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Archeologiu: Strude, Ripuri e Snodi degli


untichi Mundriuni
In evidenzu


di Redazione









Piazzanews ospita levolversi e le rivalutazioni delle nostre
ricerche, prova di unammirevole sensibilit profonda nei
confronti delle radici della terra dei suoi lettori. In questa sede
ci riallacciamo al discorso legato a Grotta San Pellegrino, C.da
Le Grotte, Minerva, Ginosa, Laterza, Castellaneta etc.
Mediante unanalisi toponomastica e topografica elaborata con
Dario Petrosino [PETROSINO et STASOLLA], non si esclude
che il tratturo che conduce a bosco San Pellegrino rappresenti
una vera e propria diramazione di quel percorso gi identificato
da Adamesteanu, collegato al tratturo Orsanese che nasce
nellomonima contrada di Ginosa, e rivolto in direzione di
Taranto e Ories (Oria), forse percorso dallo stesso Guidone
nel sec. VII per compilare la sua Geographica, indicando
durante il tragitto, come visto, Severianum, detta anche Mons
Scabiosus (Civitas Severiana/ Montescaglioso) e Castra
Hannibalis (Materies/Matera), Mons Campi (nei pressi di
Laterza), Minerva (nei pressi dellattuale Castellaneta, ove
lattuale strada pare terminarvi), Mutula (Mottola), etc. lecito
quindi confermare che il piccolo tratturo (Via Pescolato) che
conduce invece a Bosco San Pellegrino, e quindi alla grotta nel bosco, altro non sia che una diramazione di un pi grande
impianto viario che conduceva verso lAdriatico. Questa minuta traversa proseguiva per nel centro storico di Laterza, che ospita
le case-grotta del nucleo antico. Pertanto tutte le localit che si incontrano successivamente sono legate, tramite altrettanti
viottoli, a tratturo Cavese/Follerato congiunto al tratturo Orsanese (questultimo ricordato dal Ruta e dal Ricchetti, e rintracciato
della collaboratrice Enza Cigliola, studentessa in Archeologia presso lUniversit di Bari. Lasciato San Pellegrino, si prosegue
cos verso il pi noto Passo di Giacobbe, per poi raggiungere contrada Minerva, ove da pochi anni sono affiorati alcuni tratti della
via Appia, unarteria importante per congiungere lentroterra con il brindisino. La via cavese/Follerato/Orsanese quindi era una
strada intermedia (una sorta di strada provinciale o statale odierna) che collegava lantica Lucania, la Peucezia alla Messapia.
Ma nella redazione del suo stradario antico, Adamesteanu ignora il tragitto da Via Fornace al Villaggio Rivolta (scoperto dal
Petrosino), considerando per il prolungamento di esso a partire da rione Piantata/spalle del Cimitero di Ginosa.
Grotta San Pellegrino quindi andrebbe inserita in questo grande impianto extraurbano come stazione per pastori e mandriani,
come avveniva e avviene sovente con le moderne e contemporanee transumanze. Ci si avvalsi soprattutto del metodo
dellintervista, campionando le voci di anziani pastori e mandriani, i quali ricordano che ogni anno durante il loro tragitto da
Potenza verso Taranto, sostavano presso Grotta San Pellegrino, riparandosi dalle intemperie durante la notte, per poi riprendere
il loro viaggio con i propri capi di bestiame proseguendo verso la via Orsanese. Questo avveniva ancora nel dopoguerra, e a
quanto pare tuttoggi. Uno dei primi ricercatori di queste antiche strade, G. Lugli nel 1959, asseriva che nessuno mai aveva
dopotutto provato la veridicit di questi studi, poich basati solo su base cartografica e non pragmatica. Ma chi pi dei pastori ha
calcato queste strade? Un lavoro durato pi di mezzo secolo sembra invece ora completarsi, attraverso la scoperta di nuovi
raccordi, di nuovi tratturi e nuovi collegamenti a dir poco banali se percorsi ogni giorno. Questo impianto viene fatto risalire per
alcuni allet del Ferro, ma se osserviamo i reperti recuperati nelle varie stazioni, ci si accorge che la lancetta del tempo
indietreggia di parecchio, sino al Neolitico. Il viaggio alla volta di Gerusalemme, affrontato da Guglielmo da Vercelli, fu
prolungato col sostare a Ginosa, pur di conoscere San Giovanni da Matera: allettante, quanto meramente suggestivo, pensare
che San Guglielmo, come tanti viandanti (tra i quali probabilmente il Guidone stesso, a suo tempo), abbia proprio calcato poi
questa strada, passando per Cavese, Follerato, Passo di Giacobbe e Gaudella, come collettrice di pi diramazioni che
dirigevano nei centri citati dal Guidone, percorsa anche dagli itineranti eremiti verso la Terra Santa. Castellaneta si inserisce
quindi come grande snodo al confine della Messapia, a guardia di Taranto, ove si riunivano tutti i pi antichi mandriani della
storia, per incontrare i mitici Micenei coi quali commerciavano: altrimenti non si spiegherebbe lenorme quantit di reperti
archeologici concentrati nella stessa localit Minerva, e la possente stratificazione storica di C.da Le Grotte!
Vincenzo Stasolla
Studente presso la facolt
di beni culturali e archeologici
dellUniversit degli Studi di Bari (sede di Taranto)

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