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Aria (musica)
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In campo musicale per aria (in francese anche air, ayr e ayre e in inglese anche air) si intende un
brano, quasi sempre per voce solista, articolato in strofe o sezioni. Nella storia dell'opera essa si
contrappone al recitativo e rappresenta, sin dalle origini, un momento in cui la forma musicale, con le
sue simmetrie e regole interne, prende il sopravvento sull'azione e sul dialogo. Di conseguenza, essa
coincide normalmente con un momento drammaturgicamente statico, se non addirittura - specie nel
primo Ottocento italiano - con un momento di sospensione del tempo durante il quale lo spettatore
ha accesso all'intimo sentimento del personaggio. Altrettanto statico è l'impianto tonale. Non
mancano tuttavia, specie nel genere buffo, le cosiddette arie d'azione.
Indice
Forme dell'aria nell'opera italiana
Forme dell'aria nell'opera francese
Tipologie di aria d'opera nel XVIII secolo
Esempi di aria
L'aria strumentale
L'opera buffa e il dramma giocoso introdussero modelli più liberi, a struttura polistrofica. Verso la
fine del Settecento si affermò un modello di aria in due movimenti contrastanti che nell'Ottocento,
specie con Gioachino Rossini, portò alla frammentazione dell'aria in due sezioni - denominate
rispettivamente cantabile e cabaletta - separate da un tempo di mezzo: il cantabile era svolto in tempo
moderato, la cabaletta per lo più in tempo mosso.
Specie a partire dagli anni Settanta dell'Ottocento la forma dell'aria perde la sua identità formale, e
nell'accezione corrente il termine viene piuttosto a designare un esteso passaggio per voce solista
concluso ad effetto (e auspicabilmente seguito da un applauso), confondendosi inoltre con la forma
della romanza. viene anche riconosciuta quindi come una musica.
https://it.wikipedia.org/wiki/Aria_(musica) 1/3
18/9/2020 Aria (musica) - Wikipedia
Esempi di aria
Oblivion soave da L'incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi (1642)
Lascia ch'io pianga dal Rinaldo di Georg Friedrich Händel (1711)
Che farò senza Euridice? dall'Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck (1762)
Madamina, il catalogo è questo dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart (1787)
Le femmine d'Italia da L'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini (1813)
La calunnia è un venticello dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini (1816)
Casta Diva dalla Norma di Vincenzo Bellini (1831)
La donna è mobile dal Rigoletto di Giuseppe Verdi (1851)
Tu che le vanità dal Don Carlos di Giuseppe Verdi (1867)
E lucevan le stelle dalla Tosca di Giacomo Puccini (1900)
Un bel dì, vedremo da Madama Butterfly di Puccini (1904)
In questa reggia dalla Turandot di Giacomo Puccini (1924)
L'aria strumentale
Nella storia della musica il termine aria nasce (XV secolo) a indicare il ritornare di strofa in strofa di
una melodia riconoscibile in componimenti polifonici che così presero questo nome, utilizzato quindi
in epoca barocca per movimenti delle suite strumentali e infine per designare un brano per strumento
solista, che in qualche misura richiamasse il carattere di cantabilità dell'aria vocale.
È usato soprattutto nella letteratura musicale per violino.
Celeberrime l'aria sulla quarta corda e il motivo delle Variazioni Goldberg entrambe di Bach, e il
quinto movimento della prima Suite della Musica sull'acqua di Handel.
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