Sei sulla pagina 1di 5

Citroën BX

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


La Citroën BX è una autovettura prodotta dalla Citroën dal 1982 al 1994 in oltre due milioni di esemplari con carrozzeria berlina di tipo
Citroën BX
fastback o familiare, e dotate di motori ciclo Otto e ciclo Diesel.

Indice
Storia e profilo
Genesi del modello
Debutto
Design e interni
Meccanica e motori Descrizione generale
Evoluzione Costruttore Citroën
La prima serie
La seconda serie Tipo Berlina
Riepilogo caratteristiche principale
La BX 4TC Altre versioni Break
Note Produzione dal 1982 al 1994
Bibliografia Sostituisce la Citroën GSA
Altri progetti Sostituita da Citroën Xantia
Collegamenti esterni
Esemplari 2.315.739[1]
prodotti
Altre caratteristiche
Storia e profilo
Dimensioni e massa
Lunghezza 4230 - 4440 mm
Genesi del modello Larghezza 1670 - 1680 mm
La gestazione della BX ebbe inizio all'inizio del 1977, quando fu avviato il progetto XB, destinato alla realizzazione dell'erede della GS. Di Altezza 1360 - 1380 mm
quest'ultima si volevano mantenere alcune impostazioni generali, come la carrozzeria profilata a due volumi, le ruote posteriori parzialmente
Passo 2665 mm
carenate e naturalmente l'utilizzo delle sospensioni idropneumatiche di tipo autolivellante adattivo semi-attivo, oramai quasi un marchio di
fabbrica per i modelli Citroën di fascia media e alta. Alla Citroën, però, la dirigenza non poté più contare su Robert Opron, già autore della Massa 885 - 1180 kg
stessa GS e di altri modelli. Egli, dimessosi dopo la fusione con Peugeot nel Gruppo PSA, sarebbe approdato alla Renault. Dopo i primi Altro
modelli in scala reale, datati 1977 e molto ispirati alla GS ed anche alla CX, i vertici del Gruppo PSA fecero realizzare nel 1979 anche un Assemblaggio Rennes e Cerizay
prototipo ispirato fortemente alla Peugeot 305 introdotta nel 1977. Ma i risultati non furono affatto convincenti. Ci si avvalse quindi di una (BX Break)
collaborazione esterna, e più precisamente della Bertone, la quale incaricò del lavoro Marcello Gandini, il designer italiano già autore di Vigo, Spagna
vetture come la Lamborghini Countach, la Maserati Khamsin, la De Tomaso Pantera e l'Alfa Romeo Montreal.
Stile Marcello Gandini
L'atelier torinese impose a Gandini di prendere spunto da una concept presentata proprio da Bertone in quel 1977, vale a dire la Reliant per Bertone
FW11, un prototipo (proposto anche per la casa turca Anadol) mai entrato in produzione con il marchio inglese (e neppure con il marchio Stessa Peugeot 405
turco)[2]. Marcello Gandini si ispirò quindi sia a tale prototipo, sia anche ad un successivo prototipo, sempre di Bertone e denominato Volvo famiglia
Tundra e risalente a quel 1979 in cui i lavori di disegno della carrozzeria della futura BX furono affidati a Bertone[2]. Poiché le linee della Auto simili Alfa Romeo 75 e 155
futura berlina francese non si dimostrarono estremamente innovative, l'atelier piemontese scelse di puntare sull'innovazione nella scelta dei Audi 80
materiali. Ed allora, ecco che per la nuova vettura si scelse di realizzare in vetroresina alcuni pannelli della carrozzeria, come l'ampio BMW Serie 3
portellone posteriore, i montanti laterali posteriori ed il cofano anteriore (questo solo su alcune versioni). Tale soluzione è stata voluta per Ford Sierra
almeno due motivi, e cioè per contenere il peso e per garantire un baricentro più basso. Lancia Dedra
Mercedes-Benz 190
Nel frattempo, per quanto riguarda la meccanica, le direttive dei nuovi padroni del marchio francese imposero la rinuncia al tradizionale
Nissan Primera
motore boxer con raffreddamento ad aria in favore delle unità PSA raffreddate ad acqua e già da tempo in forza a diversi modelli Peugeot. I
Opel Ascona e
primi test di tale meccanica vennero condotti su strada utilizzando un muletto con carrozzeria quasi identica a quella della GS. Sempre sul
Vectra
fronte della meccanica, se da un lato si scelse di utilizzare nuovi motori, si decise invece di mantenere la soluzione delle sospensioni
Peugeot 405
idropneumatiche.
Renault 18 e 21
Volkswagen Passat
Debutto
La vettura definitiva venne presentata nell'ottobre del 1982 al salone dell'automobile di Parigi, inizialmente solo con carrozzeria berlina a due
volumi e a 5 porte.

Design e interni
Il corpo vettura a due volumi della BX, sebbene profilato in modo da garantire una sorta di continuità con la GSA (che nel frattempo aveva
sostituito la GS), risultava piuttosto spigoloso ad una prima occhiata, ma in realtà è stato oggetto di studi attenti da parte di Gandini, tanto da
ottenere un Cx lusinghiero per l'epoca, pari a 0.34, un risultato che testimonia la ricerca della massima aerodinamicità in maniera tale da
ridurre i consumi. Le dimensioni sono decisamente superiori a quelle della GSA, tanto che inizialmente quest'ultima non venne sostituita: semplicemente la nuova auto si posizionò a metà strada tra
la GSA e la CX. Il frontale, piuttosto sottile e affilato, è caratterizzato da una calandra liscia con grandi fari rettangolari a sviluppo orizzontale e un paraurti di ridotte dimensioni. Il gruppo fari-
calandra è a sua volta caratterizzato da un'angolatura trasversale che attraversa tutto il frontale. Un'altra particolarità della zona anteriore è data dal parabrezza dotato di tergicristallo monospazzola.
La vista laterale mostra l'impegno profuso da Bertone e Gandini sotto l'aspetto aerodinamico, ma anche una certa continuità con la recente produzione Citroën: fronzoli ridotti all'osso, va notata la
differenza fra la forma trapezoidale dei passaruota anteriori e quella carenata dei passaruota posteriori, quest'ultimo un chiaro richiamo alle altre Citroën pre-PSA. Altre caratteristiche sono le ampie
superfici vetrate e il montante centrale "nascosto" tra le superfici vetrate stesse, in maniera da rendere più snella la vista. La ricerca aerodinamica si nota soprattutto nella zona posteriore, dove il
padiglione scende senza soluzione di continuità fino all'altezza dei gruppi ottici. Qui, la vista laterale permette di notare anche il massiccio montante posteriore con una grigliatura alla sua base. Le
versioni con allestimento TR erano caratterizzate dalla presenza di un terzo finestrino fisso subito prima del montante posteriore stesso. La coda è quindi sprovvista di un terzo volume, ma a
differenza della GS, che non aveva un vero e proprio portellone, la BX invece ne possiede uno assai ampio e pratico, con un ampio lunotto, e che dà modo di accedere ad un grande vano bagagli
della capacità di 444 litri, ampliabile fino a 1.455 abbattendo lo schienale posteriore. I gruppi ottici sono di forma rettangolare, leggermente avvolgenti e suddivisi in plastiche quadrate.

Interiormente si ha un posto guida con quadro strumenti di forma rettangolare che incorpora l'orologio elettrico a led verdi, il tachimetro a tamburo rotante (già utilizzato su GS, CX e GSA, ma che
nelle serie più recenti era stato sostituito con un tachimetro convenzionale) con contachilometri totale e parziale, l'indicatore del carburante, le spie dei servizi e, per la versione 16 TRS, l'indicatore
elettrico di livello olio motore e il contagiri a led a sviluppo orizzontale. La strumentazione è affiancata simmetricamente da due gruppi piramidali, detti satelliti (o sistemi PRN), che raggruppano
tutti i comandi necessari ad azionare l'illuminazione, gli indicatori, i tergilavacristalli e lo sbrinatore. È presente anche un altro elemento tipico di molte Citroën dell'epoca e anche degli anni
precedenti, vale a dire il volante monorazza, qui con un disegno attualizzato.

Meccanica e motori
La BX nasceva su un pianale del tutto nuovo che in seguito sarebbe stato utilizzato anche per un'altra vettura del Gruppo PSA, vale a dire la Peugeot 405, anche se in forma semplificata. Tale
pianale fa uso delle sospensioni idropneumatiche; la geometria dell'avantreno era del tipo MacPherson, mentre il retrotreno era a semiassi oscillanti. L'impianto frenante fa uso di quattro freni a
disco, quando all'epoca era molto più diffuso l'utilizzo di due dischi all'avantreno e due tamburi al retrotreno, mentre lo sterzo era a cremagliera.

Al suo debutto, la BX è stata proposta in tre motorizzazioni:

BX 14: motore XY7 da 1360 cm³ di cilindrata, con alimentazione a carburatore monocorpo e potenza massima di 62 CV;
BX 14E e BX14RE: motore XY6B, anch'esso da 1360 cm³, alimentato con carburatore doppio corpo ed in grado di erogare 72 CV di potenza massima;
BX 16: motore XU52C da 1580 cm³, con carburatore doppio corpo e con potenza massima di 90 CV.
La trazione era anteriore e il cambio era manuale a 4 rapporti sulla versione base da 62 CV, a 5 rapporti sulle altre versioni.

Evoluzione
La produzione viene quindi avviata nel mese di settembre del 1982, già un mese prima della presentazione ufficiale, con il modello BX16 a fare provvisoriamente da versione di punta,
equipaggiabile a richiesta anche con l'aria condizionata. Lo stabilimento di produzione era quello di Rennes-la-Janais. La produzione si articola in due serie comprendenti versioni berlina, break
(familiare) e varianti sportive, con motorizzazioni benzina e diesel: la prima (Serie 1) va dalla presentazione, 1982, fino a giugno 1986, la seconda (Serie 2) da luglio 1986 fino a dicembre 1993 per
le berline e fino al 1994 per le break dopo un totale di 2.315.739 esemplari[1]. Le ultime berline sono state prodotte nel dicembre 1993, le ultime break nel 1994, ma l'ultima BX a essere stata
venduta risale al 1996, fatto che costrinse la casa francese a prorogare fino al 2006 l'obbligo legale di fornire pezzi di ricambio.

La prima serie
Esteriormente gli esemplari di prima serie sono riconoscibili per gli indicatori di direzione anteriori color arancio alti circa la metà dei gruppi ottici
anteriori, per i ripetitori laterali tondi, per gli specchi retrovisori con snodo a sfera e per i copricerchi con settori di colore nero.

Poco dopo l'inizio della produzione nello stabilimento di Rennes-la-Janais, un altro sito venne attivato per la produzione della BX, stavolta a Vigo,
in Spagna.

Nel 1983, si hanno le prime novità: al salone dell'automobile di Francoforte vengono introdotte la BX 19D e la BX 19 TRD, prime BX con motore
diesel, in questo caso un motore XUD aspirato da 1.9 litri ed in grado di erogare fino a 65 CV di potenza massima. Le due differenti sigle indicano
La BX Break lanciata nel 1985
semplicemente il livello di allestimento: il più ricco vanta tra l'altro anche i sedili anteriori regolabili in altezza, il tergilunotto ed i vetri elettrici.
Un'altra novità sta nel leggerissimo incremento di potenza della BX 16, da 90 a 92 CV.

Nel giugno del 1984, la lista optional si arricchisce del nuovo cambio automatico a 4 rapporti, previsto però solo in abbinamento con il motore da 1.6 litri. Tre mesi dopo, a settembre, viene
introdotta la nuova versione di punta, denominata BX 19 GT, equipaggiata con un 1.9 XU da 105 CV e caratterizzata da una dotazione che comprendeva anche il servosterzo e il computer di bordo.
Sempre nel 1984, la BX 16 vide la sua potenza crescere nuovamente, da 92 a 94 CV.

Nel 1985 viene presentata la BX Break, versione giardinetta realizzata da Heuliez, dalla più ampia praticità e dalla più ampia capacità di carico,
salita da 1455 a 1800 litri con lo schienale abbassato. A tale risultato contribuisce anche una lunghezza del corpo vettura cresciuta di 17 cm, nonché
l'ovvio ridisegnamento della zona posteriore. La BX Break è stata inizialmente proposta in abbinamento con tutti i motori tranne quello da 1.4 litri,
ritenuto poco potente per garantire prestazioni soddisfacenti. Sempre nel 1985, la berlina venne proposta nelle serie speciali BX Leader e BX
SPORT. Quest'ultima divenne anche la nuova versione di punta, poiché equipaggiata con il motore della 19GT potenziato per la Citroen dal noto
preparatore e motorista Danielson con 2 carburatori doppiocorpo Solex ADDHE da 40 ad apertura simultanea, nuovo radiatore Chausson in
alluminio, nuova testata in lega leggera completamente ridisegnata, pistoni di nuovo disegno, albero a camme modificato, nuovi collettori di
Vista posteriore di una BX SPORT
aspirazione in alluminio, nuove bielle rinforzate e valvole maggiorate che portavano la potenza massima a ben 126 CV. Tale versione speciale era
dotata di strumentazione con quadranti a lancette, ma anche di parafanghi allargati, minigonne, paraurti, logo posteriore e adesivi specifici e di serie
offriva un equipaggiamento completo: servosterzo, chiusura centralizzata, vetri atermici oscurati, sedile posteriore ribaltabile, cerchi in lega
specifici, 4 appoggiatesta, alettone posteriore in tinta con la carrozzeria, volante dedicato e pomello del cambio con filetto rosso. Prevista
inizialmente in una tiratura di soli 2500 esemplari (come peraltro anche la Leader) la casa ne predispose in seguito altri 5000, per un totale di soli
7500 esemplari prodotti.

La BX SPORT fu proposta inizialmente solo in 2 tonalità di grigio (Gris Perle métallisé, Gris Renard métallisé) poi a partire da luglio 1985 fu
proposta anche in rosso (Rouge Feu), bianco e nero. Solo 200 esemplari di BX SPORT furono destinati al mercato italiano. Oggi è molto rara ed
ambita dagli appassionati e si stima che ne siano rimaste meno di 150 in tutto il mondo. Vista anteriore di una Citroen BX
SPORT
La Leader, verrà riproposta successivamente a più riprese mentre la SPORT non fu più proposta. Sempre del 1985, e più precisamente del mese di
settembre, è la variante Digit della 19 GT, equipaggiata con una strumentazione completamente digitale, autoradio con riproduttore di cassette e
chiusura centralizzata con telecomando.
A novembre 1985 viene presentata la BX 4TC a trazione integrale studiata appositamente per le competizioni e costruita anche in 200 esemplari da strada per ottenerne l'omologazione FISA. Il
propulsore è un blocco da 2141 cm³ con turbocompressore Garrett, intercooler, iniezione Bosch K-Jetronic da 200 CV. Riconoscibile a prima vista per la fanaleria maggiorata, le carreggiate
allargate e il vistoso alettone posteriore. Sul fronte diesel vanno segnalate due novità: l'arrivo della BX 17 D, equipaggiata con il 1.8 diesel aspirato da 60 CV, e l'introduzione del cambio automatico
come optional anche per la BX 19 TRD.

Gli ultimi aggiornamenti della prima serie della BX arrivano nel febbraio del 1986, con l'allargamento della gamma BX Break anche al motore 1.4 da 72 CV con cambio a 5 marce.

La seconda serie
Nel luglio del 1986 la BX viene rinnovata, non più per mano di Bertone, ma dell'allora responsabile del design Citroën, Carl Olsen. Esternamente si
notano gli indicatori di direzione anteriori di colore bianco della medesima altezza dei gruppi ottici, i ripetitori laterali più piccoli di forma quadra,
gli specchi retrovisori con snodo a mantice, i copricerchi di nuovo disegno e nuovi piccoli dettagli di rifinitura. Internamente si trovano un nuovo
cruscotto dalla linea più classica con la sezione centrale che incorpora i comandi di climatizzazione azionati da manopole anziché da levette, un
volante con razza più larga, la strumentazione diviene con quadranti tradizionali a lancette per tutte le versioni e i satelliti cedono il posto a due
convenzionali comandi a leva. Per l'occasione si ha anche la sostituzione della SPORT con la BX 19 GTI da 125 CV, di eguale cilindrata, ma
alimentata a iniezione elettronica e con una finitura estetica paragonabile alla GT. Quest'ultima, dal canto suo, venne sostituita dalla BX 19 TRS, con
lo stesso motore ma con un nuovo allestimento. In diversi mercati furono introdotte anche la BX 16 catalizzata, negli allestimenti RS e TRS; il
catalizzatore venne proposto anche in abbinamento ai motori 1.4 e 1.9 da 105 CV; fu introdotta anche la BX 16 S con motore da 90 CV la BX 15 Una BX seconda serie
RE, spinta da una variante depotenziata del solito 1.6, variante che in questo modello erogava solo 80 CV. Un'altra novità del 1986 fu la BX 16 TRI,
spinta dallo stesso 1.6 ad iniezione da 105 CV montato anche sulla 205 GTI 1.6. Ultima novità riguardò la base della gamma dove venne introdotta
la BX 11 mossa dal 1.1 109/5 della potenza massima di 58 CV; questa versione era disponibile solo in alcuni rari mercati,.

Nel 1987 si ebbe l'arrivo di una nuova versione di punta, la BX 19 GTi 16v, spinta dal 1.9 bialbero da 160 CV, lo stesso della 309 GTI 16v, primo motore francese plurivalvole, se si esclude il 1.8
turbo della 205 Turbo 16. Ma vi fu anche l'arrivo delle BX 19 TD e TZD, che sostituirono rispettivamente la BX 19 RD e TRD e il cui motore 1.9 diesel passò da 65 a 71 CV. Sempre del 1987 è
invece il raggiungimento della milionesima BX prodotta. Intanto la Leader, che doveva essere un'edizione limitata della Serie 1, a dicembre viene proposta sul mercato per la quinta ed ultima volta.

L'anno successivo, 1988, la gamma diesel si arricchisce della motorizzazione turbocompressa da 1769 cm³ con 90 CV che fa registrare consumi inferiori rispetto alle versioni aspirate da 1.9 litri.
Nel secondo semestre dell'anno compare la Olympique equipaggiata con il nuovo motore serie TU 1360 cm³ da 72 CV (come il precedente XY) dotato di un nuovo cambio separato tipo MA con 5
rapporti (4 sulla versione base); tale dotazione meccanica viene estesa a tutte le “14”. Analogamente, anche il motore 109/5 della BX 11 venne sostituito dal motore TU1, sempre da 1124 cm³, ma
con potenza scesa leggermente, da 58 a 55 CV. Tra le versioni speciali abbiamo la BX 16 GTI per il mercato italiano dotata della completa finitura GTI e del propulsore 1580 cm³ con 113 CV
alimentato dall'iniezione Bosch K-Jetronic. Infine, il catalizzatore venne esteso anche al 1.6 depotenziato della BX 15 RE e alla versione di punta, la GTI 16v, che in questo caso vide la sua potenza
scendere da 160 a 147 CV.

Tra la fine del 1988 e la prima metà del 1989 la gamma si arricchisce con l'arrivo della BX 19 4x4, che sfrutta la trazione integrale già applicata su alcuni modelli della gamma 405. Tale modello era
spinto dal 1.9 da 106 CV. A marzo viene commercializzata la versione speciale “Tonic” con motore 1,6 litri e interni in velluto tipo GTI, contemporaneamente vengono modificate le sigle
identificative degli allestimenti: in linea di massima viene aggiunta la lettera T, la R viene sostituita con G e la combinazione TR diventa TZ (per esempio l'allestimento TRS cambia in TZS). Viene
intanto presentata una versione a tiratura limitata di 1000 esemplari basata sulla meccanica diesel da 1,7 litri: è la “Vantage” dal prezzo di acquisto particolarmente conveniente. Dopo l'estate viene
effettuato l'ultimo ritocco estetico: i gruppi ottici posteriori diventano bruniti e vengono montati copricerchi di nuovo disegno. La 4x4 diviene disponibile con alimentazione ad iniezione e
dispositivo ABS di serie.

Nel 1990 la trazione integrale viene proposta sulla BX 19 GTI, ma anche in abbinamento al motore 1.9 diesel; inoltre, si ha l'arrivo di nuove serie
speciali, come la Calanque, equipaggiata da motore 1,1 litri della BX base caratterizzata dalla verniciatura integrale di colore bianco con strisce e
scritte identificative lungo le fiancate, la Image e la Millesime che beneficiano dei sedili e della finitura esterna paragonabile alla GTI. Nello stesso
anno, la BX 16 TRI, la BX 19 4x4 catalizzata e la GTi monoalbero uscirono di produzione. Rimase in listino la BX 4x4 non catalizzata. Basandosi
proprio su quest'ultima il designer svizzero Franco Sbarro costruì una propria versione della BX, denominata Evasion, rielaborandola come una
roadster[3][4][5].
Una BX seconda serie
Dal 1991, con la presentazione della ZX, la gamma BX comincia ad essere ridotta: le versioni di minore cilindrata sono le prime a uscire dal listino
ma per contro, viene introdotta un'ulteriore versione personalizzata, la “Ourane” turbo diesel, con climatizzatore e ABS di serie. Sulla BX Berlina
non viene più montato il terzo finestrino laterale. La gamma BX, dopo tali aggiornamenti, partiva dalla BX 14 TGE catalizzata, unica BX con motore 1.4 rimasta a listino, proseguendo con la 15
TGE dotata del 1.6 da 80 CV e con le versioni 1.6 catalizzate (88 CV) e senza catalizzatore (94 CV). Praticamente invariata la parte alta della gamma.

Durante il 1992 uscirono via via di produzione tutte le versioni sprovviste di catalizzatore, in vista della normativa Euro 1 che sarebbe entrata in vigore a partire dal 1º gennaio dell'anno seguente.
Inoltre esce dal listino la diesel 4x4 e la "Millesime” sostituisce le “TZS” da 1,6 e 1,9 litri.

Il 1993 è l'ultimo anno ufficiale della produzione delle berline, a febbraio esce sul mercato la BX Cottage. A dicembre viene fermata la produzione delle berline, quando i primi esemplari della
Citroën Xantia, modello che sostituisce la BX, sono già sulle strade.

Nel 1994 termina anche la produzione delle break e in Italia si ha l'ultimo “colpo di coda”, probabilmente per facilitare la vendita delle ultime berline disponibili, e viene lanciata la BX Fiorello. Le
ultime break vengono vendute nel 1996.

Riepilogo caratteristiche
Citroën BX (1982-94)

Massa
Cambio/ Accele
Cilindrata Potenza Coppia a Velocità
Modello Allestimenti Carrozzeria Motore Alimentazione Trazione N 0–
cm³ CV/rpm Nm/rpm vuoto max
°rapporti 100 km
(kg)
Versioni a benzina
109/5 Carburatore 58/6250 79/2750 150 17"3
BX 11 - berlina 1124 A M/5 900
TU1/K monocorpo 55/5800 89/3200 154 16"3
Carburatore
- berlina XY 55/5000 103/2500 900 154 18"5
monocorpo
BX 14
Iniezione A M/5
cat. TGE berlina 906 170 13"3
TU3 elettronica 75/6200 109/4000
TE Break indiretta 930 162 12"6
Carburatore
- berlina XY 1360 62/5500 108/2500 A M/4 885 162 14"1
monocorpo
berlina 895 163 13"5
BX 14 E/RE XY6B 72/5750 108/3000
Break Carburatore 940 157 14"
A M/5
berlina doppio corpo 900 167 14"9
TE/TGE TU3A/K 72/5600 111/3400
Break 930 161 15"7

BX 15 berlina 955 165 14"1


RE Carburatore 72/5600 111/3400
cat. Break XU5C 1580 A M/5 995 161 14"8
monocorpo
BX 15 RE/TGE berlina 80/5600 132/2800 950 170 12"6
RS/TRS berlina Carburatore 950 167 14"9
XU5C 75/5600 120/3500
RS Break monocorpo 995 162 16"2
BX 16
1580 A M/5
cat. berlina Iniezione 965 174 12"6
XU5
TGI elettronica 88/6000 128/2700
M3/Z
Break indiretta 1.000 170 13"3
90/6000 128/3500 11"5
950
RS/TRS 92/6000 131/3500
berlina 176 11"3
Carburatore 930
XU2C 94/6000 137/3250
TZS doppio corpo 940 12"4
BX 16 RS 1580 A M/5 995 15"
Break 94/6000 137/3250 170
TGE 990 10"9
TRI berlina XU5J Iniezione 105/6250 134/4000 1.015 185 11"
XU5 elettronica
GTI berlina indiretta 113/6250 131/3000 1.025 194 10"2
JA/K
berlina 1.000 180 14"1
TRI 105/6000 141/3000
Break XU9 1.045 182 10"7
A/4
berlina J1/Z 109/6000 162/3000 1.010
TZI Iniezione 189 10"9
BX 19 Break 120/6000 150/3000 1.072
1905 elettronica A
cat.
indiretta
XU9
GTi berlina 120/6000 150/3000 M/5 1.020 196 10"9
JA/Z
XU9
GTi 16v berlina 147/6400 166/5000 1.056 M/5 215 9"6
J4/Z
GT berlina 1.000
185 10"
berlina 105/5600 162/3000 995
TRS Carburatore
Break XU9 2C 1.035 182 10"5
doppio corpo
berlina 995 187 10"7
TZS 107/6000 163/3500
Break 1.045 184 11"1
Due carburatori
BX 19 SPORT berlina XU9 4C 1905 126/5800 169/4200 A M/5 1.010 195 8"9
doppio corpo
Iniezione
TZI Break XU9 elettronica 123/5500 169/2750 1.045 192 9"1
indiretta
125/5500 175/4500 8"5
GTi XU9 J2 Iniezione 1.025 198
berlina elettronica 123/5500 169/2750 9"8
indiretta
GTi 16v XU9 J4 160/6500 181/5000 1.070 220 8"6
berlina XU9 1905 I M/5 1.120 181 11"9
- Iniezione 109/6000 162/3000
BX 19 Break J1/Z 1.155 178 12"5
elettronica
4x4 cat.
XU9 indiretta
GTi berlina 120/6000 150/3000 1.130 188 12"5
JA/Z
BX 19 berlina Carburatore 1.105 183 10"7
4x4 - XU9 2C 107/6000 163/3500
Break doppio corpo 1.145 180 11"2
GTi berlina XU9 J2 Iniezione 123/5500 169/2750 1.135 192 11"
elettronica
indiretta
Iniezione
elettronica
indiretta +
BX 4TC - berlina - 2141 turbocompressore 200/5250 294/2750 I M/5 1.280 220 7.5
+
intercooler
aria/aria
Versioni diesel
base/TD berlina Diesel aspirato 990 155 17"2
BX 17 D XUD7/K iniezione indiretta 60/4600 110/2000
TGD Break pompa rotativa 1.030 153 19"9

BX 17 D berlina XUD7 1.025 180 10"8


TZD 1769 90/4300 180/2000 A M/5
Turbo Break TE/Y 1.077 174 12"1
Turbodiesel
BX 17 D berlina iniezione indiretta 1.025 180 11"
XUD7
Turbo TZD 90/4300 180/2100
TE/Z
cat. Break 1.070 174 11"5
TRD XUD9A 65/4600 120/2000 157 15"5
berlina 990
TD/TZD XUD9B 71/4600 123/2000 165 16"3
BX 19 D A
RD XUD9A Diesel aspirato 65/4600 120/2000 155 16"3
Break 1905 iniezione indiretta M/5 1.037
TD/TGD XUD9B pompa rotativa 71/4600 123/2000 162 17"

BX 19 D berlina 1.135 157 19"1


- XUD9B 71/4600 123/2000 I
4x4 Break 1.180 154 21"3

La BX 4TC
Nel 1985, la Citroën volle introdurre la BX nel Campionato Mondiale Rally e lo fece realizzando la 4TC, una versione ad alte prestazioni sulla base
della normale BX. Per rendere possibile l'omologazione nel Gruppo B, la casa francese dovette realizzarne 200 esemplari in versione stradale. La
4TC era a trazione integrale e motore anteriore, caratteristica quest'ultima che la rese subito obsoleta e non competitiva. Il suo motore era, nella
versione stradale, un 4 cilindri in linea da 2141 cm³, con alimentazione a iniezione elettronica Bosch K-Jetronic e sovralimentazione mediante un
turbocompressore Garrett T3 coadiuvato da un intercooler aria/aria. La potenza massima era di 200 CV a 5250 giri/min. Il cambio era manuale a 5
marce. Le prestazioni erano: 220 km/h di velocità massima con scatto da 0 a 100 km/h in 7"5.

La versione da competizione era molto più potente, poiché il suo motore da 2.1 litri veniva portato fino a 390 CV a 7000 giri/min. A seconda di vari
altri fattori, come i rapporti del cambio, le prestazioni velocistiche andavano dai 220 ai 280 km/h, con accelerazione da 0 a 100 km/h compresa tra
Una BX 4TC stradale
5"5 e 6".

In realtà la 4TC non ebbe fortuna sul piano sportivo né su quello commerciale: la meccanica delle versioni da corsa si dimostrò infatti piuttosto
delicata e soggetta a guasti. Inoltre, dei 200 esemplari stradali, ne furono venduti solo 86, mentre i restanti vennero successivamente distrutti dalla stessa Citroën.

Note
1. Citroën BX -1982, su citroenorigins.it. URL consultato il 23 marzo 2017.
2. (EN) Projet XB - Citroën BX prototypes, su citroenet.org.uk. URL consultato il 16 marzo 2017.
3. ^ (FR) Sbarro BX Evasion, 1990, su sbarro.phcalvet.fr. URL consultato il 16 marzo 2017.
4. ^ Sbarro Citroën BX Evasion, su citroenet.org.uk.
5. ^ Citroen BX Evasion Sbarro, su club.caradisiac.com.

Bibliografia
Quattroruote Passione Auto - Citroën 1919-2006 La storia e i modelli, AA.VV., Editoriale Domus

Altri progetti
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o altri file su Citroën BX (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Cit
ro%C3%ABn_BX?uselang=it)

Collegamenti esterni
Sito ufficiale del RIASC, Registro Italiano Auto Storiche Citroen, su riasc.it.
(FR) Club europeo dedicato alla BX, su bxclub.online.fr.
(EN) Citroën BX 1982 - 1994, su citroenet.org.uk.

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Citroën_BX&oldid=106906249"

Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 1 ago 2019 alle 08:06.

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.

Potrebbero piacerti anche