vapore
B Le miscele
Il comportamento di una miscela si può rappresen-
R tare su un diagramma pressione-volume (fig. 3) come
quello di un componente puro. Si osserva allora, par-
tendo dal punto I (posto a una temperatura inferiore alla
volume temperatura critica della miscela), e proseguendo verso
valori maggiori del volume, questa sequenza di feno-
fig. 3. Diagramma pressione-volume meni: a) una rapida diminuzione della pressione nella
di una miscela. fase liquida; b) la comparsa della prima bolla di vapore
fig. 4. Inviluppo di fase curva del punto di bolla curva del punto di rugiada
di una miscela.
A
cricondenbara Rs
pressione
liquido C
M
liquidovapore
Ri
cricondenterma
temperatura
al punto B, che rappresenta il punto di bolla; c) l’aumento equilibrio tra queste due fasi. I fluidi di giacimento con-
del volume della fase gassosa e la diminuzione del volu- tengono una vasta gamma di composti aventi un nume-
me della fase liquida (ma in questo caso la pressione, ro di atomi di carbonio molto variabile. I più leggeri sono
anziché rimanere costante, continua a diminuire duran- gassosi alle condizioni ambiente (CO2, N2, CH4) men-
te il cambiamento di fase); d) la scomparsa dell’ultima tre i più pesanti, che contengono diverse centinaia di
goccia di liquido al punto R (punto di rugiada); e) la lenta atomi di carbonio, sono quasi solidi. Nel greggio sono
diminuzione della pressione oltre il punto R, dove tutta anche presenti composti solforati (principalmente sol-
la miscela è allo stato gassoso. furo di idrogeno e mercaptani) che causano problemi di
Se si rappresenta il comportamento di una miscela vario tipo, alcuni dei quali legati alla loro tossicità.
su un diagramma pressione-temperatura (fig. 4), vedia- Si possono rilevare inoltre la presenza di elio e di
mo apparire un campo bifasico e non semplicemente una metalli pesanti (mercurio, nichel e vanadio) nonché trac-
linea bifasica, come accade invece nel caso dei compo- ce di composti organometallici.
nenti puri. Le curve di bolla e di rugiada non coincido-
no più, ma si congiungono nel punto critico. Quest’ulti- Classificazione dei giacimenti
mo può collocarsi sia a sinistra che a destra del massi- La classificazione dei fluidi di giacimento può esse-
mo della curva di saturazione e pertanto non corrisponde, re convenientemente formulata facendo riferimento alle
a differenza del caso dei componenti puri, alla pressio- caratteristiche degli inviluppi di fase (v. anche cap. 1.1).
ne e alla temperatura massime delle due fasi. Esiste infat- I fluidi petroliferi sono classificati in genere in due gran-
ti una pressione, superiore alla pressione critica, fino alla di famiglie, a seconda che la temperatura di giacimento
quale le due fasi possono coesistere. Questa pressione è sia inferiore o superiore alla temperatura critica del flui-
chiamata cricondenbara. Allo stesso modo, la cricon- do (fig. 5).
denterma corrisponde alla temperatura massima oltre la Con il termine olio si indicano tutti i fluidi di giaci-
quale le due fasi non possono coesistere. mento la cui temperatura critica è maggiore della tempe-
Se la cricondenterma è superiore alla temperatura ratura di giacimento, con il termine gas tutti quelli la cui
critica della miscela, decomprimendo il fluido a partire temperatura critica è minore di quella del giacimento.
dal punto A, si supera la curva di rugiada nel punto di Gli oli hanno la caratteristica di liberare una certa
rugiada superiore (Rs), dove si manifesta la prima goc- quantità di gas, a partire dal loro punto di bolla, quando
cia di liquido. Proseguendo nella decompressione, il volu-
me di liquido aumenta, passando per un massimo (punto
M) per poi diminuire fino ad annullarsi al punto di rugia- curva del punto di bolla curva del punto di rugiada
da inferiore (Ri). Si tratta del fenomeno della condensa-
zione retrograda, che si incontra frequentemente nel caso C
pressione
gas a
dei fluidi di giacimento noti come gas a condensato. condensato
gas secco
olio
sono soggetti a un’espansione isoterma. A seconda che alla temperatura critica della miscela, ma può essere infe-
la pressione di giacimento sia superiore, inferiore o ugua- riore o superiore alla cricondenterma (Tmax in fig. 5).
le alla pressione di bolla, si parlerà di olio sottosaturo, Se la temperatura del giacimento (TR) è inferiore alla
soprasaturo o saturo. cricondenterma e superiore alla temperatura del punto cri-
A seconda del volume di gas liberato al momento tico, e se la pressione del giacimento (PR) è superiore o
dell’espansione, si parlerà di olio a debole o a forte con- uguale alla pressione di saturazione, allora il giacimento
trazione. La composizione del gas liberato durante l’e- contiene un gas a condensato. Un’espansione isoterma di
spansione permette un’ulteriore distinzione. Un olio a tale gas (fig. 6) condurrà, a partire dalla sua pressione di
debole contrazione libera una piccola quantità di gas, saturazione (punto di rugiada superiore Rs), alla forma-
che sarà di norma gas secco. Un olio a forte contrazio- zione di una fase liquida. Con la diminuzione della pres-
ne (od olio volatile) libera una grande quantità di gas, sione, il volume di questa fase liquida aumenterà fino a
che contiene in genere dei componenti che condensano raggiungere un massimo (M), per annullarsi in seguito al
alle condizioni di superficie. Si può sospettare la pre- punto di rugiada inferiore (Ri). Si tratta del già citato feno-
senza di un olio volatile quando il rapporto in volume meno della condensazione retrograda. Nel caso di un com-
gas/olio (GOR, Gas/Oil Ratio) è maggiore di 200-300 e ponente puro, questo fenomeno non si verifica. L’espan-
la densità dell’olio è superiore a 40 °API. sione isoterma della fase gassosa non dà mai origine a una
I gas possono essere classificati in tre sottofamiglie. fase liquida, ma determina invece la vaporizzazione di
In tutti i casi, la temperatura del giacimento è superiore quest’ultima. Tale comportamento si osserva anche nei
gas a condensato, ma solo proseguendo l’espansione oltre
il punto M. La differenza principale tra un olio volatile e
curva del punto di bolla curva del punto di rugiada un gas a condensato risiede nella natura della frazione
PR pesante. La massa molare e la quantità della frazione C7
condizioni del giacimento
Rs di un olio volatile sono più elevate di quelle di un gas a
C
condensato; in linea generale si può affermare che rara-
pressione
PR condizioni del giacimento La formazione del petrolio a partire dalla materia orga-
nica è oggetto di numerose ipotesi, che convergono tutte
su un punto: la composizione di un fluido di giacimen-
pressione
fenomeni di variazione di composizione verticale e late- alla gravità in assenza di gradienti di temperatura. In que-
rale (Hamoodi e Abed, 1994; Hamoodi et al., 1996). È ste condizioni, i componenti più pesanti si trovano nella
noto il caso di un giacimento di Abu Dhabi in cui la fra- parte bassa del serbatoio e i più leggeri in alto. Schulte
zione di H2S varia lateralmente dall’1% al 12%, benché (1980) e Montel (1993) hanno proposto una modellizza-
la comunicazione all’interno del giacimento sia eccellen- zione di questo fenomeno basata sulle equazioni di stato.
te e quindi il fenomeno non possa essere attribuito alla Tuttavia, la valutazione di questi fenomeni è molto com-
compartimentazione del serbatoio (Firoozabadi et al., plessa e non si conoscono esattamente gli effetti della loro
1996), come anche quello di un giacimento del Mare del influenza reciproca. Per esempio alcuni autori (Holt et al.,
Nord nel quale la concentrazione di metano varia dal 55% 1983) sostengono che l’effetto termico può essere dello
al 73% lungo un intervallo di profondità di 81 m (Dane- stesso ordine di grandezza di quello gravitazionale e che
sh, 2003). Queste variazioni sono particolarmente sensi- entrambi agiscono nella stessa direzione, mentre altri ricer-
bili nel caso degli oli volatili e dei fluidi contenenti asfal- catori sono giunti alla conclusione opposta (Ghorayeb e
teni. La mancata valutazione di tali effetti nel corso dello Firoozabadi, 2001).
studio per lo sviluppo del giacimento può condurre a con- In ogni caso, è certo che le variazioni laterali e verti-
siderevoli errori nella stima delle proprietà dei fluidi, del cali della composizione possono essere significative (soprat-
volume di idrocarburi in posto e del fattore di recupero. tutto nel caso degli oli volatili e dei gas a condensato) e
Il margine di errore può raggiungere il 50% del volume che è indispensabile prenderle in considerazione nello stu-
di condensato in posto e il 20% del volume di gas nel caso dio di giacimento per lo sviluppo di un campo petrolife-
di un gas a condensato. Analogamente, la stima della pro- ro. Poiché i fattori responsabili di queste variazioni di com-
duzione cumulativa può risultare sottovalutata o soprav- posizione sono molteplici e difficilmente integrabili in un
valutata di oltre il 20% (Jaramillo, 2001). modello, è importante disporre di campioni prelevati in
Le cause di queste eterogeneità sono molteplici. Esse pozzi diversi, allo scopo di calibrare i modelli.
possono dipendere da fenomeni di tipo termodinamico,
dalle caratteristiche del giacimento o dai fenomeni di gene-
si, migrazione e accumulo degli idrocarburi. I processi di 4.2.5 Campionamento
tipo termodinamico che concorrono a creare le eterogenità
sono la segregazione gravitazionale, la diffusione termica, Una buona conoscenza del comportamento termodina-
causata dal gradiente termico, e la convezione naturale, mico del fluido richiede il prelievo di campioni rappre-
mentre la diffusione molecolare, dovuta ai gradienti di con- sentativi dei fluidi di giacimento. Gli esami condotti su
centrazione, tende a omogeneizzare il fluido. Per quanto questi campioni servono a calcolare le riserve in posto,
riguarda il giacimento, le caratteristiche suscettibili di pro- alle operazioni di calcolo del flusso nel mezzo poroso non-
vocare distribuzioni eterogenee sono le variazioni di per- ché alla definizione e al dimensionamento degli impian-
meabilità e di porosità, le differenze di bagnabilità e più in ti di superficie e di uno schema di sviluppo che consenta
generale tutte le eterogeneità del reservoir. Infine, le dif- di ottimizzare il recupero del fluido. La necessità di dispor-
ferenze tra le rocce madri e tra i processi di maturazione, re di campioni rappresentativi appare ancor più fonda-
come pure i fenomeni di biodegradazione e di precipita- mentale, se si tiene conto dei costi necessari per la defi-
zione degli asfalteni o delle resine, possono contribuire a nizione del processo, soprattutto nel caso di giacimenti
una distribuzione eterogenea dei fluidi di giacimento. offshore. Gli esami devono permettere anche di indivi-
Tutti questi fenomeni sono molto complessi da descri- duare comportamenti quali la precipitazione di asfalteni
vere mediante modelli. Per questo è importante dispor- e di paraffine o la formazione di idrati.
re di campioni prelevati in pozzi diversi, distribuiti sul- Le quantità di fluido necessarie variano secondo il tipo
l’intera area del giacimento. di analisi che si intende effettuare in laboratorio. Per esem-
Per quanto riguarda i fenomeni di tipo termodinami- pio, se si vuole realizzare una classica analisi PVT (Pres-
co, il gradiente termico verticale che si riscontra nella sione-Volume-Temperatura) sarà sufficiente una quantità
maggior parte dei giacimenti induce processi di diffusio- modesta di fluido, tanto più che le moderne apparecchia-
ne ma non necessariamente di convezione (Firoozabadi ture per queste analisi sono in grado di operare a partire
et al., 1996). Al contrario, un gradiente termico laterale da campioni sempre più ridotti. Se invece si devono effet-
(quale si osserva in alcuni giacimenti) può indurre con- tuare studi di caratterizzazione (analitici e/o termodina-
temporaneamente fenomeni di convezione e di diffusio- mici) più approfonditi, occorrerà prelevare quantitativi più
ne termica. La costruzione di un modello che tenga conto consistenti. Questo è particolarmente vero nel caso in cui
di questi fenomeni è complessa e, per quanto ne sappia- si desideri caratterizzare in modo accurato la frazione
mo, non si riesce mai a prenderli tutti in considerazione. pesante del fluido. Se si tratta di un gas a condensato, in
Gli effetti più importanti sono quelli legati alla gravità e cui la proporzione della frazione pesante è relativamente
Gibbs (1961) ha proposto un modello matematico che bassa, sarà necessario prelevare quantità significative di
consente di valutare il gradiente di composizione legato fluido per realizzare un’analisi precisa del condensato.
Anche nel caso di oli contenenti asfalteni o paraffine pesan- quando questo tipo di campionamento è l’unico possibi-
ti, per effettuare la caratterizzazione della frazione più le (nel caso che la pressione del giacimento corrisponda
pesante saranno necessarie quantità adeguate di liquido. alla pressione di saturazione o che la pressione dinami-
La scelta di un tipo di campionamento avviene dunque in ca, o in erogazione, nel pozzo sia inferiore a questa stes-
funzione del fluido, dell’equipaggiamento disponibile al sa pressione di saturazione) si tenta di realizzare, nel
pozzo, degli impianti di produzione in superficie e del tipo pozzo, condizioni tali da permettere la raccolta di un cam-
di esame che si desidera condurre. pione che abbia caratteristiche il più possibile simili a
Esistono due tipi di campionamento: il campiona- quelle del fluido di giacimento, riducendo la portata di
mento di fondo (monofasico) e quello di superficie. Il produzione del pozzo.
campionamento dei fluidi di superficie avviene gene- È importante selezionare opportunamente il pozzo in
ralmente al separatore. Quando le condizioni di testa cui sarà effettuato il campionamento. Esso deve trovarsi in
pozzo fanno sì che il fluido sia monofasico, si possono una zona del giacimento in cui l’abbassamento di pressio-
effettuare i prelievi a testa pozzo. Qualora siano neces- ne sia ridotto al minimo e deve avere una buona produtti-
sarie grandi quantità di fluido, si possono prelevare cam- vità, in modo da mantenere una pressione sufficiente nella
pioni di liquido di stoccaggio. Le proprietà dell’olio di zona circostante al pozzo ed evitare il passaggio alla con-
stoccaggio sono utilizzate per lo studio dei rischi di depo- dizione bifasica. Inoltre, per ridurre l’inquinamento del
siti durante il trasporto, per effettuare misurazioni in campione, il pozzo non deve produrre acqua e deve esse-
ambiente poroso, lo studio del trattamento delle emul- re adeguatamente spurgato (cioè fatto erogare per un tempo
sioni, della deidratazione e della desalinizzazione. sufficientemente lungo) per evitare ogni contaminazione,
Infine, si prelevano anche campioni dell’acqua di per esempio, da parte del fluido di perforazione. Infine, il
giacimento. La conoscenza delle sue proprietà è neces- pozzo deve essere collegato a un separatore collocato il più
saria per l’interpretazione del well logging, per definire vicino possibile alla testa pozzo per evitare perturbazioni
le modalità di produzione e di processo, per verificarne e tempi di stabilizzazione eccessivi. La scelta del pozzo è
la compatibilità con un’eventuale acqua di iniezione e effettuata sulla base dell’analisi della storia passata di pro-
per gli studi sulla corrosione. Benché sia spesso trascu- duzione, per assicurarsi, in particolare, che il GOR del flui-
rato, l’esame dell’acqua è importante: non bisogna dimen- do prodotto in superficie rimanga costante nel tempo, così
ticare, infatti, che tutti i pozzi producono acqua dopo un da garantire una produzione monofasica. Prima del cam-
tempo più o meno lungo. Verso la fine della vita del gia- pionamento, occorre stabilizzare la portata del pozzo per
cimento, la produzione di acqua può assumere dimen- il tempo necessario a far sì che il GOR in superficie risul-
sioni anche più consistenti della produzione di olio. ti stabile. Il tempo di stabilizzazione può variare molto (da
Poiché l’obiettivo del campionamento è quello di alcune ore a diversi giorni). Il GOR al separatore deve rima-
ottenere un campione rappresentativo del fluido inizial- nere costante tra due riduzioni della portata, per essere sicu-
mente in posto, è indispensabile effettuare il prelievo ri che lo strato produca effettivamente in monofase.
prima che la pressione del giacimento abbia raggiunto Nel caso di prelievo in un pozzo a gas, la portata deve
la pressione di saturazione. Al di sotto di questa soglia, essere sufficiente a evitare accumuli di liquido alla base
nel caso di un olio volatile o di un gas a condensato, del tubing.
diventa quasi impossibile ottenere, sia con un campio- I prelievi di fondo si effettuano per mezzo di appo-
namento in superficie che a fondo pozzo, un fluido rap- siti strumenti (campionatori) che vengono calati nel pozzo
presentativo della miscela di giacimento originaria. e variano secondo il tipo di equipaggiamento del pozzo
stesso; essi possono essere effettuati:
Campionamento di fondo • durante la perforazione; in questo caso i campiona-
Per questo tipo di campionamento si utilizzano spe- tori sono fissati assieme ad altre apparecchiature all’e-
ciali apparecchiature che vengono calate nel pozzo. In stremità delle aste di perforazione. Gli apparecchi più
genere il prelievo si effettua durante i test di produzione, recenti consentono di ottenere campioni di buona qua-
prima della messa in produzione. Il campionamento di lità con questo tipo di procedura (open hole sampling).
fondo è consigliabile nei casi di oli sottosaturi, di fluidi Questa forma di campionamento è sempre più diffu-
in prossimità del punto critico e di gas a condensato ric- sa, soprattutto nei giacimenti offshore, perché con-
chi. La possibilità di mantenere i campioni monofasici sente un grande risparmio di tempo e una corrispon-
fino all’analisi in laboratorio permette di evitare la pre- dente riduzione dei costi. Le apparecchiature utiliz-
cipitazione di asfalteni, la cui ridissoluzione è sempre zate permettono un buon controllo del campionamento.
problematica. Il campionamento di fondo può essere effet- In particolare, misurazioni a raggi infrarossi permet-
tuato solo nel caso in cui la pressione nel pozzo sia mag- tono di controllare che il campione non sia troppo
giore della pressione di saturazione del fluido. In caso inquinato dall’acqua o dal fango di perforazione. Sono
contrario, il campione prelevato non sarà rappresentati- in corso di perfezionamento apparecchi che consen-
vo del fluido di giacimento originario. Malgrado tutto, tono di misurare la viscosità e la densità del fluido e
di prelevare campioni a diversi livelli per individua- questa tecnica è l’unica che consenta di ottenere campio-
re le eterogeneità nella composizione; ni non contaminati da additivi anti-idrati. I campioni di
• nei pozzi già completati con tubing di produzione; questo tipo sono anche i più indicati per lo studio dei flui-
in questo caso il campionatore viene generalmente di contenenti asfalteni, la cui ridissoluzione rimane tutto-
calato sul fondo per mezzo di un cavo. ra molto difficile e controversa. Per contro, a causa dello
Questi apparecchi raccolgono una certa quantità di scarso volume ottenibile (in genere inferiore a un litro),
fluido (di solito tra 500 e 1.000 cm3 secondo il modello) questa tecnica non consente di effettuare studi approfon-
prima di essere riportati in superficie. I campioni vengo- diti, in particolare sulla frazione liquida di un gas a con-
no quindi trasferiti in appositi contenitori che assicurano densato. Nel caso di oli saturi e di gas a condensato pove-
una totale sicurezza durante il trasporto. Il fluido è tra- ri, è preferibile ricorrere al campionamento di superficie.
sferito in condizioni isobare dopo essere stato riportato
allo stato monofasico se, durante i cambiamenti di pres- Campionamenti di superficie
sione e di temperatura legati alla risalita in superficie del In superficie i prelievi possono essere effettuati diret-
campionatore, è stata raggiunta la pressione di saturazio- tamente a testa pozzo (se il campione si trova ancora allo
ne. Esistono attualmente campionatori di un nuovo tipo stato monofasico) o, più comunemente, al separatore.
(SPMC, Single Phase Multisample Chamber) che per- Questa tecnica può essere utilizzata per gli oli e per i gas
mettono di conservare il campione a una pressione supe- a condensato, e in particolare quando i fluidi hanno rag-
riore a quella di saturazione del fluido nonostante la dimi- giunto la saturazione o vi sono vicini, oppure quando il
nuzione di temperatura causata dalla sua risalita in super- pozzo produce grandi quantità di acqua. Al contrario,
ficie. Per conservare la pressione (fig. 9) si utilizza una l’uso di questa tecnica è sconsigliabile quando vi sia il
camera d’azoto o un sistema di doppi pistoni che per- sospetto di problemi legati alla cristallizzazione di paraf-
mettono, in una prima fase, di comprimere il campione fine o alla precipitazione di asfalteni. Il campionamen-
dalle condizioni iniziali di giacimento (punto A) a una to al separatore consiste nel prelevare un campione di
pressione superiore a quella di prelievo (punto B) e in gas e uno di liquido. I due prelievi devono essere effet-
seguito di limitare il calo di pressione causato dalla risa- tuati contemporaneamente e il tempo di campionamen-
lita (punto D). È stato prodotto un campionatore in grado to deve essere maggiore del tempo di permanenza nel
di evitare simultaneamente la diminuzione della pressio- separatore. Se esistono più separatori, il prelievo sarà
ne e della temperatura, eliminando ogni modifica delle effettuato preferibilmente al primo stadio di separazio-
condizioni di temperatura e di pressione nel corso della ne, per evitare l’accumularsi di errori. I due fluidi, gas e
risalita in superficie del campione. Dopo il trasferimen- liquido, vengono successivamente ricombinati in labo-
to, in genere si fa espandere il campione a una pressione ratorio in modo da sintetizzare un fluido che sia rappre-
inferiore a quella di saturazione in modo da creare una sentativo di quello di giacimento. Qualora si conosca con
cappa di gas che ne consenta il trasporto in totale sicu- esattezza la pressione di saturazione del fluido di giaci-
rezza. Giunti in laboratorio, i campioni vengono ricondi- mento, sarà preferibile effettuare la ricombinazione sulla
zionati per riportarli alle condizioni di campionamento. base della pressione di bolla, piuttosto che sul GOR
Il prelievo di fondo è quello che consente di ottenere (Danesh, 2003). La maggiore difficoltà di questo tipo di
i campioni più rappresentativi, a condizione che il fluido campionamento, che presuppone l’esistenza di un sepa-
sia monofasico al momento del prelievo. In particolare, ratore, consiste principalmente nella misurazione delle
rispettive portate del gas e del liquido. Inoltre, trovan-
dosi la fase gassosa al punto di rugiada e la fase liquida
B
al punto di bolla, la minima variazione delle condizioni
di pressione e di temperatura durante il campionamen-
to può causare il passaggio allo stato bifasico. In questo
D
caso, i fluidi rischiano di non essere più rappresentativi.
Tuttavia il vantaggio di questo tipo di campionamento è
pressione
nel tubing (se la pressione nel tubing è inferiore alla pres- tipo di fluido esaminato, le misurazioni effettuate sono
sione di saturazione) e che le portate del gas e del liqui- leggermente diverse, come illustrato più avanti.
do, al separatore, siano misurate con la massima preci- Per essere utili, questi studi devono essere effettuati su
sione. campioni di fluido rappresentativi del fluido di giacimento.
Le misurazioni da effettuare nel corso del campio- Si possono utilizzare sia campioni di fondo, sia campio-
namento sono le seguenti: portate del gas e del liquido ni ricombinati a partire dai fluidi ottenuti dal separatore.
al separatore; pressione e temperatura del prelievo; den- In ogni caso è indispensabile assicurarsi, prima di inizia-
sità del gas al separatore e densità dell’olio alle condizio- re l’analisi, che il campione sia di buona qualità. Nel caso
ni standard. di campioni prelevati dal separatore, è preferibile, prima
Esistono vari metodi di prelievo del gas e del liquido di effettuare la ricombinazione, assicurarsi che la pres-
ai separatori. Il gas può essere trasferito in un contenito- sione di saturazione dell’olio corrisponda effettivamente
re già sotto vuoto, per spiazzamento di un liquido (il con- alla pressione del separatore. Quanto al gas proveniente
tenitore può essere pieno, per esempio, di acqua) o per dal separatore, è necessario riscaldarlo a una temperatu-
spiazzamento di un gas. Negli ultimi due casi, è opportu- ra superiore a quella del separatore in modo da evitare
no usare grandi volumi di gas in modo da evitare il rischio ogni condensazione. La pressione al momento dell’aper-
di contaminazioni. tura della bombola che contiene il gas deve essere confor-
Per quanto riguarda il liquido, si procede sia per spiaz- me alla pressione di chiusura al momento del campiona-
zamento di un liquido (avendo cura che il liquido scelto non mento. Un parametro importante per verificare la rap-
sia miscibile con quello prelevato né reagisca in alcun modo presentatività di un campione è fornito dall’analisi del gas
con esso), sia per spiazzamento in equilibrio con il gas al ottenuto dal separatore (Williams, 1994). La ricombina-
separatore (in questo caso la bombola è riempita in prece- zione tra il gas e l’olio deve essere effettuata nelle pro-
denza di gas al separatore), sia per spiazzamento di aria. porzioni delle rispettive portate misurate al separatore, in
modo da riprodurre la pressione di saturazione del fluido
di giacimento. Nel caso in cui non ci siano dubbi riguar-
4.2.6 Analisi PVT do alla pressione di saturazione del fluido di giacimento,
(procedure di laboratorio è più importante tenere conto di questo parametro rispet-
e parametri misurati) to al GOR misurato al separatore.
B
288,15PVg (P,T)
pressione
C Z 1111111123
PatmTV (SC)
D
• per i liquidi residui, a ogni valore di pressione, i volu-
E
mi relativi VR, il fattore volumetrico Bo, la densità r,
TR il gas disciolto RS, secondo le seguenti definizioni:
temperatura
Vo (P,T)
fig. 11. Inviluppo di fase dei liquidi in VR 11133
equilibrio durante uno studio differenziale. Vo (Pb ,T)
dimensionare gli impianti di superficie che garantiran- binario kij, che di solito viene determinato minimizzando
no un recupero ottimale della fase liquida. Le prove di la differenza tra i dati calcolati e i dati sperimentali per le
laboratorio forniscono utili informazioni sul comporta- miscele binarie. Oggi si possono anche utilizzare dati pseu-
mento termodinamico dei fluidi di giacimento, ma pur- dosperimentali calcolati mediante modellizzazione mole-
troppo sono lunghe e costose, e non si possono effettuare colare, soprattutto quando è necessario caratterizzare i com-
per tutte le condizioni che si verificano durante la vita ponenti pesanti, per i quali i dati disponibili sono scarsi, o
produttiva di un giacimento. Gli studi sperimentali ven- i componenti tossici (Delhommelle et al., 1999). La lette-
gono dunque utilizzati per calibrare i modelli termodi- ratura offre del resto molte pubblicazioni in cui si posso-
namici integrati nei simulatori di giacimento, di trasporto no trovare i kij per le equazioni di Peng-Robinson e Soave-
o di processo. I modelli si basano sia su alcune sempli- Redlich-Kwong (Vidal, 2003). Nel caso di miscele ad alto
ci leggi che consentono di calcolare i coefficienti di equi- contenuto di azoto o di biossido di carbonio è necessario
librio e le proprietà delle fasi, sia sull’impiego di equa- servirsi di correlazioni specifiche per i parametri d’inte-
zioni di stato. Per una trattazione dettagliata dell’appli- razione binari. Si possono citare a tale riguardo lo studio
cazione delle equazioni di stato ai fluidi petroliferi, v. di Moysan et al. (1986) per il biossido di carbonio e quel-
cap. 1.1. Di seguito saranno soltanto richiamati alcuni lo di Nishiumi et al. (1988) per l’azoto.
aspetti specifici di particolare interesse per i fluidi di gia-
cimento. Miscele con gas acidi, acqua e alcol
Se si passa a considerare sistemi contenenti, oltre agli
Calcolo dei parametri delle equazioni di stato idrocarburi, l’acqua, i gas acidi (H2S o CO2) o gli alcol
per sistemi a più componenti (questi ultimi vengono aggiunti per evitare la formazione
Le equazioni di stato usate per descrivere il com- di idrati), le regole di mescolamento classiche non con-
portamento dei fluidi di giacimento contengono diversi sentono di dare conto correttamente del comportamento
parametri che devono essere determinati o stimati. Per delle miscele. In questi casi, è consigliabile utilizzare le
esempio, due tra le equazioni di stato più usate in ambi- regole derivate dall’energia libera di eccesso (Huron e
to petrolifero sono l’equazione di Peng-Robinson e quel- Vidal, 1979).
la di Soave-Redlich-Kwong (v. anche cap. 1.1): Per quanto riguarda gli equilibri con l’acqua, si rive-
la a volte necessario prendere in considerazione la sali-
RT a nità dell’acqua, non contemplata dalle regole di mesco-
P 11 11111
Vb V 2bVb2
2
lamento precedentemente citate. In questo caso, per pres-
sioni elevate, si preferisce utilizzare un altro metodo
RT a (T) (Soreide e Whitson, 1992), che consiste in una modifi-
P 11 11111113 ca delle regole di mescolamento classiche associate all’e-
Vb (Vc) (Vb2c)
quazione di Peng-Robinson; tale metodo utilizza dei para-
che contengono i parametri a, b e c. Per i componenti metri di interazione differenti in fase idrocarburica e in
puri, questi parametri vengono calcolati a partire dalle fase liquida.
proprietà critiche o modificati in modo tale che l’equa- Nell’ambito del trasporto o del trattamento del gas,
zione simuli al meglio il comportamento del fluido. Nel quando le condizioni di pressione e di temperatura sono
caso delle miscele, si utilizzano delle regole specifiche tali da lasciar prevedere il rischio della formazione di idra-
(regole di mescolamento o di miscelazione) per calcola- ti durante il trasporto, si è soliti aggiungere degli additivi
re i parametri a partire da quelli dei componenti puri che che inibiscono tale processo. Le equazioni di stato classi-
compongono la miscela. Le classiche regole di mesco- che non consentono la descrizione degli equilibri di fase
lamento utilizzate per le equazioni di Peng-Robinson e in cui entrano in gioco questi componenti; attualmente si
Soave-Redlich-Kwong sono le seguenti: sta quindi cercando di sviluppare nuove equazioni deri-
a aij zi zj
vate dalla meccanica statistica (Kontogeorgis et al., 1999).
i j
b bi zi
Raggruppamento dei componenti
i L’applicazione delle equazioni di stato alle miscele
2323 presuppone la conoscenza della composizione della misce-
aij ai aj (1kij ) con kijkji la (componenti e concentrazione) nonché dei parametri
c ci zi fisico-chimici di ciascun componente (temperatura criti-
i ca TC, pressione critica PC e fattore acentrico w per le
dove zi e zj rappresentano la frazione molare dei compo- equazioni di Peng-Robinson e Soave-Redlich-Kwong; v.
nenti i e j nella miscela. In queste espressioni ai, bi e ci cap. 1.1).
rappresentano i parametri dei componenti puri. Il calcolo Come già detto, i fluidi di giacimento (gas o liquidi)
di aij richiede l’intervento di un parametro di interazione sono comunemente analizzati mediante cromatografia in
fase gassosa, e i metodi analitici attualmente utilizzati con- a titolo di esempio la correlazione di Twu (1984), che
sentono una conoscenza molto dettagliata della loro com- consente di esprimere TC, PC, VC e M in funzione di g0
posizione. Purtroppo, nella modellizzazione del compor- (densità relativa) e della temperatura di ebollizione Tb.
tamento del fluido in un simulatore di bacino o di giaci- La correlazione viene espressa utilizzando i quattro para-
mento, non è possibile prendere in considerazione metri seguenti:
singolarmente tutti i componenti, o i gruppi di compo-
nenti. I tempi di calcolo sono proporzionali al numero di TC0Tb 0,5332720,191017103Tb0,779681107Tb2
componenti e diventano ben presto incompatibili con le 1
0,9594681028
capacità degli attuali calcolatori. Per questa ragione, i flui- 0,2843761010Tb3111113
Tb13
di sono in genere rappresentati da alcuni pseudocompo-
nenti (da 3 a 10), ciascuno dei quali raccoglie un insieme VC01(0,4198690,505839a1,56436a3
di componenti. Esistono diversi metodi per raggruppare i
9481,7a14)8
componenti. Il più semplice consiste nel riunire tutti i com-
ponenti eluiti tra due n-paraffine nell’analisi gascromato- PC0(3,833541,19629a0,534,8888a
grafica; inoltre si possono raggruppare tutti i componen-
36,1952a2104,193a4)2
ti con lo stesso numero di atomi di carbonio. È anche pos-
sibile, per un dato numero di atomi di carbonio o un dato S 00,8435930,128624a3,36159a313749,5a12
intervallo di temperature di ebollizione, differenziare le
famiglie chimiche, giungendo così a un numero di pseu- con a1Tb/TC0, che permettono di valutare:
docomponenti più elevato. • il volume critico VC (in ft3/lb mol):
Infine, Montel e Gouel (1984) propongono di rag- (12fv ) 2
gruppare i componenti in uno spazio a 3 o 4 dimensio- VC VC0 11133
ni, rappresentate per esempio da temperatura e pressio- (12fv)
ne critiche, fattore acentrico e temperatura di ebollizio- dove
ne, e Ahmed (1989) descrive diversi metodi per
0,46659 3,01721
raggruppare e caratterizzare gli pseudocomponenti della fvDSv 11133 0,18242111133 DSv
frazione pesante. Tb0,5 Tb0,5
Le proprietà fisico-chimiche (TC, PC, w) attribuite a DSv exp
4[(S )] g01;
0 2
p
2
132
ultimi sono quantificate, in prima approssimazione, con (12fm) 2
l’aiuto di correlazioni che consentono di calcolarle a 1nM1nM 0
(12fm)
partire da due grandezze scelte tra la temperatura di
ebollizione, la densità e la massa molare. Si può citare con ln M0q, essendo q definito da:
il numero finale di atomi di carbonio è stabilito con l’aiu-
Tbexp 5,714192,71579q0,286590q2
to della massa molare della frazione pesante. Infine Dane-
39,8544 1111
1111
q
0,122488
q2
24,7522q
sh (2003) descrive la possibilità di utilizzare le funzioni
matematiche di distribuzione proposte da Cotterman
(1985).
35,3155q2
13
g
0,83
GOR
pressione
Pb519,7 10 yg
g
con
1,769
yg1,2250,00164T 13g o
Tra le molte altre correlazioni sviluppate dagli stu- la densità del gas relativa all’aria e la densità dell’olio
diosi, si può citare a titolo di esempio quella di Elsharkawy relativa all’acqua.
(2003), che si basa sui dati ottenuti da fluidi provenien-
ti dal Mare del Nord. I dati di ingresso di questa corre- Fattore di compressibilità
lazione sono il peso molecolare medio e la densità della Il fattore di compressibilità isoterma dell’olio sotto-
frazione C7+ nonché la composizione dettagliata del flui- saturo, Co (a pressione superiore alla pressione di bolla)
do fino a C6. è definito nel modo seguente:
GOR Co 1
V V
1 1
P T
Si rammenta che, per un olio saturo, il GOR rappre-
senta la quantità di gas disciolto in un volume unitario dove (V/P)T è la pendenza della curva pressione-
di olio di stoccaggio: volume. Questo fattore si determina, in genere, con
l’aiuto di curve pressione-volume stabilite per via spe-
volume di gas disciolto (SC)
GOR111111111111 rimentale. Tuttavia è anche possibile valutarlo serven-
volume di olio di stoccaggio (SC)
dosi di varie correlazioni, tra le quali si può citare quel-
I volumi di gas e di olio si riferiscono alle condizio- la di Vasquez e Beggs (1980), che richiede la cono-
ni standard, ossia 288,15 K e 1,013 bar. Le stesse corre- scenza della densità del gas, della densità dell’olio in
lazioni possono essere utilizzate per il calcolo della quan- gradi API, del GOR, della temperatura e della pres-
tità di gas disciolto RS (v. sopra) a tutte le pressioni infe- sione:
riori al punto di bolla, dal momento che, a ciascuna di 1.78410.910
esse, l’olio è saturo (nel caso di un esame differenziale). 28,1GOR30,6T1.180gg112
go
Anche in questo caso viene esaminata la correlazio- Co111111111111111111
5
10 P
ne stabilita da Standing.
Correlazione di Standing. Questa correlazione si dove gg è la densità del gas relativa all’aria e go la den-
applica ai fluidi con un GOR compreso tra 3,6 e 254 sità dell’olio di stoccaggio relativa all’acqua; Co è espres-
sm3/m3, ossia tra 20 e 1.425 sft3/stb (ove s sta per stan- so in kPa1, GOR in m3/m3, P in kPa e T in K.
dard e stb per stock tank barrel): Questa correlazione è stata stabilita sulla base di 2.000
misurazioni sperimentali condotte su 600 fluidi diversi.
113
519,710
P 1,204
GORgg yg
Densità
con Per densità (o massa volumica, r) di un fluido si inten-
de la massa di un’unità di volume del fluido nelle con-
1,769
yg1,2250,00164T 133 dizioni di pressione e di temperatura date. Per densità
go
relativa di un olio si intende il rapporto tra la densità del-
dove il GOR è espresso in sm3/m3 e la pressione P in l’olio e la densità dell’acqua nelle stesse condizioni di
kPa; gg e go sono la densità del gas relativa all’aria e la pressione e di temperatura. Nel caso dei gas la densità è
densità dell’olio relativa all’acqua. riferita a quella dell’aria.
Nell’industria petrolifera si utilizza anche molto spes-
Fattore di volume so la densità espressa in gradi API per gli oli a condi-
Il fattore di volume Bo è utilizzato per stabilire il rap- zioni standard, definita come segue:
porto tra il volume d’olio nelle condizioni di giacimen-
141,5
to e quello a condizioni standard. Le correlazioni che gAPI1223131,5
go
permettono di calcolare il Bob (Bo alla pressione di satu-
razione) richiedono la conoscenza del GOR, delle den- dove go è la densità dell’olio relativa all’acqua in condi-
sità del gas e dell’olio di stoccaggio e della temperatu- zioni standard (15,6 °C, 1,013 bar).
ra. A titolo di esempio viene citata la correlazione di I principali metodi utilizzati per calcolare la densità
Standing. dell’olio sono i metodi di Katz (1942), di Standing (1977,
Correlazione di Standing. È espressa dalla relazione 1981) e di Alani-Kennedy (1960).
Standing e Katz hanno proposto una correlazione
Bob0,9720,000147 F1,175
grafica per determinare la densità degli oli per valori
con dati di pressione e temperatura (Gravier, 1986; Ahmed,
1989). Questo metodo è basato su due proprietà: da
1
g
0,5
g
F5,615 GOR 2,25T575 una parte, l’aggiunta dei volumi parziali dei compo-
g o nenti del liquido e dall’altra la densità apparente del
dove Bo e il GOR sono espressi in m3/m3 e gg e go sono metano e dell’etano in soluzione nel liquido. La deter-
minazione della densità dell’olio avviene per passag- calcolo delle viscosità dell’olio a condizioni standard,
gi successivi: dell’olio soprasaturo, dell’olio alla pressione di bolla e
• determinazione della densità della frazione C3 a dell’olio sottosaturo sono moltissime. Tuttavia, come nel
15,6 °C e a pressione atmosferica, secondo la seguen- caso delle correlazioni precedenti, esse sono applicabi-
te relazione: li in modo specifico al tipo di fluidi sui quali sono state
n sviluppate; di seguito ne viene citata una per ciascun tipo
xM
i3 i i
di calcolo, rimandando alla letteratura citata per la trat-
rC3111
n tazione di altre correlazioni proposte (Ahmed, 1989;
xiMi
13i3 ri McCain, 1990; Danesh, 2003).
Viscosità dell’olio di stoccaggio: correlazione di Ng
dove rC è la densità della frazione C3+ nelle condi- ed Egbogah. Questa correlazione, citata in McCain
3+
zioni standard, n è il numero dei componenti della (1991), può essere utilizzata per stimare la viscosità del
miscela, xi è la frazione molare del componente i, Mi fluido di stoccaggio (mod) alla temperatura T:
è il peso molecolare del componente i, ri è la den-
sità del componente i; log[log(mod1)]1,86530,025086gAPI0,5644logT
• determinazione grafica della densità fittizia del siste-
ma alla pressione atmosferica e a 15,6 °C a partire dove mod è espresso in cP, T in °F e gAPI è la densità in
dalla densità della frazione C3 e dalla frazione in gradi API alla temperatura T.
peso di metano ed etano definite come L’equazione è stata stabilita a partire da fluidi aven-
ti densità compresa tra 5 °API e 58 °API e per tempera-
x1M1 x2M2
1122
n
e 1122
n ture comprese tra 288,75 K e 352,55 K, cioè tra 60 °F e
xiMi
i1
xiMi
i1
175 °F (Ng ed Egbogah, 1983).
Viscosità al disotto della pressione di bolla: corre-
dove x1 e x2 sono rispettivamente le frazioni molari lazione di Khan. È espressa dalla relazione
del metano e dell’etano e M1, M2 i loro pesi mole-
P 0,14
colari; mmob 1 exp[2,5 104(PPb)]
Pb
• correzione della densità fittizia a 15,6 °C e alla pres-
sione atmosferica, con l’aggiunta di un contributo dove mob è la viscosità alla pressione di bolla in cP, Pb la
legato all’espansione termica e alla compressibilità. pressione di bolla in psia e P la pressione in psia (Khan
Questi contributi vengono determinati graficamente. et al., 1987).
Katz (1942) ha proposto inoltre una correlazione che Viscosità alla pressione di bolla: correlazione di Beggs
consente di fare a meno della conoscenza della compo- e Robinson. Tale correlazione segue l’espressione
sizione dell’olio, sfruttando la densità del gas, la densità mobambod
in gradi API dell’olio e il GOR (Standing, 1977). È oppor-
tuno citare anche la correlazione proposta da Standing con
(1981) che consente di calcolare la densità dell’olio a a10,715(GOR100)0,515
partire dal GOR, dalla densità del gas e da quella del
liquido: b5,44(GOR150)0,338
62,4 go0,0136GORgg
ro11111111111111111111 g 0,5 dove il GOR è espresso in sft3/stb, T in °F e mob e mod in
1,175
0,9720,000147 GOR 1g 1,25(T460) cP.
go
La viscosità del fluido a condizioni standard può
dove la densità è espressa in lb/ft3, la temperatura in °R, essere ottenuta sperimentalmente oppure calcolata con
il GOR in sft3/stb, go è la densità dell’olio di stoccaggio l’aiuto della correlazione di Ng e Egbogah descritta
relativa all’acqua e gg quella del gas relativa all’aria. sopra. Alle pressioni inferiori al punto di bolla Rs sosti-
Il metodo di Alani-Kennedy, descritto anche in Ahmed tuirà il GOR alla pressione considerata (Beggs e Robin-
(1989), richiede la conoscenza del peso molecolare e son, 1975).
della densità della frazione C7+ dell’olio. Viscosità alle pressioni superiori alla pressione di
bolla: correlazione di Vazquez e Beggs. È espressa dalla
Viscosità relazione
Come per le proprietà precedenti, la viscosità m del
fluido di giacimento è misurata in genere alla tempera-
momob 1
P B
Pb
tura di giacimento per pressioni superiori a quella di
bolla. Negli altri casi, è possibile effettuare una stima con
servendosi di una correlazione. Le correlazioni per il BC1PC2 exp (C3+C4P)
C12,6, C21,187, C311,513 e C48,98 105 contenenti C7. In questa procedura, il coefficiente di
compressibilità è calcolato servendosi dell’equazione di
dove mo è la viscosità dell’olio in cP alla pressione P Dranchuk che, come detto, rappresenta in forma anali-
(espressa in psia) e Pb è la pressione di bolla in psia (Vaz- tica il grafico ottenuto da Standing e Katz. Per calcola-
quez e Beggs, 1980). re le proprietà pseudocritiche si propongono però le
seguenti correlazioni:
Proprietà dei gas K 2inf
T
Tpr1 con Tpc123
Tpc Jinf
Compressibilità
Standing e Katz (1942) hanno proposto un grafico P Tpc
che permette di stimare il coefficiente di compressibi- Ppr1 con Ppc12
Ppc Jinf
lità dei gas a partire dalle proprietà pseudoridotte (Tpr e
Ppr), stimate nel modo seguente: dove
T
Tpr 1 con TpcyiTc,i yiTc yiTc
Tpc Jinfa0 a1 123 a2 1233
Pc H2 S Pc CO2
P
a 123
P
a y 12
Ppr 1 con Ppcyi Pc,i yiTc Tc
Ppc 3 4 i a5(yi M)
c P
N2 c C1C6 C7
dove yi è la frazione molare del componente i nel gas, con a0=0,036983, a1=1,043902, a2=0,894942,
Tc,i e Pc,i sono la temperatura e la pressione critiche del a3=0,792231, a4=0,882295, a5=0,018637, e
componente i, Tpc e Ppc sono la temperatura e la pressio-
ne pseudocritiche del gas.
Il grafico è stato successivamente trasposto in forma
yiTc
Kinfb0 b1 12
Pc0,5 H2S
yiTc
b2 12
Pc0,5 CO2
di correlazione da Dranchuk (Dranchuk e Abou-Kassem,
1975; Danesh, 2003):
b 12
yT
3
P
b y 12
i c
0,5 N2 P
T
4 i
c
0,5 C1C6
b5(yiM)
C7
C2 C3 C4 C5 C7 C8 c c
Z C11131415 rr C6112 rr2
Tpr Tpr Tpr Tpr Tpr Tpr
con b00,7765003, b11,0695317, b20,9850308,
rr2 b30,8617653, b41,0127054, b50,4014645. In que-
C7 C8
C9 112 rr5C10(1C11rr2) 13 3 expC11rr2
1 ste espressioni yi rappresenta la frazione molare del com-
Tpr Tpr Tpr
ponente i e M il peso molecolare della frazione C7.
con C10,3265, C21,0700, C30,5339, C40,01569,
C50,05165, C60,5475, C70,7361, C8 0,1844, Fattore di volume
C90,1056, C100,6134, C110,7210. Come per l’olio, il fattore di volume del gas Bg è
La densità ridotta del gas è calcolata secondo: dato dal rapporto tra il volume d’olio nelle condizioni
0,27Ppr di giacimento e quello a condizioni standard:
rr1123
ZTpr VP,T
Bg12
Per risolvere questo sistema di equazioni si può appli- VSC
care una tecnica iterativa del tipo Newton-Raphson, usan-
ZnRT
do come valore iniziale Z1. Le correlazioni stabilite 112
P PSC 12
ZT
per i gas idrocarburici devono essere corrette quando si Bg 11211 12
ZSC nRT SC TSC P
ha a che fare con gas contenenti componenti non idro- 1111
PSC
carburici quali N2, CO2 e H2S. Ahmed (1989) propone
alcune correzioni. dove ZSC, fattore di compressibilità in condizioni stan-
Takacs (1976) ha valutato i risultati di otto correla- dard, è uguale a 1 e PSC e TSC sono rispettivamente la pres-
zioni; qui di seguito viene presentata quella più sempli- sione e la temperatura standard °F.
ce da utilizzare:
Ppr Ppr Viscosità
Z1 12 0,367487580,04188423 12
Tpr Tpr Correlazione di Lee. In Lee et al. (1996) è presen-
tata una correlazione semiempirica per calcolare la
Correlazione di Elsharkawy. Recentemente Elshar- viscosità, µg, dei gas naturali:
kawy (2004) ha proposto una correlazione che permet-
te di calcolare il coefficiente di compressibilità dei gas µg104D1exp(D2rgD3)
DmgyC [3,2875101loggg1,2885101] cimento. Come nel caso dei fluidi di giacimento, è impor-
7 tante lasciar spurgare a lungo il pozzo prima di effettuare
dove y è la frazione molare del componente nel gas e gg il campionamento, in modo da non inquinare i campioni
la densità del gas relativa all’aria. con i fluidi di perforazione. Il tipo di prelievo varia in fun-
zione del tipo di analisi che si intende condurre. Se lo scopo
è quello di conoscere la quantità e la composizione dei gas
4.2.9 Le acque di giacimento disciolti nell’acqua, è necessario effettuare il prelievo a testa
pozzo, in modo da evitare l’espansione dell’acqua con con-
Nei giacimenti, l’acqua è sistematicamente associata agli seguente perdita del gas. Se invece si vogliono conoscere
idrocarburi (v. anche cap. 1.1). Essa è presente sia in proprietà quali il pH, il potenziale di ossidoriduzione (redox)
equilibrio nel giacimento, all’inizio della messa in pro- oppure le quantità di ossigeno o di CO2 disciolte nell’ac-
duzione, sia nel corso dello sfruttamento; è prodotta con- qua, è necessario servirsi di un analizzatore mobile che per-
temporaneamente agli idrocarburi e la sua produzione mette di effettuare l’analisi sul posto, evitando il trasporto
aumenta con il passare del tempo. Verso la fine della vita dei campioni. In alcuni casi, si procede a un’analisi isoto-
produttiva di un giacimento, la produzione di acqua può pica dell’acqua anche per determinarne l’origine.
superare quella dell’olio.
L’acqua di giacimento può essere interstiziale, cioè occu- Salinità
pare la frazione del volume poroso che non è occupata dal La salinità delle acque di giacimento è estremamen-
greggio; quando invece la totalità del volume poroso è occu- te variabile: si può andare da un’acqua quasi dolce ad
pata dall’acqua, si ha a che fare con un acquifero. acque salate, che possono contenere (Gravier, 1986) fino
La conoscenza delle proprietà dell’acqua permette di a 400 g di sale per litro (v. anche cap. 1.1). In linea gene-
localizzare la zona dove essa è presente in modo continuo, rale, la salinità dell’acqua aumenta con la profondità. I
di definire la frazione di pori che essa occupa e di preve- principali cationi presenti nelle acque di giacimento sono
derne i movimenti all’interno del reservoir. L’analisi delle il sodio (Na), il potassio (K), il calcio (Ca2), il magne-
acque di giacimento consente inoltre di individuare sia gli sio (Mg2), il bario (Ba2) e, in quantità minori, lo stron-
eventuali problemi di depositi nel pozzo o nelle installa- zio (Sr2+). A volte si rileva anche la presenza di litio (Li),
zioni di superficie durante la produzione, sia i problemi di cesio (Cs), rubidio (Rb) e di ioni ammonio (NH 4 ).
corrosione, nonché di dimensionare gli impianti di super- Inoltre, sono rintracciabili alcuni metalli, come l’allumi-
ficie. Se si decide di fare ricorso a iniezioni di acqua per nio, il ferro e il manganese. Per quanto riguarda gli anio-
mantenere la pressione di giacimento, è assolutamente ni, i principali sono i cloruri (Cl), i solfati (SO42), gli
necessario verificare che non vi siano incompatibilità tra idrogenocarbonati o bicarbonati (HCO3), i carbonati
l’acqua di giacimento e quella che si vuole iniettare, per (CO32) e gli ioni S2 e, più raramente, i nitrati (NO3),
evitare la formazione di depositi solidi. In determinate gli ioni bromuri (Br), i tiosolfati (S2O32), i fosfati
condizioni di pressione e di temperatura, l’acqua e alcuni (PO43) e i silicati (SiO32). La composizione dell’acqua
può essere descritta in termini di prima e seconda sali- dove S è la salinità espressa in percentuale di peso, T è
nità e di prima e seconda alcalinità. La prima salinità fa la temperatura espressa in °F e il GWR è espresso in
riferimento ai sali NaCl e Na2SO4, la seconda a CaCl2, sft3/stb.
MgCl2, CaSO4 e MgSO4. La prima alcalinità riguarda
principalmente CaCO3, Ca(HCO3)2, MgCO3 e Mg(HCO3)2 Fattore di volume
(Koederitz et al., 1989). La composizione delle acque Il fattore di volume (Bw) dell’acqua può essere cal-
varia secondo la loro origine (acque marine o acque meteo- colato servendosi della correlazione proposta da McCain:
riche). L’acqua di mare è caratterizzata da un elevato teno-
Bw(1DVwP)(1DVwT)
re di cloruro, da una debole concentrazione di fosfati e
dalla presenza di iodio. Le acque di origine meteorica dove DVwP e DVwT rappresentano le variazioni di volu-
sono ricche di ossigeno (spesso sotto forma di CO2) e me dovute rispettivamente alla pressione e alla tem-
danno luogo alla formazione di solfati in seguito alla rea- peratura, che si possono graficamente esprimere nel
zione dell’ossigeno, nonché a carbonati e idrogeno car- modo seguente:
bonati legati all’azione del CO2. I componenti alcalino-
terrosi prevalgono sugli alcalini e vi è una scarsa con- DVwP(3,589221071,95301109T )P
centrazione di sali minerali. La salinità dell’acqua è (2,2534110101,728341013T )P2
espressa in genere in g/l e corrisponde alla quantità di sali e
disciolta in un litro d’acqua. L’analisi dell’acqua è utiliz- DVwT1,00011021,33391104T
zata per l’interpretazione dei well logging, per il tratta-
5,50654107T 2
mento delle acque e per l’impatto ambientale.
Questa correlazione è valida per temperature infe-
Solubilità dei gas nell’acqua riori a 400 K e per pressioni inferiori a 31 MPa.
I gas sono facilmente solubili in acqua; il loro grado
di solubilità dipende dalla temperatura, dalla pressione Compressibilità
e dalla concentrazione salina. La solubilità dei gas nelle Correlazione di Meehan. Secondo Danesh (2003) è
acque salate è inferiore a quella nell’acqua pura. Il punto possibile calcolare la compressibilità dell’acqua ser-
di bolla dell’acqua di giacimento è lo stesso di quello del vendosi della correlazione proposta da Meehan (1980).
fluido in equilibrio con l’acqua nel giacimento. Il rap- In questo metodo, si calcola dapprima il coefficiente di
porto gas/acqua (GWR, Gas/Water Ratio) può essere cal- compressibilità dell’acqua senza tenere conto della quan-
colato servendosi di una correlazione, come quella pro- tità di gas disciolto (Cwf):
posta da McCain (1991), che permette di stimare il GWR
Cwf106(C0C1TC2T 2)
per l’acqua pura e poi aggiunge una correzione per tene-
re conto della salinità dell’acqua: dove Cwf è espresso in psi1, T in °F e i coefficienti Ci
dipendono dalla pressione secondo le relazioni:
GWRacqua puraABPCP 2
C03,85460,000134P
dove il GWR è espresso in sft3/stb, P in psia e T in °F, con
C10,010524,77107P
A8,158396,12265102T
C23,92671058,81010P
1,91663104T 22,1654107T 3
con la pressione P espressa in psia.
B1,010211027,44241105T Successivamente si prende in considerazione il gas
3,05553107T 22,948831010T 3 disciolto utilizzando la seguente relazione:
CwCwf (18,9103GWR)
C107(9,025050,130237T
8,53425104T 22,34122106T 3 dove il GWR è espresso in sft3/stb.
2,37049109T 4) Correlazione di Osif. Osif (1988) ha proposto una
differente correlazione per stimare la compressibilità del-
Questa equazione è stata ottenuta per interpolazione l’acqua:
di una correlazione presentata da Culberson e McKetta
1
(1951) in forma grafica ed è utilizzabile tra 310 e 444 K Cw111111111111111223
e tra 7 e 70 MPa. Essa viene poi corretta nel seguente 7,033 P541,5 S537,0 T403,30010
modo per tenere conto della salinità dell’acqua:
dove S è la salinità espressa in g/l. Questa espressione è
GWRacqua salata
log 1211111
GWRacqua pura 0,0840655ST
0,285854
valida tra 366 K e 405 K, per pressioni comprese tra 7
MPa e 14 MPa e salinità fino a 200 g/l.
H(T)0,621581060,40075108T
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