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GIUSEPPE PARINI.

Giuseppe Parini nacque nel 1729 a Bosisio, in Brianza, da una famiglia di commercianti di seta. Si
trasferisce a Milano dove una parente finanzia i suoi studi. Questa gli lascia una reddita annuale a
patto che continui a studiar e diventi un sacerdote. Nel 1753 Parini entra nell’Accademia dei
Trasformati, un gruppo di intellettuali che discutevano i temi più vivi della cutura contemporanea.
Per 8 anni diventa precettore dei figli di Serbelloni; con questo lavoro entra per la prima volta in
contatto con l’aristocrazia, una classe sociale caratterizzata da una certa vacuità, viene considerata
una classe parassitaria perché in decadenza (che non lavora). Questa classe divenne il bersaglio
politico della sua opera maggiore. Parini decise di uscire da quella casa nobiliare dopo aver assistito
ad un gesto che aveva sentito come un’offesa personale, lo schiaffo dato dalla duchessa alla figlia di
un dipendente; quel gesto colpiva in una persona tutta la classe dei sottomessi e dei poveri.

IL GIORNO è la sua opera più importante. Comincia a lavorare nel 1760 alla stesura dell’opera.
Viene pubblicata nel 1765. La prima parte di questo poemetto, intitolata “Il Mattino”, uscì nel 1763
e la seconda parte “Il Mezzogiorno”, uscì due anni dopo, mentre le ultime due parti, “Il Vespro” e
“La Notte”, non furono mai pubblicate dal poeta poiché non condusse a termine la revisione di tutto
il poemetto. Il poeta lavora per circa 40 anni su questi testi. Il Giorno è un componimento scritto in
endecasillabi sciolti (tipo di verso che si nato nel ‘500 e dffuso nel ‘700), che mira a rappresentare
in modo satirico l’aristocrazia decaduta di quel tempo. In quest’opera l’autore si finge precettore di
un “giovin signore” per insegnargli il modo migliore di trascorrere la sua giornata. Parini utilizza
l’Antifrasi: il poeta fa ironie sulle attività del giovin signore, le presenta come grandi attività
eroiche, le rende ridicole e finge di approvare lo stile di vita del giovane.

DIALOGO SULLA NOBILTA’. Quest’opera mette in luce le idee illuministe di Parini ed è


considerata importante perché presenta alcuni temi che verranno ripresi nel “Giorno”. Inizia la
stesura nel 1757 e viene pubblicata postuma. Si tratta di un breve dialogo immaginario che vede
come protagonisti il Poeta e un Nobile, i quali si ritrovano a condividere la stessa tomba. All’inizio
il Nobile borioso disprezza la miseria e il Poeta e pretende che egli riconosca la sua superiorità, ma
Parini gli dimostra che la nobiltà non significa nulla, se non ricordare a memoria i nomi degli
antenati ed ottenere un’adulazione interessata. Alla fine il Nobile perde tutte le sue certezze e anzi si
rammarica di non aver conosciuto in vita il Poeta, il quale gli avrebbe evitato di vivere secondo i
pregiudizi del suo ceto. L’incipit è giocoso, ricco di battute, a volte anche macabre. Nella seconda
parte il tono si fa più serio. Il Poeta dimostra al nobile che la vera nobiltà è quella dell’anima.

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