ciò che era accaduto (in altre parole, facendo finta che i viaggi non avessero ancora
avuto luogo).
Nonostante le istruzioni esplicitamente fornite, le probabilità stimate di esiti
maggiormente conformi agli eventi che realmente erano accaduti vennero
sovrastimate rispetto a quanto fosse stato indicato nella fase precedente. Sembra
come se i partecipanti semplicemente non potessero ignorare la propria conoscenza
rispetto a quello che era accaduto, senza riuscire a ricordare con chiarezza quale fosse
la situazione (in particolare quale il livello di incertezza) prima che i due viaggi
avessero luogo.
La tendenza a giudicare sistematicamente gli eventi con il “senno di poi” è molto
difficile da eliminare. In una terza fase, Firschoff (1977), infatti, mise al corrente i
partecipanti dell’esistenza e dell’effetto di tale distorsione, al fine di renderli
consapevoli e persuaderli ad evitarlo, con l’obiettivo di ridurne la pervasività. Ciò
nonostante, i suoi sforzi furono pressoché vani in quanto il “senno di poi” risultò
ancora in grado di produrre un grande effetto di distorsione.
Il “senno di poi” è solo una delle tante distorsioni cognitive che gli esseri umani
compiono quotidianamente: esse influenzano profondamente il ragionamento del
senso comune, mentre al contrario la psicologia, attraverso il metodo sperimentale,
cerca da un lato di isolarli evidenziandoli e dall’altro di valutare i processi e gli eventi
senza queste distorsioni.
Apprendimento
1
Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
L’apprendimento è opportunità:
- Perché ci troviamo nella condizione di imparare sempre.
Attraverso l’apprendimento forniamo in continuazione stimoli al
cervello e alla mente.
L’apprendimento è un vincolo:
- Perché non possiamo non imparare, apprendere è una
necessità.
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
Apprendimento latente
È una forma di apprendimento implicito, poiché impariamo
anche senza accorgercene. È altresì un apprendimento
spontaneo, poiché non ha bisogno di rinforzi, scoperto da
Tolman e Hoznik grazie ad alcuni esperimenti sui topi.
Apprendimento riflessivo
È necessario per superare l’opacità della conoscenza tacita e
consente di stabilire una serie di connessioni «all’indietro»
(esperienze precedenti) per apportare opportuni correttivi
all’esperienza in corso ed è in grado di condurre a conoscenze
riflessive ossia esplicite e oggetto di comunicazione.
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
Apprendimento associativo
Si basa sulla capacità di associare due o più eventi fra loro.
Attenzione:
Pavlov nota che i cani salivano di più quando sentono o vedono
eventi che di solito precedono il cibo
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
Esperimento di Pavlov
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
• la RI scompare gradualmente
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
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Anolli-Legrenzi, Psicologia generale, Il Mulino, 2012
Apprendimento ed esperienza
Condizionamento operante:
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Apprendimento ed esperienza
Apprendimento culturale
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Apprendimento ed esperienza
â
• Il PLT crea nuove connessioni sinaptiche e svolge una funzione
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Zorzi-Girotto, Fondamenti di psicologia generale, Il Mulino, 2004
1 I metodi
1
Zorzi-Girotto, Fondamenti di psicologia generale, Il Mulino, 2004
1 I metodi
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1 I metodi
Il metodo sperimentale
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Zorzi-Girotto, Fondamenti di psicologia generale, Il Mulino, 2004
1 I metodi
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1 I metodi
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Zorzi-Girotto, Fondamenti di psicologia generale, Il Mulino, 2004
1 I metodi
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PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE
Capitolo 2
La prospettiva storico-culturale
1
Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
Elaborazione
Prospettiva cognitivista dell’informazione e
e strategie di
metacognizione
3
Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
- esigenze applicative
- non studia i contesti di apprendimento
- approccio individualista
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Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
… La nozione di
ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE(ZOPED)
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Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
… ZOPED e processi di
apprendimento – insegnamento
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Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
Storia
Adulti
e cultura
ZOPED
Bambino
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Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
Apprendimento cooperativo
E’ uno strumento didattico che utilizza piccoli
gruppi di studenti che lavorano insieme per
migliorare reciprocamente il loro apprendimento.
Crea un contesto di classe responsabile e
collaborativo nel quale possono attivarsi processi
cognitivi di ordine superiore indotti da pratiche
quali le discussioni di gruppo, negoziazione e
mediazione dei conflitti, spiegazioni e
argomentazioni ad alta voce (Johnson, Johnson,
Holubec 1994)
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Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
Apprendimento reciproco
Strumento didattico proposto da Palincsar e Brown
[1984] per integrare abilità di decodifica e di
comprensione di testi.
Un insegnante e un piccolo gruppo di alunni leggono in
silenzio una porzione di un testo e successivamente si
impegnano a turno a discutere sul significato di ciò che
hanno letto. Viene individuato un responsabile della
discussione (l’insegnante o un alunno) che inizia a porre
domande a proposito del tema centrale del testo letto e
poi riassume il contenuto con le proprie parole
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Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 2. La prospettiva storico-culturale
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