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Lezione 2 (27/10/10)
SIMBOLISMO
In queste epoche, i personaggi e artisti che studiamo vivono spesso delle vite
estremamente sregolate, e l'emblema di questo pensiero è la poesia
«Corréspondences» di Charles Baudelaire:
Orfeo è il simbolo della poesia, con la sua voce e la sua lira (strumento), egli
può compiere dei prodigi come ammansire le belve. Nella mitologia, Orfeo si
reca negli Inferi (catabasi → καταβασισ → «katabasis» → «andare verso il
basso») per chiedere a Ade e Persefone (= Proserpina) di riavere indietro
Euridice, l'amore della sua vita, uccisa da un morso di serpente.
Pochi metri prima di ritornare in superficie, Orfeo si gira verso la sua bella,
violando così l'ordine di Ade e Persefone di non girarsi fino alla completa ascesa,
e perde Euridice per sempre.
Dopo il fallimento di questa catabasi, quindi, Orfeo rifiuta l'amore di ogni altra
donna, e viene ucciso dalle Baccanti, le sacerdoti di Dioniso (Bacco) le quali
periodicamente cadono in preda di raptus di follia (estasi = ekstasis =
εκστασις).
In questo dipinto viene raffigurata la lotta tra Giacobbe e un Angelo. E' una lotta
vera? Lo è per i fedeli che guardano. In questo caso troviamo, come detto, il
prato rosso, un rosso ovviamente psicologico, colore della forza, del sangue, del
conflitto.
Come piccola parentesi, ricordiamo che l'epoca di Van Gogh era sempre
un'epoca in cui c'era la cultura del divertimento e del tempo libero.
Perché?