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ISSN 2611-8963 - ROC 33726 - Reg. Trib. di CZ 4/2016 - NUMERO SPECIALE DEDICATO AI 50 ANNI DEI FATTI DI REGGIO www.calabria.

a.live – Martedì 14 luglio 2020

Le lacrime
di Reggio
1970-2020

ILLUSTRAZIONE ORIGINALE DI LEO PELLICANÓ PER LA PRIMA EDIZIONE DI BUIO A REGGIO (1971)
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio

LE TANTE LACRIME DI REGGIO


QUANDO LA CITTÀ PRECIPITÓ NEL BUIO
NON C’È NIENTE DA CELEBRARE, SOLO IL COMMOSSO RICORDO DEI CADUTI DELL’UNA E DELL’ALTRA PARTE
di SANTO STRATI sentini, reggini o catanzaresi: erano
(e sono) un obiettivo da raggiungere

N
per dare un futuro alle nuove gene-
on c'è niente da celebrare, in razioni di calabresi, di qualunque
questo 50.mo anniversario luogo.
della Rivolta di Reggio. Non Purtroppo, del pacchetto Colombo
sono d'accordo sul nome dato al Co- rimangono le ciminiere abbando-
mitato (del quale peraltro con molta nate della Liquichimica a Saline, gli
cortesia il sindaco Falcomatà mi ha agrumeti della Piana distrutti per
chiamato a far parte) e ritengo op- un centro siderurgico che non ha
portuno dedicare solo un commosso mai visto la luce (con quale criterio
e sincero ricordo ai caduti, dell'una di pianificazione industriale si poté
e dall'altra parte. Questi 50 anni so- mai pensare al ferro?), e il palazzo
no trascorsi senza lenire le lacrime del Consiglio regionale. Un po’ po-
e le ferite di una città abbandonata, co per una Città che, per colmo di
sola e ferita, "ricompensata" con la stravaganza, è diventata poi “metro-
sede del Consiglio regionale e con Santo Strati politana” cancellando la “provincia”
tante promesse mai più mantenute. senza riuscire a creare quel collante
Come e perché successe saranno gli tili e superflue le lamentazioni e le necessario per dare unità ai suoi 96
storici a dircelo, ma le ricostruzio- difese delle ragioni del popolo reg- comuni.
ni di parte che hanno ripreso a cir- gino. Ma, quello che è ancora più Il capoluogo a Catanzaro ha offerto
colare non fanno che spargere sale infelice da rilevare è che la nascita migliaia di posti di lavoro per buro-
su ferite mai rimarginate. Il punto delle Regioni che doveva consoli- crati e affini e la parvenza di un po-
principale, a ben vedere, è che è sta- dare i territori e dare nuova spinta tere che non conta nulla: alla fine,
ta una lotta tra “poveri" e, peggio, all’autonomia prevista dalla Carta probabilmente, non valeva le riven-
tra calabresi, dove antiche rivalità costituzionale, in realtà si trasformò dicazioni – a volte ridicole, a volte
tra la Città dello Stretto e Catanza- in una epocale rissa tra città e cam- banali – della Città dei due Mari. A
ro sono emerse per responsabilità panili, impedendo quella comunità testimonianza di un’inutile quanto
di politici distratti e assenti, forse d’intenti che avrebbe portato a uno esagerata manifestazione di potere
troppo occupati a coltivare il pro- sviluppo armonico e più consono c’è oggi il Palazzo di Germaneto, una
prio serbatoio elettorale, piuttosto a tutta la regione. La conflittualità Cittadella che vale molto, ma molto
che ragionare in termini positivi per latente tra Reggio e Catanzaro sco- di meno dell’adiacente Policlinico
il bene comune, per il benessere dei prì il suo nervo debole: addirittura universitario, che – quello sì – è ve-
calabresi e della loro terra. nell’attuale capoluogo ci fu chi ten- ro orgoglio catanzarese. La facoltà di
Non è stata, come qualcuno superfi- tò di aizzare e organizzare le masse Medicina del Capoluogo ha espres-
cialmente, insiste a dire una guerra contro le “pretese” dei reggini. so eccellenze di altissimo livello, la
per un pennacchio, ma sono esplo- Facile, con l’occhio del poi, argo- ricerca scientifica ha raggiunto ri-
se le umiliazioni di anni, il senso mentare che non ci sarebbe voluto sultati importantissimi e di grande
dell’abbandono, la sensazione del molto per ipotizzare un piano di svi- rilevanza.Come l’Università di Co-
tradimento e della cattiveria, come luppo che coinvolgesse tutte le tre senza, l’Unical, partita come unico
se ci fosse una punizione divina da città calabresi (poi sarebbero nate ateneo della regione, e diventata poi
eseguire, in termini politici. Certo, le altre due province Crotone e Vibo un centro di eccellenza, soprattutto
la classe politica reggina era di po- Valentia) per un obiettivo comune: nel campo dell’innovazione e del-
co spessore rispetto ai “giganti” che la lotta al sottosviluppo e un corale le nuove tecnologie. Come è salita
potevano vantare Cosenza (Manci- impegno per la crescita. agli onori accademici, l’Università
ni e Misasi) e Catanzaro (Pucci) e Lavoro, occupazione, benessere non Mediterranea di Reggio. I tre atenei
questo ha contribuito rendere inu- erano, né sono, appannaggio di co- >>>
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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio

segue da pag. 2 • Le lacrime Reggio e la debole speranza che possa ser- noscere, sapere e capire il perché. I
vire come esempio negativo di co- ragazzi che tiravano sassi e molotov
lavorano insieme e sono gli unici ad
me non si governa con la violenza o oggi hanno quasi settant’anni e non
avere raggiunto l’unità d’intenti che
con l’indifferenza. Il ricordo di quei li ha mai abbandonati l’idea che non
la Calabria ha sempre sognato, con
un obiettivo nobile: creare formazio- giorni è praticamente vivo in chi ha avevano ragione, ma la loro rabbia,
ne, specializzazione e occupazione superato i 60 anni: i giovani non ricordiamocelo, era figlia di un torto
per i nostri giovani ai quali, qualcu- sanno nulla, ma hanno diritto di co- mai riparato. ¢
no fino a pochi anni fa, ha sistemati-
camente rubato il futuro. La fuga dei
cervelli calabresi non è una finzione, I NUMERI DI SEDICI MESI DI STATO D’ASSEDIO
ma un’amara realtà, che va bloccata. Ancora oggi è difficile mettere nero su bianco i numeri definitivi della Rivolta di Reggio: iniziò il 14 luglio
Qualcuno sta tornando, moltissimi con uno sciopero generale e le prime barricate improvvisate, si quietò il 9 novembre 1971, con il ripristino
delle libertà costituzionali per la città, che con il decreto il ministro dell’Interno Restivo aveva sospeso il 6
non vorrebbero andare via: lavoro a
febbraio dello stesso anno. I morti all’interno dei fatti di Reggio sono cinque: Bruno Labate, Angelo Campa-
casa propria significa crescita e svi- nella, Carmine Jaconis e i due poliziotti Vincenzo Curigliano e Antonio Bellotti. Il primo stroncato da un in-
luppo per la propria terra e per i figli farto durante un attacco dei dimostranti alla Questura di Reggio, il secondo colpito da una assurda sassaiola
che verranno. contro il treno che portava a casa il suo reparto, il II celere di Padova. Dobbiamo aggiungere a queste morti
Ecco questo triste anniversario può “della rivolta” le sei vittime del Treno del Sole del 22 luglio, il cui attentato non aveva niente a che vedere
essere l’occasione per una reale e con i disordini reggini? E non si devono calcolare le cinque giovani vite di soldati stroncate accidentalmente
durante i 16 mesi della rivolta? E non si dovrebbe aggiungere la misteriosa fine di cinque ragazzi anarchici
definitiva “pacificazione” (consenti-
che forse avevano scoperto carte “pericolose” sui disordini di Reggio e il probabile coinvolgimento di servizi
teci il termine) tra le Calabrie e i ca- deviati? Il bilancio è quasi 500 feriti tra le forze dell’ordine, oltre mille tra la popolazione civile, almeno dieci
labresi. Gli errori, gli orrori, i morti, mutilati o invalidi permanenti. 1231 persone denunciate, di cui 446 in stato di arresto. I danni economici
le stragi, i feriti, i mutilati, gli arre- per la città di Reggio sono stati di svariate decine di miliardi di lire, impossibile calcolare quanto costò allo
stati, meritano ampia riflessione e Stato questa rivolta frutto della “follia” di cittadini disperati e di politici indifferenti e volutamente distratti.
soprattutto cordoglio, con l’augurio
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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
“BUIO A REGGIO”, IL REPORTAGE DELLA RIVOLTA
49 anni fa la prima edizione andò esaurita
Per gentile concessione di Media&Books L’edizione del Cinquantena-
pubblichiamo un estratto dell’introdu- rio, completamente riveduta
e arricchita di oltre 180 foto,
zione della nuova edizione è stata curata da Santo Strati:
Luigi Malafarina è scompar-
di SANTO STRATI so nel 1988, Franco Bruno
nel 2011.

N
el luglio del 1970 stavo Il libro apparve per i tipi
di Parallelo 38 a dicembre
concludendo, insieme con 1971, dopo essere stato
Franco Bruno, gli esami “rifiutato” da diverse Case
di maturità al liceo classico Cam- editrici nazionali che in un
panella di Reggio. Ricordo ancora primo tempo lo avevano op-
oggi – e sono passati 50 anni – il zionato e messo in catalogo.
Per evidenti ragioni politi-
fumo acre dei lacrimogeni con i ce- che (la sinistra ne usciva a
lerini schierati in tutte le strade di pezzi per l’incomprensibile
Reggio e il sentore di quell’atmo- assenza durante la dispe-
sfera assurda, incredibile, di stato rata richiesta di aiuto dei
reggini) il libro non doveva
di guerra che stava per travolgere essere stampato.
la città. La prima edizione andò
Ogni giorno, dopo il 14 luglio 1970, subito esaurita, nel giro di
sarebbe diventato un bollettino di una settimana. Il libro ebbe
guerra, con feriti, fermi, arresti, de- recensioni ampie e favorevo-
li su tutta la stampa naziona-
vastazioni, scontri continui con la le e vinse il Premio Villa San
polizia e simpatie per i carabinieri, Giovanni e il Rhegium Julii
marcati purtroppo anche da diver- nel 1972.
se vittime inconsapevoli, dall’una e Una ristampa anastatica fu
proposta dall’editrice “Città
dell’altra parte.
del Sole” nel 2000 in occa-
A cinquant’anni di distanza sono sione del trentennale.
ancora troppe le cose non chiarite,
il sospetto, mai sopito, di una sorta non i mandanti. E in quell’ambi- seguiva ben altre vie e soluzioni
di “prova” di assaggio di guerra ci- to trova spazio anche il mistero di comodo per l’una e altra parte,
vile, in questo caso abilmente pilo- dell’incidente stradale che provocò senza tenere in alcun conto l’indi-
tata alle spalle di un’incontrollabile la morte di cinque giovani anarchi- gnazione, quella sì autentica, della
sollevazione di popolo. C’è chi so- ci che indagavano sull’attentato. gente di Reggio. Basta scorrere l’e-
stiene che la rivolta fosse program- Si aggiunga poi l’infelice scelta di lenco degli arrestati, dei denuncia-
mata nel quadro della strategia uno slogan fascista (boia chi mol- ti: ci sono ragazzi, professionisti,
della tensione (ma i primi malumo- la) a fornire l’ulteriore pretesto per studenti di liceo, gente per bene,
ri reggini risalgono a marzo 1969, tacciare, in via definitiva, come ri- non ci sono “eversori” o militanti.
nove mesi prima della bomba di volta “fascista” i drammatici giorni Gli storici avranno un bel daffare
piazza Fontana) e la fa rientrare in di Reggio. Troppo facile etichettare per fornirci, prima o poi, una one-
quel quadro di eversione nera che come fascista una sommossa che fu sta e seria valutazione di quanto è
ha avviluppato l’Italia nel decennio veramente di popolo, anche se poi avvenuto nei sedici mesi di follia di
70-80, ma sono troppi gli interro- venne guidata da caporioni di de- Reggio.
gativi e poche le risposte. Si pensi stra, più abili della sinistra - assen- Il guaio è che non è cambiato nul-
che solo nel 1993 si scoprì - grazie te - a cavalcare l’ira popolare. la, anzi lo spirito gattopardesco ha
a un pentito di ‘ndrangheta - che il In strada c’era una folla di uomini, trionfato in questo quasi mezzo se-
deragliamento del Treno del Sole donne e persino bambini che cerca- colo perché tutto cambiasse senza
del 22 luglio 1970 fu un attenta- va non un pennacchio di capoluogo cambiare niente per una città de-
to: il processo, finito nel 2006, ha da difendere, bensì rimarcava l’e- gnissima e ricca di storia, tradizioni
individuato un solo colpevole, ma terna delusione della politica che >>>
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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
segue da pag. 2 • Buio a Reggio ‘ndrangheta, della delinquenza or- difficile digerire l’assurdo atteggia-
ganizzata, della corruzione. Quale mento di certi politici e di certa po-
e cultura magnogreca: promesse,
miglior humus per far crescere a di- litica nei confronti di una città che
promesse e ancora promesse. Con
smisura l’organizzazione criminale quattro secoli prima di Cristo già
la migliore gioventù costretta a cer-
che non ha mai conosciuto “inoccu- alitava di cultura.
care fortuna e lavoro altrove (tro-
pazione” a fronte di desolanti pro- Sono state prove di un mancato
vando il secondo e costruendo la
messe di cambiamenti epocali? colpo di stato? Chi ha veramente
fortuna dell’Italia in molte parti del
Lo sviluppo del Mezzogiorno si do- pilotato il risentimento popolare
mondo, con dedizione, orgoglio e
veva, si deve, basare semplicemen- trasformandolo in una vera e pro-
voglia di emergere). Con quel sen-
so tipico di “calabresità” che nella
provincia reggina assume un gusto
ancora più forte, quasi che il profu-
mo del bergamotto che cresce solo
a Reggio possa magicamente influi-
re in qualche modo a temprare i ca-
ratteri, e consentire, poi, di trovare
personalità di grande rilievo in tutti
i campi con origini reggine.
I calabresi hanno una scorza du-
ra, in grado di sopportare e supe-
rare qualsiasi ostacolo, anzi questi
diventano un ulteriore sprone a
conquistare spazi e ammirazione:
quanti degni figli di Calabria hanno
portato e portano lustro alla propria
terra, occupando - a ragion veduta
- ruoli di primo piano nel mondo
delle istituzioni, della scienza, della
cultura? Tantissimi, che non hanno
mai pensato di appartenere a Ca-
labrie diverse, ma si sono sentiti e È il 1972: Franco Bruno, Luigi Malafarina e Santo Strati ricevono il Premio Rhegium
si sentono tutt’ora figli di un’unica Julii. “Buio a Reggio” ha vinto lo stesso anno anche il Premio Villa San Giovanni
terra. Bellissima, ma drammatica-

Il racconto d’una città


mente sempre più abbandonata.
E Reggio si è trovata, in quelle cal-
de giornate di luglio di 50 anni fa,
molto più sola delle altre province,
una cenerentola senza parenti di
riguardo, senza “santi in paradiso”,
prigioniera di logiche spartitorie
che poco avevano a che fare con gli
sola e ferita a morte
obiettivi di crescita e di sviluppo
che questa terra invocava da sem- te su due elementi: lavoro e cultura. pria sommossa? C’era un disegno
pre. Col primo si cresce, si formano fa- eversivo che sfruttava l’indignazio-
La questione meridionale, da Giu- miglie, si creano aspettative di vita ne dei reggini per testare l’utilizzo
stino Fortunato in poi, ha dato un migliore; con l’altra, con la cultura, di truppe e di forze dell’ordine fuori
ruolo rilevante alla Calabria (“uno si tiene lontano la tentazione del dagli schemi usuali?
sfasciume pendulo sul mare”) ma malaffare, della violenza, dell’in- O è stata soltanto l’inezia di certuni
non per individuare cause di sot- civiltà. È una terra, questa, che ha a scatenare l’ira irrefrenabile di chi,
tosviluppo ed escogitare rimedi visto rifiorire le meraviglie della a un certo punto, si è visto depre-
efficaci per il riscatto e la rinasci- civiltà classica in colonie che poi dato di tutto? Manipolando perso-
ta. No, quasi unicamente al fine di hanno costituito lo splendore della ne e fatti con interpretazioni spesso
convogliare, a favore di soliti pochi, Magna Graecia ed edificato modelli capziose e soprattutto tendenziose,
grandi risorse incapaci di creare di cultura e civiltà che il mondo in- per buttare benzina su un fuoco or-
occupazione e sviluppo, bensì adat- tero ci invidia da sempre. mai divampato e indomabile.
te a far lievitare la malapianta della Per questo, cinquant’anni dopo, è >>>
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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
segue da pag. 2 • Buio a Reggio

Forse occorrerà attendere ancora


a lungo per sapere, per capire per-
ché vennero mandati i carri armati
a Reggio (senza un mare di vittime
grazie a persone come il questo-
re Emilio Santillo e l’arcivescovo
mons. Giovanni Ferro) e perché la
“strategia della tensione” che ini-
ziò con la bomba di piazza Fontana
portò i suoi esponenti più loschi e
compromessi a Reggio, non a do-
mare ma per aizzare la folla.
Ci furono i servizi deviati anche
nella “rivolta” di Reggio? I dubbi,
a distanza di tanti anni, restano
purtroppo ancora intatti e senza
risposte autorevoli che possano fa-
re chiarezza. Di certo la storia dei
fatti di Reggio è stata troppo spes-
so controversa e diventata un mal
di pancia per diversi politici e di-
versi partiti. Bisognava mettere a
tacere tutto, cancellare la memo-
ria, nascondere l’arroganza di tan- cronaca vera dei “fatti di Reggio” che non abbia avuto un parente,
ti, dissimulare con facili etichette avrebbe potuto provocare (Vito La- un nonno, un amico di famiglia, in
l’autentico sommovimento popo- terza mi disse testualmente: “non qualche modo coinvolto nella “fol-
lare (che la televisione nazionale, posso pubblicare un libro che po- lia” di quei giorni: fermato, arresta-
colpevolmente, trascurò a lungo). trebbe danneggiare il Pci”), fino al to, condannato, pestato a sangue e
E, per inciso, posso testimoniare “coraggio” dell’on. Reale che capì ferito nell’orgoglio. Una città in gi-
che questo libro, ancora in dattilo- subito che bisognava far conoscere nocchio. I giovani dovrebbero ave-
scritto, visse diverse e stravaganti alle future generazioni quanto era re la voglia e la pazienza di leggere
esperienze editoriali: grandi edi- accaduto. le pagine che seguono per cercare
tori nazionali “invitati” a rinuncia- E cosa sanno i giovani di oggi del- di capire e comprendere cosa sia
re alla pubblicazione dopo averla la “rivolta di Reggio”? Credo po- veramente successo cinquant’anni
annunciata, qualcun altro rifiutò co, pochissimo, anche se è difficile fa in questa città.
convinto della deflagrazione che la pensare che ci sia qualcuno di loro I miei amati e fraterni amici Gigi
e Franco, coautori, sono purtrop-
po scomparsi e mi mancherà trop-
po non poter condividere con loro
l’orgoglio e il piacere di questa rin-
novata esperienza editoriale. Ma,
durante la revisione di queste pagi-
ne, posso assicurare che sono stati
accanto a me, a suggerire o dissen-
tire: eravamo troppo legati ide-
almente per non ragionare come
un’unica testa in questo lavoro che,
quarantanove anni fa, quando uscì
la prima volta (dicembre 1971), era
stata un’impresa non facile e molto
complessa.
Nel 1971, studenti universitari io e
Franco, aspiranti giornalisti, guar-
davamo con stupore come la stam-
>>>
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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
segue da pag. 2 • Buio a Reggio
pa avesse trattato e trattasse ancora
la “rivolta”. Ricordo che Gigi Ma-
lafarina – cronista in prima linea
durante tutti i giorni della rivolta e
indispensabile faro per gli inviati di
giornali e televisione che arrivava-
no da ogni parte del mondo – rac-
coglieva e conservava tutti i ritagli,
giorno dopo giorno, anche delle
testate straniere più sconosciute,
che riusciva a recuperare. Fu da-
vanti a quella immensa e pressoché
completa collezione di giornali e
riviste – una sorta di accuratissi-
ma rassegna stampa che nessuno
aveva commissionato – che nacque
l’idea di Buio a Reggio. Ovvero rac-
contare meticolosamente la crona-
ca di quei giorni, anche attraverso
l’occhio e la penna di centinaia di
inviati arrivati a Reggio da tutto il
mondo. Un lavoro certosino e dav-
vero incredibile per quegli anni e
per i mezzi a disposizione, per cer-
care di ricostruire tutti gli avveni-
menti, giorno per giorno offrendo,
altresì il punto di vista di tutti, con
onestà e senza partigianerie.
Oggi, a 50 anni dalla “rivolta” ho gio, serve egregiamente alla storia solo tra le forze dell’ordine), danni
ritenuto che fosse giusto e irrinun- di quei giorni, e per capire bisogna per decine di miliardi di lire, oltre
ciabile riproporre una nuova edi- soprattutto conoscere. In questo 400 arrestati e più di 800 denun-
zione, arricchita di immagini dei libro ci sono tutti i protagonisti di ciati a piede libero per un totale di
protagonisti dell’epoca e di una quei giorni e quello che hanno det- duemila reati.
bibliografia essenziale aggiornata, to, scritto e fatto e soprattutto non Quella dedica vale ancora oggi. Va-
che aiutasse a ripercorrere quei fatto. Ci sono le idee, le false pro- le ancora di più per chi – mezzo se-
giorni terribili. Ricordo la febbrile messe, la rabbia, il terrore: c’è tutto colo fa – non era ancora nato e ha
consultazione di migliaia di ritagli quello che è successo, in un raccon- diritto di sapere tutto quello che è
stampa (Malafarina raccoglieva to distaccato ma non per questo accaduto, come e perché. Le rispo-
tutto) e il complesso lavoro di scrit- meno appassionato e soprattutto, ste ai tanti dubbi, purtroppo, non ci
tura e riscrittura delle cronache di ripeto, non di parte, integrato da sono: il lavoro del cronista è di rac-
quei giorni. Non c’erano i computer immagini che possono illustrare contare onestamente i fatti perché
e il fotocopiatore era un lusso per più delle parole l’inferno in cui era gli altri possano farsi un’opinione,
poche aziende. Eppure, lo ricordo precipitata la città. senza imporre la propria. È una
con tenerezza e orgoglio, abbiamo Quando finimmo di scrivere Buio a lezione di vita, oltreché professio-
affrontato coralmente un impegno Reggio nel 1971 pensammo di dedi- nale, di cui sia io che Franco Bru-
decisamente pesante, la cui fatica è carlo “ai caduti dell’una e dell’altra no siamo sempre stati grati a Gigi
stata giustificata dal risultato. Buio parte”, ai poveri morti di una guer- Malafarina, amico indimenticabile
a Reggio è un reportage distaccato, ra non voluta, ai feriti, agli arre- e maestro di giornalismo, con cui
come dev’essere ogni cronaca gior- stati, insomma a tutti i “reggini”, abbiamo condiviso questa grande,
nalistica, senza posizioni di parte, ma senza trascurare i tanti feriti (e inimitabile, esperienza editoriale.
né esitazioni, con un solo impera- due vittime) tra le forze dell’ordine. Oggi riproposta in un’edizione rin-
tivo categorico: raccontare tutto, Un bilancio agghiacciante: cinque novata che sia Gigi che Franco - ne
correttamente e coscienziosamen- morti tra i civili, una decina tra sono certo - avrebbero apprezzato
te. mutilati e invalidi permanenti per molto.¢
La cronaca, nel caso dei fatti di Reg- le ferite, quasi duemila feriti (500 (courtesy Media&Books)

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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
IL RICORDO DELL’INVIATO BRUNO TUCCI
UN PAESE DIMEZZATO, L’ITALIA FINIVA A VIBO
di BRUNO TUCCI Bruno Tucci era stato inviato dal Messaggero a “coprire” la rivolta: è rima-
sto molti mesi a Reggio e poi è ritornato alla fine degli anni 80 inviato dal

R
Corriere della Sera. Quando l’Excelsior era diventato l’avamposto di tutti i
icordo come se fosse oggi quei
giornalisti che arrivavano a Reggio per raccontare quei terribili giorni»
mesi in cui l’Italia fu sconvol-
ta dalla rivolta di Reggio Ca- non mi seppe rispondere nemme-
labria. Il Paese era dimezzato, chi no alla più logica delle domande.
voleva scendere al sud doveva fer- “Sapete come amavano chiamarsi i
marsi a Vibo Valentia. Più giù non rivoltosi?”. Nessuno seppe rispon-
si poteva andare. Reggio era com- dermi e io provai un brivido perché
pletamente isolata: a nord e a sud. di quei sei mesi di reportage tra-
Nei quartieri di Sbarre e Santa scorsi a Reggio non rimaneva nulla.
Caterina i rivoltosi si erano orga- È come se io e i miei colleghi aves-
nizzati in maniera perfetta. Barri- simo scritto sull’acqua.
cate fatte con il cemento rapido per Ero ad Amendolara in quel pe-
cui in pochissimi minuti si innalza- riodo, il mio paese d’origine. Una
vano muri che impedivano qualsi- breve vacanza a giugno, perché ad
asi tipo di circolazione. Non solo, agosto dovevo stare al giornale, che
ma chi era a guardia di queste in- era allora Il Messaggero. Avevo po-
valicabili ostruzioni non scherzava co più di 30 anni, scrivevo per la
con quanti pensavano o volevano cronaca di Roma, non avevo fatto il
superarle. Santa Caterina, a sud, gran salto di diventare inviato. Ri-
era il gran ducato; Sbarre, a nord, cevetti una telefonata dal capo re-
Bruno Tucci
la repubblica. dattore. “Senti un po’, visto che sei
Man mano che la protesta anda- più oltranzisti decisero che quella a un passo da Reggio facci un salto,
va avanti, la gente comune si univa doveva essere il loro motto. “Boia perché c’è qualche disordine per
ai manifestanti. Colpita nell’orgo- chi molla”. cui è dovuta intervenire la polizia”.
glio la popolazione di quella par- Fatemi aprire una parentesi pri- Ora per chi è calabrese, sa che cosa
te della Calabria si sentiva offesa. ma di tornare indietro negli anni. significa raggiungere Reggio da un
Diceva a noi giornalisti: “Che cosa Superato il 1980, agli albori del paese dell’alto Jonio, quasi al confi-
avete e abbiamo imparato a scuola? 1990, il mio giornale, il Corriere ne con la Basilicata. Io lo sapevo, il
Che il capoluogo di regione si trova della Sera, in cui lavoravo come in- mio capo a Roma no. Sei ore e mez-
a Reggio. Perché ora ci vogliono to- viato, mi disse di tornare a Reggio za di rapido quando tutto andava
gliere anche questo riconoscimento per una inchiesta sulla città. Parlai per il meglio.
che voi, nei vostri articoli, conside- con le istituzioni, con i sindacati, Arrivai a Reggio, mi avevano
rate un pennacchio. Non è cosi e la con la gente anziana che ricordava prenotato una stanza all’Excelsior,
storia d’Italia è dalla nostra parte”. quel periodo drammatico (qualcu- dove trovai già un paio di colleghi,
Le prime sommosse avvennero no lo definì eroico), poi passeggian- uno dei quali era Alfonso Madeo,
una sera di giugno del 1970, alla fi- do per Corso Garibaldi (la via dello un “meridionalista” che conosceva
ne di un comizio di Ciccio Franco, struscio) volli sentire alcuni giova- a menadito i mali del Mezzogiorno.
un tribuno che sapeva come fare ni, sui venti-venticinque anni. Non Da credente quale sono mi feci il
a coinvolgere la piazza. Alla fine avevano nulla da dire, perché era segno della Croce, perché da quel
del suo lungo discorso disse: “Noi un episodio che non li aveva toccati. servizio poteva dipendere il futuro
dobbiamo combattere, non dob- Certo conoscevano grosso modo gli della mia carriera. Confesso subito
biamo mollare. Applausi, grida, avvenimenti di quel tempo remoto, che rimasi a Reggio sei mesi gior-
l’eccitazione al massimo, finché i ma non li emozionava. Qualcuno >>>
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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
segue da pag. 2 • Bruno Tucci cia indietro perché sarebbe stato pochi minuti la stanza del “furbet-
spiazzato. Proprio perché tutto av- to” veniva invasa da tutti noi e lo
no più, giorno meno, con la pausa
veniva nella hall di quell’albergo. scoop si andava a far friggere. “Ve
di una dozzina di ore a Roma per
Chi voleva dare informazioni veni- l’avrei detto”, confessava il “tra-
preparare una valigia a cui si era
va lì, voci e indiscrezioni si cono- ditore”. Però, meglio non fidarsi.
dedicata mia moglie. Prima di sa-
scevano solo al pianterreno nelle Come avviene in ogni condominio
lire sull’aereo di andata, chiamai al
grandi sale che si aprivano vicino che si rispetti si erano create due
telefono il corrispondente del Mes-
al lungomare, il più bello d’Italia fazioni, l’una capitanata da Alfon-
saggero, il bravissimo e compianto
secondo Gabriele D’Annunzio. Eb- so Madeo e da Giampaolo Pansa
Luigi Malafarina, grosso conoscito-
bene, la troupe aveva occupato due (tanto nomini nullum par elogium, si
re dei problemi di mafia e dintorni.
piani dell’albergo, il secondo e il potrebbe scrivere con Machiavelli),
“Gigi, ti prego, coprimi queste po-
terzo, di modo che tutti potevamo l’altra dai meno famosi. Ricordo
che ore e stiamo bene attenti, per-
controllarci a vicenda. Gianfranco Chiocci, Franco Pierini,
ché al giornale non ho raccontato
La paura di prendere un buco il sottoscritto e via di seguito. Sem-
di questo mio viaggio. Al ritorno,
era tanta e con quel servizio non si pre tenendo ben presenti i canoni
nel tardo pomeriggio, mi racconte-
poteva scherzare, visto che le prime della deontologia professionale.
rai gentilmente tutto di modo che
pagine dei giornali erano occupate Allora c’era molta solidarietà fra
io possa scrivere il mio pezzo”. An-
solo da quella rivolta. Allora che gli inviati. Oggi? Non lo so, ormai
dò tutto bene, avevo potuto rivede-
succedeva? All’epoca non c’erano i miei capelli son diventati bianchi,
re mia moglie, i miei due figli per
telefonini, il computer non si co- gli ottanta li ho compiuti da parec-
tornare all’ovile che in quel caso
nosceva, noi eravamo la genìa della chio. Non saprei dirvi.
specifico era Reggio.
L’Excelsior divenne la mia secon-
da casa e la casa di almeno un’altra
ventina di inviati che ormai non si
potevano sognare di lasciare il servi-
zio. La rivolta era esplosa, non c’era
giorno che non succedesse qualcosa
di molto grave. Barricate, cariche
della polizia, feriti, lacrimogeni, lan-
cio di sassi: un inferno.
Il questore di Reggio era a quel
tempo Emilio Santillo, un poliziotto
di prim’ordine che avevo conosciu-
to a Roma, quando era a capo del-
la squadra mobile, ruolo di grande
difficoltà dove la bravura non deve
conoscere pausa. Debbo ricono-
scere oggi, dopo tantissimi anni da
quei giorni, è che se a Reggio non ci
fosse stato Santillo, il diario di allo-
ra sarebbe stato molto più tragico.
Sapeva usare il bastone e la carota Lettera ventidue, la gloriosa mac- Di episodi drammatici ne ram-
a seconda del caso. china da scrivere che aveva reso mento un paio. Il primo nei pres-
Bene: che cosa ricordo di quel famosi giornalisti del calibro di In- si della stazione centrale dove gli
periodo? Gli episodi sono innume- dro Montanelli. Però, non si poteva attentatori avevano appiccato un
revoli: alcuni tragici, altri meno. sfuggire. incendio molto pericoloso. Ci pre-
Con qualche tocco d’ironia che non Se qualcuno voleva stravolgere o cipitammo sul posto, era sera tardi,
guasta mai. A esempio, noi inviati, comunque rinnovare il suo articolo buio pesto. Solo le fiamme davano
come ho già detto, ci eravamo si- per una dritta arrivatagli di nasco- luce alla zona. Ero riuscito a supe-
stemati all’Excelsior: chi aveva pre- sto doveva battere i tasti e questo rare il muro dei rivoltosi, quando a
ferito un’altra sistemazione aveva sia pur piccolo rumore era sentito un tratto qualcuno dei manifestan-
dovuto fare immediatamente mar- dagli altri. Con il passa parola in >>>
•9•
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
segue da pag. 2 • Bruno Tucci
ti mi scambiò per un poliziotto e
venni circondato da un gruppo che
avrebbe dovuto linciarmi. Fui sal-
vato da un signore di cui non ricor-
do il nome, ma che era diventato
amico di noi giornalisti frequen-
tando l’Excelsior.
La seconda brutta vicenda la
vissi una sera dopo la cena che con-
sumavano quasi tutti insieme in
un ristorante di Santa Caterina, il
Baylik, dove si mangiava una pasta
alle vongole e un pesce che aveva
l’odore del mare. I miei colleghi
erano già usciti, io mi ero attardato
a chiacchierare con uno dei giovani
proprietari della trattoria. All’usci-
ta ero solo, i giornalisti non erano
molto amati, perché si scriveva che
questa rivolta era “assurda”, che la
scusa del capoluogo non aveva il
minimo di razionalità. In fondo, la
si voleva spostare a Catanzaro per-
Grandi firme, inviati e giornalisti
ché era una città baricentro della
regione. (Cosa che è poi avvenuta). Per i Fatti di Reggio giunsero giornalisti da tutto il mondo, troupes televisive, inviati speciali
A chi debbo se uscii incolume da e grandi firme. Sulla “Rivolta” scrissero praticamente tutti i principali commentatori, edito-
quella brutta storia? Proprio a uno rialisti, inviati: da Enzo Biagi a Carlo Casalegno, da Oriana Fallaci a Enzo Forcella, da Giovanni
dei miei giovani amici del ristoran- Giovannini ad Arturo Gismondi, da Italo Pietra a
te, il quale mi difese spiegando che Giovanni Spadolini, a Guglielmo Zucconi, da Al-
ero uno dei pochi a scrivere bene di berto Ronchey a Lamberto Sechi. E, tra gli altri,
Ciccio Franco e dei suoi seguaci. Paolo Guzzanti, Miriam Mafai, Adele Cambria,
In trasferta la vita è dura e non Orazio Mazzoni, Vito Napoli, Valentino Parlato,
mancò chi riuscì a fidanzarsi pro- Michele Tito, Gino Pugnetti, Alberto Sensini, Ga-
prio come i marinai che hanno etano Tumiati, Lucio Villari, Giovanni Russo, Ma-
una fiamma in ogni porto. Vorrei rio Soldati. Prestigiosi giornali come Time, Die
concludere questi miei ricordi scri- Welt, L’Espresso, Epoca, Panorama, il Mondo,
vendo della grande presenza delle la Pravda, The Times, Le Monde Diplomatique.
donne nelle manifestazioni di piaz- Giampaolo Pansa Alcuni inviati, tra cui Alfonso Madeo ed Egidio
za. Quando si organizzava un cor- Sterpa (Corriere della Sera), Giampaolo Pansa e Francesco Fornari (La Stampa), Bruno Tucci
teo che si sarebbe scontrato con le (Il Messaggero), Franco Pierini (Il Giorno) hanno
forze di polizia gridavano: (lo dico scritto pagine memorabili, con la correttezza e l’o-
in italiano perché non voglio sba- nestà intellettuale che li ha sempre contraddistin-
gliarmi) “Prima dobbiamo andare ti. Le loro cronache raccontavano al Paese, quello
noi e poi i “masculi”. Perché? La reale, la disperazione che aveva preso i cittadini di
polizia forse non avrebbe usato il Reggio e l’assoluta insipienza di una classe politi-
manganello contro una rappresen- ca che continuava a restare distratta e assente. La
tante dei gentil sesso. ¢ loro testimonianza, come documentato da Buio a
Reggio, rimane a suggello di una cronaca che non
Bruno Tucci, giornalista e inviato si può modificare a piacimento o raccontare, cin-
speciale, ha lavorato per Il Mes- quant’anni dopo, con occhio parziale. ¢ Alfonso Madeo
saggero e il Corriere della Sera

• 10 •
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
FRANCO CALABRÒ: COSÍ REGGIO SCOPRÍ
LA TRUFFA POLITICA ORDITA AI SUOI DANNI
di FRANCO CALABRÓ come gli altri, caldo sciroccoso,
quello che il buon Marra non tolle-

I
rava, in città si notava uno strano
l 1970 non era cominciato tanto fermento, da Roma arrivavano no-
bene per noi che avevamo fatto tizie non proprio tranquillizzanti,
parte della redazione reggina la Regione era nata da poco, Reggio
della Tribuna del Mezzogiorno, aveva portato a palazzo San Gior-
quotidiano messinese finanziato gio, che per anni sarebbe stata la
dal cementiere bergamasco Pesenti sede “provvisoria” del Consiglio,
che puntava alle forniture per il co- personaggi di spicco della politica,
struendo ponte sullo Stretto di cui e anche un giovane rampante, gior-
si parlava con insistenza già allora. nalista come noi, Lodovico Ligato,
Da quattro mesi il giornale era sta- per tutti Vico.
to chiuso, l’editore di Gazzetta del Sotto gli alberi di piazza Italia, il
Sud, che vedeva con preoccupazio- luogo dove spesso si sono decisi i
ne la crescita del giornale concor- destini delle amministrazioni loca-
rente, diretto da Nino Amadori, li, i soliti capannelli. Ad un tratto,
aveva trovato l’accordo con Pesen- il passa parola prima, un altopar-
Franco Calabrò
ti, cedendogli un cospicuo pacchet- lante poi, con la voce di un ex can-
to di azioni della Ses con l’impegno non era difficile entrare per le so- tante diventato speaker allo stadio
di mettere per sempre a tacere la stituzioni ferie e tentare di restare. e nei comizi, Muccio Baccillieri
Tribuna. Io avevo un rapporto di corrispon- diede l’annuncio. Il sindaco Pietro
Io ero tra i più giovani nel giornale, denza con il Corriere Mercantile di Battaglia, espressione dei cattolici
seguivo lo sport ma con frequenti Genova, non volevo spostarmi da democristiani molto vicino alla Cu-
puntate nella cronaca. Il capo del- Reggio per motivi… sentimentali. ria, avrebbe tenuto un rapporto alla
la redazione era il vulcanico Ugo Il 5 di luglio sembrava un giorno
>>>
Sardella, uomo dichiaratamente di
destra che rispettava comunque la
linea dettata dalla proprietà che era
filo governativa. Un gruppo molto
affiatato, amici prima che colleghi.
Li ricordo con la certezza di aver
dimenticato qualcuno: Giusep-
pe Barilà, Nino Capogreco, Paolo
Marra, Umberto Paladino, Cristo-
faro Zuccalà, Nino Cuzzola, un gio-
vanissimo Pino Scopelliti, fattorino
tuttofare impegnato a scorazzare
con la sua Vespa da mattina a se-
ra, Una palestra per la professio-
ne, una scuola di vita. Ognuno di
noi era alla ricerca di un lavoro, si
guardava al Nord dove molti dei
colleghi messinesi erano già appro-
dati e anche in giornali importanti,
l’estate era nel pieno per cui, allora, Il 5 luglio 1970 il “rapporto dalla città” del sindaco Piero Battaglia: Da lì partì l’indignazione popolare

• 11 •
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
segue da pag. 10 • Franco Calabrò additata anche all’estero come “ne- e Messina che confezionavano un
ra”. settimanale aggressivo nei toni,
città.
Le giornate le trascorrevamo pas- che il giovedì quando arrivava in
Piazza Duomo era già brulicante un
sando da un rione all’altro, per se- edicola, faceva il tutto esaurito.
paio di ore prima. Sul palco accanto
guire, rischiando, e qualche volta è Non è facile sottrarsi alla retorica
a Battaglia, i consiglieri neo eletti e
anche accaduto, di essere manga- delle facili rievocazioni. Certamen-
alcuni notabili Dc. Così la città sep-
nellati, le varie cariche delle truppe te non è questo il mio compito. Chi
pe che sulla pelle dei reggini si era
in assetto anti rivolta, i famigerati ha vissuto quegli anni, tra speran-
consumata quella che col tempo si
celerini acquartierati nelle scuole. ze e delusioni, non li dimenticherà
sarebbe rivelata una colossale truf-
Fu in quel periodo che Ugo Sardel- facilmente, la storia non ha ancora
fa politica. I parlamentari cosentini
la, rientrato dal Nord dove non si detto una parola definitiva e riesce
e catanzaresi, che in campo nazio-
era ambientato nei giornali dove ancora difficile “capire” quello che
nale contavano molto con i vari
era andato a lavorare, ebbe l’idea di è stata la rivolta per il capoluogo,
Mancini, Misasi, Antoniozzi, Pucci,
creare un giornale che rispecchias- quando il campanilismo, alimen-
avevano imposto durante una cena
se l’anima della rivolta, che dices- tato anche da forze estranee al mo-
nel ristorante “La vigna dei cardi-
nali” la loro linea che prevedeva
l’assegnazione del capoluogo di Re-
gione a Catanzaro, dove si sarebbe
riunita la Giunta e il Consiglio, in
maniera inconsueta, avrebbe avu-
to casa a Reggio. Poi, il miraggio
del quinto centro siderurgico nella
Piana di Gioia Tauro, alcune altre
industrie minori nel Reggino, l’u-
niversità sul modello americano ad
Arcavata, provincia di Cosenza.
Quello che è accaduto nei giorni
seguenti l’infuocato discorso di
Battaglia, poi accusato di essere il
fomentatore della rivolta, appar-
tiene ormai ai libri di storia: città
militarizzata, scontri continui con
le forze di polizia, i primi morti,
centinaia di feriti e arrestati. Noi
modesti cronisti di provincia cono-
scemmo le grandi firme dei giorna-
loni i vari Pansa, Pierini, Madeo,
Cycelin, Lombardi, Guzzanti, quasi
tutti non compresero la natura di
questa ribellione popolare mar-
chiata, grazie alla presenza di un se ai reggini e non solo quello che vimento popolare, è sfociato nella
missino peraltro anomalo come veramente accadeva. Così nacque più assurda violenza. Una guerra
Ciccio Franco, come fascista. il Nuovo Sud, editore un ricco ar- senza vincitori perché a Reggio
Reggio paga ancora le conseguenze matore e palazzinaro, noto più che hanno perso tutti, la democrazia, la
di quelle sciagurate scelte politiche altro per aver sposato una ex miss politica, le giovani generazioni che
e se la Regione per anni ha stentato Italia, la reggina Raffaella De Ca- si sono ritrovate improvvisamen-
a decollare, ammesso che lo abbia rolis. Un settimanale che aveva la te invecchiate come se quegli anni
mai fatto, lo si deve al clima d’in- redazione al Parco Fiamma, l’ele- non fossero mai trascorsi. ¢
certezza e alla diffidenza dei Gover- gante complesso sulla collina degli
ni centrali verso tutto quello che angeli, costruito da Matacena, Ugo Franco Calabrò ha lavorato per
arrivava da una città che votava a chiamò a raccolta i suoi ragazzi la Tribuna del Mezzogiorno, Ansa
destra e che per anni sarebbe stata che non erano andati via a Reggio e Gazzetta del Sud

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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
RIVOLTA DI POPOLO CONTRO UNA PALESE
E PROFONDA INGIUSTIZIA VERSO REGGIO
di PASQUALE AMATO

Siamo nell’anno 2.750 dalla fon-


dazione di Reghion. E sono passati
50 anni da quel 14 luglio 1970 in
cui la città più antica e grande del-
la Calabria, una delle prime fonda-
te dai Greci in Occidente, si ribellò
contro una profonda, palese ingiu-
stizia che aveva stracciato la storia:
lo scippo del capoluogo regionale a
favore di Catanzaro.
Fu una rivolta disperata di Da-
vide contro Golia. Reggio si ribellò
contro una concentrazione di forze
mille volte maggiore: il governo ed
i maggiori partiti del Paese (com-
presi quelli all’opposizione, dal Msi
al Pci), la televisione di stato che Città del Bergamotto si ritrovarono pure nei primi giorni della protesta
trasmetteva l’unico telegiornale tramutati in “fascisti” e “teppisti”, il Secolo d’Italia, giornale ufficiale
in regime di monopolio, la gran- versione aggiornata degli ottocen- del Msi diretto dal reggino Nino
de stampa nazionale propensa per teschi briganti e manutengoli. Tripodi, era stato bruciato in piazza
vocazione a interpretare in chia- Fascisti e teppisti ieri; e dopo per essersi schierato anch’esso con-
ve negativa e carica di pregiudizi trent’anni protagonisti di una rivol- tro la rivolta popolare.
qualsiasi protesta emersa nel Sud. ta fascista e plebea, espressione del Tuttavia non ha avuto importan-
Ancor più in quel caso, che non si più negativo “profondo Sud”. Ep- za allora, non ha importanza oggi.
presentava nella stereotipata veste Perché allora Reggio doveva essere
del Mezzogiorno-Africa descritto isolata rispetto all’opinione pubbli-
dal plenipotenziario piemontese ca del Paese appiccicandole addosso
Pier Carlo Farini nel 1860: regno l’etichetta dell’unico partito emargi-
dell’assistenza, delle clientele e del nato dal contesto del cosiddetto ar-
malaffare. co costituzionale, pur avendo dato
E la “Grande Coalizione” orche- appena tre consiglieri comunali e
strò una mistificazione delle ragioni nessuno regionale al Msi nelle ele-
vere della protesta. Una mistifica- zioni del 7 giugno 1970.
zione che capovolse le posizioni: gli Ed oggi si continua la mistifica-
scippatori divennero saggi, civili e zione perché è più sbrigativa e non
regionalisti responsabili; e gli scip- richiede sforzi di approfondimento
pati espressione non della rabbia sulle motivazioni.
di chi è stato escluso ma del più Meno male che Santo Strati ha
abietto e ottuso campanilismo, di curato la riedizione di un libro dal
sub-cultura propensa alla violen- quale non si può prescindere se si
za e di arretratezza civile. Avvenne vuole avere un’idea delle ragioni
così che nello spazio di poche set- profonde della Rivolta e una do-
timane i 170.000 abitanti della Pasquale Amato >>>
• 13 •
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio

segue da pag. 12 • Pasquale Amato primato di città più antica, grande menti e le cronache di alcuni gior-
e importante della Calabria dall’al- nalisti illuminati che compresero e
cumentazione a 360 gradi di que- leanza di ferro tra le élites trasver- descrissero la disperata rabbia di
gli eventi drammatici e inconsueti: sali delle altre due province. Élites Reggio, come Alfonso Madeo e Egi-
Buio a Reggio di Luigi Malafarina, politiche, sociali, economiche e cul- dio Sterpa del Corriere della Sera e
Franco Bruno e Santo Strati. Pubbli- turali storicamente affini rispetto Francesco Fornari de La Stampa.
cato a dicembre 1971 Buio a Reggio alla città dello Stretto, tra sempre Giornalisti che ebbero il corag-
offrì una documentazione ampia e proiettata non solo geograficamen- gio di uscire dal coro sostenendo
completa della più lunga Rivolta ur- t e ma sotto tutti gli aspetti che la Rivolta non rispondeva “a
bana della storia con- della vita di una comunità. logiche precise, a previsioni razio-
La rivolta durò tanto a nali, a schematizzazioni interpre-
lungo perché fu una vera tative” (Madeo). Ed evidenziarono
ribellione di popolo con- “esasperazione, frustrazione, ribel-
tro un’ingiustizia di pro- lione della folla. Sentimenti e stati
porzioni gigantesche. E d’animo che si ritrovavano a tutti
dopo 50 anni è una fe- i livelli, senza distinzione di classe
rita ancora aperta, con sociale, di colore politico, di età”
le sue ricadute in tutti i (Sterpa). Insomma, “c’erano den-
settori e con i suoi stra- tro tutti: borghesi, proletari, giova-
scichi dolorosi di ran- ni, vecchi, comunisti, neofascisti,
cori e risentimenti che socialisti, democristiani, repub-
continuano a ricadere blicani... Sono... spuntati alcuni
su Reggio. capipopolo, ma probabilmente an-
Ultima tappa di questi strascichi che senza di essi la rivolta sarebbe
temporanea. il caso dell’Aeroporto dello Stretto esplosa” (Sterpa). ¢
Una documentazione che rom- e l’ostinata azione di annacqua-
pe tuttora con tutti i tentativi di Pasquale Amato, storico, insegna
mento della specificità del Berga-
Storia Contemporanea all’Univer-
arrampicarsi sugli specchi per non motto di Reggio Calabria. sità per gli Stranieri di Reggio. È
riconoscere l’evidente verità stori- Per rendersi conto delle ragioni stato docente di Storia per molti
ca: Reggio venne scippata del suo della Rivolta basta rileggere i com- anni all’Università di Messina

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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
CRONOLOGIA DEI FATTI DI REGGIO
1° MARZO 1969 – Primi malumori sull’eventualità che Reggio perda il Ca- il deragliamento del Treno del Sole. Ma le autorità smentiscono, mettendo in-
poluogo. Un ordine del giorno viene firmato dall’Amministrazione provinciale sieme 23 ipotesi per il disastro.
presieduta da Giuseppe Macrì.
30 LUGLIO 1970 – Primo comizio di Ciccio Franco a nome del Comitato d’A-
10 MARZO 1969 – Nasce il Comitato di agitazione per la difesa degli interes- zione. Con lui l’industriale del Caffè Demetrio Mauro e il consigliere provinciale
si di Reggio, presieduto dall’avv. Francesco Gangemi. Natino Aloi. Per la prima volta si usa il termine “Boia chi molla”. A Catanzaro viene
eletto Presidente del Consiglio regionale l’avv. Mario Casalinuovo. Vicepresiden-
17 MARZO 1969 – Centinaia di studenti occupano per qualche ora i binari
te Lupoi (assente) che si dimette subito dopo la notizia della sua nomina.
delle stazioni Centrale e Lido, poi sfilano in corteo sul Corso. Alla manifestazio-
ne aderisce il sindaco Battaglia. 31 LUGLIO 1970 – Irrituale processione della Madonna della Consolazione
(la processione si fa a settembre, abitualmente). Reggio vive una giornata di
21 MARZO 1969 – Ordine del giorno del Consiglio comunale per rivendicare
fede e devozione.
per Reggio il ruolo di capoluogo della regione.
2 AGOSTO 1970 – Per la prima volta interviene sulla questione capoluogo
29 MARZO 1969 – Il segretario della Dc Flaminio Piccoli assicura il sindaco
Battaglia a Roma che il partito è orientato ad appoggiare che la scelta del ca- il Pci. L’on. Fiumanò dice che «Non ci siamo fatti sentire prima perché non ci
poluogo sia fatta dal Parlamento. interessava stare con i missini che agitavano la piazza con dei falsi problemi »
17 GENNAIO 1970 – Reggio e Catanzaro ai ferri corti: in una riunione roma- 6 AGOSTO 1970 – Nasce il nuovo Governo. È Presidente del Consiglio Emilio
na dei segretari politici della Dc della tre province viene indicata Catanzaro Colombo (Dc), che scioglie la riserva con cui aveva accettato l’incarico il 25 luglio.
come capoluogo di regione.
21 GENNAIO 1970 – Battaglia e il segretario provinciale Versace vengono
ricevuti dal presidente del Senato Fanfani che assicura il proprio impegno per
una soluzione definitiva dei problemi di Reggio. In casa socialista si chiede
un confronto tra le forze politiche in vista delle decisione Cipe per la Calabria.
7 GIUGNO 1970 – I calabresi vanno a voto per eleggere il primo Consiglio
regionale. Sono 11 i consiglieri eletti in provincia di Reggio.
1° LUGLIO 1979 – Viene convocata a Catanzaro per il 13 luglio la prima riu-
nione del Consiglio regionale, che viene impugnata dal Comitato comunale
della Dc di Reggio.
9 AGOSTO 1970 – Comizio di Pietro Ingrao (Pci), che viene contestato dalla
5 LUGLIO 1970 – Il sindaco Battaglia tiene un “Rapporto alla Città”: a piazza
folla a piazza Italia.
Duomo si raccolgono 7mila persone. Si chiede alla folla di «tenersi pronta a
sostenere con forza il diritto di Reggio alla guida della Regione». 6 SETTEMBRE 1970 – Attentati dinamitardi contro le abitazioni dei consi-
6 LUGLIO 1970 – Il Presidente del Consiglio Mariano Rumor , alla vigilia del- glieri regionali Lodovico Ligato e Consolato Paolo Latella e si scopre un ordi-
lo sciopero generale nazionale, si dimette: è crisi di Governo. gno inesploso davanti casa del sottosegretario Nello Vincelli, a Catona. La Cgil
attribuisce gli attentati ai fascisti.
13 LUGLIO 1970 – Il Consiglio regionale si riunisce a Catanzaro nei locali
dell’Amministrazione provinciale. Non partecipano i consiglieri regionali della 14 SETTEMBRE 1970 – Nuovo sciopero generale. Riprendono gli scontri tra
Dc eletti nella provincia reggina. Controassemblea guidata dal sindaco Batta- dimostranti e forze dell’ordine in tutta la città.
glia. Viene proclamato uno sciopero generale e appaiono i primi blocchi stra- 17 SETTEMBRE 1970 – Altre due vittime: Angelo Campanella, ferito a morte
dali sul Corso Garibaldi. Per precauzione arrivano da altri centri della Calabria da un colpo d’arma da fuoco, e il poliziotto VIncenzo Curigliano, a seguito
forze dell’ordine. di un infarto mentre la questura è presa d’assalto. Vengono arrestati Ciccio
14 LUGLIO 1970 – Inizia la protesta, continua lo sciopero, appaiono le prime Franco e l’ex comandante partigiano Alfredo Perna.
barricate e scoppiano disordini. Sono già venti sono i fermati. I ferrovieri entra- 20 SETTEMBRE 1970 – Funerali per Angelo Campanella.
no in sciopero, Reggio è isolata.
26 SETTEMBRE 1970 – Cinque giovani anarchici muoiono in un misterioso
15 LUGLIO 1970 – Primo morto per i disordini a Reggio: è il ferroviere Bruno incidente stradale mentre vanno a Roma per consegnare documentazione
Labate. La città è in fiamme, dovunque è un campo di battaglia. Forti repressio- sulla rivolta riguardanti probabili infiltrazioni neofasciste.
ni delle forze dell’ordine contro la “guerriglia” urbana.
30 SETTEMBRE 1970 – Alla Camera dibattito sui fatti di Reggio. Il ministro
18 LUGLIO 1970 – 20mila persone partecipano ai funerali del ferroviere Bru- dell’Interno Restivo riferisce sui fatti di Reggio. Il dibattito si concluderà il 2
no Labate. Dopo le esequie scoppiano nuovi incidenti tra dimostranti e forze ottobre con gli interventi di tutte le forze politiche.
dell’ordine. Appiccato il fuoco alla Questura, l’incendio è subito domato.
10 OTTOBRE 1970 – Arriva a Reggio il sottosegretario ai Trasporto Onorio
22 LUGLIO 1970 – Attentato al Treno del Sole. Sei morti e 51 feriti. Quello Cengarle per sbloccare gli scioperi ferroviari che stanno interessando tutta la
che sembrava un incidente molti anni dopo sarà denunciato nel 1993 da un provincia. Fa allontanare la polizia e parla alla folla dicendo che sul «diritto di
pentito di ‘ndrangheta come atto terroristico. Reggio dovrà pronunciarsi il Parlamento».
24 LUGLIO 1970 – Il Corriere della Sera lancia il sospetto dell’attentato per >>>

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SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
CRONOLOGIA DEI FATTI DI REGGIO
14 OTTOBRE 1970 – Falso allarme bomba sulla nave traghetto “Cariddi”. 4 APRILE 1971 – Viene proclamato a Reggio lo Statuto regionale. Piccoli
Date le numerose esplosioni nelle ultime settimane, l’allarme viene preso incidenti subito domati.
attendibile. Non si troverà traccia di esplosivo e i passeggeri scopriranno solo
22 GIUGNO 1971 – Prima seduta del Consiglio regionale a Reggio che s’in-
dopo che si era temuto un’esplosione a bordo.
sedia ufficialmente in città.
16 OTTOBRE 1970 – Pietro Battaglia viene rieletto sindaco di Reggio.
14 LUGLIO 1971 – Nell’anniversario della morte di Bruno Labate nuovi inci-
19 OTTOBRE 1970 – Antonio Guarasci (Dc) è il primo presidente della Re- denti e focolai di rivolta. Ricompaiono pietre e candelotti lacrimogeni.
gione Calabria re presenta la sua Giunta: gli assessori designati sono: Ferrara,
15 LUGLIO 1971 – Il ministro dell’Interno restivo riferisce alla Camera sui
Ligato, Palermo, Perugini e Nicolò (Dc); Alvaro e Latella (Psi); Cassa­donte (Psu),
nuovi incidenti. Alcuni parlamentari del Psi chiedono la rimozione del Que-
gli effettivi. I supplenti: Donato, Scarpino e Corigliano (Dc) e Mundo (Psi). A
store Santillo e del prefetto De Rossi.
Reggio arriva Adriano Sofri, leader di “Lotta Continua”,in una conferenza
stampa invoca una “rivoluzione proletaria”, ma va via prima che la polizia lo 2 SETTEMBRE 1971 – Il ministro dell’Interno si costituisce parte civile nel
cerchi. processo per l’incendio della Questura che si apre oggi a Salerno.
23 DICEMBRE 1970 – Libertà provvisoria per Ciccio Franco, Alfredo Perna e 7 SETTEMBRE 1971 – Piero Battaglia si dimette da sindaco contestando le
altri componenti del Comitato d’Azione. iniziative del Governo.
9 GENNAIO 1971 – Si costituiscono Antonio Dieni e Angelo Calafiore, otter- 10 SETTEMBRE 1971 – Il processo per l’incendio alla Questura si chiude
ranno la libertà provvisoria il 18 dello stesso mese. con una condanna per adunata sediziosa, non viene accolta la tesi di incendio
doloso e detenzione di materiale esplodente.
13 GENNAIO 1971 – A Catanzaro si costituisce il Comitato d’Azione per la
difesa dei diritti di Catanzaro, su iniziativa dell’Ordine degli avvocati 17 SETTEMBRE 1971 – Nuova vittima, Carmine Jaconis, un barista di 25
anni di Sersale (CZ). Ucciso da un proiettile di pistola, durante incidenti sul
16 GENNAIO 1971 – Muore l’agente Antonio Bellotti colpito da un sasso
ponte Calopinace in occasione dell’anniversario dell a morte di Campanella.
sul treno che lo stava riportando a Padova col II Reparto Celere. Era rimasto in
È la quinta vittima tra i civili.
coma per quattro giorni.
20 SETTEMBRE 1971 – Visita a Reggio di Adriano Tilgher capo di Avanguar-
21 GENNAIO 1971 – Sciopera generale a Reggio indetto dal Comitato d’A-
dia Nazionale.
zione. Sfilano oltre 20mila persone.
23 SETTEMBRE 1971 – Gli ultimi inviati speciali lasciano la città. Da Reggio
28 GENNAIO 1971 – Presa di posizione del Pci, a nome del vicesegretario
– scrive Giampaolo Pansa su La Stampa – viene più di una lezione sulla classe
Enrico Berlinguer che denuncia «l’attacco eversivo, preordinato e organizzato
politica italiana».
dalle centrali fasciste»:
30 SETTEMBRE 1971 – Il Cipe deve stabilire l’ubicazione del V Centro side-
3 FEBBRAIO 1971 – Nuovi scontri a Reggio, a Sbarre e S. Caterina. Una ven-
rurgico assegnato alla provincia di Reggio.
tina di feriti solo tra le forze dell’ordine. A Roma Colombo incontra il presi-
dente della Regione Calabria Guarasci e separatamente i tre sindaci delle tre 2 OTTOBRE 1971 – Respinto il ricorso del Comune alla Corte Costituzionale
province calabresi. contro lo statuto della Regione.
4 FEBBRAIO 1971 – A Catanzaro un corteo di antifascisti viene coinvolto nel- 7 OTTOBRE 1971 – L’inchiesta interna delle FS sul deragliamento del Treno
lo scoppio di quattro bombe a mano. Muore Giuseppe Malacaria. Le indagini del sole del 22 luglio del 1970 si conclude con la considerazione che si è
accerteranno che aveva l’ordigno in tasca. «trattato di un fatto anomalo»
6 FEBBRAIO 1971 – Con un decreto il ministro dell’Interno Restivo sospen- 17 OTTOBRE 1971 – Vietati cortei e manifestazioni pubbliche. Almirante è
de le libertà costituzionali a Reggio. Vietati cortei, comizi e riunioni. costretto a spostare a Villa San Giovanni il suo comizio.
12 FEBBRAIO 1971 – Il presidente del Consiglio Emilio Colombo annuncia 9 NOVEMBRE 1971 – Il Consiglio regionale chiede con un ordine del giorno
in tv che il capoluogo va a Catanzaro dove avrà sede la Giunta regionale; a il ripristino delle libertà costituzionali a Reggio.
Reggio va la sede del Consiglio regionale. Annunciato anche il V Centro side-
18 NOVEMBRE 1971 – Fortunato Licandro (Dc) è il nuovo sindaco di Reggio.
rurgico, con occupazione prevista di 7500 lavoratori.
Succede a Piero Battaglia.
15 FEBBRAIO 1971 – Si riunisce a Catanzaro il Consiglio regionale che scri-
20 DICEMBRE 1971 – Esce la prima edizione di Buio a Reggio.
ve l’art. 2 dello Statuto in cui si stabilisce che la sede del Consiglio è Reggio
“con convocazione anche nelle altre due città capoluogo”. 24 DICEMBRE 1971 – Vengono revocati i decreti che avevano sospeso i di-
ritti democratici e costituzionali ai cittadini di Reggio.
16 FEBBRAIO 1971 – Altra giornata di guerriglia a Reggio. Commenta il
questore Santillo: «demolivamo una barricata e la ricostruivano, una guerri-
glia continua, uno stillicidio ininterrotto»
21 FEBBRAIO 1971 – Contestato a Reggio l’arcivescovo Giovanni Ferro.
23 FEBBRAIO 1971 – Vengono smantellate tutte le barricate del rione Sbar-
re.

• 16 •
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
(in ordine di pubblicazione)

1970 – AA.VV. – Analisi di una rivolta – (a


BIBLIOGRAFIA 1973 – Fiumara, Francesco – Reggio perché.
Dal mito e dalle glorie del passato alla ri-
volta dei nostri giorni – (Parallelo 38)
cura del Gruppo d’Intesa)
1978 – Ferraris, Pino – I cento giorni di Reg-
1970 – Reale, gio – (Rosenberg & Sellier)
Giuseppe – Reg- 1971 – Isnenghi, Mario – I quotidiani meri-
gio in fiamme – dionali e la rivolta di Reggio Calabria – (in 1990 – Sgroj, Al-
(Parallelo 38) Belfagor, n. 1) do – La rivolta di
Reggio vent’anni
1971 – Aspra, O. – La cortina di ferro. Il dopo. Parlano
problema dei problemi di reggio Calabria i protagonisti –
capoluogo – (Tip. Sgroi) (Gangemi)
1971 – Ferraris, P. – I cento giorni di Reggio:
i presupposti della rivolta e la sua dinamica
– (in “Giovane Critica”)
1970 – AA.VV. – Significato di una presenza
– (a cura della Curia Metropolitana di Reggio 1972 – D’Ago- 1991 – Rossi, Gianni (a cura di) – La rivolta.
Calabria) stini, Fabrizio – Reggio Calabria: le ragioni di ieri e la realtà
Reggio Calabria. di oggi – (Istituto Studi Corporativi)
1970 – Bagnato, Tommaso – Dito, Armando I moti del luglio
(a cura di) – Reggio Calabria capoluogo di 1970–febbraio 1992 – Barrese, Orazio – La rivolta di Reggio
Regione 1971 – (Feltrinelli) Calabria – (in Il Parlamento italiano, Nuova Cei)
1970 – Aliquò–Taverrini, Filippo – Reggio è 1995 – Aloi, Fortunato – Reggio Calabria ol-
il capoluogo della Calabria (Tip. Corriere di tre la rivolta – (Il Coscile)
Reggio)
1995 – Bova, Vincenzo – Reggio Calabria, la
1970 – AA.VV. – Reggio è il capoluogo della città implosiva – (Rubbettino)
Calabria – (a cura delle Categorie Economi- 1971 – Borsato, Felice
che e dei Sindacati professionali della pro- – Guerriglia in Cala- 1996 – Polimeni,
vincia di Reggio) bria – (Edizioni Docu- Gimo – La rivolta
menti) di Reggio Calabria
1970 – AA.VV. – Un appello dall’estremo Sud del 1970. Politica,
– (a cura del Gruppo d’Intesa) istituzioni, pro-
tagonisti – (Pelle-
1970 – AA.VV. – La menzogna calcolata – (a
grini)
cura del circolo G. Salvemini di Bova Marina)

1970 – AA.VV. – Gli operai e la rivolta di Reg-


gio Calabria – (Internazionale situazionista)

1970 – Fiumara, Francesco – Per Reggio Ca- 1971 – Malafarina, Luigi – Bruno, Franco – Strati, Santo – Buio a Reggio
poluogo – (La Procellaria) (I e II edizione in 4 voll., in cofanetto)
Edizioni Parallelo 38
1971 – Lombar- Copertine originali di Leo Pellicanò
di Satriani, Luigi
Maria – Rivolta e
strumentalizza-
zione – (Qualecul-
tura)

1971 – AA.VV. – Testimonianze – (a cura del


Gruppo d’Intesa)
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
1998 – Amato, Pa-
squale – Reggio, BIBLIOGRAFIA 2005 – Stillitano, A. – Reggio capoluogo: fu
vero scippo? – (Città del Sole)
capoluogo mo-
rale. La rivincita 2001 – Battaglia,
della Storia a 28 Piero – Laganà, En-
anni dalla rivolta zo – Io e la rivolta.
2000 – AA.VV. – La rivolta di Reggio – Inser- Intervista a Piero
– (Città del Sole)
to del Quotidiano della Calabria 15 luglio/1 Battaglia – (Falzea)
dicembre)

1998 – Scarpino,
Francesco – La
rivolta di Reggio 2000 – Meren- 2005 – Aloi, Fortunato – Reggio ‘70. rivolta
Calabria. Tra cro- da, Gianfranco di popolo – (Il Coscile)
naca e mass media – Cronaca di una
– (Laruffa) rivolta. I fatti di 2005 – Stillitano, Antonino – Reggio capo-
Reggio Calabria – luogo: fu vero scippo? – (Città del Sole)
(Rexodes Magna
2005 – Tripodi, F. (a cura di) – Luci e ombre di
Grecia)
una rivolta: Reggio 1970. Catalogo della mostra
1998 – Scarpino, fotografica documentaria, vol. I
Francesco – Un
2006 – Furci, Michele – La Cgil in trince. Nei
popolo in rivolta
32 mesi che sconvolsero la città di Reggio
– (Laruffa) 2000 – Malafari- Calabria – (Monteleone)
na, Luigi – Bruno,
Franco – Strati, 2007 – Cuzzola,
Santo – Buio a Reg- Fabio – Reggio
gio Ristampa per 1970. Storie e me-
il trentennale. in morie della rivolta
due voll., 2000, – (Donzelli)
2000 – Sergi, Pantaleone – I “venti di rivol- Città del Sole)
ta” per il capoluogo di regione sul “Corriere
Calabrese” degli anni 1949–1950 – (in “Rivista
Storica calabrese”, n. 1–2)
1999 – Catanza-
riti, Francesco – 2007 – Murolo Lepori Adriana – Reggio
Ripensando alla 1970: sommossa popolare o moto fascista?
rivolta di Reggio – (in Lettere Meridiane, n. 12)
Calabria – (Pelle- 2008 – Ambrosi, Luigi – Boia chi molla”,
grini) siempre! La rivolta di Reggio Calabria nella
testimonianza di un protagonista comune –
(in “Zapruder”, n. 16)
2009 – Ambrosi,
2000 – Arcidiaco, Franco – Pellicano, Daniela Luigi – La rivolta
2001 – Cuzzola, di Reggio. Storia
(a cura di) – Boia chi molla. La rivolta di Reg-
Fabio – Cinque di territori, vio-
gio Calabria rivissuta attraverso le immagini
anarchici del Sud lenza e populismo
e i documenti dell’epoca – in “il Domani della
(una storia ne- – (Rubbettino)
Calabria”, inserto in 20 puntate (13 luglio–9
gata) – (Città del
agosto).
Sole)

• 18 •
SPECIALE
50 anni fa la Rivolta di Reggio
2010 – Cuzzola,
Fabio – Confido,
Valentina (a cura
BIBLIOGRAFIA 2017 – Palanca,
Lou – A schema
libero – (Rubbet-
di) – Fuori dalle tino)
barricate. Foto-
racconto della
2012 – Aloi, For-
rivolta di Reggio
tunato – I fatti del
– (Città del Sole)
‘70. Reggio. Rivolta
di popolo. Aspetti e
risvolti – (Città del 2019 – AA.VV – Ri-
2010 – Criaco, Sole) volte: Avola, Bat-
Giuseppe – An- tipaglia, reggio
ch’io ho visto i Calabria, Pescara,
blindati. La rivolta l’Aquila. Quando
di Reggio Cala- il Sud si ribellava
bria. Il romanzo – (vol. 5) (Storia
– (Laruffa) Rivista)
2012 – Mavilla,
SIlvio – La Rivol-
ta di un popolo.
(Immagini di una 2020 – Arcidiaco,
città insorta). Con Franco – Pellicanò,
2010 – Calabrò, Domenico – Reggio dalla ri- una intervista di Daniela – Boia chi
volta alla riconciliazione – (Mediasmart) col Franco Bruno al molla 1970 (Città
DVD–Video da lui diretto: Reggio Calabria – giornalista Alfon- del Sole)
La rivolta 1970. so Madeo, inviato
del Corriere della Sera. – (Iiriti Editore)
2010 – Nunnari,
Domenico – La
lunga notte della 2017 – Di Stefano,
rivolta. Reggio Ca- Michelangelo –
labria 1970–1971. Moti di Reggio del 2020 – Turano,
Una ribellione ‘70. Le due facce Gianfrancesco –
popolare nel Sud della medaglia – Salutiamo, amico.
d’Italia – (Laruffa) (Città del Sole) Romanzo – (Giun-
ti)

2011 – Cantarella, G. – Il pacchetto Colombo.


La Rivolta: documenti parlamentari – (Città
del Sole)

FILM E DOCUFILM 2020 – Mala-


farina, Luigi –
Bruno, Franco
– Strati, Santo
– Buio a Reggio
Edizione del Cin-
quantenario a cu-
ra di Santo Strati
1984
Florestano Vancini, – (Media&Books)
2005
Reggio 1970, Domenico Calabrò,
una città in rivolta Reggio Calabria 1970
(Rai) La rivolta (DVD Video) 2008 - Salvatore Romano,
Edizione in proprio Liberarsi: figli di una rivoluzione minore
(Loading Production)

• 19 •
SPECIALE 50 anni fa la Rivolta di Reggio

“BUIO A REGGIO”, 50 ANNI


900 PAGINE SULLA RIVOLTA
Tallini, il Consiglio regionale pro- irrinunciabile della sua carriera politica. Erano
muovesse un convegno di studi quattro volumi in cofanetto (oltre 900 pagine)
sui fatti di Reggio, con l’obiettivo firmati da un giornalista di razza, il cronista
di superare definitivamente ogni Luigi Malafarina, in prima fila durante i moti,
conflittualità tra le due città e of- insieme con due studenti universitari che vo-
fire un contributo di chiarezza e levano fare i giornalisti (come è poi avvenuto).
verità che i calabresi hanno diritto Quest’edizione di Buio a Reggio l’ha curata
di ricevere. Santo Strati (Malafarina è scomparso nel 1988,
Quando apparve “Buio a Reggio”, Bruno nel 2011) con l’assistenza virtuale dei
a Natale del 1971, la rabbia dei suoi indimenticabili amici. È il racconto, onesto
reggini era ancora viva e in molti e non di parte, di tutto quello che è accaduto a
si ritrovarono nelle pagine di un Reggio prima, durante e dopo i tragici fatti, con
libro coraggioso (per quegli an- la testimonianza di centinaia di inviati e giorna-
ni), rifiutato dalle maggiori case listi di grande spessore mandati da tutto il mon-
È il libreria l’edizione del cinquantenario del editrici nazionali dopo essere do a seguire quella che appariva una bizzarra
libro Buio a Reggio, lo storico libro-reportage stato accolto e programmato in catalogo, «per- e incredibile rivolta di popolo per il capoluogo.
di Luigi Malafarina, Franco Bruno e Santo Strati ché c’erano troppe magagne da nascondere» Non era una lotta per il “pennacchio” ma celava
che ha raccontato nel lontano 1972 i giorni del- e molti politici che «non avrebbero gradito». Il l’insofferenza di un popolo trascurato, dimenti-
la rivolta del ‘70-’71. libro apparve per i tipi di Parallelo 38, grazie al- cato e vilipeso. ¢
Sono trascorsi 50 anni e molti interrogativi so- la caparbia ostinazione dell’on. Giuseppe Reale 912 pagg. con 180 foto - 29,00 €
no rimasti senza risposta, ma sarebbe opportu- che, pur non essendo calabrese, aveva sposato ISBN 9788889991510
no che - come auspicato dal presidente Mimmo la causa di Reggio e ne aveva fatto un punto mediabooks.it@gmail.com

Supplemento all’edizione del 14/7/2020 di Calabria.Live, quotidiano digitale - Reg. Trib. di Catanzaro n. 4/2016 - Direttore responsabile Antonietta Maria Strati - Direttore editoriale Santo Strati - Edito da Callive srls

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