Sei sulla pagina 1di 60

Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.

it

Maschere
di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo

«Take off your mask


The world will see
The freakin’ you
The freakin’ me»
(Delain, “My Masquerade”)

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 1 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Indice
Condizioni di uso del testo ........................................................................................ 3
Versioni ................................................................................................................... 3
Informazioni per l’Organizzatore ................................................................................ 3
Indizi da consegnare subito .................................................................................... 10
Indizi da consegnare ad inizio secondo atto ............................................................. 16
Copione di Sonia Duderstadt ................................................................................... 20
Copione di Daniela Nocentini ................................................................................... 29
Giulia Sofia de Ferra ............................................................................................... 36
Evaldo Di Giacomo ................................................................................................. 45
Renato Pagani ........................................................................................................ 54

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 2 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Condizioni di uso del testo


Il testo che segue è protetto dal diritto d’autore.
Ne sono assolutamente vietate la copia e la diffusione anche telematica se non
espressamente autorizzate.
Il suo utilizzo è consentito agli abbonati al “Taccuino” (sito internet
www.murderparty.it) unicamente a fini ludici e per intrattenimenti privati non
commerciali.
Ogni utilizzo differente dal paragrafo precedente deve essere espressamente
autorizzato dall’autore. La richiesta può essere fatta inviando una email al sito della
Murderparty.
Ogni violazione del Copyright comporta automaticamente la cancellazione
dell’utente dal sito Murderparty e la denuncia presso le sedi SIAE competenti della
avvenuta violazione del diritto d'autore.

Versioni
Ci si riserva la possibilità - anche grazie ai vostri suggerimenti e alle vostre
segnalazioni - di rendere disponibili versioni migliorate e corrette di questo testo per
tutto il periodo in cui sarà scaricabile dagli abbonati. Vi invitiamo pertanto a visitare
periodicamente il sito della Murderparty per verificare la disponibilità di eventuali
aggiornamenti.

Informazioni per l’Organizzatore


Attenzione: questi paragrafi devono essere letti solo dall’Organizzatore!

Cosa è accaduto
Firenze, 12 agosto 2016. Un assassino seriale si aggira per le strade della città, e negli
ultimi mesi ha già colpito diverse volte. Costui abbandona le proprie vittime in
periferia, sedute su una panchina, e mette sui loro volti una maschera bianca su cui
scrive una parola in uno strano alfabeto e una sequenza di numeri. Le forze dell' ordine
lo hanno soprannominato “Persona”.
Ieri ha fatto una nuova vittima, Alex Tronconi, ed ha quasi ucciso anche la sua
fidanzata, Sonia Duderstadt, che si è salvata per miracolo. In soccorso della ragazza
sono arrivati Evaldo Di Giacomo, Renato Pagani, Daniela Nocentini e Giulia de Ferra,
che, però, sono finiti in una trappola preparata dall'assassino che, in pochi attimi, ha
lasciato profondi segni sui loro corpi.
Il modus operandi del delitto è stato leggermente diverso dalle altre volte. Davvero
Persona è diventato più efferato? O invece è qualcun altro che si nasconde dietro
l’inquietante maschera di un serial killer per compiere la propria personale vendetta?

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 3 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Talvolta le maschere sono della mente… messe da noi e solo per noi. Perché ci sono
anfratti del nostro animo che noi stessi non vogliamo vedere.

I personaggi
Alex (Alessio) Tronconi: la vittima
27 anni, studente di informatica. Dongiovanni e hacker coinvolto in attività non
sempre lecite, era da molti considerato immaturo e poco affidabile. Fidanzato con
Sonia.

Sonia Duderstadt
24 anni, laureanda in chimica all'Università di Firenze, una studentessa modello con
un’intelligenza sopra la media.
→ Dietro la maschera: soffre di sadismo generato da mania di controllo.

Evaldo Di Giacomo
45 anni, professore di storia antica all'Università di Firenze. Ottimo ascoltatore, dai
modi molto amichevoli.
→ Dietro la maschera: soffre disturbo evitante di personalità.

Renato Pagani
41 anni, brillante uomo d'affari e squalo della finanza noto per la sua pessima
reputazione di avaro, xenofobo e sessista.
→ Dietro la maschera: in realtà è un benefattore con un forte senso della giustizia, cosa
che non vuole rendere nota poiché ritiene potrebbe renderlo vulnerabile agli occhi della
concorrenza.

Daniela Nocentini
33 anni, psicologa. Ha una sensibilità fuori dal comune che la rende eccellente nel
suo lavoro.
→ Dietro la maschera: ha sofferto in passato di sadismo patologico di natura edonistica.

Giulia Sofia de Ferra


37 anni, professoressa di matematica all'Università di Firenze. Precisa e impeccabile,
forse troppo.
→ Dietro la maschera: soffre di disturbo ossessivo-compulsivo.

Altri nomi ricorrenti


Adele Biancalani
Vittima, studentessa di 25 anni, iscritta all’Università di Firenze.

Sandra Masi
Vittima, casalinga di 38 anni, moglie di un ricco imprenditore.
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 4 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Maurizio Cini
Vittima, impiegato di 52 anni, ex alcolista.

Anna Iandi
Vittima, assistente universitaria di 31 anni, impiegata presso il dipartimento di
Scienze Sociali dell’Università di Firenze.

Stephen Kosikys
Pseudonimo usato da Renato Pagani per fare beneficenza.

Obiettivi delle squadre investigative


Le Squadre Investigative devono scoprire assassino, movente e modalità del delitto.
Devono anche fare attenzione, però, perché in questo murder party nulla è come
sembra. Dovranno quindi prima "togliere la maschera" ai sospettati e scoprire il loro
lato oscuro. Solo cosi capiranno il loro vero ruolo in questa storia.

Gestione degli atti


Il murder party è diviso in due atti: nel primo sarà possibile investigare solo su tutto
il periodo precedente il giorno del delitto, mentre nel secondo sarà possibile investigare
solo sul giorno stesso. Tale struttura non è comunque obbligatoria e l’Organizzatore
può dunque decidere di ignorarla e permettere di investigare contemporaneamente su
qualsiasi momento temporale. Nel seguito canovacci e indizi sono comunque
organizzati in modo tale da permettere la realizzazione in due atti.

Informazioni utili
Taser
(Da Wikipedia) Il taser (acronimo di Thomas A. Swift's Electronic Rifle) è un
dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell'elettricità
per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. In
italiano è anche nota come "pistola elettrica", "storditore elettrico" o "dissuasore
elettrico".
È stata inserita dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura. Secondo Amnesty
International l'arma in pochi anni è stata responsabile di centinaia di morti nei soli
Stati Uniti, ma secondo altri studi le morti sarebbero state concausate dai problemi
cardiologici di cui soffrivano i soggetti colpiti.

Forum di Assistenza al Suicidio


(Da Motherboard, marzo 2015) Il deep web non è un luogo solo per droghe e
criminali. Ospita piattaforme per whistleblower, netizen cinesi che eludono la censura
statale del Great Firewall, e molti altri siti perfettamente legali — c’è persino Facebook.
C’è anche un nuovo sito in bilico tra legalità e illegalità, tra l’empatia e quella che
sembra una colpa capitale: un forum per discutere qualsiasi cosa relativa al suicidio, da
pensieri e fantasie suicide, a modi effettivi per uccidersi.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 5 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Si chiama Sanctioned Suicide, e l’ethos professato è quello di fornire a chiunque un


paradiso sicuro e completamente anonimo per discutere dei propri pensieri più oscuri.
“È un posto in cui le persone possono trovare aiuto e sfogarsi”, ha detto a
Motherboard il fondatore del sito, che risponde allo pseudonimo di Apollo, “così come
un posto per trovare il modo più adatto per porre fine alla propria vita, se è ciò che si
desidera.”
[,,,] Nel frattempo, gli utenti del forum sono felici di Sanctioned Suicide.
Kristoph27 ha commentato sul thread di inaugurazione: “È bello che questo sito sia
stato fatto. Non esistono molti siti “buoni” come questo, su Tor. :-)”
Anche altri hanno avuto reazioni positive, benché tetre, quando il sito è stato
annunciato.
“Spero che questo sito decolli. Cerco un forum sul suicidio da tantissimo. Tutti
quelli validi sono scomparsi,” ha scritto l’utente ichithekiller01. “Sono contento che
qui si possa parlare di metodi e tutta l’altra roba proibita su Reddit. Parlare di quella
roba fa stare bene. Pianificare fa stare bene.”

Sadismo
(Da Wikipedia) Il sadismo è una parafilia consistente nel trarre piacere dall'infliggere
dolore fisico o umiliazioni psicologiche ad altri soggetti.
[...] il sadico, tendenzialmente, [...] può spingere la sua azione fino a soprassedere o
rinunciare al consenso esplicito della "vittima" dei suoi gesti, o addirittura, nei casi di
sadismo patologico, fino a oltrepassare i limiti della legalità rendendosi responsabile di
atti lesivi dell'integrità psicofisica o addirittura della vita di colui o colei su cui agisce.
Il termine deriva da Donatien Alphonse François de Sade, meglio conosciuto come
Marchese de Sade (1740 - 1814), aristocratico francese autore di diversi libri erotici e di
alcuni saggi filosofici, in cui è evidenziata la figura del sadico come individuo capace di
compiere, con scientifica razionalità, ogni sorta di azione volta al male, rifiutando ogni
limitazione imposta dalla morale comune e riconoscendo come unica legge il
perseguimento e l'accrescimento del proprio personale piacere.

Disturbo Ossessivo-Compulsivo
(Da Wikipedia) Il disturbo ossessivo-compulsivo o DOC (in inglese obsessive-
compulsive disorder o OCD) viene chiamato anche sindrome ossessivo-compulsiva o
SOC (in inglese obsessive-compulsive syndrome o OCS). [...] In psicoanalisi è tuttora
definito nevrosi ossessiva.
Tale disturbo consiste in un disordine psichiatrico che si manifesta in una gran
varietà di forme, ma è principalmente caratterizzato da [...] una sintomatologia
costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da
eseguire) che tentano di neutralizzare l'ossessione.
[...] I sintomi esatti possono includere, più specificamente, tutti o solo alcuni dei
seguenti:
● la ripetizione continua di azioni "riparatrici" (lavarsi le mani);

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 6 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

● un sistema di conto specifico (contare in gruppi di quattro, sistemare le cose in


gruppi di tre, sistemare gli oggetti in insiemi pari o dispari);
● controlli protratti e ripetuti, volti a riparare o prevenire gravi disgrazie o
incidenti;
● impostare limiti specifici ad azioni in corso, ad esempio raggiungere la propria
auto compiendo esattamente dodici passi;
● allineare perfettamente gli oggetti nel loro insieme, in angolazioni perfette
(questo sintomo si ha anche nel disordine della personalità e può essere confuso con
questa condizione);
● puntare lo sguardo o gli oggetti in direzione degli angoli della stanza;
● in pavimentazioni composite, evitare il calpestio delle fughe di separazione,
ossia poggiare il piede solo al centro delle piastrelle;
● ricerca di simmetria (calpestare un pezzo di carta con il piede sinistro può
indurre il bisogno di calpestarne un altro con il piede destro, o di tornare indietro e
pestarlo nuovamente);
● paura di contaminazione fisica (come la paura delle secrezioni del corpo umano
quali saliva, sudore, lacrime, muco, urina e feci: alcuni casi di DOC hanno anche
dimostrato la paura che il sapone che viene usato dal soggetto per detergersi, sia esso
stesso contaminato), o anche metafisica (contaminazione da pensiero);
● paura ossessiva delle malattie (cfr. ipocondria);

Disturbo Evitante di Personalità


(Da Wikipedia) Il disturbo evitante di personalità [...] a volte detto anche disturbo
ansioso di personalità, è un disturbo di personalità caratterizzato da uno schema di
comportamento penetrante di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza, estrema
sensibilità a valutazioni negative nei propri oppure altrui confronti e la tendenza a
evitare le interazioni sociali. Le persone affette da disturbo evitante di personalità spesso
si considerano socialmente incapaci o non attraenti a livello personale ed evitano le
interazioni sociali per timore di essere ridicolizzati, umiliati od oggetti di antipatie.
Tipicamente, si presentano come persone che amano stare da sole e riferiscono di
sentire un certo senso di estraniazione dalla società, provocando l'evitamento.
Il disturbo evitante della personalità è di solito osservato all'inizio dell'età adulta, ed
è associato ad un certo senso di "rigetto" effettivo o percepito dal genitore o dai coetanei
durante l'infanzia. Se il sentimento di rigetto sia dovuto al severo monitoraggio dei
comportamenti interpersonali attribuito alla gente affetta dal disturbo, è cosa ancora da
dimostrare.

Etruschi
(Da Wikipedia) Gli Etruschi furono un popolo dell'Italia antica, di lingua non
indoeuropea e di origine incerta, affermatosi in un'area denominata Etruria,
corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria fino al fiume Tevere e al Lazio
settentrionale. Successivamente si espansero a nord nella zona padana (attuali Emilia-
Romagna, Lombardia sud-orientale e parte del Veneto meridionale) e a sud fino in
Campania.
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 7 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi
successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di
conquista e assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista
di Veio da parte dei romani nel 396 a.C.

Sprinkler Antincendio
(Da Wikipedia) Lo sprinkler (letteralmente "spruzzatore" in inglese) è un sistema
automatico di estinzione a pioggia; ha lo scopo di rilevare la presenza di un incendio e
di controllarlo in modo che l'estinzione possa essere completata con altri mezzi, oppure
di estinguerlo nello stadio iniziale.
Un sistema sprinkler comprende un'alimentazione idrica e una rete di tubazioni,
solitamente posizionate a livello del soffitto o della copertura, alla quale sono collegati,
con opportuna spaziatura, degli ugelli erogatori chiusi da un elemento termosensibile.
In caso d'incendio, il calore sviluppato provoca l'apertura degli erogatori che si trovano
direttamente sopra l'area interessata e conseguentemente la fuoriuscita di acqua che
permette il rapido controllo dell'incendio con il minimo dei danni.
[...] L'elemento termosensibile è il componente che attiva l'uscita dell'acqua. In
condizioni normali il componente fa in modo che il tappo resti nella sua posizione e
non vi sia fuoriuscita di acqua. Non appena l'elemento viene esposto al calore, cede e
rilascia il tappo. Gli elementi termosensibili sono di due tipi, entrambi ugualmente
affidabili: lega metallica fusibile oppure bulbo di vetro frangibile. La normale
temperatura di funzionamento è tra 57 e 77 °C.

Cronologia
Mesi precedenti al delitto
 Febbraio 2015 (un anno e mezzo fa): Alex inizia la terapia con Daniela
 Ottobre 2015 (dieci mesi fa): Alex e Sonia si mettono insieme
 Dicembre 2015 (otto mesi fa): Renato inizia a collaborare con Alex
 Gennaio-febbraio 2016 (sette mesi fa): Sedute di Renato con Daniela
 13 febbraio 2016: ritrovamento del cadavere di Adele Biancalani; la questura
di Firenze contatta Evaldo Di Giacomo per l’interpretazione della scritta in
Etrusco
 Aprile 2016 (quattro mesi fa): Alex e Sonia vanno a vivere insieme
 30 aprile 2016: ritrovamento del cadavere di Sandra Masi; la questura di
Firenze contatta Daniela Nocentini per stilare un profilo del serial killer;
Evaldo chiede un parere a Giulia sull’interpretazione della sequenza di
numeri
 Maggio 2016: Donazione di Stephen Kosikys al dipartimento di Storia
dell’Università di Firenze; Alex comincia a corteggiare Daniela in maniera
esplicita
 Metà giugno 2016 (due mesi fa): Renato interrompe la collaborazione con
Alex

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 8 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 20 giugno 2016: ritrovamento del cadavere di Maurizio Cini


 29 giugno 2016 (un mese e mezzo fa): Renato riceve la prima email
minatoria dall’indirizzo di Giulia
 8 luglio 2016 (un mese fa): Renato conosce Giulia di persona
 20 luglio 2016 (tre settimane fa): seduta di Sonia con Daniela Nocentini
 28 luglio 2016 (due settimane fa): Evaldo assiste al litigio tra Alex e Anna e
comincia a tenere sotto controllo Alex all’università
 2 agosto 2016 (dieci giorni fa): ultima seduta di Alex con Daniela
 5 agosto 2016: ritrovamento del cadavere di Anna Iandi

11 agosto 2016, giorno del delitto


 Ore 10:00 - 10:15: Daniela, Giulia ed Evaldo arrivano in questura.
 Ore 10:30: Primo messaggio vocale di Alex a Daniela; Sonia si reca a
preparare la scena del delitto
 Ore 11:00: Sonia rientra a casa; secondo messaggio di Alex a Daniela; Sonia
stordisce Alex e lo porta al capannone
 Ore 11:10: Giulia, Evaldo e Daniela lasciano il commissariato e si avviano
verso casa con l’auto di Giulia
 Ore 11:15: Telefonata di Alex a Daniela. Sonia ascolta la telefonata, in un
impeto di rabbia, stordisce ed uccide Alex
 Ore 11:22: Giulia, Daniela ed Evaldo raggiungono il capannone; Daniela ed
Evaldo si recano all’interno, Giulia resta nel parcheggio e chiama Renato
 Ore 11:22 - 11:27: Evaldo esplora il capannone in cerca di Alex; Daniela
trova il corpo di Alex e viene aggredita da Sonia/Persona; Daniela lotta con
Sonia/Persona e riesce ad avere la meglio; Evaldo raggiunge Daniela e la
porta fuori dal capannone
 Ore 11:26: Renato raggiunge il capannone
 Ore 11:27: Evaldo e Daniela escono dall’edificio
 Ore 11:28: Giulia, Evaldo e Renato rientrano nel capannone
 Ore 11:28 - 11:35: Giulia, Evaldo e Renato trovano il corpo di Alex e ne
constatano la morte; Evaldo soccorre Sonia, che chiede aiuto da un’altra
stanza; Il seminterrato resta al buio e l’allarme antincendio viene fatto
scattare con un accendino; Giulia, Evaldo e Renato vengono colpiti da un
getto d’acido
 Ore 11:35: Giulia, Evaldo, Renato e Sonia escono dal capannone
 Ore 11:38: La polizia sopraggiunge sul posto
 Ore 11:46: L’ambulanza arriva sul posto

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 9 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Indizi da consegnare subito

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 10 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Referto medico

Documento no. 8204156


Data: 8 agosto 2016
Oggetto: Referto medico riassuntivo

Tutte le vittime sono morte per ipossia e presentano sul collo


evidenti ecchimosi da strangolamento, avvenuto a causa di un
laccio in nylon, del quale sono state rinvenute delle piccole
fibre.
Le autopsie hanno rivelato dei cambiamenti cutanei
micromorfologici in due punti distinti, vicini 3 centimetri,
coerenti con una bruciatura da scarica elettrica di un’arma
stordente, molto probabilmente un taser, sulla schiena. Sul collo
delle vittime è presente un leggero ematoma trasversale al
percorso carotideo, che indica una compressione dell’arteria
carotide, probabilmente fino a perdita di conoscenza.
L’assenza di altri segni di lotta sembra indicare che le vittime
sono state uccise mentre erano in stato di incoscienza;
l'assassino non ha, quindi, avuto bisogno di effettuare molta
forza.
Il verso di avvolgimento e l'incrocio del laccio indicano che
l'assassino potrebbe essere mancino.
Non sono state rilevate impronte digitali sulle vittime.
Le maschere che le vittime indossavano nel momento del
ritrovamento sono di un tipo molto comune e di facile
reperibilità, e non presentano tracce fisico-chimiche o biologiche
se non quelle lasciate dalle vittime stesse.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 11 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Foto della maschera ritrovata sul corpo della prima vittima di Persona

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 12 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Numeri sulle maschere delle altre vittime

Le maschere ritrovate sulle altre vittime sono identiche, e su tutte è stata tracciata la stessa scritta;
sono, invece, ogni volta diversi i numeri, che, a partire dalla seconda vittima in poi, sono:

2,4494897

1,7320508

1,6180339

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 13 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Articolo sull’ultima vittima di Persona

La Novella di Firenze
Tutte le news di Firenze città e provincia - 6 agosto 2016
Nuova vittima di “Persona”, l’assassino delle maschere
Terrore in città alla notizia di una nuova vittima di quello che è stato soprannominato
“Persona”.
Nella giornata di ieri è stato ritrovato nella periferia sud della città, il corpo di Anna Iandi,
assistente universitaria di 31 anni che era stata vista per l’ultima volta il pomeriggio del 4 agosto
presso una fermata d’autobus nel quartiere universitario. Come le altre vittime dell’assassino
delle maschere, anche lei è morta per strangolamento dopo essere stata tramortita, ed è stata poi
abbandonata su una panchina con una maschera sul volto.
Il numero delle vittime del misterioso assassino sale, così, a quattro. Indiscrezioni dicono che
“Persona” abbia lasciato un codice sulle maschere che forse potrebbe aiutare ad identificarlo.
Secondo fonti ufficiose, non sembra esserci un collegamento tra questa vittima e le tre
precedenti, per le quali, invece, la polizia stava già seguendo una pista. Che si tratti di un fanatico
e non del killer originale?
Gli inquirenti lavorano alacremente per risolvere il mistero e suggeriscono di fare attenzione.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 14 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Articolo su Stephen Kosikys

toscanaweb.it
L’Università di Firenze finanzia uno scavo nell’area
archeologica di Capannori
16 maggio 2016
Il Dipartimento di Storia e Archeologia dell’Università di Firenze ha reso pubblica la notizia
dell’apertura di uno scavo nella zona archeologica di Capannori che si focalizzerà sulla ricerca di nuovi
reperti legati all’antica civiltà etrusca. Certo è che, se lo scavo dovesse portare alla luce testimonianze
rilevanti, l’Università potrebbe beneficiarne notevolmente, sia in termini economici che di prestigio. Il
finanziamento dell’operazione è stato possibile grazie ad una sostanziosa donazione effettuata da
Stephen Kosikys. Non è la prima volta che l’ateneo gode dei favori del misterioso benefattore, la cui
identità è tutt’ora avvolta nel mistero.
L’Università non è l’unica istituzione ad aver ricevuto una mano da Kosikys, ma solo una delle
tante: ricordiamo, per citare le più recenti, la donazione di alcune settimane fa ad Amnesty
International e quella, piuttosto sostanziosa, di due mesi fa a Medici Senza Frontiere e alla Croce
Rossa.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 15 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Indizi da consegnare ad inizio secondo atto

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 16 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Referto medico preliminare

Documento no. 8204177


Data: 12 agosto 2016
Oggetto: Referto medico preliminare quinta vittima

Vi inviamo questa mail perché l'autopsia deve essere ancora eseguita,


ma non ci aspettiamo nulla di più di quanto esposto nel seguito.
La quinta vittima, Alessio Tronconi, 27 anni, presenta gli stessi
segni delle altre vittime con in più una seconda bruciatura da taser
sulla schiena, a poca distanza dall’altra. I segni sul collo, molto
più evidenti rispetto a quelli lasciati sulle altre vittime, sono
compatibili con un laccio in nylon che è stato ritrovato all’interno
del capannone, nelle vicinanze del cadavere.
Sul taser ritrovato e sulla torcia d’emergenza non ci sono impronte,
mentre sul laccio di nylon non sono rilevabili. Sul telefono
cellulare della vittima ci sono le impronte della vittima stessa e di
Sonia Duderstadt. Il telefono, sebbene all’apparenza ancora
funzionante, ha lo schermo pesantemente danneggiato, il che ne rende
praticamente impossibile l’utilizzo.
La maschera ritrovata nel capannone si trova tutt’ora nel laboratorio
analisi e siamo in attesa di risultati. Agenti stanno inoltre
esaminando l’area dell’omicidio alla ricerca di altre tracce.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 17 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Foto della maschera ritrovata nel capannone industriale accanto al corpo


di Alex Tronconi

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 18 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Pianta del capannone industriale abbandonato

L’edificio è un vecchio capannone industriale abbandonato da anni, in moderato stato di degrado, situato a circa
6 km a Sud dal centro di Firenze. L’impianto elettrico non è funzionante. L’ingresso principale è situato sulla
facciata. È presente un ingresso laterale che dà accesso direttamente al seminterrato. Le finestre del piano terra sono
tutte munite di inferriate. Il seminterrato non ha finestre. L’area esterna è completamente asfaltata. La recinzione è
malandata e i cancelli, sia sulla strada principale che su quella secondaria, sono divelti. Per imboccare una delle due
strade c’è una svolta qualche chilometro prima. Entrambe le strade terminano una volta raggiunta l’area del
capannone.

N.B. Le icone non sono in scala, poiché gli ambienti sono molto ampi.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 19 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Copione di Sonia Duderstadt


INFORMAZIONI GENERALI
Luogo e tempo
Firenze, Italia, 12 agosto 2016.
Un assassino seriale si aggira per le strade della città, e negli ultimi mesi ha già colpito
diverse volte.
Costui abbandona le proprie vittime in periferia, seòdute su una panchina, e mette sui
loro volti una maschera bianca su cui scrive una parola in uno strano alfabeto e una
sequenza di numeri. Le Forze dell'Ordine lo hanno soprannominato Persona.
Ieri ha fatto una nuova vittima, Alex Tronconi, il tuo fidanzato. Ti sei salvata per
miracolo. Sono arrivati sul posto Evaldo Di Giacomo, Renato Pagani, Daniela
Nocentini e Giulia de Ferra, che, però, sono finiti in una trappola preparata
dall'assassino che in pochi attimi ha lasciato profondi segni sui loro corpi.
Questa volta il modus operandi del delitto è stato leggermente diverso dalle altre. Si
tratta davvero di Persona, che è diventato più efferato? O invece è qualcun altro che si
nasconde dietro una inquietante maschera - quella di un serial killer - per compiere la
propria personale vendetta?

Chi sei
24 anni, fidanzata di Alex. Laureanda in chimica all'Università di Firenze. Una
studentessa modello con un’intelligenza di molto sopra la media.
→ Dietro la maschera: soffri di sadismo e mania di controllo.

Aspetto
Hai un foulard al collo che copre delle evidenti ecchimosi: sei stata quasi uccisa quando
hanno cercato di strangolarti con un laccio di nylon (per i dettagli vedi dopo).

Gli altri personaggi

Alex (Alessio) Tronconi: la vittima


27 anni, il tuo fidanzato da quasi un anno. Studente di informatica e hacker coinvolto
in attività non sempre lecite, tempo fa hai scoperto che ti ha tradita svariate volte.

Prof. Evaldo Di Giacomo


45 anni, professore di storia all'Università di Firenze. Ottimo ascoltatore, dai modi
molto amichevoli.

Renato Pagani
41 anni, uomo d'affari e squalo della finanza noto per la sua pessima reputazione di
avaro, xenofobo e sessista.

Daniela Nocentini
33 anni, psicologa. Una professionista stimata anche se, a tuo parere, sopravvalutata.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 20 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Prof. Giulia Sofia de Ferra


37 anni, professoressa di matematica all'Università di Firenze. Precisa e impeccabile.

ATTO I: I MESI E I GIORNI PRECEDENTI IL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Sei nata a Bolzano, in una famiglia agiata di origini austriache ed i tuoi
genitori sono due stimati professionisti. Sono orgogliosi di te, del fatto che
hai un’intelligenza sopra la media e sei sempre stata una figlia modello, nel
modo di comportarti così come nello studio e nello sport.
 Studi chimica all’università di Firenze, dove dovresti laurearti nella prossima
sessione invernale. Guadagni qualcosina dando ripetizioni di matematica e
materie scientifiche a liceali e ragazzi delle medie.
 Sei mancina.
 Sei fidanzata con Alex da quasi un anno, precisamente dallo scorso ottobre.
Ad aprile siete andati a vivere insieme, un po’ anche per dividere le spese di
affitto e bollette. Firenze è una città carissima! Certo lui non era proprio uno
studente modello: fuori corso da almeno due anni, sempre indietro con gli
esami… ma eri sicura che saresti riuscita a riportarlo sulla retta via. In fondo
sapevi che era il ragazzo perfetto per te.
 Conosci la professoressa de Ferra perché è stata la tua docente al corso di
Analisi Matematica II. All’esame con lei sei andata benissimo, come al solito.
Certo, non sei proprio sua amica ma avete rapporto molto cordiale e sai che
ti stima molto come studentessa. Ama profondamente il suo lavoro ed è
particolarmente appassionata di serie numeriche, delle quali parla con
insolito entusiasmo.
 Conosci Renato perché Alex fino a due mesi fa collaborava con lui. Aveva il
compito di hackerare le mail dei suoi concorrenti in modo che lui potesse
spiarli, nulla di troppo complicato anche per un hacker dilettante. Dovrebbe
essere un segreto, ma Alex te lo ha raccontato. Che viscido quel Renato!
 Il professor Di Giacomo non lo conosci di persona ma lo hai visto spesso in
giro per l’università, dove insegna storia, se non ricordi male. I suoi studenti
lo definiscono uno con la testa tra le nuvole che quando attacca a parlare di
storia non la smette più, ma ha anche una reputazione da ottimo ascoltatore.
 Daniela era la psicologa di Alex. Siccome lui ne parlava molto bene, hai
deciso di fare qualche seduta con lei per lavorare sull’ansia che ti genera il
pensiero della laurea imminente. Fino ad ora, però, hai fatto solo la prima
seduta, il 20 luglio.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 21 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Informazioni che devi mantenere riservate


 Era tutta una facciata! I tuoi genitori non erano affatto fieri di te! Volevano solo
esibirti e non tolleravano nessun tipo di fallimento da parte tua, per quanto minimo o
insignificante. In più ti lasciavano sempre da sola, e non ti permettevano di avere dei
normali rapporti sociali. Vedevi gli altri vivere le proprie vite e commettere i propri
errori di gioventù senza reazioni spropositate da parte di nessuno dei loro familiari,
mentre a te non era permesso sbagliare in nulla. Non ti hanno mai lasciato il
controllo della tua stessa vita.
 Per molto tempo hai pensato di suicidarti, ma non l’hai mai fatto perché in fondo eri
spaventata. Fino a che, qualche anno fa, hai sentito al telegiornale dell’esistenza di
forum sul deep web dove aspiranti suicidi potevano accordarsi per uccidersi insieme e
superare, così, la paura di quel gesto estremo. Li hai cercati e trovati ma non hai
comunque messo in pratica l’idea. Leggendo i post degli iscritti al forum, ti sei resa
conto che non ne provavi davvero desiderio, al contrario di loro. Una cosa, però, hai
notato: tutti loro nella vita reale fingevano di essere felici. C’erano professionisti, gente
benestante, persone apprezzate dai loro pari, eppure nessuno si sentiva veramente
realizzato. Era come se tutti indossassero una maschera.
 Vivere insieme ad Alex ti ha reso più facile tenerlo sotto controllo. Tempo fa lo avevi
accompagnato presso l’ufficio di Renato perché doveva lasciargli dei documenti. In
quell’occasione Renato ti ha detto di aver più volte sentito Alex fare il cascamorto con
altre ragazze al telefono. All’inizio ti eri rifiutata di credergli: quel verme
probabilmente voleva soltanto mettervi l’uno contro l’altra. Ma la verità era che non
era la prima persona a metterti in guardia su una cosa del genere. Hai cominciato a
spiare Alex e controllare regolarmente il suo cellulare e il pc. Era tutto vero. Alex non
era il ragazzo perfetto, neanche sotto questo punto di vista. Ma tu non volevi
arrenderti. Era il tuo compagno ideale. Doveva esserlo.
 C’è una cosa di te che nessuno conosce e che hai iniziato a notare crescendo. Quando
agli altri succedeva qualcosa di brutto provavi piacere. Ti capitava persino
all’università, quando qualcuno veniva bocciato agli esami. A volte, anzi, andavi
apposta ad assistere. Ad un certo punto hai anche iniziato a uccidere dei piccoli
animali. Ti piaceva la sensazione di avere il controllo totale sulla loro vita, come se
fossi un dio. Alla fine lo hai ammesso anche con te stessa: provi piacere nel dolore
altrui. E non solo quello: senti di averne un bisogno quasi fisico. Volevi provare a
ferire un essere umano. Ed avesti un’idea: i forum dei suicidi. In fondo volevano
morire, no? Ti sei iscritta utilizzando credenziali fittizie ed hai contattato una ragazza
di Firenze, quasi tua coetanea, Adele Biancalani, da un pc dell’università.
 Hai deciso che quel momento doveva essere perfetto, quindi hai pianificato di farlo in
grande stile e di lasciare anche un messaggio al mondo. Hai adocchiato un
capannone industriale in disuso a due passi dal centro. Un posto perfetto. Nel
pomeriggio del 12 febbraio ti sei incontrata con Adele in centro e poi siete andate lì.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 22 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Nel capannone non funzionava l’impianto elettrico. Facendo luce con una torcia
d’emergenza, l’hai portata nel seminterrato senza finestre e l’hai stordita con un taser.
Credevi che sarebbe svenuta, invece è rimasta paralizzata ma cosciente. Maledetta
Hollywood! Poco male, l’hai tramortita facendo pressione sulla carotide, quindi l’hai
strangolata. Con tua stessa sorpresa, nonostante fosse svenuta, la cosa ti appagava
comunque. Il controllo totale sulla vita di un altro essere umano! Finalmente, non eri
più tu quella controllata, ma colei che controllava.
 Hai portato il corpo di Adele in un viale in periferia e l’hai posizionato su una
panchina, sistemandolo come una persona normalmente seduta. Poi le hai messo una
maschera sul volto, per dire a tutto il mondo che la sua vita era normale solo in
apparenza. Sulla maschera avevi anche scritto una parola in antico Etrusco
(“phersu”, che significa proprio “maschera”), e le prime cifre di un numero che conosci
bene, il pi greco. Perché proprio quello? È un cosiddetto “numero malvagio”, perché
sommando le sue cifre decimali ad un certo punto la somma fa 666. Usando un
numero malvagio volevi denunciare a tutti la cattiveria di una società che non
permette alle persone di avere il controllo delle proprie vite. Ti sentivi appagata e
potente. Hai capito subito che Adele sarebbe stata solo la prima della lista.
 Hai deciso che avresti usato il seminterrato del capannone per uccidere anche le tue
vittime successive. Hai lasciato la torcia d’emergenza lì. A causa dell’incidente con il
taser, hai pensato bene di creare una sorta di sistema di emergenza nel caso non fossi
riuscita a stordire le tue vittime. Hai diluito dell’acido cloridrico nell’acqua
dell’impianto antincendio, che poteva essere azionato anche senza corrente elettrica, e
modificato lo spruzzatore affinché scattasse subito dopo aver toccato una fonte di
calore (altrimenti ci avrebbe messo almeno trenta secondi). Un ottimo diversivo in
caso di problemi.
 Ti è venuto da ridere quando hai scoperto che la polizia ti ha soprannominata proprio
“Persona”. La parola italiana persona viene dal latino persona-personae, che, neanche
a farlo apposta, deriva proprio da phersu. Maschera. Proprio quello che volevi
denunciare. Brave, stupide mosche! Una cosa buona l’avete fatta.
 Con le stesse modalità utilizzate per il primo omicidio, hai adescato e ucciso altre due
persone: Sandra Masi e Maurizio Chini. A quel punto, anche a seguito delle
segnalazioni degli stessi utenti, i forum erano stati messi sotto controllo e nessuno si
fidava più degli altri (che falsi! Non volevano morire comunque?). Inoltre, nonostante
tu avessi utilizzato credenziali false, pensi che la polizia fosse riuscita a risalire agli IP
dei PC che avevi utilizzato perché all’università c’erano in giro facce nuove,
sicuramente dei poliziotti in borghese. Ma tu ormai non riuscivi più a fare a meno di
uccidere. Dovevi trovare le tue vittime altrove.
 Dai tuoi ripetuti controlli su Alex, hai scoperto che ultimamente si sentiva spesso con
due ragazze: Anna Iandi e una certa Dany. Anna la conoscevi, una sciacquetta
dell’università, un’assistente sui trent’anni. Ma Dany… chi era? Non importava:
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 23 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

adesso sapevi come continuare la sequenza di omicidi, unendo al piacere di uccidere


anche quello di punire Alex per la sua falsità nei tuoi confronti. Le tue vittime
successive sarebbero state le sue puttanelle!
 Contattare Anna era facile, visto che lavorava all’università. L’hai uccisa all’inizio di
agosto con estremo piacere.
 Spiando i messaggi di Alex, hai capito finalmente che quella “Dany” con cui si
sentiva era Daniela Nocentini, la sua psicologa. Che razza di professionista si lascia
coinvolgere da un paziente? Non è una cosa da revoca dell’abilitazione? Poco male, ci
avresti pensato tu a punirla. Hai deciso di studiarla per capire come attirarla nella
tua trappola, quindi sei andata a fare una seduta da lei il 20 luglio. Sei rimasta
delusa: era anche brava nel suo lavoro ma rispetto a te era stupida come una gallina.
Ti piaceva molto l’idea di sfidarla, farle credere che eri “normale” e che andavi da lei
solo per gestire la normale ansia di una laureanda. Che divertimento! Aveva
un’assassina seriale davanti e non se n’è minimamente accorta!
 Il pi greco non è l’unico numero definito “malvagio”. Ce ne sono anche altri. Così hai
potuto continuare a identificare le tue vittime in maniera creativa. Quelli che hai
usato sono i seguenti:
- 3,1415926 (pi greco, π) per la prima vittima, Adele.
- 2,4494897 (radice quadrata di sei, √6) per la seconda vittima, Sandra Masi, una
casalinga annoiata di mezza età.
- 1,7320508 (radice quadrata di tre, √3) per la terza vittima, Maurizio Cini, un
cinquantenne ex alcolista.
- 1,6180339 (sezione aurea, detto anche phi, Φ ) per la quarta vittima, Anna Iandi.
Li hai sistemati in ordine decrescente, come se li stessi numerando.
La de Ferra, però, sta collaborando con la questura e ha riconosciuto i singoli
numeri… non importa, non troverà mai la connessione, sei sempre tu che conduci il
gioco. Anzi, questo rende tutto più interessante.
Ad ogni modo, se qualcuno dovesse incolparti di qualcosa, ti metterai a piangere e ti
fingerai fragile; e chiederai come possano pensare questo di te. Ci cascheranno. Ci
cascano sempre. Sono tutti così facili da manipolare...

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Nel corso dell’ultimo mese hai visto spesso Renato all’università. Tra
l’altro si aggirava sempre nel dipartimento di Alex, quello di Matematica e
Informatica. Ma cosa veniva a fare?

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 24 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

ATTO II: IL GIORNO DEL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Eri anche tu nel capannone quando è stato ritrovato il corpo di Alex; eri in
una stanza adiacente. Il professor Di Giacomo ti ha soccorsa quando hai
chiesto aiuto e ti ha persino fatto scudo quando la trappola dell’acido è
scattata.
 Quando siete usciti, dopo che è scattata la trappola, la polizia è arrivata in
pochi minuti. Sono stati loro a chiamare l’ambulanza che vi ha prestato cure
mediche.

Informazioni che devi mantenere riservate


 Verso le 10:30, quasi per caso, hai sentito Alex che lasciava un messaggio vocale ad
una delle sue tresche. “Quasi” per caso perché ormai eri attenta a tutto ciò che lui
faceva. Le diceva di non poter fare a meno di lei. Si trattava di Daniela... Maledetta!
Non ti era ancora mai capitato di cogliere Alex sul fatto. Era una sensazione di
gelosia difficile da gestire, quasi annebbiante.
 Era il momento di farla fuori. Ti sei recata al capannone, dove hai preparato tutto
quello che ti serviva, inclusa la quinta maschera, quella con il numero 1,2599210
(radice cubica di due, ³√2). Ora si trattava di trovare la scusa giusta per incontrarla.
Avevi deciso che l’avresti contattata nel pomeriggio.
 Verso le 11:00 sei rientrata a casa ed hai sentito Alex al telefono. Di nuovo! Un altro
messaggio. Stavolta addirittura le diceva di amarla e che era disposto a lasciarti! Non
ci hai visto più. Tutti i suoi difetti finora li avevi sopportati, nell’attesa di
aggiustarli... ma questo! Lui doveva essere il compagno ideale nella tua ricerca
dell'infinito! Gli sei arrivata alle spalle e lo hai colpito col taser, tramortendolo, e poi
gli hai schiacciato la carotide finché non ha perso conoscenza. Lo hai caricato nella
tua macchina e lo hai portato nel seminterrato del capannone utilizzando un accesso
secondario, quello che dà al deposito.
 Nel tragitto, però, quell’impeto d’ira era passato. Non sapevi più se ucciderlo davvero
o dargli un’altra occasione. Sei uscita a prendere una boccata d’aria per schiarirti le
idee, forse non potevi fare a meno di lui. E poi era Daniela la quinta vittima
designata! Mentre cercavi di calmarti, hai sentito che Alex era rinvenuto e stava
parlando al telefono con qualcuno! Non gli avevi tolto il telefono dalla tasca, stupida!
E quel qualcuno era Daniela! Hai perso completamente il controllo: gli sei saltata
addosso e lo hai di nuovo colpito con il taser. Gli è caduto il telefono, che si è
visibilmente danneggiato. Mentre era ancora incapace di muoversi, in uno scatto
d’ira, lo hai strangolato, guardandolo negli occhi.
 Dopo un po’ ti sei fermata e hai realizzato: Alex era morto! Che cosa avevi fatto? Il
tuo compagno di vita! Ti sei trovata con una gran confusione nella testa. Hai provato

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 25 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

a chiamarlo, hai pensato che forse non eri riuscita a ucciderlo davvero. Gli hai urlato
che non volevi, gli hai chiesto di perdonarti. Hai persino provato a rianimarlo diverse
volte senza successo.
 È successa poi una cosa che non avevi previsto: hai sentito una macchina arrivare.
Questa sorpresa ti ha fatto tornare completamente lucida. Volevi scappare ma hai
sentito delle voci e una era quella di Daniela. L’hai sentita avvicinarsi e chiamare.
Maledetta… Era colpa sua se Alex era morto! Doveva esserci lei distesa senza vita su
quel pavimento! Hai indossato la maschera che avevi portato e ti sei nascosta in una
zona d’ombra. Daniela è entrata nella stanza e si è chinata su Alex, ed è stato a quel
punto che l’hai colpita col taser dietro la nuca. Però le batterie si stavano esaurendo;
ha urlato dal dolore ma continuava a muoversi. Ti ha spinta via e si è allontanata.
Quando si è voltata verso di te hai fatto per colpirla nuovamente. Per tutta risposta
lei ti si è fiondata addosso, siete finite a terra e avete combattuto. Daniela è anche
riuscita a colpirti sulla pancia con il tuo taser! Fortunatamente aveva ancora meno
potenza, ma ti ha fatto un male cane e ti sei trovata disorientata e dolorante; come se
non bastasse la maschera ti limitava la visibilità. Approfittandone, Daniela ti è
saltata addosso e ha cercato di strangolarti con il laccio che avevi usato per Alex. Era
più forte di te e hai presto perso i sensi.
 Quando sei rinvenuta avevi ancora la maschera sul volto. L’hai tolta buttandola a
terra. Alex era ancora lì. Dopo pochi secondi hai sentito dei passi… E tu non avevi
nemmeno i guanti! Avevi lasciato sicuramente delle impronte... Hai pulito il taser con
la maglia e con delicatezza e lo hai poggiato a terra. A questo punto dovevi bluffare:
ti sei nascosta in una stanza adiacente, e hai cominciato a urlare chiedendo aiuto. Il
professor Di Giacomo è corso da te. Hai detto che eri venuta a cercare Alex ma anche
tu stavi per essere uccisa. Lui ti ha detto qualcosa per calmarti e tu gli hai chiesto di
proteggerti. Hai visto subito quanto era manipolabile: ti avrebbe protetta davvero.
C’erano anche Renato e la de Ferra. Era il momento di far scattare la tua trappola.
Avevi lasciato la torcia accesa per terra per far luce. Quando tutti si sono rialzati per
uscire, l’hai rotta con un calcio lasciando la stanza nell’ombra. Al buio ti sei
allontanata e hai acceso un accendino vicino ad uno dei rilevatori, facilitata dal
soffitto bassissimo. L’impianto è scattato dopo qualche secondo, e tu sei tornata di
fretta silenziosamente pressapoco nel punto dov’eri prima e hai urlato, in modo da
fare identificare la tua posizione precisa da Evaldo che, come immaginavi, ti ha
raggiunta e ha fatto scudo col suo corpo. Siete subito tutti fuggiti all’esterno.

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 All’esterno del capannone dove siete caduti vittima della trappola Daniela
se ne stava tranquilla ad aspettare con un’espressione soddisfatta. Ma
perché non era entrata con gli altri?

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 26 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

NOTA PER IL GIOCATORE


All’apparenza sarai una vittima degli eventi devastata da una situazione assurda, che
non doveva capitare ad una ragazza ordinaria e di buoni sentimenti come te.
Naturalmente cambierai atteggiamento nel momento della confessione, sarai fredda e
soddisfatta.

INFORMAZIONI UTILI
Sadismo
(Da Wikipedia) Il sadismo è una parafilia consistente nel trarre piacere dall'infliggere
dolore fisico o umiliazioni psicologiche ad altri soggetti.
[...] il sadico, tendenzialmente, [...] può spingere la sua azione fino a soprassedere o
rinunciare al consenso esplicito della "vittima" dei suoi gesti, o addirittura, nei casi di
sadismo patologico, fino a oltrepassare i limiti della legalità rendendosi responsabile di
atti lesivi dell'integrità psicofisica o addirittura della vita di colui o colei su cui agisce.
Il termine deriva da Donatien Alphonse François de Sade, meglio conosciuto come
Marchese de Sade (1740 - 1814), aristocratico francese autore di diversi libri erotici e di
alcuni saggi filosofici, in cui è evidenziata la figura del sadico come individuo capace di
compiere, con scientifica razionalità, ogni sorta di azione volta al male, rifiutando ogni
limitazione imposta dalla morale comune e riconoscendo come unica legge il
perseguimento e l'accrescimento del proprio personale piacere.

Forum di Assistenza al Suicidio


(Da Motherboard, marzo 2015) Il deep web non è un luogo solo per droghe e
criminali. Ospita piattaforme per whistleblower, netizen cinesi che eludono la censura
statale del Great Firewall, e molti altri siti perfettamente legali — c’è persino Facebook.
C’è anche un nuovo sito in bilico tra legalità e illegalità, tra l’empatia e quella che
sembra una colpa capitale: un forum per discutere qualsiasi cosa relativa al suicidio, da
pensieri e fantasie suicide, a modi effettivi per uccidersi.
Si chiama Sanctioned Suicide, e l’ethos professato è quello di fornire a chiunque un
paradiso sicuro e completamente anonimo per discutere dei propri pensieri più oscuri.
“È un posto in cui le persone possono trovare aiuto e sfogarsi”, ha detto a
Motherboard il fondatore del sito, che risponde allo pseudonimo di Apollo, “così come
un posto per trovare il modo più adatto per porre fine alla propria vita, se è ciò che si
desidera.”
[,,,] Nel frattempo, gli utenti del forum sono felici di Sanctioned Suicide.
Kristoph27 ha commentato sul thread di inaugurazione: “È bello che questo sito sia
stato fatto. Non esistono molti siti “buoni” come questo, su Tor. :-)”
Anche altri hanno avuto reazioni positive, benché tetre, quando il sito è stato
annunciato.
“Spero che questo sito decolli. Cerco un forum sul suicidio da tantissimo. Tutti
quelli validi sono scomparsi,” ha scritto l’utente ichithekiller01. “Sono contento che

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 27 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

qui si possa parlare di metodi e tutta l’altra roba proibita su Reddit. Parlare di quella
roba fa stare bene. Pianificare fa stare bene”.

Taser
(Da Wikipedia) Il taser (acronimo di Thomas A. Swift's Electronic Rifle) è un
dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell'elettricità
per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. In
italiano è anche nota come "pistola elettrica", "storditore elettrico" o "dissuasore
elettrico".
È stata inserita dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura. Secondo Amnesty
International l'arma in pochi anni è stata responsabile di centinaia di morti nei soli
Stati Uniti, ma secondo altri studi le morti sarebbero state concausate dai problemi
cardiologici di cui soffrivano i soggetti colpiti.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 28 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Copione di Daniela Nocentini


INFORMAZIONI GENERALI
Luogo e tempo
Firenze, Italia, 12 agosto 2016.
Un assassino seriale si aggira per le strade della città, e negli ultimi mesi ha già
colpito diverse volte.
Costui abbandona le proprie vittime in periferia, sedute su una panchina, e mette
sui loro volti una maschera bianca su cui scrive una parola in uno strano alfabeto e una
sequenza di numeri. Le Forze dell'Ordine lo hanno soprannominato Persona.
Ieri ha fatto una nuova vittima, Alex Tronconi, ed ha quasi ucciso anche la sua
fidanzata, Sonia Duderstadt, che si è salvata per miracolo. Sono arrivati in soccorso
della ragazza Evaldo Di Giacomo, Renato Pagani, Daniela Nocentini e Giulia de Ferra,
che, però, sono finiti in una trappola preparata dall'assassino che in pochi attimi ha
lasciato profondi segni sui loro corpi.
Questa volta il modus operandi del delitto è stato leggermente diverso dalle altre. Si
tratta davvero di Persona, che è diventato più efferato? O invece è qualcun altro che si
nasconde dietro una inquietante maschera - quella di un serial killer - per compiere la
propria personale vendetta?

Chi sei
33 anni, psicologa. Hai una sensibilità fuori dal comune che ti rende eccellente nel
tuo lavoro.
→ Dietro la maschera: hai sofferto in passato di sadismo patologico di natura
edonistica.

Aspetto
Porti un foulard o una sciarpetta al collo, di colore molto chiaro. Dietro la nuca,
infatti, hai una brutta bruciatura provocatati da un taser (per i dettagli vedi dopo).

Gli altri personaggi

Alex (Alessio) Tronconi: la vittima


27 anni, studente di informatica. Dongiovanni e hacker coinvolto in attività non
sempre lecite, un ragazzo immaturo e poco accorto alle conseguenze. Era fidanzato con
Sonia.

Sonia Duderstadt
24 anni, laureanda in chimica all'Università di Firenze, fidanzata di Alex.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 29 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Evaldo Di Giacomo
45 anni, professore di storia antica all'Università di Firenze. Una persona molto
amichevole in apparenza, ma con alcuni atteggiamenti stranamente schivi.

Renato Pagani
41 anni, brillante uomo d'affari e squalo della finanza noto per la sua pessima
reputazione di avaro, xenofobo e sessista.

Giulia Sofia de Ferra


37 anni, professoressa di matematica all'Università di Firenze. Precisa e impeccabile
ai limiti del patologico.

ATTO I: I MESI E I GIORNI PRECEDENTI IL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Sei una donna molto forte, una che si è fatta da sola e si è sempre impegnata
per raggiungere i suoi obiettivi. Vivi con il tuo compagno a Firenze, dove
lavori come psicologa e sei una stimata professionista. Sei una specialista dei
disturbi da stress e di psicopatie. Hai uno studio dalle parti dell’università e
da qualche anno collabori anche con la questura della città.
 Alex, Sonia e Renato sono stati tuoi pazienti.
 Alex, l’ultima vittima di Persona, veniva regolarmente da te per tenere sotto
controllo lo stress. Vi siete visti una volta al mese per circa un anno e mezzo.
Avete effettuato l’ultima seduta la mattina del 2 agosto. La cosa che hai
notato di lui è che non sembrava curarsi affatto delle conseguenze delle sue
azioni: fuori corso all’università da un paio di anni, notevolmente indietro
con gli esami, sai persino che tradiva spesso la sua fidanzata e si faceva
coinvolgere in attività illecite. Inizialmente ti ha colpito che una persona con
uno stile di vita tanto spensierato potesse soffrire di stress al punto da avere
disturbi del sonno e della digestione. Sei giunta alla conclusione che potesse
avvertire, almeno a livello inconscio, la pressione sociale del dover ormai
cominciare a considerarsi un adulto.
 Conosci di persona Renato perché è venuto a fare un paio di sedute da te
all’inizio di quest’anno. Hai potuto notare delle incongruenze tra ciò che è
noto di lui (squalo della finanza, spilorcio, razzista, classista… una raccolta di
pessime qualità) e ciò che riuscivi a intuire tra le righe osservandone il
linguaggio del corpo e il modo di parlare. Ti sembrava, infatti, che lui non
fosse davvero una persona così senza scrupoli, ma che interpretasse una
specie di personaggio. Una volta, parlando di se stesso gli è quasi sfuggito un
nome “Steph…”, ma si è fermato subito. Renato si è rifiutato di analizzare
quel lapsus ed è stato dopo questo episodio che ha smesso di fare sedute.
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 30 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 Sonia ha cominciato a venire da te molto di recente (fino ad ora vi siete viste


solo una volta, a luglio) per lavorare su un problema di ansia, niente di
insolito per una studentessa prossima alla laurea. Però in sua presenza
provavi un certo senso di inquietudine. Era, in fondo, solo una sensazione,
del tutto immotivata se ci pensi, che ti dava un preciso senso di repulsione.
 Da diversi anni collabori con le forze dell’ordine. Sei stata contattata subito
dopo il secondo omicidio per stilare un profilo di Persona. La tua idea è
sempre stata che Persona voglia denunciare qualcosa. Il fatto che ponga una
maschera sul volto delle vittime ti sembra un gesto di denuncia; potrebbe
trattarsi del desiderio di mostrare a tutti che quelle persone stavano
interpretando un personaggio. Inoltre, le modalità di esecuzione e la
ricchezza dei dettagli ti fanno pensare ad un assassino che agisca in maniera
perfettamente lucida e consapevole.
Quello che non quadra, però, è la scelta delle vittime. Non sembrano esserci
collegamenti tra di loro, almeno non dopo la quarta uccisione. Le prime tre
vittime frequentavano tutte un forum di aspiranti suicidi, cosa che ti aveva
fatto supporre che Persona fosse un cosiddetto angelo della morte. La quarta,
però, sembra completamente slegata dalle precedenti.
La polizia sospetta che possa esserci in giro un emulatore. Stai valutando la
cosa ma non ne sei ancora convinta: lo schema d’azione è stato cambiato,
questo è vero, ma anche per un fanatico molto attento sarebbe difficile
replicare con cura così tanti dettagli.
 Anche Evaldo collabora al caso e si sta occupando dello strano alfabeto
trovato sulle maschere. Giulia, invece, è stata consultata di recente per
trovare una spiegazione alla sequenza di numeri trovati sulle maschere. È così
che hai conosciuto entrambi.
 Evaldo ha un modo di fare un po’ insolito. Hai notato, ad esempio, che non
guarda mai le persone negli occhi ed evita ogni contatto fisico, oppure che
spesso si perde nei propri discorsi come se dimenticasse completamente
(magari volontariamente) che ci sono degli interlocutori. Tutti questi
comportamenti ti fanno pensare a un disturbo evitante di personalità, una
forma lieve per la quale una psicoterapia fatta come si deve potrebbe portare
notevoli miglioramenti.

Informazioni che devi mantenere riservate


 Alex era un irriducibile dongiovanni. In particolare era attratto da donne più
grandi di lui. Ci ha provato diverse volte anche con te ma lo hai sempre respinto
con delicatezza. Sai bene che a volte può capitare che un paziente sviluppi dei
sentimenti per il suo psicoterapeuta ma nel caso di Alex, che non aveva alcun tipo
di nevrosi, si trattava più che altro di un capriccio infantile.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 31 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 All’inizio si limitava a fare apprezzamenti e battutine, poi ha cominciato ad essere


più diretto. Da circa tre mesi aveva cominciato ad essere esplicito al punto da
chiederti di uscire con lui. Nelle ultime settimane era diventato talmente insistente che
hai ritenuto la cosa deleteria per il regolare svolgimento della terapia e, nella seduta
del 2 agosto, gli hai suggerito di continuare con un altro psicologo. Come previsto, ha
reagito molto male, incrementando il numero delle telefonate e dei messaggi, nei quali
ti diceva sempre di non poter fare a meno di te.
Nell’ultima settimana ha addirittura cominciato a dirti che temeva di poter essere
una potenziale vittima di Persona. Hai considerato la cosa un tentativo disperato di
impietosirti per convincerti a non allontanarlo, ed hai continuato ad indirizzarlo da
un altro dottore.
 Non vuoi che si sappia della tua condizione familiare, te ne vergogni. Sei figlia di una
madre single che ti ha avuta appena maggiorenne, con un motociclista di cui lei non
sapeva nulla se non il nome e poco altro e che probabilmente non sa nemmeno che
esisti. Tua madre, comunque, si è fatta in quattro per lavorare e assicurarti
un’istruzione. A modo suo ha anche cercato di inculcarti dei sani principi, anche se in
fondo è sempre rimasta un po’ sbandata.
 Fin da piccola sei sempre stata un po’ perversa: ti piaceva fare del male ai tuoi
compagni di scuola e ad altri bambini. Crescendo hai capito che questa cosa era
sbagliata ma ti provocava piacere, perciò cercavi di farlo in maniera molto subdola,
ad esempio provocando piccoli incidenti o facendo sentire gli altri in colpa. Tutto
questo, insieme alla tua difficile situazione familiare, ti aveva reso chiaro il fatto che
eri sbagliata. Crescendo, oltre al piacere che provavi nel fare del male, si faceva strada
in te anche un sempre più insormontabile senso di colpa.
Avresti voluto lavorare su te stessa per liberarti di quei desideri perversi ma sapevi
bene che una psicoterapia sarebbe costata troppo. Verso la fine delle superiori hai
avuto un’idea: avresti studiato psicologia e ti saresti curata da sola!
Certo, non è andata esattamente così... hai dovuto sottoporti ad analisi con altri
professionisti ma ha funzionato. Adesso il tuo sadismo patologico - hai scoperto che di
questo si trattava - è solo un ricordo. Sei riuscita a debellare per sempre questo tuo
demone!

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Conosci Giulia solo per quel poco che hai potuto vedere durante la
collaborazione all’indagine, ma ti sembra abbastanza evidente che soffra di
un disturbo ossessivo-compulsivo. È estremamente rigorosa in ogni cosa
che fa, nel posizionare gli oggetti, nel curare l’igiene e persino nel modo in
cui compie alcuni gesti quotidiani. Per non parlare del fatto che porta
sempre con sé un accendino per “sterilizzare le cose”!

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 32 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

ATTO II: IL GIORNO DEL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Ti sei recata alla centrale di polizia verso metà mattina, poco dopo le dieci,
perché volevano un parere congiunto sugli sviluppi dell’indagine. Mentre eri
lì hai ricevuto un paio di messaggi vocali da Alex. Avevi intenzione di
ascoltarli a casa, tanto era facile immaginare quale fosse il contenuto.
In commissariato erano presenti anche Evaldo e Giulia, che sosteneva di aver
risolto l’enigma della serie numerica. Si trattava di una serie di numeri
definiti “malvagi” perché in qualche modo erano collegati al 666 e, a quanto
pare, l’assassino li usava per numerare le vittime perché li stava disponendo
in ordine decrescente. Questo conferma la tua idea che agisca lucidamente.
 Una volta usciti dal commissariato, poco dopo le undici, siccome tu eri a
piedi, ed Evaldo doveva andare poco lontano, Giulia si era offerta di darvi
un passaggio. Mentre eravate in viaggio, verso le 11:15, ti è arrivata una
chiamata da parte di Alex. Un po’ seccata hai risposto. La sua voce era
tremante e ti ha chiesto di aiutarlo. Hai cercato di non apparire nervosa e gli
hai chiesto cosa fosse successo. Ti ha detto di essere stato preso da Persona.
Una richiesta così esplicita in presenza di altri proprio non potevi ignorarla e
gli hai chiesto più volte dove si trovasse, ma lui non ne aveva idea e ti ha
chiesto di rintracciare la sua posizione con un’applicazione dello smartphone
che ti aveva fatto vedere. Hai chiesto ad Evaldo di annotare i dati di accesso
che lui ti ha dettato, e poi ti è sembrato di sentire un suo lamento prima che
cadesse la linea. Hai provato a richiamare; il telefono suonava ma lui non
rispondeva. Allora nervosamente hai fatto come ti aveva chiesto: hai
rintracciato la posizone del suo cellulare tramite la app e hai chiesto a Giulia
di andare al punto indicato dalla mappa.
 Dopo qualche minuto siete arrivati davanti a un capannone isolato
apparentemente abbandonato e Giulia ha persino perso tempo a
parcheggiare correttamente, anche se tu eri impaziente! Il cancello della
recinzione era divelto; siete scesi e ti sei avviata verso l’ingresso ma Giulia
non veniva. Hai capito subito che il problema era il sudiciume del
capannone, quindi non hai insistito e sei corsa dentro lasciandola con
Evaldo. All’ingresso c’erano varie porte. Ti sei fiondata in quella di fronte a
te. Hai attraversato un paio di ambienti e una rampa di scale fino ad arrivare
in una specie di seminterrato buio dal soffitto bassissimo dove appena si
stava in piedi. Il seminterrato era illuminato solo da una torcia di quelle
d’emergenza che era stata lasciata a terra. In mezzo alla stanza, sul pavimento,
c’era Alex. Non riuscivi a vedere molto e ti sei chinata su di lui per vedere
come stava. A un certo punto hai percepito qualcuno muoversi dietro di te.
Non hai fatto in tempo a voltarti che hai sentito un dolore fortissimo dietro
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 33 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

il collo. Hai urlato e per un secondo ti sei sentita mancare, ma hai cercato di
reagire. Hai spinto via quella figura, ti sei allontanata e ti sei voltata.
L’aggressore indossava una maschere bianca… una delle maschere di
Persona.
Avete combattuto e in qualche modo sei riuscita a venirne fuori ma, stordita
e spaventata com’eri, i ricordi sono confusi. Sei scappata e mentre uscivi
dalla stanza sei finita tra le braccia di Evaldo, che ti ha subito accompagnata
all’esterno mentre tu eri ancora in preda al panico.
 All’esterno, con Giulia, c’era anche Renato. Evaldo ti ha chiesto cosa fosse
successo e tu hai probabilmente biascicato qualcosa a proposito di Alex e di
Persona. Loro a quel punto sono tutti tornati nel capannone ma tu non sei
voluta entrare. Eri ancora sconvolta.
 A parte la maschera, non ricordi altri particolari sull’aggressore, sulla sua
corporatura o su come fosse vestito, o se ci fosse qualcun altro… Eri ferita e
la stanza era quasi completamente al buio. Metterti a guardare i particolari
era l’ultimo dei tuoi pensieri; a malapena ne sei uscita viva!
 All’esterno, poco alla volta sei riuscita a calmarti, All’improvviso hai sentito
le urla di tutti. Poco dopo li hai visti correre fuori ed erano feriti, avevano
tutti delle brutte bruciature. C’era anche Sonia con loro. Renato portava
sulle spalle Evaldo che era privo di sensi. Dopo pochissimo è arrivata la
polizia, che si è occupata di chiamare un’ambulanza.

Informazioni che devi mantenere riservate


 Quando tu e il tuo aggressore avete combattuto, sei riuscita a colpirlo alla pancia con
il suo stesso taser. Quando ha urlato, qualcosa in te si è svegliato. Hai preso il laccio
che era lì per terra, glielo hai messo al collo e hai iniziato a tirare con entrambe le
mani fino a che non ha perso i sensi. Ti sei resa conto che stavi provando piacere e
hai lasciato la presa, inorridita. Con il cuore a mille, sei scappata senza nemmeno
guardarti intorno e ti sei scontrata con Evaldo che stava entrando. Avevi capito che
non avevi ancora chiuso i conti con il tuo sadismo patologico.
 Anche quando hai sentito quelle urla provenire dal capannone dopo che è scattato
l’allrme antincendio, e soprattutto quando hai visto tutti loro feriti e in preda al
dolore... lo hai trovato paradisiaco. Ti sei odiata e ti odi per questo… Sai che i tuoi
demoni non sono stati sconfitti. Il ricordo di ciò che è successo nel capannone ti turba,
e ti genera delle reazioni di repulsione.

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Cosa ci faceva Renato sul luogo del delitto? Perché Giulia non ha chiamato
la polizia?

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 34 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 Se davvero Giulia aveva una crisi di panico, perché quando è arrivato


Renato è entrata anche lei nel capannone?

INFORMAZIONI UTILI
Sadismo
(Da Wikipedia) Il sadismo è una parafilia consistente nel trarre piacere dall'infliggere
dolore fisico o umiliazioni psicologiche ad altri soggetti.
[...] il sadico, tendenzialmente, [...] può spingere la sua azione fino a soprassedere o
rinunciare al consenso esplicito della "vittima" dei suoi gesti, o addirittura, nei casi di
sadismo patologico, fino a oltrepassare i limiti della legalità rendendosi responsabile di
atti lesivi dell'integrità psicofisica o addirittura della vita di colui o colei su cui agisce.
Il termine deriva da Donatien Alphonse François de Sade, meglio conosciuto come
Marchese de Sade (1740 - 1814), aristocratico francese autore di diversi libri erotici e di
alcuni saggi filosofici, in cui è evidenziata la figura del sadico come individuo capace di
compiere, con scientifica razionalità, ogni sorta di azione volta al male, rifiutando ogni
limitazione imposta dalla morale comune e riconoscendo come unica legge il
perseguimento e l'accrescimento del proprio personale piacere.
Molto cospicui sono gli studi sulla correlazione fra sadismo, masochismo e devianza,
traumi, autolesionismo, attaccamento e abusi. Dalla letteratura psicologica e
psichiatrica si evince come, al di là dei complessi profili psicologici degli interessati e
delle motivazioni profonde che li possono condurre alla perversione, queste pratiche
sono più spesso frequenti in soggetti di tipo borderline.

Taser
(Da Wikipedia) Il taser (acronimo di Thomas A. Swift's Electronic Rifle) è un
dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell'elettricità
per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. In
italiano è anche nota come "pistola elettrica", "storditore elettrico" o "dissuasore
elettrico".
È stata inserita dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura. Secondo Amnesty
International l'arma in pochi anni è stata responsabile di centinaia di morti nei soli
Stati Uniti, ma secondo altri studi le morti sarebbero state concausate dai problemi
cardiologici di cui soffrivano i soggetti colpiti.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 35 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Copione di Giulia Sofia de Ferra


INFORMAZIONI GENERALI
Luogo e tempo
Firenze, Italia, 12 agosto 2016.
Un assassino seriale si aggira per le strade della città, e negli ultimi mesi ha già
colpito diverse volte.
Costui abbandona le proprie vittime in periferia, sedute su una panchina, e mette
sui loro volti una maschera bianca su cui scrive una parola in uno strano alfabeto e una
sequenza di numeri. Le Forze dell'Ordine lo hanno soprannominato Persona.
Ieri ha fatto una nuova vittima, Alessio Tronconi, ed ha quasi ucciso anche la sua
fidanzata, Sonia Duderstadt, che si è salvata per miracolo. Sono arrivati in soccorso
della ragazza Evaldo Di Giacomo, Renato Pagani, Daniela Nocentini e Giulia de Ferra,
che, però, sono finiti in una trappola preparata dall'assassino che in pochi attimi ha
lasciato profondi segni sui loro corpi.
Questa volta il modus operandi del delitto è stato leggermente diverso dalle altre. Si
tratta davvero di Persona, che è diventato più efferato? O invece è qualcun altro che si
nasconde dietro una inquietante maschera - quella di un serial killer - per compiere la
propria personale vendetta?

Chi sei
37 anni, professoressa di matematica all’Università di Firenze. Una donna dai buoni
valori, molto precisa e rigorosa.
→ Dietro la maschera: soffri di disturbo ossessivo-compulsivo.

Aspetto
Hai un guanto bianco alla mano sinistra, e tutto il braccio sinistro è fasciato quasi
fino alla spalla; sei infatti stata ustionata con un getto d’acido (per i dettagli vedi dopo).
Vestiti in modo tale che la fasciatura ed il guanto risaltino (ad esempio a maniche corte
e con colori adeguati).

I Personaggi

Alessio Tronconi: la vittima


27 anni, studente di informatica, fuori corso da anni. Un ragazzo immaturo e poco
affidabile. Era fidanzato con Sonia.

Sonia Duderstadt
24 anni, laureanda in chimica all'Università di Firenze. Una studentessa modello dai
modi impeccabili. Fidanzata con Alessio.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 36 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Evaldo Di Giacomo
45 anni, professore di storia antica all'Università di Firenze. Ottimo ascoltatore e
stimato collega.

Renato Pagani
41 anni, brillante uomo d'affari. Noto per la sua pessima reputazione di avaro,
xenofobo e sessista, è in realtà premuroso e gentile.

Daniela Nocentini
33 anni, psicologa. Una professionista molto stimata.

ATTO I: I MESI E I GIORNI PRECEDENTI IL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Sei nata in una famiglia aristocratica di Pisa, dove hai sempre vissuto fino a
quando ti sei trasferita per lavoro a Firenze. Ritieni di essere stata molto
amata durante la tua infanzia, tuttavia la tua educazione è stata
estremamente rigida: non ti venivano perdonate la sciattezza, la disattenzione
o la maleducazione. Casa tua era sempre tenuta a lucido dalla servitù e in
generale la pulizia, anche in senso metaforico, è stato ciò che caratterizzava il
tuo ambiente di vita. Hai presto imparato ad apprezzare l’ordine e la
pianificazione, al punto che una mancanza di pulizia materiale o morale
riesce a turbarti a fondo.
 Hai studiato matematica, sei sempre stata affascinata dalla purezza e la
intrinseca perfezione di questa disciplina, ed ora la insegni all’università di
Firenze. Trovi conforto in questa materia: nel suo ordine, la sua essenza
rispetto alle cose del mondo. Sei appassionata di sequenze numeriche, che
sono dei numeri che condividono caratteristiche particolari, come i numeri
pari per fare un esempio banale, o i numeri primi, o quelli di Fibonacci. Parli
spesso ai tuoi alunni di questa tua passione. Forse più di quanto dovresti: a
volte ti fai prendere dall’entusiasmo. Dovresti imparare a controllarti di più.
 Sei mancina.
 Di Alessio non conosci molto. Ti capitava di incrociarlo all’università nei
corridoi del dipartimento di Matematica e Informatica, ma non hai avuto
modo di averci a che fare di persona. Comunque, dato il suo pessimo
curriculum, la cosa neanche ti dispiace. In effetti Alessio non ti è mai
piaciuto molto: fuori corso ed indietro con gli esami da anni, una persona
incapace di dare un senso logico alla propria vita.
 Sonia Duderstadt è stata tua studentessa al corso di Analisi Matematica II.
Non dimentichi mai una faccia! Ricordi che è andata benissimo al tuo
esame, ed è brava anche nelle altre materie, un vero talento. Ogni tanto vi
vedete in dipartimento e a volte scambiate due battute: è sempre molto
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 37 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

cortese con te. Anche lei è stata educata in maniera rigorosa e precisa, e si
vede! La stimi molto come studentessa e come persona.
 Hai conosciuto Renato circa un mese fa, l’8 luglio per la precisione, a causa
di uno spiacevole equivoco. Era venuto a cercarti all’università a seguito di
una serie di email minatorie che aveva ricevuto… da te! Ma tu non avevi mai
fatto nulla del genere! A parte quello che era pubblicamente noto di lui, e
cioè che fosse un abilissimo squalo della finanza e agente di borsa, non
sapevi nulla di lui. Per fortuna ti ha creduto.
 Sai che Alessio lavorava per Renato ma che la collaborazione si è interrotta a
causa della sua natura poco affidabile. Renato ti ha confessato che sta ancora
ricevendo messaggi minatori e che è fermamente convinto che il mittente sia
proprio Alessio perché sarebbe stato tecnicamente in grado di farlo e perché
la tempistica era piuttosto sospetta (i primi messaggi sono stati inviati subito
dopo che lui l’aveva licenziato).
 Ti affascina il lavoro di Renato e ti piace ascoltarlo quando ne parla. C’è
della complessa matematica dietro le dinamiche di borsa e lui, pur non
avendola studiata, sembra percepirla.
 Daniela ti piace come persona, però certe volte sembra che veda qualcosa di
"nascosto" o che "non la convince" in chiunque. Sarà deformazione
professionale...
 Evaldo è un tuo collega all’università. Insegna Storia Antica presso il
dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo. È una
persona molto a modo, sinceramente appassionata del suo lavoro, anche se a
volte la sua mente è così… erratica! Ultimamente è entusiasta per una
donazione fatta al suo dipartimento da Stephen Kosikys, un filantropo di
identità ignota, che gli permetterà di supervisionare uno scavo a Capannori.
 Hai cominciato a collaborare con le Forze dell’Ordine dopo il secondo
omicidio. Inizialmente era stato Evaldo a chiedere un tuo parere su due
numeri ritrovati sulla scena del crimine di un assassino seriale, Persona. Poi
hai continuato a lavorarci ed hai analizzato anche i successivi. Hai
riconosciuto subito i singoli numeri della sequenza, ma capire quale fosse la
connessione che li legava ti ha richiesto un po’ più di tempo. Non conosci
molto delle vittime, ti sei occupata solo dei numeri, e già per te era
sufficiente! La matematica è una materia pulita e non dovrebbe essere usata
da un assassino per fare del male. Collaborare con la polizia per “ripulire” il
mondo da un altro criminale ti sembrava quasi eroico.
 I numeri riportati sulle maschere delle prime quattro vittime (tecnicamente
saresti capace di ricordarli a memoria ma non c’è nulla di male se li tieni

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 38 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

scritti su un taccuino in maniera molto ordinata) erano, nell’ordine dalla


prima alla quarta:
- 3,1415926
- 2,4494897
- 1,7320508
- 1,6180339

Li conoscevi bene: il primo era il pi greco (π; conosci le sue cifre a memoria
fino alla quindicesima: 3,14159265358979), il secondo era la radice quadrata di sei
(√6), il terzo era la radice quadrata di tre (√3) e il quarto era phi, (Φ) la sezione
aurea. All’inizio ti sfuggiva la connessione tra i vari numeri, enigma che hai risolto
proprio la mattina dell’ultimo omicidio. Ma che c’entrava la scritta in codice con
quei numeri?
La polizia credeva potesse trattarsi di una sequenza per “numerare” le vittime. Ma
non corrispondeva a nessuna successione numerica. Sicuramente c’era un preciso
significato per quell’individuo disturbato… probabilmente per il suo modo di vedere
era persino logico.
 Ti senti dire spesso che sei maniaco-compulsiva e che sei troppo precisa e
controllata. Ami l’ordine e la pulizia e detesti la sporcizia, reale o figurata.
Odi le asimmetrie, vorresti che tutto fosse armonico ed equilibrato. Cosa c’è
di male?
 A dire il vero ti dà un po’ fastidio anche il fatto che ti chiamino Giulia. Tu ti
chiami Giulia Sofia!
 Porti sempre con te un accendino, talvolta lo usi per sterilizzare degli oggetti.

Informazioni che devi mantenere riservate


 Dalle superiori in poi hai iniziato ad avere delle crisi di nervosismo se qualcosa
andava storto. Crisi che, a parte le prime volte, hai sempre tenuto nascoste: quale
onta sarebbe stata di farti vedere dagli altri in quei tuoi momenti di imperfezione?
Naturalmente hai sempre dovuto selezionare adeguatamente gli amici e gli amanti;
davvero poche persone sanno darsi un contegno a questo mondo. Questo ti ha resa
molto riflessiva e abbastanza schiva.
 Dopo il tuo primo incontro con Renato ci hai messo un bel po’ per toglierti di dosso la
spiacevole sensazione di sporco che ti dava l’idea di avere una macchia sul tuo
curriculum. È vero, non eri stata tu a mandare quei messaggi, ma erano comunque
partiti dal tuo indirizzo... Se Renato avesse reso pubblica la faccenda prima di
incontrarti di persona, che scandalo sarebbe stato? Per un po’ di tempo non hai
pensato ad altro.
 Comunque ti sei accorta subito che Renato, a dispetto della sua pessima reputazione,
è in realtà molto gentile e premuroso. Lo hai visto anche da come si è posto nei tuoi
confronti. Solo tu potevi accorgertene, grazie alla tua logica e alla tua “sensibilità”
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 39 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

verso la sporcizia e il disordine, quelli veri. Da quando vi conoscete vi state


frequentando. È venuto più volte a prenderti all’università.
Sei innamorata di lui. Be’, è un concetto poco razionale; in effetti potresti dire, più
correttamente, che vi corrispondete nel migliore dei modi.
 Le prime tre vittime dell’assassino frequentavano un forum per aspiranti suicidi nel
deep web. Sapevi dell’esistenza di un “lato nascosto” di internet ma con la mente hai
sempre cercato di non pensarci. Ti rendi conto che il web non è un luogo fisico a tutti
gli effetti ma l’idea di qualcosa di illegale e sporco che si nasconde sotto la superficie
di uno strumento che utilizzi quotidianamente, per quanto intangibile, ti genera
ribrezzo.

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Dopo il quarto omicidio, Evaldo ha cominciato a contattarti molto più
spesso, quasi quotidianamente, per sapere se eri riuscita a venire a capo
della sequenza di numeri. Del resto non puoi biasimarlo. Quella povera
ragazza, Anna, credi fosse sua parente. La cosa deve averlo colpito nel
profondo.
 Renato non è “sporco”! Non è come vuole apparire, è solo una maschera.
In realtà è sensibile e altruista.

ATTO II: IL GIORNO DEL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Ti sei recata al commissariato di polizia alle dieci in punto per gli
aggiornamenti sugli sviluppi. Avevi avuto un’idea sull’interpretazione dei
numeri utilizzati dall’assassino (→ vedi sotto) e non vedevi l’ora di esporla.
Anche Evaldo e Daniela sono stati convocati per un parere congiunto. Alle
10:15 eravate tutti lì. Siete rimasti a colloquio fino alle 11:10.
Dopo essere usciti dal commissariato, siccome erano entrambi a piedi, ti è
sembrata buona norma offrirti di dar loro un passaggio.
 Alle 11:15, mentre eravate per strada, Daniela ha ricevuto una telefonata.
Hai notato che la cosa sembrava infastidirla molto ma ha risposto lo stesso.
Hai riconosciuto la voce di Alessio e lo hai sentito parlare di Persona.
Daniela gli ha chiesto dove si trovasse, poi ha dettato dei dati ad Evaldo, una
mail ed una password, ed è caduta la linea. Ha provato a richiamare ma senza
successo. Ha iniziato a smanettare con lo smartphone mentre tu le chiedevi
cosa fosse successo ma ti ha risposto che ancora non lo sapeva. Sullo
schermo è apparsa una mappa con un segnaposto e ti ha chiesto di guidare
fin là e di fare in fretta.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 40 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 Alle 11:22 siete arrivati davanti ad un capannone industriale abbandonato. Il


cancello della recinzione era divelto. Hai parcheggiato e siete scesi dall'auto.
Quel posto era talmente sudicio da darti i brividi. Fortunatamente Daniela
non ti ha chiesto di seguirla ed è entrata.
 Evaldo è rimasto con te per un minuto buono, poi si è avviato dentro
dicendoti di chiamare qualcuno.
 Hai chiamato Renato, che è arrivato prestissimo, alle 11:26. Subito dopo dal
capannone sono sbucati Daniela ed Evaldo. Lei piangeva, ed era sconvolta
mentre Evaldo cercava di calmarla. Daniela continuava a ripetere frasi del
tipo “non deve succedere mai più” e “l’ho fatto ancora”. Diceva di essere
stata aggredita da Persona e di aver visto Alex - è così che lei chiama Alessio -
nel capannone. A quel punto è trasalita. Ha detto: "Era morto! Oddio, e se
mi sono sbagliata? Se è ancora vivo? Dobbiamo fare qualcosa!".
Evaldo e Renato si sono avviati verso il capannone. Ti sei fatta forza e sei
entrata con loro. Daniela era ancora delirante ed è rimasta fuori.
 Evaldo vi ha fatto strada fino ad una scala che scendeva in una sorta di
seminterrato con un soffitto illogicamente basso, ricoperto di tubature dove
si poteva appena stare in piedi e non c’era altra luce che quella di una torcia
elettrica portatile poggiata a terra. Sei rimasta nelle vicinanze delle scale e hai
detto "sto qui, preferisco stare qui... In questo punto, qui". Renato ti ha
abbracciata senza dire nulla, poi si è avviato con gli altri mentre tu sei rimasta
a pochi passi dalla soglia.
 Facendoti coraggio, ti sei avvicinata all’ingresso della stanza un passo alla
volta. Hai notato una sagoma sul pavimento: era Alessio, in mezzo alla sala,
immobile. Hai notato altre cose per terra: un telefono, un laccio di qualche
materiale plastico, un taser, e… una maschera, come quelle usate da Persona!
Poi avete sentito la voce di Sonia da un’altra stanza che chiedeva aiuto ed
Evaldo l’ha soccorsa.
Dopo che si sono tutti riuniti, la torcia elettrica si è spenta, o si è rotta, non
sapresti, e siete rimasti al buio pesto. Presa dal panico hai cercato di uscire.
Hai intravisto un piccolo lampo luminoso poco lontano da te; dal suono e
dalla luce sembrava che qualcuno avesse acceso un accendino, ed è bastato a
far scattare l'impianto antincendio.
Il tempo di rendertene conto e hai sentito l'urlo spaventato di Sonia. Poi
l’acqua ha cominciato a scrosciarti addosso e ti sei riparata con le braccia
fino a quando hai avvertito un dolore lancinante e bruciante alla mano e al
braccio sinistri. Le urla degli altri (ma anche le tue) sono state infernali e
hanno rimbombato in quell’ambiente disgustoso. Neanche sai dove hai
trovato la forza di scappare.
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 41 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 Erano le 11:35 quando siete usciti all’aperto. La polizia è arrivata subito


dopo, alle 11:38. E alle 11:46 l’ambulanza.
 Più tardi ti hanno spiegato che c’era del cloruro di idrogeno (nome più
preciso dell’acido cloridrico, che è comunemente chiamato addirittura con
un altro nome ancora, acido muriatico) mischiato all’acqua dell’impianto
antincendio. L’acido ti ha bruciato la pelle sulla mano sinistra ed anche un
po’ sul braccio. Che cosa orribile essere fatti di carne!
 Quando tu, Daniela ed Evaldo siete stati in commissariato, la mattina del
giorno del delitto, hai esposto una tua teoria sul significato della serie di
numeri utilizzati da Persona.
Non ti era venuto in mente prima, ma i numeri riportati sulle prime quattro
maschere appartengono tutti ad un preciso insieme numerico, quello dei
cosiddetti “numeri malvagi” o, in inglese, “evil numbers”. Si chiamano così
perché, se si sommano le prime n cifre decimali di uno di questi numeri, ad
un certo punto si ottiene il numero seicentosessantasei (non hai mai capito
perché tutti si ostinino a pronunciarlo sei-sei-sei… è un numero intero, non
una successione di cifre). In realtà ognuno di essi ha un numero infinito di
cifre decimali (anche l’assassino ha scritto solo le prime) ma hanno questa
particolarità. Due esempi di numeri malvagi sono la sezione aurea (Φ, phi)
oppure il pi greco (π, pi). Se si iniziano a sommare una dopo l’altra le cifre
decimali di uno di questi numeri, ad un certo punto il risultato sarà
seicentosessantasei.
Avevi notato una cosa: i numeri malvagi non hanno un ordinamento
intrinseco, quindi l’ordine in cui li aveva messi l’assassino era deliberato.
Sulle maschere comparivano in ordine decrescente ovvero diventavano
sempre più piccoli… forse la polizia aveva ragione a credere che si trattasse di
un modo per numerare le vittime?
Sei fiera della tua intuizione: i numeri malvagi sono una categoria numerica
molto poco conosciuta.
 Il numero scritto sulla maschera nel capannone, ovvero “1,2599210” che è la
radice cubica di 2 (³√2), è anch’esso un numero malvagio ed è, a conferma
della tua intuizione, più piccolo del precedente.
 In effetti, a ripensarci in maniera lucida, ti è sembrato strano che Renato ci
abbia messo così poco ad arrivare. Voi avevate impiegato quasi dieci minuti
mentre a lui ne sono serviti poco più di un paio. Che fosse già nei paraggi?

Informazioni che devi mantenere riservate


 Quando siete arrivati al capannone hai notato subito che il posto era sudicio e non ce
l’hai proprio fatta a seguire Daniela all’interno. Avevi i brividi. Figuriamoci

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 42 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

all’interno! Hai sfiorato qualcosa con il piede, un preservativo usato, e sei stata presa
dal panico: non pensavi ad altro che a quel posto lurido.
Evaldo se n’è accorto ed ha cercato di rassicurarti con qualche parola. Si è trattenuto
quasi un minuto ma poi ha detto che non poteva lasciare Daniela lì dentro da sola e
l’ha seguita urlandoti di chiamare qualcuno.
Ancora confusa, ti sei sforzata di pensare logicamente. Aveva ragione: dovevi
chiamare qualcuno. Hai raggiunto il cellulare in borsa, hai cercato le coordinate GPS
del luogo dove ti trovavi e hai chiamato la prima persona che ti è venuta in mente:
Renato. Gli hai fatto capire dov’eri e gli hai chiesto di correre lì subito. Però… perché
lo hai chiamato? Hai fatto una cosa davvero illogica. Eppure non ti è venuto in
mente nessun altro.
 Renato è arrivato alle 11:26 e ti ha trovata in piedi lì davanti, ancora paralizzata e
confusa. Gli hai spiegato in fretta ma con precisione tutto e che Evaldo e Daniela
erano andati dentro. Lui ti ha rassicurata e ti ha chiesto quando sarebbe arrivata la
polizia. La polizia! Com’era possibile che non ti fosse venuto in mente di chiamare la
polizia? Ti sei arrabbiata con te stessa per la cosa estremamente illogica che avevi
fatto ma Renato ti ha tranquillizzata e ci ha pensato lui.
 Con Renato presente sei riuscita ad entrare nel capannone. Ti sentivi più sicura. Il
posto, comunque, era rivoltante, respiravi a fatica. All’ingresso del seminterrato una
ragnatela pendente dalle tubature ti ha sfiorato i capelli e sei rimasta paralizzata.
Era troppo! Ti sentivi come se quel soffitto così basso in nudo cemento volesse
assorbirti. È per questo che non sei riuscita ad entrare.
 Il ricordo di tutto quello che è successo nel capannone ti genera panico e al solo
pensiero ti senti assalire da una crisi di nervi.
 Ti danno fastidio le asimmetrie ed in questo momento in particolare non sopporti il
fatto di essere stata ferita su un solo lato. Anche l’asimmetria sul volto di Evaldo ti
infastidisce. È un pensiero illogico, lo sai bene, eppure ti è venuto.

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Dopo che è scattata la trappola dell’acido e siete usciti fuori, seppur in
preda ad un dolore terribile ti sforzavi di pensare logicamente. Hai notato
che Daniela aveva un’espressione soddisfatta quando siete usciti feriti dal
capannone.

INFORMAZIONI UTILI
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
(Da Wikipedia) Il disturbo ossessivo-compulsivo o DOC (in inglese obsessive-
compulsive disorder o OCD) viene chiamato anche sindrome ossessivo-compulsiva o
SOC (in inglese obsessive-compulsive syndrome o OCS). [...] In psicoanalisi è tuttora
definito nevrosi ossessiva.
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 43 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Tale disturbo consiste in un disordine psichiatrico che si manifesta in una gran


varietà di forme, ma è principalmente caratterizzato da [...] una sintomatologia
costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da
eseguire) che tentano di neutralizzare l'ossessione.
[...] I sintomi esatti possono includere, più specificamente, tutti o solo alcuni dei
seguenti:
 la ripetizione continua di azioni "riparatrici" (lavarsi le mani);
 un sistema di conto specifico (contare in gruppi di quattro, sistemare le cose
in gruppi di tre, sistemare gli oggetti in insiemi pari o dispari);
 controlli protratti e ripetuti, volti a riparare o prevenire gravi disgrazie o
incidenti;
 impostare limiti specifici ad azioni in corso, ad esempio raggiungere la
propria auto compiendo esattamente dodici passi;
 allineare perfettamente gli oggetti nel loro insieme, in angolazioni perfette
(questo sintomo si ha anche nel disordine della personalità e può essere
confuso con questa condizione);
 puntare lo sguardo o gli oggetti in direzione degli angoli della stanza;
 in pavimentazioni composite, evitare il calpestio delle fughe di separazione,
ossia poggiare il piede solo al centro delle piastrelle;
 ricerca di simmetria (calpestare un pezzo di carta con il piede sinistro può
indurre il bisogno di calpestarne un altro con il piede destro, o di tornare
indietro e pestarlo nuovamente);
 paura di contaminazione fisica (come la paura delle secrezioni del corpo
umano quali saliva, sudore, lacrime, muco, urina e feci: alcuni casi di DOC
hanno anche dimostrato la paura che il sapone che viene usato dal soggetto
per detergersi, sia esso stesso contaminato), o anche metafisica
(contaminazione da pensiero);
 paura ossessiva delle malattie (cfr. ipocondria);

Taser
(Da Wikipedia) Il taser (acronimo di Thomas A. Swift's Electronic Rifle) è un
dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell'elettricità
per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. In
italiano è anche nota come "pistola elettrica", "storditore elettrico" o "dissuasore
elettrico".
È stata inserita dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura. Secondo Amnesty
International l'arma in pochi anni è stata responsabile di centinaia di morti nei soli
Stati Uniti, ma secondo altri studi le morti sarebbero state concausate dai problemi
cardiologici di cui soffrivano i soggetti colpiti.
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 44 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Copione di Evaldo Di Giacomo


INFORMAZIONI GENERALI
Luogo e tempo
Firenze, Italia, 12 agosto 2016.
Un assassino seriale si aggira per le strade della città, e negli ultimi mesi ha già
colpito diverse volte.
Costui abbandona le proprie vittime in periferia, sedute su una panchina, e mette
sui loro volti una maschera bianca su cui scrive una parola in uno strano alfabeto e una
sequenza di numeri. Le Forze dell'Ordine lo hanno soprannominato Persona.
Ieri ha fatto una nuova vittima, Alex Tronconi, ed ha quasi ucciso anche la sua
fidanzata, Sonia Duderstadt, che si è salvata per miracolo. Sono arrivati in soccorso
della ragazza Evaldo Di Giacomo, Renato Pagani, Daniela Nocentini e Giulia de Ferra,
che, però, sono finiti in una trappola preparata dall'assassino che in pochi attimi ha
lasciato profondi segni sui loro corpi.
Questa volta il modus operandi del delitto è stato leggermente diverso dalle altre. Si
tratta davvero di Persona, che è diventato più efferato? O invece è qualcun altro che si
nasconde dietro una inquietante maschera - quella di un serial killer - per compiere la
propria personale vendetta?

Chi sei
45 anni, professore di storia antica all'Università di Firenze. Ti reputano un ottimo
ascoltatore, dai modi molto amichevoli.
→ Dietro la maschera: soffri di disturbo evitante di personalità.

Aspetto
Indossi una particolare garza bianca sottile che ti copre solo il lato destro del volto e
che assomiglia molto ad una maschera a metà. Questo perché sei stato di recente
ustionato dal contatto con un getto d’acido (per i dettagli vedi dopo).

Gli altri personaggi

Alex (Alessio) Tronconi: la vittima


27 anni, studente di informatica. Dongiovanni e hacker coinvolto in attività non
sempre lecite, un ragazzo sbandato, immaturo e poco affidabile. Era fidanzato con
Sonia.

Sonia Duderstadt
24 anni, laureanda in chimica all'Università di Firenze, una studentessa modello.
Fidanzata con Alex.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 45 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Renato Pagani
41 anni, brillante uomo d'affari e squalo della finanza noto per la sua pessima
reputazione di avaro, xenofobo e sessista.

Daniela Nocentini
33 anni, psicologa. Ha una sensibilità fuori dal comune che la rende eccellente nel
suo lavoro.

Giulia Sofia de Ferra


37 anni, professoressa di matematica all'Università di Firenze. Precisa e impeccabile,
forse troppo.

ATTO I: I MESI E I GIORNI PRECEDENTI IL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Sei nato in una piccola famiglia borghese che hai sempre ritenuto essere una
buona famiglia: i tuoi avevano pregi e difetti, ma si sono impegnati per essere
dei buoni genitori. Sei sempre stato una persona un po’ schiva ma un ottimo
osservatore.
 Insegni Storia Antica all’Università di Firenze. Ti piace parlare molto delle
cose che sai. Ti piace farlo a lungo. Ehm… quasi come se a un certo punto ti
dimenticassi delle persone che ti stanno ascoltando. Effettivamente molte
volte a lezione ti è successo di estraniarti a tal punto da ritrovarti solo.
Eppure, proprio questa tua caratteristica ti ha dato fama di persona
affidabile. A volte le persone possono essere così sfiancanti che spesso,
mentre ti parlano, pensi ad altro fingendo di ascoltare. Infatti sono in molti
ad apprezzarti e tutti ti considerano un ottimo ascoltatore.
 Tre mesi fa il tuo dipartimento (quello di Storia, Archeologia, Geografia,
Arte e Spettacolo) ha potuto finanziare uno scavo nei pressi di Capannori
grazie ad una donazione effettuata da Stephen Kosikys, un misterioso
benefattore. I lavori cominceranno con il nuovo anno accademico e tu
supervisionerai lo scavo! Chissà quali meraviglie riuscirete a portare alla luce!
 Sei stato contattato dalle Forze dell’Ordine già dopo il primo omicidio per
decifrare lo strano alfabeto trovato sulla maschera. In ambito accademico sei
considerato un’autorità su quello che riguarda di codici e alfabeti antichi.
Sull’argomento hai anche scritto due libri che hanno avuto discreto successo
tra gli studiosi e gli appassionati del settore.
Il codice che appariva sulle maschere era:

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 46 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Per te è stato uno scherzo riconoscerlo: si tratta dell’alfabeto etrusco. Gli


Etruschi erano vissuti prevalentemente nella zona dell’attuale Toscana
all’incirca tra il 700 a.C. ed il 400 a.C., anche se si erano spinti in parecchie
parti d’Italia; comunque, lì a Firenze, era il cuore dell’antica Etruria. Erano
un popolo avanzato per cultura, giustizia, società e religione
Tornando alla scritta, c’è scritto - da destra verso sinistra, così scrivevano,
come nel punico - PH-E-R-S-U, “phersu”. La parola italiana “persona” viene
dal latino persona-personae, che a sua volta, si suppone - be’ è una delle
teorie - potrebbe essere derivata dall’etrusco phersu, che significava
“maschera”... un po’ come a dire che tutti indossano una maschera.
Pirandello ci era arrivato ad un concetto simile… con ben oltre duemila anni
di ritardo!
Un altro esempio è la parola italiana “testa”, che un tempo significava “vaso”
(di terracotta), intendendo però quelli un po’ a forma di ampolla (e in alcuni
dialetti ha ancora questo significato). Forse associato per la forma, o forse
perché la testa, come un vaso, contiene il cervello.
 Sulla prima maschera c’era anche un numero, il pi greco. Hai pensato ad un
qualche collegamento tra le due civiltà, quella Greca e quella Etrusca. Magari
si trattava di un fanatico di storia antica.
Poi, però, l’assassino ha colpito ancora. Sulla maschera, stavolta, c’era la
stessa parola in Etrusco ma un numero completamente diverso, che né tu né
la polizia eravate in grado di riconoscere. Hai, quindi, consultato Giulia, una
tua collega che insegna matematica.
I numeri cambiavano ad ogni omicidio. Pensi, dunque, che non c’entrino
niente con la scritta. D’altronde è un serial killer, un pazzoide. Nonostante
questo, una cosa ti viene in mente: viste queste “citazioni dotte”, potrebbe
trattarsi di una persona molto intelligente.
 Da quanto hai capito, le prime tre vittime di Persona erano tutte degli
aspiranti suicidi. Si incontravano su internet per parlare di uccidersi
insieme… non avresti mai immaginato l’esistenza di una possibilità del
genere! Ma la quarta vittima cosa c’entrava? Non aveva nulla in comune con
gli altri.
 Conosci abbastanza bene Giulia. Lavora anche lei all’università ma nel
dipartimento di Matematica e Informatica. Sei stato tu a chiederle un
consulto per cercare di capire il senso di quella strana sequenza. Lei ci sta
ancora lavorando e sembra entusiasta di questa vostra collaborazione.
 Quell’Alex - o Alessio, o come si chiama lui - non ti è mai piaciuto. Oltre ad
essere uno scansafatiche, fuori corso e indietro con gli esami alla soglia dei
trent’anni, lo hai visto spesso frequentare le biblioteche degli altri
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 47 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

dipartimenti guardandosi intorno furtivo. Probabilmente stava macchinando


qualcosa di poco lecito con quei computer!
 Sonia, quella ragazza ha probabilmente visto l’inferno. Perché è accaduto
proprio a lei una cosa così terribile? Sembra così dolce!
 Non conosci Renato di persona ma soltanto di fama. Sai che è un noto
squalo della finanza, azionista di borsa ed esperto di investimenti ad alto
rischio e altissimo rendimento.

Informazioni che devi mantenere riservate


 Sin da piccolo hai sempre avuto problemi di socializzazione. I tuoi compagni di scuola
si comportavano da bulli con te, prendendoti in giro per la tua timidezza, per i tuoi
interessi, persino per il tuo nome. Eri una specie di gregario per chiunque: quando ti
veniva chiesto di fare qualcosa, tu la facevi senza protestare, l’importante era che ti
lasciassero in pace.
 Hai cominciato ad estraniarti dalle conversazioni come meccanismo di difesa, per
sentirti più al sicuro.
 Crescendo a Firenze, città dell’arte, sei sempre stato circondato da statue che
rappresentavano l’uomo in maniera idealizzata e spesso eroica, ma non ritrovavi
nessuna di queste caratteristiche nelle persone che ti circondavano. Con il passare del
tempo ti sentivi sempre più intimidito e schivo. Non riuscivi quasi a guardare negli
occhi le persone perché la cosa ti inibiva del tutto. Però ne osservavi i gesti e la postura
e questo, in un certo senso, è stato un ottimo allenamento per il tuo spirito di
osservazione.
Per questo ti sei presto appassionato allo studio della storia. L’umanià ti affascina ma
preferisci tenerla a distanza, e da piccolo, visitando i musei, ti rendevi conto che le
statue, sebbene simili ad esseri umani, non ti infastidivano quando eri nei loro pressi.
Poco alla volta ti sei appassionato alla storia e ai modi usati dagli uomini per
comunicare.
 Dati i tuoi problemi di interazione con gli altri, non sei mai stato con una donna. A
dire il vero, non ti sei neanche mai sentito attratto da una donna. Forse perché
rincorrevi sempre quell’ideale di perfezione artistica che nel mondo non riuscivi a
trovare?
 Anna Iandi, la quarta vittima del serial killer, era tua nipote, la figlia di tua sorella
maggiore, una delle poche persone con cui sei sempre riuscito a sentirti a tuo agio.
Lavorava come assistente al dipartimento di scienze sociali e la consideravi quasi
come una figlia tua.
È anche per questo che non sopportavi Alex. Sai che aveva una tresca con lei - lo
sapevano praticamente tutti! - e che le ha fatto del male. Una mattina, più o meno
tre settimane fa, vicino all’università, li hai visti litigare ferocemente. Non sai cosa si
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 48 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

stessero dicendo ma ad un certo punto lui l’ha spintonata ed è andato via in


macchina lasciandola a piangere per terra sul marciapiede. Ti sei avvicinato ed hai
cercato di consolarla ma lei non ha voluto parlare. Negli ultimi tempi era diventata
cupa e silenziosa, proprio come te quando eri vittima dei bulli da ragazzino.
Sei sicuro che Alex l’abbia fatta soffrire moltissimo. Forse c’entra persino qualcosa con
la sua morte… del resto, cosa ci faceva guardingo nei dipartimenti delle altre facoltà?
Qualcosa di illecito sicuramente. Magari Anna lo aveva scoperto e lui l’ha fatta
fuori. Quel verme non ha avuto neanche il cuore di venire al suo funerale.
 In effetti, già dopo il secondo omicidio, il tuo contributo nella profilazione di Persona
poteva dirsi concluso, visto che la scritta in etrusco sulle maschere era sempre la stessa.
Ma poi la morte di Anna ha reso la cosa molto personale.
Hai deciso di non darti pace fino a che il caso non fosse stato risolto. Così, tra le altre
cose, hai cominciato a contattare Giulia molto più spesso per sapere se ci fossero
sviluppi legati all’interpretazione della sequenza di numeri (eri convinto che potessero
essere un codice legato all’identità dell’assassino), ed hai costantemente tenuto
d’occhio Alex.

informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Oltre che con la borsa, negli ultimi anni Renato ha cominciato a far
fortuna anche con la compravendita di immobili: rileva aziende in
fallimento o immobili in stato di abbandono, li rimette a posto e poi li
rivende lucrandoci sopra; un mercato molto più sicuro.
 La polizia ha rintracciato i computer da cui l’assassino aveva adescato le
vittime. Erano tutti terminali dell’università. Per questo motivo, negli
ultimi mesi, diversi agenti in borghese tenevano sotto controllo le aree
comuni dell’ateneo. Non abbastanza, a quanto pare... Ma, del resto, non si
poteva certo creare uno stato d’allarme nell’istituto.

ATTO II: IL GIORNO DEL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Verso metà mattina ti sei recato alla centrale di polizia per degli
aggiornamenti sul caso. Giulia sembrava aver risolto l’enigma della sequenza
di numeri e gli inquirenti volevano un parere congiunto. Era presente anche
Daniela. Con tua grande delusione, la sequenza non conteneva alcuna
informazione o messaggio in codice ma era solo un modo subdolo per
numerare le vittime. Speravi in qualcosa di più…
Comunque hai sentito dire a Giulia che quei numeri c’entrano qualcosa con
il 666. Non hai capito come, perché il 666 non compare da nessuna parte tra
quelle cifre… però è interessante, perché sai che il 666 compare tre volte

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 49 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

nella Bibbia, due volte associato a re Salomone (nel Vecchio Testamento) ed


una volta, quella più “famosa” per così dire, associato al diavolo (nel Nuovo
Testamento, nell’Apocalisse di Giovanni), dove viene chiamato appunto “il
numero della bestia”.
Se non altro, questo conferma la tua teoria che l’assassino sia una persona
molto colta e intelligente.
 Una volta usciti, poco dopo le undici, Giulia si è offerta di darvi un
passaggio. In macchina, Daniela ha ricevuto una chiamata, durante la quale
ti ha chiesto di annotare sul telefonino alcuni dati, in particolare una mail e
una password che ora non ricordi più. Sembrava agitata, nonostante cercasse
di mantenere la calma. Ha cercato qualcosa con il cellulare e poi ha chiesto a
Giulia di guidare fino ad un capannone abbandonato a qualche minuto dal
centro. Da quanto hai capito, c’entrava qualcosa proprio Persona.
Senza quasi dire nulla, è corsa dentro. Giulia, invece, non voleva muoversi.
Diceva che non poteva e doveva restare lì. Le hai detto qualche parola di
conforto, poi le hai ordinato di chiamare qualcuno e sei entrato anche tu.
 Appena all’interno, ti sei trovato davanti a un ingresso con varie porte. Sei
entrato in quella più vicina, sulla sinistra ed hai percorso un paio di stanzoni
fino a ritrovarti in una sorta di locale di manutenzione: dove però non c’era
nulla e non portava da nessun’altra parte - strada sbagliata.
Hai sentito un urlo, era chiaramente di una donna. Sei tornato indietro e ti
sei infilato in un’altra porta. Un altro urlo, questa volta più vicino, segno che
stavi andando nella direzione giusta. Hai attraversato uno stanzone fino ad
arrivare ad una scala che portava in un seminterrato molto buio, illuminato
solo da una luce fioca. Proprio da quelle scale è corsa fuori Daniela che ti è
finita tra le braccia. Piangeva ed era sconvolta. Ripeteva qualcosa del tipo che
aveva di nuovo fatto qualcosa, e che non doveva succedere mai più. Non ci
hai dato peso: era palesemente fuori di sé. Mentre tornavate fuori biascicava
cose senza senso. Le faceva male il collo: hai controllato ed aveva due
bruciature dietro la nuca, piccole ma brutte.
All’esterno con Giulia c’era anche Renato. Che cosa ci faceva lì? L’aveva
chiamato Giulia? E perché mai?
 Una volta usciti, Daniela ha cominciato a riprendersi ma è trasalita
nuovamente quando si è ricordata di aver visto Alex disteso per terra nel
capannone. Aveva il dubbio che fosse vivo. Renato ti ha chiesto di entrare di
nuovo nell’edificio. Vi siete avviati e Giulia si è fatta forza ed è entrata con
voi. Daniela è rimasta fuori.
 Hai fatto strada fino al punto in cui ti eri scontrato con Daniela. Siete entrati
nel seminterrato buio scendendo una breve rampa di scale. Il locale era
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 50 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

ampio ma aveva un soffitto davvero basso, ricoperto di tubature e si poteva


appena stare in piedi. Giulia si è bloccata a pochi passi dalla soglia.
Renato l’ha abbracciata senza dire nulla (ma forse hanno una relazione?), poi
ti ha detto di andare con lui. Addirittura ti ha dato una pacca sulla spalla.
L’unica fonte di luce era una torcia elettrica, di quelle del tipo d’emergenza,
posata a terra, e comunque anche così non è che si vedesse granché. Alex era
supino sul pavimento. Avete controllato: era morto. Di fianco al corpo, per
terra, c’era una delle maschere del killer! E lì vicino un laccio. C’era anche
altra roba ma a quel punto non te ne sei curato: e se l’assassino fosse stato
ancora lì? Ti sei guardato intorno ma in effetti del killer sembrava non esserci
alcuna traccia.
 Poi avete sentito la voce di Sonia. Era nello stanzone accanto, lei stessa aveva
un vistoso segno intorno al collo. Sonia comunque si muoveva ed ha iniziato
a piangere e disperarsi, dicendo che Alex era morto e che il killer voleva
uccidere anche lei. Tu hai cercato di calmarla senza riuscirci, e lei ti ha
chiesto di proteggerla; l’hai rassicurata che l’avresti fatto. Vi siete alzati tutti
in piedi e siete andati nella stanza dov’era il corpo di Alex, dove eravate
quindi tu, Sonia, Renato, e Giulia che si era avvicinata. Anche se sconvolto,
cercavi di guardarti intorno quando la torcia si è spenta lasciandovi al buio
pesto. Hai perso subito l’orientamento. A tentoni hai cercato di andare più o
meno nella direzione in cui ricordavi fosse Sonia. All'improvviso hai visto un
piccolo lampo luminoso, dal suono e dalla luce sembrava che qualcuno
avesse acceso un accendino.
È scattato l'impianto antincendio; il tempo di rendertene conto e hai sentito
l'urlo spaventato di Sonia. Ti sei diretto nella sua direzione per proteggerla e
poco dopo hai sentito un dolore tremendo al lato destro del volto. Ricordi
solo quel dolore al viso, poi hai perso i sensi.
 Quando ti sei risvegliato, in ambulanza, ti hanno detto che eri stato colpito
da un getto d’acido muriatico che ti ha bruciacchiato la pelle del viso, una
trappola pensata per disturbare dei curiosi probabilmente. Dovrai portare
una specie di maschera protettiva per qualche giorno, per evitare infezioni,
ma per fortuna tutti i segni dovrebbero sparire entro qualche mese. Ma quale
individuo disturbato può architettare una cosa simile?!

Informazioni che devi mantenere riservate


 All’inizio Giulia non voleva entrare nel capannone perché sembrava in preda ad una
crisi di panico. Le avresti anche dato una mano ma, oltre a qualche parola di
conforto, non sapevi che altro fare. Daniela era dentro e tu sapevi che in quel
momento avresti dovuto abbracciare Giulia, ma ti sentivi tremendamente a disagio.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 51 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Quindi hai cercato di farle forza a parole e ti sei avviato dentro, più per sfuggire al
quel disagio che per altro.
 Quando Sonia ti ha chiesto di proteggerla non potevi dirle di no. Quella postura
spaventata, quella voce innocente… ti sembrava di parlare con Anna. In quel
momento proprio non sei riuscito a tirarti indietro.
 Il ricordo di ciò che è successo ti genera angoscia, in modo evidente. Ti eri sbagliato
sul conto di Alex. O almeno ti eri sbagliato a pensare che fosse coinvolto
nell’assassinio di Anna. Il perché della morte della tua nipotina è ancora un mistero
irrisolto.

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Poco prima che la torcia elettrica si spegnesse nel seminterrato, hai notato
che Giulia si era avvicinata all’ingresso della stanza in cui eravate, come per
entrare, sebbene fosse rimasta a pochi passi dalla soglia.

INFORMAZIONI UTILI
Disturbo Evitante di Personalità
(Da Wikipedia) Il disturbo evitante di personalità [...] a volte detto anche disturbo
ansioso di personalità, è un disturbo di personalità caratterizzato da uno schema di
comportamento penetrante di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza, estrema
sensibilità a valutazioni negative nei propri oppure altrui confronti e la tendenza a
evitare le interazioni sociali. Le persone affette da disturbo evitante di personalità spesso
si considerano socialmente incapaci o non attraenti a livello personale ed evitano le
interazioni sociali per timore di essere ridicolizzati, umiliati od oggetti di antipatie.
Tipicamente, si presentano come persone che amano stare da sole e riferiscono di
sentire un certo senso di estraniazione dalla società, provocando l'evitamento.
Il disturbo evitante della personalità è di solito osservato all'inizio dell'età adulta, ed
è associato ad un certo senso di "rigetto" effettivo o percepito dal genitore o dai coetanei
durante l'infanzia. Se il sentimento di rigetto sia dovuto al severo monitoraggio dei
comportamenti interpersonali attribuito alla gente affetta dal disturbo, è cosa ancora da
dimostrare.

Taser
(Da Wikipedia) Il taser (acronimo di Thomas A. Swift's Electronic Rifle) è un
dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell'elettricità
per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. In
italiano è anche nota come "pistola elettrica", "storditore elettrico" o "dissuasore
elettrico".
È stata inserita dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura. Secondo Amnesty
International l'arma in pochi anni è stata responsabile di centinaia di morti nei soli
Stati Uniti, ma secondo altri studi le morti sarebbero state concausate dai problemi
cardiologici di cui soffrivano i soggetti colpiti.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 52 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Etruschi
(Da Wikipedia) Gli Etruschi furono un popolo dell'Italia antica, di lingua non
indoeuropea e di origine incerta, affermatosi in un'area denominata Etruria,
corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria fino al fiume Tevere e al Lazio
settentrionale. Successivamente si espansero a nord nella zona padana (attuali Emilia-
Romagna, Lombardia sud-orientale e parte del Veneto meridionale) e a sud fino in
Campania.
La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi
successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di
conquista e assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista
di Veio da parte dei romani nel 396 a.C.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 53 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Copione di Renato Pagani


INFORMAZIONI GENERALI
Luogo e tempo
Firenze, Italia, 12 agosto 2016.
Un assassino seriale si aggira per le strade della città, e negli ultimi mesi ha già
colpito diverse volte.
Costui abbandona le proprie vittime in periferia, sedute su una panchina, e mette
sui loro volti una maschera bianca su cui scrive una parola in uno strano alfabeto e una
sequenza di numeri. Le Forze dell'Ordine lo hanno soprannominato Persona.
Ieri ha fatto una nuova vittima, Alex Tronconi, ed ha quasi ucciso anche la sua
fidanzata, Sonia Duderstadt, che si è salvata per miracolo. Sono arrivati in soccorso
della ragazza Evaldo Di Giacomo, Renato Pagani, Daniela Nocentini e Giulia de Ferra,
che, però, sono finiti in una trappola preparata dall'assassino che in pochi attimi ha
lasciato profondi segni sui loro corpi.
Questa volta il modus operandi del delitto è stato leggermente diverso dalle altre. Si
tratta davvero di Persona, che è diventato più efferato? O invece è qualcun altro che si
nasconde dietro una inquietante maschera - quella di un serial killer - per compiere la
propria personale vendetta?

Chi sei
41 anni, brillante uomo d'affari ed esperto di finanza. Sei noto per la tua pessima
reputazione di avaro, xenofobo e sessista.
→ Dietro la maschera: in realtà sei un benefattore con un forte senso della giustizia,
cosa che ci tieni a tenere nascosta poiché potrebbe renderti vulnerabile agli occhi della
concorrenza.

Aspetto
Sei vestito in maniera elegante e ricercata.

Gli altri personaggi

Alex (Alessio) Tronconi: la vittima


27 anni, studente di informatica, abile hacker e inguaribile donnaiolo. Un ragazzo
immaturo e poco affidabile. Era fidanzato con Sonia.

Sonia Duderstadt
24 anni, laureanda in chimica all'Università di Firenze, fidanzata con Alex.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 54 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Evaldo Di Giacomo
45 anni, professore di storia antica all'Università di Firenze. Una testa d’uovo
perennemente tra le nuvole.

Daniela Nocentini
33 anni, psicologa. Una professionista molto stimata.

Giulia Sofia de Ferra


37 anni, professoressa di matematica all'Università di Firenze. Precisa e impeccabile,
nasconde un animo molto fragile.

ATTO I: I MESI E I GIORNI PRECEDENTI IL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Sei nato e cresciuto in un quartiere popolare di Roma. Sei sempre stato un
ragazzo ribelle e, in generale, poco educato. Quando hai perso uno dei
genitori, intorno ai sedici anni, sei andato a vivere in Toscana da uno zio
che, se possibile, era ancora più grezzo dei tuoi. Era un paesino di provincia
e, in quanto “nuovo”, non eri ben visto. Come se non bastasse il tuo brutto
carattere peggiorava le cose.
Facevi spesso a botte, a volte anche con ragazzi più grandi di te. Il fatto di
essere ambidestro ti avvantaggiava: riuscivi spesso a colpirli dove erano
scoperti.
 Sei andato all’università a Firenze a studiare Economia, e presto ti sei
definitivamente trasferito lì, dove hai iniziato a rifarti una vita. La tua
reputazione di avaro, xenofobo e sessista non ti disturba, anzi ci tieni ad
alimentarla. Vuoi che gli altri sappiano che con te non è il caso di scherzare.
 Grazie ai tuoi studi ti sei fatto strada nell’alta finanza, iniziando presto a
guadagnare un bel po’ di soldi. Anche più di quanti effettivamente te ne
servissero. Il giusto compenso per una vita difficile.
Giochi in borsa e sei esperto di investimenti ad alto rischio e altissimo
rendimento. Ti dedichi, però, anche ad investimenti più sicuri come la
compravendita di immobili in disuso, che rimetti a nuovo e poi rivendi
lucrandoci sopra, o la rilevazione di aziende in fallimento che sfrutti alla
stessa maniera.
 Sei stato persino sposato in passato. Dicono che la tua ex moglie fosse
interessata solo ai soldi e non approvasse il tuo modo di investire troppo
rischioso. Poco male, sei comunque andato avanti con la tua vita. E, dopo il
divorzio, lei non ti ha mai creato problemi, l’importante era pagarle gli
alimenti.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 55 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 Hai fatto un paio di sedute con Daniela all’inizio di quest’anno. Prima di


scegliere il suo studio, ti sei informato sul suo conto. Sai che è stata tirata su
da una madre single con grossi problemi economici, e che in passato è stata
in cura per sadismo patologico, dal quale è del tutto guarita. I tuoi
informatori sono veri professionisti e sei praticamente certo che in
pochissimi siano al corrente di questi dettagli. Comunque è molto quotata
come psicologa, al punto che collabora spesso con la questura di Firenze, una
credenziale non da poco. Bene.
E poi, se dovevi permettere a un estraneo di entrarti nella testa, era sempre
meglio scegliere qualcuno di ricattabile in caso di problemi.
 Alex ha collaborato con te in passato per circa sei mesi. Ottimo informatico,
pessima persona: inconcludente, immaturo, e un donnaiolo dei peggiori. Ma
questo non ti interessava finché faceva bene il suo lavoro.
Gli chiedevi spesso di hackerare le mail dei concorrenti, nulla di troppo
complicato anche per un hacker dilettante. Ti limitavi a leggere le loro mail;
niente di particolarmente deleterio, ma sufficiente per avere sempre le
informazioni necessarie per stare un passo avanti ai tuoi concorrenti. E poi
non ti sentivi in colpa: tutti loro erano come i bulli con cui facevi a botte
nella tua adolescenza, nient’altro che un mucchio di prepotenti pronti a
sbranarsi tra loro.
In ogni caso non collabori mai con la stessa persona troppo a lungo, non ti
piace l’idea che qualcuno possa raccogliere troppe informazioni su di te. E
poi era abbastanza evidente che Alex era tutt’altro che affidabile, quindi hai
interrotto la collaborazione con lui due mesi fa.
 Un mese e mezzo fa, il 29 giugno, hai cominciato a ricevere delle email
minatorie dall’indirizzo di Giulia. Hai assunto un paio di investigatori privati
che sono risaliti subito a lei. Un mese fa ti sei recato all’università per vedere
di persona di chi si trattasse. Quando te la sei trovata davanti, la sua sorpresa
è stata pari alla tua. Ti è parso evidente che una persona del genere non
poteva essere il mittente di quei messaggi.
 Evaldo è un po’ strano. Sempre perso nel suo mondo da testa d’uovo,
sembra quasi che abbia paura delle persone che gli stanno intorno. Quelli
come lui non durano a questo mondo.
 Conosci bene il deep web, la parte oscura di internet. È li che si fanno gli
affari più interessanti.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 56 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Informazioni che devi mantenere riservate


 Hai dovuto imparare già da ragazzino che a questo mondo non c’è spazio per i cuori
gentili. Bisogna sempre essere forti e, nei casi peggiori, quando forti non lo si è,
bisogna almeno apparire forti.
Sapevi fare a botte, ma non era raro che venissi pestato da qualcuno più grande di te
o da un gruppetto di più persone, perciò sei diventato molto bravo ad atteggiarti e a
farti credere molto più pericoloso di quello che in effetti sei.
 In realtà odiavi le ingiustizie, e le odi tutt’ora. Fare a botte e insultare era, in fondo,
un modo per mettere un poco di giustizia in questo mondo. Perché i più grossi se la
prendevano con i più piccoli? Perché i codardi con i più deboli? Hai capito che il
potere poteva essere un buon modo per assicurarti la sicurezza che cercavi e, forse, per
fare anche un po’ di giustizia.
 Hai mantenuto la tua maschera da “persona pericolosa” anche quando sei cresciuto
perché hai capito che più sembravi pericoloso e più eri rispettato. Hai iniziato a
mostrare apertamente comportamenti aggressivi, razzisti e omofobi, tutte etichette che
ti sono rimaste addosso, e la cosa ti fa piacere: nessuno penserà che sei un debole.
 Dopo qualche anno nell’alta finanza hai cominciato ad avere così tanti soldi che non
sapevi più come spenderli. E se una parte li avessi usati per portare giustizia a questo
mondo?
 Hai deciso di cominciare a fare beneficenza ma non volevi si sapesse. Nessuno doveva
pensare che avessi un lato tenero. È per questo che per le tue donazioni, cosa di cui
nessun altro è al corrente, ti sei inventato uno pseudonimo: Stephen Kosikys.
 Sei andato a consulto da Daniela perché fare una “doppia vita” ti stressa non poco e
tu hai bisogno di essere sempre in grado di pensare lucidamente. Ma durante una
seduta ti è quasi sfuggito il nome di Stephen. Daniela ha subito cercato di lavorare su
questo tuo lapsus ma tu hai rifiutato e da allora hai interrotto le sedute. Era
decisamente troppo rischioso.
 Date le tempistiche e il mezzo utilizzato, non ci è voluto molto per fare due più due: le
email minatorie erano state inviate sicuramente da Alex. Probabilmente aveva finito i
soldi per portare a cena le sue tante ragazze. Era talmente superficiale da non rendersi
conto di quanto sarebbe stato facile farsi beccare. Così hai continuato a temporeggiare
aspettando di coglierlo sul fatto. Ad oggi stai ancora continuando a ricevere quei
messaggi.
 Sei stato tu a dire a Sonia delle tresche di Alex. Sebbene tu abbia cercato di dare
l’impressione di voler creare astio tra di loro, la verità è che lo hai fatto perché ti
dispiaceva per lei. Speravi che in questo modo avrebbe reagito e si sarebbe ripresa un
po’ di dignità. Invece, a quanto pare, è rimasta con lui. Alcune persone proprio non
hanno la forza per farcela.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 57 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

 Giulia è decisamente particolare, tutta precisa, sempre altera… Hai l’impressione che
sia piuttosto nevrotica, una di quelle persone fissate con la pulizia e l’ordine… come si
dice… maniaco-compulsive? Eppure... quanto ti piace! Da quando l’hai conosciuta vi
state frequestando. Ti rechi spesso all’università per incontrarla. La trovi fragile
nonostante le apparenze di persona tutta d’un pezzo. La vedi come una cosa
innocente, pulita, da proteggere ad ogni costo.

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Sapevi che Alex aveva una ragazza, Sonia. Tuttavia più volte, mentre era in
ufficio con te, l’hai beccato al telefono con altre ragazze con le quali era
molto mieloso. Negli ultimi tempi si sentiva con una in particolare, una
certa Anna, mentre un’altra volta faceva il cascamorto con un’altra ragazza
ancora: Dany.

ATTO II: IL GIORNO DEL DELITTO


Informazioni che puoi rendere pubbliche
 Nella tarda mattinata hai ricevuto una chiamata di Giulia che ti chiedeva di
raggiungerla presso un punto preciso di cui ti ha inviato le coordinate GPS.
Le hai impostate sul navigatore: erano a pochi minuti da dov’eri in quel
momento. In effetti ti trovavi proprio nei paraggi perché stavi visitando
alcuni stabili abbandonati su cui avevi intenzione di speculare. Sei arrivato lì
in pochi minuti e l’hai trovata immobile e in preda al panico di fronte a un
vecchio capannone industriale.
Ha cominciato a riprendersi e ti ha accennato qualcosa riguardo a Daniela
che aveva ricevuto una chiamata strana da Alex e che forse c’entrava un serial
killer. Era talmente confusa che non aveva pensato a chiamare la polizia,
quindi l’hai fatto tu. Subito dopo hai visto uscire Evaldo e Daniela dal
capannone.
 Daniela sembrava aver visto un fantasma. In effetti, a ripensarci, era proprio
così: dopo qualche istante è trasalita e ha cominciato a dire che Persona
l’aveva aggredita e che Alex era nel capannone e non sapeva se fosse morto o
vivo. Ti sei avviato dentro facendo cenno agli altri di seguirti. Evaldo e Giulia
sono entrati con te, mentre Daniela è rimasta fuori ancora sconvolta.
 Avete attraversato un paio di stanzoni. Ad un certo punto siete arrivati ad
una rampa di scale, l’ingresso di una sorta di seminterrato buio con il soffitto
talmente basso che a malapena saresti riuscito a starci in piedi. È stato lì che
Giulia si è bloccata e ha detto che preferiva stare in quel punto mentre voi
proseguivate.
 Nello stanzone buio l’unica fonte di luce era una torcia d’emergenza posata a
terra, e la cosa non ti piaceva per niente.
© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 58 di 60
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Sul pavimento c’era qualcuno… Alex. Ti sei avvicinato… Era morto. Lì vicino
per terra, c’era un laccio in tessuto e una maschera bianca, simile a quelle
usate da un assassino seriale di cui hai letto sui giornali. Allora era vero!
Nelle vicinanze c’era anche uno smartphone e… era un taser quello?
Avete sentito la voce di una ragazza dalla stanza accanto. Era Sonia che
chiedeva aiuto. Era disperata perché il killer aveva ucciso Alex e voleva fare lo
stesso con lei, lei stessa aveva un vistoso segno intorno al collo. Evaldo ha
cercato di consolarla in qualche modo. Ti sei rialzato e guardato intorno per
vedere se ci fossero altri segni dell’assassino.
 Hai notato che Giulia era ancora nella stanza in cui c’erano le scale ma si era
fatta forza ed era arrivata a pochi passi dalla soglia dello stanzone in cui
eravate. Del tutto all’improvviso la torcia si è spenta, lasciandovi al buio
pesto. Cazzo! Hai cercato di avvicinarti all’uscita quando è scattato l’allarme
antincendio. Tutti hanno cominciato ad urlare, tu hai sentito un forte
fastidio alla schiena e all’anca dopo qualche secondo. Evaldo è venuto meno
e hai dovuto caricartelo in spalla e portarlo fuori.
Siete fuggiti all’esterno dove c’era ancora Daniela. La polizia è arrivata subito
dopo. Sono stati loro a chiamare l’ambulanza che vi ha prestato i primi
soccorsi.
 Hai notato che Daniela ha avuto per qualche attimo un’espressione
soddisfatta, quasi sensuale, quando siete usciti dalla trappola. Questa cosa ti
turba molto. Eppure subito dopo sembrava sinceramente sconvolta dalle
vostre ferite… e tu sei bravo a scovare le menzogne. È il tuo lavoro.
 A quanto pare c’era dell’acido muriatico diluito nell’acqua del sistema
antincendio. Fortunatamente il getto che ti ha colpito ha dovuto consumare
i vestiti prima di arrivare alla pelle e ti ha fatto solo delle lievissime
bruciature. Gli altri se la sono vista brutta.
Il sistema antincendio era probabilmente uno di quelli con attivazione a
sprinkler, che non hanno bisogno di energia elettrica. Sono piuttosto
comuni nei capannoni industriali.

Informazioni che devi mantenere riservate


 Mentre Evaldo vi faceva strada nel capannone, cercavi di tenere d’occhio Giulia per
accertarti che stesse bene. Quando si è bloccata sulla soglia del seminterrato l’hai
abbracciata senza dire nulla, poi hai dato ad Evaldo una pacca sulla spalla
dicendogli di proseguire.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 59 di 60


Collana “Il Taccuino” - Caso n. 47 – Maschere – di Vincenzo Capuano e Marianna Chiuchiolo - www.murderparty.it

Informazioni che devi dire obbligatoriamente


 Il sistema antincendio è stato fatto scattare con un accendino. Lo hai
sentito, e per un attimo hai visto il lampo di luce. Qualcuno lo ha
avvicinato ai rilevatori. Hai notato che lo sprinkler è scattato subito; in
genere ci vogliono almeno trenta secondi prima che il getto parta, segno
che l’attentatore lo aveva certamente manomesso. Chi l’ha fatto era
sicuramente un idiota, dato che in questo modo egli stesso avrebbe potuto
bruciarsi la mano o il volto.

INFORMAZIONI UTILI
Sprinkler Antincendio
(Da Wikipedia) Lo sprinkler (letteralmente "spruzzatore" in inglese) è un sistema
automatico di estinzione a pioggia; ha lo scopo di rilevare la presenza di un incendio e
di controllarlo in modo che l'estinzione possa essere completata con altri mezzi, oppure
di estinguerlo nello stadio iniziale.
Un sistema sprinkler comprende un'alimentazione idrica e una rete di tubazioni,
solitamente posizionate a livello del soffitto o della copertura, alla quale sono collegati,
con opportuna spaziatura, degli ugelli erogatori chiusi da un elemento termosensibile.
In caso d'incendio, il calore sviluppato provoca l'apertura degli erogatori che si trovano
direttamente sopra l'area interessata e conseguentemente la fuoriuscita di acqua che
permette il rapido controllo dell'incendio con il minimo dei danni.
[...] L'elemento termosensibile è il componente che attiva l'uscita dell'acqua. In
condizioni normali il componente fa in modo che il tappo resti nella sua posizione e
non vi sia fuoriuscita di acqua. Non appena l'elemento viene esposto al calore, cede e
rilascia il tappo. Gli elementi termosensibili sono di due tipi, entrambi ugualmente
affidabili: lega metallica fusibile oppure bulbo di vetro frangibile. La normale
temperatura di funzionamento è tra 57 e 77 °C.

Taser
(Da Wikipedia) Il taser (acronimo di Thomas A. Swift's Electronic Rifle) è un
dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell'elettricità
per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. In
italiano è anche nota come "pistola elettrica", "storditore elettrico" o "dissuasore
elettrico".
È stata inserita dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura. Secondo Amnesty
International l'arma in pochi anni è stata responsabile di centinaia di morti nei soli
Stati Uniti, ma secondo altri studi le morti sarebbero state concausate dai problemi
cardiologici di cui soffrivano i soggetti colpiti.

© Murderparty – ver. 1.0; febbraio – marzo 2017; Vietata la riproduzione - Pagina 60 di 60

Potrebbero piacerti anche