ritenuti senza avvenire) non vengono mai da soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. • (D. Pennac). L’uomo è una sintesi dell’infinito e del finito, del temporale e dell’eterno, di possibilità e necessità (Kirkegaard)
• Viviamo in due mondi: uno limitato di
espressione corporea nel tempo, nello spazio e nella natura biologica e un mondo infinito di immaginazione, linguaggio e cultura. Natura/cultura finito/infinito • Per quanto riguarda la natura, le emozioni concernono l’aspetto corporeo, fattuale, i nostri limiti • Per quanto riguarda la cultura le emozioni riguardano la nostra immaginazione, i piani e le aspirazioni, i quali cambiano continuamente e non hanno limiti. Le emozioni nascono dall’incontro di questi due mondi di natura e cultura Ricucire il visconte dimezzato • La cultura occidentale ha creato una visione dicotomica tra emozioni e ragione e conseguentemente li ha assunti come concetti che vanno indagati e descritti separatamente. È evidente, tuttavia, che tale approccio è il frutto di una lunga tradizione culturale e filosofica (e quindi anche pedagogica) che non necessariamente corrisponde alla reale natura e organizzazione della mente umana. Come infatti sottolinea Lazarus: • “We need to recognize that to speck of a relationship implies the independent identities of three concepts of mind- namely, cognition, emotion and motivation, which are more or less fictions of scientific analysis, whose independence doesen’t truly exist in nature.” (Lazarus1999). • Eppure, pensiero razionale ed emozioni sono stati separati fin dall’età classica, dalla culla della nostra civiltà. • Eppure, pensiero razionale ed emozioni sono stati separati fin dall’età classica, dalla culla della nostra civiltà. Un lungo cammino separato • Stoici ed epicurei sostenevano la necessità di eliminare le emozioni per vivere in modo sereno e razionale. • Per Platone la perfezione morale ed etica si fonda sul prevalere della ragione sulle passioni e i desideri che sono aspetti potenzialmente pericolosi della psicologia umana. Le emozioni impediscono all’anima (ossia la mente, l’intelletto) di pensare correttamente. • Nei dialoghi del Fedro, infatti, Socrate descrive l’anima attraverso la metafora della biga alata. Essa è guidata dalla ragione, ma i cavalli che la muovono sono di natura diversa: uno è buono e ubbidiente, l’altro, sensibile alle passioni, tende a opporsi ai comandi dell’auriga, a destabilizzare la biga, ad impedirne il corretto cammino. Platone dunque, in certo modo sorprendentemente, colloca l’incontro-scontro tra passione ed emozione nell’anima umana e nella sua natura (che oggi chiameremo psiche) e non nel corpo, ma pone, tuttavia, le basi per una concezione dualistica che separa ragione ed emozione destinata a sopravvivere a lungo. • La mente per operare bene deve dunque liberarsi delle passioni (tesi che Platone sostiene anche nel Fedone). • La concezione dicotomica tra ragione ed emozione descritta da Platone è la base su cui si è sviluppata la secolare diatriba tra sostenitori delle tesi platoniche e coloro che rivendicano per le emozioni un ruolo diverso quando non preminente. • Aristotele nell’Etica Nicomachea, propone una tesi diversa da Platone. Egli infatti stabilisce una relazione tra ragione e passioni in quanto sostiene che alcune sensazioni e reazioni fisiche sono causate dalle nostre convinzioni e dal nostro modo di vedere ed interpretare il mondo e le persone che ci circondano. • Le tesi aristoteliche sulle emozioni (sebbene ampiamente riviste) hanno avuto nuovo impulso in ambito filosofico e psicologico nel secolo scorso, ma sono state a lungo trascurate nelle epoche precedenti. La concezione dicotomica • Di volta in volta dunque si sono avanzate tesi che sostenevano il primato della ragione sulle emozioni e la necessità che essa controlli o si affranchi da esse, oppure tesi che attribuivano alle emozioni un ruolo complementare, importante e necessario per il corretto agire umano. Hume addirittura, nel Trattato sulla natura umana sostenne che la ragione deve essere al servizio delle emozioni e delle passioni e non il contrario. • Un lungo percorso dunque che ci porta attraverso il medioevo, in cui dominavano le tesi platonìche fino al Discours de la Méthode di Cartesio e alle teorie di Spinoza che sanciscono l’inizio degli studi scientifici sulle emozioni. • Per Cartesio esistono una res cogitans (la cosa pensante, la mente) e una res extensa (il corpo). Le emozioni, secondo il filosofo francese, risiedono nell’anima, ossia nella mente). È l’autoconsapevolezza soggettiva del proprio io pensante (je pense donc je suis) che consente all’essere umano, differentemente dagli altri animali, non solo di provare emozioni, ma anche di farne esperienza. Res cogitans e res extensa comunicano attraverso la ghiandola pineale; attraverso di essa i fluidi provenienti dal corpo giungono alla mente e alla coscienza che compara tali percezioni con il ricordo di altre percezioni simili ed istruisce a sua volta, sempre attraverso la medesima ghiandola, il corpo sulle reazioni conseguenti da produrre. La mente produce una rappresentazione di queste percezioni e tale rappresentazione è per Cartesio l’emozione vera e propria • Mente e corpo dunque sono due entità profondamente separate in cui la seconda svolge un’attività sostanzialmente di tipo meccanico, ha solo la funzione di estensione, implica solo una dimensione spaziale. Queste due dimensioni non hanno una natura comune. La separazione tra mente, cervello e corpo è senza dubbio uno dei tratti distintivi del pensiero razionalista cartesiano. Cartesio non solo afferma con forza il principio dualistico tra mente e corpo, ma sostiene in Le passioni dell’anima che la mente attraverso la ragione deve liberarsi delle emozioni per poter essere libera. Vi è dunque un filone di pensiero che ha dominato incontrastato per molti secoli che attraverso l’opera di Platone, di Cartesio e Kant Si afferma dunque la convinzione che • la logica formale sia di per sé in grado di condurci alla soluzione migliore tra quelle possibili, per qualsiasi problema. Un aspetto importante di questa concezione razionalistica è che bisogna escludere le emozioni, per ottenere i migliori risultati: l'elaborazione razionale non deve essere impacciata da passioni (Damasio 1995: 242). Non tutti però concordano…
• Hume addirittura, nel Trattato sulla natura umana sostenne che la
ragione deve essere al servizio delle emozioni e delle passioni e non il contrario. • Le emozioni per Spinoza sono delle modificazioni del corpo (che l’istinto di sopravvivenza, il conatus, aumenta o diminuisce, favorisce o trattiene) associate all’idea che la mente produce di tali modificazioni. I pensieri associati alle emozioni accompagnano le modificazioni del corpo e tali modificazioni hanno un ruolo nella realtà cognitiva dell’individuo. • Sembra dunque evidente che la speculazione filosofica e la ricerca psicologica, almeno fino al secolo scorso, hanno sviluppato tesi che pongono passioni e ragione, pensiero razionale, cognizione ed emozioni ora in chiara antitesi, ora in forme di rapporto in cui predomina una o l’altra componente. Come osserva Damasio:
• … di solito concepiamo l’emozione come una facoltà mentale
eccedente, una non richiesta compagna – che la natura ci ha imposto – del nostro pensiero razionale. […] emozione e sentimento vanno presi solo a piccole dosi: dobbiamo essere ragionevoli. (1995: 95) Funzione biologica delle emozioni
• corpo mente cervello
• La mente ha continuato ad esser legata al cervello da una relazione piuttosto equivoca e il cervello è rimasto regolarmente separato dal corpo , invece di essere considerato come una parte di un complesso organismo vivente. • Mente e corpo vanno considerati come componenti integrate e interdipendenti di un unico organismo capace di interagire in modo intelligente ed efficace con l’ambiente. • La negligenza scientifica nei confronti dell’emozione ha dunque caratterizzato il secolo scorso. – Damasio ne individua le cause ne: – - la mancanza di una prospettiva evoluzionistica nello studio del cervello e della mente – - il disinteresse per il concetto di omeostasi – - la palese mancanza, nelle scienze cognitive e nelle neuroscienze, di un concetto di organismo. L’omeostasi • Il termine omeostasi indica le reazioni fisiologiche, coordinate e in gran parte automatiche, indispensabili per mantenere stabili gli stati interni di un organismo vivente. • Le emozioni sono parte integrante della regolazione che chiamiamo omeostasi. • L’omeostasi è un aspetto fondamentale degli organismi viventi, trascurando il quale, non avrebbe senso discutere delle emozioni. • Per la maggior parte del Novecento, nei laboratori, non si diede credito all’emozione • Solo negli ultimi anni si è registrato, da parte della nuova generazione di scienziati, un interesse privilegiato per l’emozione. • Lo storico contrasto tra emozione e ragione appare definitivamente superato • Ma come ricucire il visconte dimezzato? • Le emozioni fanno parte dei dispositivi bioregolatori di cui siamo equipaggiati in modo da sopravvivere • vale a dire • Le emozioni dotano automaticamente gli organismi di comportamenti orientati alla sopravvivenza. La duplice funzione biologica • La prima è la produzione di una reazione specifica alla situazione induttrice • La seconda è la regolazione dello stato interno dell’organismo in modo da prepararlo alla reazione specifica L’induzione delle emozioni • Nel corso dell’evoluzione, gli organismi hanno acquisito i mezzi per reagire a certi stimoli – specie a quelli potenzialmente utili o pericolosi per la sopravvivenza – attraverso la collezione di risposte che oggi chiamiamo emozioni. Influenza dello sviluppo e della cultura sul prodotto finale • Bisogna tener conto di una notevole varietà di stimoli che possono indurre una emozione • non solo • ma bisogna tener conto anche del fatto che – quale che sia il grado di predisposizione biologica dell’apparato emotivo – lo sviluppo e la cultura hanno una grande influenza sul prodotto finale. Gli induttori esterni all’apparato biologico • Se è vero che l’apparato biologico, che produce le emozioni, è in larga misura predisposto, gli induttori non ne fanno parte, sono esterni all’apparato Esperienza e associazione • Via via che si sviluppano e interagiscono con l’ambiente, gli organismi acquisiscono esperienza fattuale ed emotiva e quindi hanno l’opportunità di associare una gran quantità di oggetti e situazioni, che sarebbero stati emotivamente neutrali, ad oggetti e situazioni diverse che in tal modo fungono da induttori emotivi. Due tipi di circostanze • Le emozioni si presentano • quando l’organismo elabora certi oggetti o situazioni con uno dei suoi dispositivi sensoriali, • quando la mente di un organismo evoca dalla memoria certi oggetti o situazioni e li rappresenta come immagini nel processo mentale. Sistemi cerebrali legati alla produzione e al riconoscimento delle emozioni • Non esiste un unico centro cerebrale per l’elaborazione delle emozioni, ma piuttosto un certo numero di sistemi distinti e connessi che separano le configurazioni emotive. Elaborazione delle emozioni • Il cervello induce emozioni da un numero estremamente piccolo di siti cerebrali, per la maggior parte situati al disotto della corteccia cerebrale • questi siti • partecipano in misura diversa all’elaborazione delle emozioni. La meccanica dell’emozione • Nell’elaborazione dell’emozione succede che certe regioni del cervello inviano comandi ad altre regioni cerebrali e quasi ad ogni parte del corpo. • I comandi viaggiano lungo due vie: - una è il flusso sanguigno - l’altra è una via neuronale • Il risultato di tali comandi chimici e neuronali coordinati è un cambiamento globale dell’organismo: non solo gli organi che ricevono i comandi cambiano per effetto del comando, ma lo stesso cervello viene modificato e in modo altrettanto notevole. L’influenza dell’insieme dei comandi • In altre parole, sia il cervello sia il corpo sono ampiamente e profondamente influenzati dall’insieme dei comandi, sebbene l’origine di tali comandi sia circoscritta a un’area cerebrale relativamente piccola che reagisce a un particolare contenuto del processo mentale. Differenza tra le emozioni e i sentimenti delle emozioni • E’ attraverso i sentimenti – i quali sono diretti verso l’interno e privati – che le emozioni – le quali sono dirette verso l’esterno e pubbliche – iniziano ad avere effetto sulla mente (Damasio, pag. 52).
• La trama della nostra mente e del nostro
comportamento è tessuta attorno a cicli continui di emozioni seguite da sentimenti di cui veniamo a conoscenza e che a loro volta generano nuove emozioni (Damasio, pag. 60). • Russell ha definito un gran numero di aggettivi riguardanti emozioni, individuando due assi: piacevolezza/spiacevolezza e eccitazione/inibizione.
• Argyle (7) e Ekman (6: felicità, sorpresa, paura, tristezza,
collera, disgusto) propongono classificazioni più restrittive. Modello circolare di Plutchick Espressione delle emozioni • Ekman propone che le emozioni si esprimano attraverso dei programmi espressivi innati, innescati da antecedenti ambientali, e con caratteristiche di similarità interspecifiche.
• Distingue tra emozioni fondamentali (rabbia,
paura, disgusto, felicità, tristezza, sorpresa), attivate rapidamente e poco controllabili, e secondarie (p.e. vergogna, gelosia, orgoglio), passibili di controllo sociale e filtraggio cognitivo. Per i cognitivisti funzionalisti • La decisione deliberata di mettere fra parentesi certi fattori che possono essere importanti per il funzionamento cognitivo, ma la cui discussione complicherebbe oggi senza necessità l’impresa delle scienze cognitive. Questi fattori comprendono l’influenza di fattori affettivi ed emozionali, il contributo di fattori storici e culturali e il ruolo del contesto generale in cui particolari azioni o pensieri si verificano (Gardner 1988, 18). • “During the early years of the last century psychology was assumed to comprise three related bat separate areas - cognitive, orectic and conative[1] psychology. […] The second half of the century saw the dominance within human experimental psychology of cognitive psychology based on the development of the information processing metaphor with this emphasis on control overshadowing the equally important topic of motivation of why we do one thing rather than another. Indeed, why do we do anything at all?” (Baddeley 2007: 258) [1] Con il termine “orectic” dal greco orekticos (che causa il desiderio) si intende lo studio delle emozioni, e con il termine “conative” ci si riferisce invece agli aspetti motivazionali). • Allo stesso modo osservano Yun Dai e Sternberg: • Motivation and emotion are often seen as peripherical or epiphenomenal in that regard, or whorse, as potentially detrimental to reason and sound judgment. We call this view a cognitive- reductionistic perspective (2004, XI). • Le emozioni contribuiscono a risolvere il problema di organizzare conoscenze e azioni in un mondo imperfettamente conosciuto e nel quale agiamo con risorse limitate. Se questo è vero le emozioni non si collocano alla periferia, quanto piuttosto al centro della cognizione umana • (Oatley) • Esiste dunque una componente di ragionevolezza nelle emozioni così come la ragione non sarebbe tale se non tenesse in conto le componenti emotive implicate nei propri processi. • Da una parte sperimentiamo in modo privato e conscio le nostre emozioni, in una maniera che non risulta accessibile a nessun altro; dall’altra, l’esperienza delle nostre espressioni emotive è evidente agli altri, ma non è completamente accessibile a noi stessi. • […] • L’esperienza privata e la manifestazione pubblica possono essere discordi. Possono persino esserci dei dubbi sulle possibilità che le descrizioni di emozioni fatte in prima persona e in terza persona corrispondano agli stessi avvenimenti. • Possiamo ancora accettare che nel XXI secolo che una persona colta conosca meglio il funzionamento della propria automobile e del proprio computer piuttosto che del proprio cervello? • Il nostro sistema scolastico troppo a lungo sottoposto all’arbitrio dell’intuizione di questo o quel decisore, non può più accettare si subire una riforma dietro l’altra senza che le scoperte delle neuroscienze cognitive siano prese in considerazione? • (Dehaene 2007)
Pendekatan sederhana terhadap Freud: Panduan untuk menjelaskan penemuan Sigmund Freud dan prinsip-prinsip psikologi mendalam dengan cara yang sederhana
Option B: Affrontare le difficoltà, costruire la resilienza e ritrovare la gioia.: Affrontare le difficoltà, costruire la resilienza e ritrovare la gioia.