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di Antonio Bernardo
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Anche in questo caso, la vicenda matematica narrata è una favola che ricorda in
qualche modo i lavori di Gianni Rodari. I protagonisti sono Crocetta, Trattino, Due
punti e x che, allontanati dalla città di Typotopia per la loro inutilità, sono alla ricerca
della propria dimensione. La prima tappa è Numeria, il villaggio dei numeri romani,
dove gli abitanti sono lettere che si comportano come numeri: nemmeno lì c’è posto
per loro, perciò il viaggio prosegue verso Numerabia. Nella nuova città gli ospitali
cittadini sono solo dieci, ma quando Crocetta si siede tra 9 e 4 ad un certo punto
compare il numero 13. È in questo modo pratico e sorprendente che Crocetta,
Trattino, Due punti e x scoprono di essere le quattro operazioni e di godere di
alcune importanti proprietà. Gli abitanti di Numerabia aumentano a vista d’occhio e,
nei libri di matematici, i quattro esuli trovano finalmente uno spazio per loro.
Questa favola senza tempo, ambientata nello spazio della fantasia, oltre alla
matematica porta con sé, come tutte le favole, una morale: come in un romanzo di
formazione, il viaggio dei quattro personaggi è un modo per trovare se stessi e
scoprire il proprio ruolo, mentre la diversità, che li ha obbligati a fuggire, ora è
diventata una ricchezza. Ancora una volta, Pettarin e Olivieri insistono sul tema
della differenza, mentre il viaggio era il protagonista de «L’isola delle tabelline». Le
illustrazioni arricchiscono il testo, rendono umani i numeri e le quattro operazioni,
mentre il linguaggio semplice si presta ad una lettura animata, ideale per i bambini
e, perché no?, magari persino a scuola, quando nei primi anni della primaria si
incontrano per la prima volta le quattro operazioni.
Consiglio questo libro ai bambini, perché, attraverso la magia della favola, possano
aiutare i propri genitori a far pace con la matematica e, al tempo stesso, possano
conoscere il mondo dei numeri con tutti i suoi colori.
Daniela Molinari
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28 Agosto 2020