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Storia Contemporanea

Lezione 2 (27/10/10)

SIMBOLISMO

La seconda lezione del corso si è concentrata sul «simbolismo», parola che


deriva da «simbolo», un termine che a sua volta deriva dal Greco antico:

συμβολον = symbolon = sym + bolon = «mando con»

Quindi abbiamo il senso di «mandare», «lanciare» qualcosa insieme a


qualcos'altro, un simbolo è qualcosa che ce ne richiama un'altra.
Per esempio, la realtà stessa è un simbolo, perché per una persona potrebbe
voler dire una cosa, e per un'altra persona un'altra cosa!

In queste epoche, i personaggi e artisti che studiamo vivono spesso delle vite
estremamente sregolate, e l'emblema di questo pensiero è la poesia
«Corréspondences» di Charles Baudelaire:

La Nature est un temple où de vivants piliers


Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L’homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l’observent avec des regards familiars.
Comme de long échos qui de loin se confondent
Dans une ténébreuse et profonde unité,
Vaste comme la nuit et comme la clarté,
Les pafums, les couleurs et les sons se répondent.
Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants,
Doux comme del hautbois, verts comme les prairies,
- Et d’autres, corrompus, riches et triomphants,
Ayant l’expansion des choses infinies,
Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,
Qui chantent les transports de l’esprit et des sens.

La Natura è un tempio dove incerte parole


mormorano pilastri che son vivi,
una foresta di simboli che l’uomo
attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano


tendono a un’unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.
Profumi freschi come la pelle d’un bambino,
vellutati come l’oboe e verdi come prati,
altri d’una corrotta, trionfante ricchezza

che tende a propagarsi senza fine – così


l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.

In questo poema, ritroviamo due concetti fondamentali:

– La Natura è un TEMPIO, quindi qualcosa di sacro


– Tutti i sensi si uniscono (= sinestesia).

«Il Silenzio» di Odilon Redon (1911)

Troviamo comunque linee definite, che indicano razionalità. D'altro canto, i


colori toccano le emozioni, e qui i colori sono abbondanti.
Il silenzio non è solo vocale (dita sulla bocca) ma anche visuale (occhi chiusi),
quindi c'è impossibilità di comunicare con l'esterno. ---> si va oltre quello che
si può dire.
«Ragazza tracia con la testa di Orfeo» di Gustave Moreau (1865)

Orfeo è il simbolo della poesia, con la sua voce e la sua lira (strumento), egli
può compiere dei prodigi come ammansire le belve. Nella mitologia, Orfeo si
reca negli Inferi (catabasi → καταβασισ → «katabasis» → «andare verso il
basso») per chiedere a Ade e Persefone (= Proserpina) di riavere indietro
Euridice, l'amore della sua vita, uccisa da un morso di serpente.

Pochi metri prima di ritornare in superficie, Orfeo si gira verso la sua bella,
violando così l'ordine di Ade e Persefone di non girarsi fino alla completa ascesa,
e perde Euridice per sempre.
Dopo il fallimento di questa catabasi, quindi, Orfeo rifiuta l'amore di ogni altra
donna, e viene ucciso dalle Baccanti, le sacerdoti di Dioniso (Bacco) le quali
periodicamente cadono in preda di raptus di follia (estasi = ekstasis =
εκστασις).

Qui infatti va fatta anche una riflessione amorosa.

In Gaugain, il colore diventa colore psicologico: io dipingo, per esempio, un


prato col colore rosso perché io vedo qualcosa di rosso in quel prato,
guardandolo.

«Visione dopo il sermone» di Paul Gaugain

In questo dipinto viene raffigurata la lotta tra Giacobbe e un Angelo. E' una lotta
vera? Lo è per i fedeli che guardano. In questo caso troviamo, come detto, il
prato rosso, un rosso ovviamente psicologico, colore della forza, del sangue, del
conflitto.

Vincent Van Gogh (1853 – 1890) è figlio di un pastore protestante ma si dedica


completamente alla carriera artistica. Per un periodo, va anche a vivere insieme a
Gaugain a Harles. Famoso è l'episodio in cui si taglia un orecchio con un rasoio
a seguito di una lite. Rinchiuso in manicomio, dopo essere uscito la sventura
continuerà a perseguitarlo.
«La Notte Stellata» di Vincent Van Gogh (1889)

In questo dipinto, si ha la sensazione di vedere una realtà negativa. Ma è


veramente negativa? Van Gogh non dice questo, ma ci fa capire invece che lui
vive la realtà in maniera drammatica, ma ciò non esclude che per altri essa
possa essere considerata in maniera positiva.

Come piccola parentesi, ricordiamo che l'epoca di Van Gogh era sempre
un'epoca in cui c'era la cultura del divertimento e del tempo libero.

Edvard Munch (1863 – 1944), norvegese, è oggi conosciuto soprattutto per


l'opera «L'urlo». In questo caso, la realtà è negativa, in senso assoluto.

Perché?

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