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1.

Ahimè, ora è tempo di grande sofferenza


2. per ogni uomo che ami davvero la giustizia,
3. tanto che mi meraviglio che egli possa in qualche luogo (“u'”) trovare conforto,
4. e che il pianto e il lutto (“corrotto”) non l’abbiano già ucciso (“morto”),
5. vedendo la nobile Firenze sempre florida (granata)
6. e l’illustre tradizione dell’antica Roma
7. che certamente moriranno (“pèr”) – crudeltà davvero ingiusta (“crudel forte villano”)

8. se non vengono al più presto salvate:
9. poiché la sua grandezza ricca e onorata
10. e il suo prestigio sono già del tutto svaniti,
11. e il valore e la potenza si allontanano da lei.
12. Ahimè, quando
13. si è mai sentito di una così terribile rovina?
14. Dio, come hai potuto sopportare
15. che la giustizia soccomba e l’ingiustizia trionfi?

16. Ci fu così tanta grandezza nella (“ella”) ormai decaduta Firenze,


17. finché fu leale verso sé stessa,
18. che aveva il prestigio di una città imperiale,
19. conquistando per mezzo della sua grande potenza
20. molti (“mante”) possedimenti e città, sia vicini che lontani;
21. e sembrava che volesse costituire un proprio impero,
22. come già aveva fatto l’antica Roma, e le era facile
23. riuscirci perché nessuno poteva sconfiggerla.
24. E sicuramente questo ruolo era per lei meritato,
25. perché non si affaticava tanto per il suo vantaggio (“per pro”)
26. quanto per mantenere la giustizia e la quiete (“poso”);
27. e poiché le fu (“folli”) gradito
28. comportarsi in questo modo progredì tanto
29. che non esiste angolo al mondo dove
30. non risuonasse la fama del leone (metafora di Firenze).

31. Ahimè, ormai non è più un leone, perché vedo che


32. gli sono stati strappati le unghie, i denti e il coraggio,
33. e che i suoi più nobili cittadini sono stati uccisi con dolore
34. o crudelmente imprigionati con grande ingiustizia.
35. E chi gli ha fatto questo? Proprio quelli che sono
36. nati e discesi dalla sua nobile stirpe,
37. che sono stati allevati da lui (“il leone-Firenze”)
38. e posti sopra tutti gli altri, collocati in posizione di privilegio;
39. e per la posizione elevata in cui furono messi
40. insuperbirono (“ennantir”) al punto che lo ferirono con un colpo quasi mortale.
41. Ma Dio concesse al leone la guarigione
42. e il leone concesse ai suoi cittadini traditori il perdono;
43. questi lo ferirono una seconda volta, ma lui fu generoso
44. e evitò di ucciderli:
45. ora, infine, hanno conquistato lui e il suo corpo.

46. L’illustre Comune di Firenze è stato conquistato,


47. e ha scambiato i ruoli col Comune senese
48. a tal punto che tutta la vergogna e la rovina che Firenze,
49. come sanno tutti gli Italiani, ha sempre dato a Siena,
50. ora Siena la restituisce a Firenze, togliendole ogni onore e vantaggio:
51. poiché ha sconfitto con la forza Montalcino,
52. ha assoggettato Montepulciano,
53. e dalla Maremma riceve i simboli della sottomissione (“la cervia e ‘l frutto”);
54. Siena ormai considera suoi domìni Sangimignano, Poggibonsi, Colle Val d’Elsa,
55. Volterra e la campagna (“paiese”) circostante;
56. si è impossessata (il “presi” del v. 57) anche dei simboli della potenza fiorentina: la
campana di guerra, gli stemmi di Firenze, le armi,
57. gli onori,
58. con tutti gli aspetti positivi che a questi simboli erano legati.
59. E tutto questo accade
60. a causa di quella famiglia che è la più folle fra tutte, gli Uberti.

61. È folle infatti chi evita il proprio vantaggio e cerca la propria rovina,
62. e fa sì che la propria onorevole condizione diventi vergognosa,
63. e che dalla bella libertà nella quale vive
64. piacevolmente si riduce, con gran suo danno,
65. sotto un dominio crudele e malvagio,
66. e fa diventare suo signore il suo peggior nemico.
67. Parlo a voi che vivete ora in Firenze,
68. dato che ciò che è successo sembra che vi piaccia (“v’adagia”);
69. e poiché avete i soldati tedeschi in città,
70. serviteli bene e fatevi mostrare
71. le loro spade con cui vi hanno ferito il viso
72. e con cui hanno ucciso i vostri padri e i vostri figli;
74. e poiché fare ciò fu per loro
75. molto faticoso è giusto che dobbiate dare loro tanto del vostro denaro (da “è
giusto” ci si riferisce al v. 73).

76. Donate tanto denaro e grandi gioielli


77. ai conti Guidi, agli Uberti e alle altre famiglie
78. che vi hanno portato a tanto onore
79. che Siena ora è in vostro dominio (nota: tutta la frase è ironica, come pure le
successive, ed è da intendersi il significato opposto);
80. adesso Pistoia, Colle Val d’Elsa e Volterra fanno ora
81. sorvegliare le vostre fortezze a loro spese;
82. e il conte Aldobrandino di Soana possiede la Maremma e le sue campagne;
83. Montalcino è così al sicuro da non aver bisogno di mura,
84. Pisa ha timore del castello di Ripafratta,
85. Perugia ha persino paura che le sottraiate il lago Trasimeno,
86. e Roma vuole allearsi con voi.
87. Onore e dominio
88. sembra dunque che abbiate ottenuto e ogni vantaggio:
89. ciò che desideravate,
90. potete fare, cioè essere sovrani dell’intera Toscana.

91. Nobili settentrionali, romani, meridionali,


92. toscani, romagnoli, marchigiani:
93. Firenze, fiore che sempre rifiorisce,
94. vi chiama alla sua corte,
95. perché vuole diventare signora di Toscana,
96. ora che i Tedeschi
97. ha sconfitto con la forza e i Senesi.

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