scannagattiana
serenata
balbetta
che bello
smartlacaning
teneva a mente mentre faceva sesso
con sicumera tardadolescenziale
formule in cui sussumere l'amplesso:
immaginario, simbolico o reale?
promesse di rinascita
siate congiunti:
consentito è il consenso
autocertificazioni (kafkiana)
mala pianta e insidiosa, insulsa
specie del pensiero, senno del prima
(mezzititoli da grattare, semiconcorsi
incombono, nessun sussidio
per i posteri).
bella presa fa da sé sulla realtà
la correggia del padrone
m.m.
sim-plicitas
le parole passano sempre di corsa e raramente si fidano di chi le pronuncia, dice giustamente Enrico De Vivo. Ma
se provassimo ad accarezzarle, a farle rallentare, a tenercele vicine, non potrebbe partire da lì una bella
passeggiata walseriana à reculons dal linguaggio a una voce umana?
archiloco, rivisitato
A)
B)
non so fare di conto e afono canto
la liturgia precaria del disfare
il racconto illeggibile l'incanto
che è solo attesa, erba che cresce, e mare
teneva a mente mentre faceva sesso
Prex (vocativo)
Impara l’arte
E declamala ‘a parte’
La sensazione d’aver trovato quel che non va cercato, e che non va cercato perché semplicemente
esige di farsi trovare
tra il fuori e il dentro, tra il dentro e il fuori, entrare e uscire e rientrare e riuscire, a festare
c'è chi vive di disappunto e chi vive di contrappunto: a ciascuno la sua fuga
Nel giorno dei funerali di Elsa Morante, un poeta restò in casa ad ascoltare il ‘molto adagio’ di uno
degli Ultimi Quartetti. Come nel Doktor Faustus, ogni congedo è un gesto che ha la sua partitura.
SECONDO, VIDEO
Compilante mi desto
in un liquame onesto
(compilazione da Manganelli)
si dispongono a schiera
in esodo dal cuore
gli stemmi del dolore
meglio se ti trattieni
(ho l’horror pleni)
purgatoriale
(e ho l'horror pleni)
Notte
senza parlare
di rime usuali
in -are
Notte
senza rumore
di trite rime
in –ore
VIAGGIO DI UN POETA
si professò antilirico
si ritrovò ombelirico
l’invisto invisitabile
si rivelò assai amabile
per acquisire (custodire) quella grazia molto di sé deve aver sperperato (dissipato)
(ispirato da Tomasi di Lampedusa via Geppino)
NUOVA INNOCENZA
(a Claudio Magris, che mi perdonerà)
.
Parole agglutinate
masticate veloci
sperpero di precoci
voci disincarnate
(per Lorena)
E se lo chiami limite
è un’immagine il mare
verticale custode
del limbo
dove resta sorpresa
una prossima volta
lontana – ma tu arrivi
anche senza partire, vieni e vai
nell’attesa.
E abbandonata, fiorisci.
definitiva palus
compilante m’attesto
(in un liquame onesto)