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Μ Ε ΝΤΕΜ ΑL Ι Τ ΕΤ ΕΧΟΟLΙΤ
Κ. Κ. Η Ο FΒΙ Β L Ι Ο Τ Η ΕΚ
OSTERR. NATIONALBIBLIOTHEK
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LA F A LSA'
R I P V T A TI O N E
DELLA FOR.TVNA,
F AV O L A M O RA L E
Di Gio. Battiſta Leoni.
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RE CITATA DA GLI A CA D E M1 ci
Generofi del Seminario Tatriarcale
di Venetia.
O.
> ఖేష్లే
IN VENETIA, M D XCVI,
Appreffo Gio. Battifia Ciotti.
Al Segno della Minerua.
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T Arv6 EA Patria, Madre di Neandro.
1 ch. A caſa. Nodrice.
I SI CH 10 Otio. Maggiordomo.
FIM E O Fama. Coppiere.
FILOT 1 M 0 Ambitione. Segretario.
TOL MO Jºrdire. , 3. • ... • *
rizoPRAMMosnNo, curioſità 3 º
JA V LI JŻ Corte,
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Sei re, godo, rido, e ſpirito di
il conſolatione nel uedere,
º che ognuno diuoi altri Si
===l gnorimicontemplamieſ:
famina, mi eonfidera, mimifura, mi cal
cula, mi preſuppone, mi argomenta, mi
congetrura , & non så indouinare, & non
sà apporfià conofcerchich'iö mista. Et
purèuero, che ſon conuoi à tuttel'hore,
uofco margio, uofcobeuo, conuoidor.
mo, mi riſueglio con uoi, camino, ſtò,
penſº, delibero, eſeguiſco: &inſomma
non fate, è Penſate coſa, ch'io con uoi n6
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IŠ I C H I O Otio. T O LM O Ardire,
PHILO PRAMM osi No Curiofita.
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| - e N. ſomma biſo -
}######) gma ch'io viparli
Sº ſchiettamente, noi
altri ſeruitori ſia
3' moun mòte di ca
* naglia; doue cigui
da l'appetito à lin
terejo, la filafcia
-*
mo rapire ſenza
alcun'altro riguar
do; & quello che piu importa uiuogliamo con
durre i poueri patroni ancora. A Dio Tolmo;
· A Dio Thiloprammoſino, ſo che ui ſete accom
modato le carte in mano, ſo che hauete tirato
: , ; } - Гасана
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… , - º º • * , . .
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scENA sEcoN D A
NË AN DR O Huomo. FIM E O Fama.
FI LOT IM O Ambitione.
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le, ma però anguſto palazzo potrò da douero,
feruirtialla grande, ó, poichetifono Coppiere
imbeuerti appunto degli autiſi,ct delle occorra
ze grandi, che ſono le uere,ſaporite, nutriti
uebeuande de pari tuoi, º che con la loro nobi
le uarietà dilettano, ſeruono principalmente
allauita, º alla conſeruatione de Prencipi.
Filot. Etaggiongaſi a questo Signor mio, l'acquiſto
v che ſiamo perfare;etio che pur,tua mercè,ſon
ſegretario tuo, ſo di poterlo affermare, ſi come
louegga,ci lo conoſco certiſſimo. Perche queſta
.Aulia à queſta corte che uogliamo dire,colmex
zo dellafigliuola Dulia, ch'è la Seruità,cimet
terà al poſſeſſo ſicuramente delle grandezze,cº
delle dignità temporali, le quali ſono la partico
lardote di eſſa ſeruitù per inuestitura, che ne le
da la Corte ſua Madre: & tu Signore portan
doti ſeca della maniera che ſaprai fare con ſolle
. citudine, e con aſſidua prontezza acquiſtando
tene,anzi conſeruandoti l'amor ſuo, ſon più che
certo che li cauerai di mano molto più di quel
lo,ch'ella ti promette. In che io che ſono l'Am
bitione per l'officio chet'è piacciuto di darmi ſo
di poterſeruirti uiè più fruttuoſamente aſſai,
che non ho fatto ſin'hora,che habbiamo uerſa
to ſolamente intorno a negoti domeſtici, ci ad
eſerciti di lettere, º di studi.
Wean. Dall'uno, º dall'altro di uoi in particolare
Jpero,
- P R + M 9. IO
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লন্জ
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di eſſo Areteo uolendo io confidare in lui aſſolu
tamente tutte le coſe mie.
Filot. Il penſiero è molto à propoſito, perche uera
mente con queſta ſpetiedi humiltà ſi moſtrarà
una libera confidenza ſenza oſtentatione; gº
ſenza boria, che ſi farà grato, º amabile, º
ſpecialmente con l'aiuto di queſto Areteo huo
mo molto diſcreto, º che può,2% vale aſſai.
Fim. Non è dubbio, che con coſi fatto ingreſſo dimo
: , & di circoſpettionepoſſiamo creder di
douer portarſi ſicuramente molto innanzi. Ma
oltre ad Areteo direi Signor mio, ſe coſi ti pare
che ſi faceſſemoto anco a Ticho che è Teſoriere
maggiore di Aulia, quello che communemente
ſi chiama la Fortuna per mostrare ſeco qualche
confidenza in queſto principio, maſſimamen
te che egli è perſona molto principale, e che
per l'officio di Teſoriere forſe,hauendo tu ad ha
uer la dote, che ti ſi promette, biſognarà paſ
ſargli per le mani. -
? Κ. Ι Μ ο. 1f
perche coſi ſi conuiene, come anco per non
ingeloſirlo in queſti principi: perche veden
doci egli mostrar pari confidenza col E
mulo ſuo, hauerebbe giuſta raggione di ombreg
giare,cº dinò procedere poi 鷺 cã quelf?ruo
v re, & con quel l'af fett o,ch e far à qua ndo aperta
mente moſtriamo di voler depèder da lui. Il che
però intendo bene che ſifaccia deſtramente ci ,
che ſenza moſtrar diſprezzarla Fortuna,confi
diamo intieramente nella Virtù. º
3. * u r t o º
egli tiene di teſoriere; & per tantojè non è da.
ſprezzarlo come io non udglio, non è però da
confîdarſi coſi liberamente in lui, & maſſima
mente come ho detto in questa competenza d'e-
mulatione che è tra lui, º Areteo perſona all'e.
incontro tutta ſauia, tutta prudente, manie
roſa, ſopratutto fedele, 3 amica ; il fauor
del quale farà femprefènza comparatione, o**
più ſicuro,º piu bonoreuole. Auuiateui adohº
gue inſieme parritrouarlo, º fate ſecolufficio
b ಇಸಿಂಜಿeit೮೫೦೫: perchejero be
೫ðne'areth0 #htಂ.` :
filot. Cofifaremo.Fimeo andiamò.
Fim. Andiamo; ma doueuaiefermati, poieheinpa
lazzo non credo, che lo trouaremo.
Filot. come non lo trouaremo? adunque nella cor
te non trouaremo la Virtù. ਾਂ
Fim. Vi ſi troua certo ma non tanto ſpeſſo come ſi
trede: perche con tutto che ſia Maggiordomo,ef
ſercita, qui l'ufficio ſuo tal'hora per alcuni ſo
ſtituti, come ſono la diligenza,la circoſpettione,
la managloria, la ſimulatione, ci hanno faccia,
e ſembianza di virtù; piu facilmente lo troua
remo nella piazza uerſo le ſcole, doue ſuol con
uerſar alle uolte con certi Filoſofacci che ſe ne
uiuono cofi impuribus naturalibus. . . •
Nean. Dice il uero,poichequini l'ho trouato anch'io
moltofpeßoshora andateueneúolando,chio in
۔ فه queſto
- - Tº R. 1 M 0. 12
queſto mentre darò anco ordine al Maggiore
domo mio, di quello,che douerà fare, ilguale di
già ſe ne uiene appunto alla uoltamia, * ..
scENA TERZA
NE ANDRo Huomo. IsicHio otio.
: ,
& I. и т тяo т
cemia alla cuſtodia del Palazzo, che tu otiote
ne reſti nella Patria e nella caſa mia, di quà
naſcono questi pronoſtichi & queste predittio
mi , chetumifai.
Tic. Signor mio ti riſponderò in vna parola,ſe bè bi
ſognarebbe, che ſi faceſſe un logo diſcorſo p diſ
colpa mia, cioè che preſa queſta riſolutione,la
vuoi anco effetuare a modo, 3 guſto tuo, et che
però uai interpretando, ci ributtando tutte le
oppoſitioni che ti ſi attrauerſano con quel ſen
ſo, & con quella intelligenza, che piu ti piace,
& che ſerue applito alla confirmatione del tuo
parere. Il reſtare con tua Madre,etci la Nodri
ce à me poco importa;& p dirtela m'è di guſto
piutoſto, che di diſpiacere per quello che ricerca
lamia commodità;mapoichepur wuoi partirti \
da noi perſeruitio tuo,per ſicura riuſcita di quà
toſperi,io ti uorrei uedere con altri ſeruitori ap
preſo,di illi, che ti ſei eletti,etpoiche a te pare,
che io no ſia buono pſeruirti in qſta occaſione,
vorrei almeno, che haueſſi fatto ſcelta d'huomi
- -- -
ni di maggior conſiglio,et di maggior riputatio. º
, P " R " M 0. - , 13
ebio fia informato diftintamente delle cofé
che occorrono; cº a queſto biſogno io hauerò la
Fama,& la Curiofità,Fimeo, et Filoprammofi
noperſome accommodatiſfime & opportuniſi
me;& per l'aquiſto intiero della Dote, che mi ſi
promette,che ſono gl'honoritéporali, io hauerò
per coadiutori,l'Ambitione, o l'Ardire, Filoti
mo, 6 Tolmo,iquali medeſimamente douerāno
eſſer pnatura loro ſolleciti, et diligentiſſimi in
ogni occaſione. Et credimi certo, che ſe tu non
fosſi tanto malueduto cº nella Corte, etfuori,
ſicuraméte ionò ti laſcierei per altri che ſi foſſe
ma fratello,in queſto Mondo biſogna caminare
per lo piu, per le pedate altrui, cº ſottopporre il
proprio uolere all'opinione commune.
Iſich. Io non poſſone deno adeſſo dirti, Neidro Sig.
mio,s'io poſſo stare nella Corte, è no; pche non
e tempo, e tu forſi per la impreſſione già fatta
non me lo credereſti. Io ſono l'Otio; & sel Mon
domi tiene in malconcetto, non e questa la pri
ma opinione falſa, º erronea ch'egli ha confeſ
ſo di hauer cagionato degl'errori, º de diſor
dini, ma queşii nonfono aßolutamète deriuati ·
da mia particolar mala diſpoſitione: queſti au
uengono,fef; cófilera dirittamète,da quelli che
mal uſano la mia conuerſatione, ci che ciò
ſia uero conſideriſi che coloro che l'uſano bene
ne cauano all'incontro mille, fetti utiliſſimi,
\.
… :-
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ç#honoreuoliſſimi.Lafpeculatione,lo studio,é
inſomma le arti tutte, le ſcienze ſenza dime
nonĴäriano.Eapace tanto amica della conſer
uationepoliticauiue per me, ci quindi naſcono
le richezze,et gli ornamenti infiniti delle Città,
º del Mido,le quali ſe ben ſono prodotte,et per
# dalla industria, hanno però la loro
prima origine dall'Otio, & queſto baſti per ho
ra,quanto al diſcolparmi delmalnome che dici,
ch'io ho & nella Corte, 3 fuori. Quanto poi a
quei ſecreti che tu mi hai conſiderati, piaccia di
Dio, che ti rieſcano tali,qnali ti ſei imaginato. Io
ſo ben che la Fama è per lo più incerta, di ſpeſ
fo buggiarda diuulgatrice, ne fa difcerner ilue
ro # coſi che l'Ambitione è incontiné
te,6 immoderata nel ricercarglbonori, é la
potenza, 6 l'Ardire precipitoſo, 6 uiolento,
nelle riſolutioni; di modo che douendo tu nella
reale, o comprobata verità delle coſe ordinare
circoſpettamante, ci incaminare l'eſito delle
tue grandezze, io ti ueggo tutto appunto all'op:
poſito di quello che tifa biſogno, º di quand- .
ſce il mio diſpiacere et di qua Patrigeatua Ma
dre, & Icha tua Nodrice, la Patria, la Ca
ſa tua riceuono la giuſtiſſima cauſa del loro in
conſolabile dolore , . . .. . ..
Nean. Io confeſſo veramente Iſichio, che tu non ſia
quella perſona coſipernicioſa che l ಜೂ. cré•:á
*.
انﺱان ºp
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º |
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- のZ、7°.7° 0. 。
con la Patria, con la Caſa mia, º con loro,
te ne reſterai godendo la quiete che deſideri, a
ſpettando di giorno in giorno divdire feliciſſime
nuoue del tuo Neandro. Et ſe eſſa mia Madre ci
la Nodrice ſi dolgono,queſto naſce, come tu ſai
più toſto dalla tenerezza loro che dalla indecè
za del fatto. Io le conſolarò al meglio che potrò,
e quello che non miuerrà fatto di preſenza,
ſon ſicuro che lo farai tu in aſſenza mia, che
colſeruitio del tempo ammollirai, ci tempere
rai ogni lorfaſtidio. . . .
S C E N A Qy A R TA.
T O L M O Ardire. F IL O PRAMM O.
SI N O Curioſitä,
à E le coſe ſuccederanno per l'autueni
i re, come rieſcono in queſti princi
y pilio mipreparo a gran confola
3 tione.
e Non poſſono, Tolmo mio, hauer
| Fl? in fine ſe no feliciſſimo
f
esſito.Che ti pare di Au
lia; che ti pare di Dulia? che ti pare di quelſon
tuoſiſſimo palazzo.
Tol. A me pare molto bene. Aulia è una Matrona
molto veneranda;ò parli,ò taccia; è ſi moua, o
ſtia à ſédere,conſtruatanta,et coſi efficace mae
ftà,checömuoue,eteccitariuerëza,et ftuporene
circoſtāti tutti.Dulia poimipareumaDama mol
to gentile e bella, quanto s'habbi ueduto anco
ra,ma ſopra tutto modeſta, affabile, leggiadra,
& che con una negletta accortezza, con una ſtu
dioſa, º ſimulata negligenza ti innamora cº
non ſai come,t obliga ad amarla,gº ſeruirla,et
non ſai perche? Quanto alla fabrica poi, ella è
una ſuperbiſſima coſa, molto ben inteſa, molto
uaria di copoſitione,et di cºpartimèti ma ſopra
tutto mi par coſa di gran merauiglia qlla Galle
ria,che chiamano de iuiaggi; p la quale l'huo
- - ?፻ጌQ
º
- v.4 , т .T O < *-
mo paſſeggia, di uedi tanta uarietà di coſe,
Filop. Fratello tu dici il uero ch'in ಶ್ಗ £ar 2
ſa sta coſi, ma io che ſono la Curioſità bauendo
mentre che tu parlaui con loro, dato unaocchia ,
ta intorno, intorno,ci penetrato con la mia ſoli
taauidità ne penetrali della caſa,houeduto Tol -
momio di gran uacui in natura,houeduto gran
turba digºte che piage in tuono dallegrezza,et.
che pare contenta, ma canta Madrigali pieni di
ſoſpiri con gran pauſe di conſolatione, ho uedu -:
togranfarragine di coſe, che paiono, non ſa
no;é in ſomma sia non m'inganno, come ſo
glio, queſto mi pare uino congranfeccia & fa
rina conmolta cruſca.
Toէ-
Io che pure ſono l'Ardire, a dirti iluero, ho
perto anch'io non ſo che di fastidioſo, ma poiche
a noi non puo mancare in qualſiuoglia modo il .
uiuer da鷹 noſtri,ſon di parere che non ne fac
ciamo altro moto è Neandro, perche questo ſa
rebbe forſe notato in noi per un uoler ſopraſa
pere, forſe che neanco poteſſimo poi p queſto
diſturbare il negotio tanto piu che ſiamo ſtati
mandati per fare l'ambaſciata come ſaui, º
non per iſpeculare, di dare il noſtro giuditio in
queſtofatto. N
Filop. Tu dici beniſſimo et coſi la intendo anch'io.Ma
chi ſono coſtoro che uengo di coſtà per miafeſa
mo Filotimo,et Fimeol.4mbitione,etla Fama,
- - - - - |SCE
---
т к і м о. 16
SC EN A Q_y INTA,
FI L O TIM O Ambitione, FI M E O Fama.
- T O L M O Ardire. FIL O P R AM
. "... o SINO Curioſità, - º
# Ella compagnia che ſi fa ?
º) Benuenuti,ben uemuti, 3 di do
% : uefi hiene ? . -
. Р к 1 м о: 17
teºrirouata in areteo che a queſto habbia
mo adattenderperhora. -
rol mo
idigat;perdeconcoiuinon la formiref.
in tutt'boggi. - - - - …... í .....*...
*
?
"Filop, Pouerinome,quattro eoſuccie di non niente, e
燃ho ricercato, non le ho già potut aptre : م ه ن
ºedete razza di compagni che ſon queſti; hora
fu #
, cheº ‘pbtuto
ſapere, almeno gli ho hauuto à far diſperare,
cºle ſaprò forſe da quel maſcalzone dell'otio.
-
- - - i. -
Fine3 1del Primo
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s е с о N е д;. 18
poſta la coſa in bocca della fama
1tha, thºſitiºquantecoſtſºneportalarama, |
che pur rieſcono falſe
'Ngan: Addremia dietiifimairara,etamantifma
Nºdrice io parto veramente date patria mia,
da temia Cafa milicentio finalmente , ma nom*
già per abbandonarui affatto, come ui ho'longė
mente diſcorſo poco dianzi, ma perritornarme
neà noi quanto prima potrò con quegli honori,
cheposſino da donero magnifica luna,cº feli
citarl'altra. .. , , , , , , , , :" :: *...*
patrig. Ho detto figlio, e riſposto afficienza2 *
quinton haidiſcorſo intorno ai penſieri e al
ºfferenzetweetpercheueggotheragionicoſa
potenti e affetto coſì efficace non ti muovepa
º daltº già radicato propoſito,ſiche in vere
#confolarmi, co'lfografèderalmenoper quals w
; :,
##torn0 .4 r comunq;
T o . ... -
ando,ć chefîfia,percio><
che ºimo & nobiliſſimo figlio ſe con l'acq
fo dellepropofie驚 aggiogerai ſpledore,
露 riputatione à me,migloriarò certo nella tua
ſagloria,cº ſe pur ancoritornerai a me ſen
eſagl
altro acquiſto che della canitie,io contenta me,
ſimamente ti riceuerò come figlio, come fi
glioti amarò,ti honorarò ſempre, e queſto ma
tºrnofeno, grquefiebracciafarannofempreri
couero tuo,ſi come ti ſono già ſtati, i cuna, dr.
diporto negl'anni tuoi paſſati ,
Icha, Etio figlia dolciſſimo,ah che ſenza lagrimena
poſſo già dirti queste estreme parole: adonque
pur ſono ueramente abbandonata da te ? latte
infélicechetidiedi,poichetinodrijadaltri: fer
uitù infauſta che ti preſtai, per douer laſciarti
poi, miſerame; cadere in ſeruitù aliena. Vita
mia, uita mia crudele, t'ho io adunque conſer
uata in wita, perchetuhabbi apriuarme divi:
ta? uoglio pur contentarmipoichetiueggo coß
riſoluto alla partita, di replicarti ſommaria
mente quello che con profuſiſſimo pianto t'ho
detto poco fa. Ricordati che laſci la patria, º
####မ္ဟန္က tralaſtila certexxa d'ºn
amore, º di un debito naturale per incontrare
un'amore incerto, ci ſperanze difficili, falla
ci Ricordati che da noi non foſti offeſo giamai
mapiù toſto uezzeggiato,accarezzate,henº:
£0,
- -
- -,
s E 6 o N. D. o. . .15
to,ſeruito, che hora in poter altrui,in diſcre
tione digenteforaſtiera,obligatoàferuità tene:
àai apatire,cớ tolerarper auuentura millein-*
eommoditä, mille oltraggi, mille indignitä.vah'
TNeandro mio,e purtiueggo inclinato, ci pro'
toalpartire.Horavdmache dich'iova?queftz
uoce non ſentirai già tu da queſta doléte bocca. .
Ma dirò bene che ſe tu uai,felice ſia il tuo uiag- -
gio, ma feliciſſimo di preſtiſſimo ſia il ritorno:
& poiche uolentieri condeſcendi a queſt'atto di
crudeltà di priuarci della tua preſenza, in qual
fiuoglia ſtato, è fortuna ricordati figlio aman .*
tiſſimo di douer all'incontro faropera di molta
pietà a ridurti finalmente nellatua cara patria, º
nella tua dolcisſima Caſa. “ º
"Nean Alhuomonirtuoſo ogni città è Patria, o
èniuoi,
albergo è caſa:queſto
o l'obligo non dico già per negar ,. sº,
簇 ui debbo, ಳ್ಗ
dell'hauermi à riuedere; ma per conſolarui
almeno in quello che moſtrate di temere, ch'io º
ſia per douer partire. Reſtate 麓 in pa- .
ce , &- vofcorimanga l'otio, ilnoftro amore ***
uolisſimo iſichio, col qualeuiricrearete aſpee
tando digiorno in giorno particolari antiſi dei º
pgresſi della vita mia.Vi ಘೀ dinuouo quã ***
to poſſo,et quito debbo del ಶ್ಗ
della molta carità,cò che mi haueteſinhora trat
tato, ſpecialmete della ricca, 8 honorata pº -
- * С 3 misfio- - /
“ਜ੍ਹਾਂ
a r то я — ,
iா,:ேங்ir
in queſtamia partita, afficurãdouichel reuerể
te memoria di uoi ſarà ſpirito uitale appunto di
tutte le mie attioni; 6 con queſto abbraccian
aoui di nuouo, chieggo taramente all'una, o al
l'altra placido,& benigno comiato, & affenfa
in queſta mia riſolutione. – “... º **
s E с о. N o o za
altri ſi ſono tutti contriſtati in queſto accidente,
e questa moſca cauallina tuttauia sta ſu gli
ſcherzi,o ſugliſuolazzamenti Horasù è fatto
il becco alloca, come ſi dice, ſiam puruenuti a
questa ſeparatione: io non ſo quel che mene cre
dere: dubito di coſe lunghe per manco male,cº
pur che non habbiamo apentirſene: ma apo
ſta ſua ha uoluto coſi, non ci uo 獻 penfare;
in quanto a me lo ſa ogn'uno,che ho la conſcien
zanetta. Ma chi è coſtui che ſe ne uiene alla
nolania?ajechegièla fortuna il nostro Ti
cho amoreuole. -
S C E N A S E CON DA.
TIс но fortuna. isicнo оно. -
† : ی
ه م, r r o .-- *
re in queſto eſempio:toncioſia che la fama è il
ſangue corroto, che fa la rogna: è il calore, che
eccita il prurito: & l'Ardire è il grattare, il qua
le ſenza diſcretione, º con inconſiderata profu
fione attende à diffipare,cºmandar malelaui
ta,ci la robbadelpouero Corteggiano. Si che
quanto ai Seruitoricometho detto,non poteua.
no efferpiu naturali,ne piu opportuni per que
ftobifògmo, g% fè2Neandrohaueràperfomàfò
praintendente che li contenga j cio et li mo.
deri nelle loro attioni; ſon際 che ne trarrà
utiliffimo,& honorato feruitio.
Iſich. Inquanto al Maggiordomo,mi ha detto che ha -
uerà Areteo.
Tich. Areteo è colui che ſi chiama la Virtù e o co
ſtui è uno de maggiori nemici, ch'io m'habbia.
Iſich. Coſi m'ha detto Neandro; & io per me non lo
conoſco domeſticamente mi diſpiace bene che
ſia nemico tuo.
Tich. Tiù diſpiace ame, che eſſendo io Teſoriere,co
me faidi-fulia,& douendo Ngandrohauer la
dote ſua delle dignità temporali, non potrò ſer
uirlo come farei, douendo queſto Areteo inter
uenire in coſi fatto maneggio. Perche à dirti il
uero,dubito, che queſto ſia uno ſtratagema per
eſcludermi da coſi fatto carico; ma ti prometto
che ciò no gli uerrà fatto coſi facilmente perche
quanto potrò,quanto ſaprò mai,tuttofarò, ette
&ard
s e c : o N. p 6. , 22.
tarò ſicuramente per conſeruarmi in queſto poſ
ſeſſo, º in queſta reputatione che mi trouo.
ſich Horecco di primo ingreſſo le promeſſe che ſi fan,
no alpowerò?Neandro incerte, ¿rper auentura
nulla. Ma dimmi caro Ticho, non ſei tu di ma
niera fermo in queſto poſſeſſo del diſpenſarle di
gnità temporali, che altri non te ne poſſa leua
re? l'ufficio non è tuo?non l'hai eſercitato tanto
lūgamētechetenepofihauerāfritto lacgto:
Ticho. Iſichio mio io ſono certo a queſto carico, e lº
Mondo, la corte uuole ch'iouiſia, ma uera
mente io non ſo come vna certa opinione volga
re,una eſiſtimatione communem ha poſto qui,
ci io da ualentiſſimo mi ci uado mantenendo
quanto pofos é realmente nõº chipofa efelu
dermene ſe non queſto Areteo,perochela Virtù
ueramente ha in coſi fatto ufficio ragioni più ma
turali, di più nere di me: ma come t'ho detto,
io per certo empito di affermatiua humana ſono
in poffèffo,& bifagnaperò ch'io procnri dimam
tenermini per ogni mia
iffch, o cancherotumidirilegrancofè.vždunquetu
Ticho,tu Fortuna non ſei neramente Teſoriere,
«^ dijpenfatore deglhonori mondani?
Ticho. Io ſon la Fortuna certo, ma non quel Ticho
che’l Mondo crede, perche in uerità,ò Fortuna,
àsorte,º cafo, º fato ch'io fia chiamato com
que tanti attributi di riputatione, che hauerai
- جان - - ,inteſo
این امامTr 6 از ○
intefo,realmente,&º ueramente fonotutte inué
tioni, º preſuppoſiti della humana inuétione, -"
la quale no poſſedendo le coſe a uerſo, finge à ſe
steſſa di coſi fatti nomi,et in loro s'acquieta,op
dir meglio ſi confonde.Io per me non 赏 altro,
che un'euento,che naſce cotidianamente dal na
turaleriuolgimento del tépo, cºrdella generatio
me delle coſe:et in riſtretto un ſemplice rincotro
di accidenti, che riſulta dall'operare delle ſecon
decauſe qua giù nella loro moltiplice uarietà, º
poichè la prima cauſa che Dio,è quella che ſola
gouerna, 3 regge tutta questa gran machina,
& quanto naſce,cº quanto occorre in eſſa,tut
to è o per aſſoluta %:ſua, è per particolar
permisſione,ſecodo la ſegreta diſpoſitione della
fua eternaprouidēza. Eperòfratello uanamëte
il modo cofida in me,etſi come uanaméte m'ho
nora rõ tãtiattributidi Deità,cof anco indebi ,
taméte mi calunnia, 3 m'ingiuria c5täti altri
titoli infami,etcò täte beſtemmie.Io nò poſſo p
me ſteſſo ſenº quato è la Corte,ò altri uogliono .
fuperfiitiofamètech'iopoffapotere.Ma JAreteo
ueramète eſºdo huomo che operido merita, 3
meritādo acquiſta ragioni nelpremio, e nella
mercedepropoſta che ſono le dignità, legran
dex&e del Módo:diq auuiene chio lo debbo te
mere,Godiarlo ancorazer cheglitrouädofim
peditone progreſſi,º nelli acqſti ſuoi da queſta
. .. - uol
s E_c o N. p o: 23.
uolgare poſſeſſione,ch'io tengo del ufficio di Te
ſoriere:uafacédo quato può, come ſi dice, piſcac
ciarmi,et credo al ſicuro che cà queſta occaſione
dell'accaſaméto di Neadro cò Dulia tentarà, et
farà ogni coſa poſſibile per hauer l'intentoſuo.
Ma fratello io mi aiutarò,come t'ho detto, per
ogni uia,ci per ogni mezzosº habbi patienza
Neandro, Aulia, Dulia, e quanti ſono, che io
non voglio ſicuramente ſe potrò,perder coſi bel
principato diriputatione. . . *****
º
ſich con tutto che l'intereſſo delmiopatronemipre
ma,conuengo nondimeno confeſſare, che tu hab
biragione perche ogn'vno è obligato principal
mentealla conſeruatione di ſe ſteſſo è rettamete
è, indirettamente. Ma dimminon c'è uia di con,
poſitione, di accordo di temperamento?
Tic. Lavera cöpoſitioneſarebbe ſtatache ?Jeandro
nò ſi foſſe moſſo di caſa ſua,e trattenerſi teco,co,
mehafattoſin'hora, et creder à quel»ecchio, et
çõmuniſſimo prouerbio. Větura,et dormi, ſenza
auuenturar lauita,iltăpo,etlarobbafia.Mala
coſa ègiàfatta,gº io per non eſſer colto all'im
prouiſe ſarà bene,ch'io ritorni alla mia stanza,
accioche non mi foſſe fatto qualche ſopramano.
Iſich.horaà riuederci
Aſpetta Ifichio ifarai
puitatuanim almeno$. ſta εια
cariffimo.…. سیه
-
. . . ..
º 'º . . . . . . . . . .
- SCE·
s = c 0 N. p. o. 24-
scENA TERZA º
fuidia. GoNGIS
FT o No Mormoratio ne,
Mo,
ºrg º Dunque noi altri paggi in questa
- 欲 nouità doue haueuamo à ſperare
- 觸 dief?errimunerati,¢%” tirati,inan
N5 ti,haueremo ſi puo dire ad eſſer
- ſcacciatidalſeruitio, & priuidel
-
lenòfireprerogatiue?
Gong. Fratello tu uedi come uanno le coſe; appena
queſto Neandro ha poſto i piedi dentro la ſoglia
ಶ್ಗ palazzo cheffentonomilenouitāfēã
da oſe & pregiuditialialapouerafamiglia: A- -
M
ਾ ਾ।”
s е с o N. p o. 2.5
deſtia,tutta ſimplicità, è però ambitioſo come
una pianta di cocozza, che ardiſce di ſormonta
reifaggi, 3 gl'olmi.Certiſſimamète vuole sban
care il pouero Ticho,col quale è coſa certa che
eſercita ſcopertiſſima nemicitia, ci a noi altri
che ſecondo la ſua pedagogica interpretatione
ſiamo uiti, uorrà darci la caſſia al ſicuro. Ma
forſe che penſando aſciugarſi la fronte ſi darà
delle dita negl'occhi. - -
. . .4 ידT 0 欄
direnzapoibile,
Fto, Etiotiandarà fomminifirando tutto quello che
ſaprò,6 che potrò conſiderare, ci inuentare in
loro d'ingiurioſo,et di pregiuditiale à te,à Ticho,
à me, & à tutti noi.
Gong. Andiamo adunque, faccia l'Inuidia, º la
Mormoratione congionte con la Fortuna, quello
che potranno,et vederemo in fine ſe questo Dio
geneſeſquipedale, ſe queſto harba Areteo con la
ſua pretenſione di eſſer l'habito regolato dell'a-
nimo, di nominarfi mediocritàtrà l'ecceſo,el
mancamento, º di uantarſi di ſaper diſprez
zar il dolore, º la morte, potrà defenderſi da
noi con tanti ſuoi titoli, i potentie chimeriche,
ſi che non lo riduchiamo all'atto prattico dell'ho
fpedale, rigottgafiaicommodo ¿é ordinario,
di molti Filoſofacci corteggiani,
º
- - - -
.
繼,
談器器鯊
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sc ENA PRI M.A,
. . . I. v *
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ཡ་གད། ཟླཟླ་
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---
- CZ・T T 0 - - -- --
т E R - z o. 27
glio ſe la componga, 6 ſelafabrichi, che opera
uirtuoſamente,di modo che puoi beneſtar ſicuro,
di no hauer oſtacolo di momèto. Et ſe queſto pur
pureeglitiſiattrauerſaſeoſtinatamète,io uimä
| derò poi AnechoSigmio,quegli che coemente ſi
chiama la Patienza,ilquale finalmete ſuperarà
ogni difficoltà Et intato, poichenò ho altro che,
trattar con voi men'entrarò in palazzo,pergl'al
tri miei negoti ſegreti: uoi in questo mentre che
| JAreteoritorni,6 poffa uemir con uoi, ui anda
| rete diportando per queſti contorni,ch'io ui aſpet.
tarò poi d pranſo,ci con queſto ui laſcio.
'Nean. Và feliciſſima Signora gratioſisſima ueramen,
| te & incomparabile benefattrice dell'huomo,or.
namento del Mondo,etuera tutrice della Virtù.
Dul Hora che dici Neandro mio? ecco vicino il frut-,
to de nostri amori frutto tanto deſiderato frutto
abondante, i pretioſo ſopra ogni altro, frutto.
della terra,cº del Mondo. -
*
-
- -
- T E R z ö. , , 28
#ofa,bonºfa,¡miei diffetti,iſcuſa gl'errori, ma
gnifica ſe pur c'è qualche bellezza, di illustra
quelle ombre di virtù che ſenza lei ſariano oſcu,
re, & imperfette impreſſioni dell'animo, 6 del
deſiderio mio, ſe per mezo della noſtra unionetà
: godi, từ င္ဆို႔ ſplendi, cormio; talpiccola
fauilla accendegran lampada, doue fi conferui ,
molto, ci nutritiuohumore, ſenza il quale ini
tile farehbela fâuilla,et impofibile la continua
tione del lume i meriti tuoi letue uirtù,decondi
tioni illutridellatua perfona fono uita diquel
le grandezze che da meti ſi porgono; & iö ton
loro debole, poca fauilla appunto ſon ſicura
di eſtendermi, º dilatarmiវ៉ុ per l'uniuer" *...*
2 --
Jò,& di uiuertecofauoritaministra, & tompa
gna delle tue infelicità.Et coſi confeſarò che ſia
no belle le bellezze mie, coſi amabili i coſtumi,
*
& la gratia, cojírigüardeuole la leggiadria €l'
ſapere, ſe quaſi Tiranni s'inſignorirono di te,
non fu tanta la improuiſa uiolenza loro, quito
il benigno iſſenſo tuo,ne tanto affettuoſa l'auidi ,
tà nell'acquifiarti,quanta cortefiîfîma & facile ·
la prontezza tua nell'honorar loro della tua gra
tia,º eſaltar me nell'amor tuoi .
Nean. Biſogna ch'io ceda Duliamia, º che unto
dalla ſolirabondanza della tua corteſia, creda
cheti piace, contra la conſcienza di quel
che ſento. Entra, ſe coſi ti pare a ritrouar la
- D 4 Mädre ·
Tr ---
* > υΑ Τ Τ ο ..
Madre,poiche la Corte non ſa lungamète starſe
ne ſenza la Seruitù, che in tato ſarà forſe torna
to Areteo,et potremo ordinar quello che fa biſo
gno per le coſe noſtre per goderci da douero poi
in una cara,et reciproca corriſpondenza di amo
re, & di uolontà:gº io in queſto mentre manda
rò Tolmo in caſa mia per un poco di negotio.
Dul Vado, 3 ti aſpetto quanto prima.
º
Nean., Tolmo aſcolta.
- ... "
-
- - - - *
-
---
T E R z o. , 29
SC E N A SEC O N D.A.'
T O L M O Ardire. ISICHIO Otio.
tiggiano.
Tol. Tu hai una buona ciera,coſa che mi coſolaaſai.
Iſich. Eh fratello con tutto che non uiuiamo coſi alla *
|
Tole Patrigea ſta bene ?
Iſich. Beniſſimo ?
Tol. Et Icha ?
Iſich. Medeſimamente bene, ma l'una, º l'altra &
ciaſcuno di noi di caſa ſtà con gran deſiderio di
ſaper qualche nuoua di Neandro? -
* : J& T T O - -
"»„ Á r e. R z. ο. . .. . . 3०. . . .
mo,in una parola tu non entrerai ſe non mi com
munichi il tutto.
fol, se io non mi riſoluo di contentar coſtui, egli è
oſtinato come vn dique termini che ſi pongono
ne poderi, che non ſi muouono mai dai luoghi lo
ro,ſe non con lungezza di lite. Iſichio io uengo
, , in fömmäper dinari. *
Îfich. Perdinari? . . . . . . . . ., , , ,
Tol. 0 cbeti diail Monte d'Ancona ſull'oſſo del col
, lo,che Diauolo hai ?perdinari ſi. . ...
Iſch. Appena ſete uſciti di queſta caſa con coſi bella
& coſì ricca prouſione, ci hauete hormai ſcia
lacquato ogni 鷺 ό/tiagarati, opoucro S
dro in mano di chi ſei. Tolmo leuati da queſta
porta per tuo meglio. - - -
Tol. Et perche.
lſich. Perche non mi piace: & perche non hoglio,
che forniſca # 驚 ifteinfelicifiă
ze intendilo? tantopiù che non ha º: , che
m’è ಶ್ಗ he uoifete
con Neandro,tu ſei quello che gratta. .
Tol. Che uüöldüğratiare?iofon büomodabenequā
ίύ រ៉ូមុំាfīà:nomifèħerżiamo ifithiofull'ho
೫೪೪ಕHargra್ಲಿ ー”・
§§ 'ᏘIg£hþ
*
- -
میری.r o
uſich.oarato,ò ſeminato,io laſcioti far quel che tipia,
ce,et in fine ti comuerrà menar i buoi alla stalla,
quello che faccio, quello che dico non è per offen
der alcuno,ma è perferuire aipatroni,et feti di :
ſpiacegrattati. - ºv
Tol. Coſtui è imbeſtialito, e dice da douero, ſe non
m'aiuto con qualche inuentione non farò coſa
che uaglia,ſai che Neadro è tuo,e mio Patrone.
iſich. Lo sò,cº che vuoi dirper queſto? -
. . . т E R 2 о. 3I
ti diſcorſi, chi lo nega affatto come coſa impoſſi
bile, dicendo che la Corte non fa dileggiero coſi
gran miracoli,et che la fortuna per riſpetto tuo,
che ſei la Virtù, ſarà contraria d Neandro. Al
tri lo affermano come già coſa fatta, 3 nefan
no mille ſchiamazzi d'allegrezza. Chi dice poi
che facendo l'entrata, ci pigliando il poſſeſſo,no
lo farà per la porta principale, ma per certe vie
ſecrete, º occulte, che paſſano dal Palazzo
di Aulia, dalla Corte alla Fortuna ui ſi con
durrà, º che di queſta maniera la coſa è poſ
ſibile . Altri affermano pure che con la
ſcorta tua, Neandro entrarà ſicuramente
per la porta principale, ma il pofieffo fa
rà conditionato. Et in ſomma varie ſono
le opinioni, ſecondo le uarietà de gl'hu
mori, -
- . م. T" . 7 . 0 .
to più di quello che mi dite: anzi voglio che伽 |
piate che doppo ilfattopublico,& notorio,nella
intiera poffhone ottenuta dal noſtro Neandra
Jentiremo apertiſſima diſcordia di pareri, º in |
terpretationi trauagantiime del negotio, con
cioſia che eſſendo per natura inclinato ciaſcuno
al compiacerſ delle nouità, et all'inueftigar per
quanto ſi può la cauſa delle coſe, º de{glʼacci
denti; per queſto riuſcendo nel coſpetto del Mö
do #; auuenimento nonfolo nuouo,ma mara
uiglioſo, che l'Huomo con la Seruitù, º con la
Virtù ſi ſia condotto d coſi gran colmo d'honori
ogn'uno nella nouità dell'effetto anderà ricorda
do il modo, la verità della cauſa. Ma percheſi
come auuiene nel uedere che ſecondo la diſpoſi
tione, l'alteratione di queſti ſtromentiuiſiui,
ſi uedono diuerſamétegl'obbietti alterati nella
quantità,cº nella ſteſſa qualità de colori,coſi ſe
rà inteſo, diſcorſo queſto ſucceſſo di Neidra
ci ſaranno diſcordi, 3 di diretto contrari fra la
rogli attributi & le 鷺 cheſi conſiderarono ,
in eſſo, alla qualcoſa ſe ben non ſi può aſſoluta
mtte rimediare biſogna poche ſi sforziamo per
la parte nostra di operarin modo che almeno la
ſiniſtra interpretatione non ſia attiua in noi, ma
negli interpretatori, cioè che altri hab
iù toſto per la corrottione del
bia aguitaripis Jenſo
T E R z o. 32
ſenſo proprio,cheper l'esſiſtente uerità delle no
ſtre opere. Et questo conſiſte principalmente in
noi altri ſeruitori; poiche Neandro,e Dulia han
no da eſſer in tutto e per tutto guidati da noi.
Io per me non mi partirò dal giuſto, º dall'ho
nesto, ne hauerò altra mira che al bene, º alla
perfettione della uita. Et ſe mai la uirtù operò
-
conforme à ſe ſteſſa,douerà ji appunto in
queſta eminenza di grado, doue tutte le attioni
ſono coſpicue, ci deuono conſeguentemente eſº
fer laudabili,et efemplari,il medefimo bifagne
rà che facciate uoi ancora moderando uoi ſtesſi
nel ſouerchio degl'affetti uoftri, & ſeruendo
con maggior grauità,3 circoſpettione, che non
hauete fatto ſin'hora, - - - . .
-т Е R +2 °ө. з+
con isfacciatezzaprorompa, es impuntina
gni indecenza di operatione, ci di queſta ma
niera figliuoli கீ
ſon ſicuro, che viueremo
ripoſatamente, º con felicità, e col nostro
Neandro goderemo le grandezze terrene mal .
grado della Fortuna, º de ſeguaci ſuoi. Ma per
che veggio appunto dalle ſtanze di Ticho uſcire
| due paggi di corte l'inuidia, é la Mormoratio
ne,uoi ve ne intrate in palazzo, ch'io uoglio vn
| pocº interrogarli, 3 veder diſottragger qualche *ネ・
| eoſa à miopropoſito, º ^ " *
. . .. . . .. . . .
* * * * * AE Fºgº
.33, همینITO
rto, sta beniſſimo di quanto a Duliaſen e rallegra
to affai , ... . . . . . . . .**, *
r er * R * z o. 34
alberi e le fabriche che ti pare hanno ordita
la coſa a modo loro ?
Fto, Fratello non perdiamo tempo: notifichiamolo di º
Ticho,º aiutiamolo doue ſi potrà, masſimamé
te poiche egli di già n'ha qualche odore,ci uapà.
ſando di opporſi, intutto, e per tutto a queste,
loro machine,
Gong. Andiamo pure,gº uediamo pure di trappolare
queſto goffaccio, che ſe non credeſſi ancora di ue
derlo ſpalare, è forza d'acqua bollente, vorrei
perder lalingua.… ു . . . . . .
-*.*. * ** * *.*** **, *, * ** -º-º: ' ' . . . . .
º,
s' C E N A Q_y INTA,
~ - T-
* . . .”-- -
... ."
-
で*イ.,下て、”。.T. r:。。。。
- - ,, , , , , -- sº * * * *
-ºº. E 2 , duce
duç
z
-
As r r o
աո:fuor di me steſſa a ritrouarlo ſpeſſo in
ueſta doloroſa lontananza.
Tol, § uanto Neandro peri,c9 confidi inteprudeus.
tilfimą Icha,lo។ conoſcerda queſto, comet ho
-
. . **
-- --
* º
- т E R. 2 о: 35
pia,erintantotilaftiofelice, ertiraccomade ,
la mia perſona con Iſichio, perche l'ho ueduto
in collera
granueße
miaha ,et dubita
åfarme neumafuačhiaui ma.alla partita
quaſi ch مع منط
*--*
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(N | S ii mmmmmmmi º - güম্ব *S
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* 。 : TT: : : : , , , , ... ;
*:::S Q E N A . *PRIM
4 . .. . A.(
. … º * ... * .
, , , o vºº 2 R + 6. – 5é
abbandonar lei in occaſione di tanta allegreze,
za, tanto più che come ſai, ella è la ſperanº
za la quale difficilmente può ſcompagnarſi dal
la ſeruitù.
Nean. Hora ſe coſi piace à tereſto ſottisfatto anch'io:
etueramente che la ſeruitù ſenza ſperanza ma
| ta appunto di Nodrice, di compagnia troppo
neceſſaria Hora Areteo eccoci qui, che habbia
mo a fare, " . . . . . .
Q ”ーダーR r o. 37
Gong. Il Maggiordomo e qui ? Mastro Sempronio
dall'acqua vite è qui ? Hora per arte, ci per
parte ad honore,ci gloria di Ianuaſum rudibus;
º 3adala S.V. correndo, correndo alfuopatrone,
et gli dica che ſe vuole entrarquindi in queſte ſtà
ze altreſi, mandi perſona che habbia più gratia
di lei nel fare vn'ambaſciata. Perche in conſciº
za ſapete pur caro maeſtro Hiprogrifo, che voi
cicalate per lo più ci mò ſapete quello, che vi di
chiate, di modo che l mondo vi ha per vn baio
ne,o per vn bugiardo, ci con queſto vi laſcio.
O bell'ambaſciatore,ò garbato, torna,torna,nel
tuo paeſe che non fai per me.
Fim. signore,Ticho non riſponde: & due paggi di cor
tevno per fineſtra ſi burlano de fatti noſtri co
metantiBarbagianni. *
- '_ Ім т т о; $
‘. . . sº-sº
diaederti alla berlina. . . . . ;
ºg 0hla che rumoriſon queſti? che creanze? do
uéſamo,in chiaffº .. dimandi ? che vuoi?
chitimanda ? mofirailpaſſaporta : poſate le
Ø፲ንንìፀ. - - . . . .*
Q * ダ A r o. 38
ben alla via di far coſa a propoſito.
Filop. Signorfacciaſi proua di qualch'altro, perche
z è che ſono ubbriachi, o che da domero non han
no uoglia che tu c'entri. t - . .
2 и 4 к. т о. 39
tenè adaltri faprel'wfcio. * .
Filot. Ritorno anch'io Signor come gl'altri burlato,
* «%* fchermitoinfòlentiffimamente. -
,”
* F ----
; * At T - r ο *-
Jichio
Tº: f
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9 и 4 К т о. 4о
ſich, Ancomeſer Tolmo con le ſue ſgerate,torna ci
le piue in ſacco; ritornaſſe almeno con quel gru
- gnaccio infranto, -
-
** .
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•. V4 T T- 0° -
* -
о и 4 к то. 4:
s'habbia a far più le comedie ſuper le ſtrade,
|
ſich, obuſcati sù quella: coſi interuiene a chi sim
barca ſenza biſcotto.Il debito è liquido, è reale,
s'è fatto l'aſſignamento ſul'eſatione, ma ſi troua
in fine che la cedola è falſa. Io per me non ne
uoglio più: aſpetto un di queſti giorni il pouero
蠶 a far le ſue querele in un angolo di que
፲፱ጪ §Éő}፲፺4.
-----
º
* At r r 0
ſteſſo ſeguirti obedirti,contetarti conoſco benio
la tua innocenza, ma in eſſa ancoſcorgo il mio
danno, ne poſſo iſcuſarte ſenza accuſar meſteſ
ſo. Ah bellezze, bellezze,contagione innocente
di queſto core restate hormai, che per maggior
mia pena ſenza poter incolparui me ne andarò
lacero da uoi, deſperata fauola del uolgo pian
endo l'amore che ui ho portato,et la più fiorita
età della uita mia che ho conſumato uoſco. Coſi ---
へ * リz ゲ т о
mento di Fortuna potrà aumilirti in modo che
tuuogli diſperarti affatto, º perder tanti meriti
tuoi perder la ſeruitù,la tua amantiſſima Dulia
abbandonar questi ſconſolati ſeruitori,cº quello
che più importa priuarti della Virtù,gi non co
fidar una volta nella Speranza in questa ſuiſce
ratifima Elpidiatua ?
Nean. E coſì poca la reſiſtenza di quel pazzo, che
noi altri ſauireſtiamo qui fuori, ci egli la den
troſi burla di noi. Et poiche mi veggo coſi aper
tamente negato quello, che tutti uoi mi promette
uate,a che più uoglio o reſtar con uoi,ò creder a
uoi ?
Elp, Dura, Neandro mio,e credi a questa pouera No
drice che ti ſarà grata ancora la memoria di que
ſto diſordine. Ricordati che la Fortuna non ha
perſiſtenza ci che tanta autorità tien ella ſo
pra di noi quita uogliamo concederle noi ſteſſi:
ſappi che l'ardire della ſua petulanza, cede in
fine alla toleranza, 6 ai tentatiui della Virtù,
& che la incontaminata continuatione dell'ope
rar uirtuoſamèteſupera in fine, et abbatteilua
rio cºr inconfiantegirare deglaccidenti monda
ni,che non ſon altro che quello che noi publichia
mo,cớ chiamiamo Fortuna ò Sạrte.Ripgliari
piglia adunque Neandromio il depoſto uigore,
borati bifogna animolamente contenderc; re
ſister appunto è coſi fatta reſistenza;con noi,ci
- ፲፯0ß
۶ ر4 .R
r o
noi Nobiliſſimo Sig. t'aſſicura, ti rinuigoriſciti
rincora,ne munito di tanti meriti,cº di tanto va
lore con l'aſſiſtenza della Virtù, coll'aiuto della -
**
繼
ATTO QVINTO
ఃః
ANECHO Patienza. NEANDRO Huomo.
con tutti i ſuoi . -
efnec, „ RaTTENETErt
tutti qui dentro al
la porta delpalaz,
zo, ſino a tanto ci
W hauerò cõdotto Ti
§$% chofuori dellefiā
%e cõ que due pag
" gi: Et perche pro
curarò di fituarli
tutti tre in modo
che voltino le ſpalle al Palazzo mentre ch'io
me ne starò ragionando con loro, tenendo ot
cupato Ticho nelmoftragliguefiefritture, uoi
ſenza rumoregentilmenteui affilarete allauol
-
*
-* tút
T- 胃
乌拉 и , N. т о, 44 -l.
ta della porta,cº entrati o chiuſala; tu.Areteo
conforme à quanto ha comme/o-Aulia inue/li>
raiNeandro delle grandezze, 6 delle dignità ,
temporali.
Nean. In queſto primo ingreſſo hauendoſi peranentu- . . .
ira a far qualche attione inſopportabile à femi
na,non ſarebbe bene che Dulia ſe ne reſtaſſe in
palazzo perche la mandareſimo poi apigliare?
.Ane. Nè Signore, conducilapur teco, perche le digni
tà in queſto mondo non ſi acquistano, nè ſi go- e
dono ſenza ſeruitù.
?Nean. Hora cofifaremo,
, , , , ,
… --
v.
. (èS SE%ఓ
4, Di a Ticho che gli uorrei parlare - -
F 4 Titb• ~… «
/ . -
. . . º z r. r. o., .
Tich. chiè?o.Anecho cariſſimo »uoiſalire,ô pur che
me he uenga in iſłrada.
vAnee. Vieni pur à baffo,perche non poſſo trattener
mi molto. -
ぬ ア r N r o; 45
jeſſione à Neandro.Ecco prima»n'iſtrumêto au
tético del mondo,ilguale cofeſſa in eſſo, che l'huo
mo,37Ntádro chetanto,fiaaffoluto Sig. di quá
to egli poſſede, é ſegli coſtituiſceſeruitore cº
uaſſallo. Ecco una ceſſione che fa la natura al me
| deſimo huomo del dominare alle coſe create da
lei,é una inueſtitura che gliene da antichiſſi
ma.Ecco il poſſeſſo che egli ne prende per mano
dell'arte,gº della oſſeruatione ſuoi Agenti, cº
| legitimi procuratori. Ecco il contrato ſeguito tra
la corte, º eſſo huomo, per l'accaſamento co la
Seruitù,nel quale ſe gli promette in tutte quelle
dignità temporali che può dare eſſa Corte. Ecco
lafede del congiungimento, 6 della continua
tiene fino a quefo giorno con grandisima fedel
; tà,honoreuolezza, di amore. Di modo che,et per
le ragioni %့်
contengono in queste ſcritture,
& per eſſer tale lauoluntà,gi l'obligo di Aulia
mia, ogni uolta ch'egli ſe ne uenga,tu potrai Ti
cho mio eſſequire quantoti ſi commette.
Tic. S'io haueſſi ſaputo tutto ciò daម៉្យា 0Ü→
correua chetu od'Aulia aipigliafte quefia bri
ga. Ma che rumore di trombe è quello in caſa
fmia ?
Fto. Ticho fratello è fatto il becco all'oca. -
Q_* N,T_0,46
ral hora riñfaciare, & âire afirmatinamente
damilleftiagurati.Hora Amecho io menanda
rò etvogliofuggire appunto di uedere queſto ſpet
tacolo tanto pregiudicioſo alla mia riputatione
raccomandami ad Aulia,cº uado certo almeno
cóſolato in queſto,che ſe Areteo m'ha uinto, mi
ha uinto per mezzo tuo,poiche con la Patienza
m'ha deluſo, e non già colproprio ualore.Go
siſmo Ftono figlinoli a Dio,ui ringratio dell'ain
to preſtatomi,ci ſe potrò mai giouarui lo farà
di tutto cuore perche in fine a me non mancarà
luogo & eſistimatione.
Fto. Va alla buon'horafratello. -
scENA TERZA
18 сно оно вимво Fana.
łfich. క్లౌడ్ sez: rantorumordi Trombe,cº. dalle
* ---Nv grezza biogna romperil propefi
i to dinon uoler uſcir del cuzzo, º
4 che domene ſarà ?
Fim. Fim. Ecco Iſichio affè Ben trouato
Compagnone che ti pare? -
Iſich. Di che è -
w
Fim.
tº
Ꮧ/ T" r "O
Fim. Neandro nofiro hafatto il falto.
Iſich. Che è ha forſe hauuto la dote promeſſagliº
Fim. L'hahauuta, n'è di già inueſtito; & però ſen
ti che quelle ſtanze rouinano d'allegrezza.
Iſich. ETicho doue è?
Fim. Ticho è andato alle forche, non ſo doue ſi ſia.
Iſic. O questo ſi, che è vn auuiſo da mancia, ma uedi
non mi burlare, per che poco fà, ſtando coſi alla
fineſtra della camera ho ueduto ci ſentito la
baia,che ui fecero queipaggi, º come me ne tor
nafte tuttiaguifa ditanteuеfiche da crifieri.
Fim. Euero chefo/fimoributtati, ó fiamo fatian
cho apeggior termini, ma tutto è paſſato bene,
& ſiamo in poſſeſſo di quanto deſiderauamo in
Vuelle ſtanze, lequali credimi che ſono ſontuo
ſiſſime con tanta affluenza di ricchezze &
di delitie,ch'egli è coſa indicibile. Io ſono ſpedito
però dalmedefimo Neandro per auifarne la Ma
dre,º la Nodrice. Andiamo Fratello a portar
loro queſta deſideratiſſima noua perche preſto
}
egli ne uſcirà in publico & credo che uerrà
nel palazzo proprio.
Iſicb. Horaſi che ricuperi l'honore,perche mai più la
- Fama ci ha reccato tanta uerità.
-- T- w
g и z N т о. 37
sc E N A Qy A RTA.
NEANDRO Huomo con tutti i ſuoi. DVLIA
Seruitù. AVLIA Corte.
Tpunto.Aulianoſtra ſe n'eſce di pa
ſi lazzo,andiamo ad incontrarla.Ec
# coci sig. adorni, Ø" beneficati da
A\ Y te con eſſemplare ueramente ca
º º incomparabile liberalità. Queſto
notabile accreſcimento c'hoggi ſi aggionge alla
mia conditione, aggionge anco debito tale all'o-
bligo mio,che intanto giudicarò di eſſer quello
che tè piaciuto di farmi quanto che è con le pa
role,ò có gl'effetti andarò publicando la recogni
tione, et la reueréte memoria che ne coſeruarò.
Aul. Figliuolo º Signor mio uiui purfelice, memore
di eſſer nato alle grandezze, º al dominio del
mondo,ch'io uie più conſolata aſſai di tegodo di
queſto ſtato in che tiueggio appunto, e con Du
liamiapaſſar queſta uita che m'auanza.
- Dul. Ófęliceme,0fortunato raddoppiamētó d¡ cöfō
latiome,adumque uiueremo dimuouo uniti ?
Aul si figliuoli,perche grandezze terrene non poſſo
no ſtarſene, ci conſernare la loro maeſtà ſenza
la corte,ne sà o può eſſere la corte ſenza Seruitù.
SCE
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scENA QVINTA v
ºol. Io credo,dima
il carico c'è quell'Areteo, che hauerà egli
Maggiordomo, ご
I L. F I N E.
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