Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Cabimas – Zulia
Giacomo Leopardi
Autori:
El Zelah P, Concettina E
Insignares V, Lennis I
Quevedo D, Juan A
Borjas M, Daniela C
Hernández V, Edixon J
migliaia di libri e che vedrà il giovane Giacomo frequentatore assiduo, tanto che
insensibile alle esortazioni paterne che avrebbe voluto per lui la conduzione di
Giacomo, fonte fra l'altro delle eterne dicerie sulla nascita del cosiddetto
nascessero da quelle.
che lo teneva lontano da tutto ciò che avrebbe potuto farlo soffrire, tra cui vanno
brillare l'ingegno del figlio, ma questi ormai sognava un mondo più grande, un
alla poesia; quella che lo stesso Leopardi definì appunto "passaggio dalla
poesia si fa sentire, pur tra le tante opere di erudizione che ancora occupano il
campo: accanto alle traduzioni del primo libro dell'Odissea e del secondo
spirito.
l'intelligenza non apre la via ad alcun mondo superiore poiché questo non
esiste se non nell'illusione umana; l'intelligenza serve soltanto a farci capire che
dal nulla siamo venuti e al nulla torneremo, mentre la fatica e il dolore di vivere
nulla costruiscono.
Nel 1817, sofferente per una deformazione alla colonna vertebrale e per
disturbi nervosi, stringe rapporti epistolari con Pietro Giordani, che conoscerà di
persona solo l'anno dopo e che presterà sempre umana comprensione agli
annotare i primi pensieri per lo Zibaldone e scrive alcuni sonetti. Il 1818, invece,
è l'anno in cui Leopardi rivela la sua conversione, con il primo scritto che abbia
romantica", in difesa della poesia classica; inoltre pubblica a Roma, con dedica
Intanto, è colpito da una grave malattia agli occhi che gli impedisce non solo di
trovò a compiere nella sua storia. In altre parole, la condizione originaria della
poesia si allontana ai suoi occhi sempre più nelle epoche passate, e appare
cugina Geltrude Cassi Lazzari, che rappresenta uno dei suoi tanti amori non
lenimento delle pene dell'anima. Finalmente nel febbraio del 1823 Giacomo può
rimane due anni. Prende poi dimora a Milano (1825) dove conosce Vincenzo
Monti; e poi ancora a Bologna (1826), Firenze (1827), dove conosce Vieusseux,
stipendio mensile dell'editore milanese Stella, per il quale cura il commento alle
rime del Petrarca, esegue traduzioni dal greco e compila due antologie di
Recanati (1828). Nell'Aprile del 1830 torna a Firenze su invito del Colletta; qui
stringe amicizia con l'esule napoletano Antonio Ranieri, il cui sodalizio durerà
Nel 1831 vede la luce a Firenze l'edizione dei "Canti". Nel 1833 parte con
Ranieri alla volta di Napoli, dove due anni più tardi firma con l'editore Starita un
contratto per la pubblicazione delle proprie opere. Nel 1836, per sfuggire alla
minaccia del colera, si trasferisce alle falde del Vesuvio, dove compose due
grandi liriche: "Il tramonto della luna" e "La ginestra". Il 14 giugno 1837 muore
tempo
Anesso