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L’ opera dei pupi

In Sicilia, a Napoli, in Puglia, nell’ ottocento a Roma,


l’ opera dei pupi rappresentava principalmente la storia
di Orlando e Rinaldo, le avventure degli eroi della
epoca cavalleresca, le quali derivano dalle chansons de
geste e dal romanzo arturiano.
Esse sono state rielaborate in Italia in un gran numero
di romanzi e poemi. Tra gli altri: i Reali di Francia e
Guerin Meschino di Andrea da Barberino, il Morgante
di Luigi Pulci, L’Orlando Innamorato di Matteo Maria
Boiardo, L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, La
Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
Queste opere entrarono nelle compilazioni siciliane del
ottocento e del primo Novecento.
Il serio e ubbidiente Orlando, l’allegro e astuto
Rinaldo, la capricciosa Angelica, il prepotente
Carlomagno, il malvaggio e ricco Gano di Maganza
sono i personaggi principali che venivano usati come
modelli per clasificare le persone incontrate nella vita.
Gli spettatori, bambini e adulti, seguivano le storie con
grande participazione emotiva, identificandosi negli
eroi positivi e infieriendo siu malvaggi, fino a
distruggere il pupo odiato.
Il giudizio negativo su Carlomagno e Gano si
esprimeva nella collocazione delle marionette. Nel
teatro i cristiani sono ancora disposti a destra e i
saraceni a sinistra dal punto di vista del manovratore,
ma Gano di Maganza e Carlomagno stanno sempre a
sinistra.
I pupari siciliani rappresentano anche storie di banditi,
di santi, drammi shakespeariani e farse. I pupanti
napolitani invece rappresentano storie napolitane,
avventure di guappi e di camorristi. Alcune fra questi
personaggi sono onesti e leali eroi popolari in lotta
contro una società ingiusta e contro altri guappi
malvaggi che perseguitano le vedove e gli orfani; tutti
sono perseguitati dalla giustizia che non sa distinguere
i buoni dei malvaggi.
I pupi siciliani, napolitani e catanesi differiscono per
alcune caratteristiche come l’ altezza ( che va dagli
ottanta centimetri al metro venti ), e dalla maniera in
cui vengono articolati e manovrati.
In un primo momento gli spettacoli dei pupi venivano
presentate a puntate nei quartieri poveri e in locali al
chiuso. Le scene piu frequenti erano “i consigli” nei
quali un capo incoraggia i suoi fedeli e “ le battaglie”.
Dopo l’arrivo della televisione, l’ opera dei pupi aveva
perso questo tipo di pubblico acquistando altri
spettatori come quelle delle scuole e dei turisti. Per
questa ragione non si fanno piu rappresentazione a
puntate.
Per annunciare lo spettacolo del giorno i pupari
utilizzano i cossidetti “cartelli”. A Palermo queste
sono dipenti su tela in riquadri con piu scene. A
Catania e a Napoli invece sono dipinti su carta con una
sola scena. Le figurazioni cavalleresche sono anche
uno dei temi prncipali della pittura e della scultura dei
carri siciliani.
A Palermo su via Butera troviamo il fantastico Museo
internazionale delle Marionette chiamato “Antonio
Pasqualino” che è stato istituito nel 1975 dall’
Associazione per la Conservazione delle Tradizioni
Popolari.

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