Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Indice
Storia
Crisi della fisica classica e ricerca di una nuova teoria
Nascita della teoria dei quanti
Sviluppo della meccanica quantistica
Concetti base
Quantizzazione dell'energia
Dualismo onda-particella
Principio di complementarità
Concetto di misura
Principio di indeterminazione di Heisenberg
Limite classico della meccanica quantistica
Principio di esclusione di Pauli
Formulazioni della meccanica quantistica
Meccanica delle matrici
Meccanica ondulatoria
Equazione di Schrödinger e Funzione d'onda
Orbitale atomico
Formulazione hamiltoniana
Il problema della quantizzazione
Formulazione lagrangiana
Effetti quantistici
Cronologia essenziale
Interpretazioni della meccanica quantistica
Dibattito fisico e filosofico
"Realtà" della funzione d'onda
Estensioni della meccanica quantistica
Applicazioni
Elettronica
Informatica
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Storia
Alla fine del XIX secolo la meccanica appariva incapace di descrivere il comportamento della materia e
della radiazione elettromagnetica alla scala di lunghezza dell'ordine dell'atomo o alla scala di energia delle
interazioni interatomiche; in particolare risultava inspiegabile la realtà sperimentale della luce e
dell'elettrone. Tale limite delle leggi classiche fu la motivazione principale che portò nella prima metà del
XX secolo allo sviluppo di una nuova fisica del tutto differente rispetto a quella sviluppata fino ad allora[7],
attraverso una teoria ottenuta unendo ed elaborando un insieme di teorie formulate a cavallo del XIX e del
XX secolo, di carattere spesso empirico, basate sul fatto che alcune grandezze a livello microscopico, come
l'energia o il momento angolare, possono variare soltanto di valori discreti detti "quanti" (da cui il nome
"teoria dei quanti" introdotto da Max Planck agli inizi del Novecento[1].)
Nel 1887 Heinrich Hertz scoprì che le scariche elettriche fra due corpi conduttori carichi erano molto più
intense se i corpi venivano esposti a radiazione ultravioletta.[12] Il fenomeno, dovuto all'interazione fra la
radiazione elettromagnetica e la materia, fu chiamato effetto fotoelettrico, e si scoprì che inspiegabilmente
scompariva del tutto per frequenze della radiazione incidente più basse di un valore di soglia,
indipendentemente dall'intensità totale di questa. Inoltre, se si verificava l'effetto fotoelettrico, l'energia degli
elettroni emessi dalle piastre conduttrici risultava direttamente proporzionale alla frequenza della radiazione
elettromagnetica. Tali evidenze sperimentali non si potevano spiegare con la classica teoria ondulatoria di
Maxwell. Per la spiegazione teorica di queste proprietà controintuitive della luce, ad Einstein fu assegnato il
premio Nobel per la fisica nel 1921.[13]
La meccanica quantistica, sviluppandosi con i contributi di numerosi fisici nell'arco di oltre mezzo secolo,
fu in grado di fornire una spiegazione soddisfacente a tutte queste regole empiriche e contraddizioni.
Nascita della teoria dei quanti
, Arnold Sommerfeld
in buono accordo con gli esperimenti e con una energia minima diversa da zero eV
quando . Restava tuttavia da chiarire come mai l'elettrone potesse percorrere solo alcune specifiche
traiettorie chiuse.
Nel 1924 il fisico francese Louis de Broglie ipotizzò che l'elettrone, oltre a quello corpuscolare, ha anche
un comportamento ondulatorio, che si manifesta ad esempio in fenomeni di interferenza. La lunghezza
d'onda dell'elettrone vale:
dove è la costante di Planck e la quantità di moto. In questo modo la legge di quantizzazione imposta
da Bohr poteva essere interpretata semplicemente come la condizione di onde stazionarie, equivalenti alle
onde che si sviluppano sulla corda vibrante di un violino.
Sulla base di questi risultati, nel 1925-1926 Werner Heisenberg e Erwin Schrödinger svilupparono
rispettivamente la meccanica delle matrici e la meccanica ondulatoria, due formulazioni differenti della
meccanica quantistica che portano agli stessi risultati. L'equazione di Schrödinger in particolare è simile a
quella delle onde e le sue soluzioni stazionarie rappresentano i possibili stati delle particelle e quindi anche
degli elettroni nell'atomo di idrogeno. La natura di queste onde fu immediato oggetto di grande dibattito,
che si protrae in una certa misura fino ai giorni nostri. Nella seconda metà degli anni venti la teoria fu
formalizzata, con l'adozione di postulati fondamentali, da Paul Adrien Maurice Dirac, John von Neumann e
Hermann Weyl.
Una rappresentazione ancora differente, ma che porta agli stessi risultati delle precedenti, denominata
integrale sui cammini, fu sviluppata nel 1948 da Richard Feynman: una particella quantistica percorre tutte
le possibili traiettorie durante il suo moto e i vari contributi forniti da tutti i cammini interferiscono fra loro a
generare il comportamento più probabile osservato.
Concetti base
Quantizzazione dell'energia
Dualismo onda-particella
La fisica classica fino al XIX secolo era divisa in due corpi di leggi: quelle di Newton, che descrivono i
moti e la dinamica dei corpi meccanici, e quelle di Maxwell, che descrivono l'andamento e i vincoli a cui
sono soggetti i campi elettromagnetici come la luce e le onde radio. A lungo si era dibattuto sulla natura
della luce e alcune evidenze sperimentali, come l'esperimento di Young, portavano a concludere che la luce
dovesse essere considerata come un'onda.
Agli inizi del XX secolo alcune incongruenze teorico-sperimentali misero in crisi la concezione puramente
ondulatoria della radiazione elettromagnetica, portando alla teoria, avanzata da Einstein sulla base dei primi
lavori di Max Planck, nella quale fu reintrodotta in una certa misura la natura corpuscolare della luce,
considerata come composta da fotoni che trasportano quantità discrete dell'energia totale dell'onda
elettromagnetica.
Successivamente De Broglie avanzò l'ipotesi che la natura della
materia e della radiazione non doveva essere pensata solo in
termini esclusivi o di un'onda o di una particella, ma che le due
entità sono al tempo stesso sia un corpuscolo sia un'onda. A ogni
corpo materiale viene associata una nuova lunghezza d'onda, che,
se di valore piccolissimo e difficilmente apprezzabile per i valori di
massa del mondo macroscopico, assume importanza fondamentale
per l'interpretazione dei fenomeni alla scala atomica e subatomica.
La teoria di De Broglie fu confermata dalla scoperta della
diffrazione dell'elettrone osservata nell'esperimento di Davisson e
Germer del 1926.[17]
Principio di complementarità
Concetto di misura
L'esperimento mentale di
dove è l'incertezza sulla misura della posizione e è quella Heisenberg per la localizzazione
sulla quantità di moto . Il limite inferiore del prodotto delle di un elettrone. Per conoscere la
posizione dell'elettrone questo
incertezze è quindi proporzionale alla costante di Planck .
deve essere illuminato da un
fotone, che tuttavia quanto
Heisenberg osservò che per conoscere la posizione di un elettrone,
meglio risolve la posizione, tanto
questo dovrà essere illuminato da un fotone. Più corta sarà la
di più perturba la velocità. Il
lunghezza d'onda del fotone, maggiore sarà la precisione con cui la
fascio incidente è indicato in
posizione dell'elettrone è misurata.[22] Le comuni onde marine non
verde, quello deviato in rosso,
sono disturbate, nella loro propagazione, dalla presenza di piccoli mentre in blu è rappresentato
oggetti; al contrario, oggetti grandi almeno quanto la lunghezza l'elettrone.
d'onda disturbano e spezzano i fronti dell'onda e tali disturbi
permettono di individuare la presenza dell'ostacolo che li ha generati.
In ambito quantistico, tuttavia, a basse lunghezze d'onda il fotone trasporterà un'energia sempre maggiore,
che assorbita dall'elettrone ne perturberà sempre di più la velocità, rendendo impossibile stabilirne il valore
contemporaneamente alla posizione. Al contrario, un fotone ad alta lunghezza d'onda perturberà poco la
velocità dell'elettrone, ma non sarà in grado di determinare con precisione la sua posizione.
Le leggi di Newton della meccanica classica e le leggi di Maxwell per i campi elettromagnetici sono in
grado di descrivere in buona approssimazione i fenomeni che occorrono per oggetti macroscopici che si
muovono a velocità non troppo elevate. Solamente quando si considerano i fenomeni che avvengono alle
scale atomiche si scopre una incompatibilità irresolubile, per questo motivo è interessante chiedersi se esista
un opportuno limite in cui le leggi quantistiche si riducono a quelle classiche.
La relatività ristretta mostra discrepanze rispetto alla fisica classica quando le velocità dei corpi
macroscopici si avvicinano a quelle della luce. Per basse velocità tuttavia, le equazioni si riducono alle leggi
del moto di Newton. Ragionando diversamente, è possibile affrontare una espansione in serie delle
equazioni di Einstein rispetto alla velocità della luce , considerata come parametro variabile. Quando la
velocità della luce è infinita le equazioni di Einstein sono formalmente ed esattamente uguali a quelle
classiche.
Nella meccanica quantistica il ruolo di è preso dalla costante di Planck ridotta . Considerando
quest'ultima come variabile, nel limite in cui tende a zero , fra tutti i possibili cammini che
contribuiscono al propagatore di Feynman solamente le soluzioni classiche del moto sopravvivono, mentre i
contributi delle altre traiettorie si elidono vicendevolmente diventando sempre meno rilevanti. Dal punto di
vista matematico questo approccio si basa su di uno sviluppo asintotico rispetto alla variabile , metodo che
tuttavia non permette di identificare formalmente le soluzioni quantistiche con quelle delle equazioni
differenziali classiche.
La sua formulazione diede l'avvio a una revisione della classica Statistica di Maxwell-Boltzmann secondo i
nuovi dettami della teoria dei quanti, sfociando nella Statistica di Fermi-Dirac per i fermioni e quella di
Bose-Einstein per i bosoni.
Meccanica ondulatoria
(Erwin Schrödinger[26])
Il numero di nodi in una normale stringa vibrante stazionaria è intero, se questi sono associati alle quantità
fisiche come l'energia e il momento angolare allora ne consegue che anche queste devono essere multipli
interi di una grandezza fondamentale. Affinché questa equivalenza sia possibile, lo stato fisico deve essere
associato ad un'onda che vibra e si evolve secondo le condizioni di stazionarietà.
Tuttavia l'ottica geometrica non considera gli effetti che si hanno quando la lunghezza d'onda della luce non
è trascurabile, come l'interferenza e la diffrazione.
Guidato dalla analogia ottico-meccanica suddetta, Schrödinger suppose che le leggi della meccanica
classica di Newton siano solamente una approssimazione delle leggi seguite dalle particelle. Una
approssimazione valida per grandi energie e grandi scale, come per le leggi dell'ottica geometrica, ma non
in grado di catturare tutta la realtà fisica, in particolare a piccole lunghezze, dove, come per la luce,
fenomeni come l'interferenza e la diffrazione diventano dominanti. Egli postulò quindi una equazione di
stazionarietà per un'onda del tipo:
[28]
assegna la probabilità di trovare la particella dentro quel volume, quando si misura la sua posizione. Il
significato di questa probabilità può essere interpretato come segue: avendo a disposizione infiniti sistemi
identici, effettuando la stessa misura su tutti i sistemi contemporaneamente, la distribuzione dei valori
ottenuti è proprio il modulo quadro della funzione d'onda. Similmente, il modulo quadro della trasformata
di Fourier della funzione d'onda fornisce la distribuzione di probabilità dell'impulso della particella stessa.
Nell'interpretazione di Copenaghen, la teoria quantistica è in grado di fornire informazioni solo sulle
probabilità di ottenere un dato valore quando si misura una grandezza osservabile. Tanto più la
distribuzione di probabilità della posizione di una particella è concentrata attorno a un punto e quindi la
particella quantistica è "ben localizzata", tanto più la distribuzione degli impulsi si allarga aumentandone
l'incertezza, e viceversa. Si tratta del principio di indeterminazione di Heisenberg, che emerge naturalmente
nella meccanica ondulatoria dalle proprietà della trasformata di Fourier: è impossibile costruire una funzione
d'onda arbitrariamente ben localizzata sia in posizione che in impulso.
Benché ogni singola misura ottenga un valore definito, e non, per esempio, un valore medio, la meccanica
quantistica non permette di prevedere a priori il risultato di una misurazione. Questo problema, spesso
chiamato "problema della misura", ha dato vita ad uno dei più profondi e complessi dibattiti intellettuali
della storia della scienza. Secondo l'interpretazione di Copenaghen, quando viene effettuata una misura di
un'osservabile l'evoluzione del sistema secondo l'equazione di Schrödinger viene interrotta e si determina il
cosiddetto collasso della funzione d'onda, che porta il vettore di stato ad una autofunzione (autostato)
dell'osservabile misurata, fornendo un valore che aveva una certa probabilità di essere effettivamente
osservato. Il collasso della funzione d'onda all'atto della misura non è descritto dall'equazione di
Schrödinger, che stabilisce solo l'evoluzione temporale del sistema ed è strettamente deterministica, in
quanto è possibile prevedere la forma della funzione d'onda a un qualsiasi istante successivo. La natura
probabilistica della meccanica quantistica si manifesta invece all'atto della misura.
Orbitale atomico
Formulazione hamiltoniana
2. Per ogni osservabile fisica riferita al sistema esiste un operatore hermitiano lineare
che agisce sui vettori che rappresentano .
3. Gli autovalori associati all'autovettore dell'operatore , che soddisfano quindi:
Questa legge sulla probabilità è nota come regola di Born. I vettori sono scelti in modo
tale da formare una base ortonormale dello spazio di Hilbert, cioè soddisfano:
4. Se non è effettuata alcuna misura sul sistema
rappresentato da ad un dato istante , allora
evolve ad un altro istante in maniera
deterministica in base all'equazione lineare di
Schrödinger:
L'evoluzione degli stati nella meccanica quantistica obbedisce a leggi di tipo deterministico finché non sono
effettuate misure. Al contrario in generale la misura di una qualsiasi proprietà di un sistema è descritta da un
processo casuale. Il collasso della funzione d'onda non permette di stabilire in modo univoco lo stato del
sistema antecedente alla misura. Questa differenza profonda di comportamenti dei sistemi, quando sono
sotto osservazione rispetto a quando non lo sono, è stata spesso oggetto di ampi dibattiti anche di carattere
filosofico ed è chiamata come "Problema della Misura".[33]
I postulati della meccanica quantistica stabiliscono che ogni stato è rappresentato da un vettore dello spazio
di Hilbert ma, fra tutti i possibili spazi di Hilbert, i postulati non indicano quale scegliere. Inoltre non viene
stabilita una precisa mappa che ad ogni osservabile associ un rispettivo operatore che agisca sullo spazio
Hilbert degli stati; i postulati si limitano semplicemente ad affermare che questa mappa esiste. Fissare lo
spazio di Hilbert degli stati e stabilire la corrispondenza osservabile-operatore determina il "problema della
quantizzazione", che ammette diverse soluzioni. Alcune di queste sono equivalenti dal punto di vista fisico
e sono legate fra loro solo attraverso trasformazioni dello spazio di Hilbert. Per scegliere una
quantizzazione, oltre a considerare il sistema fisico da descrivere, si possono imporre condizioni di
compatibilità aggiuntive fra le strutture algebriche della meccanica classica e quelle quantistiche.[34] Nella
quantizzazione canonica ad esempio tutti gli stati sono funzioni a quadrato sommabile delle coordinate:
che a meno di costanti dimensionali deriva la funzione d'onda, mentre all'osservabile posizione:
che moltiplica la funzione d'onda per la coordinata . Ogni altra
osservabile delle coordinate e degli impulsi sarà ottenuta
mediante sostituzione e simmetrizzazione.
Formulazione lagrangiana
Feynman ebbe l'idea di interpretare la natura probabilistica della Richard Feynman, noto per la
meccanica quantistica come la somma pesata dei contributi di tutte le formulazione lagrangiana della
meccanica quantistica attraverso
evoluzioni possibili per un sistema, indipendentemente da quelle
l'integrale sui cammini
indicate dalla meccanica classica. In questo modo una particella
quantistica puntiforme si propaga fra due punti e dello spazio
seguendo tutti i cammini possibili. Ad ogni singolo cammino è
associato un peso, proporzionale all'esponenziale immaginario
dell'azione classica. La probabilità di raggiungere è
proporzionale quindi al modulo quadro della somma dei
contributi dei singoli cammini.
Le curve che contribuiscono al propagatore sono determinate unicamente dagli estremi e e dalla sola
condizione di continuità; una possibile curva potrebbe anche essere non differenziabile. Questo tipo di
formulazione rende particolarmente agevole uno sviluppo semiclassico della meccanica quantistica, uno
sviluppo asintotico in serie rispetto alla variabile .[37]
Con la formulazione lagrangiana introdotta da Feynman è stato possibile evidenziare un'equivalenza fra il
moto browniano e la particella quantistica.[37]
Effetti quantistici
Esistono numerosi esperimenti che hanno confermato o che hanno
permesso di intuire la natura della materia e dalla radiazione a scale
microscopiche descritta dalla meccanica quantistica. Molti di questi
esperimenti hanno portato alla scoperta di effetti quantistici, spesso
controintuitivi rispetto alla meccanica classica. Dal punto di vista
storico, l'effetto fotoelettrico e lo studio dello spettro del corpo nero
sono stati fra i primi esperimenti a mostrare la natura quantistica del
campo elettromagnetico, che ha portato alla scoperta e alla
formulazione teorica del fotone e alla verifica della legge di Planck,
secondo la quale l'energia dei fotoni è proporzionale alla loro
frequenza. Lo spettro dell'atomo di idrogeno ha invece portato prima
allo sviluppo del modello atomico di Bohr-Sommerfeld, poi ha Per via dell'effetto tunnel, una
permesso di formulare e verificare l'equazione di Schrödinger. particella lanciata contro una
barriera di potenziale ha una
L'effetto tunnel consiste nella possibilità, negata dalla meccanica probabilità non nulla di
classica, di un elettrone di superare una barriera di potenziale anche se oltrepassare la barriera, come
accade effettivamente per un
non ha l'energia per farlo. Gli esperimenti sull'entanglement
fenomeno ondulatorio.
quantistico sono stati fondamentali nel rigettare il paradosso EPR. In
tempi più recenti, la superconduttività e la superfluidità hanno attirato
sempre maggiore attenzione per i possibili sviluppi tecnologici,
fenomeni che sono studiati dalla fisica della materia condensata. L'effetto Casimir è stato invece
fondamentale per comprendere le fluttuazioni quantiche dei campi nel vuoto, ed è legato alla scoperta
dell'energia del vuoto.
Cronologia essenziale
1900: Max Planck introduce l'idea che l'emissione di energia elettromagnetica sia
quantizzata, riuscendo così a giustificare teoricamente la legge empirica che descrive la
dipendenza dell'energia della radiazione emessa da un corpo nero dalla frequenza.
1905: Albert Einstein spiega l'effetto fotoelettrico sulla base dell'ipotesi che l'energia del
campo elettromagnetico sia trasportata da quanti di luce (che nel 1926 saranno chiamati
fotoni).
1913: Niels Bohr interpreta le linee spettrali dell'atomo di idrogeno ricorrendo alla
quantizzazione dei livelli energetici dell'elettrone.
1915: Arnold Sommerfeld generalizza i precedenti metodi di
quantizzazione, introducendo le cosiddette regole di Bohr-
Sommerfeld.
(EN) (IT)
«There is no quantum world. There is only «Non esiste alcun mondo quantistico. C'è
an abstract physical description. It is solo una astratta descrizione fisica. È
wrong to think that the task of physics is to sbagliato pensare che il compito della
find out how nature is. Physics concerns fisica sia di scoprire come è la natura. La
what we can say about nature...» fisica riguarda quello che noi possiamo
dire a riguardo della natura...»
(Niels Bohr[39])
Esistono tuttavia molte altre interpretazioni della meccanica quantistica. L'interpretazione a "molti mondi" è
una fra le più note interpretazioni[41] alternative a quella di Copenaghen e sostiene che ad ogni misurazione
la storia del nostro universo si separi in un insieme di universi paralleli, uno per ogni possibile risultato del
processo di misurazione. Questa interpretazione nasce da un articolo del 1957 scritto da Hugh Everett
III,[42] tuttavia le sue caratteristiche fondamentali non sono mai state delineate in maniera unitaria. La più
nota versione di questa interpretazione si deve ai lavori di De Witt e Graham negli anni settanta.
Ciascuna interpretazione si differenzia in particolare per il significato dato alla funzione d'onda. Secondo
alcune possibilità questa rappresenterebbe una entità reale che esiste sempre e indipendentemente
dall'osservatore. Secondo altre interpretazioni, come quella di Bohr, la funzione d'onda rappresenta invece
semplicemente una informazione soggettiva del sistema fisico rispetto e strettamente relativa ad un
osservatore. Fra queste due alternative visioni è ancora presente un dibattito nella comunità fisica.[43]
Le resistenze di Einstein nei confronti dell'interpretazione di Copenaghen e dei suoi paradossi, furono
superate grazie al grande potere predittivo che le formulazioni della meccanica quantistica hanno dimostrato
negli esperimenti condotti nel XX secolo. Queste conferme sperimentali spinsero ad accettare i principi e i
postulati della meccanica quantistica, sebbene la questione di quale sia la realtà al di fuori degli esperimenti
resti ancora aperta. In ultima analisi, la risposta alla domanda su quale possa essere la realtà dovrebbe essere
fornita e rimandata ad una teoria del tutto, ovvero ad una teoria che sia capace di descrivere coerentemente
tutti i fenomeni osservati in natura, che includa anche la forza di gravità e non solo le interazioni nucleari e
subnucleari. L'impossibilità di conoscere simultaneamente ed esattamente il valore di due osservabili fisiche
corrispondenti ad operatori che non commutano, ha rappresentato storicamente una difficoltà
nell'interpretare le leggi della meccanica quantistica.
Einstein non accettava inoltre l'assunto della teoria in base al quale qualcosa esiste solo se viene osservato.
Einstein sosteneva che la realtà (fatta di materia, radiazione, ecc.) sia un elemento oggettivo, che esiste
indipendentemente dalla presenza o meno di un osservatore e indipendentemente dalle interazioni che può
avere con altra materia o radiazione. Bohr, al contrario, sosteneva che la realtà (dal punto di vista del fisico,
chiaramente) esiste o si manifesta solo nel momento in cui viene osservata, anche perché, faceva notare,
non esiste neanche in linea di principio un metodo atto a stabilire se qualcosa esiste mentre non viene
osservato. È rimasta famosa, tra i lunghi e accesi dibattiti che videro protagonisti proprio Einstein e Bohr, la
domanda di Einstein rivolta proprio a Bohr: "Allora lei sostiene che la Luna non esiste quando nessuno la
osserva?". Bohr rispose che la domanda non poteva essere posta perché concettualmente priva di risposta.
Un grande dibattito filosofico si è concentrato attorno a quale "realtà" abbia la funzione d'onda, e quindi
l'intero formalismo della meccanica quantistica, rispetto alla natura che si vuole descrivere e all'osservatore
che effettua la misurazione.[43] Un possibile punto di vista prevede che la funzione d'onda sia una realtà
oggettiva, che esiste indipendentemente dall'osservatore, e che rappresenti o sia equivalente all'intero
sistema fisico descritto. All'opposto, la funzione d'onda potrebbe rappresentare, secondo un altro punto di
vista, solo la massima conoscenza che un preciso osservatore è in grado di avere di un dato sistema fisico.
Bohr durante questo tipo di dibattiti sembrò propendere per questa seconda possibilità.
La risposta a questo tipo di interrogativi non è semplice per il fatto
che una teoria dell'intero universo come la meccanica quantistica
dovrebbe anche descrivere il comportamento degli osservatori che
vi sono dentro, spostando quindi il problema della realtà della
funzione d'onda al problema della realtà degli osservatori stessi. In
termini generali, si può osservare che esiste una differenza fra le
previsioni della meccanica quantistica fornite dalla funzione d'onda
e le previsioni probabilistiche che è possibile avere ad esempio per
il meteo. Nel secondo caso, due previsioni del tempo indipendenti
potrebbero dare risultati differenti, in base al fatto che potrebbero
avere una diversa accuratezza nella conoscenza dello stato attuale
della temperatura e della pressione dell'atmosfera. Nel caso della
meccanica quantistica tuttavia, il carattere probabilistico è
John Stewart Bell, noto per il suo
intrinseco ed è indipendente dal tipo di misurazioni che vengono
Teorema di Bell
effettuate. In questo senso, la funzione d'onda assume un
significato oggettivo di realtà e non semplicemente uno soggettivo
di ciò che è probabile che la natura manifesti.
Nella seconda metà del XX secolo la teoria di campo quantistica è stata estesa alla descrizione delle
interazioni forti che avvengono all'interno del nucleo fra i quark e gluoni, con la cromodinamica
quantistica.[49] Ulteriori sviluppi hanno permesso di unificare la forza elettrica con la forza debole,
responsabile dei decadimenti nucleari.
Anche la formulazione quantistica delle teorie di campo resta in disaccordo con i principi della teoria della
relatività generale, questo rende perciò estremamente complesso formulare una teoria in cui la gravità
obbedisce anche ai principi della meccanica quantistica.[50] La cosiddetta teoria quantistica della
gravitazione è uno degli obiettivi più importanti per la fisica del XXI secolo. Ovviamente, viste le numerose
conferme sperimentali delle due teorie, la teoria unificata dovrà includere le altre due come
approssimazioni, quando le condizioni ricadono nell'uno o nell'altro caso.
Numerose proposte sono state avanzate in questa direzione, come ad esempio la gravitazione quantistica a
loop, in inglese Loop Quantum Gravity (LQG), o la teoria delle stringhe. La teoria delle stringhe per
esempio estende la formulazione della meccanica quantistica considerando, al posto di particelle puntiformi,
oggetti monodimensionali (le
stringhe) come gradi di libertà
fondamentali dei costituenti
materia.[51]
Applicazioni
Una buona parte delle
tecnologie moderne sono
basate, per il loro
funzionamento, sulla
La cromodinamica quantistica è
meccanica quantistica. Ad
una teoria che descrive la
esempio il laser, il
struttura nucleare in termini di
interazioni fra quark e gluoni. Il
microscopio elettronico e la
neutrone ad esempio è costituito
risonanza magnetica
da due quark di valenza down e nucleare. Inoltre, molti calcoli
uno up che interagiscono di chimica computazionale si
scambiando gluoni. basano su questa teoria.
Elettronica
Componendo fra loro strati di semiconduttori con queste opposte impurità si può
ottenere un dispositivo in grado di far passare la corrente solo in una direzione, come il diodo, oppure un
amplificatore di un segnale, come il transistor.[53] Entrambi sono elementi indispensabili per l'elettronica
moderna; grazie a questo tipo di tecnologie possono essere realizzati in dimensioni estremamente compatte:
una moderna CPU può contenere miliardi di transistor in pochi millimetri.[54] L'uso di questi tipi di
semiconduttori è alla base del funzionamento anche dei pannelli fotovoltaici.
Informatica
Le ricerche più innovative sono, attualmente, quelle che studiano metodi
per manipolare direttamente gli stati quantistici. Molti sforzi sono stati fatti
per sviluppare una crittografia quantistica, che garantirebbe una
trasmissione sicurissima dell'informazione in quanto l'informazione non
potrebbe essere intercettata senza essere modificata. Un'altra meta che si
cerca di raggiungere, anche se con più difficoltà, è lo sviluppo di computer
quantistici, basati sul calcolo quantistico che li porterebbe ad eseguire
operazioni computazionali con molta più efficienza dei computer classici. Livelli energetici consentiti
Inoltre, nel 2001 è stato realizzato un nottolino quantistico funzionante, ad un elettrone in un
versione quantistica del nottolino browniano. semiconduttore. La zona
blu, chiamata banda di
valenza, è occupata
Note interamente dagli elettroni,
mentre la zona gialla,
1. (DE) Max Planck, "Ueber die Elementarquanta der Materie und
chiamata banda di
der Eletricität", in Annalen der Physik, vol. 2, 1900, p. 564.
conduzione, è libera e può
2. ^ (EN) Richard Phillips Feynman, Robert B. Leighton and essere percorsa da elettroni
Matthew Sands, The Feynman Lectures on Physics, vol. 3, liberi (i punti neri)
Addison-Wesley, 1964, p. 1.
3. ^ (DE) A. Einstein, "Über einen die Erzeugung und
Verwandlung des Lichtes betreffenden heuristischen
Gesichtspunkt" (Su un punto di vista euristico riguardo alla
produzione e alla trasformazione della luce) (PDF), in Annalen
der Physik, vol. 17, 1905, pp. 132-148.
4. ^ (FR) Louis de Broglie, "Recherches sur la théorie des quanta",
1924.
5. ^ (EN) Walter Greiner, "Quantum Mechanics: An Introduction",
Springer, 2001, p. 29, ISBN 3-540-67458-6.
6. ^ (DE) W. Heisenberg, "Physikalische Prinzipien der
Quantentheorie", Hirzel, 1930.
7. ^ «Abbiamo qui un impressionante e generale esempio della
caduta della meccanica classica - non solamente delle sue
leggi del moto, ma un'inadeguatezza dei suoi concetti nel
fornirci una descrizione degli eventi atomici» - P. A. M. Dirac -
op. cit.
8. ^ (EN) John Dalton's Atomic Model, su universetoday.com. URL
consultato il 20 settembre 2012.
9. ^ (EN) A BRIEF HISTORY OF THE DEVELOPMENT OF
PERIODIC TABLE, su wou.edu. URL consultato il 20 settembre 2012.
10. ^ (EN) The Difficulty of the Rutherford Model of the Nuclear
Atom, su kutl.kyushu-u.ac.jp. URL consultato il 20 settembre 2012
(archiviato dall'url originale il 15 novembre 2012).
11. ^ (EN) The Discovery of Electromagnetic Radiation, su
juliantrubin.com.
12. ^ (DE) Heinrich Hertz, Ueber den Einfluss des ultravioletten
Lichtes auf die electrische Entladung, in Annalen der Physik,
vol. 267, n. 8, 1887, pp. S. 983–1000,
Bibcode:1887AnP...267..983H,
DOI:10.1002/andp.18872670827.
13. ^ (EN) The Nobel Prize in Physics 1921 - Albert Einstein, su
nobelprize.org. URL consultato il 23 settembre 2012.
14. ^ A proposito della legge di combinazione di Ritz che
caratterizzava gli spettri atomici, P. A. M. Dirac commenta:
«Questa legge è del tutto incomprensibile dal punto di vista
classico». - The principles of quantum mechanics - 4ª ed.
Oxford Clarendon Press 1958 - Cap. 1 pag. 2
15. ^ (EN) Tomas Alberto Arias, Notes on Bohr-Sommerfeld
Quantization and the Classical Limit, su
people.ccmr.cornell.edu. URL consultato il 27 dicembre 2012.
16. ^ Le traiettorie stazionarie del modello di Bohr sono calcolate
imponendo la condizione di quantizzazione:
Bibliografia
(FR) Albert Messiah, Mécanique quantique, tome 1, Berlino, De Gruyter, 1995, ISBN 978-31-
12-32851-4.
Paul Dirac, I principi della meccanica quantistica, Torino, Bollati Boringhieri, 1999,
ISBN 978-88-33-95161-4.
(EN) John von Neumann, Mathematical foundations of Quantum Mechanics, Princeton,
Princeton University Press, 2018, ISBN 978-06-91-17857-8.
(EN) Stephen Gustafson e Israel M. Sigal, Mathematical concepts of quantum mechanics,
Berlino, Springer, 2020, ISBN 978-30-30-59561-6.
(EN) Franz Schwabl, Quantum mechanics, Berlino, Springer, 2007, ISBN 978-35-40-71932-
8.
(EN) Franco Strocchi, An introduction to the mathematical structure of quantum mechanics, a
short course for mathematicians, Singapore, World Scientific Publishing, 2008, ISBN 978-
98-12-83522-2.
Lev D. Landau e Evgenij M. Lifsits, Meccanica Quantistica Teoria non relativistica, II
Edizione, Roma, Editori riuniti, 1994.
(EN) L. Pauling e E. B. Wilson, Introduction To Quantum Mechanics With Applications To
Chemistry, New York, McGrawHill, 1935.
(EN) S. Dushman, The Elements of Quantum Mechanics, New York, John Wiley & Sons,
1938.
(EN) M. Planck, L. Silberstein e H. T. Clarke, The origin and development of the quantum
theory, Oxford, Clarendon Press, 1922.
(EN) F. Reiche, H. Hatfield e L. Henry, The quantum theory, New York, E. P. Dutton & co.,
1922.
(EN) J. F. Frenkel, Wave Mechanics: Advanced General Theory, Oxford, Clarendon Press,
1934.
(EN) N. F. Mott, Elements of Wave Mechanics, Cambridge University Press, 1958.
Gian Carlo Ghirardi, Un'occhiata alle carte di Dio, Milano, Il Saggiatore, 2015, ISBN 978-88-
42-82135-9.
Manjit Kumar, Quantum. Da Einstein a Bohr, la teoria dei quanti, una nuova idea della realtà,
Milano, Mondadori, 2010, ISBN 978-88-04-52660-5.
V. Moretti, Teoria Spettrale e Meccanica Quantistica. Operatori in Spazi di Hilbert, Berlino,
Springer, 2010.
A. Amadori e L. Lussardi, Meccanica Quantistica non Relativistica, edizioni
Matematicamente.it, 2009 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
Werner Heisenberg, Fisica e filosofia, il Saggiatore, 2015, ISBN 978-88-42-82159-5.
Voci correlate
Interpretazione della meccanica quantistica
Cromodinamica quantistica
Elettrodinamica quantistica
Idrodinamica quantistica
Termodinamica quantistica
Paradosso del gatto di Schrödinger
Decoerenza quantistica
Notazione bra-ket
Stato quantico
Salto quantico
Funzione d'onda
Buca di potenziale
Barriera di potenziale
Oscillatore armonico quantistico
Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni sulla meccanica quantistica
Wikibooks contiene testi o manuali sulla meccanica quantistica
Wikizionario contiene il lemma di dizionario «meccanica quantistica»
Wikiversità contiene risorse su meccanica quantistica
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene
immagini o altri file sulla meccanica quantistica (https://commons.wikimedia.org/wiki/Ca
tegory:Quantum_mechanics?uselang=it)
Collegamenti esterni
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Meccanica_quantistica&oldid=122926060"
Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 10 set 2021 alle 08:31.
Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono
applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.