Uomini e donne, di Ghazza e della Cisgiordania e di 'Amman, e
addirittura del Kuweit, che sono venuti attraverso il ponte, e percorrono i
nostri vicoli in silenzio. In silenzio si dirigono verso i balconi e le finestre.
Alcuni di loro bussano alle porte e chiedono educatamente di entrareper
gettare uno sguardo e bere un sorso d'acqua. Poi vanno via in silenzio. Questa
era la loro casa.
Gli abitanti della casa ricevono alcuni di loro con un sorriso di
compassione; altriabitanti ricevono altridi lorocon un sorrisodi pena. Alcuni
di loro li fanno entrare incasa, e altrinon gli aprono nemmeno la porta.Altri
ancora non bussano alia porta, ma volgono lo sguardo in cerca di un passante
di carnagione scura, lo fermano e gli domandano: "Cera qua una casa di
pietre scure?". II passante a volte si ferma e cerca di ricordare, e si ricorda,
oppure gli dice: "Zio, sono nato 'dopo'!"?30.

Questo tema dell'incontro e presentato da KanafSnl anche dal punto di


vista degli israeliani, che a poco a poco si abituano alle visite di questi
?fantasmivaganti? che si aggiranoper la cittadiHaifa. Ecco inchemodo, ad
esempio, lo scrittoreci descrive ildialogo trauna vecchia israeliana, che abita
inuna casa 'abbandonata dai palestinesi' e i suoi legittimiproprietarivenuti a
vederla:

?? Da molto tempo vi aspettavo.


II suo inglese era stentato, e aveva un accento piu simile al tedesco.
Sembrava, quando parlava, che sollevasse le parole da un pozzo molto
profondo.
Said si chino in avanti e le chiese:
? noi?
Sa chi siamo
Lei scosse
la testa ripetutamente in segno affermativo, come se avesse
voluto sottolineare la risposta. Riflette un poco per scegliere le parole, poi
disse con calma:
?
Voi due siete i proprietari di questa casa, lo so.
? lo sa?
Come
La domanda venne da Said e da Safiya contemporaneamente. La vecchia
fece un sorriso ancora piu largo, e poi rispose:
? Da
tutto,dalle fotografie,dal modo in cui vi siete fermatidavanti alia
porta.Per dire ilvero, da quando e finita la guerramolti sono venutiqui, hanno
cominciato a guardare le case, e sono entrati. Ogni giorno dicevo che senza
dubbio sareste venuti anche voi?31.

30. Ibid., p. 27.


31. 6assan Kanafani, 'A'id ila Haifa, Beirut, Dur al-'Awdah, 1969, pp. 34-35.

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Al profugo che rientra capita anche di scoprire che chi occupa la sua
vecchia casa, non e un israeliano ebreo, come si aspettava, ma un arabo come
lui, che ha fatto un'altra scelta
? o se l'e vista imporre ? lasciandosi
progressivamente integrare nello stato ebraico.
La politica israeliana, fondata sulla divisione delle minoranze (drusi,
circassi, cristiani, ecc.) e riuscita com'e noto a minare psicologicamente il
senso di identitanazionale degli arabi palestinesi, scalfitonon tantodall'ostilita
di cui la loro comunita e fattaoggetto, e che dovrebbe piuttosto consolidarla,
quanto da una generalizzata incomprensione o addirittura inconsapevolezza
di cui da prova la popolazione ebraica32.
Ecco come viene descritto da Kanafani l'incontro tra un profugo e un

?integrato?:

?Sali le scale a due gradiniper volta e busso alia porta della casa... Infine
la porta si apri e l'uomo alto e olivastro, che indossava una camicia bianca
sbottonata, tese lamano allo sconosciuto che aveva bussato. Ma Faris finse di
non vedere la mano tesa e disse con la calma
repressa: di una collera
? venuto per dare un'occhiata a casa mia. Questo
Sono posto, nel quale
tu abiti, e casa mia. La tua presenza qui e uno scherzo triste che finira un
giorno con la forza delle armi. Se vuoi, puoi spararmi subito, ma questa e casa
mia, e aspetto di tornarci gia da quasi vent'anni ... e ...
quindi
L'uomo in piedi sulla soglia della porta, che aveva ancora la mano tesa,
comincio a ridere con forza mentre si awicinava a Faris al-Labda, fino a
quando non gli fu proprio davanti. Allargo le braccia verso di lui e lo
abbraccio...
?
Non c'e bisogno che tu te la prenda con me. Anch'io sono arabo di
Giaffa, come te. Ti conosco, sei il figlio di Labda ...?33.

Ma l'eventuale sospetto che potrebbe nascere nel lettore, che il fuoco


palestinese sia spento, e immediatamentesmentitoperche la guerradel 1967
non e soltanto occasione per l'incontrodi parenti separati: funge anche da
stimolo per nuove prese di coscienza. Alcune ragazze dei territori occupati,
arrestate per attivita anti-israeliana, conoscono in carcere una coetanea
palestinese di Haifa, nata e cresciuta in Israele:

of Palestine 1 -2
32j Cfr. F. El-Manssoury, Palestinians qnd Israelis,?Journal Studies?, 5,(1975-76),
pp. 114-126. Si veda anche: P.G. Donini, La minoranza araba in Israelefra emarginazione e

integrazione, ?Politica Internazionale?, 3 (1979), pp .71-82.

33. 6assan KanafenT, 'A'id ilaHaifa, pp. 59-60.

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?Voglio raccontarti di lei, mamma. Non e una delle nostre parti, cioe
un9araba di Israele. E' detenuta dalla guerra di giugno, anche lei senza
processo, con l'accusa di aver complottato con i nemici. In questa settimana
l'hanno trasferita nella nostra stanza... Le abbiamo dato il benvenuto, e lei e
diventata una di noi, come se ci conoscessimo da piccole. E' della famigliadi
al-Sari, di Haifa. Abitavano nella Vallata della Croce, dove abitava la tua
famiglia,mamma. Lei dice che suamadre senza dubbio si ricorderadi voi...
Lei canta insieme con noi. Ma mentre a me piace 'Abd al-Wahhab, lei
preferisce Fayruz, e in particolare 'Ritorneremo, ritorneremo'.
Ci sediamo intornoa lei e cimeravigliamo dei suoi pensieri.Quando leho
chiesto: "Che cosa ti emoziona nella canzone 'Ritorneremo, ritorneremo'? Tu
non sei emigrata e non sei ritornata, ma sei rimasta nella tua patria", ci ha
risposto: "La mia patria? Io mi sento come un profugo inun paese straniero.
Voi sognate il ritorno e vivete questo sogno, ma io, dove ritorno?"?34.

Alia presa di coscienza, scaturitadal 1967,Habibi fa intrecciareanche la


nascita di un amore, come nel brano seguente che descrive l'incontrodi due
giovani nel corso di una manifestazione contro l'occupazione militare
israeliana dei territoriarabi conquistati nella guerra dei sei giorni:

?Lei era venuta in visita con sua madre, mentre voi facevate una
manifestazione, ilprimomaggio, e gridavate slogan per chiedere il ritiro.Si
entusiasmarono tutte e due. Lei prese parte con sua madre al corteo delle
donne, e gridava con loro. La madre del ragazzo era nel corteo. Fu cosi fiera di
loro che le invito a casa sua. Offri loro da mangiare, e cosi il ragazzo la
incontro. La affascino con il racconto di una manifestazione che avvenne nel
vostro paese nel 1958, e disse che la polizia 1'aveva ostacolata. Le racconto
dei sassi che avevano gettato,degli arresti,dei deportati e dei canti popolari.
Lei lo invitoa venirci a fareuna visita ilcinque giugno.Gli dimostro che anche
lei sapeva tirarelepietre,e cosi l'hanno cacciata via. Lui ledimostro che i suoi
racconti del 1958 erano sinceri, cosi lo hanno arrestato.
?
Cosa fa la ragazza adesso?
?
Lo sta aspettando davanti alia porta della prigione?35.

La presa di coscienza pud anche avere aspetti ambigui e contraddittori.E'


il caso di un professore di scuola superiore che per quasi vent'anni ha evitato
di incontrarela ?voce narrante? di un altro racconto di Habibi, presumibil

34. Emll Habibi, al-Hubbjt qalbT, inSudasiyyat, pp. 48-49.


35. Emll HabibI, al-'Awdah, in Sudasiyyat, p. 35.

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mente per non avere grane con le autorita israeliane. Questo personaggio, a

quanto pare un ?integrato?, e talmente scosso da un viaggio in Cisgiordania


reso possibile come al solito dalla guerra del 1967, da sentirsi spinto a
riannodare, in maniera ambigua e contorta, l'amicizia interrotta, con il
pretesto della rievocazione di un grande amore di gioventii:

?? Dalla guerra di giugno io me ne vado in giro con una grande ansia,


cercando ivecchi amici. E ogni volta che incontrouno di loro,divampa inme
1'ansia di incontraregli altri.Da quando mi sono ricordato della storia del
nostro amico, lo cerco e mi informosu di lui,ma nessuno dei miei amici
ricorda la sua storia, e quest'ansia mi ha gettato in questo dilemma. Non
appena incontrouno deimiei vecchi amici, lo tormentoper sapere inchemodo
egli abbia conosciuto suamoglie. Dei miei amici della gioventiinon e rimasto
nessuno al quale non abbia chiesto del nostro amico, ad eccezione di te.Per
questo sono venuto da te... La mia
immaginazione si e risvegliata, ma non
voglio che si addormenti
un'altra volta...
Questo mio vecchio amico e un uomo elegante nel vestire e nel parlare. E'
un gran chiacchierone ... Lo lasciai fare, come voleva lui... Soprattutto ero

meravigliato della sua visita inattesa e volevo capire il suo scopo. A un certo
punto ho creduto di cominciare a capire emi sono detto: delle due l'una: o gli
morde la coscienza che la guerraha svegliato e che lo ha spintoadesso, dopo
vent'anni, a giustificare con questa storia... la sua separazione da me, oppure
qualcuno l'ha mandato da me per una qualsiasi altra cosa... Ma io ora, dopo
che il professor M. e venuto a trovarmi, e mi ha parlato di tutto cio che mi ha
detto, ho capito tutto. Sono sicuro che il professor M. sia sincero quando dice
di aver dimenticato, e che sia sincero nella sua ansia di ricordare ... Ha
dimenticato veramente di essere lui stesso il protagonista della bella storia
...
d'amore Devo fargli ricordare e dargli pace come mi ha chiesto? E perche
dovrei?E poi, glidarei veramentepace? Riuscira a ristabilirei suoi legami con
il passato? Si liberera del suo presente??36.

Oltre all'incontro e alia presa di coscienza, il tema che ricorree la scelta


fra rimanereo partire.Hablbi prende esplicitamente le difese della vecchia
straccivendolaUmm Rubablka (da ?robavecchia?), che e rimasta in Israele,
subendo le critichedi tutticoloro che non hanno compreso la sua decisione:

?...Lei si e ostinata a rimanere con la madre paralitica quando ilmarito se

36. Emll Habibi, Wa Ahiran nawwara al-luz, in Sudasiyyat, pp. 20-22.

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n'e andato, portando con se i figli nel primo esodo. Quando mori sua madre,
cinque anni dopo, abbiamo saputo che a quell'epoca suo marito non voile che
lei andasse da lui.Voi non le avete creduto,quando diceva che anche leinon
voleva lasciare la sua casa. Vi siete scambiati delle occhiate, e avete
mormorato in questa
che faccenda ci doveva essere una storia d'amore,
perche era insensato che lei volesse rimanere nella vallata per un altro motivo.
Allora, potete rispondere? Perche era ragionevole solo per voi rimanere
qua??37.

Rimanere non basta, e chiaro; c'e chi e rimasto semplicemente ?accovac


ciato? a guardare e a sognare il campicello perduto, visibile al di la del filo
spinato ma ormai irraggiungibile,come ad esempio Abu Qays, uno dei
protagonistidiRigalft al-sams, al quale lamoglie tacitamente,e un amico in
maniera del tutto esplicita, rimproverano di non aver fatto niente per uscire
dalla situazione incui gli eventidel 1948 hanno fattoprecipitare ipalestinesi:

?Negli ultimidieci anni non hai fattoaltro che aspettare... Ti ci sono voluti
dieci lunghianni di fame per farticapire che hai perduto i tuoi alberi, la tua
casa, la tua gioventiie tuttoil tuo villaggio ... In questi lunghianni la gente e
andata avanti per la sua strada, mentre tu te ne stavi accovacciato come un
cane in una casa miserabile ... Che cosa ti aspettavi? Che arrivasse la
ricchezza attraverso il tetto della tua casa?... La tua casa?... Ma se non e casa
"
tua... Un uomo generoso ti disse Abita qui". Questo e tutto. E dopo un anno
ti ha detto: "Dammi meta della tua stanza", cosi hai appeso dei sacchi
rattoppatifrate e i tuoinuovi vicini e sei rimastoaccovacciato fino a quando
non e arrivato Sa'ad e ha cominciato a scuoterti ...?38.

Quello del rimprovero e un fatto abbastanza comune in ambito palestinese,


perche forse proprio per la drammaticita della situazione in cui si trovano,
molti addossano su di loroo sui loro connazionali delle colpe di cui non sono
naturalmente i diretti responsabili, ma piuttosto le vittime.
In una visione quanto piu completa possibile di una societa arabo
palestinese in Israele, non puo mancare anche il caso di chi accetta

passivamente il regime israeliano nei territorioccupati, abituandosi alia


presenza militare israeliana come le generazioni passate si erano abituate ad
altre dominazioni straniere.

37. Emll HabibI, Umm Rubabika, pp. 24-25.

38. (iassan in al-Atar al-kamila, Beirut, Dar al-kutub, 1972, v. I, pp.


Kanafani, Rigal ft al-tams,
46-47.

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Questa situazione e descritta in un racconto di un altro scrittore
palestinese, Tawftq Fayyad, il cui protagonista? Sallm, lo scemo del
? cerca
villaggio, come ci viene presentato invano di scuotere i compaesani
che, invece di reagire in qualche modo all'occupazione israeliana in generale,
e alia prepotenza della rondamilitare inparticolare, preferisconopassare le
giornate seduti al caffe, tra una partita a tawla e una a carte, ascoltando
distrattamente le notizie date dalla radio e confondendo il numero delle
vittimedella repressione con i punti segnati dai dadi:

dadi ricominciano a correre di qua e di la, e si fermano soltanto


quando Sallm 'lo scemo', furente, sputa sulla macchina militare e rovescia
una serie di insulticontro i soldati israeliani che si ostinano ad occupare la
Palestina e non se ne vogliono andare. Poi si ferma su un lato del vicolo e
comincia a farpiovere sui giocatori di carte e di tric-tractuttocio che trovaa
portata dimano: pietre, scarpe vecchie e rifiutidi ogni genere, perche non lo
hanno aiutato ad insultare i soldati occupanti e non sono mai intervenuti per
salvarlo dalle botte atroci che si e preso ogni volta che e caduto nelle loro
mani, perche non fannoaltro che giocare a carte tuttoil santo giorno invecedi
unirsi ai guerriglieripalestinesi, le cui notizie sono seguite soltantoda vecchie
e fanciulli; e perche non combattono gli ebrei finoa costringerlia ritirarsidal
campo?39.

Qui la perdita di identita non e nemmeno avvertita dagli interessati,


diversamente dal professor ?M.?, del racconto gia citato di HabibI. C'e poi
anche chi l'identita non l'ha perduta, perche non l'ha mai avuta: e il caso del
bambino, in un altro racconto di Kanaf&ni, 'A'id ila Haifa, che una coppia
palestinese travoltadagli eventi e costrettaad abbandonare aHaifa nel 1948.
II piccolo viene allevato da una famigliaebraica, provenientedalla Polonia, e
soltanto dopo il 1967 i veri genitorivengono autorizzati a tornarenella loro
citta per una breve visita; lo incontrano emolto ingenuamente simeravigliano
di scoprirlo sionista. Alle parole commosse del padre che crede di aver
ritrovato il sangue del proprio sangue, Kanafani fa replicare al giovane
israeliano con delle durissime parole di accusa per tuttoilpopolo palestinese:

?? Tutto cio non sarebbe successo se voi vi foste comportatida persone


civili e coscienti.
? E cioe?

39. TawfTqFayyad, Satim al-Bahlul, inSu'un filasfiniyya, 57, 1976, p. 66.

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? non non fosse stato
Voi dovevate andarvene da Haifa. Se questo
possibile, non dovevate in nessuncaso abbandonare un lattante nella culla. Se
non fosse stato possibile nemmeno questo, non dovevate rinunciare a tornare
...Anche questo era Sono passati
impossible? vent'anni, signore, vent'anni...
Che cosa hai fattoin tuttoquesto tempoper riavere tuo figlio?Se io fossi stato
al tuo posto mi sarei battuto per questa causa. C'e forse una causa migliore?
Incapaci! Incapaci! Siete ancora incatenatia quelle catene pesanti di arretra
tezza e immobilismo. Non venitemi
passato a dire che
vent'anni a avete
piangere. Le lacrime non restituiscono le persone perdute o scomparse, e non
fanno miracoli... Hai passato vent'anni a piangere... E' questo che vuoi dirmi
ora?))40.

Ecco un altro caso di accusa da una parte, e di assunzione di responsabilita


palestinese dall'altra, quando ilpadre replichera al figlioaddossandosi parte
della colpa dell'accaduto. D'altronde il tema delPinefficienzadei palestinesi,
o meglio dei loro dirigenti,era gia stato affrontatoda Kanafanl inRigalft
al-sams, dove le carenze politiche sono simbolicamente trasferite nell'impo
tenza della guida, che ha perso la virilitacombattendo contro i sionisti.Mentre
inconsciamente conduce alia morte i suoi tre poveri connazionali, Abu
Hayzuran cosi riflettesul destino proprio e della patria:

?E ora... Da quella scena orribile eranopassatidieci anni... Erano passati


dieci anni dal giorno in cui gli avevano strappato la virilita, e quella
umiliazione lui se l'era vissuta giorno per giorno, ora per ora. L'aveva
inghiottitacon il suo orgoglio, se l'era sentitaaddosso per ogni istantedi quei
dieci anni. E ancora non si era abituato, non l'aveva mai accettata... Da dieci
lunghi anni cercava di accettare la situazione, ma quale situazione? Confessare
semplicementeche aveva perduto la propria virilitaper amore della patria?E
a che cosa era servito? Aveva perduto la virilita e la patria, e tutto quanto... ?41.

Come si vede, il simbolismo a cui ricorreKanaf&nl emolto piu esplicito di


quello che si incontra nelle pagine di Hablbl42. E' indubbio, a questo
proposito, che per facilita ed immediatezza di letturaRigal fi al-sams sia
destinato a un pubblico molto vasto. Si tratta in effettidi un racconto

40. 6assan Kanafani, 'A'id ilaHaifa, pp. 84-85.


41. 6assan Kanafani, Rigal, pp. 109-110.
42. Si veda Ihsan 'Abbas, al-Ma'na al-ramziftqisas Gassan, neirintroduzione a Kanafani, al-Atar,
pp. 11-27.

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d'azione, in cui l'autore riesce a mantener viva l'attenzione del lettore fino
all'ultima pagina, benche la tragica conclusione della vicenda sia intuibile
? come
fin dall'inizio, quasi trascinandolo accade ai tre palestinesi della
?
storia, e non soltanto a loro con l'illusoria speranza che il finale possa
essere diverso da quello prevedibile. Cosi la storia dei tre personaggi,
ognuno dei quali e descritto all'inizio del racconto inun capitolo a se, viene
abilmente condotta da Kanafani fino alia tragedia finale orchestrata con
distrattabuona fede dal furbocamionista palestinese Abu Hayzuran, che e
nello stesso tempo l'artefice e la vittima di una situazione ambigua. II
destino di tre palestinesi qualunque ?' ognuno con il suo bagaglio di
frustrazioni, di privazioni e di miseria derivanti da un arretrato entroterra
?
sociale e culturale e aggravate dalle vicende successive al 1948 viene
legato dal filo conduttore comune della fuga da una tristerealta verso un
incertofuturonelmitico Kuweit43.1 treemigranti-fuggiaschi simboleggiano tre
generazioni diverse: ilvecchio Abu Qays, che sembra vivere inunmondo pre
monetario, ha il di
miraggio piantare un paio di germogli olivo, inPalestina
di
o inKuweit a questo punto poco importa; il cinico As6ad, che si e venduto
?come un sacco di concime? al futuro suocero per racimolare i soldi necessari
? come Abu Hayzuran ? a diventar ricco; il ragazzo,
al viaggio, pensa solo
infine, che avrebbe preferito continuare gli studi, e costretto ad abbandonare
la scuola e a ?tuffarsinella padella come tuttigli altri? perche il fratello
maggiore, gia sistematosi inKuweit, ha deciso di sposarsi e non manda piu
soldi alia famiglia,secondo un'abitudine a quanto pare abbastanza diffusatra
gli emigranti palestinesi44. Si puo gia riconoscere qui una critica implicita
dell'autore nei confronti di quegli arabi che dimostrano scarsa sensibilita e
solidarieta per la causa palestinese; ma la critica diventa esplicita quando nel
racconto si descrivono con poche e incisiveparole episodi ripetutidi truffae
sfruttamento: dal camionista di 'Amman che abbandona As'ad in pieno
deserto dopo averglipromesso di portarlo finoa Baghdad, ai contrabbandieri
che per quattro soldimettono i fuggiaschisulla cattiva strada,ai beduini? la

43. E' vero ohe ilKuweit ha un peso reale tutt'altro che trascurabile nelle dimensioni economiche
della diaspora palestinese (cfr. ad esempio Bichara Khader, L'immigrazionepalestinese nel
Kuwait, ?Politica internazionale?, 3 (1979), pp..95-99), ma nella narrativa palestinese il
prospero paese del Golfo appare di solito ai personaggi come il luogo di una salvezza quasi
Magrath, A Study, p. 96). Per il contrastofraKuweit comemiraggio eKuweit
metafisica (cfr.
come realta si veda Gassan Kanafanl, Mawt sarir raqm 12, in al-Atar, pp. 31-267 (si tratta di
una serie di racconti brevi scritti nel periodo che l'autore trascorse inKuweit), in cui compaiono
numerosi riferimenti alle illusioni frustrate degli emigrati.

44. Gassan Kanafanl,Rigal, p. 83: ?...Tutti smettono di mandar soldi allafamiglia quando si sposano
o si innamorano ...?.

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? e
quintessenza dell'onore, della muruwwa45 che li depredano di orologi
preziosi in cambio di una sorsata d'acqua. II massimo della corruzione,
dell'incapacita organizzativa e della superficialita e pero concentrato dall'autore
nella figuradiAbu Hayzuran, altro tipodi palestinese gia sistemato (ma alle
dipendenze di un ricco kuweitiano), che in cambio di una tariffainferiorea
quella pretesa dalla concorrenza
propone ai tre connazionali di trasportarli
nel Kuweit nascosti in una cisterna vuota. La tragedia si consuma sotto il sole
rovente in un mezzogiorno estivo, mentre Abu Hayzuran viene trattenuto
dagli annoiati funzionaridel posto di frontierache loprendono ingiroper certe
sue presunte (e impossibili, data la sua menomazione) ?notti brave?. Come
responsabili direttidella morte dei trepalestinesi vengono dunque presentati
al lettore i burocrati corrotti e frustrati(in particolare, nelle loro velleita
sessuali); ma si tratta soltanto dell'ultimo anello di una lunga catena di
circostanze. Alia domanda, perche siano morti i tre sfortunati (domanda che,
alia finedel racconto, sipone lo stessoAbu Hayzuran, dopo aver alleggerito i
trecadaveri di soldi e orologi)46,Kanafanl propone implicitamentee esplicita
mente tuttauna serie di risposte, ancorate a diversi livellidi responsabilita.
Egli addossa le colpe, che nella sua ottica non sono equamente distribute,
soprattuttoai palestinesi iquali non sono riuscitia farcapire al fratelloarabo
che la causa palestinese e anche la causa araba, e all'arabo il quale non vede
che la situazione palestinese e soltanto l'ultima fase di una vicenda che lo
coinvolge.
Per cui le risposte che si potrebbero dare agli interrogativiposti
implicitamenteda Kanafanl e anche da altri scrittoripalestinesi comeHabibi
e Fayyad, si potrebbero sintetizzare cosi: perche i sionisti hanno preso la
Palestina; perche gli arabi non l'hanno saputa difendere;perche gli arabi non
sono uniti; perche i palestinesi non si sono saputi organizzare; perche ci sono
arabi che sfruttano la causa palestinese... Ma la risposta piu vera e piu amara
e quella che si intuiscedall'atteggiamento rassegnato dei treprotagonistidel
racconto di Kanafanl, che, si puo dire, sono morti nel momento in cui
accettano senza reagire di calarsi nella cisterna: ?...E chi ci dice che morire
non sia meglio della vita di ora??47.

a un personaggio per la sua generosita, Abu Hayzuran osserva:


45. Ivi, p. 112. Riferendosi proverbiale
?Ti potrei raccontare migliaia di storie simili. Storie di uomini che si sono trasformati in cani
mentre cercavano una sola goccia d'acqua con cui bagnarsi le lingue screpolate. Cosa credi che
succedesse vedevano di beduini? Compravano una sorsata d'acqua in
quando gli accampamenti
cambio di tuttoildenaro o gli anelli dimatrimonioo gli orologi che possedevano ...Dicono che
Hatim fosse un beduino... Ma io credo che questa sia una menzogna!... Quel tempo e passato...?.

46. Ibid., pp. 151-152.

47. Ibid., p. 48.

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