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LINGUAGGIO.
SUGGERIMENTI E PROPOSTE”
Indice
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Università Telematica Pegaso Favorire lo sviluppo corretto del linguaggio.
Suggerimenti e proposte
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Gosciu G., Pratelli M., L’insegnante specializzato, Editrice Tresei Scuola, Ancona 2000.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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Suggerimenti e proposte
Per consentire che si possa realizzare e favorire l’imitazione bucco- fonatoria è preferibile:
È necessario che in questa fascia di età si presti attenzione ad aspetti come la localizzazione
degli apparati che producono la voce, ciò è utile soprattutto se vi è un sospetto di ipoacusia
infantile. È importante in caso di sordità infantile far percepire al bambino in qualunque modo le
vibrazioni prodotte dagli organi vocali durante il parlare3.
Gli apparati che producono la voce possono essere localizzati dal bambino se:
vocalizziamo e portiamo la mano del bambino sulla gola e sulle labbra e se guidiamo le sue
dita ad accarezzare le parti che vibrano;
ci disponiamo di fronte al bambino, con il viso abbastanza vicino e facciamo vibrare le labbra
consentendo al bambino poi di toccare con le dita le parti che vibrano;
lodiamo il bambino quando cerca di imitarci ;
2
Gosciu G., Pratelli M., op.cit.,p.3.
3
Vitale C., I percorsi dell’Educazione Speciale: Teoria e prassi nella Scuola dell’autonomia, Edisud, Salerno 2001.
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insegniamo al bambino come far vibrare le labbra muovendo le nostre dita sulle sue4.
4
Gosciu G., Pratelli M., op.cit.,p.3.
5
Ibidem .
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In questo periodo il bambino inizia ad emettere le prime lallazioni e le prime sillabe vocali e
consonantiche, per consentire il normale sviluppo di questa fase è indispensabile favorire
l’imitazione bucco-fonatoria.
L’imitazione bucco-fonatoria può essere favorita da atteggiamenti come:
associare fonemi che il bambino produce a una attività motivante;
posizionarsi di fronte al bambino per mettere in evidenza la rima buccale;
far in modo che le vocali siano pronunciate singolarmente, a gruppi di due e tutte assieme;
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pronunciare le sillabe uguali più volte e poi variarle proponendole a gruppi di due;
pronunciare sillabe e vocali variando l’intensità;
lodare sempre il bambino ogni volta che mima i suoni e le sequenze delle sillabe.
Così facendo, il bambino ripetendo sempre più spesso sequenze identiche di suoni, compone
casualmente delle parole; in questi momenti è fondamentale che si associ immediatamente l’oggetto
a cui si riferisce, non solo per mostrare la nostra approvazione ai suoi tentativi ma soprattutto per
dimostrargli che comunichiamo attraverso uno stesso codice.
L’intento comunicativo verbale inizia dai primi abbozzi di parola che il bambino mette a
punto, anche perché le parole in questo specifico momento hanno un alone semantico ampio e
rappresentato delle vere e proprie frasi.
In questa fase è necessario cercare di evitare l’uso dei vezzeggiativi , perché esso può
confondere il bambino. Tale confusione si innesca perché le parole possono risultare lunghe e si
discostano dal modello originale. Bisognerebbe evitare frasi del tipo : “ Ora mettiamo le pappine”
intendendo per “pappine le scarpe”.
Se il bambino chiama le scarpe “pappine”, non dobbiamo imitarlo pensando di compiacerlo.
Il bambino ripete quello che sente già a partire da questa età e pertanto deve abituarsi a
chiamare le cose con il loro nome, è in questo modo che lo si aiuta a comprendere il linguaggio
degli altri e a strutturare nella maniera più adeguata il suo modo di parlare.
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È necessario invogliare il bambino a parlare e stimolarlo a chiedere, solo così potrà elargire
il suo bagaglio lessicale. Si può favorire la produzione verbale insegnando al bambino a
domandare usando la forma verbale piuttosto che l’indicazione gestuale. Quando il bambino vuole
qualcosa e la indica con il solo gesto, all’inizio non bisogna dimostrare di averlo compreso. Per
stimolarlo a parlare si deve provare a ripetere chiaramente il nome dell’oggetto e osserviamo la sua
espressione, sicuramente ci mostrerà la sua approvazione con un cenno del capo o omettendo suoni,
ma anche se non ci risponderà in alcun modo è opportuno ripetere la parola più volte.
Dopo alcuni tentativi possiamo consegnargli ciò che ha chiesto ma dobbiamo ripetere ancora
una volta il nome dell’oggetto.
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Gosciu G., Pratelli M., op.cit.,p.3.
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Suggerimenti e proposte
Verso i cinque anni di età il linguaggio del bambino viene interiorizzato per favorire il
funzionamento del pensiero creativo7.
Per interiorizzare il linguaggio è opportuno rinforzarne l’uso, è importante per questo,
incoraggiare il bambino ad utilizzare il linguaggio per esprimere i suoi sentimenti, idee, sogni e
paure. Spesso i bambini hanno difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che provano, con il
linguaggio si possono spiegare molte paure , esprimere sensazioni che in altro modo potrebbero non
emergere. L’adulto deve commentare le azioni e i discorsi del bambino riguardo ai propri
sentimenti, evitando però la formulazione delle domande dirette.
È necessario imparare ad ascoltare il bambino quando si rivolge all’adulto, spesso gli adulti
quando sono impegnati non rispondono in maniera esauriente alle richieste verbali del bambino: in
questo modo si perdono molte opportunità.
In questa fase di età è importante aiutare il bambino a perfezionare la struttura della frase
attraverso l’insegnare a descrivere l’uso delle cose che gli si presentano nell’esperienza quotidiana
per stimolarlo ad utilizzare la forma verbale più adeguata quando formula una richiesta. Per
raggiungere il perfezionamento della frase potrebbe essere utile insegnare a classificare gli oggetti e
le cose in base a più attributi perché impari a denominarli in modo adeguato e a descriverli nelle
loro caratteristiche: oggetti pesanti, leggeri, piccoli, grandi animali feroci, domestici.
Quando un bambino modifica una parola probabilmente non ha chiaro l’uso della parola
stessa: esempio “Perché non mi dicete cosa mangiate?” bisognerebbe evitare correzioni dirette del
tipo : “non va bene dicete, si deve dire dite”. Per il bambino tale spiegazione non è sufficiente , se
invece gli forniamo l’esempio corretto, è probabile che lui si accorga dell’errore e cerchi di imitarci.
Dobbiamo però, aiutarlo a comprendere il significato della parola. Bisogna insegnargli il verbo
DIRE in un contesto di gioco che coinvolga i suoi personaggi preferiti8.
7
Fernandez F.A., Il talento creativo, tratti e caratteristiche del genio, Edizioni Dedalo, Madrid 1996.
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Gosciu G., Pratelli M., op.cit.,p.3.
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Ascoltiamo il silenzio.
Per apprendere ad ascoltare, i bambini devono sfruttare tutte le loro capacità di ascolto. In
questo gioco facciamo sperimentare cosa si sente quando ci tappiamo le orecchie. Ascoltiamo il
silenzio: è fatto di piccoli suoni, così deboli, che non tutti riescono a sentirli. È interessante scoprire
quali e quanti rumori si possono identificare: si scrive sulla lavagna i suoni e i rumori che ognuno
sente e verifichiamo se tutti li hanno percepiti, ed alla fine andiamoli a cercare.
È importante far comprendere che ogni interferenza può compiere un’alterazione delle
possibilità di udire e riconoscere un suono.
Evidenziamo che con le orecchie tappate, i suoni-rumori ci arrivano ovattati, ma se
liberiamo un orecchio, le percezioni sonore si fanno più chiare. Quindi incitiamo i bambini a
studiare il silenzio, senza bloccare o limitare l’entrata del suono. Invitiamo i bambini ad ascoltare
cosa raggiunge le nostre orecchie. Scriviamo sulla lavagna i suoni-rumori percepiti, verifichiamo se
tutti li hanno uditi e quindi andiamoli a cercare.
Questo gioco stimola l’attenzione all’ascolto, facendo scoprire le sensazioni che suscita il
suono. I bambini hanno, generalmente, buone capacità di ascolto, ma non sempre sono sfruttate
nella maniera corretta e migliore.
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Tanti rumori.
Procuriamoci alcuni fogli di giornale, un palloncino gonfiato, un bel barattolo di vetro pieno
di pastina, due bicchieri di vetro e un registratore.
Precedentemente si dovranno registrare i rumori degli oggetti proposti all’insaputa dei
bambini.
L’insegnate deve invitare i bambini a rumoreggiare con gli oggetti per prendere
dimestichezza con le sensazioni che i rumori producono, poi deve invogliarli a parlare di queste
sensazioni perché siano capaci di differenziarle.
A questo punto del gioco si fa entrare in gioco il registratore, l’insegnante deve far ascoltare
i rumori registrati uno per volta, e i bambini devono identificare l’oggetto che li ha prodotti.
Il bambino conosce il rumore, lo distingue dagli altri che ha di fronte , poi lo ascolta e lo
differenzia in base ad una sensazione che ha memorizzato.
Si possono proporre a questo punto esecuzioni e ascolto di altri rumori scelti dal bambino,
individuati nell’ambiente, creati artificialmente sempre con una tecnica dell’ascolto tramite il
registratore.
Per il bambino la realizzazione dei fonemi vocalici è facilitata perché i movimenti delle
labbra sono ben visibili e l’uso della lingua non è richiesto. Con le vocali possiamo creare divertenti
attività- gioco in cui il bambino esercita la mobilità delle labbra, controlla la respirazione ed impara
a simbolizzare i suoni a livello corporeo.
Il serpente
I bambini si siedono formando un serpente, uno di loro rappresenta la testa , l’atro la coda: il
bambino che sta in testa comincia a produrre una vocale facendola durare a lungo, mentre ciò
avviene anche gli altri bambini vocalizzeranno uno alla volta fino all’ultimo bambino.
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In questo modo potranno scoprire che un suono può durare a lungo. Modificando il gioco si
potrà richiedere ai bambini di pronunciare il suono a scatti brevemente o alternando i suoni lunghi a
quelli brevi10.
I pagliacci
I bambini dovranno sperimentare i diversi gradi di apertura e chiusura delle vocali, tutti
insieme con le vocali E ed I proveranno a stirare al massimo le labbra, con le vocali O ed U
cercheranno di raggiungere la massima chiusura e con la vocale A apriranno la bocca il più
possibile : realizzando i suoni in tal modo potranno identificare i differenti punti di articolazione ed
impareranno a distinguerli11.
10
Gosciu G., Pratelli M., op.cit.,p.3.
11
Gosciu G., Pratelli M., op.cit.,p.3.
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