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La base della riforma costituzionale è il superamento del bicameralismo paritario.

Oggi la Camera e il Senato svolgono in pari


grado le stesse funzioni, anche se separatamente: votano la fiducia al governo e una legge, per essere approvata, deve avere il sì di
entrambe le Camere. Se il testo viene modificato dal Senato deve ritornare alla Camera e viceversa (la cosiddetta “navetta
parlamentare”).

Oltre a ridurre il numero dei senatori e a cambiare le funzioni del Senato, il ddl Boschi modifica anche i poteri dell’esecutivo, i
compiti delle Regioni, cambia le regole per l’elezione del Capo dello Stato, per le leggi di iniziativa popolare e per i referendum,
elimina il Cnel e le province. Il 4 dicembre si svolgerà il referendum confermativo il cui esito determinerà l’entrata in vigore della
riforma costituzionale (se vince il Sì) o viceversa la sua bocciatura definitiva (se vince il No).
Vediamo punto per punto come funziona oggi (e quindi come resterà se vince il No) e cosa succede se vince il Sì.

IL SENATO
Se vince il Sì
Solo la Camera dei deputati voterà la fiducia al governo e
approverà le leggi. Con alcune eccezioni: ci vorrà l'ok
anche di Palazzo Madama per le leggi costituzionali,
quelle che riguardano minoranze linguistiche,
referendum, trattati Ue, enti territoriali o l'elezione e la
decadenza dei senatori.

Alle elezioni politiche si voterà solo per la Camera


Se vince il No
Il Senato continua ad approvare leggi e a votare la fiducia. Il Senato rappresenterà le istituzioni territoriali e sarà
composto da 100 membri, 95 scelti dalle Regioni (21
I senatori restano 320 e sono eletti su base regionale. devono essere sindaci) e 5 dal Presidente della
Repubblica ma solo per sette anni. Le modalità
Per votare bisogna avere almeno 25 anni. Per essere eletti 40. dell'elezione dei senatori verranno chiarite con una legge
futura.
Tutti gli ex presidenti della Repubblica sono di diritto senatori a vita e
il Capo dello Stato in carica ne può nominare altri cinque. I senatori a vita restano in carica (e gli ex presidenti
continuano a diventarlo).

Non è prevista indennità aggiuntiva per i senatori (non


avranno due stipendi).

Resta l'immunità parlamentare.

Scompare il limite di età per essere eletti (si può avere


anche meno di 40 anni).
L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Se vince il Sì
Il Presidente della Repubblica viene eletto solo da
deputati e senatori, non ci sono più i 59 delegati regionali.

Nelle prime tre votazioni, servono i 2/3 degli aventi


diritto (circa 500 elettori) per eleggere il Presidente. Dal
Se vince il No
4° al 6° scrutinio sono necessari i 3/5 degli aventi diritto
al voto (circa 440 elettori); dal 7° in poi, la maggioranza
Il capo dello Stato viene eletto dal Parlamento in seduta comune con i
dei 3/5 dei votanti (cioè quelli che sono presenti e votano
2/3 dei voti alle prime tre votazioni.
effettivamente).

Dalla quarta votazione in poi il limite scende alla maggioranza


Il Presidente della Repubblica potrà sciogliere unicamente
assoluta (50%+1) degli aventi diritto.
la Camera e non più il Senato, essendo composto da
rappresentanti regionali.

Il presidente della Camera, durante l'assenza del Capo


dello Stato, ne fa le veci (attualmente questo compito è
svolto dal presidente del Senato).

POTERI DELL'ESECUTIVO
Se vince il No Se vince il Sì
Il governo mantiene una generica procedura “abbreviata” (articolo Viene inserita, nella Costituzione, una “via
72) che riduce i tempi dei lavori per quanto riguarda decreti legge e preferenziale”, ossia il “voto a data certa”, che consente
provvedimenti urgenti. al governo di accelerare l'iter di approvazione di leggi
ritenute importanti per il suo programma politico.
I decreti legge sono ammessi solo in “casi straordinari di necessità e
di urgenza”. L'esecutivo può chiedere alla Camera di inserire un
testo tra le priorità, per arrivare al voto definitivo in 70
giorni al massimo.

La Camera ha la possibilità di accogliere o meno questo


iter.

LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE


Se vince il No
Per fare una proposta di legge di iniziativa popolare servono le firme Se vince il Sì
di 50.000 elettori (articolo 71), oltre al testo della legge redatto in Ci vorranno 150.000 firme.
articoli.
Viene introdotta la garanzia costituzionale che la legge di
Nella Carta non c'è la garanzia che queste proposte saranno iniziativa popolare verrà discussa e votata in Parlamento.
discusse e votate.

REFERENDUM
Se vince il No Se vince il Sì
Per i referendum abrogativi rimane il limite minimo del 50%+1 Per i referendum abrogativi rimane il limite minimo al
degli aventi diritto per rendere valido il voto. 50%+1 degli aventi diritto.

Nella Carta non c'è la garanzia che queste proposte saranno Se sono almeno 800.000 gli elettori a richiedere il
discusse e votate. referendum abrogativo, il quorum si abbassa al 50%+1
dei votanti alle ultime elezioni per la Camera dei
Deputati.

Esempio: alle ultime elezioni politiche (2013) hanno


votato, per la Camera, poco più di 34 milioni di elettori.
Se un ipotetico referendum abrogativo venisse
richiesto da 800.000 elettori, basterebbero circa 17
milioni di elettori + 1 (circa la metà di 34 milioni,
appunto) per rendere valido il referendum.

Nascono, inoltre, due nuovi tipi di referendum: quello


propositivo e quello di indirizzo.

Per decidere modalità ed effetti di queste consultazioni,


serviranno prima una legge costituzionale e poi una
legge ordinaria.

COMPETENZE DELLE REGIONI


Se vince il Sì
Viene riscritto l'articolo 117 della Costituzione. La
definizione di “competenza concorrente” viene
eliminata, mantenendo solo il concetto di “competenza
esclusiva”.

Aumentano le competenze dello Stato. Materie come


Se vince il No
energia, trasporti e infrastrutture strategiche e di rilievo
Le competenze fra Stato e Regioni restano divise in “esclusive” (solo
nazionale, la sicurezza sul lavoro, la protezione civile e la
dello Stato) e “concorrenti” (cioè su cui hanno competenza le
ricerca scientifica tornano di competenza statale.
Regioni sulla base di alcuni princìpi fondamentali dettati dallo Stato).
Queste ultime vanno dall'istruzione alla protezione civile, dalla tutela
Rimane il principio che lo Stato si occupi della
della salute alla tutela dei beni culturali e ambientali, dalla ricerca
legislazione di principio, lasciando alle Regioni quella
scientifica all'energia, oltre a diverse norme che riguardano
specifica, su alcune materie, tra cui: tutela della salute,
professioni e lavoro.
politiche sociali e sicurezza alimentare, istruzione,
ordinamento scolastico.

Lo Stato può esercitare una “clausola di supremazia”


verso le Regioni, che gli permette di intervenire anche su
materie non di competenza esclusiva per tutelare l'unità
della Repubblica e l'interesse nazionale.

ABOLIZIONE DELLE PROVINCE


Se vince il No Se vince il Sì
Se vince il No le province non vengono formalmente abolite del tutto, Le province sono definitivamente abolite.
ma mantengono la struttura prevista dalla legge Delrio, che nel 2014 ha
ridefinito l'assetto e le funzioni delle province. Cambia l'articolo 114 della Carta. La Repubblica sarà
costituita solo "dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle
Regioni e dallo Stato".

ABOLIZIONE DEL CNEL


Se vince il No
Rimane in vita il Cnel, ovvero il Consiglio nazionale dell'economia e del
Se vince il Sì
lavoro, un ente statale che ha la possibilità di proporre iniziative
La riforma abolisce l'articolo 99 della Costituzione e quindi
legislative in materia di economia e lavoro e di fornire pareri su questi
scompare il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.
argomenti. Tali pareri non sono vincolanti, e vengono forniti solo se
richiesti dal governo, dalle Camere o dalle Regioni.

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