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Palermo Capitale

Introduzione: la città di Palermo risente molto dei danni provocati dai bombardamenti della
Seconda guerra mondiale perché nella primavera, inizio dell’estate 1943, quando si preparava lo
sbarco anglo americano in Sicilia, gli inglesi soprattutto avevano la strategia della cosiddetta terra
bruciata, cioè bisognava fare terra bruciata attorno al nemico anche con bombardamenti a
tappeto delle città. Per cui Palermo viene fortemente colpita dalle bombe viene colpito non solo la
vecchia città murata ma vengono colpite le infrastrutture, si cerca di colpire l'aeronautica sicula
che aveva sede degli attuali cantieri culturali alla zisa: i bombardamenti del 1943 e provocano
danni forti alle infrastrutture e provocano la crisi della città murata la cui condizione
architettoniche, abitativa viene definitivamente compromessa dai bombardamenti.
Però è una occasione mancata? Intanto Palermo si viene a trovare in una posizione stavolta di
primo piano nella multipolarità delle città della Sicilia perché la creazione della regione autonoma
nel 1946 la terziarizza definitivamente cioè Palermo diventa sede di servizi e diventa la sede degli
assessorati regionali, dell’assemblea regionale, degli enti economici regionali e questo significa un
forte inurbamento quindi popolazione che arriva dal resto della Sicilia a Palermo, significa la
possibilità di diventare centro di gestione delle risorse economiche.Per cuise Palermo è mai stata
capitale forse lo è solo in questa fase. Quindi c'è questa grande occasione che viene dato dalla
creazione della regione autonoma con tutto quello che questo comporta, sostanzialmente c'è una
crescita demografica notevole della città e tant'è che è il cosiddetto sacco di Palermo, che è questa
espansione della città soprattutto verso nord, veniva motivato dal gruppo politico economico che
lo aveva promosso, con l'idea che Palermo a metà degli anni 70 avrebbe superato il milione di
residenti; proiezione assolutamente sbagliata perché Palermo non ha mai superato i 700.000
(630.000 della fine degli anni 70 ai 690.000 attuali) poi diciamo c'è una forte in urbanizzazione,
trasferimento di famiglia dal resto della Sicilia. Palermo ha un’occasione ma Palermo la manca
quindi è un’occasione mancata, una possibile macchina di sviluppo economico diventa una
macchina clientelare. Intanto l’idea di capitale è una metafora, ma diventa realmente capitale in
questo momento ed è un’occasione mancata perché accentra funzioni burocratiche notevoli e il
problema è che questa grande possibilità di accentrare funzioni burocratiche ed economiche che
non viene sfruttata per lo sviluppo ma viene sviluppata per la creazione di una serie di clientele
utili al voto.

Cioè le occasioni avute e mancate servono anche a fare superare questa visione, nel senso che la
Sicilia ha delle occasioni economiche politiche sociali non vengono sfruttate per scelte ben precise.
Questo serve anche a superare e la visione sicilianista.

il sacco di Palermo: intanto il problema della città murata andava affrontato come l’hanno
affrontato molte altre città dell’Italia come Bologna, ovvero con un risanamento
urbanistico, il rifunzionalizzazione.
Invece,una élite politica ed economica costituita da alcuni grandi costruttori appoggiati dalla
criminalità organizzata,mette in atto un’operazione: svuotare la città murata, farla cadere in
rovina per poi costruire edifici moderni (qualche cosa del genere si era fatto a Napoli) e spostare la
popolazione della città murata nelle periferie; soprattutto nella zona nord della città. Con questa
operazione ci guadagnano i costruttori

Seconda cosa: espansione forzata della città non solo verso nord ma anche verso sud, anche
quicostruendo tantissimo; interviene un'altra cosa perché il terremoto del belice del 1968 aggrava
molto di più la situazione della vecchia città murata.

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Qual è il risultato del cosiddetto sacco di Palermo?Un’espansione urbana incontrollata, che va e
viene a creare il problema delle periferie, il problema delle periferie degradatee la mancata
soluzione del problema della città murata.
Poi negli anni 80 invece si pensa all'idea del risanamento della città murata quindi vengono
elaborati due strumenti urbanistici: un piano progetto e un piano programma (vigente) e
l'obiettivo è stato quello del risanamento cioè per cercare di recuperare il tessuto antico piuttosto
che costruire ex novo. È un progetto riuscito a metà perché si sono risanate gli edifici ma non si è
ragionato sulle funzioni della città murata, non si è ragionato sull’incoraggiare la residenza o i
servizi. NON avviene ad ovviare al problema della città murata, ma è un'operazione di
speculazione;è la giustificazione quella.

Palermo viene condizionato molto dalla criminalità organizzata e soprattutto da tre cicli di eventi
che sono:
- due guerre di mafia per il controllo del territorio:
 la prima che comincia all'inizio degli anni 60 e finisce all'inizio degli anni 70;
 la seconda, la più sanguinosa che comincia nel 1980 e finisce nel 1982 ed è quella che è
ha come effetto il successo dei corleonesi che sterminano le cosche palermitane e
prendono il controllo di cosa nostra, sterminano gli inserillo per esempio e sterminano
la cosca di Santa Maria di Gesù; e i corleonesi di Riina e Provenzano prendono il
controllo dopo questa guerra di mafia
- ci sono poi omicidi eccellenti cioè c'è una catena di omicidi di magistrati, di investigatori, di
uomini politici tra la fine degli anni 70 e diciamo l'ultimo omicidio eccellente del gennaio
dell'88 quando viene ucciso l'ex sindaco Giuseppe insàlaco; qui c'è un intreccio tra politica
e criminalità organizzata
Eventi più che hanno segnato la società palermitana in maniera più forte di altri perché
determinano soprattutto un grande sviluppo della società civile dell’associazionismo del
volontariato e rispetto alla Sicilia orientale, Palermo aveva un tessuto più debole dal punto di
vista della dell'associazionismo del volontariato è un tessuto che rinasce con le stragi del 1992
con la strage di Capaci e con la strage di via D'Amelio e una rinascita della città? Su questo ci
possiamo fermare perché potranno rispondere ai nostri figli forse.

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