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BREVE STORIA
DELL 'INSURREZIONE
DI GENOVA
v EDIZIONE
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rante il periodo badogliano, si erano collocate nei
punti strategici più importanti, sulle alture che
circondano Genova, e avevan? occupato le posi-
zioni migliori del porto.
Giunse, la sera dell'8 settembre, la notizia del-
l'armistizio. Il Comitato si poneva a disposizione
del prefetto Letta, per qualsiasi evenienza; la
mattina del 9, i membri del C.L.N. si recavano
personalmente all'albergo Bristol dal prefetto, ma
ormai non c'era più nulla da fare. Gli avvenimenti
precipitavano. I reparti germanici sfilavano can-
tando in via XX Settembre, mentre lunghi convo-
gli di autocarri, carichi di prigionieri dell'esercito
regio, si avviavano ai campi di concentramento.
Nella notte fra 1'8 e il 9 settembre, i tedeschi
si erano impadroniti della città, del porto e delle
alture circostanti. Mentre i tedeschi mettevano in
atto i loro piani, da gran tempo predisposti, i no-
stri soldati, senza alcuna consegna, bighellonava-
no sino a tarda sera in libera uscita. Facile riusciva
ai germanici disarmarli e catturarli. Il popolo di-
seducato e impreparato, anziché combattere, si
era abbandonato a intempestive manifestazioni
di gioia. Cominciava un triste periodo della nostra
., storia. Triste, ma non disonorante, perché, accan-
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continuare la loro opera, sia pure attraverso diffi- ~
coltà inimmaginabili, fino al momento della in~ur-
rezione finale.
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Intanto il Comando Militare Regionale ave-
va fatto interrompere -mediante l'abbattimento
di pochi pali a traliccio -la circolazione ferrovia-
ria in tutta la Liguria e verso il Piemonte, con il
conseguente impedimento dei movimenti ferro-
viari da parte delle truppe germaniche in ritirata.
Per la trazione a vapore, il Comando aveva da
tempo provveduto a far smontare dal maggior nu-
mero possibile di' locomotive alcune parti essenzia-
li (bielle, valvole, ecc.) al doppio scopo di impedi-
re al momento critico l'effettuazione di treni a va-
pore e di evitare la cattura delle macchine da parte
dei tedeschi. Infatti, quando questi ultimi richie-
sero le locomotive, esse non poterono venir utiliz-
zate, né asportate.
I vari Comandi tedeschi, che avevano, tra l'al-
tro, commesso l'errore di mandar via preventiva-
mente i loro uffici e i bagagli, si trovarono isolati
nei posti di comando e perciò completamente sor-
presi e disorientati. Essi infatti avevano: i colle-
gamenti telefonici tagliati; le strade ordinarie bloc-
cate; le ferrovie che non funzionavano. Erano per-
ciò impossibilitati ad attuare il loro piano di riti-
rata verso il Piemonte.
..Nella notte fra il 23 e il 24, qualche colonna
tedesca era riuscita a uscire dal centro della città,
ma in essa rimaneva ancora il grosso delle forze.
Durante la mattinata, altre colonne tentavano di
avviarsi verso la Valle del Polcevera, ma si trova-
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con decreti apocrifi del C.L.N., inventati lì per li ..
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La sera del 24 si chiude in un'atmosfera di
tragedia. A dire il vero, la guerriglia nel centro del-
la città -che, volta a volta, aveva avuto come
epicentri piazza De Ferrari, piazza Portello, Ca-
stelletto, Pre, San Nicola, piazza dei Grattaceli -
si poteva dire terminata. Ma nuclei di resistenza
nemici permanevano all'Istituto Idrografico della
Marina, in piazza Principe, a Di-Negro, in Albaro,
in via Giordano Bruno; in mano nemica erano
tutto il porto, il piazzale della Camionale, la for-
tezza di San Benigno e Belvedere; a ponente resi-
stevano le pericolose batterie di Arenzano, nuclei
di fanteria nel centro di Voltri, all'Ilva di Prà,
nella munitissima Villa Raggio e a Coronata
(queste due ultime posizioni sbarravano la strada
fra la zona occidentale e la città); in VaI Polcevera
nuclei nemici presidiavano ancora alcune gallerie
della camionale, e alcune alture a San Quirico
e alla Murta; a levante i tedeschi difendevano
strenuamente il ponte di Sturla, la Villa Eden di
Nervi e le batterie pesanti di Monte Moro.
Se tutte queste forze, numerose e soprattutto
bene armate, con diversi cannoni e moltissime mi-
tragliatrici, avessero concertato un piano d'intesa
e si fossero riunite; se le forze tedesche della cam-
pagna avessero combinato un'azione concentrica,
se le forze provenienti dalla Spezia e dirette a Ge-
nova (grossi elementi di unà divisione erano già
segnalati a Chi avari) si fossero congiunte con i
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presìdii della città, avrebbero potuto schiacciare la ~
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Pomeriggio.
A mezzogiorno del 25, rimanevano in mano
tedesca alcune posizioni sulla camionale nella VaI
Polcevera, la stazione Principe e il monte che la
sovrasta, la fortezza di San Benigno, ij porto, al-
cune strade e piazze sulla collina di Albaro, il pon-
te di Sturla, l'albergo Eden di Nervi, Monte Moro
e le sue pesanti batterie.
La situazione rimaneva precaria. I partigiani,
per quanto tutti ne parlassero, non si vedevano an-
cora. Il Comitato e il Comando ben sapevano che
essi erano migliaia e bene armati sui monti, ma sa-
pevano anche che difficili erano i collegamenti e
non brevi sarebbero risultate le operazioni di rac-
colta per la discesa in città.
I tedeschi, peraltro, temevano con ossessionela
calata dei partigiani. Avevano già conosciuto, nei
cosiddetti rastrellamenti, i baldi giovani di Bisa-
gno, di Scrivia, di Boro, di Minetto e di cento altri,
e paventavano di doversi trovare ancora una volta
di fronte a loro.
Da Savignone, dove era il suo Quartier Ge-
nerale, il Comandante Meinhold aveva inviato, la
sera del 24, la richiesta d'un parlamentare al Co-
mitato di Liberazione. Il Comitato rispondeva che
un parlamentare del generale avrebbe potuto ve-
nire in città. Su di un'autoambu1anza, un medico
genovese portava al generale la fiera risposta e, la
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19,30; tra il sig. Generale Meinhold, quale Co- .
mandante delle Forze Armate Germaniche del
Settore Meinhold, assistito dal Cap. Asmus, Capo
di Stato Maggiore, da una parte;
«Il Presidente del C.L.N. per la Liguria, sig.
Remo Scappini, assistito dall'avv. Errico Martino
e dotto Gibvanni Savoretti, membri del C.L.N.
per la Liguria e dal Magg. Mauro Aloni, Coman-
dante della Piazza di Genova, dall'altra;
è stato convenuto:
1°) Tutte le forze armate germaniche di ter-
ra e di mare alle dipendenze del sig. Generale
Meinhold si arrendono alle Forze Armate del Cor-
po Volontari della Libertà alle dipenden~e del Co-
mando Militare per la Liguria;
~) La resa avviene mediante presentazione
ai reparti partigiani più vicini con le consuete mo-
dalità e in primo luogo la consegna delle armi;
3°) Il C.L.N. per la Liguria si impegna ad
usare ai prigionieri il trattamento secondo le leggi
internazionali, con particolare riguardo alla loro
proprietà personale e alle condizioni di interna-
mento;
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4°) Il C.L.N. per la Liguria si riserva di con-
segnare i prigionieri al Comando Alleato Anglo-
Americano operante in Italia;
5°) La resa avrà decorrenza dalle ore 9 del
giorno 26 aprile 1945.
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