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PALA DI CASTELFRANCO

Mentre l'arte fiorentina era fondata sul disegno è sulla linea, quella veneta, erede di
Antonello da Messina e Giovanni Bellini, si sviluppa sia con un tratto molto più
morbido attento ai fenomeni naturali e alla resa dell'atmosfera e della luce, sia con
una visione più pragmatica e ottimista della vita. Giorgione come altri pittori
veneziani ottiene risultati straordinariamente originali variando toni del colore (cioè
la quantità di luce che caratteristiche che li caratterizza) accostandoli apponendoli in
modo da ottenere effetti desiderati come per esempio le emozioni di un viso (ritratto
della Vecchia pag755 fig 5) oppure anche l'orizzonte e i riflessi del sole.
Si tratta quindi una vera e propria rivoluzione in quanto affida al colore un'importante
funzione costruttiva ed espressiva.

Una delle opere più importanti georgiane e la Pala di Castelfranco fatta nel 1504
che rappresenta la Madonna seduta con il bambino su un trono sopraelevato alla
presenza di san Liberale e san Francesco.
Questa è una delle prime opere perché vediamo che tramite una radiografia
dell'opera, ovvero un restauro, che la prima parte in basso è stata segnata con la
matita quindi disegnata, è stata creata l'intelaiatura mentre sappiamo che Giorgione
dipingeva direttamente con il colore.
L'opera è stata commissionata dalla famiglia Costanzo infatti sul basamento del trono
vediamo raffigurato il loro stemma di famiglia. Tutta l'opera è dovuta alla volontà
probabilmente di commemorare il figlio Matteo morto giovanissimo in guerra allo
stesso tragico evento allude probabilmente scontro fra i due soldati armati presenti
sullo sfondo.
A sinistra si raffigura San Liberale perché era il santo a cui era devota la famiglia
Costanzo che regge una bandiera e a destra abbiamo San Francisco.
L'opera ha un impianto piramidale sebbene possiamo dividerla in due parti e queste
due parti sono divise appunto dal basamento di colore rosso.
Nella parte inferiore abbiamo i due santi i basamenti del trono e una pavimentazione
prospettica quadrata.
Nella parte superiore abbiamo la vergine con il bambino in trono e vediamo inoltre
che vi è un'errata prospettiva poiché il trono della vergine non corrisponde al punto di
fuga del basamento e alla pavimentazione. Il trono inoltre crea un asse verticale.
Lo sfondo vediamo un paesaggio veneto che immerge perfettamente le figure le quali
sono modellate negli ultimi raggi del crepuscolo. I colori sono fusi tra loro e i
personaggi non sono isolati ma sono inseriti nel contesto atmosferico, questa è la
cosiddetta pittura tonale
Sempre per quanto riguarda lo sfondo, abbiamo la campagna veneta, il cielo
limpidissimo un lago lontano che si confonde con le montagne azzurrine e un borgo
con delle torri a sinistra dell'opera. Gli stessi edifici sono passati dalla luce.
Nello sfondo abbiamo una piccola ripresa dello sfumato di Leonardo, l’ interesse era
la resa dei fenomeni naturali.
Giorgione per far risaltare le parti illuminate, applicava un supporto scuro lasciato
ruvido e strati sempre più chiari di colore opaco, con pennellare evidenti e materiche
che conferiscono volume.
Ciò non significa che le sue opere sono totalmente istintive, il suo merito è stato
proprio quello di rendere del tutto naturale composizione in realtà mediate e raffinate
calibrate in tutte le loro parti.

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