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4.

Proprietà dei fluidi petroliferi

4.2.1 Introduzione l’insieme dei fenomeni fisici richiede la conoscenza della


composizione del fluido. Occorre inoltre calibrare i model-
I fluidi di giacimento sono costituiti da una grande varietà li con i dati ottenuti in laboratorio.
di componenti. A temperatura ambiente, alcuni di essi si Per questa ragione, è opportuno prelevare dal giaci-
presentano allo stato gassoso, mentre altri (resine e asfal- mento, non appena possibile, dei campioni di fluido allo
teni), dotati di peso molecolare elevato, possono pre- scopo di effettuare le analisi e gli esperimenti termodi-
sentarsi allo stato solido. Il complesso di queste caratte- namici finalizzati a simulare le variazioni di pressione e
ristiche, legato ai fenomeni di migrazione e di eteroge- di temperatura a cui andrà soggetto il fluido, in modo da
neità della formazione, causa una distribuzione non identificare i potenziali problemi. Per essere validanti,
omogenea degli idrocarburi nei giacimenti, di cui lo sche- tali esperimenti devono essere effettuati su campioni rap-
ma di produzione deve tener conto. La formazione di presentativi del fluido di giacimento.
fasi solide, che può verificarsi in determinate condizio- La trattazione che segue sarà dedicata all’insieme di
ni di pressione e di temperatura, perturba fortemente la tali problemi. Dopo un breve accenno al comportamento
produzione del fluido. termodinamico dei componenti puri e delle miscele bina-
Inoltre, nella struttura questi fluidi sono sempre in con- rie, verrà trattata la classificazione dei diversi tipi di flui-
tatto con l’acqua, più o meno salata, che è prodotta insie- di di giacimento. Successivamente, dopo aver spiegato le
me al greggio e, a volte, perfino in quantità rilevanti; essa ragioni per cui la composizione dei giacimenti non è sem-
può causare anche problemi di precipitazione salina (quan- pre omogenea, descriveremo le procedure di campiona-
do si ha una miscela di acque diverse) e di corrosione. mento. Seguirà un paragrafo dedicato agli esperimenti ter-
D’altra parte, lo sviluppo di un giacimento petroli- modinamici effettuati in laboratorio. Infine presenteremo
fero richiede notevoli investimenti, soprattutto nel caso alcune correlazioni empiriche di uso corrente e alcune
di giacimenti offshore. Per definire lo schema di svi- caratteristiche delle equazioni di stato utilizzate per simu-
luppo che garantirà un recupero ottimale (costo, quan- lare il comportamento di fase degli idrocarburi.
tità e qualità), è dunque necessario conoscere con pre-
cisione il comportamento termodinamico del fluido. In
effetti, gli impianti di superficie variano secondo il tipo 4.2.2 Comportamento di fase
di fluido (olio o gas) e le condizioni di pressione e di
temperatura del giacimento. Quando c’è il rischio di una I fluidi petroliferi sono composti principalmente di idro-
precipitazione dei componenti pesanti, è importante instal- carburi. I giacimenti contengono anche acqua, ma la sua
lare impianti idonei o aggiungere additivi che consenta- influenza sul comportamento termodinamico dei fluidi
no di ovviare a questo inconveniente. Il mancato rico- è secondaria e perciò il comportamento della fase oleo-
noscimento di uno di questi processi può avere gravi con- sa e della fase gassosa è in genere trattato separatamen-
seguenze economiche e causare problemi di sicurezza. te da quello della fase acquosa. Il comportamento delle
Per prevedere l’evoluzione termodinamica del fluido miscele di idrocarburi nel giacimento e nelle condizio-
nelle condizioni di pressione e di temperatura che si incon- ni di produzione dipende dalla composizione del fluido,
treranno al momento dello sfruttamento, si utilizzano nonché dalle condizioni di pressione e di temperatura
modelli matematici miranti a descriverne il comporta- che esso incontra. La conoscenza di questo comporta-
mento. L’elaborazione di modelli in grado di riprodurre mento è di cruciale importanza per lo sviluppo di un

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 487


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

campo petrolifero, perché costituisce la base dell’ela- I componenti puri


borazione dello schema di produzione. La fig. 1 illustra il comportamento di un componen-
Il comportamento di questi fluidi, anche se molto te puro, rappresentato su un diagramma pressione-volu-
complesso, può essere spiegato a partire da quello dei me, che può essere descritto nel modo seguente. Par-
fluidi semplici; di conseguenza, sarà affrontato prima il tendo dal punto A (la sostanza si trova allo stato liqui-
comportamento delle sostanze pure e poi quello delle do) e aumentando gradualmente il volume (a temperatura
miscele binarie, nella consapevolezza che i fluidi reali costante), si osservano i seguenti fenomeni: a) una dimi-
seguono le stesse regole. nuzione molto rapida della pressione; b) al punto B, la
comparsa delle prime bolle di gas; c) l’aumento del volu-
me della fase gassosa rispetto a quello della fase liqui-
da a pressione costante (tratto fra B e R); d) la scomparsa
A dell’ultima goccia di liquido (punto R); e) il calo molto
più lento della pressione.
T>TC
pressione

Questa successione di fenomeni si riscontra per tutte


T<TC
le temperature inferiori alla temperatura critica (TC). Al
di sopra di essa, la sostanza rimane sempre monofasica
e si dice che si trova allo stato supercritico. L’insieme dei
B punti di bolla forma la curva di bolla e l’insieme dei punti
R
di rugiada dà origine alla curva di rugiada.
volume È anche possibile rappresentare il comportamento di
un componente puro su un diagramma pressione-tem-
fig. 1. Diagramma pressione-volume peratura (fig. 2).
di un componente puro. Sono mostrate Tutte le condizioni nelle quali il liquido può coesi-
due curve isoterme per temperature inferiori
stere con il gas sono rappresentate dalla curva AC, in cui
alla temperatura critica
e una (linea tratteggiata) si confondono le curve di bolla e di rugiada. In base alla
per temperature superiori. regola delle fasi, per ogni temperatura vi è un solo valo-
I punti B e R sono, rispettivamente, re della pressione per il quale il fluido è bifasico: se si
il punto di bolla e il punto di rugiada. indica con n il numero di componenti di una miscela e
con f il numero di fasi presenti, allora la varianza del
sistema (V), vale a dire il numero di proprietà intensive
punto critico (temperatura, pressione, composizione di ogni fase) che
C occorre fissare per determinare lo stato del sistema, è
S
uguale a:
pressione

liquido Vn 2f


solido
vapore
Tale curva è nota come curva della tensione di vapo-
A re e termina al punto critico (punto C), oltre il quale il
E punto triplo
fluido è sempre monofasico. La linea AS rappresenta la
temperatura linea di equilibrio liquido-solido, che corrisponde alla
fig. 2. Diagramma pressione-temperatura linea dei punti di fusione della sostanza. La curva AE è
di un componente puro. la linea di sublimazione, lungo la quale il solido è in equi-
librio con il vapore. L’intersezione tra le linee AC, AS e
AE corrisponde al punto triplo, che rappresenta l’unica
coppia di valori di pressione e temperatura che permet-
I te la coesistenza di tutte e tre le fasi.
liquido
+vapore
pressione

vapore
B Le miscele
Il comportamento di una miscela si può rappresen-
R tare su un diagramma pressione-volume (fig. 3) come
quello di un componente puro. Si osserva allora, par-
tendo dal punto I (posto a una temperatura inferiore alla
volume temperatura critica della miscela), e proseguendo verso
valori maggiori del volume, questa sequenza di feno-
fig. 3. Diagramma pressione-volume meni: a) una rapida diminuzione della pressione nella
di una miscela. fase liquida; b) la comparsa della prima bolla di vapore

488 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

fig. 4. Inviluppo di fase curva del punto di bolla curva del punto di rugiada
di una miscela.
A
cricondenbara Rs

pressione
liquido C
M
liquidovapore

Ri

cricondenterma
temperatura

al punto B, che rappresenta il punto di bolla; c) l’aumento equilibrio tra queste due fasi. I fluidi di giacimento con-
del volume della fase gassosa e la diminuzione del volu- tengono una vasta gamma di composti aventi un nume-
me della fase liquida (ma in questo caso la pressione, ro di atomi di carbonio molto variabile. I più leggeri sono
anziché rimanere costante, continua a diminuire duran- gassosi alle condizioni ambiente (CO2, N2, CH4) men-
te il cambiamento di fase); d) la scomparsa dell’ultima tre i più pesanti, che contengono diverse centinaia di
goccia di liquido al punto R (punto di rugiada); e) la lenta atomi di carbonio, sono quasi solidi. Nel greggio sono
diminuzione della pressione oltre il punto R, dove tutta anche presenti composti solforati (principalmente sol-
la miscela è allo stato gassoso. furo di idrogeno e mercaptani) che causano problemi di
Se si rappresenta il comportamento di una miscela vario tipo, alcuni dei quali legati alla loro tossicità.
su un diagramma pressione-temperatura (fig. 4), vedia- Si possono rilevare inoltre la presenza di elio e di
mo apparire un campo bifasico e non semplicemente una metalli pesanti (mercurio, nichel e vanadio) nonché trac-
linea bifasica, come accade invece nel caso dei compo- ce di composti organometallici.
nenti puri. Le curve di bolla e di rugiada non coincido-
no più, ma si congiungono nel punto critico. Quest’ulti- Classificazione dei giacimenti
mo può collocarsi sia a sinistra che a destra del massi- La classificazione dei fluidi di giacimento può esse-
mo della curva di saturazione e pertanto non corrisponde, re convenientemente formulata facendo riferimento alle
a differenza del caso dei componenti puri, alla pressio- caratteristiche degli inviluppi di fase (v. anche cap. 1.1).
ne e alla temperatura massime delle due fasi. Esiste infat- I fluidi petroliferi sono classificati in genere in due gran-
ti una pressione, superiore alla pressione critica, fino alla di famiglie, a seconda che la temperatura di giacimento
quale le due fasi possono coesistere. Questa pressione è sia inferiore o superiore alla temperatura critica del flui-
chiamata cricondenbara. Allo stesso modo, la cricon- do (fig. 5).
denterma corrisponde alla temperatura massima oltre la Con il termine olio si indicano tutti i fluidi di giaci-
quale le due fasi non possono coesistere. mento la cui temperatura critica è maggiore della tempe-
Se la cricondenterma è superiore alla temperatura ratura di giacimento, con il termine gas tutti quelli la cui
critica della miscela, decomprimendo il fluido a partire temperatura critica è minore di quella del giacimento.
dal punto A, si supera la curva di rugiada nel punto di Gli oli hanno la caratteristica di liberare una certa
rugiada superiore (Rs), dove si manifesta la prima goc- quantità di gas, a partire dal loro punto di bolla, quando
cia di liquido. Proseguendo nella decompressione, il volu-
me di liquido aumenta, passando per un massimo (punto
M) per poi diminuire fino ad annullarsi al punto di rugia- curva del punto di bolla curva del punto di rugiada
da inferiore (Ri). Si tratta del fenomeno della condensa-
zione retrograda, che si incontra frequentemente nel caso C
pressione

gas a
dei fluidi di giacimento noti come gas a condensato. condensato
gas secco
olio

4.2.3 Classificazione dei fluidi


TC Tmax
I fluidi di giacimento presentano un comportamento simi- temperatura
le a quello di una miscela binaria. Nel giacimento essi fig. 5. Posizione
possono trovarsi, secondo la loro composizione e le con- dei differenti tipi
dizioni di temperatura e di pressione del serbatoio, allo di fluidi sull’inviluppo
stato liquido, allo stato gassoso oppure in uno stato di di fase.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 489


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

sono soggetti a un’espansione isoterma. A seconda che alla temperatura critica della miscela, ma può essere infe-
la pressione di giacimento sia superiore, inferiore o ugua- riore o superiore alla cricondenterma (Tmax in fig. 5).
le alla pressione di bolla, si parlerà di olio sottosaturo, Se la temperatura del giacimento (TR) è inferiore alla
soprasaturo o saturo. cricondenterma e superiore alla temperatura del punto cri-
A seconda del volume di gas liberato al momento tico, e se la pressione del giacimento (PR) è superiore o
dell’espansione, si parlerà di olio a debole o a forte con- uguale alla pressione di saturazione, allora il giacimento
trazione. La composizione del gas liberato durante l’e- contiene un gas a condensato. Un’espansione isoterma di
spansione permette un’ulteriore distinzione. Un olio a tale gas (fig. 6) condurrà, a partire dalla sua pressione di
debole contrazione libera una piccola quantità di gas, saturazione (punto di rugiada superiore Rs), alla forma-
che sarà di norma gas secco. Un olio a forte contrazio- zione di una fase liquida. Con la diminuzione della pres-
ne (od olio volatile) libera una grande quantità di gas, sione, il volume di questa fase liquida aumenterà fino a
che contiene in genere dei componenti che condensano raggiungere un massimo (M), per annullarsi in seguito al
alle condizioni di superficie. Si può sospettare la pre- punto di rugiada inferiore (Ri). Si tratta del già citato feno-
senza di un olio volatile quando il rapporto in volume meno della condensazione retrograda. Nel caso di un com-
gas/olio (GOR, Gas/Oil Ratio) è maggiore di 200-300 e ponente puro, questo fenomeno non si verifica. L’espan-
la densità dell’olio è superiore a 40 °API. sione isoterma della fase gassosa non dà mai origine a una
I gas possono essere classificati in tre sottofamiglie. fase liquida, ma determina invece la vaporizzazione di
In tutti i casi, la temperatura del giacimento è superiore quest’ultima. Tale comportamento si osserva anche nei
gas a condensato, ma solo proseguendo l’espansione oltre
il punto M. La differenza principale tra un olio volatile e
curva del punto di bolla curva del punto di rugiada un gas a condensato risiede nella natura della frazione
PR pesante. La massa molare e la quantità della frazione C7
condizioni del giacimento
Rs di un olio volatile sono più elevate di quelle di un gas a
C
condensato; in linea generale si può affermare che rara-
pressione

M mente un gas a condensato contiene una frazione C7


superiore al 15% in moli.
Ri Se la temperatura del giacimento è superiore alla cri-
TR Tmax
condenterma e se il punto che rappresenta le condizioni
di superficie (Psep e Tsep, che sono le condizioni del sepa-
temperatura
ratore) si colloca all’interno dell’inviluppo di fase, il gas
fig. 6. Inviluppo di fase di un gas a condensato. è detto umido (fig. 7). Questo significa che si avrà la pro-
duzione di liquido alle condizioni di superficie, senza
però che abbia luogo la condensazione retrograda nel
giacimento. Questa situazione si incontra molto rara-
condizioni del giacimento
PR mente. Se invece il punto che rappresenta le condizioni
C di superficie si colloca all’esterno dell’inviluppo di fase,
pressione

il gas è detto secco (fig. 8) e non darà luogo a produzio-


ne di liquido nelle condizioni di superficie. In questo
Psep separatore
caso estremo il GOR diviene quasi infinito.
Tsep TR
temperatura
4.2.4 Distribuzione laterale
fig. 7. Inviluppo di fase di un gas umido. e verticale degli idrocarburi
nel giacimento

PR condizioni del giacimento La formazione del petrolio a partire dalla materia orga-
nica è oggetto di numerose ipotesi, che convergono tutte
su un punto: la composizione di un fluido di giacimen-
pressione

C to dipende dal mezzo, dalla maturità geologica e dal pro-


cesso di migrazione dalla roccia madre alla roccia ser-
batoio. Questi fattori possono causare significative varia-
Psep separatore zioni di composizione laterali e verticali nei giacimenti
Tsep TR delle diverse aree del mondo. Anche se, di solito, si ritie-
temperatura ne che i giacimenti abbiano raggiunto una condizione
fig. 8. Inviluppo di fase di un gas secco. di equilibrio, un numero consistente di essi presenta

490 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

fenomeni di variazione di composizione verticale e late- alla gravità in assenza di gradienti di temperatura. In que-
rale (Hamoodi e Abed, 1994; Hamoodi et al., 1996). È ste condizioni, i componenti più pesanti si trovano nella
noto il caso di un giacimento di Abu Dhabi in cui la fra- parte bassa del serbatoio e i più leggeri in alto. Schulte
zione di H2S varia lateralmente dall’1% al 12%, benché (1980) e Montel (1993) hanno proposto una modellizza-
la comunicazione all’interno del giacimento sia eccellen- zione di questo fenomeno basata sulle equazioni di stato.
te e quindi il fenomeno non possa essere attribuito alla Tuttavia, la valutazione di questi fenomeni è molto com-
compartimentazione del serbatoio (Firoozabadi et al., plessa e non si conoscono esattamente gli effetti della loro
1996), come anche quello di un giacimento del Mare del influenza reciproca. Per esempio alcuni autori (Holt et al.,
Nord nel quale la concentrazione di metano varia dal 55% 1983) sostengono che l’effetto termico può essere dello
al 73% lungo un intervallo di profondità di 81 m (Dane- stesso ordine di grandezza di quello gravitazionale e che
sh, 2003). Queste variazioni sono particolarmente sensi- entrambi agiscono nella stessa direzione, mentre altri ricer-
bili nel caso degli oli volatili e dei fluidi contenenti asfal- catori sono giunti alla conclusione opposta (Ghorayeb e
teni. La mancata valutazione di tali effetti nel corso dello Firoozabadi, 2001).
studio per lo sviluppo del giacimento può condurre a con- In ogni caso, è certo che le variazioni laterali e verti-
siderevoli errori nella stima delle proprietà dei fluidi, del cali della composizione possono essere significative (soprat-
volume di idrocarburi in posto e del fattore di recupero. tutto nel caso degli oli volatili e dei gas a condensato) e
Il margine di errore può raggiungere il 50% del volume che è indispensabile prenderle in considerazione nello stu-
di condensato in posto e il 20% del volume di gas nel caso dio di giacimento per lo sviluppo di un campo petrolife-
di un gas a condensato. Analogamente, la stima della pro- ro. Poiché i fattori responsabili di queste variazioni di com-
duzione cumulativa può risultare sottovalutata o soprav- posizione sono molteplici e difficilmente integrabili in un
valutata di oltre il 20% (Jaramillo, 2001). modello, è importante disporre di campioni prelevati in
Le cause di queste eterogeneità sono molteplici. Esse pozzi diversi, allo scopo di calibrare i modelli.
possono dipendere da fenomeni di tipo termodinamico,
dalle caratteristiche del giacimento o dai fenomeni di gene-
si, migrazione e accumulo degli idrocarburi. I processi di 4.2.5 Campionamento
tipo termodinamico che concorrono a creare le eterogenità
sono la segregazione gravitazionale, la diffusione termica, Una buona conoscenza del comportamento termodina-
causata dal gradiente termico, e la convezione naturale, mico del fluido richiede il prelievo di campioni rappre-
mentre la diffusione molecolare, dovuta ai gradienti di con- sentativi dei fluidi di giacimento. Gli esami condotti su
centrazione, tende a omogeneizzare il fluido. Per quanto questi campioni servono a calcolare le riserve in posto,
riguarda il giacimento, le caratteristiche suscettibili di pro- alle operazioni di calcolo del flusso nel mezzo poroso non-
vocare distribuzioni eterogenee sono le variazioni di per- ché alla definizione e al dimensionamento degli impian-
meabilità e di porosità, le differenze di bagnabilità e più in ti di superficie e di uno schema di sviluppo che consenta
generale tutte le eterogeneità del reservoir. Infine, le dif- di ottimizzare il recupero del fluido. La necessità di dispor-
ferenze tra le rocce madri e tra i processi di maturazione, re di campioni rappresentativi appare ancor più fonda-
come pure i fenomeni di biodegradazione e di precipita- mentale, se si tiene conto dei costi necessari per la defi-
zione degli asfalteni o delle resine, possono contribuire a nizione del processo, soprattutto nel caso di giacimenti
una distribuzione eterogenea dei fluidi di giacimento. offshore. Gli esami devono permettere anche di indivi-
Tutti questi fenomeni sono molto complessi da descri- duare comportamenti quali la precipitazione di asfalteni
vere mediante modelli. Per questo è importante dispor- e di paraffine o la formazione di idrati.
re di campioni prelevati in pozzi diversi, distribuiti sul- Le quantità di fluido necessarie variano secondo il tipo
l’intera area del giacimento. di analisi che si intende effettuare in laboratorio. Per esem-
Per quanto riguarda i fenomeni di tipo termodinami- pio, se si vuole realizzare una classica analisi PVT (Pres-
co, il gradiente termico verticale che si riscontra nella sione-Volume-Temperatura) sarà sufficiente una quantità
maggior parte dei giacimenti induce processi di diffusio- modesta di fluido, tanto più che le moderne apparecchia-
ne ma non necessariamente di convezione (Firoozabadi ture per queste analisi sono in grado di operare a partire
et al., 1996). Al contrario, un gradiente termico laterale da campioni sempre più ridotti. Se invece si devono effet-
(quale si osserva in alcuni giacimenti) può indurre con- tuare studi di caratterizzazione (analitici e/o termodina-
temporaneamente fenomeni di convezione e di diffusio- mici) più approfonditi, occorrerà prelevare quantitativi più
ne termica. La costruzione di un modello che tenga conto consistenti. Questo è particolarmente vero nel caso in cui
di questi fenomeni è complessa e, per quanto ne sappia- si desideri caratterizzare in modo accurato la frazione
mo, non si riesce mai a prenderli tutti in considerazione. pesante del fluido. Se si tratta di un gas a condensato, in
Gli effetti più importanti sono quelli legati alla gravità e cui la proporzione della frazione pesante è relativamente
Gibbs (1961) ha proposto un modello matematico che bassa, sarà necessario prelevare quantità significative di
consente di valutare il gradiente di composizione legato fluido per realizzare un’analisi precisa del condensato.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 491


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

Anche nel caso di oli contenenti asfalteni o paraffine pesan- quando questo tipo di campionamento è l’unico possibi-
ti, per effettuare la caratterizzazione della frazione più le (nel caso che la pressione del giacimento corrisponda
pesante saranno necessarie quantità adeguate di liquido. alla pressione di saturazione o che la pressione dinami-
La scelta di un tipo di campionamento avviene dunque in ca, o in erogazione, nel pozzo sia inferiore a questa stes-
funzione del fluido, dell’equipaggiamento disponibile al sa pressione di saturazione) si tenta di realizzare, nel
pozzo, degli impianti di produzione in superficie e del tipo pozzo, condizioni tali da permettere la raccolta di un cam-
di esame che si desidera condurre. pione che abbia caratteristiche il più possibile simili a
Esistono due tipi di campionamento: il campiona- quelle del fluido di giacimento, riducendo la portata di
mento di fondo (monofasico) e quello di superficie. Il produzione del pozzo.
campionamento dei fluidi di superficie avviene gene- È importante selezionare opportunamente il pozzo in
ralmente al separatore. Quando le condizioni di testa cui sarà effettuato il campionamento. Esso deve trovarsi in
pozzo fanno sì che il fluido sia monofasico, si possono una zona del giacimento in cui l’abbassamento di pressio-
effettuare i prelievi a testa pozzo. Qualora siano neces- ne sia ridotto al minimo e deve avere una buona produtti-
sarie grandi quantità di fluido, si possono prelevare cam- vità, in modo da mantenere una pressione sufficiente nella
pioni di liquido di stoccaggio. Le proprietà dell’olio di zona circostante al pozzo ed evitare il passaggio alla con-
stoccaggio sono utilizzate per lo studio dei rischi di depo- dizione bifasica. Inoltre, per ridurre l’inquinamento del
siti durante il trasporto, per effettuare misurazioni in campione, il pozzo non deve produrre acqua e deve esse-
ambiente poroso, lo studio del trattamento delle emul- re adeguatamente spurgato (cioè fatto erogare per un tempo
sioni, della deidratazione e della desalinizzazione. sufficientemente lungo) per evitare ogni contaminazione,
Infine, si prelevano anche campioni dell’acqua di per esempio, da parte del fluido di perforazione. Infine, il
giacimento. La conoscenza delle sue proprietà è neces- pozzo deve essere collegato a un separatore collocato il più
saria per l’interpretazione del well logging, per definire vicino possibile alla testa pozzo per evitare perturbazioni
le modalità di produzione e di processo, per verificarne e tempi di stabilizzazione eccessivi. La scelta del pozzo è
la compatibilità con un’eventuale acqua di iniezione e effettuata sulla base dell’analisi della storia passata di pro-
per gli studi sulla corrosione. Benché sia spesso trascu- duzione, per assicurarsi, in particolare, che il GOR del flui-
rato, l’esame dell’acqua è importante: non bisogna dimen- do prodotto in superficie rimanga costante nel tempo, così
ticare, infatti, che tutti i pozzi producono acqua dopo un da garantire una produzione monofasica. Prima del cam-
tempo più o meno lungo. Verso la fine della vita del gia- pionamento, occorre stabilizzare la portata del pozzo per
cimento, la produzione di acqua può assumere dimen- il tempo necessario a far sì che il GOR in superficie risul-
sioni anche più consistenti della produzione di olio. ti stabile. Il tempo di stabilizzazione può variare molto (da
Poiché l’obiettivo del campionamento è quello di alcune ore a diversi giorni). Il GOR al separatore deve rima-
ottenere un campione rappresentativo del fluido inizial- nere costante tra due riduzioni della portata, per essere sicu-
mente in posto, è indispensabile effettuare il prelievo ri che lo strato produca effettivamente in monofase.
prima che la pressione del giacimento abbia raggiunto Nel caso di prelievo in un pozzo a gas, la portata deve
la pressione di saturazione. Al di sotto di questa soglia, essere sufficiente a evitare accumuli di liquido alla base
nel caso di un olio volatile o di un gas a condensato, del tubing.
diventa quasi impossibile ottenere, sia con un campio- I prelievi di fondo si effettuano per mezzo di appo-
namento in superficie che a fondo pozzo, un fluido rap- siti strumenti (campionatori) che vengono calati nel pozzo
presentativo della miscela di giacimento originaria. e variano secondo il tipo di equipaggiamento del pozzo
stesso; essi possono essere effettuati:
Campionamento di fondo • durante la perforazione; in questo caso i campiona-
Per questo tipo di campionamento si utilizzano spe- tori sono fissati assieme ad altre apparecchiature all’e-
ciali apparecchiature che vengono calate nel pozzo. In stremità delle aste di perforazione. Gli apparecchi più
genere il prelievo si effettua durante i test di produzione, recenti consentono di ottenere campioni di buona qua-
prima della messa in produzione. Il campionamento di lità con questo tipo di procedura (open hole sampling).
fondo è consigliabile nei casi di oli sottosaturi, di fluidi Questa forma di campionamento è sempre più diffu-
in prossimità del punto critico e di gas a condensato ric- sa, soprattutto nei giacimenti offshore, perché con-
chi. La possibilità di mantenere i campioni monofasici sente un grande risparmio di tempo e una corrispon-
fino all’analisi in laboratorio permette di evitare la pre- dente riduzione dei costi. Le apparecchiature utiliz-
cipitazione di asfalteni, la cui ridissoluzione è sempre zate permettono un buon controllo del campionamento.
problematica. Il campionamento di fondo può essere effet- In particolare, misurazioni a raggi infrarossi permet-
tuato solo nel caso in cui la pressione nel pozzo sia mag- tono di controllare che il campione non sia troppo
giore della pressione di saturazione del fluido. In caso inquinato dall’acqua o dal fango di perforazione. Sono
contrario, il campione prelevato non sarà rappresentati- in corso di perfezionamento apparecchi che consen-
vo del fluido di giacimento originario. Malgrado tutto, tono di misurare la viscosità e la densità del fluido e

492 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

di prelevare campioni a diversi livelli per individua- questa tecnica è l’unica che consenta di ottenere campio-
re le eterogeneità nella composizione; ni non contaminati da additivi anti-idrati. I campioni di
• nei pozzi già completati con tubing di produzione; questo tipo sono anche i più indicati per lo studio dei flui-
in questo caso il campionatore viene generalmente di contenenti asfalteni, la cui ridissoluzione rimane tutto-
calato sul fondo per mezzo di un cavo. ra molto difficile e controversa. Per contro, a causa dello
Questi apparecchi raccolgono una certa quantità di scarso volume ottenibile (in genere inferiore a un litro),
fluido (di solito tra 500 e 1.000 cm3 secondo il modello) questa tecnica non consente di effettuare studi approfon-
prima di essere riportati in superficie. I campioni vengo- diti, in particolare sulla frazione liquida di un gas a con-
no quindi trasferiti in appositi contenitori che assicurano densato. Nel caso di oli saturi e di gas a condensato pove-
una totale sicurezza durante il trasporto. Il fluido è tra- ri, è preferibile ricorrere al campionamento di superficie.
sferito in condizioni isobare dopo essere stato riportato
allo stato monofasico se, durante i cambiamenti di pres- Campionamenti di superficie
sione e di temperatura legati alla risalita in superficie del In superficie i prelievi possono essere effettuati diret-
campionatore, è stata raggiunta la pressione di saturazio- tamente a testa pozzo (se il campione si trova ancora allo
ne. Esistono attualmente campionatori di un nuovo tipo stato monofasico) o, più comunemente, al separatore.
(SPMC, Single Phase Multisample Chamber) che per- Questa tecnica può essere utilizzata per gli oli e per i gas
mettono di conservare il campione a una pressione supe- a condensato, e in particolare quando i fluidi hanno rag-
riore a quella di saturazione del fluido nonostante la dimi- giunto la saturazione o vi sono vicini, oppure quando il
nuzione di temperatura causata dalla sua risalita in super- pozzo produce grandi quantità di acqua. Al contrario,
ficie. Per conservare la pressione (fig. 9) si utilizza una l’uso di questa tecnica è sconsigliabile quando vi sia il
camera d’azoto o un sistema di doppi pistoni che per- sospetto di problemi legati alla cristallizzazione di paraf-
mettono, in una prima fase, di comprimere il campione fine o alla precipitazione di asfalteni. Il campionamen-
dalle condizioni iniziali di giacimento (punto A) a una to al separatore consiste nel prelevare un campione di
pressione superiore a quella di prelievo (punto B) e in gas e uno di liquido. I due prelievi devono essere effet-
seguito di limitare il calo di pressione causato dalla risa- tuati contemporaneamente e il tempo di campionamen-
lita (punto D). È stato prodotto un campionatore in grado to deve essere maggiore del tempo di permanenza nel
di evitare simultaneamente la diminuzione della pressio- separatore. Se esistono più separatori, il prelievo sarà
ne e della temperatura, eliminando ogni modifica delle effettuato preferibilmente al primo stadio di separazio-
condizioni di temperatura e di pressione nel corso della ne, per evitare l’accumularsi di errori. I due fluidi, gas e
risalita in superficie del campione. Dopo il trasferimen- liquido, vengono successivamente ricombinati in labo-
to, in genere si fa espandere il campione a una pressione ratorio in modo da sintetizzare un fluido che sia rappre-
inferiore a quella di saturazione in modo da creare una sentativo di quello di giacimento. Qualora si conosca con
cappa di gas che ne consenta il trasporto in totale sicu- esattezza la pressione di saturazione del fluido di giaci-
rezza. Giunti in laboratorio, i campioni vengono ricondi- mento, sarà preferibile effettuare la ricombinazione sulla
zionati per riportarli alle condizioni di campionamento. base della pressione di bolla, piuttosto che sul GOR
Il prelievo di fondo è quello che consente di ottenere (Danesh, 2003). La maggiore difficoltà di questo tipo di
i campioni più rappresentativi, a condizione che il fluido campionamento, che presuppone l’esistenza di un sepa-
sia monofasico al momento del prelievo. In particolare, ratore, consiste principalmente nella misurazione delle
rispettive portate del gas e del liquido. Inoltre, trovan-
dosi la fase gassosa al punto di rugiada e la fase liquida
B
al punto di bolla, la minima variazione delle condizioni
di pressione e di temperatura durante il campionamen-
to può causare il passaggio allo stato bifasico. In questo
D
caso, i fluidi rischiano di non essere più rappresentativi.
Tuttavia il vantaggio di questo tipo di campionamento è
pressione

condizioni iniziali del giacimento A


che permette di ottenere grandi quantità di fluidi, neces-
sarie per effettuare studi più approfonditi (questo è par-
ticolarmente vero nel caso dei gas a condensato che con-
tengono una scarsa quantità di componenti pesanti). Non-
dimeno, per miscelare gas e liquido in proporzioni che
consentano la ricostruzione di un fluido realmente rap-
presentativo, è necessario che il fluido di giacimento sia
temperatura
allo stato monofasico in corrispondenza delle perfora-
fig. 9. Conservazione della pressione zioni (intervallo aperto alla produzione), che il gas eser-
nei campionatori. citi una buona azione di sollevamento (lift) dei liquidi

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 493


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

nel tubing (se la pressione nel tubing è inferiore alla pres- tipo di fluido esaminato, le misurazioni effettuate sono
sione di saturazione) e che le portate del gas e del liqui- leggermente diverse, come illustrato più avanti.
do, al separatore, siano misurate con la massima preci- Per essere utili, questi studi devono essere effettuati su
sione. campioni di fluido rappresentativi del fluido di giacimento.
Le misurazioni da effettuare nel corso del campio- Si possono utilizzare sia campioni di fondo, sia campio-
namento sono le seguenti: portate del gas e del liquido ni ricombinati a partire dai fluidi ottenuti dal separatore.
al separatore; pressione e temperatura del prelievo; den- In ogni caso è indispensabile assicurarsi, prima di inizia-
sità del gas al separatore e densità dell’olio alle condizio- re l’analisi, che il campione sia di buona qualità. Nel caso
ni standard. di campioni prelevati dal separatore, è preferibile, prima
Esistono vari metodi di prelievo del gas e del liquido di effettuare la ricombinazione, assicurarsi che la pres-
ai separatori. Il gas può essere trasferito in un contenito- sione di saturazione dell’olio corrisponda effettivamente
re già sotto vuoto, per spiazzamento di un liquido (il con- alla pressione del separatore. Quanto al gas proveniente
tenitore può essere pieno, per esempio, di acqua) o per dal separatore, è necessario riscaldarlo a una temperatu-
spiazzamento di un gas. Negli ultimi due casi, è opportu- ra superiore a quella del separatore in modo da evitare
no usare grandi volumi di gas in modo da evitare il rischio ogni condensazione. La pressione al momento dell’aper-
di contaminazioni. tura della bombola che contiene il gas deve essere confor-
Per quanto riguarda il liquido, si procede sia per spiaz- me alla pressione di chiusura al momento del campiona-
zamento di un liquido (avendo cura che il liquido scelto non mento. Un parametro importante per verificare la rap-
sia miscibile con quello prelevato né reagisca in alcun modo presentatività di un campione è fornito dall’analisi del gas
con esso), sia per spiazzamento in equilibrio con il gas al ottenuto dal separatore (Williams, 1994). La ricombina-
separatore (in questo caso la bombola è riempita in prece- zione tra il gas e l’olio deve essere effettuata nelle pro-
denza di gas al separatore), sia per spiazzamento di aria. porzioni delle rispettive portate misurate al separatore, in
modo da riprodurre la pressione di saturazione del fluido
di giacimento. Nel caso in cui non ci siano dubbi riguar-
4.2.6 Analisi PVT do alla pressione di saturazione del fluido di giacimento,
(procedure di laboratorio è più importante tenere conto di questo parametro rispet-
e parametri misurati) to al GOR misurato al separatore.

I fluidi di giacimento contengono molte centinaia di com- Gli oli


ponenti, ed è quindi impossibile identificare l’insieme Un olio è un fluido per il quale la temperatura di gia-
di questi componenti con l’obiettivo di calcolare il com- cimento è inferiore alla temperatura critica della misce-
portamento del fluido mediante un modello termodina- la. La decompressione del fluido causerà dunque la com-
mico. Il metodo utilizzato consiste quindi nello studia- parsa di bolle di gas a partire dal momento in cui la pres-
re in laboratorio il comportamento termodinamico di sione si abbasserà sotto il livello di saturazione, detto
campioni rappresentativi dei fluidi di giacimento e nel- anche pressione di bolla (Pb).
l’utilizzare i risultati ottenuti su questi campioni per cali- Le misurazioni effettuate durante l’esame di un cam-
brare il modello termodinamico. Lo stesso modello può pione di olio sono lo studio a massa costante, lo studio
essere poi usato per prevedere il comportamento del flui- differenziale, i test di separazione e le misurazioni della
do durante la vita produttiva del giacimento. viscosità. Quando è previsto un particolare schema di
Gli studi sperimentali condotti sui fluidi di giaci- sviluppo (per esempio, con iniezione di gas) è necessa-
mento consentono di determinarne: la composizione; il rio effettuare esami supplementari.
comportamento volumetrico; le proprietà fisiche, quali
massa volumica (densità), viscosità, ecc. Studio a massa costante
L’esame volumetrico comprende uno studio a massa Lo studio a massa costante viene effettuato realiz-
costante e uno studio differenziale (liberazione o vapo- zando una graduale decompressione isoterma del fluido
rizzazione differenziale). Lo studio a massa costante rap- fino alla comparsa della fase gassosa. Esso consente di
presenta meglio il comportamento del fluido in prossimità misurare la pressione di saturazione dell’olio (punto di
del pozzo. Lontano dai pozzi, quando la pressione scen- bolla), il volume relativo (cioè il rapporto tra il volume
de sotto il punto di saturazione, si verifica la comparsa di del fluido, monofasico o bifasico, e il volume dell’olio
una fase gassosa, che viene prodotta a detrimento della al punto di bolla) e, nel caso di olio sottosaturo (pres-
fase liquida, meno mobile. La liberazione differenziale ha sioni superiori al punto di bolla), il coefficiente di com-
lo scopo di simulare il comportamento dell’olio rimasto pressibilità isoterma. Lo scopo di questo esame è quel-
nel giacimento, da cui si libera progressivamente il gas lo di riprodurre il comportamento del fluido nelle zone
che vi era precedentemente disciolto, il quale non rimane dove non vi è flusso ma in cui il fluido scende al di sotto
a contatto, e quindi in equilibrio, con esso. A seconda del della pressione di saturazione (nelle vicinanze del pozzo).

494 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

in prevalenza quando il fluido si trova a una pressione


inferiore al punto di bolla. Per simulare il comportamen-
pressione

to reale del fluido sarebbe necessario eliminare il gas a


mano a mano che viene prodotto, il che non è realizza-
bile. Si procede dunque per successive espansioni ed eli-
minazioni del gas. In genere il numero di stadi preso in
pressione del punto di bolla esame si aggira intorno a dieci, con pressione compresa
volume tra quella del giacimento e quella atmosferica. Come nello
fig. 10. Andamento della pressione in funzione
studio a massa costante, il fluido è introdotto nella cella
del volume durante un’espansione a massa di studio alla temperatura del giacimento. Raggiunto l’e-
e temperatura costanti. quilibrio, si comincia a ridurre la pressione. Quando si
raggiunge la pressione di saturazione si verifica la com-
parsa della fase gassosa, che viene allora completamen-
Un campione di fluido ricombinato viene introdotto te estratta a pressione costante. Il volume del gas estrat-
a pressione costante nella cella di studio (cella PVT). to è misurato per mezzo di un gasometro. Queste opera-
Dopo stabilizzazione alla temperatura di giacimento, si zioni sono ripetute fino a raggiungere una pressione vicina
riduce la pressione per stadi successivi. A ogni stadio, a quella atmosferica. Giunti all’ultimo stadio, il volume
dopo che la pressione si è stabilizzata, si misura il volu- di olio residuo è misurato dapprima alla temperatura del-
me occupato dal campione. Si definisce così l’andamento l’esperimento e alla pressione atmosferica, poi in condi-
del volume in funzione della pressione a temperatura zioni standard (SC), a 288,15 K e 1,013 bar.
costante e si calcola il volume relativo. I risultati di un La fig. 11 mostra l’evoluzione dell’inviluppo di fase
esperimento di questo tipo sono riportati in fig. 10. Dai dei differenti oli saturi nella cella nel corso dell’esperi-
dati così ottenuti si determina il coefficiente di com- mento. La figura evidenzia come gli oli ottenuti dopo
pressibilità del fluido in funzione della pressione: l’eliminazione del gas sono sempre meno volatili a causa
della diminuzione del punto di bolla alla temperatura
 
1 DV
Co1 12 dell’espansione. Alla temperatura del giacimento (TR) la
V DP T pressione di saturazione del fluido iniziale è rappresen-
Con la comparsa della fase gassosa si osserva un cam- tata dal punto A. Le pressioni di saturazione dei liquidi
biamento improvviso della pendenza della curva, dal negli stadi successivi sono rappresentate rispettivamen-
quale si può determinare con precisione il punto di bolla. te dai punti B, C, D ed E via via che la pressione dimi-
L’esame permette di stabilire anche la densità del fluido nuisce. A ogni stadio si misurano il volume del gas eli-
a una certa pressione e successivamente, conoscendo la minato nelle condizioni di pressione e temperatura della
relazione tra la pressione e il volume, di calcolare la den- cella e in quelle standard, la densità del gas e il volume
sità in funzione della pressione. di olio nelle condizioni della cella.
Le proprietà calcolate al termine dell’esperimento
Studio differenziale sono le seguenti:
La liberazione (o vaporizzazione) differenziale ripro- • per i gas liberati, il volume totale di gas prodotto, il
duce il comportamento della frazione del liquido ini- fattore volumetrico Bg, il fattore di compressibilità Z
ziale del giacimento che non è prodotta in superficie e la composizione del gas, dalla quale viene calco-
nel corso della decompressione del giacimento. Infat- lata la densità; il fattore volumetrico e il fattore di
ti, dato che il gas è più mobile dell’olio, esso è prodotto compressibilità sono definiti nel modo seguente:
Vg (P,T)
Bg  111113 (espresso in m3/m3)
A Vg (SC)

B
288,15PVg (P,T)
pressione

C Z 1111111123
PatmTV (SC)
D
• per i liquidi residui, a ogni valore di pressione, i volu-
E
mi relativi VR, il fattore volumetrico Bo, la densità r,
TR il gas disciolto RS, secondo le seguenti definizioni:
temperatura
Vo (P,T)
fig. 11. Inviluppo di fase dei liquidi in VR 11133
equilibrio durante uno studio differenziale. Vo (Pb ,T)

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 495


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

dove Pb è la pressione di bolla dell’olio alla tempe- Studio a massa costante


ratura T, e Vo il volume della fase liquida, Questo esperimento mira a individuare il punto di
rugiada, il coefficiente di compressibilità al di sopra del
Vo (P,T)
Bo 111113 (espresso in m3/m3) punto di rugiada e i volumi di liquido depositati al di
Vo,res(SC) sotto del punto di rugiada. Per effettuare l’esperimento,
il fluido ricombinato o i fluidi provenienti dal separato-
dove il volume di olio residuo Vo,res è il volume di re vengono introdotti nella cella di studio, che viene suc-
olio all’ultimo stadio di decompressione alle condi- cessivamente portata alla temperatura di giacimento. La
zioni standard (1,013 bar e 288,15 K), pressione iniziale è di solito fissata sul valore della pres-
sione iniziale del giacimento. In seguito il fluido viene
Vg,disciolto (P,T) decompresso gradualmente, aumentandone il volume,
RS 11111111
Vo,res(SC) fino a raggiungere la pressione di rugiada. Nella mag-
gior parte dei casi, la determinazione del punto di rugia-
dove Vg,disciolto(P,T) è il volume di gas disciolto al da avviene visivamente (mediante osservazione diretta
valore di pressione considerato. Questo volume di o mediante una telecamera). Si prosegue poi nella decom-
gas equivale alla somma dei volumi di gas liberati pressione per stadi successivi, fino a quando ha inizio la
negli stadi successivi e si calcola perciò dopo l’ul- rivaporizzazione. In corrispondenza di ciascuno stadio
timo stadio. si misurano la pressione e il volume di liquido deposi-
Inoltre, a ogni stadio si effettua l’analisi del gas libe- tato. I parametri determinati attraverso questa procedu-
rato e all’ultimo stadio quella del liquido residuo. ra sono: a) il punto di rugiada superiore; b) il fattore di
compressibilità del fluido in funzione della pressione; c)
Test di separazione il volume relativo VRV(P,T)/V(PR,T), dove PR è la pres-
Questa operazione consiste nell’espandere il fluido sione di rugiada; d) la densità del fluido in funzione della
dalla sua pressione di saturazione a quella del separato- pressione; e) la percentuale di condensato in funzione
re, in modo da ottimizzare la produzione dell’olio. A della pressione, calcolata prendendo come riferimento
seconda della pressione dei fluidi a testa pozzo, posso- il volume di campione alla pressione di rugiada; f) il valo-
no essere previsti uno o più stadi di separazione. re massimo di liquido depositato.
In questo test vengono misurati il volume e la com-
posizione del gas prodotto a ogni stadio, così come il Studio a volume costante
volume di olio. Le due grandezze sono in seguito rap- Questo tipo di esperimento è fondamentale, perché
portate al volume d’olio alle condizioni standard. Si misu- mira a riprodurre l’evoluzione della composizione del flui-
rano inoltre la densità dell’olio e la composizione del do nel giacimento nel corso del suo sfruttamento, con-
liquido alle condizioni standard. sentendo di stimare la qualità e la quantità di condensati
che rimarranno nel reservoir. Per effettuare questo esame,
Viscosità del fluido di giacimento il fluido viene ricombinato nella cella o vi è introdotto
Per definire il movimento del fluido nella roccia è direttamente (se si tratta di un campione di fondo) e la
necessario conoscere i valori di viscosità del fluido, che cella è successivamente portata alle condizioni di tempe-
sono misurati alla temperatura del giacimento e a diver- ratura e di pressione del giacimento. Le quantità di flui-
si valori di pressione, da quella di giacimento a quella do introdotte nella cella devono essere misurate con la
atmosferica. A questo scopo si utilizzano sia viscosime- massima precisione in modo da poter effettuare il bilan-
tri a sfera (si misura il tempo di caduta di una sfera di cio di materia. A tale scopo, è importante conoscere la
acciaio in un tubo calibrato e riempito con il fluido di densità e la composizione dei fluidi introdotti. Il volume
giacimento) sia viscosimetri capillari (per esempio per del campione ricombinato, alle condizioni di pressione e
gas a condensato). di temperatura iniziali, viene scelto come volume di rife-
rimento (V0). In seguito, la pressione viene gradualmen-
I gas a condensato te ridotta (effettuando da 10 a 15 stadi). A ciascuno sta-
Come già detto, i gas a condensato sono i fluidi per dio, una parte della fase gassosa è estratta dalla cella (a
i quali la temperatura di giacimento è compresa tra la pressione costante) in modo da riportare il sistema al volu-
temperatura critica e la cricondenterma. Sottoposti a me di riferimento V0. Le informazioni raccolte a ogni sta-
espansione, questi fluidi, inizialmente allo stato gasso- dio sono la pressione, il volume di liquido depositato, il
so, formano un liquido al di sotto della pressione di satu- volume di gas estratto (alla pressione operativa e a quel-
razione; la quantità di liquido depositato raggiunge un la atmosferica) e la composizione di tale gas. Si calcola
valore massimo prima di tornare a vaporizzarsi. Le prove così la produzione complessiva di gas, in termini di nume-
di laboratorio mirano a descrivere tale comportamento, ro di moli cumulative di gas prodotto rapportato al nume-
sulla base di misure volumetriche e composizionali. ro di moli di fluido di giacimento alla pressione iniziale.

496 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

liquido condensato (100 V/Vsat)


14 ricombinate in modo da determinare la composizione
studio a volume costante della miscela originaria. Al momento del prelievo è
12 studio a massa costante
essenziale evitare la contaminazione del campione con
10
l’aria, perché questo potrebbe falsare la misura della
8 concentrazione di azoto. Oltre ai componenti leggeri
6 (fino a C4), vengono quantificati anche i componenti
4 pesanti presenti nel gas (tra C5 e C10) e soprattutto nel
2 condensato, poiché il valore della pressione di rugiada
è fortemente dipendente dalla loro concentrazione.
0
0 10 20 30 40 50 60 La massa molare (o peso molecolare) Mg del gas può
pressione (MPa) essere calcolata come segue:
fig. 12. Andamento della quantità di liquido Mg yi Mi
condensato in funzione della pressione i
negli esperimenti a massa e a volume costanti. dove yi e Mi rappresentano la frazione molare e la massa
molare del componente i.
La densità del gas può essere misurata pesando un
Le grandezze calcolate alla fine di questo esperimento volume noto di gas oppure può essere calcolata a parti-
sono le seguenti: re dai risultati dell’analisi gascromatografica, mediante
• il volume del condensato in funzione della pressio- l’espressione
ne. La curva di condensato sarà inferiore rispetto a Patm Mg
quella ottenuta dallo studio a massa costante (fig. 12), rg 11133
poiché la quantità di materia presente nella cella dimi- RT0
nuisce a ogni stadio. Tale curva indica la frazione di dove rg è la densità del gas alla pressione atmosferica
condensato che rimarrà nel giacimento. Lo scarto tra Patm e alla temperatura standard T0, e R è la costante
le due curve indica invece i condensati che saranno universale dei gas (pari a 0,0083144 se Patm è espressa
prodotti in superficie; in MPa, T0 in K e rg in kg/m3).
• il fattore di compressibilità Z del gas prodotto, come Quanto alla fase liquida, essa può essere analizzata
definito prima; per distillazione o mediante gascromatografia su colon-
• la densità del gas relativa all’aria, misurata pesando na capillare. In ogni caso, resta una frazione residua
un volume noto di gas oppure calcolata a partire dalla pesante non identificata che può essere analizzata median-
sua composizione; te cromatografia in fase liquida (Danesh, 2003).
• composizione del gas prodotto. La composizione del fluido di giacimento si ottie-
La principale difficoltà di questi studi consiste nel ne dalla composizione del gas e del liquido utilizzando
recupero dei piccoli volumi di condensati che si for- il valore del GOR. Il principale inconveniente presen-
mano durante l’espansione del gas. La quantità di gas tato da questo metodo risiede nella necessità di espan-
estratta deve essere sufficiente a permettere la misura dere il fluido alle condizioni atmosferiche prima di ana-
del volume del condensato; in caso contrario, il bilan- lizzarlo. L’espansione potrebbe produrre infatti la per-
cio di materia tra le quantità introdotte e quelle estratte dita dei composti pesanti del gas che si depositano sulle
non sarà soddisfatto. Danesh (2003) cita i lavori di Drohm pareti della cella e la perdita di una frazione dei com-
et al. (1988) dai quali risulta che su 80 studi di gas a posti volatili dell’olio. Di conseguenza, la composi-
condensato, ben 71 avevano fornito un bilancio di mate- zione della frazione C5-C10 potrebbe risultare meno
ria insoddisfacente. Lo sviluppo di valvole di iniezione accurata di quella di altre frazioni del fluido. Per ovvia-
in pressione per l’analisi gascromatografica diretta del re a questo problema, sono attualmente allo studio dei
fluido dovrebbe consentire di ovviare a questo incon- metodi di iniezione in pressione che permetteranno,
veniente. soprattutto nel caso dei gas a condensato, l’introdu-
zione diretta del fluido nel gascromatografo, senza
Composizione dei fluidi di giacimento espansione preliminare, evitando la perdita dei com-
Per determinare la composizione di un fluido di gia- ponenti intermedi.
cimento, in genere è necessario farlo espandere fino
alla pressione atmosferica, in quanto le tecniche di ana-
lisi gascromatografica attualmente in uso possono esse- 4.2.7 Equazioni di stato
re applicate soltanto in questa condizione. La fase gas-
sosa e la fase liquida sono quindi raccolte e analizzate Una buona conoscenza del comportamento termodi-
mediante gascromatografia (v. anche cap. 1.1). Le ana- namico del fluido è necessaria per calcolare le riserve
lisi delle due fasi così ottenute sono successivamente in posto, per definire lo schema di produzione e per

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 497


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

dimensionare gli impianti di superficie che garantiran- binario kij, che di solito viene determinato minimizzando
no un recupero ottimale della fase liquida. Le prove di la differenza tra i dati calcolati e i dati sperimentali per le
laboratorio forniscono utili informazioni sul comporta- miscele binarie. Oggi si possono anche utilizzare dati pseu-
mento termodinamico dei fluidi di giacimento, ma pur- dosperimentali calcolati mediante modellizzazione mole-
troppo sono lunghe e costose, e non si possono effettuare colare, soprattutto quando è necessario caratterizzare i com-
per tutte le condizioni che si verificano durante la vita ponenti pesanti, per i quali i dati disponibili sono scarsi, o
produttiva di un giacimento. Gli studi sperimentali ven- i componenti tossici (Delhommelle et al., 1999). La lette-
gono dunque utilizzati per calibrare i modelli termodi- ratura offre del resto molte pubblicazioni in cui si posso-
namici integrati nei simulatori di giacimento, di trasporto no trovare i kij per le equazioni di Peng-Robinson e Soave-
o di processo. I modelli si basano sia su alcune sempli- Redlich-Kwong (Vidal, 2003). Nel caso di miscele ad alto
ci leggi che consentono di calcolare i coefficienti di equi- contenuto di azoto o di biossido di carbonio è necessario
librio e le proprietà delle fasi, sia sull’impiego di equa- servirsi di correlazioni specifiche per i parametri d’inte-
zioni di stato. Per una trattazione dettagliata dell’appli- razione binari. Si possono citare a tale riguardo lo studio
cazione delle equazioni di stato ai fluidi petroliferi, v. di Moysan et al. (1986) per il biossido di carbonio e quel-
cap. 1.1. Di seguito saranno soltanto richiamati alcuni lo di Nishiumi et al. (1988) per l’azoto.
aspetti specifici di particolare interesse per i fluidi di gia-
cimento. Miscele con gas acidi, acqua e alcol
Se si passa a considerare sistemi contenenti, oltre agli
Calcolo dei parametri delle equazioni di stato idrocarburi, l’acqua, i gas acidi (H2S o CO2) o gli alcol
per sistemi a più componenti (questi ultimi vengono aggiunti per evitare la formazione
Le equazioni di stato usate per descrivere il com- di idrati), le regole di mescolamento classiche non con-
portamento dei fluidi di giacimento contengono diversi sentono di dare conto correttamente del comportamento
parametri che devono essere determinati o stimati. Per delle miscele. In questi casi, è consigliabile utilizzare le
esempio, due tra le equazioni di stato più usate in ambi- regole derivate dall’energia libera di eccesso (Huron e
to petrolifero sono l’equazione di Peng-Robinson e quel- Vidal, 1979).
la di Soave-Redlich-Kwong (v. anche cap. 1.1): Per quanto riguarda gli equilibri con l’acqua, si rive-
la a volte necessario prendere in considerazione la sali-
RT a nità dell’acqua, non contemplata dalle regole di mesco-
P 11  11111
Vb V 2bVb2
2
lamento precedentemente citate. In questo caso, per pres-
sioni elevate, si preferisce utilizzare un altro metodo
RT a (T) (Soreide e Whitson, 1992), che consiste in una modifi-
P 11  11111113 ca delle regole di mescolamento classiche associate all’e-
Vb (Vc) (Vb2c)
quazione di Peng-Robinson; tale metodo utilizza dei para-
che contengono i parametri a, b e c. Per i componenti metri di interazione differenti in fase idrocarburica e in
puri, questi parametri vengono calcolati a partire dalle fase liquida.
proprietà critiche o modificati in modo tale che l’equa- Nell’ambito del trasporto o del trattamento del gas,
zione simuli al meglio il comportamento del fluido. Nel quando le condizioni di pressione e di temperatura sono
caso delle miscele, si utilizzano delle regole specifiche tali da lasciar prevedere il rischio della formazione di idra-
(regole di mescolamento o di miscelazione) per calcola- ti durante il trasporto, si è soliti aggiungere degli additivi
re i parametri a partire da quelli dei componenti puri che che inibiscono tale processo. Le equazioni di stato classi-
compongono la miscela. Le classiche regole di mesco- che non consentono la descrizione degli equilibri di fase
lamento utilizzate per le equazioni di Peng-Robinson e in cui entrano in gioco questi componenti; attualmente si
Soave-Redlich-Kwong sono le seguenti: sta quindi cercando di sviluppare nuove equazioni deri-
a  aij zi zj
vate dalla meccanica statistica (Kontogeorgis et al., 1999).
i j

b bi zi
Raggruppamento dei componenti
i L’applicazione delle equazioni di stato alle miscele
2323 presuppone la conoscenza della composizione della misce-
aij ai aj (1kij ) con kijkji la (componenti e concentrazione) nonché dei parametri
c ci zi fisico-chimici di ciascun componente (temperatura criti-
i ca TC, pressione critica PC e fattore acentrico w per le
dove zi e zj rappresentano la frazione molare dei compo- equazioni di Peng-Robinson e Soave-Redlich-Kwong; v.
nenti i e j nella miscela. In queste espressioni ai, bi e ci cap. 1.1).
rappresentano i parametri dei componenti puri. Il calcolo Come già detto, i fluidi di giacimento (gas o liquidi)
di aij richiede l’intervento di un parametro di interazione sono comunemente analizzati mediante cromatografia in

498 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

fase gassosa, e i metodi analitici attualmente utilizzati con- a titolo di esempio la correlazione di Twu (1984), che
sentono una conoscenza molto dettagliata della loro com- consente di esprimere TC, PC, VC e M in funzione di g0
posizione. Purtroppo, nella modellizzazione del compor- (densità relativa) e della temperatura di ebollizione Tb.
tamento del fluido in un simulatore di bacino o di giaci- La correlazione viene espressa utilizzando i quattro para-
mento, non è possibile prendere in considerazione metri seguenti:


singolarmente tutti i componenti, o i gruppi di compo-
nenti. I tempi di calcolo sono proporzionali al numero di TC0Tb 0,5332720,191017103Tb0,779681107Tb2


componenti e diventano ben presto incompatibili con le 1
0,9594681028
capacità degli attuali calcolatori. Per questa ragione, i flui- 0,2843761010Tb3111113
Tb13
di sono in genere rappresentati da alcuni pseudocompo-
nenti (da 3 a 10), ciascuno dei quali raccoglie un insieme VC01(0,4198690,505839a1,56436a3
di componenti. Esistono diversi metodi per raggruppare i
9481,7a14)8
componenti. Il più semplice consiste nel riunire tutti i com-
ponenti eluiti tra due n-paraffine nell’analisi gascromato- PC0(3,833541,19629a0,534,8888a
grafica; inoltre si possono raggruppare tutti i componen-
36,1952a2104,193a4)2
ti con lo stesso numero di atomi di carbonio. È anche pos-
sibile, per un dato numero di atomi di carbonio o un dato S 00,8435930,128624a3,36159a313749,5a12
intervallo di temperature di ebollizione, differenziare le
famiglie chimiche, giungendo così a un numero di pseu- con a1Tb/TC0, che permettono di valutare:
docomponenti più elevato. • il volume critico VC (in ft3/lb mol):

 
Infine, Montel e Gouel (1984) propongono di rag- (12fv ) 2
gruppare i componenti in uno spazio a 3 o 4 dimensio- VC VC0 11133
ni, rappresentate per esempio da temperatura e pressio- (12fv)
ne critiche, fattore acentrico e temperatura di ebollizio- dove

  
ne, e Ahmed (1989) descrive diversi metodi per
0,46659 3,01721
raggruppare e caratterizzare gli pseudocomponenti della fvDSv 11133 0,18242111133 DSv
frazione pesante. Tb0,5 Tb0,5
Le proprietà fisico-chimiche (TC, PC, w) attribuite a DSv exp
4[(S )] g0 1;
0 2

ciascuno di questi pseudocomponenti sono in genere cal-


colate a partire dalle proprietà dei componenti puri in • la temperatura critica TC (in °R):
essi contenuti. La regola utilizzata più di frequente è
quella di Kay (1936). Si tratta di una ponderazione linea- (12fT) 2
TC TC0 11133
(12fT)

re della data proprietà in funzione della frazione mola-
re del componente nello pseudocomponente. Per quan- con
to riguarda la frazione pesante, la letteratura offre nume-
rosi studi sulla sua caratterizzazione e in particolare 
0,362456
fTDST 11133
Tb0,5  0,948125
 0,0398285111332
Tb0,5
DS 0T 
sull’influenza del metodo usato sulla previsione delle
DSTexp[5(S0g0)]1;
proprietà del fluido di giacimento (Hamoodi et al., 1996).
È stato dimostrato che perfino nel caso di un fluido con- • la pressione critica PC (in psia):
tenente appena lo 0,01% in moli di C6, l’adeguamen-
to delle proprietà della frazione pesante può modificare
notevolmente l’inviluppo di fase del fluido. Thomassen
PC PC0   121233
TC
12
TC0(12f ) 
VC0
(12f )
12
VC
p

p
2

et al. (1987) indicano infine che un errore compreso tra con


il 5 e il 10% sulla massa molare della frazione pesante
può indurre un errore di 700 psi sulla previsione della fpDSp 2,5326211133
46,1955
T
0,00127885T 
0,5 b
pressione di rugiada di un gas a condensato. b
La frazione pesante può essere rappresentata da una
miscela di componenti puri mescolati in modo tale da
11,427711133
252,140
T
0,00230535T DS
b
0,5 b p

riprodurre la massa molare e la ripartizione per fami- DSpexp[0,5(S 0g0 )]1;


glia chimica risultanti dall’analisi composizionale, oppu-
re da diversi pseudocomponenti. Le proprietà di questi • la massa molare M:

132
ultimi sono quantificate, in prima approssimazione, con (12fm) 2
l’aiuto di correlazioni che consentono di calcolarle a 1nM1nM 0
(12fm)
partire da due grandezze scelte tra la temperatura di
ebollizione, la densità e la massa molare. Si può citare con ln M0q, essendo q definito da:

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 499


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI


il numero finale di atomi di carbonio è stabilito con l’aiu-
Tbexp 5,714192,71579q0,286590q2
to della massa molare della frazione pesante. Infine Dane-
39,8544 1111
1111
q

0,122488
q2
24,7522q sh (2003) descrive la possibilità di utilizzare le funzioni
matematiche di distribuzione proposte da Cotterman
(1985).
35,3155q2

e con 4.2.8 Correlazioni empiriche PVT


0,193168

fmDSm x 0,01756911111
Tb0,5
DSm  Come già detto, per un corretto sviluppo di un campo
petrolifero è indispensabile conoscere le proprietà del
dove fluido in un’ampia gamma di condizioni di pressione e
di temperatura. Tali proprietà possono essere calcolate
DSmexp 5(S 0g0 ) 1
mediante le equazioni di stato o stimate con l’aiuto di
correlazioni empiriche. Queste ultime sono più sempli-
 0,328086
x 0,01234201111
Tb1/2  ci da usare rispetto alle equazioni di stato ma di solito si
possono applicare solo al tipo di fluidi per i quali sono
Le grandezze caratteristiche della frazione pesante state sviluppate e non consentono estrapolazioni. Le prin-
sono poi ottimizzate in modo da minimizzare gli scarti cipali proprietà che si possono calcolare mediante le cor-
tra i dati misurati alla temperatura del giacimento e i dati relazioni sono la pressione di saturazione, il GOR, i fat-
calcolati. A titolo di esempio la fig. 13 fornisce l’invi- tori di volume, la compressibilità, la densità e la visco-
luppo di fase di un olio calcolato utilizzando alcune gran- sità. Le correlazioni disponibili nella letteratura sono
dezze di inizializzazione come parametri dello pseudo- state valutate da numerosi autori, ma rimane comunque
componente della frazione pesante e l’inviluppo di fase difficile consigliarne una piuttosto che un’altra. Di segui-
ottenuto dopo la calibratura dei parametri. L’esempio to verranno dunque riprese, a titolo di esempio, solo quel-
dimostra la necessità degli esperimenti di laboratorio. le citate con maggiore frequenza o le più recenti, indi-
cando, ove possibile, la natura dei fluidi utilizzati per l’e-
Rappresentazione della frazione pesante laborazione (Ahmed, 1989; Danesh, 2003).
La frazione pesante dei fluidi, che non è completa- McCain (1991) e più di recente Valko e McCain (2003)
mente analizzata, è rappresentata da uno o più pseudo- hanno proposto una sintesi delle correlazioni utilizzabili
componenti (di solito da due a tre), dei quali è necessa- per calcolare le proprietà dei fluidi di giacimento.
rio determinare le proprietà chimico-fisiche. Si è propo-
sto di utilizzare tre pseudocomponenti che rappresentano Proprietà degli oli
rispettivamente le paraffine, i nafteni e gli aromatici pre-
senti nella frazione pesante. Pedersen et al. (1992) pro- Pressione di bolla
pongono invece un metodo per rappresentare la frazio- Correlazione di Standing. Questa correlazione è stata
ne pesante dei gas a condensato mediante una funzione stabilita a partire dai dati ottenuti su alcuni fluidi di pro-
di distribuzione basata sul numero di atomi di carbonio. venienza californiana aventi pressioni di bolla compre-
Questa funzione permette in effetti di determinare una se tra 900 e 48.300 kPa, ossia tra 130 e 7.000 psia. Essa
concentrazione per numero di atomi di carbonio, in cui è stata presentata in un primo momento in forma non
analitica (Standing, 1947) e più tardi sotto forma di cor-
relazione utilizzabile mediante calcolatore (Standing,
dopo la calibratura dei parametri 1977). Qui è presentata con parametri compatibili con
prima della calibratura le unità SI:
dei parametri

13
g
0,83
GOR
pressione

Pb519,7 10 yg
g

con
1,769
yg1,2250,00164T  13g o

temperatura dove Pb, pressione di bolla, è espressa in kPa, il GOR in


fig. 13. Variazione di un inviluppo di fase prima m3/m3 e la temperatura T in K. gg e go sono le densità
e dopo la calibratura dei parametri del gas e dell’olio relative, rispettivamente, all’aria e
della frazione pesante. all’acqua.

500 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

Tra le molte altre correlazioni sviluppate dagli stu- la densità del gas relativa all’aria e la densità dell’olio
diosi, si può citare a titolo di esempio quella di Elsharkawy relativa all’acqua.
(2003), che si basa sui dati ottenuti da fluidi provenien-
ti dal Mare del Nord. I dati di ingresso di questa corre- Fattore di compressibilità
lazione sono il peso molecolare medio e la densità della Il fattore di compressibilità isoterma dell’olio sotto-
frazione C7+ nonché la composizione dettagliata del flui- saturo, Co (a pressione superiore alla pressione di bolla)
do fino a C6. è definito nel modo seguente:

GOR Co 1
V V 
1 1
P T
Si rammenta che, per un olio saturo, il GOR rappre-
senta la quantità di gas disciolto in un volume unitario dove (V/P)T è la pendenza della curva pressione-
di olio di stoccaggio: volume. Questo fattore si determina, in genere, con
l’aiuto di curve pressione-volume stabilite per via spe-
volume di gas disciolto (SC)
GOR111111111111 rimentale. Tuttavia è anche possibile valutarlo serven-
volume di olio di stoccaggio (SC)
dosi di varie correlazioni, tra le quali si può citare quel-
I volumi di gas e di olio si riferiscono alle condizio- la di Vasquez e Beggs (1980), che richiede la cono-
ni standard, ossia 288,15 K e 1,013 bar. Le stesse corre- scenza della densità del gas, della densità dell’olio in
lazioni possono essere utilizzate per il calcolo della quan- gradi API, del GOR, della temperatura e della pres-
tità di gas disciolto RS (v. sopra) a tutte le pressioni infe- sione:
riori al punto di bolla, dal momento che, a ciascuna di 1.78410.910
esse, l’olio è saturo (nel caso di un esame differenziale). 28,1GOR30,6T1.180gg112
go
Anche in questo caso viene esaminata la correlazio- Co111111111111111111
5
10 P
ne stabilita da Standing.
Correlazione di Standing. Questa correlazione si dove gg è la densità del gas relativa all’aria e go la den-
applica ai fluidi con un GOR compreso tra 3,6 e 254 sità dell’olio di stoccaggio relativa all’acqua; Co è espres-
sm3/m3, ossia tra 20 e 1.425 sft3/stb (ove s sta per stan- so in kPa1, GOR in m3/m3, P in kPa e T in K.
dard e stb per stock tank barrel): Questa correlazione è stata stabilita sulla base di 2.000
misurazioni sperimentali condotte su 600 fluidi diversi.
113
519,710
P 1,204
GORgg yg
Densità
con Per densità (o massa volumica, r) di un fluido si inten-
de la massa di un’unità di volume del fluido nelle con-
1,769
yg1,2250,00164T 133 dizioni di pressione e di temperatura date. Per densità
go
relativa di un olio si intende il rapporto tra la densità del-
dove il GOR è espresso in sm3/m3 e la pressione P in l’olio e la densità dell’acqua nelle stesse condizioni di
kPa; gg e go sono la densità del gas relativa all’aria e la pressione e di temperatura. Nel caso dei gas la densità è
densità dell’olio relativa all’acqua. riferita a quella dell’aria.
Nell’industria petrolifera si utilizza anche molto spes-
Fattore di volume so la densità espressa in gradi API per gli oli a condi-
Il fattore di volume Bo è utilizzato per stabilire il rap- zioni standard, definita come segue:
porto tra il volume d’olio nelle condizioni di giacimen-
141,5
to e quello a condizioni standard. Le correlazioni che gAPI1223131,5
go
permettono di calcolare il Bob (Bo alla pressione di satu-
razione) richiedono la conoscenza del GOR, delle den- dove go è la densità dell’olio relativa all’acqua in condi-
sità del gas e dell’olio di stoccaggio e della temperatu- zioni standard (15,6 °C, 1,013 bar).
ra. A titolo di esempio viene citata la correlazione di I principali metodi utilizzati per calcolare la densità
Standing. dell’olio sono i metodi di Katz (1942), di Standing (1977,
Correlazione di Standing. È espressa dalla relazione 1981) e di Alani-Kennedy (1960).
Standing e Katz hanno proposto una correlazione
Bob0,9720,000147 F1,175
grafica per determinare la densità degli oli per valori
con dati di pressione e temperatura (Gravier, 1986; Ahmed,
1989). Questo metodo è basato su due proprietà: da
1
g

0,5
g
F5,615 GOR 2,25T575 una parte, l’aggiunta dei volumi parziali dei compo-
g o nenti del liquido e dall’altra la densità apparente del
dove Bo e il GOR sono espressi in m3/m3 e gg e go sono metano e dell’etano in soluzione nel liquido. La deter-

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 501


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

minazione della densità dell’olio avviene per passag- calcolo delle viscosità dell’olio a condizioni standard,
gi successivi: dell’olio soprasaturo, dell’olio alla pressione di bolla e
• determinazione della densità della frazione C3 a dell’olio sottosaturo sono moltissime. Tuttavia, come nel
15,6 °C e a pressione atmosferica, secondo la seguen- caso delle correlazioni precedenti, esse sono applicabi-
te relazione: li in modo specifico al tipo di fluidi sui quali sono state
n sviluppate; di seguito ne viene citata una per ciascun tipo
 xM
i3 i i
di calcolo, rimandando alla letteratura citata per la trat-
rC3111
n tazione di altre correlazioni proposte (Ahmed, 1989;
xiMi
13i3 ri McCain, 1990; Danesh, 2003).
Viscosità dell’olio di stoccaggio: correlazione di Ng
dove rC è la densità della frazione C3+ nelle condi- ed Egbogah. Questa correlazione, citata in McCain
3+
zioni standard, n è il numero dei componenti della (1991), può essere utilizzata per stimare la viscosità del
miscela, xi è la frazione molare del componente i, Mi fluido di stoccaggio (mod) alla temperatura T:
è il peso molecolare del componente i, ri è la den-
sità del componente i; log[log(mod1)]1,86530,025086gAPI0,5644logT
• determinazione grafica della densità fittizia del siste-
ma alla pressione atmosferica e a 15,6 °C a partire dove mod è espresso in cP, T in °F e gAPI è la densità in
dalla densità della frazione C3 e dalla frazione in gradi API alla temperatura T.
peso di metano ed etano definite come L’equazione è stata stabilita a partire da fluidi aven-
ti densità compresa tra 5 °API e 58 °API e per tempera-
x1M1 x2M2
1122
n
e 1122
n ture comprese tra 288,75 K e 352,55 K, cioè tra 60 °F e
xiMi
i1
xiMi
i1
175 °F (Ng ed Egbogah, 1983).
Viscosità al disotto della pressione di bolla: corre-
dove x1 e x2 sono rispettivamente le frazioni molari lazione di Khan. È espressa dalla relazione
del metano e dell’etano e M1, M2 i loro pesi mole-
 
P 0,14
colari; mmob 1 exp[2,5 104(PPb)]
Pb
• correzione della densità fittizia a 15,6 °C e alla pres-
sione atmosferica, con l’aggiunta di un contributo dove mob è la viscosità alla pressione di bolla in cP, Pb la
legato all’espansione termica e alla compressibilità. pressione di bolla in psia e P la pressione in psia (Khan
Questi contributi vengono determinati graficamente. et al., 1987).
Katz (1942) ha proposto inoltre una correlazione che Viscosità alla pressione di bolla: correlazione di Beggs
consente di fare a meno della conoscenza della compo- e Robinson. Tale correlazione segue l’espressione
sizione dell’olio, sfruttando la densità del gas, la densità mobambod
in gradi API dell’olio e il GOR (Standing, 1977). È oppor-
tuno citare anche la correlazione proposta da Standing con
(1981) che consente di calcolare la densità dell’olio a a10,715(GOR100)0,515
partire dal GOR, dalla densità del gas e da quella del
liquido: b5,44(GOR150)0,338
62,4 go0,0136GORgg
ro11111111111111111111 g 0,5 dove il GOR è espresso in sft3/stb, T in °F e mob e mod in
 
1,175
0,9720,000147 GOR 1g 1,25(T460) cP.
go
La viscosità del fluido a condizioni standard può
dove la densità è espressa in lb/ft3, la temperatura in °R, essere ottenuta sperimentalmente oppure calcolata con
il GOR in sft3/stb, go è la densità dell’olio di stoccaggio l’aiuto della correlazione di Ng e Egbogah descritta
relativa all’acqua e gg quella del gas relativa all’aria. sopra. Alle pressioni inferiori al punto di bolla Rs sosti-
Il metodo di Alani-Kennedy, descritto anche in Ahmed tuirà il GOR alla pressione considerata (Beggs e Robin-
(1989), richiede la conoscenza del peso molecolare e son, 1975).
della densità della frazione C7+ dell’olio. Viscosità alle pressioni superiori alla pressione di
bolla: correlazione di Vazquez e Beggs. È espressa dalla
Viscosità relazione
Come per le proprietà precedenti, la viscosità m del
fluido di giacimento è misurata in genere alla tempera-  
momob 1
P B
Pb
tura di giacimento per pressioni superiori a quella di
bolla. Negli altri casi, è possibile effettuare una stima con
servendosi di una correlazione. Le correlazioni per il BC1PC2 exp (C3+C4P)

502 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

C12,6, C21,187, C311,513 e C48,98 105 contenenti C7. In questa procedura, il coefficiente di
compressibilità è calcolato servendosi dell’equazione di
dove mo è la viscosità dell’olio in cP alla pressione P Dranchuk che, come detto, rappresenta in forma anali-
(espressa in psia) e Pb è la pressione di bolla in psia (Vaz- tica il grafico ottenuto da Standing e Katz. Per calcola-
quez e Beggs, 1980). re le proprietà pseudocritiche si propongono però le
seguenti correlazioni:
Proprietà dei gas K 2inf
T
Tpr1 con Tpc123
Tpc Jinf
Compressibilità
Standing e Katz (1942) hanno proposto un grafico P Tpc
che permette di stimare il coefficiente di compressibi- Ppr1 con Ppc12
Ppc Jinf
lità dei gas a partire dalle proprietà pseudoridotte (Tpr e
Ppr), stimate nel modo seguente: dove
T
   
Tpr 1 con TpcyiTc,i yiTc yiTc
Tpc Jinfa0 a1 123  a2 1233 
Pc H2 S Pc CO2

P
a 123
P 
 a y 12
Ppr 1 con Ppcyi Pc,i yiTc Tc
Ppc 3 4 i  a5(yi M)
c P
N2 c C1C6 C7

dove yi è la frazione molare del componente i nel gas, con a0=0,036983, a1=1,043902, a2=0,894942,
Tc,i e Pc,i sono la temperatura e la pressione critiche del a3=0,792231, a4=0,882295, a5=0,018637, e
componente i, Tpc e Ppc sono la temperatura e la pressio-
ne pseudocritiche del gas.
Il grafico è stato successivamente trasposto in forma
yiTc
Kinfb0 b1 12  
Pc0,5 H2S
 
yiTc
 b2 12
Pc0,5 CO2

di correlazione da Dranchuk (Dranchuk e Abou-Kassem,
1975; Danesh, 2003):
b 12
yT
3
P
  b y  12
i c
0,5 N2 P
T
4 i
c
0,5 C1C6

 b5(yiM) C7


C2 C3 C4 C5 C7 C8 c c
Z C11131415 rr C6112 rr2
Tpr Tpr Tpr Tpr Tpr Tpr
con b00,7765003, b11,0695317, b20,9850308,
rr2 b30,8617653, b41,0127054, b50,4014645. In que-

C7 C8
C9 112 rr5C10(1C11rr2) 13 3 exp C11rr2 1 ste espressioni yi rappresenta la frazione molare del com-
Tpr Tpr Tpr
ponente i e M il peso molecolare della frazione C7.
con C10,3265, C21,0700, C30,5339, C40,01569,
C50,05165, C60,5475, C70,7361, C8 0,1844, Fattore di volume
C90,1056, C100,6134, C110,7210. Come per l’olio, il fattore di volume del gas Bg è
La densità ridotta del gas è calcolata secondo: dato dal rapporto tra il volume d’olio nelle condizioni
0,27Ppr di giacimento e quello a condizioni standard:
rr1123
ZTpr VP,T
Bg12
Per risolvere questo sistema di equazioni si può appli- VSC
care una tecnica iterativa del tipo Newton-Raphson, usan-
ZnRT
do come valore iniziale Z1. Le correlazioni stabilite 112
P PSC 12
ZT
per i gas idrocarburici devono essere corrette quando si Bg 11211 12
ZSC nRT SC TSC P
ha a che fare con gas contenenti componenti non idro- 1111
PSC
carburici quali N2, CO2 e H2S. Ahmed (1989) propone
alcune correzioni. dove ZSC, fattore di compressibilità in condizioni stan-
Takacs (1976) ha valutato i risultati di otto correla- dard, è uguale a 1 e PSC e TSC sono rispettivamente la pres-
zioni; qui di seguito viene presentata quella più sempli- sione e la temperatura standard °F.
ce da utilizzare:

 
Ppr Ppr Viscosità
Z1 12 0,367487580,04188423 12
Tpr Tpr Correlazione di Lee. In Lee et al. (1996) è presen-
tata una correlazione semiempirica per calcolare la
Correlazione di Elsharkawy. Recentemente Elshar- viscosità, µg, dei gas naturali:
kawy (2004) ha proposto una correlazione che permet-
te di calcolare il coefficiente di compressibilità dei gas µg104D1exp(D2rgD3)

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 503


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

con componenti dei gas possono cristallizzare e formare una


fase solida, gli idrati, in grado di creare seri problemi di
(9,3790,01607 M)T 1,5
D1111111111 sicurezza e condurre fino all’otturazione delle condotte.
209,219,26 MT
Quando le condizioni di produzione sono compatibili con
986,4 la zona di stabilità termodinamica degli idrati, occorre effet-
D23,44811230,01009 M tuare adeguate ricerche e porre in atto le misure necessa-
T
rie, sia per evitare la formazione di queste sostanze, sia per
D32,4470,224 D2 tenerle sotto controllo (Sloan, 1990a, 1990b).
Infine, può succedere a volte che l’acqua formi un’e-
dove rg è la densità del gas alla temperatura e alla pres- mulsione con l’olio. In questi casi, è necessario effet-
sione di giacimento in g/cm3, T la temperatura di giaci- tuare esami sistematici di laboratorio per verificare la
mento in °R, M il peso molecolare medio del gas in g/mol. stabilità dell’emulsione per assicurarsi che sia possibile
separare l’olio dall’acqua. Quando la separazione per
Correlazione di Elsharkawy. La correlazione di Lee semplice decantazione si rivela impossibile, si ricorre ad
è stata modificata da Elsharkawy (2004) per tenere conto additivi chimici per facilitare la rottura dell’emulsione.
della frazione pesante dei gas, dell’H2S e del CO2. Le
correzioni da apportare all’espressione di Lee sono cal- Campionamento
colate nel modo seguente: La composizione dell’acqua varia con la profondità,
ma può anche variare lateralmente in funzione dei diffe-
DmgyH S [3,2268103loggg2,1479103]
2 renti apporti. È importante quindi prelevare campioni d’ac-
DmgyCO [6,4366103loggg6,7255103] qua in punti diversi in modo da ricostruire la storia del gia-
2

DmgyC [3,2875101loggg1,2885101] cimento. Come nel caso dei fluidi di giacimento, è impor-
7 tante lasciar spurgare a lungo il pozzo prima di effettuare
dove y è la frazione molare del componente nel gas e gg il campionamento, in modo da non inquinare i campioni
la densità del gas relativa all’aria. con i fluidi di perforazione. Il tipo di prelievo varia in fun-
zione del tipo di analisi che si intende condurre. Se lo scopo
è quello di conoscere la quantità e la composizione dei gas
4.2.9 Le acque di giacimento disciolti nell’acqua, è necessario effettuare il prelievo a testa
pozzo, in modo da evitare l’espansione dell’acqua con con-
Nei giacimenti, l’acqua è sistematicamente associata agli seguente perdita del gas. Se invece si vogliono conoscere
idrocarburi (v. anche cap. 1.1). Essa è presente sia in proprietà quali il pH, il potenziale di ossidoriduzione (redox)
equilibrio nel giacimento, all’inizio della messa in pro- oppure le quantità di ossigeno o di CO2 disciolte nell’ac-
duzione, sia nel corso dello sfruttamento; è prodotta con- qua, è necessario servirsi di un analizzatore mobile che per-
temporaneamente agli idrocarburi e la sua produzione mette di effettuare l’analisi sul posto, evitando il trasporto
aumenta con il passare del tempo. Verso la fine della vita dei campioni. In alcuni casi, si procede a un’analisi isoto-
produttiva di un giacimento, la produzione di acqua può pica dell’acqua anche per determinarne l’origine.
superare quella dell’olio.
L’acqua di giacimento può essere interstiziale, cioè occu- Salinità
pare la frazione del volume poroso che non è occupata dal La salinità delle acque di giacimento è estremamen-
greggio; quando invece la totalità del volume poroso è occu- te variabile: si può andare da un’acqua quasi dolce ad
pata dall’acqua, si ha a che fare con un acquifero. acque salate, che possono contenere (Gravier, 1986) fino
La conoscenza delle proprietà dell’acqua permette di a 400 g di sale per litro (v. anche cap. 1.1). In linea gene-
localizzare la zona dove essa è presente in modo continuo, rale, la salinità dell’acqua aumenta con la profondità. I
di definire la frazione di pori che essa occupa e di preve- principali cationi presenti nelle acque di giacimento sono
derne i movimenti all’interno del reservoir. L’analisi delle il sodio (Na), il potassio (K), il calcio (Ca2), il magne-
acque di giacimento consente inoltre di individuare sia gli sio (Mg2), il bario (Ba2) e, in quantità minori, lo stron-
eventuali problemi di depositi nel pozzo o nelle installa- zio (Sr2+). A volte si rileva anche la presenza di litio (Li),
zioni di superficie durante la produzione, sia i problemi di cesio (Cs), rubidio (Rb) e di ioni ammonio (NH 4 ).
corrosione, nonché di dimensionare gli impianti di super- Inoltre, sono rintracciabili alcuni metalli, come l’allumi-
ficie. Se si decide di fare ricorso a iniezioni di acqua per nio, il ferro e il manganese. Per quanto riguarda gli anio-
mantenere la pressione di giacimento, è assolutamente ni, i principali sono i cloruri (Cl), i solfati (SO42), gli
necessario verificare che non vi siano incompatibilità tra idrogenocarbonati o bicarbonati (HCO3), i carbonati
l’acqua di giacimento e quella che si vuole iniettare, per (CO32) e gli ioni S2 e, più raramente, i nitrati (NO3),
evitare la formazione di depositi solidi. In determinate gli ioni bromuri (Br), i tiosolfati (S2O32), i fosfati
condizioni di pressione e di temperatura, l’acqua e alcuni (PO43) e i silicati (SiO32). La composizione dell’acqua

504 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROPRIETÀ DEI FLUIDI PETROLIFERI

può essere descritta in termini di prima e seconda sali- dove S è la salinità espressa in percentuale di peso, T è
nità e di prima e seconda alcalinità. La prima salinità fa la temperatura espressa in °F e il GWR è espresso in
riferimento ai sali NaCl e Na2SO4, la seconda a CaCl2, sft3/stb.
MgCl2, CaSO4 e MgSO4. La prima alcalinità riguarda
principalmente CaCO3, Ca(HCO3)2, MgCO3 e Mg(HCO3)2 Fattore di volume
(Koederitz et al., 1989). La composizione delle acque Il fattore di volume (Bw) dell’acqua può essere cal-
varia secondo la loro origine (acque marine o acque meteo- colato servendosi della correlazione proposta da McCain:
riche). L’acqua di mare è caratterizzata da un elevato teno-
Bw(1DVwP)(1DVwT)
re di cloruro, da una debole concentrazione di fosfati e
dalla presenza di iodio. Le acque di origine meteorica dove DVwP e DVwT rappresentano le variazioni di volu-
sono ricche di ossigeno (spesso sotto forma di CO2) e me dovute rispettivamente alla pressione e alla tem-
danno luogo alla formazione di solfati in seguito alla rea- peratura, che si possono graficamente esprimere nel
zione dell’ossigeno, nonché a carbonati e idrogeno car- modo seguente:
bonati legati all’azione del CO2. I componenti alcalino-
terrosi prevalgono sugli alcalini e vi è una scarsa con- DVwP(3,589221071,95301109T )P
centrazione di sali minerali. La salinità dell’acqua è (2,2534110101,728341013T )P2
espressa in genere in g/l e corrisponde alla quantità di sali e
disciolta in un litro d’acqua. L’analisi dell’acqua è utiliz- DVwT1,00011021,33391104T 
zata per l’interpretazione dei well logging, per il tratta-
5,50654107T 2
mento delle acque e per l’impatto ambientale.
Questa correlazione è valida per temperature infe-
Solubilità dei gas nell’acqua riori a 400 K e per pressioni inferiori a 31 MPa.
I gas sono facilmente solubili in acqua; il loro grado
di solubilità dipende dalla temperatura, dalla pressione Compressibilità
e dalla concentrazione salina. La solubilità dei gas nelle Correlazione di Meehan. Secondo Danesh (2003) è
acque salate è inferiore a quella nell’acqua pura. Il punto possibile calcolare la compressibilità dell’acqua ser-
di bolla dell’acqua di giacimento è lo stesso di quello del vendosi della correlazione proposta da Meehan (1980).
fluido in equilibrio con l’acqua nel giacimento. Il rap- In questo metodo, si calcola dapprima il coefficiente di
porto gas/acqua (GWR, Gas/Water Ratio) può essere cal- compressibilità dell’acqua senza tenere conto della quan-
colato servendosi di una correlazione, come quella pro- tità di gas disciolto (Cwf):
posta da McCain (1991), che permette di stimare il GWR
Cwf106(C0C1TC2T 2)
per l’acqua pura e poi aggiunge una correzione per tene-
re conto della salinità dell’acqua: dove Cwf è espresso in psi1, T in °F e i coefficienti Ci
dipendono dalla pressione secondo le relazioni:
GWRacqua puraABPCP 2
C03,85460,000134P
dove il GWR è espresso in sft3/stb, P in psia e T in °F, con
C10,010524,77107P
A8,158396,12265102T
C23,92671058,81010P
1,91663104T 22,1654107T 3
con la pressione P espressa in psia.
B1,010211027,44241105T Successivamente si prende in considerazione il gas
3,05553107T 22,948831010T 3 disciolto utilizzando la seguente relazione:
CwCwf (18,9103GWR)
C107(9,025050,130237T
8,53425104T 22,34122106T 3 dove il GWR è espresso in sft3/stb.
2,37049109T 4) Correlazione di Osif. Osif (1988) ha proposto una
differente correlazione per stimare la compressibilità del-
Questa equazione è stata ottenuta per interpolazione l’acqua:
di una correlazione presentata da Culberson e McKetta
1
(1951) in forma grafica ed è utilizzabile tra 310 e 444 K Cw111111111111111223
e tra 7 e 70 MPa. Essa viene poi corretta nel seguente 7,033 P541,5 S537,0 T403,30010
modo per tenere conto della salinità dell’acqua:
dove S è la salinità espressa in g/l. Questa espressione è

GWRacqua salata
log 1211111
GWRacqua pura 0,0840655ST
0,285854
valida tra 366 K e 405 K, per pressioni comprese tra 7
MPa e 14 MPa e salinità fino a 200 g/l.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 505


CARATTERISTICHE DEI GIACIMENTI E RELATIVI STUDI

Densità pressione atmosferica, McCain ha proposto la seguen-


La densità dell’acqua salata (rw) dipende fortemen- te relazione:
te dalla salinità. È possibile valutarla a partire dalla den-
mw (1atm)AT B
sità dell’acqua nelle condizioni standard (rw(sc)) e dal
fattore di volume Bw (McCain, 1991) precedentemente dove
definito. Se si trascura la massa di gas disciolto nell’ac- A109,5748,40564 S0,313314 S 2
qua nelle condizioni di giacimento, la densità dell’acqua
8,72213103 S 3
salata nelle condizioni di giacimento si può scrivere in
questo modo: e
rw(SC) B1,121662,63951102S6,79461104S 2
rw11
Bw 5,47119105 S 31,55586106 S 4
dove rw(SC) è calcolato dall’espressione Questa correlazione può essere utilizzata tra 310 e
477 K e per salinità fino al 26% in peso. La viscosità
rw(SC)62,3680,43603S1,60074103S 2
ottenuta può essere successivamente corretta per mezzo
dove S è la salinità espressa in percentuale in peso e r è della seguente relazione, che consente di prendere in con-
espressa in lb/ft3. siderazione l’effetto della pressione:
Correlazione di Allen. Allen et al. (1970) hanno pro- mw (P)
posto un’altra correlazione per il calcolo della densità: 111 0,99944,0295105P
µw (1atm)
1 3,1062109P 2
13 A(T)PB(T)P2C (T )xD(T )x2E(T)
rw Questa equazione è valida tra 303 e 440 K e per pres-
1
xPF(T )x2PG(T )1xP2H(T) sioni inferiori a 70 MPa; µw(P) e µw(1atm) sono espressi in
2
cP, S in percentuale in peso, T in °F e P in psia.
dove la densità è espressa in g/cm3, la temperatura in K Correlazione di Kumagai. Nel quadro delle proce-
e la pressione in kg/cm2, e dove x è la frazione in peso dure di iniezione di CO2 nel giacimento sono state svi-
di NaCl in soluzione. Le funzioni della temperatura sono luppate alcune correlazioni specifiche che permettono
le seguenti: di calcolare la viscosità di un’acqua salata contenente
CO2. A titolo di esempio viene citata quella proposta da
A(T)5,9163650,01035794T  Kumagai (Kumagai e Yakoyama, 1999):
0,9270048105T 21127,522T 1
100674,1T 2 m(abT)MNaCl(cdT)M 1/2
NaCl(ef T)MCO2
2 i(P0,1)m
(ghT)M CO
B(T)0,52049141020,10482101104T  2 H2O(T,P0,1MPa)

0,8328532108T 21,1702939T 1 con


102,2783T 2 a3,85971 e8,79552
C (T)0,1185471070,65991431010T b1,3256110–2 f3,1722910–2
c5,37539 g7,22769
D(T)2,51660,0111766T 0,170552104T 2
d1,9062110–2 h2,6449810–2
E(T)2,848510,0154305T 0,223982104T 2 i1,6995610–3
F (T)0,00148140,82969105T  dove µ è espresso in mPa·s, T in K e P in MPa; MNaCl
0,12469107T 2 e M CO2 sono le molalità di NaCl e CO 2 espresse in
mol·kg1, mH2 O(T,P=0,1 MPa) è la viscosità dell’acqua alla
G(T)0,00271410,15391104T  temperatura T e alla pressione di 0,1 MPa.
0,22655107T 2

H(T)0,621581060,40075108T 
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508 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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