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LA DESTRA E LA SINISTRA HEGELIANA

Hegel muore alla fine del 1831. Poco dopo la sua morte, i suoi discepoli (i vecchi e i giovani hegeliani) si
divisero in due gruppi che entrarono in forte dissidio sia per quanto riguarda le concezioni politiche sia per
la questione religiosa. David Strauss chiamò nel 1837, queste due correnti della Scuola hegeliana: Destra e
Sinistra.

 Oltre alla Destra e alla Sinistra storica, si formò anche un altro gruppo: gli irrazionalisti, ossia gli
oppositori di Hegel: Shopenhower e Nietzsche.

CONSERVAZIONE O DISTRUZIONE DELLA RELIGIONE?


Hegel affermò che la religione e la filosofia esprimono il medesimo contenuto in due forme distinte: la
prima nella forma della rappresentazione e la seconda nella forma del concetto. A causa di questa dottrina
ambigua ci furono coloro che iniziarono a concepire la filosofia come conservazione della religione e
coloro che concepirono invece la filosofia come distruzione della religione (secondo questi ultimi, la
filosofia non è adeguata a esprimere la verità).

Il cristianesimo è compatibile con la filosofia hegeliana? Questo è il problema fondamentale sul quale si
scontrano e si dividono i discepoli di Hegel:

• La destra hegeliana interpretò il pensiero di Hegel come sicuramente compatibile con i dogmi del
Cristianesimo (conservare la religione per conservare lo stato).

• La sinistra hegeliana, invece, sostenne l’inconciliabilità tra filosofia hegeliana e Cristianesimo.

La destra hegeliana è stata definita come la Scolastica dell’Hegelismo, giacché, alla stessa maniera in cui la
Scolastica medioevale aveva usato la ragione aristotelica per giustificare e difendere la verità religiosa, così
la destra hegeliana usa la ragione hegeliana per giustificare e difendere gli stessi dogmi centrali del
Cristianesimo, come quelli dell’incarnazione e dell’immortalità dell’anima.

La critica alla religione sfocerà invece nei giovani della Sinistra in una critica della politica. La questione si
accentuerà in un secondo momento con Marx.

SITUAZIONE POLITICA
Per quel che concerne la situazione politica:

• la Destra hegeliana (conservatrice) sostenne che lo Stato prussiano doveva esser visto come il
punto di approdo della dialettica, come la massima realizzazione della razionalità dello spirito.

• La Sinistra hegeliana (rivoluzionaria), invece, invocò la teoria della dialettica per sostenere che
l’arresto ad una configurazione politica non era possibile e che la dialettica storica doveva negarla per
superarla e realizzare una più alta razionalità.

LEGITTIMAZIONE O CRITICA DELL’ESISTENTE?


La Destra assunse un atteggiamento giustificazionistico e conservatore nei confronti dell’esistente,
sostenendo l’identità ontologica tra realtà e ragione. La Sinistra, ammettendo che non tutto ciò che esiste è
di fatto razionale, finì per concepire la filosofia come critica dell’esistente, ovvero come un progetto di
trasformazione rivoluzionaria delle istituzioni politiche.

LUDWIG FEUERBACH
Feuerbach nacque nel 1804 in Baviera e morì nel 1872. Scolaro di Hegel, egli si vide troncare la carriera di
docente a causa dell’ostilità incontrata dalle sue idee sulla religione, esposte in uno dei suoi primi scritti
“Pensieri sulla morte e l’immortalità”. Si ritirò in solitudine e continuò i suoi studi. Feuerbach si allontanò
categoricamente dall’hegelismo, e tale distacco è possibile notarlo nell’opera “Critica alla filosofia
hegeliana”. Intanto iniziò a pubblicare le sue prime opere, tra cui “L’essenza del Cristianesimo”, “L’essenza
della religione” e “Teogonia”.

IL ROVESCIAMENTO DEI RAPPORTI DI PREDICAZIONE


La filosofia di Feuerbach si muove dall’esigenza di cogliere l’uomo e la realtà nella loro concretezza, e ha
come presupposto principale la critica all’ideologia idealistico-religiosa. Tale approccio consiste in uno
stravolgimento dei rapporti esistenti tra soggetto e predicato. Ad esempio, mentre nella realtà effettiva
l’essere si configura come il soggetto originario, di cui il pensiero è predicato, nell’idealismo di Hegel,
l’essere si configurava come predicato e il pensiero come soggetto. Detto in altre parole, l’idealismo offre
una visione rovesciata delle cose; da ciò, il programma di Feuerbach di rovesciare i rapporti di predicazione
ossia, invertire il rapporto tra soggetto e predicato.

LA CRITICA ALLA RELIGIONE


Feuerbach afferma che non è Dio ad aver creato l’uomo, ma l’uomo ad aver creato Dio. Dio infatti,
secondo il filosofo, non è altro che la proiezione illusoria di alcune qualità umane, in particolare delle
perfezioni caratteristiche della nostra specie, ossia: ragione, volontà e cuore. Pertanto, il mistero della
teologia non è altro che l’antropologia. E la religione, in quanto antropologia capovolta costituisce la
prima autocoscienza dell’uomo.

COME NASCE NELL’UOMO L’IDEA DI DIO?


• Talvolta, Feuerbach tende a porre l’origine dell’idea di Dio nel fatto che l’uomo, a differenza
dell’animale, ha coscienza di sé non solo come individuo ma anche come specie. Mentre come individuo si
sente debole e limitato, come specie si sente onnipotente. Da ciò la figura di Dio, la quale non è che una
personificazione immaginaria delle qualità della specie.

• Alle volte (nella Teogonia in particolare) Feuerbach tende a scorgere l’origine dell’idea di Dio
nell’opposizione tra volere e potere, che porta l’individuo a costruirsi l’immagine di una divinità in cui tutti i
suoi desideri siano realizzati. (L’uomo vuole fare tante cose, ma non può fare tutto).

I greci avevano divinità limitate perché i loro desideri erano limitati. I desideri dei cristiani sono senza limiti
perciò la loro divinità è infinita e onnipotente.

• Dal sentimento di dipendenza che l’uomo prova di fronte alla natura e che lo ha spinto ad adorare
le cose senza le quali non potrebbe esistere: luce, acqua, aria e terra.

ALIENAZIONE E ATEISMO
Qualunque sia l’origine della religione, è comunque certo che essa costituisce una forma di alienazione,
dove con tale termine il filosofo intende quello stato per cui l’uomo “scindendosi”, proietta fuori di sé una
potenza superiore (Dio) alla quale si sottomette. Ma se la religione è frutto di un’alienazione in virtù della
quale l’uomo quanto più pone in Dio più toglie a se stesso, l’ateismo si configura come un atto di onestà
filosofica e come un vero e proprio dovere morale. E’ arrivato il momento che l’uomo recuperi in sé ciò che
ha proiettato fuori di sé. Detto in altre parole, ciò che nella religione è soggetto deve diventare predicato.
Quindi non si può affermare che Dio è sapienza, volontà e amore, ma al contrario, sono la sapienza, la
volontà e l’amore umano a essere divini. Di conseguenza, il compito della filosofia non è più quello di
risolvere l’uomo in Dio (porre il finito nell’infinito), ma quello di porre l’infinito nel finito, ossia Dio
nell’uomo. Ciò fa sì che l’ateismo di Feuerbach sia positivo, in quanto trasporta nell’uomo tutto ciò che si
credeva di Dio.

LA CRITICA A HEGEL
Se la religione è un’antropologia capovolta, l’hegelismo è una teologia mascherata o razionalizzata, poiché
individua in essa nient’altro che una trasposizione filosofica della religione cristiana. L’idea o lo spirito di
Hegel, secondo Feuerbach, non è altro che un fantasma di noi stessi, ossia il frutto di un’astrazione
alienante. La critica a Hegel, come abbiamo potuto notare, corrisponde alla fondazione di una nuova
filosofia incentrata sull’uomo.

UMANISMO E FILANTROPISMO
La nuova filosofia di Feuerbach, o “filosofia dell’avvenire” ha la forma di un umanismo naturalistico
(umanismo perché l’uomo diventa l’oggetto del discorso filosofico e naturalistico perché fa della natura la
realtà primaria da cui tutto dipende). Il nucleo di questo umanismo è costituito dal rifiuto di considerare
l’individuo come astratta spiritualità; l’uomo è dunque inteso come un essere “di carne e di sangue”,
condizionato dal corpo e dalla sensibilità. E’ da notare che per Feuerbach, la sensibilità presenta una
valenza pratica, come dimostra il suo legame con l’amore, ossia quella passione fondamentale che fa
tutt’uno con la vita. L’amore è la passione che ci apre verso il mondo. Ammettere che l’uomo è bisogno,
sensibilità e amore, equivale ad ammettere la necessita degli altri, ossia il fatto che “ L’IO NON PUO’ STARE
SENZA IL TU”. Da ciò, il comunismo filosofico di Feuerbach, ossia la dottrina dell’esistenza sociale
dell’uomo. Da questo capiamo che la filosofia di Feuerbach sfocia in un vero e proprio filantropismo:
dall’amore per Dio all’amore per l’uomo, dalla fede in Dio alla fede nell’uomo, dalla trascendenza
all’immanenza.

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