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L’antica strada che conduceva a Minerva (Castellaneta) è la stessa riconosciuta da Adamesteanu, il quale ignorava alcuni tratti poi ricostruiti da Dario Petrosino e Vincenzo Stasolla, corrispondenti al Villaggio Rivolta e a Grotta San Pellegrino
Titolo originale
Strade, ripari e snodi degli antichi mandriani - Vincenzo Stasolla
L’antica strada che conduceva a Minerva (Castellaneta) è la stessa riconosciuta da Adamesteanu, il quale ignorava alcuni tratti poi ricostruiti da Dario Petrosino e Vincenzo Stasolla, corrispondenti al Villaggio Rivolta e a Grotta San Pellegrino
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L’antica strada che conduceva a Minerva (Castellaneta) è la stessa riconosciuta da Adamesteanu, il quale ignorava alcuni tratti poi ricostruiti da Dario Petrosino e Vincenzo Stasolla, corrispondenti al Villaggio Rivolta e a Grotta San Pellegrino
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Piazzanews ospita levolversi e le rivalutazioni delle nostre ricerche, prova di unammirevole sensibilit profonda nei confronti delle radici della terra dei suoi lettori. In questa sede ci riallacciamo al discorso legato a Grotta San Pellegrino, C.da Le Grotte, Minerva, Ginosa, Laterza, Castellaneta etc. Mediante unanalisi toponomastica e topografica elaborata con Dario Petrosino [PETROSINO et STASOLLA], non si esclude che il tratturo che conduce a bosco San Pellegrino rappresenti una vera e propria diramazione di quel percorso gi identificato da Adamesteanu, collegato al tratturo Orsanese che nasce nellomonima contrada di Ginosa, e rivolto in direzione di Taranto e Ories (Oria), forse percorso dallo stesso Guidone nel sec. VII per compilare la sua Geographica, indicando durante il tragitto, come visto, Severianum, detta anche Mons Scabiosus (Civitas Severiana/ Montescaglioso) e Castra Hannibalis (Materies/Matera), Mons Campi (nei pressi di Laterza), Minerva (nei pressi dellattuale Castellaneta, ove lattuale strada pare terminarvi), Mutula (Mottola), etc. lecito quindi confermare che il piccolo tratturo (Via Pescolato) che conduce invece a Bosco San Pellegrino, e quindi alla grotta nel bosco, altro non sia che una diramazione di un pi grande impianto viario che conduceva verso lAdriatico. Questa minuta traversa proseguiva per nel centro storico di Laterza, che ospita le case-grotta del nucleo antico. Pertanto tutte le localit che si incontrano successivamente sono legate, tramite altrettanti viottoli, a tratturo Cavese/Follerato congiunto al tratturo Orsanese (questultimo ricordato dal Ruta e dal Ricchetti, e rintracciato della collaboratrice Enza Cigliola, studentessa in Archeologia presso lUniversit di Bari. Lasciato San Pellegrino, si prosegue cos verso il pi noto Passo di Giacobbe, per poi raggiungere contrada Minerva, ove da pochi anni sono affiorati alcuni tratti della via Appia, unarteria importante per congiungere lentroterra con il brindisino. La via cavese/Follerato/Orsanese quindi era una strada intermedia (una sorta di strada provinciale o statale odierna) che collegava lantica Lucania, la Peucezia alla Messapia. Ma nella redazione del suo stradario antico, Adamesteanu ignora il tragitto da Via Fornace al Villaggio Rivolta (scoperto dal Petrosino), considerando per il prolungamento di esso a partire da rione Piantata/spalle del Cimitero di Ginosa. Grotta San Pellegrino quindi andrebbe inserita in questo grande impianto extraurbano come stazione per pastori e mandriani, come avveniva e avviene sovente con le moderne e contemporanee transumanze. Ci si avvalsi soprattutto del metodo dellintervista, campionando le voci di anziani pastori e mandriani, i quali ricordano che ogni anno durante il loro tragitto da Potenza verso Taranto, sostavano presso Grotta San Pellegrino, riparandosi dalle intemperie durante la notte, per poi riprendere il loro viaggio con i propri capi di bestiame proseguendo verso la via Orsanese. Questo avveniva ancora nel dopoguerra, e a quanto pare tuttoggi. Uno dei primi ricercatori di queste antiche strade, G. Lugli nel 1959, asseriva che nessuno mai aveva dopotutto provato la veridicit di questi studi, poich basati solo su base cartografica e non pragmatica. Ma chi pi dei pastori ha calcato queste strade? Un lavoro durato pi di mezzo secolo sembra invece ora completarsi, attraverso la scoperta di nuovi raccordi, di nuovi tratturi e nuovi collegamenti a dir poco banali se percorsi ogni giorno. Questo impianto viene fatto risalire per alcuni allet del Ferro, ma se osserviamo i reperti recuperati nelle varie stazioni, ci si accorge che la lancetta del tempo indietreggia di parecchio, sino al Neolitico. Il viaggio alla volta di Gerusalemme, affrontato da Guglielmo da Vercelli, fu prolungato col sostare a Ginosa, pur di conoscere San Giovanni da Matera: allettante, quanto meramente suggestivo, pensare che San Guglielmo, come tanti viandanti (tra i quali probabilmente il Guidone stesso, a suo tempo), abbia proprio calcato poi questa strada, passando per Cavese, Follerato, Passo di Giacobbe e Gaudella, come collettrice di pi diramazioni che dirigevano nei centri citati dal Guidone, percorsa anche dagli itineranti eremiti verso la Terra Santa. Castellaneta si inserisce quindi come grande snodo al confine della Messapia, a guardia di Taranto, ove si riunivano tutti i pi antichi mandriani della storia, per incontrare i mitici Micenei coi quali commerciavano: altrimenti non si spiegherebbe lenorme quantit di reperti archeologici concentrati nella stessa localit Minerva, e la possente stratificazione storica di C.da Le Grotte! Vincenzo Stasolla Studente presso la facolt di beni culturali e archeologici dellUniversit degli Studi di Bari (sede di Taranto)
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