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CANTO I

Catone l’Uticense
-E’ nato nel 95 a.c. e fu seguace dello stoicismo.
-Ricoprì la carica di questore e quella di tribuno della plebe.
-Allo scoppio della guerra civile, si schierò con Pompeo, seguendolo in Oriente.
-La sua figura è stata in seguito esaltata per il carattere forte, per la costante opposizione all’illegalità, per la difesa della libertà repubblicana.
-La sua fama fu dovuta soprattutto alla celebrazione che fa di lui Lucano, nella “Farsaglia” (poema sulla guerra civile tra Cesare e Pompeo)
-La figura di Catone ha ispirato molte opere drammatiche e musicali.

ANALISI DEL TESTO


Il proemio:l’enunciazione del tema e l’invocazione alle Muse
-La cantica si apre con il proemio, che ha la funzione di enunciare l’argomento ma anche di anticiparne il tono stilistico. Un po tutto il canto è incentrato su una metafora
che anch’essa è incentrata sul un tema del viaggio e su un antitesi (tempesta – quiete; turbamento – tranquillità)
-barchetta (metafora) del genio poetico dell’autore, ma anche dell’uomo in balìa dei frangenti della vita, dopo aver affrontato le acque burrascose del peccato (<<mar si
crudele>>)
-metafora del mare →Il mare prima burrascoso e poi tranquillo
-prolessi: (anticipazione del tema vero e proprio)
“canterò di quel...diventa degno”
Vengono precisate altre 2 novita:
1) Purgarsi e purificarsi del peccato;
2)Moto verso l’alto (che concluderà solo con la visione di dio in paradiso
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si passa dallo scendere (inferno) al salire; dal dolore del peccato all’espiazione.
-esortazione alle Muse: i termini centrali sono: “ma” avversativo “resurga”,”surga”
-parola chiave “resurga”=”risorgere” dal buio alla luce, dalla voragine dell’inferno al purgatorio, dal vizio alla virtù, dalla morte alla vita
-dotto riferimento mitologico che ha per protagonista Calliope, che è esempio di superbia punita, donne che con presunzione hanno sfidato divinità, subendone la
trasformazione da esseri umani in uccelli.

Uno straordinario intermezzo paesaggistico


-Il primo impatto visivo è col mutato paesaggio (colori e luci). Le connotazioni di dolcezza, serenità e purezza, che investono l’emisfero per intero; il paesaggio naturale e
spirituale insieme.
-dieresi “oriental” → produce il rallentamento ritmico
-l’occhio di Dante si posa sulla luce del pianeta Venere (detto anche Lucifero, dal greco “portatrice di luce)
-Venere: valenza simbolica (pianeta che invita all’amore, legge del nuovo regno)
-Oriente=simbologia sacri ai cristiani → simbolo di dio poiche vi sorge il sole, quindi la vita.
- compare io-narrato (Dante personaggio). Il suo sguardo su 4 stelle, il cui significato allegorico si fa più scoperto; sono le 4 virtù cardinali (che devono guidare un
cristiano)

Problema interpretativo: un pagano suicidi custode del purgatorio


-presenza umana percepita da Dante: “vidi presso di me un veglio solo”
-”veglio”= provenzalismo per sottolineare l maestosità del personaggio: 1)solitudine (“solo”) e 2) aspetto degno di reverenza
-Catone, in quanto pagano(vissuto prima di Cristo), seppure virtuoso, dovrebbe stare nel limbo in compagnia di Virgilio e spiriti magni (inferno VIII)
-Catone, per di più, è suicida (come Pier delle Vigne)
-Catone è anche nemico dell’Impero (simboleggiato da Cesare)
Nonostante tutto ciò, è custode del purgatorio, destinato alla beatitudine, addirittura appare già avvolto da un’aureola di santità.
Perché tale scelta Dantesca?
1)Motivi del suicidio di Catone, si tolse la vita a Utica presso Cartagine, al tempo delle guerre civili per protesta contro Cesare. Dunque un atto di coraggio (non di
vigliaccheria), perciò altamente simbolico della difesa della libertà politica come valore supremo.
Ma il significato allegorico si amplia: Catone diviene simbolo della libertà in assoluto e della libertà del peccato (nel contesto del purgatorio).
E’ anche figura di Cristo, secondo l’interpretazione di Erich Auerbach, il quale si è sacrificato sulla croce per liberare intera umanità dal peccato originale.
2) Identificazione dello stesso Dante esule con figura di Catone, anche lui alla ricerca di una libertà politica che gli fu privata
3)Suicidio, a volte giustificato (per dimostrare coraggio e forza di fronte alla morte)
4)Glorificazione del personaggio da parte di autori classici (Virgilio, Cicerone, Lucano, Dante nel convivio)

Il colloquio con Catone


-Catone parla con una certa severità, poiché scambia i 2 viaggiatori per dannati fuggiti dall’inferno
-metafora del “cieco fiume”, della “pregione etterna”, della “profonda notte” e l’insistere sul motivo del buio.
-A questo punto Virgilio sembra sentirsi a disagio, colto alla sprovvista, e deve svelare i retroscena del viaggio di Dante
-Fa inginocchiare Dante e abbassare gli occhi in segno di umiltà e sottomissione, motivo della mansuetudine (in tutto il canto)
- Determinante nella perorazione virgiliana, è l’accenno alla volontà divina che illumina il viaggio di Dantesca
-poi il riferimento della sfera degli affetti familiari allo scopo di muovere l’animo di Catone, dovuto all’amore per la moglie Marzia
Catone risponde dicendo che gli affetti familiari ormai non contano più nulla e che conta solo la volontà divina.
- La figura del custode severo sostituita dal consigliere liturgico: occorre cancellare lo sporco infernale dal volto di Dante e dalla bruttura morale. La cerimonia
dell’abluzione ha sopratutto il fine di sottolineare la cancellazione di tutti i peccati. Poi dovrà essere cinto d’un giunco schietto, simbolo dell’umiltà, perché flessibile e
pieghevole (superbia invece rigidità).

Un’altra nota paesaggistica e il rito purificatore


Catone scompare e mentre i due si avviano ai “termini bassi” della pianura (atteggiamento di umiltà), l’io-narrato è di nuovo attratto dal paesaggio
“L’alba vinceva l’ora…tremolar de la marina”
-L’alba trionfa sulla notte (luce che vince le tenebre), con tutte le connotazioni morali. La luce che permette di scorgere il mare
-poi descrizione del rito, con Virgilio sacerdote. La rugiada purgatoriale riporta il volto al suo naturale colorito roseo, colorito dove si riflette quello candido dell’anima ,
lavata dal nero del peccato. Anche le tracce delle lacrime vengono cancellate.
Infine sul “lito deserto”,l’uomo ormai redento viene cinto dal giunco miracoloso, rinasce subito appena strappato, a indicare che la virtù è inestinguibile (a differenza dei
beni materiali)
-Il riferimento non è casuale è proprio a Ulisse. Ulisse a differenza di Dante aveva superbamente risposto con eccessiva fiducia nelle proprie capacità, e senza aiuto divino
si era perso
Tema della superbia punita

CANTO III
Manfredi di Svevia
Nacque nel 1232 e fu riconosciuto poi come figlio legittimo dal padre Federico II. Alla morte di quest’ultimo (1250), resse il regno dell’Italia meridionale al posto del
fratellastro Corrado IV. Alla morte di Corrado IV (1254), Manfredi si fece incoronare a Palermo Re di Napoli e di Sicilia.
-Fu scomunicato dal Papa Innocenzo IV
-Nel 1260 divenne signore dell’intera penisola, ma i successori di Innocenzo IV, ripresero a combatterlo a colpi di scomunica.
-Morì nella battaglia di Benevento (1266)

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