3
IGHOJIH
31V3IS11W Vlll03~ IO O~N11S
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PREFAZIONE
ETTORE POZZOL!.
E.R.1093
L
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§ l.
PRJNTED IN JTALY
4
r
-----:-:-::t:t;;";-;:i;Te;;;l.'_ _, ,
1' ottava ascend.
r----::::-::~-;;--;;;Te;;d."--ll
2' ottava ascend.
3' ottava ascend.
fa ecc
sol - la -si - do - re - mz -- ,
' • f'. -
.
.
--
\ . -t.a - sol - la - si - do - 1"e -rnt - a
J
re- mz- J'
do centrale
§ II.
,.,. . . . )1·----------------------
Linea . . . . . · - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
l
1
Sottolinee ~ !~----------
( 5---------------------
. '
" .
5
trilcciare la sesta, la settima, l'ottava, ecc. sopralinea q sottoline.a, solamente
quando vi sia necessità di scrivere le note che occupano quelle posizioni.
Ogni nota si distingue dalla posizione più o meno elevata che occupa.
Il Do centrale, che corrisponde al Do del centro della tastiera del Pianoforte
ed è comune a tuttfl le voci ed a tutti gli istrumenti, prende posto nella linea.
Le altre note delle ottave ascendenti si dispongono in linea progressiva nelle
sopralinee; le note delle ottave discendenti si dispongono in linea progressiva
nelle sottolinee.
La disposizione ·delle note verrà quindi fatta come segue:
ASCENDENDO. Il DISCENDENDO.
~
~
E..R.1093
6
Il Rigo più esteso è q nello formato dalla linea della chiave, da cinque sopra-
linee, da cinfjue sottolinee; e serve per gli istnunentì di grande estensione:
Organo, Pianoforte ed Arpa (1).
lUgo per Organo, Pianoforte ed Arpa.
-e-
{!m: o ··········-e-
f, Il
-e-
Per l.e voci e per gli strumenti òi estensione limitata il rigo vien ridotto in
prop·orzioni pil'1 piccole; ed ~~ formato con sopmlinee o con sottolinee a seconda r
'
§ Il I.
Le melodie non sono sempre costituite dal continuo succedersi di suoni, ma an_
che dall'alternarsi di ~noni e pause.
(l) Più avanti ùimostre:·emo come il Rigo per Organo, Pianoforte ed Arpa, ·adoperi le chiavi sussidiarie (li
S'al e di Fc' anzichè la chiave di Do.
I!.R.t093
' '
" .
7
Questi momenti di pausa, o momenti di silenzio, vengono indicati coi seguenti
segni: 1
. un intero i ~ ~ \ ~ lu ls-4·
--- --- t ' ; f f
I segni dei suoni e quelli delle pause si corrispondono nel seguente modo:
~ 1:- l
j un lnt.ero \ ! 8 18 \i l
14
i o
~ ~
F i ~ ~
Durata dei suoni
., --- ---
Pause equivalenti
t ' ; f q
• Le p:.wse di un intero e di una. metà si scrinmo con lo stesso segno; però
quelle "lli un intero si pongono sotto qualun(}ue sopralinea o sottolinea e qnelle
di un1t md;\ in n~ce si pongono sopra.
Le durate dei suoni e delle pr.,use vengono denominate anche Valori musicali.
§ IV.
L'inizio di ogni battuta vierte indicato con una lineetta verticale attcaver-
sante il rigu e che d~.mominasi stanghetta.
Le battute così. distinte frn, di luro chiamansi anche misure.
(l) Più avanti diremo come le melodie, oltre agli accenti principali, abbiano dogli accenti secondari
E.R. 1093
8
Non tutte le melodie però hanno la stessa quantità d'accenti. Ve ne sono di
due, di tre e di quattro accenti.
Queste melodie si scriveranno in misure divise in due, in tre ed in quattro
piccole parti.
Le piccole parti che dividono la misura, e che sono invisibili, si chiamano tempi.
i
A quattro tempi )
Misure Quaternarie
Dei due numeri che segnano la misura, il superiore indica il numero dei
tempi, l'inferiore la loro durata.
La battuta deve seguire naturalmente la diversa formazione della misura,
aumentando e raddoppiando i movimenti.
Lu, misura a due tempi si indica con due movimenti: uno in battere, l'altro in levare.
La misura a tre tempi si indica con tre movimenti: uno in battere, rlne in lEvare.
Ln. misura a quattro tempi si indica con quattro· movimenti: due in battere,
due in levare. (l).
MISURE i
2
2
l~lt.
F F
2~'t.
3
2
l~ t.
F F F
!'!t. 3'.' t.
4
2
l~ t.
F F F F
!~t.. a?t. 4f! t.
••
Per la correttezza e la predsione òi cn.lrolo circa la durata dei suoni è indi-
spensabile non solo la divisione della misura~ ma anche una suddivisione.
Perchè, pitt la misura. viene sminuzzata, più facile riesce la percezione di
spazio da un punto all'altro.
:1) l'or la misura a quattro tempi ci siamo attenuti alla battuta così detta italiana. Ciò per riguardo alla
con.;uetudine, mentre per forza di logica la si dovrebbe indicare con un movimento in battere e tre in levare.
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---
l . '
.....
•
~
La misura a due tempi potrà essere scritta In . . Il 2
2
3 3
2
4 Il
3
2
8 il
j~
(misure semplici)
.................................................... -.----.. -.. -.. . -- . --.. ··: r···------................................................... ----· .................... ·-·------...............-......... :
: I'ilisure principali :: :\'lisure derhate per diminuzione di valore :
: :: l
~Usura
a due tempi
Ili
2
/u\
~ (?
11
2
4
Ub
~.
ls
2
66
~~
Il '
/r /r /r ~ UU~ JJJ
Misura :~ 3 3
a tre tempi 2 4
11 Il s
l tempi della misura, come gli accenti òelle melodie, si distinguono in forti
e deboli.
Il primo tempo d'ogni misura è forte: perchè rappresenta il principio ed il
punto dove si ripete il periodo degli accenti. Gli altri si dispongono in ordine
simmetrico; o tutti deboli, oppure mezzo-forti e deboli.
t? tempo
F
2? ft>mpo
debole
F
2'! tempo
Il
s'! t.empo
,
l
forte debole debole
Misura a tre tempi 3
Il 2 F F F
l~ tempo 2~ ft>mpo 3 !' tt>mpo -l~ tempo
forte debole mezzo forte debole Il
·l
Misura a quattro tempi 4
2 F F F F l•
li
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-
l .'
" .
11
§V.
l
di usare gli stessi segni, ai quali si 11ggiunge un punto.
La nota :-;eguìta dal punto rappresenta q n indi un valore divisibile in tre parti.
1132 .o.....•.
a• ~: Il ~ .r·..
.:
Il g
.:
r··..
Il
l f l i i i ~ p ~
Il punto, in questo caso, aumenta la nota di metft rlel suo valore e serve
come prolungazione del suono.
Si possono mettere due ed anche tre punti dopo una nota. Si osservi come
il secondo aumenti il valore della nota della metà del primo, ed il terzo della
mct:\ del secondo .
.\Itri segni hanno l'ufficio di prolungare il suono e sono la legatura. (,.-...) e
la corona (1:'.).
La leg;ttura è una linea curva che si pone su due note unisone e vicine;
unisce i due valori formando un suono delta durata di tutti e due. (l)
In molti casi la legatura sostiene l'effetto del punto; ma la sua vera utilità ì~
qudla di poter ottenere la durata di suoni che non può essere data nè dai valori
semplici, nè da 'luelli col Jlllllto.
~ ~ ~ ,--... ~,--....
Effetto della legatura o l l i l i p i ~ p
l
f Effetto del punto O•
r· l". i ..
i\ nticamcntc il punto era considerato come prolungazione di suono anche se
messo dopo la stanghetta; oggigiorno questa maniera di notazione non è pitl
usata e si ottiene il medesimo effetto ricorrendo alla legatura.
(1) ltimandiamo lo stu~ioso ai canitoli Huccessivi, dove tratteremo dei segni che indicano una divNHH ma-
niora d'eHeguirtJ o colorire i suoni e dove si troveranno le cognizioni necessarie per le dherse specie dì 1"!-:Ri•" ''·
E.R. 2093
12
Notazione antica 2
2
ecc.
Notazione moderna 2
2
La corona, messa tanto sopra una nota quanto sopra una pausa, indica un ri-
poso che può essere prolungato a volontà dell'esecutore.
Il movimento della battuta si ferma per lasciare libera la continuazione del
suono o del silenzio, avvertendo che la durata dell'uno o dell'altro sia di gran
lunga superiore al valore indicato.
§ VI.
l l
L'intervallo di seconda abbraccia due gradi - Do -Re
l l
)) )) terza )) tre gradi - Do- re- Mi
)) )) quarta )) quattro gradi = Do- re- mi- Fa
)} )) quinta )) cinque gradi - Do -re -mi- fa- Sol
)) )) sesta )) sei gradi Do -re- mi- fa- sol- La
)) )) settima )) sette gradi - Do- 't'e- mi- fa- sol- la- Si
)) )) ottava )} otto gradi = Do- re- mi- fa- sol-la- si- Do
La successione dei gradi nella scala non procede per uguali distanze. I gradi
Mi- Fa e Si- Do rappresentano le distanze più piccole, cioè quelle di un semitono;
tutti gli altri gradi indistintamente rappresentano le distanze più grandi, vale a
dire quelle di un tono.
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.'
" '
13
Così si qualifica:
L'intervallo di un tono, la di~tanza più grande fra due gradi congiunti;
L'intervallo di un semitono, 1::1 distanza più piccola fra due gradi congiunti .
.Ogni distanza di un tono può essere sezionata in due semitoni. Vale a dire
che fra due note formanti l'intervallo di un tono, es. Do- Re, l'orecchio perce-
pisc€ un altro suono sul quale segnare la di visione dei rlue semi toni.
Questo suono non riceve una denominazione nuova, perchè il numero soverchio
delle denominazioni renderebbe il sistema musicale troppo complicato. Siccome
si trova frammezzo a due note una piì1 acuta dell'altra, vien considerato come
un'altera~ione ascendente del suono più grave o come un'alterazione discen
'
dente del suono p i ÌI acuto.
Quindi la sua denominazione può essere fatta tanto col nome della nota più
grave, quanto (~on quello della piti acuta; u,lle quali vien aggiunto, nel primo
c~so, il segno d'alterazione chiamato diesis ~, e nel secondo caso il segno d'alte-
razione ~hin.ma.to bemolle P..
][:e~Ì.~'<. . . . . . . . . . . . . . .~~'<.c:: ]]
=
Do
). ~o
:..'0
..,e,~'
\\,0~o (
'Oe,~ Do
§
1 ~ VII.
Della Scala.
guisa eh e la (hsposizione dei suoni nella scala viene fatta nel seguente ordine:
due toni, un semitono, tre toni, un semitono.
• \
l tono
"
---···································5?
1 tono "
,...._,., ...............................................~ ,
semitono
.....--'······················································" 3.
o ,
BE .................................................................. 2? ,
l tono
DO ............................................................................ !? ,
Il pruno grado è la nota che serve di base alla scala; si chiama perciò nota
(ondamentale o nota primordiale. Da questa prende nomé la scala stessa. Quindi
la scala sopmindicata sarà detta scala di Do.
Ogni grado della scala può a sua volta diventare nota fondamentale di una
n uova scala.
Si potrà ottenere quindi la scala di He, di Mi, di Fa, ecc., ecc., se le basi
delle nuove scale saranno rispettivamente le note Re, Mi, Fa, ecc., ecc., e se i
suoni sa.ranno disposti col medesimo ordine di quelli della scala di Do.
Per ottenere questa eguaglianza di disposizione nei gradi delle diverse scale l
' '
" .
15
§ VIII.
~ 7~
~. ~
6
4~'~:. r) :.ot _ Do
s· as<-
1~ 2 ~ 3.
~a -
Mi - St -
Fa
- Sol Re - I ~
Suoni naturali OQ - Jta-
,
5'dlB.
1 p Sd' - Mi P - La p - Re P - Sot P - Do P
2p 3p 4p tJp 6p 7p
~
tt ~IX.
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16
I diesis si succedono per progressione di quinte ascendenti incominciando dal Fa.
Fa - Do Sol - Re - La - Mi - Si
l 2 3 5 6 7
§x.
Ciascun grado delln, scala riceve una denominazione speciale, che qualifica
l'importanza che ha relativamente alla scala stessa.
Ln. nota primordiale (1. 0 grado) è la più importante per la relazione e la
maggior attrazione che esercita sugli altri gradi. Si chiama tonica perchè è la
nota fondamentale del tono.
li quinto grado per il suo frequente impiego nelle melodie e per la sua posi·
ziune centrale, dalla quale può dominare gli altri gradi, vien chiamato dominante.
E.R.J093
....
" '
17
Mediante è il terzo grado che sta di mezzo fra tonica e dominante. Si deno-
mina anche caratteristica, perchè determina il carattere della scala.
Sensibile è il nome che vien dato al settimo grado per ID, sua sptccata sen-
sibilità a risolvere sulb tonica, ehe lo attrae.
Gli altri gradi snbiscono la denominazione del loro vicino più importante col-
l'aggiunta delb partlcdla so1wa o sotto, a seconda so si trovano sopra o sotto ad essa.
1. 0 grado 2. grado
0
3. 0 grado 4. 0 grado 5. 0 grado 6. 0 grado 7. 0 grado
~ XI.
semltono st-mifono
~
l
e-
flr
Scala Modo Maggiore ~
?~'
u o
Il
. -r-
o ~: ~~
l Scala Modo Minore
Naturale D
o ~"
"='
semltono
(
o '! ~
semifono
n
/
" La disposizione dei suoi gradi ò fatta nel seguente ordine: un tono, un se-
mi tono, due toni, un semitono, due toni.
È denominata Scala Minore Naturale ed è pochissimo usata, perchè man-
cante rli un req nisito importante: la sensibile.
Il settimo grado, se deve avere il suo vero carattere di nota sensibile, deve
distare dalia tonir.;~t (8. grado) di un semituno.
0
J ~a dislJOsiziune dei suoni v errA m(Jdifìcata come segue: un tono, un semi tono,
dlw toni, un sernitunu, ;m tono e mezzo, un semitono.
E.R.l093
L:1 scala così formata, e che comprende una alterazione ascendente al settimo
l
grado, si chi:1ma Scala Minore Armonica.
semltono
··~""""
Scala Minore Naturale
l
' '
l
" .
-.._
19
Come per le scale maggiori, la progressione delle scale mmor1 avvwne per
qnmta ascendnnte e discendente a partire dal La, che è la scala formata da soli
suoni naturali.
6~ 7~
3~ 4~ 5~ Re~ - La~
1~ ~
Fa ~ - Do ~ - Sol ~ -
2
s· a..:.
- Mi - Si-
;t
Suoni naturali La
s·
- dls. Re - Sol - Do - Fa - Si l> - Mi l> - La l>
1p
2/7 3/7 4/7 5p 6/7 7p
~ XII.
Note caratteristiche.
Se ben si osserva la struttura di ogni scala, si vedrà come. fra quelle maggiori
e quelle minori vi sia una certa analogia, derivata dal fatto che gli identici suoni
di una scala maggiore, disposti diversamente, possono formare una minore.
Da ciò si arguirà come fra scale maggiore e minore vi sia dell'affinità, dovuta
appunto alla somiglianza dei suoni che formano le due scale.
Infatti noi possiamo contrapporre ad ogni tonalità maggiore una tonalità
minore somigliante alla prima nei suoni e nelle alterazioni.
Questa scala minore che ha appunto, come abbiamo detto sopra, la sua gene-
razione nella scala maggiore, viene denominata somigliante minore o r·elati'Co
minore.
Scala di Do magg. o
Scala di La min .
Somigliante a Do ma,q,q.
PROGRESSIONE .A.~CENDENTE
La magg.
Do magg. Sol mn.gg. RP magp. ~
MI mngg . .
SI magg . Fa# magg.
~
Do# mapg.
jJ, -~
~ u.
~
~,
~ f-lltr. ,
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. '
" '
__,.... .......
21
PROGRESSIOI'fE DISCENDENTE
Do magg.
s: 1:. : w: s: :g
{ o o
Mi ~ m(n.
Ln ~min.
§XIV.
'
l
L'accordo è il risultato delia combinazione simultanea di almeno tre suoni.
0
L'accordo formato da Tonic::t, Mediante, Dominante, (1. 0 , 3. 0 e 5. grado) si
E.R.. 1093
Esempi: Dn magg. Snf magg. Fa magg.
Accordi tonali
§XV.
Oltre alla Scala di Modo M<tggiore e Minore, abbiamo un :tltro tipo eli senla
detta Scala Cromatica o Scala 8ernitonale; la 11uale per ltt sua formazione rap-
presenta, una ctttegoria speciale.
Le scu,le maggiori e minori fLJlpi1rtengono fLl genere diatonico, perchè i loro
suJni hanno sempre una disposizione che procede per toni.
La scala cromatica appfLrtiene al genere cromatico, il cui procedimento è
st·m;n·e formato da semitoni.
Per la costruzione della scala cromaticfL sono necessari tredici suoni, cioè
tutti i suoni esistenti nel limite di un'ottava.
SiecGme abbiamo osservato come il suono esi·stente fra l'intervallo di un tono
]JO;-;s;t ricevere due denominazioni, così, per la formazione dei semitoni, ascendendo
adr.1preremo le alterazioni ascendenti (diesis) e discendendo le alterazioni discen-
tleu ti (bemolli).
SCALA CROMATICA
··;) Questi non sono che i principali incl'izi per conoscere la tonalità; nei capitoli suecessivi accenner<'mo
a<l ah·i l'articolari ne.;essari per lo sviluppo di questo argomento.
E.R.1093
" .
..-- ..........
23
L'omologia di suono esiste quando un suono riceve diverse denominazioni.
Per suono omologo si deve intendere la denominazione di due note formanti
un sol punto d'intonazione.
A migEor schiarimento presentiamo una scala comprendente la denominazione
di tutti i .suoni omologhi.
SI ............. la x- do ~
la #......... si ~ - do ~
LA si bi, - sol x
• SOL
sol# ....... la~
. ............•... fa x- la!»
fa#···· ........ sol~- mi x
FA ...................... mi# - sol !»
MI ........... fa~- re x
re #......... mi ~
- fa ~
RE mi~- do x
do~ ........ re~-six
DO· ........ re~- si#
L'uso dell'uno piuttosto che dell'altro di questi suoni omologhi non può essere
fatto a capriccio, ma deve essere sempre subordinato al senso tonate ed armonico.
f
~
E.R.1093