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CORRIERE DEL GIORNO Mercoledì 9 marzo 2011 CULTURA 33

4/ I GRANDI POETI DEL RISORGIMENTO 3 - NELLA NOTTE DEL CUCIBOCCA


Manzoni: LA TRADIZIONE
notte dell’epifania, la tradi-
zione voleva che si uscisse
per le strade del centro in-

O giornate del QUARESIMALE


CHE PARTE
dossando il pigiama rove-
sciato, al fine di incontrare le
anime dei defunti (al contra-
rio del ritenuto 2 novembre),
nostro riscatto! DALL'EPIFANIA
ed ogni movimento insolito
nella casa era esorcizzato da
una formula. Da non dimen-
di PAOLO DE STEFANO

F u l’unico componi-
mento di ispirazione
risorgimentale che
“Padre di tutte le genti”. È la
religione della libertà che
trionfa.
È un’ode ed è un inno: e
l’impeto iniziale dei versi lo
C ucire la bocca ai
bambini che non os-
servavano il sacrifi-
cio post-Natalizio e il rito
della Quaresima, come det-
ticare i feticci di Carnevale e
della Quarantanni di Ginosa
(i feticci di un uomo e di una
donna) un tempo esposti su
di una corda legata tra due
Manzoni scrisse; quell’Ode conferma: “Soffermati to anticipata dai preparativi abitazioni dirimpettaie, dal
“Marzo del 1821”. Fu l’unico sull’arida sponda,/ …. l’han iniziatici nel giorno dell’epi- giorno di Natale al Carneva-
componimento, ma per gli giurato … O compagni sul let- fania per l’atteso carnevale, le, o ancora, la Quaremma di
Italiani fu un inno di guerra to di morte,/ o fratelli sul li- era il compito di chi sperava Taranto, etc. Invece nei pic-
e, da qualche critico, fu para- bero suol”. È un componi- grazie e prodigi per il suo coli centri del Trentino du-
gonato al famoso coro ver- mento pugnace, combattivo raccolto, la sua produzione, ANTROPOLOGIA Tradizione a Montescaglioso rante la vigilia dell’epifania si
diano “O Signor che dal tetto con un impegno categorico: in questo caso olearia, dei è soliti celebrare un rito

Il simbolismo
natio” dai campi, della vita civica: noti d’origine celtica, qual è il
“Lombardi al- sono i frantoi monastici, bruciare grandi cataste di le-
la prima cro- quali testimonianze dell’at- gno, come monito di un anno
c ia ta ”. Quel tività basilare anche degli che muore. Dopotutto, il Cu-
coro che tanti abati di un tempo. E forse lo cibocca, la Quarantanni ed

dell'abbigliamento
petti aveva stesso periodo quaresimale ogni sorta di entità popolare,
scossi ed ine- è legato ad un’esigenza di at- se osservati, altro non sono
briati per dir- tesa rituale e passiva della che spaventapasseri, e il fine
la con Giusep- crescita dei prodotti agrico- è lecito (passeri/maledizione
pe Giusti. li, etc., segnato da un perio- = piaga).
L ’ a n i m o do di sterilità pre-primave- uno maschile, l’altro femmi- to! Un simbolo che peraltro In conclusione, il giorno
dell’Ode è già rile. nile: indispensabili opposti evidenzia lo stesso male che chiude le festività nata-
tutto nella de- Rilevanti sono i simboli sessuali per la procreazione e pronto ad andarsene. Ritor- lizie pare essere stato sin
dica al poeta del Cucibocca che richiama- un probabile segno dell’im- nando all’Epifania, dopotut- dall’antichità il giorno più
tedesco Teo- no l’attività dell’olivicoltura, pugnare la vita e la morte de- to, un’altra figura magica e importante, sotto l’aspetto di
doro Koerner: un’attività progredita pro- gli uomini raffigurati come grottesca, ricurva ma buona variegate tradizioni diverse
poeta e solda- prio grazie alla manodopera feticci, corrispettivi dei reali fa apparizione durante la vi- ma accomunate da un’unica
to dell’i nd i- monastica, come il fiscolo e esseri umani i quali dipendo- gilia: la Befana, che nono- coscienza rituale, annessa al-
pendenza la barba in canapa. Il nero no dall’economia agreste, la stante tragga il nome dalla la morte e alla rigenerazione
germanica cappotto a ruota (pastrano), cui rendita dipende dal desti- contrazione di “epifania”, è e che, ahimé, va verso la
morto sul oltre ad accentuarne il carat- no che le entità sacre o ma- parte anch’essa di quel so- “morte”, nell’oblio delle nuo-
campo di Lipsia il giorno 18 ridare al popolo italiano tere funesto della figura, as- ligne intendono offrire o in- strato superstizioso. Vecchia, ve generazioni e delle nuove
ottobre del 1813; nome caro a quella libertà perduta e ri- sieme al lungo bastone rie- ferire: ne è mediatrice così ricurva, brutta, una strega a influenze commerciali. Una
tutti i popoli che combattono condurla alla sede che spetta voca l’attività della pastori- solo la superstizione, capace tutti gli effetti, con tanto di notte, quella dell’Epifania,
per difendere e riconquista- ai popoli liberi: governarsi da zia. di regolare gli eventi, di spie- scopa: indice di un vecchio equivalente a un rituale ini-
re una patria. Ecco il punto sé. È la legge cristiana al ser- Interessanti sono invece i garne il significato, attraver- anno che se ne va? Il brutto ziatico da concludersi con
nodale: riconquistare una vizio dei liberi. L’Ode fu pub- simboli che egli porta con sé, so pratiche, simboli e perso- considerato come propen- l’atteso Carnevalone pagano,
Patria. La patria che non è la blicata molti anni dopo per- oltre agli abiti, come i due fe- naggi come lo stesso Cuci- sione alla prosperità, accen- che apre a sua volta la Qua-
nazione, ma è qualcosa di più ché i moti carbonari piemon- ticci legati sulla cima del suo bocca. La catena alla caviglia, tuata dai doni distribuiti in resima spirituale: un periodo
oltre dalla nazione perché è tesi fallirono. Ma l’animo del bastone, che guarda caso ri- invece, nella concezione co- modo ponderato (se carbone, questo coronato da un vero e
la terra dei propri avi, dei Manzoni rimase quello: “O compaiono lungo le vie di mune è simbolo di prigionia se dolci) e poco ortodosso (in proprio rituale di lontanissi-
propri estinti, della propria giornate del nostro riscatto!/ Montescaglioso durante il se intatta, simbolo di perico- una calza)? Il bruciare la be- me origini pagane, che ha a
giovinezza ed esistenza. La … Per l’Italia si pugna, vince- Carnevalone, accostabili per losa latitanza se spezzata. fana, in alcune località, sta che fare con la propiziazione
patria è la vita del cuore, co- te! O più serva, più vil, più de- significato alla Quarantanni Una latitanza del male un per “bruciare un vecchio an- attraverso la scongiura del
me ebbe a scrivere Mazzini. risa/ sotto l’orrida verga sa- di Ginosa: molto inquietanti, tempo imprigionato e pronto no”, una vecchia e decrepita male con il male.
Fondamentalmente, co- rà.” i fantocci, di color bianco, so- a portar via con se altro male che pur essendo brutta porta VINCENZO STASOLLA
me fu interpretata dal De Ma il sentimento di fratel- no vestiti da un tessuto di ra- di un anno passato, effet- doni, prosperità. Studente di Beni Culturali
Sanctis e poi da quasi tutti i li che non potevano fra loro so nero che rende facilmente tuando invettiva apotropai- Osservando le pratiche li- in collaborazione col Cea
critici avvenire, sino al Sape- sentirsi nemici era già nel co- la designazione del sesso, ca, contro un male in aggua- mitrofe, a Ginosa, durante la di Montescaglioso
gno, l’Ode così piena di sen- ro della tragedia: “Il Conte di
timenti non solo patriottici, Carmagnola” perché i fratel-
ma anche umani, è da ricon- li veneti avevano ucciso i fra-
durre appieno al concetto di
fratellanza fra i popoli; a
quello di universale egua-
glianza di tutti innanzi a Dio:
telli lombardi nella cruenta
battaglia di Maclodio. E
l’animo del Manzoni si di-
spiega nella visione di una
Attribuita al Regolia la tela
la musa del Manzoni è la
Provvidenza che scende su-
gli afflitti e sui popoli anelan-
ti alla libertà del proprio pae-
patria unita anche lì; nel so-
gno di una volontà divina di
fratellanza e amore recipro-
co. Tutti fratelli in quel Dio
conservata in Municipio
se: è Dio; “Chi va detto che ai
nostri lamenti/ saria sordo
quel Dio che v’udì?/ Sì, quel
Dio che nell’onda vermiglia/
chiuse il rio che inseguiva
che nel suo Figlio volle pro-
clamare l’amore universale.
Per tal via Manzoni operava
un risorgimento, quel risor-
gimento che non solo era
T aranto: città delle industrie, città
dell’inquinamento, delle brutture,
però anche città dei tesori nascosti
che non trovano una piena fruibilità. E’ il ca-
so di un dipinto seicentesco di notevole for-
turalismo caravaggesco imperante a
Napoli, nei due personaggi maschili
in primo piano torniti da vigorosi ef-
fetti chiaroscurali.
All’estrema sinistra della composi-
Israele/ … Quel che è padre morale e nazionale, ma dove- mato conservato negli uffici di Palazzo di Cit- zione è raffigurato un personaggio in
di tutte le genti,/ che non va essere anche unitario nel tà raffigurante San Francesco che soccorre abiti nobiliari che volge lo sguardo al-
disse al Germano giammai:/ linguaggio mediante una ri- gli ammalati. lo spettatore, molto probabilmente il com- zo di via Paisiello. Il restauro, curato dalla
Và raccogli ove arato non visitazione della lingua ope- La tela faceva parte del sontuoso arredo mittente del dipinto, devoto di San Fran- Soprintendenza, ha pulito la tela da pesanti
hai:/ spiega l’ugne, l’Italia ti rata e parlata nei secoli. Fu di palazzo D’Ayala-Valva (già Marrese), e cesco; sulla destra una madre con il figlio ridipinture e ha portato alla luce gli squil-
do”. È fuori da sottigliezze questo il massimo sforzo che abbelliva il soffitto a cassettoni del salotto cieco in braccio implora al Santo la grazia. lanti colori delle vesti e l’atmosferico pae-
esegetiche non dire che an- il suo genio riuscì ad espri- di rappresentanza. Con l’espropriazione Il maestro palermitano era un autore ca- saggio collinare che si schiude tra le figure.
che l’Ode “Marzo 1821” fa mere mediante il grande ro- del palazzo a favore del comune nel 1981, ro ai francescani perché rispondente a de- Un dipinto difficilmente fruibile, che an-
parte delle liriche religiose manzo de “I promessi sposi”. tutti i beni conservati nel palazzo sono di- terminati precetti, quali la devozione e la drebbe valorizzato maggiormente, con
del Manzoni, ma di una re- Per tal via continuava ed ag- ventati di proprietà comunale. pacatezza nelle figure, la dottrinalità nelle l’esposizione in qualche mostra, anche per
ligiosità che è fede nello spi- giornava il discorso di Dante Il professor Galante dell’Università di immagini secondo i dettami rigorosi della capire i gusti di una committenza sopraf-
rito divino che non potrà mai che operò in lingua unica, Lecce, analizzando la suddetta tela, aveva controriforma. Caratteristica dell’artista fina quale era quella dei D’Ayala-Valva, i
permettere che un popolo vi- volgare e non in latino la im- attribuito l’opera al pittore napoletano Pa- siciliano è, inoltre, la raffigurazione di an- quali secondo lo studioso Farella, avrebbe-
va schiavo di altro popolo; mensa creazione della cecco De Rosa; successivamente lo studio- geli dalle ampie ali che irrompono dall’alto ro acquisito la tela dal convento di San
Dio è contro ogni sopruso, “Commedia” definita “divi- so Leone De Castris riconduceva il dipinto o sospesi a mezz’aria. Francesco per collocarla nell’ottocentesco
contro ogni tirannide perché na”. Un solo linguaggio dalla (giustamente, secondo il parere di chi scri- Una Taranto che può quindi inserire il palazzo.
Cristo è morto per la libertà Sicilia alle Alpi avrebbe dato ve) al palermitano di formazione napole- Regolia ad altre figure di spicco della cul- Un doveroso ringraziamento va alla dot-
non solo morale, ma anche agli italiani il vero senso del- tana Michele Regolia autore di numerose tura artistica napoletana del 6-700 quali i toressa Danese e all’assessore Davide Ni-
umana dei suoi popoli. “Tut- la patria unita. E nel linguag- tele nel vicereame. Educato presso la scuo- fratelli Fracanzano, Luca Giordano, Gia- stri per la disponibilità dimostrata e per
ti figli di un solo sembiante”; gio (o lingua) l’Italia nei se- la tardo-manierista di Belisario Corenzio, quinto e lo scultore Sanmartino. Questo avere permesso le riprese fotografiche.
non è il Dio del Mazzini; è co- coli fu sempre unita pur fra l’autore del dipinto tarantino non è esente gioiello pittorico è stato fortunatamente NICOLA FASANO
munque e sempre il Dio che è sette stati divisa. da influenze emiliane alla Domenichino. sottratto all’incuria e al vandalismo che ha Tutor diocesano dei beni culturali
Regolia si apre alle nuove istanze del na- purtroppo svalorizzato il prestigioso palaz- (Diocesi di Oria)

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