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Il Cubismo

Nel momento in cui il Fauvismo volge al


termine, in Francia due grandi artisti,
Pablo Picasso (1881-1973) e Georges Braque, fondano un’altra
corrente di avanguardia: il Cubismo.
Il termine nasce nel 1908, quando Matisse, giudicando
negativamente alcune opere di Braque, le definì composte da
“piccoli cubi”; l’anno successivo Louis Vauxcelles, lo stesso
critico al quale è dovuto l’appellativo fauves, parlò di “bizzarrìe
cubiste”.
Per la prima volta nella storia della pittura occidentale, si cerca di
rappresentare i soggetti nella loro totalità. Il punto di partenza era
ancora quello di opporsi alla meccanica riproduzione del reale e
alla presunta superficialità di osservazione dell’Impressionismo,
per rendere invece il proprio modo di interpretare il mondo
esterno.
Questo doveva essere “capito”, non soltanto “visto”:
all’Impressionismo si rimproverava, quindi, di aver usato soltanto
la rètina e non il cervello.

Dunque, per la prima volta, viene mostrata la“quarta


dimensione”, il fattore tempo. Negli stessi anni, la definizione di
tempo, come quarta dimensione della realtà, era postulata in
fisica dalla Teoria della Relatività di Albert Einstein. La
contemporaneità dei due fenomeni rimane tuttavia casuale,
senza un reale nesso di dipendenza reciproca. Appare però
singolare come, in due campi diversissimi tra loro, si avverta la
medesima necessità di andare oltre la conoscenza empirica della
realtà per giungere a nuovi modelli di descrizione e
rappresentazione del reale. Einstein e Picasso postulano
contemporaneamente che la conoscenza dello spazio e del
tempo sono relativi al punto di osservazione..

Approfondimento su Einstein e Braque, Violino e brocca, 1910

Picasso
Il Cubismo

Claude Monet, Maisons d’Argenteuil, 1873

George Braque - Case all'Estaque. 1908 – 73 x 60 cm - olio su tela - Berna, Kunstmuseum


Il Cubismo

I cubisti partono, così, dallo studio della realtà per scomporla e ricomporla in un nuovo ordine che cancella la
distinzione tra gli oggetti e lo spazio che li circonda. Un medesimo soggetto viene colto da diverse
angolazioni che poi vengono sovrapposte nella rappresentazione.
Le vedute successive di uno stesso oggetto e dello spazio circostante sono fuse insieme, con l’intento di
comunicare la totalità delle percezioni in maniera simultanea, come se l’osservatore potesse girare intorno
al soggetto rappresentato, osservandolo da tutti i punti di vista.
Il Cubismo
Per i cubisti, l’opera d’arte non
deve rappresentare la realtà,
ma interpretarla: l’arte
diventa uno strumento
conoscitivo. Il processo di
scomposizione in piani e di
successiva ricomposizione
disintegra le forme, elimina la
distinzione tra figura e sfondo,
rinuncia definitivamente all’uso
della prospettiva rendendo
difficile anche l’ individuazione
del soggetto dell’opera. In
effetti i soggetti preferiti dai
cubisti (ritratti e nature morte)
ben si prestano ad essere
“smontati” e “rimontati”
attraverso il ribaltamento dei
piani osservati
contemporaneamente da più
punti vista.

Pablo Picasso, ritratto di Ambroise Vollard, 1910


Il Cubismo

Sulla nascita del cubismo influiscono profondamente la conoscenza dell’ arte primitiva dell’Africa e dell’Oceania, con
le sue forme schematiche, deformate e geometrizzate. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento e fino ai primi
decenni del Novecento, infatti, era maturata in tutta Europa una forte insoddisfazione nei confronti della cultura
occidentale: entra in crisi il concetto stesso di cultura, intesa come sapere nozionistico, libresco e tradizionale.
Rinasce l’interesse per il“primitivismo” (che include anche l’arte infantile, arcaica, popolare e quella di malati ed
emarginati), per le sue capacità espressive, per la libertà dalle leggi prospettiche tradizionali, per la sensibilità
deformante, per la sua forte spiritualità e per la creatività istintiva.
Il Cubismo
Il Cubismo è profondamente influenzato anche dalla pittura severa ed
essenziale di Paul Cézanne, con la sua geometrizzazione delle forme,
tanto che questi ne è considerato il precursore.
Braque e Picasso cercarono di seguire le regole indicate, in una celebre
lettera, da Cezanne: “ in natura tutto è modellato secondo tre moduli
fondamentali: la sfera, il cono e il cilindro. Bisogna imparare a dipingere
queste semplicissime figure, poi si potrà fare tutto ciò che si vuole”.
Un tale procedimento rispondeva all’esigenza di mostrare la realtà non
come appare, ma nel modo in cui la mente ne percepisce l’apparenza:
alla realtà-vista si sostituiscono così la realtà-pensata e la realtà-creata .

Cézanne e il Cubismo
Protocubismo (1907-1909)

Tra il 1907 e il 1908, dopo il soggiorno a Gòsol,


Picasso conosce Matisse, e scopre l’ arte africana.
Nasce il capolavoro delle Demoiselles d’Avignon,
che esemplifica le caratteristiche del “protocubismo”:
forme grandi ampie, volumi potenti e colori “concreti”
.
come l’ocra il bruno, il verde e il grigio L'opera è
esposta presso il Museo di Arte Moderna di New
York, ed è considerata da
tutti gli esperti d’ arte come uno dei più importanti
dipinti del XX secolo. Il titolo fa riferimento a una
delle più famose case di appuntamento di
Barcellona, situata in via Avignone, e raffigura
cinque giovani donne nude: quattro apparentemente
in piedi, poste di fronte, di tre quarti e di profilo, e
una seduta.

Lettura
interattiva

Les Demoiselles d'Avignon, olio su tela - 2,33 x 2,43 - MOMA, New York
Il Cubismo
Protocubismo

Originariamente, il quadro doveva intitolarsi Le bordel d’Avignon e, in una prima stesura,


erano previste anche due figure maschili, uno studente con un pacchetto sotto il braccio
e un uomo seduto al centro con un teschio in mano, poi scomparse nelle modifiche successive.
È rimasta la tenda rossa aperta come un sipario dalla figura posta sulla sinistra.
Le due figure a destra sono influenzate dall’incontro dell’artista con la scultura africana. Il pittore
fu conquistato dal carattere razionale di tale scultura, dal suo esprimere mediante convenzioni
figurative concetti spirituali pregnanti. L’arte africana era per lui un’ arte della mente e non degli
occhi: come il Cubismo essa esprime ciò che sa, non ciò che appare ai sensi. Picasso riprende
dal alcune maschere africane anche la scarificazione del legno con tratteggi obliqui sui volti.
Protocubismo

Lo stile pittorico è quello cubista, anche se il cubismo doveva ancora nascere. Si può parlare, quindi, di
Protocubismo, dato che gli elementi tipici dello stile affermatosi a partire dal 1909 ci sono già tutti:
- rappresentazione delle cose come sono e non come le si vedono (concettualità);
- fusione di più vedute simultanee da diversi punti di vista (dimensione tempo);
-disintegrazione della distinzione tra figura e sfondo e annullamento della profondità prospettica;
-Geometrizzazione delle figure;
- influenza dell’ arte africana e primitva;
- influenza dello stile di Paul Cézanne.
La linea è più che un contorno: spesso dipinta sopra le campiture, essa costruisce i volumi e rende solido lo
spazio.
I colori utilizzati sono essenzialmente l’ arancione e l’ azzurro che, essendo complementari, si rafforzano a
vicenda, apparendo più corposi e squillanti. Lo “spazio” inteso tradizionalmente come il vuoto entro cui stanno
le figure non esiste più: esiste uno spazio solido che si incunea tra le figure e a tratti si fonde con esse. La
composizione ha un asse centrale verso cui convergono le membra delle donne.
Protocubismo

La composizione del gruppo


è influenzata dalle opere di
Cézanne, del quale fu aperta
una retrospettiva nel 1907 a
Parigi, e in particolare dal
quadro “Cinque bagnanti” del
1885.
Protocubismo

Picasso utilizza anche


modelli iconografici classici e
rinascimentali: la figura
centrale riprende la posa
della Venere di Milo, con
la gamba nuda protesa in
avanti e le spalle inclinate a
completare l’equilibrio.
Un altro riferimento è allo
Schiavo morente di
Michelangelo.
Protocubismo

Un ultimo elemento iconograficamente rilevante è la tenda rossa: unico residuo, insieme al tavolino in primo piano, di
un’ ambientazione tridimensionale, è uno stratagemma pittorico di vecchia data che, nei secoli, è servito per dare
maestosità, teatralità o intimità ad una scena di interni .
Il Cubismo analitico (1909-1912)

Il Cubismo nasce e si sviluppa a partire


dal 1909 fino all’inizio della Prima Guerra
Mondiale.
In questo breve arco di tempo si
distinguono due fasi: il Cubismo
“Analitico” (1908-1912) caratterizzato da
un’ accentuata frammentazione delle
forme e dall’uso di colori spenti, spesso di
un solo tono cromatico (monocromo), e il
Cubismo “sintetico”
(1912-1914), che attua un parziale
recupero del colore e delle forme, ormai
però completamente svincolate dalla
concezione spaziale tradizionale.
È in questa seconda fase che inizia l’uso
di incollare sulla tela parti ritagliate da
giornali, libri, spartiti musicali (i papiers
collés) e altri svariati tipi di materiale.
Il Cubismo sintetico (1912-1914)
I cubisti recuperano alcuni temi di ricerca dei Fauves - come l’
abolizione della prospettiva e della profondità – e sviluppano
nuove tecniche, dette “polimateriche”, perché prevedono l’impiego
di molti materiali diversi: colori densi, talvolta mischiati a sabbia,
collage realizzati con carta, legno e stoffa che possono trasmettere
all’osservatore sensazioni tattili oltre che visive.
Da un lato, quindi, i Cubisti scompongono la realtà,
rappresentandola in forme geometriche e schematiche, ma
dall’altro usano tecniche che riportano l’osservatore alla
percezione della realtà nella sua “materialità” vera. I materiali che
costituiscono un oggetto non sono solo rappresentati: sono
incollati direttamente sulla tela. Nelle composizioni
polimateriche si riducono quindi i confini tra pittura e scultura.

Picasso, Natura morta con sedia impagliata e collage polimaterici.


Juan Gris e Fernand Leger
Il Cubismo suscita grande interesse tra gli
artisti del tempo e molti aderiscono al
movimento. Le loro opere offrono un esempio
di come i medesimi princìpi siano interpretati
in maniera del tutto personale e riproposti in
opere che, pur ispirandosi agli stessi ideali
artistici, manifestano caratteristiche differenti.
In Juan Gris (1887-1927), per esempio, ogni
dettaglio è preventivamente organizzato: il
pittore progetta la forma dei propri dipinti in
modo esatto, costruendo i soggetti in maniera
rigorosamente geometrica. Egli stesso
afferma “Cézanne di una bottiglia fa un
cilindro, io parto dal cilindro per dipingere una
bottiglia”.
Il mondo poetico di Gris è chiaro, cristallino,
cartesiano ma mai freddamente impassibile
poiché riesce ad esprimere la bellezza
dell’organizzazione logica.
Nelle opere di Fernand Léger(1881-1955),
Juan Gris, Chitarra sul tavolo, 1915 invece, ogni particolare è ricondotto alle
forme elementari di strumenti meccanici: non
Fernand Leger, Natura morta con boccale di birra, 1921 c’è più nessun riferimento alla natura, mentre
prevale la civiltà della macchina. Le
macchine, per lui, fanno parte del nostro
modo di essere, modificando addirittura la
nostra percezione.
Il Cubismo Orfico: Robert Delaunay

Robert Delaunay(1885-1941) interpreta il cubismo in senso dinamico, coloristico e musicale: è il maggiore esponente del“Cubismo
orfico”, così chiamato da Apollinaire per l’intensità poetica che si manifesta nell’uso del colore e della luce, simile alla sensibilità
visionaria del mitico poeta greco Orfeo.
Dal 1909 comincia a dipingere la Torre Eiffel, scomponendola dapprima secondo le convenzioni cubiste e poi lavorando sul colore
e sul movimento.
Pablo Picasso

Se si sa esattamente che cosa si farà, perché farlo? Tutto l’interesse


dell’arte è nel principio. Dopo il principio, è già la fine.

Picasso in
azione
Pablo Picasso
Picasso (Malaga 1881 - Mougins 1973) è considerato il massimo
artista del XX secolo e uno dei maggiori di tutti i tempi.
I motivi sono diversi. È dotato di capacità tecniche straordinarie, ed
è particolarmente versatile. Non si dedica solo al disegno e alla
pittura tradizionali, ma sperimenta metodi nuovi come il collage,
l’uso di materiali insoliti, la grafica, la stampa, la scultura, la
ceramica, la scenografia.

Tutta la sua carriera artistica è segnata da una continua spinta all’


autosuperamento. Picasso non si ferma mai, passa da una corrente
all’altra e si immerge completamente in ogni esperienza. La sua
produzione artistica è particolarmente vasta e complessa, non può
racchiudersi in una ‘maniera’. Picasso viene educato all’arte fin da
piccolissimo: il padre, pittore e professore di pittura all’Accademia
incoraggia il talento del figlio e, sopraffatto dalla sua bravura,
smette di dipingere.
Dal 1892 al 1900 prosegue i suoi studi alla scuola di Belle Arti di La
Coruña e all’Accademia di Barcellona.

Prima comunione, 1895-96, olio su tela, Museo Picasso, Barcelona.


Pablo Picasso

Verso il 1899 Picasso entra in una fase


sperimentale, stimolato sia dal Modernismo, ben
rappresentato a Barcellona da Gaudì, sia dal
Postimpressionismo francese.

Tra il 1900 e il 1901 l'artista compie continui


viaggi a Parigi e produce opere che si spingono
ad un’ espressività sempre più decisa.
Pablo Picasso: periodo blu
(1901-1904)

L’importante influenza degli


Impressionisti e di
Toulouse-Lautrec, la
frequentazione degli ambienti
parigini, la morte dell'amico
Casagemas, suicida per amore, lo
portano alla fase del Periodo blu,
che si compie tra il 1901 e il 1904.
Si tratta di opere suggestive e
venate di tristezza, caratterizzate
da uno stile sintetico e soggetti
patetici, teatri dell’ emarginazione
sociale e del male di vivere.
Nell'opera “La vita”, l'artista pare
voler evocare malinconicamente
un'eventuale famiglia dell'amico
scomparso, quella che avrebbe
potuto formare se non avesse
deciso di morire ancora giovane.

La vita, 1903
Pablo Picasso: periodo rosa
(1904-1906)

Tra il 1904 e il 1906 si apre


la più serena fase del
Periodo rosa. I colori si
fanno più luminosi e caldi
nelle tinte rosa , ocra e
pastello. Tema principale è
quello del circo e dei suoi
protagonisti: arlecchini,
ballerine, acrobati. Picasso
ama il circo perché gli
appare come un mondo
immerso nella quotidianità e
al contempo situato ai suoi
margini, in una dimensione
fantastica e quasi onirica.

Famiglia di acrobati con scimmia, 1905

Approfondimento
Acrobata e giovane equilibrista 1905. Olio su tela. 147X95cm Museo Puskin - Mosca
Pablo Picasso
GUERNICA - 1937 - tempera su tela - 3,5 x 7,82
m - Madrid, Museo Nacional Reina Sofia

È l’opera che meglio di ogni altra testimonia la


partecipazione appassionata di Picasso alla
sofferenza umana e il suo furente giudizio morale
sulla violenza sanguinaria. La grande tela fu
ispirata al tragico bombardamento (26/4/’37)
dell’omonima cittadina basca durante la guerra
civile spagnola (1936-1939) ad opera dell’
aviazione nazi-fascista. Come
Goya nella “Fucilazione del 3 maggio 1808”
anche Picasso si schiera dalla parte degli
oppressi perché “davanti a un conflitto che mette
in gioco i più alti valori dell’umanità, gli artisti non
possono e non devono restare indifferenti”.

“La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti: è uno


strumento di difesa e di offesa contro il nemico”
Pablo Picasso: Guernica (1937)

Uno degli elementi linguistici più evidenti in Guernica è l’ assenza di colore, l’impiego esclusivo di toni di grigio : solo bianchi gessosi,
nero-catrame e grigio-ferro.
Qualcuno suppone che tale soluzione sarebbe stata suggerita a Picasso dalle fotografie in bianco e nero che documentavano l’infame
impresa bellica. Non è da escludere. Ma la scelta dell’artista è legata anche ad altre ragioni. La varietà dei colori è, nella consuetudine
naturalistica, indizio di vitalità, di contro il non-colore evoca la morte e, precisa Argan, «quella morte non è il termine naturale della vita,
è il contrario»
Guernica

La luce è artificiale, proviene solo dal lampadario che domina la scena e si riversa creando un taglio obliquo che attraversa il
quadro. Alla luce della lampada elettrica fa da contrappunto la lampada a petrolio tenuta in mano da una donna.
Lo spazio, dietro è assente, avvolto nel buio. La scena è contemporaneamente interna (il lampadario è un arredo interno) ed
esterna (si vedono palazzi in fiamme) Questa contemporaneità di visione non è solo cubista, ma vuole rendere con violento
realismo la tragedia del bombardamento che all’improvviso sventra e demolisce interi palazzi sparpagliando impietosamente
all’aperto anche gli oggetti più intimi di ogni famiglia. Lo spazio stesso sembra frantumarsi in schegge che s’incuneano tra
figura e figura. In questo spazio caotico e indifferenziato, uomini, donne e animali fuggono e urlano come impazziti,
sovrapponendosi e compenetrandosi, accomunati dallo stesso dolore e dalla stessa violenza .
Guernica

“Guernica è la visione della morte in atto: il pittore non assiste al fatto con terrore e pietà, ma è dentro il fatto, non commemora o commisera le vittime, ma è tra
le vittime” (Argan), donne, bambini, animali. All’estrema sinistra una madre lancia al cielo il suo grido straziante mentre stringe fra le mani il cadavere del
figlioletto. A destra le fa eco l’urlo disperato di un altro personaggio che tende le mani al cielo. Al centro un cavallo ferito, simbolo del popolo spagnolo, nitrisce
dolorosamente protendendo verso l’alto una lingua aguzza come una scheggia di vetro. Ovunque sono morte e distruzione, sottolineate da un disegno duro e
quasi tagliente. Chi può cerca di fuggire, come la donna che, dall’angolo inferiore destro, si slancia diagonalmente.
Il toro, all’angolo superiore sinistro, è simbolo di violenza e bestialità. Un’altra donna si affaccia disperatamente a una finestra reggendo una lampada a
petrolio, un’allusione alla regressione alla quale la guerra inevitabilmente conduce. Al suolo, tra le macerie, si assiste all’ orrore dei cadaveri straziati. A sinistra
una mano protesa, con la linea della vita simbolicamente spezzata in minuti
segmenti. Esattamente al centro del dipinto un’altra mano serra ancora una spada spezzata, sullo sfondo di un fiore intatto : simbolo della vita e della speranza
che, nonostante tutto, avrà comunque la meglio sulla morte e sulla barbarie.
Schizzi preparatori

Sei giorni dopo il bombardamento di Guernica Picasso iniziò a lavorare sul murale per il padiglione spagnolo della Mostra
Internazionale di Parigi, prevista per l’ estate del 1937.
Picasso aveva accettato la commissione del Governo spagnolo nel gennaio del 1937 per realizzare una grande opera, ma
nessun argomento era stato deciso. I bombardamenti in aprile gli fornirono lo spunto. Il pittore, in appena un mese e mezzo,
spinto quasi da furore creativo, realizzò una cinquantina tra schizzi e bozzetti.
Fasi di realizzazione

Picasso aveva una scadenza da rispettare e lavorò in modo febbrile completando in due mesi l’opera e terminandola il 4 giugno 1937. I
lavoro dell'artista è documentato da una serie eccezionale di fotografie scattate dalla sua compagna Dora Maar, che seguono tutti i
mutamenti del progetto fino alla redazione finale. Gli elementi della composizione, intensamente intrisi di valenze simboliche, sono
studiati singolarmente e poi assemblati .
Composizione

La composizione, apparentemente caotica, si appoggia invece sui canoni della tradizione. Come in un polittico, è organizzata in tre fasc
verticali, due laterali più strette, simmetriche, contenenti a sinistra il toro e a destra la figura con le braccia alzate; le due parti estreme
fanno da quinta a quella centrale , più larga, ove è ammassato il maggior numero di personaggi. Qui la composizione si organizza su un
tradizionale struttura “a frontone”: nei frontoni dei templi greci si illustrava il trionfo della civiltà sulla barbarie, nel “frontone” di Guernica,
ironicamente, è la barbarie trionfatrice sulla civiltà.
Guernica

Picasso, nel dipingere ogni figura,


reinterpreta opere del passato come l’
Incendio di Borgo di Raffaello, la
Strage degli innocenti di Guido Reni e
La fucilazione del 3 maggio 1808 di
Goya. “A me la pittura piace tutta”, ha
dichiarato Picasso e numerose nella
sua produzione sono le opere in cui
egli reinterpreta soggetti di suoi illustri
predecessori, ma in Guernica,
attraverso il recupero dell’arte del
passato, pare che il pittore ci abbia
voluto lasciare anche questo
messaggio: tutta la cultura
dell’Occidente viene violentata con
quell’atto brutale, con la barbarie della
guerra.

Pablo Picasso (1881-1973) Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet, 3 marzo-20 agosto 1960 - 1960 - cm 130 x 195 Parigi, Museo Picasso © Succession
Picasso 2008 - Photo RMN / Jean-Gilles Berizzi
Guernica
Guernica
Guernica
Picasso

Picasso spiegato da Philippe Daverio

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