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IL DISEGNO
LA CASA DELL’IMPICCATO
La scelta del plein air e i piccoli tocchi di colore fanno di questo quadro un’opera
impressionista, ma vi sono degli elementi che mostrano la tendenza dell’artista ad
andare oltre: il paesaggio senza alcuna presenza umana; il paese risulta incastonato
fra i due palazzi in primo piano; la vallata è limitata dal cielo. Secondo Cezanne nella
pittura ci sono due cose: l’occhio e il cervello, che devono aiutarsi a vicenda per
comprendere una lettura alternativa del quadro. In questo caso la geometria è la
verità a cui Cezanne tende. Grazie ad essa le sue figure acquistano maggiore
monumentalità e una potenza architettonica.
I GIOCATORI DI CARTE
Due uomini in un’osteria di paese stanno giocando a carte davanti ad uno specchio.
Ricorda vagamente il Bar delle Folies Bergere e l’Assenzio, ma non c’è nulla di
impressionista in questa tela. Lo specchio per esempio è quasi opaco, così da
spostare l’attenzione tutta verso i due signori. Il modo in cui vengono rappresentati
li avvicina a dei manichini inanimati. Alla forma emisferica del cappello di destra
corrisponde il cilindro di quello di sinistra. A queste figure si aggiungono il cilindro
della bottiglia di vino sul tavolo, i parallelepipedi che formano il tavolino.
LA MONTAGNA SAINTE-VICTOIRE VISTA DAI LAUVES
L’artista dipinge svariate volte questo dipinto. Nella tela di Filadelfia, prima il
paesaggio naturale e quello antropizzato vengono scomposti ai minimi termini,
all’essenzialità. Cezanne intende mostrare lo spessore e la corposità dell’aria, che
assieme al cielo assume i colori delle case e del paesaggio. Cezanne, inoltre, diceva
dell’amico Renoir che i suoi paesaggi fossero cotonati. I suoi dipinti invece sono la
natura vinta e svelata, sezionata e poi ricomposta.
SEURAT
DIVISIONISMO
IL DISEGNO
Solitamente realizzato con la matita Contè, ubbidisce alle nuove regole puntiniste.
Realizza disegni su cartoncino o carta ruvida, materiali che tendono a sfumare e
sgranare naturalmente il segno.
Degli uomini, per la maggior parte ritratti di profilo, prendono il sole sulle rive
erbose della Senna o fanno il bagno immersi nelle sue acque azzurre. Chi disteso su
un fianco, chi seduto con le braccia alle ginocchia, chi in canottiera, chi a torso nudo,
sono tutti rivolti verso destra, tranne un bambino che guarda l’acqua. Un cagnolino
scodinzola dietro il padrone, una canoa spunta da destra e un traghettatore si dirige
verso la sponda opposta. Se il tema e la tecnica impiegata sono ancora
impressionisti, non si può dire lo stesso dei puntini azzurri e arancioni sul cappello
del bambino, né i puntini gialli nell’acqua attorno al cappellino etc. I personaggi di
Seurat risentono delle pose statiche di Pierre Puvis de Chavannes e dell’immobilità
delle figure di Piero della Francesca.
UNA DIMANCHE APRES MIDI
GAUGIN
L’ONDA
IL CRISTO GIALLO
AHA OE FEII ?
Il soggetto è ritratto da un fatto a cui Gaugin aveva assistito. Sulla sabbia rosa, nei
pressi dell’acqua, due fanciulle si riposano. L’una è distesa supina in pieno sole,
l’altra, quasi completamente in ombra, è appoggiata sul braccio destro. Essa ricorda
i profili delle divinità greche con la ghirlanda di fiori e i capelli legati dietro la nuca.
Compositivamente sono l’una il rovescia dell’altra e, mentre la fanciulla in primo
piano si struttura lungo l’asse della tela, l’altra giace lungo la diagonale della metà di
destra.
Poco prima di un tentativo di suicidio, Gaugin stava lavorando ad una tela di grandi
dimensioni. Si trattava di un dipinto più esteso in lunghezza che in altezza. I bordi
superiori recano la firma e la data d’esecuzione, mentre a sinistra il titolo. Infatti
l’intenzione era quella di farla sembrare un affresco con gli angoli rovinati. In una
radura vi sono 12 persone, 6 animali e la statua di una divinità. I personaggi sono
disposti secondo uno schema a doppia piramide in sequenza. L’ambiente circostante
è costituito da alberi dai tronchi e rami azzurri e una linea blu segna l’orizzonte in
lontananza. Alcuni significati risultano evidenti: la morte, la nascita e la vita
rappresentate rispettivamente da una vecchia, da un bambino e da delle giovani
donne. Il titolo sta a significare: perché esistiamo e qual è il fine della nostra vita ?
forse è questo di cui stanno parlando le due figure in rosso porpora in secondo
piano. Un’ultima figura in primo piano, un uomo, l’unico della tela ed il più
illuminato, coglie dall’albero un frutto, simbolo della parte migliore dell’esistenza.
VAN GOGH
MANGIATORI DI PATATE
In questo dipinto possiamo definirlo anche come un autoritratto del carattere di van
gogh: gli occhi tristi, inquieti, le labbra serrate fanno trasparire l’inquietudine e
instabile carattere del poeta.
VEDUTA DI ARLES
Lo schema prospettico del dipinto è tale da avere un orizzonte alto e il punto di fuga
a sinistra, all’esterno della tela. Ai giaggioli violacei in primo piano fanno da
contrappunto i gialli ranuncoli. In tal modo l’accostamento dei complementari esalta
la luminosità. Lo stesso effetto è cercato dal rosso dei tetti delle case in fondo, con il
verde degli alberi e degli orti. Il cielo è dato dalla sovrapposizione del celeste, del
verde acqua e del violetto. Infine gli alberi in secondo piano contribuiscono a cucire
terra e cielo in una visione calma e unitaria.
All’essenzialità delle stampe giapponesi si ispira questa tela, di cui furono eseguite 3
copie. In una lettera indirizzata a Gaugin, scrisse che di bianco c’era solo la piccola
nota dello specchio con la cornice nera. Per Vincent la vista del quadro deve riposare
la testa, o piuttosto l’immaginazione. L’opera è organizzata prospetticamente: è
possibile infatti individuare il punto di fuga e l’orizzonte alto. L’assenza di figure
umane non comporta che la stanza sia vuota o inanimata, anzi sembra parlante. Ci
sono gli ideali artistici di Van Gogh, i suoi vestiti appesi, i suoi occhi che vedono la
camera sistemata con cura, un suo autoritratto che veglia sul letto rifatto e sulla
sedia che funge da comodino.
NOTTE STELLATA