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Schedario operativo di filosofia: Aristotele La metafisica

SCHEDARIO
DI FILOSOFIA

Aristotele: La metafisica

1 I concetti

sostanza, cause prime, ontologia, teologia, materia, forma, potenza, privazione, atto, motore im-
mobile, atto in atto

a. Concetto centrale: sostanza


Definizione: «sostanza» deriva dal latino substantia, cioè “che sta sotto” (in greco si parla analogamen-
te di hypokéimenon, “sostrato”, oppure di ousía, che significa anche “essenza”). La sostanza, in ambito
logico, è la categoria fondamentale, perché è l’unica che può fungere da soggetto nei giudizi. In
ambito ontologico, è il fondamento dell’essere, ciò che permane immutato nel divenire e fonda l’i-
dentità dell’individuo. Ad esempio Socrate cambia nel corso della sua vita, ma la sua sostanza rimane
sempre identica (come il nome, che ad essa corrisponde sul piano linguistico). A mutare sono invece
gli «accidenti», che corrispondono a ciò che accade ma non è, appunto, “sostanziale”, come l’essere
giovane o vecchio, grasso o magro, con la barba o senza, e così via.

b. Concetti correlati:
ontologia (dal greco óntos, “essere”, e lógos, “discorso”): è la scienza dell’essere in quanto essere.
Che cosa significa? Per capire meglio consideriamo, nell’accezione aristotelica, altre scienze. La fisica
si occupa dell’essere in movimento, la biologia dell’essere vivente. Ma se ci chiediamo che cos’è l’es-
sere, che cosa ne determina l’origine e la fine, come è fatto indipendentemente dai diversi predicati,
allora ci occupiamo di ontologia. Per Aristotele, ad esempio, l’essere è soprattutto (ci sono anche altri
significati) sostanza, la quale è composta da materia e forma, che diviene per il passaggio dalla po-
tenza all’atto. Questi sono i concetti centrali dell’ontologia aristotelica.
materia, forma, potenza, privazione, atto: la sostanza, che è il fondamento dell’essere, viene consi-
derata da Aristotele come un sinolo, un’unione inscindibile, di materia e forma. La materia è il prin-
cipio passivo (per l’albero, ad esempio, è il legno, per l’uomo la carne e le ossa ecc.), la forma il prin-
cipio attivo, ciò che dà una struttura definita alla materia (conferendo alla carne e alle ossa la forma
di uomo). Il divenire viene spiegato mediante il passaggio dalla potenza (possibilità di essere
qualcosa: ad esempio, il pulcino è in potenza un gallo), che è anche privazione e come tale deve essere
superata, all’atto, cioè la realizzazione effettiva (l’uomo è l’atto del bambino, che è uomo in potenza).
La poten- za è assimilabile alla materia, l’atto alla forma (si immagini un blocco di marmo, che è
potenzialità di essere la statua di Apollo, ma che realizza questa potenzialità soltanto quando un
artista dà ad esso questa forma).
teologia (dal greco théos, “Dio” e lógos, “discorso”): è la conoscenza razionale di Dio, cioè la dimo-
strazione della sua esistenza e la definizione dei suoi predicati. Per Aristotele, Dio è il fine cui tende
tutto l’universo e, quindi, il principio del movimento, costituendo il «motore immobile» che spiega
in modo teleologico il divenire. Essendo perfetto, Dio non ha nessuna potenzialità (e dunque nessuna
materia), ma è atto puro, o «atto in atto», in quanto compiutamente e integralmente realizzato.
2 Lavoriamo sui concetti
a. Completa la spiegazione inserendo i seguenti termini: sostanza, forma, soggetto, prima, seconde,
indipendente, individui, uomo, esistenti.

Che differenza c’è tra sostanza ed essenza? Aristotele distingue tra «sostanze prime», cioè i singoli
individui, e «sostanze ......................................... », corrispondenti alle classi di ......................................... «Socrate» è una so-
stanza ......................................... , «ateniese», «greco», «uomo» sono sostanze seconde. Le uniche sostanze in senso
proprio, quelle concretamente ......................................... , sono le “sostanze prime”, che sono formate dall’unione
inscindibile (sinolo) di materia e ......................................... Le sostanze seconde esistono in ambito logico, e sono
sostanze in quanto possono fungere da ......................................... in una proposizione. La sostanza (prima) garan-
tisce l’identità dell’individuo, conservandosi nonostante il cambiamento degli “accidenti”. L’essenza
non esiste in modo ........................................., ma inerisce sempre a una sostanza caratterizzandola razionalmente,
definendo ciò che essa è. Ad esempio, l’essenza di Socrate è di essere un ......................................... , ossia un
animale razionale. Per Aristotele, l’essenza costituisce la forma della ......................................... , cui nel processo
astrattivo
della conoscenza corrisponde il concetto.

b. Completa la definizione di «sostanza» data da Aristotele nel passo che segue, facendo ricorso ai
termini: sostrato, l’essenza, sostanze, predicato, l’anima, corpi, terra, immanente.

La sostanza
Sostanza, in un senso, sono detti i ......................................... semplici: per esempio fuoco, ........................................., acqua
e tutti gli altri corpi come questi; e in generale tutti i corpi e le cose composte di essi: per
esem- pio animali ed esseri divini e le parti di questi. Tutte queste cose si dicono ,
.........................................

perché non vengono predicate di un sostrato, mentre di esse vien ......................................... tutto il resto.
5 In un altro senso, sostanza si dice ciò che è ......................................... a queste cose che non si predicano
di un ......................................... ed è causa del loro essere: per esempio ......................................... negli animali. […]
Inoltre, si dice sostanza di ciascuna cosa anche ......................................... , la cui nozione è definizione
della cosa.
(Aristotele, Metafisica, V, 8, 1017b, a cura di G. Reale,
Rusconi, Milano 1994, pp. 215-17)

3 Ricostruiamo le argomentazioni

I concetti di “potenza” e “atto” consentono di spiegare il divenire, riconducendolo a un principio


razionale indirizzato verso un fine (telelogismo), cioè la realizzazione della potenza nell’atto.
Leggi attentamente il brano che segue, quindi sistema nell’ordine corretto le frasi numerate che
trovi di seguito, così da ricostruire l’argomentazione di Aristotele.
Potenza e atto
L’atto è l’esistere della cosa, non però nel senso in cui diciamo che è in potenza: e diciamo in
potenza, per esempio, un Ermete nel legno, la semiretta nell’intera retta, perché li si potrebbe
ricavare, e diciamo pensatore anche colui che non sta speculando, se ha capacità di speculare;
invece, diciamo in atto l’altro modo di essere della cosa. Ciò che vogliamo dire diventa chiaro
5 per induzione nei casi particolari: infatti, non bisogna cercare definizione di tutto, ma bisogna
accontentarsi di comprendere intuitivamente certe cose mediante l’analogia. E l’atto sta alla
potenza come ad esempio chi costruisce sta a chi può costruire, chi è desto a chi dorme, chi
vede a chi ha gli occhi chiusi ma ha la vista, e ciò che è ricavato dalla materia alla materia e ciò
che è elaborato a ciò che non è elaborato. Al primo membro di queste differenti relazioni si
10 attribuisca la qualifica di atto e al secondo quella di potenza.
Non tutte le cose si dicono in atto nello stesso modo, ma solo per analogia: come questo sta
a questo o rispetto a questo, così quest’altro sta a quello o rispetto a quello. Alcune cose,
infatti, sono dette in atto come movimento rispetto a potenza, altre come sostanza rispetto a
qualche materia. [...]
15 Dobbiamo definire, inoltre, quando ciascuna cosa sia in potenza e quando no; infatti, non in
qualsiasi tempo è in potenza. Per esempio, la terra è già in potenza l’uomo? Oppure non lo è, e
lo è solo quando sia già divenuta sperma, e anzi forse neppure allora? Si ha, qui, lo stesso caso
della guarigione: non tutto può essere guarito dall’arte medica oppure dal caso, ma può essere
guarito solo ciò che è in grado di essere guarito, e, questo, è ciò che ha la salute in potenza.
20 1) Per quanto concerne le cose che dipendono dalla ragione, la questione può così definirsi:
esse passano dall’essere in potenza all’essere in atto, quando siano volute e non intervengano
ostacoli dal di fuori; nel caso, poi, di colui che deve essere guarito, quando non ci siano impedi-
menti interni. E diremo che anche una casa è in potenza allo stesso modo: quando negli
elementi materiali non ci sia nulla che ad essi impedisca di diventare casa, e quando non vi sia
più nulla
25 che ad essi si debba ulteriormente aggiungere o togliere o mutare, allora si ha la casa in potenza.
Così dovrà dirsi per tutti gli altri casi, in cui il principio della generazione proviene dal di fuori.
2) Le cose, invece, che hanno in sé il principio della generazione saranno in potenza per
virtù propria, quando non vi siano impedimenti provenienti dall’esterno. Lo sperma, ad
esempio, non è ancora l’uomo in potenza, perché deve essere deposto in altro essere e subire
mutamento; inve-
30 ce quando, in virtù del principio suo proprio, sia già passato in tale stadio, allora esso sarà
l’uomo in potenza: nel precedente stadio esso ha bisogno di un altro principio. Così, per esempio,
la terra non è ancora la statua in potenza, essa deve, prima, mutare per diventare bronzo.
(Aristotele, Metafisica cit., IX, 6-7, 1048a, pp. 409-15)

1. Gli esempi proseguono stabilendo una proporzione tra atto e potenza, che stanno tra sé come chi è desto sta
a chi dorme ecc.
2. In apertura, Aristotele propone diversi esempi per spiegare che cosa vuol dire «essere in potenza» e «essere
in atto».
3. Lo sperma quindi non è potenza, perché non diventa da solo bambino, ma ha bisogno di unirsi con l’elemento
femminile. Tale unione (l’embrione) sarà l’uomo in potenza.
4. Nell’ambito delle cose naturali, è potenza ciò che diventa atto in mancanza di impedimenti interni.
5. Si affrontano poi alcune incertezze che possono sorgere: qual è la potenza iniziale dell’uomo, la terra di cui è
fatto o lo sperma che lo genera?
6. Viene chiarito successivamente il rapporto tra potenza e atto, dicendo che si può considerare potenza,
nell’ambito di ciò che è prodotto dall’uomo, ciò che, in mancanza di impedimenti esterni, diventa l’atto.
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