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PITTURA VENETA

La grande civiltà pittorica veneta assunse carattere di assoluta originalità tanto da


porsi questi argomenti desideri principi formali e dei concetti artistici del manierismo
alla luce il colore si contrappone il disegno è la forma classica ma la pittura veneta
oppure faccio la bellezza e il valore direttamente attinto alla vita moderna goduti
all'abbandono dei sensi sensi si quali appunto agiscono principalmente il colore e la
luce i maggiori esponenti della pittura veneta sono Giorgio non è egiziano la loro arte
chiamata.
La maniera moderna si trova una modalità espressiva diversa in alternativa da quella
fiorentina: Giorgio non è inaugurano se il colore che si è svincolo al contorno della
linea creando da solo le forme volumi lo spazio e la profondità partendo dagli
insegnamenti del maestro Tiziano porta a pieno compimento estenuazione
sviluppando il tempo assile personale in quei colori sono stessi con te nella di veloci
che privilegiano l'espressività non sulla precisione dando gli effetti di estrema
naturalezza nona non è a casa anche per Tiziano sia considerato il più grande
ritrattista del cinquecento la peculiarità quindi della pittura veneta e quindi la pittura
tonale o ovvero il volume dato quella stessa tonalità di colore escludendo il
chiaroscuro sappiamo inoltre un'altra peculiarità di Tiziano che era talmente bravo e
abile a fare ritratti che talvolta faceva ritratti senza bisogno di del soggetto davanti ma
prendeva spunto da ritratti fatti da altri artisti quindi utilizzava altre fonti al di fuori
della del soggetto stesso. 
Un altra cosa molto importante riguardo la pittura veneta è che scompare il disegno e
si disegna direttamente con il colore.

Di Zorzi da Castelfranco conosciuto come come Giorgione non abbiamo molte


notizie, sappiamo che nasce a Castelfranco Veneto intorno al 1477 morì poco dopo
più che trentenne probabilmente durante l'epidemia di peste che colpì Venezia nel
1510. Per questo motivo la testimonianza più importante è quella di Giorgio Vasari
che ci parla di Giorgione come un grande uomo sia dalle fattezze che della
personalità d'animo buono. Sappiamo inoltre che è nato da un'umilissima stirpe ma
riesce comunque a formarsi nelle botteghe piu prestigiose dell'epoca. 
Infatti a metà degli anni 90 del quattrocento si formò nella bottega di Giovanni
Bellini da il senso della nuova pittura tonale la sensibilità e la grazie della luce fu
influenzato anche dal classicismo peruginesco non fu pittore grandi opere pubbliche
eppure era comunque famoso. Vasari lo collocata tra gli artisti iniziatori della maniera
moderna subito dopo Leonardo con gli anni dal missilistici essenziali

Tiziano fu allievo di Giorgio nell'Tiziano Vecellio nasce intorno al 1490 a Pieve di


Cadore nel territorio di Belluno. Figlio di un notaio si forma come un pittore prima
presso Gentile con Giovanni Bellini ultimando l'apprendistato con Giorgione insieme
al quale intorno al 1508 eseguì gli affreschi del del fondaco dei tedeschi.
La sua fama assunse una dimensione europea con richieste da tutto il continente in
particolare dalla Spagna.
Durante la sua carriera abboamo un'evoluzione, se primi quadri erano strettamente
Giorgioneschi, vere proprie limitazioni, negli ultimi quadri incomincia spiccare le
peculiarità e le caratteristiche di Tiziano. 
Nella fase giorgionesca Tiziano elabora il tonalismo e apprende le numerose gamme
cromatiche. I due collaborano insieme alla Venere Giorgionesca chiamata anche la
Venere Dormiente, alla quale Tiziano aggiunge il lenzuolo bianco luminosissimo e il
paesaggio ampio alle sue spalle.
Durante la sua gioventù Tiziano in breve tempo riesce a stabilire il perfetto equilibrio
tra forma ed espressione che costituisce le fondamenta del suo periodo Classico dove
noi ricordiamo Amor Sacro e Amor Profano. (1515)
La seconda fase del suo periodo classico viene chiamato classicismo naturalistico o
cromatico costituito da opere di altissimo livello. Tra questo periodo ricordiamo la
Venere di Urbino fatta nel 1538. Tiziano risente poco della crisi del manierismo
sebbena reagisca con colori più forti e determinati, Michelangelo invece abbiamo
visto che caricava la sua angoscia con le figure possenti incatenate dalla materia.
La terza fase della sua carriera artistica è la fase da ritrattista egli affronta uno studio
psicologico dei personaggi, come i ritratti di Paolo III con i nipoti o Carlo V.
Successivamente abbiamo l’evoluzione drammatica di Tiziano alla fine della sua
carriera dove i quadri sono prevalsi da tocchi di colore agitati e nervosi di color
mattone. Ricordiamo la reinterpretazione dell’ Incoronazione di Spine.

Tiziano morì il 27 agosto del 1576 quasi novantenne durante l'infuriare di


un'epidemia di peste.

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