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Département fédéral de l'économie,

de la formation et de la recherche DEFR


Commission suisse de maturité CSM

Examen complémentaire Passerelle, session d’hiver 2015

ITALIEN

Durée : 3h

Nom :………………….. Prénom :.………………… Numéro :………......…

Partie A …………/ 15 points


Partie B …………/ 30 points (2/ 3 contenu et 1/ 3 forme)
Partie C …………/ 28 points (1/ 2 contenu et 1/ 2 forme)
Total …………/73 points Note : …………………...

N.B. Per la forma: si perde un punto per due errori di lingua (mezzo sbaglio per l’ortografia e uno
completo per la grammatica)

NON DIRMI CHE HAI PAURA


Il libro racconta la storia di Samia, una ragazzina della Somalia, un paese povero e per di più
in guerra. La sua passione è la corsa. Qui rappresenta il suo paese ai giochi olimpici di
5 Pechino nel 2004.
Le mie gambe, in confronto a quelle delle altre, sembravano due rametti secchi. Erano senza
muscoli, diritte. Le altre sembravano culturiste, in confronto a me. Gambe e spalle
gonfissime, polpacci tesi all’estremo. Io non solo non avevo gli attrezzi per svilupparli, i
muscoli, ma non avevo neanche un allenatore. E poi non avevo abbastanza cibo, se non
10 quello che hooyo 1 riusciva a procurare.
Ero la più bassa, la più magra e la più piccola. Me l’ha svelato quello specchio impietoso,
prima della gara.
In più, loro indossavano completi sgargianti e bellissimi, che richiamavano i colori delle
bandiere dei loro paesi. Canottiere e pantoloncini in tessuti tecnici che aderivano ai corpi
15 possenti. Io avevo il mio solito completo portafortuna. Una maglietta bianca che hooyo aveva
lavato la settimana prima e che avevo gelosamente lasciato sul fondo della borsa.
Profumava ancora di sapone alla cenere. I miei fuseaux neri che arrivavano sotto il
ginocchio. In testa, la fascia bianca che aabe 2 mi aveva regalato quasi dieci anni prima, e
che avevo portato sempre con me, a ogni corsa, fino a quel giorno.
20 Nessuna delle altre mi ha fissata. Erano perfettamente concentrate.
Avrei dovuto esserlo anch’io, ma tutto era troppo diverso da ciò a cui ero abituata. Mi
sembrava di trovarmi in una situazione irreale, in un sogno. Le telecamere, i giornalisti, gli
spalti stracolmi di gente, quel continuo boato 3 sommesso che costringeva a urlare nelle
orecchie per farsi sentire, le atlete da tutto il mondo, i profumi dei loro deodoranti, proprio
25 davanti a me, sotto il mio naso. Veronica Campbell-Brown. Tutto era semplicemente
incredibile.

1
Hooyo=la mamma
2
Aabe=il padre, a cui Samia era molto legata e che è stato ammazzato poco tempo prima
3
Il boato=il rumore
SEFRI / D262 / Italien Passerelle / H15 Veuillez rendre ce feuillet avec votre travail, merci ! 1/4
In quel momento mi è tornato in mente Mo Farah 4, il mio connazionale perfettamente a suo
agio in mezzo al campo, a ridere in inglese mentre incitava un atleta bianco. L’opposto di
me. A nove anni era già in Inghilterra, per forza tutto era normale. Arrivato con la sua
30 famiglia. Io avevo diciassette anni, ed era la seconda volta che mettevo piede fuori dal mio
paese. La prima che uscivo dal mio continente. La prima che stavo insieme a tanti bianchi,
tanti europei, americani, cinesi. Ed ero già fortunata.
Per un attimo ho rivisto la faccia di Mo, rilassata, serena, sicura. Ho pensato che forse aveva
accumulato un vantaggio che io non avrei mai recuperato. Poi mi sono detta che era una
35 sciocchezza, sarei arrivata anch’io dove era lui.
Dopo cinque lunghissimi minuti siamo state chiamate e siamo uscite insieme, investite da un
applauso frastornante, tutto per la Campbell-Brown. L’umidità era altissima, faceva
baluginare 5 il tartan in lontananza.
Era la stessa pista di sempre, lunga come sempre, ma a me sembrava enormemente più
40 grande. Lunga il doppio, infinita.
Sono passata davanti a Veronica Campbell-Brown : bellissima, perfetta, imperiosa come una
statua, profumata come una diva. Che profumo metteva ? Nel disegno netto delle gambe
sembrava risiedere tutta la loro potenza.
In quegli interminabili secondi ho cercato di fare l’unica cosa che dovevo fare : azzerare 6 il
45 pensiero, che rischiava di portarmi via.
Mi sono accucciata.
Un pensiero ad aabe come portafortuna.
Poi, come dentro una bolla di infinito, ho aspettato soltanto lo sparo dello starter.
Bum.
50 La pistola. Un boato dalla folla.
Mi sono accorta che avrei perso la gara già dal primo momento. Ad ogni falcata 7 il distacco
tra me e il gruppo aumentava. Incolmabile.
Ero ancora alla curva quando le altre già tiravano il fiato, oltre il traguardo.
Ho corso la seconda metà della pista da sola. Ma in quegli ultimi cinquanta metri è accaduta
55 una cosa inaspettata.
Una parte del pubblico si è alzata in piedi e ha cominciato a battere le mani. Mi incitavano,
gridavano il mio nome, mi incoraggiavano.
Avrei preferito che non lo facessero. Che non si accorgessero che ero così inferiore.
Ho tagliato il traguardo 8 quasi dieci secondi dopo la prima, Veronica Campbell-Brown.
60 Dieci secondi, un’infinità.
Non ho provato vergogna, in ogni caso. Solo un forte senso di orgoglio per il mio paese.
Istantaneo, appena passata oltre la linea del traguardo. La gente ha continuato ad
applaudire, mentre la Campbell-Brown salutava il pubblico e rilasciava un’intervista dietro
l’altra, dentro un nugolo di giornalisti.
65 In silenzio ho fatto il giro d’onore con al collo la bandiera della Somalia. Senza clamori,
senza che nessuno, forse, se ne accorgesse.
Era tutto finito. Ora era davvero tutto finito.
Ero arrivata ultima, eppure, ecco l’incredibile, dopo nemmeno dieci minuti sono stata
sommessa 9 anch’io dai giornalisti. La ragazzina di diciassette anni magra come un chiodo
70 che viene da un paese in guerra, senza un campo e senza un allenatore, che si batte con
tutte le sue forze e arriva ultima. Una storia perfetta per spiriti occidentali, ho capito quel
giorno. Mai avevo avuto un pensiero simile.
Non mi è piaciuto. Ai giornalisi rispondevo che avrei preferito che la gente mi applaudisse
perché ero arrivata prima, non ultima. Ma tutto quello che ottenevo era un sorriso di pietoso
75 intenerimento.
Gliel’avrei fatta vedere. Nel 2012 sarei stata la vincitrice. Per il mio paese e per me.
Giuseppe Catozzella, Adattamento da “Non dirmi che hai paura” (2014)

4
Mo Farah=era un atleta di origine somala, emigrato in Inghilterra, un modello per Samia
5
Baluginare=apparire rapidamente e scomparire
6
Azzerare=cancellare
7
La falcata=il passo dell’atleta
8
Tagliare il traguardo=finire la corsa
9
Sommessa=con tanti giornalisi intorno
2/4
A. PRIMA PARTE:Vocabolario
1. Trovate un sinonimo o un’espressione equivalente per le parti sottolineate
1. “Nessuna delle altre mi ha fissata” (r. 20)
_______________________________________________________________________
2. “sembrava risiedere tutta la loro potenza” (r. 43)
_______________________________________________________________________
3. “Mi sono accorta che avrei perso” (r. 51)
_______________________________________________________________________
4. “è accaduta una cosa inaspettata” (rr. 54-55)
_______________________________________________________________________
5. “e rilasciava un’intervista dietro l’altra” (rr. 63-64)
_______________________________________________________________________

2. Trovate un antonimo o un’espressione equivalente per le parti sottolineate


1. “Ero la più bassa, la più magra e la più piccola (r. 11)
_______________________________________________________________________
2. “tessuti tecnici che aderivano ai corpi possenti” (rr. 14-15)
_______________________________________________________________________
3. “che costringeva a urlare” (r. 23)
_______________________________________________________________________
4. “il distacco tra me e il gruppo aumentava” (rr. 51-52)
_______________________________________________________________________
5. “Che non si accorgessero che ero così inferiore” (r. 58)
_______________________________________________________________________

3. Spiegate il senso delle frasi


1. “Me l’ha svelato quello specchio impietoso, prima della gara” (rr. 11-12)
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
2. “quel continuo boato sommesso che costringeva a urlare nelle orecchie per farsi
sentire” (rr. 23-24)
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
3. “il mio connazionale perfettamente a suo agio in mezzo al campo” (rr. 27-28)
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
4. “azzerare il pensiero, che rischiava di portarmi via” (rr. 44-45)
______________________________________________________________________
______________________________________________________________________
5. “sono stata sommessa anch’io dai giornalisti” (rr. 68-69)
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
3/4
B. SECONDA PARTE: Comprensione
Rispondete alle domande sviluppando. 4 punti per il contenuto + 2 per la forma!

1. Quali sono le differenze fisiche tra Samia e le altre atlete? Come si spiegano? (4 pti e
40 parole)
2. Che cosa rivela il modo in cui sono vestite le atlete e Samia? (4 pti e 40 parole)
3. Cosa suscita in Samia il personaggio di Mo Farah? Commentate e spiegate i suoi
sentimenti. (4 pti e 40 parole)
4. Samia spiega la reazione dei giornalisti come “una storia perfetta per spiriti occidentali“
(r. 71). Interpretate e commentate questa frase. (4 pti e 40 parole)
5. Fate un ritratto del carattere di Samia. (4 pti e 40 parole)

C. TERZA PARTE: COMPONIMENTO


Scegliete uno dei temi e svolgetelo in 200 parole

1. Chiunque incontri è tuo fratello, figlio, figlia; non ci sono fratelli e sorelle di serie B, C e
D. Su tutte le difficoltà riguardanti l'immigrazione, dico: diamo prima l'accoglienza e poi
le difficoltà le affronteremo.

Andrea Gallo

2. L'atleta vero è colui che tra le righe del suo impegno, della sua passione, del suo
successo ha valori che fanno grande non solo un atleta, ma l'uomo stesso.

Papa Giovanni Paolo

4/4

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