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SCHEDARIO
DI FILOSOFIA
Aristotele: La metafisica
1 I concetti
sostanza, cause prime, ontologia, teologia, materia, forma, potenza, privazione, atto, motore im-
mobile, atto in atto
b. Concetti correlati:
ontologia (dal greco óntos, “essere”, e lógos, “discorso”): è la scienza dell’essere in quanto essere.
Che cosa significa? Per capire meglio consideriamo, nell’accezione aristotelica, altre scienze. La fisica
si occupa dell’essere in movimento, la biologia dell’essere vivente. Ma se ci chiediamo che cos’è l’es-
sere, che cosa ne determina l’origine e la fine, come è fatto indipendentemente dai diversi predicati,
allora ci occupiamo di ontologia. Per Aristotele, ad esempio, l’essere è soprattutto (ci sono anche altri
significati) sostanza, la quale è composta da materia e forma, che diviene per il passaggio dalla po-
tenza all’atto. Questi sono i concetti centrali dell’ontologia aristotelica.
materia, forma, potenza, privazione, atto: la sostanza, che è il fondamento dell’essere, viene consi-
derata da Aristotele come un sinolo, un’unione inscindibile, di materia e forma. La materia è il prin-
cipio passivo (per l’albero, ad esempio, è il legno, per l’uomo la carne e le ossa ecc.), la forma il prin-
cipio attivo, ciò che dà una struttura definita alla materia (conferendo alla carne e alle ossa la forma
di uomo). Il divenire viene spiegato mediante il passaggio dalla potenza (possibilità di essere
qualcosa: ad esempio, il pulcino è in potenza un gallo), che è anche privazione e come tale deve essere
superata, all’atto, cioè la realizzazione effettiva (l’uomo è l’atto del bambino, che è uomo in potenza).
La poten- za è assimilabile alla materia, l’atto alla forma (si immagini un blocco di marmo, che è
potenzialità di essere la statua di Apollo, ma che realizza questa potenzialità soltanto quando un
artista dà ad esso questa forma).
teologia (dal greco théos, “Dio” e lógos, “discorso”): è la conoscenza razionale di Dio, cioè la dimo-
strazione della sua esistenza e la definizione dei suoi predicati. Per Aristotele, Dio è il fine cui tende
tutto l’universo e, quindi, il principio del movimento, costituendo il «motore immobile» che spiega
in modo teleologico il divenire. Essendo perfetto, Dio non ha nessuna potenzialità (e dunque nessuna
materia), ma è atto puro, o «atto in atto», in quanto compiutamente e integralmente realizzato.
2 Lavoriamo sui concetti
a. Completa la spiegazione inserendo i seguenti termini: sostanza, forma, soggetto, prima, seconde,
indipendente, individui, uomo, esistenti.
Che differenza c’è tra sostanza ed essenza? Aristotele distingue tra «sostanze prime», cioè i singoli
individui, e «sostanze ......................................... », corrispondenti alle classi di ......................................... «Socrate» è una so-
stanza ......................................... , «ateniese», «greco», «uomo» sono sostanze seconde. Le uniche sostanze in senso
proprio, quelle concretamente ......................................... , sono le “sostanze prime”, che sono formate dall’unione
inscindibile (sinolo) di materia e ......................................... Le sostanze seconde esistono in ambito logico, e sono
sostanze in quanto possono fungere da ......................................... in una proposizione. La sostanza (prima) garan-
tisce l’identità dell’individuo, conservandosi nonostante il cambiamento degli “accidenti”. L’essenza
non esiste in modo ........................................., ma inerisce sempre a una sostanza caratterizzandola razionalmente,
definendo ciò che essa è. Ad esempio, l’essenza di Socrate è di essere un ......................................... , ossia un
animale razionale. Per Aristotele, l’essenza costituisce la forma della ......................................... , cui nel processo
astrattivo
della conoscenza corrisponde il concetto.
b. Completa la definizione di «sostanza» data da Aristotele nel passo che segue, facendo ricorso ai
termini: sostrato, l’essenza, sostanze, predicato, l’anima, corpi, terra, immanente.
La sostanza
Sostanza, in un senso, sono detti i ......................................... semplici: per esempio fuoco, ........................................., acqua
e tutti gli altri corpi come questi; e in generale tutti i corpi e le cose composte di essi: per
esem- pio animali ed esseri divini e le parti di questi. Tutte queste cose si dicono ,
.........................................
perché non vengono predicate di un sostrato, mentre di esse vien ......................................... tutto il resto.
5 In un altro senso, sostanza si dice ciò che è ......................................... a queste cose che non si predicano
di un ......................................... ed è causa del loro essere: per esempio ......................................... negli animali. […]
Inoltre, si dice sostanza di ciascuna cosa anche ......................................... , la cui nozione è definizione
della cosa.
(Aristotele, Metafisica, V, 8, 1017b, a cura di G. Reale,
Rusconi, Milano 1994, pp. 215-17)
3 Ricostruiamo le argomentazioni
1. Gli esempi proseguono stabilendo una proporzione tra atto e potenza, che stanno tra sé come chi è desto sta
a chi dorme ecc.
2. In apertura, Aristotele propone diversi esempi per spiegare che cosa vuol dire «essere in potenza» e «essere
in atto».
3. Lo sperma quindi non è potenza, perché non diventa da solo bambino, ma ha bisogno di unirsi con l’elemento
femminile. Tale unione (l’embrione) sarà l’uomo in potenza.
4. Nell’ambito delle cose naturali, è potenza ciò che diventa atto in mancanza di impedimenti interni.
5. Si affrontano poi alcune incertezze che possono sorgere: qual è la potenza iniziale dell’uomo, la terra di cui è
fatto o lo sperma che lo genera?
6. Viene chiarito successivamente il rapporto tra potenza e atto, dicendo che si può considerare potenza,
nell’ambito di ciò che è prodotto dall’uomo, ciò che, in mancanza di impedimenti esterni, diventa l’atto.
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