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Musica e arte:
Ecco la poesia:
L'autunno
(4. Vivaldi)
Celebra il villanel con balli e canti
del felice raccolto il bel piacere
e del liquor di Bacco accesi tanti
finiscono col sonno il lor godere.
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Se, a questo punto, ascolti la prima parte del concerto l'«Autun-
no», non ti sarà difficile individuare questi tre diversi momenti:
l. Ia danza, per il ritmo regolare e pulsante;
2. I'ubriaco, per i ghirigori apparentemente sconclusionati, del
violino;
3. iI sonno, per I'andamento lento e tranquillo.
«L'AUTUNNO»
di A. Viuoldi)
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vtilizza prevalentemen(r' suoni brevi: (gti 1r ) i passi sono corti;
i suoni sono leggcrmente staccati: / i passi sono un poco saltellanti;
il quinto suono è più lungo; c'è un appoggio sul quinto passo;
il quarto suono è accentato: uno slancio sull'ultimo passo breve prima di ri-
cadere sul passo di appoggio:
entra il violino principaler (14-26) l'attenzione si concentra su un danzatore
solista:
violoncello e clavicembalo lo accompagnanoi altri contadini, in secondo piano, gii fanno
corona:
la musica rimane pressoché invariata. il danzatorc ripete (saìvo poche varianti) i movi-
menti che prima venivano fatti da tutti.
una serie di lun§he scale rapide discendenti che scivola piu volte, tende a cadere ma si rialza
terminano su uu.a nota lunga: (4I-43) per poi di nuovo ricadere;
orchestra: 14l-431 altri contadini accorrono per sorreggerlo;
note lunghe; 144-45 e 47-44\ diviene un po' malinconico e implorante;
note rapide legate del violino e note brevi e gira ancora su se stesso e tende a cadere ma gli
staccate dell'orchestra: (45-4a) altri lo sorreggono:
note rapide legate: (49-50) cammina strascicando i piedil
trilli su una scala ascendentel (50-52) si riprende e si tlra su:
il violoncello propone note rapidc che saltano: altri contadini gli saltano intornol
(5O-52)
I'orchestra ripropone il motivo e ritmo iniziali ancora la danza degli altri contadini con dci
con introduzione di varianti; (77-86) passi variati rispetto a1l'iniziot
violino principale con scala ascendente, salti e ancora I'ubriaco che tenta invano di rialzarsi e
nota di appoggio bassa: (87-88) rcsistcrc al sonno:
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finiscono col sonno il lor godere
nota lunga che salc per poi ricadere su I'ubriaco si sdraia, rcspira prolbndamente (qui
ta lunga piu bassa: (89-96) Vivaldi riproducc proprio il ritmo del rcspiro
profondo):
idem: (89-96) piano piano il sonno si impossessa di lui:
le note scendono ora quasi dorme:
nota lunghissima finalmentc dorme; (la nota lunga simboleggia
l'assenza di ritmo. cioè di tempo: il sonno. ir)[at-
ti. è fuori dal tempo e dallo spazio):
gli altri violini (esclusi quindi gli strumenti dai il liuscio delte liondc'degli albcri mosse da una
suoni gravi), propongono un motivo semplice e Ieggera brezza culla dolccmente l ubriaco:
uniformer (97-l05)
riprende il motivo iniziale. (106-115) ora, mentre I'ubriaco dorme beatamente, altri
contadini proseguono la festa,
Torquato Tasso
Litrguaggio
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à
s
Canaletto. Riceaimento
dell' amb as ciat o r e imp erial e
a Palazzo Ducale.
*$:F Vivatdi non era molto stimato dai veneziani suoi contempo-
ranei. ll grande commediografo Carlo Goldoni, che tra l'altro
conobbe personalmente Vivaldi, scrive di lui: oEccellente suo-
nator di violino ma mediocre compositore".
lJn gentiluomo del tempo/ un certo Angelo Coudar, esprime
invece un giudizio piit lusinghiero: «...Tra tutte le musiche da
me udite, le uniche che hanno detto qualcosa di nuovo sono
quelle di un tal Vivaldi veneziano. Egli ha descritto in un gran
concerto di violini le quattro stagioni dell'anno...u
I visitatori illustri di Venezia erano molti, anche ai tempi di Vi-
valdi. E pare che nessuno di loro volesse mancare ai concerti
che si tenevano tutte le domeniche presso i quattro oOspeda-
li, cittadini. Abbiamo così delle testimonianze interessanti, la-
sciateci da questi visitatori. Vediamone qualcuna:
l'inglese.Burney scrive: nAvevano voci d'ange.lo e. suonavano
con perizia qualsiasi strumento. Non so se piit m'abbia incan-
tato l'esecuzione o la composizione,.
ll grande drammaturgo Goethe annota nelle sue memorie:
oNon avevo nessuna idea di voci simili,.
E così il filosofo francese Rousseau che aggiunge: oNon cono-
sco nulla di così voluttuoso, di così commovente come quella
musica",
Un altro francese, un certo Philippe Le Monnier continua: oll
pubblico conosce il nome delle bianche orfanelle celate die-
tro la grata dai viticci d'oro; i loro nomi corrono sulle labbra
lungo le calli'grige. 5i chiamano La Chiaretta, La Zabetta, La
Margherita, La Barbarina, La Padovanina...u.
(*) Presso l'Ospedale della Pietà le esecutrici dei concerti erano separate dal pub-
blico da una grata in legno dorato raffigurante itralci di un albero della vite.
Questa curiosa usanza era stata introdotta sia per dare maggior suggestione alle
esecuzioni musicali, sia per togliere dalla vista degli spettatori Ie figure non sempre
gradevoli delle ragazze che prendevano parte al concerto.
Alcune di queste iagazze, infatti, avevano il viso deturpato dai postumi di malattie
infettive (specialmente vaiolo) che a quei tempi erano abbastanza frequenti, specie
tra gli orfani e gli abbandonati.
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