Sei sulla pagina 1di 3

Falotico Marta VL

Sorry we missed you

Regista: Ken Loach


Paese di Produzione: Regno Unito, Belgio, Francia
Anno: 2019
Genere: drammatico
Attori Principali: Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone, Katie Proctor

Trama
Siamo dopo il tracollo finanziario del 2008, e la crisi ha colpito duramente la famiglia Turner che si
trova ad affrontare grossi debiti. Così Ricky, padre di due figli Seb e Liza, decide di vendere l’auto
per comprare un furgone ed iniziare a lavorare come lavoratore autonomo per una azienda di
trasporti. La perdita dell’auto obbliga Abbi, moglie di Ricky, a spostarsi con l’autobus aumentando
così il tempo fuori casa e anche lo stress della giornata. Lei fa l’assistente sociale, e per riuscire a
superare le difficoltà fa orari che vanno dalle sette del mattino alle nove di sera, un lavoro faticoso
in cui lei ci mette tutta se stessa, trattando gli anziani con cui ha a che fare come se fossero i suoi
genitori. La lunga assenza da casa della madre ed il padre ha diverse conseguenze sui due figli. Seb,
il più grande, ha un periodo di ribellione, da che era sempre stato tra i migliori a scuola, inizia a
prendere brutti voti, assentarsi ripetutamente, e a fare atti di vandalismo, finendo per farsi
arrestare. Le azioni di Seb unite al duro lavoro di Ricky, ai limiti dello sfruttamento, non fa che
peggiorare la situazione. Essere un lavoratore autonomo ha autorizzato il capo di Ricky a non
avere alcun tipo di responsabilità sui suoi dipendenti ai quali fa pagare ogni tipo di mancanza. Il
culmine viene raggiunto il giorno in cui Ricky viene aggredito a lavoro da dei delinquenti i quali lo
pestano pesantemente e rubano la merce del furgone. Nonostante le sue gravi condizioni, in
ospedale riceve una telefonata dal suo capo, il quale senza neanche preoccuparsi del suo stato gli
chiede oltre duemila sterline di risarcimenti, scatenando così la rabbia di Abbi verso le ingiustizie a
cui è sottoposto quotidianamente il marito. L’incidente fa riappacificare la famiglia, ma il finale
non è per nulla felice in quanto il film si conclude con la straziante scena in cui Ricky, ancora in
pessime condizioni, a causa della situazione finanziaria sale comunque sul furgone per andare a
lavorare, con i suoi familiari che inutilmente hanno cercato di fermarlo.
Personaggi
Ricky Turner: interpretato da Kris Hitchen è il protagonista della vicenda. Padre di due figli si
trova a dover fronteggiare grossi debiti, portandolo a fare un lavoro straziante, privo di qualunque
tutela.
Abbi Turner: interpretata da Dobbie Honeywood è la moglie di Ricky e madre di Seb e Liza. Donna
buona e pacata sia sul lavoro che a casa, è la prima a inveire contro il capo di Ricky.
Seb Turner: interpretato da Rhys Stone, è il figlio di Ricky e Abbi. Risente molto della mancanza
dei genitori, diventa scontroso e salta la scuola. Viene persino arrestato, incrinando molto i
rapporti con il padre.
Liza Turner: interpretata da Katie Proctor, è la figlia di Abbi e Ricky. Molto matura per la suua età
cerca di aiutare in famiglia, le prova tutte pur di far ritornare la situazione come prima.
Linguaggio cinematografico
La prevalenza di colori freddi e molte ombre contribuiscono a dare al film una atmosfera molto
cupa, angosciosa. I fatti inoltre sono narrati in ordine cronologico, e particolarità è che neanche gli
attori sapevano come si sarebbe conclusa la pellicola, per loro ogni giorno di riprese era una
scoperta. Non ci sono movimenti di macchina particolari, le inquadrature sono prevalentemente
statiche. Non ci sono effetti sonori nè musiche di sottofondo, concordando quindi con la situazione
di povertà dei protagonisti.

Commento
Lavoro o sfruttamento?
Ken Loach in questa pellicola fa una critica alla situazione disagiata in cui vive la così detta
“working class”. Il tema non è insolito per il regista, ma questa volta porta una maggiore
attenzione ai cambiamenti del ventunesimo secolo. Infatti Ricky trova una seconda opportunità nel
settore dei trasporti, nelle consegne che ogni giorno riceviamo a casa nostra. Fare acquisti su
Amazon è facile, i prodotti spesso sono più economici, c’è tutto quello che ci serve, e ogni pacco
può arrivare il giorno dopo o addirittura in giornata. Possiamo vedere dove si trova , certe volte
persino il tragitto in tempo reale, ma cosa si torva dietro tutto questo? Ci sono i negozianti che
chiudono non potendo competere con le grandi aziende e nel caso di Ricky si trova un padre in
difficoltà, che per ottimizzare il suo lavoro, cercando di stare dietro i ritmi della tecnologia, si fa
aiutare dalla figlia. Liza mentre aiuta il padre gioca con dispositivo fornito dall’azienda ed evidenzia
con l’ingenuità di una bambina la situazione disumanizzante del padre dicendo “chissà se la
persona qui dentro ha calcolato il tempo per andare in bagno”. Ogni minuto è stabilito da quel
dispositivo, quanto tempo per mangiare, quanto per una pausa, quanto per ogni consegna, tutto
portato ai limiti del possibile. Ecco cosa c’è dietro quel tragitto che vediamo su una pagina web, un
uomo che non può sottrarsi a tutto questo. La continua privatizzazione ha portato a nuove regole
che guardano al solo guadagno, nessuna tutela, e i datori di lavoro sono consapevoli del fatto che
seppur qualcuno non sia disposto ad accettare queste estreme condizioni, ci sarà qualcun altro
così disperato pronto a fare di tutto per non diventare un senza tetto. Ed è così per Ricky, da ogni
giornata di lavoro dipende il futuro della sua famiglia, fa quattordici ore al giorno per non mancare
neanche una consegna, perché ogni tipo di inadempienza non significa solo una mancata parcella
ma spesso delle vere e proprie sanzioni. Nessun diritto, ogni giorno di assenza, anche per i motivi
più giusti, sono ben 100 dollari di multa. Un sostituto deve esser pagato di tasca propria, come
ogni tipo di danno, anche se contro la propria volontà, anche se sul posto di lavoro. Il progresso
tecnologico, con l’internet e i nuovi mezzi hanno cambiato il mondo del lavoro. Non c’è stata,
come molti pensavano, una forte disoccupazione perché l’uomo è stato sostituito da robot, ma i
tipi di lavoro sono cambiati portando alla nascita dei “tech-slave, gli schiavi della tecnologia. Gente
portata a lavorare lunghe ore in maniera frustante, ripetitiva, ossessivamente controllata e
alienante in quanto il valore creato dal proprio lavoro è praticamente invisibile, come è invisibile
agli occhi dei consumatori chi c’è dietro. Spedizionieri, data workers, copywriter e altri lavoratori
sottopagati diventano fantasmi.

“Non c’è alcuna dignità in tutto questo,


anche perché non c’è mai stata
alcuna dignità nell’essere schiavi”
-Ken Loach

Potrebbero piacerti anche