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Capitolo 3

RIFLESSIONE E RIFRAZIONE DELLE ONDE PIANE

3.1 Riflessione di un’onda piana da un’interfaccia dielettrica

Consideriamo la geometria in fig. 3.1.

Fig. 3.1

Il mezzo in z  0 presenta delle perdite (  0) . Senza perdere in


generalità, assumiamo che il campo elettrico sia orientato lungo l’asse x e si
propaghi lungo z. Il campo incidente in z  0 sarà:

Ei  ax E0 e jk0 z (3.1a)
E
H i  a y 0 e  jk0 z (3.1b)
0

dove 0 è l’impedenza d’onda dello spazio libero ed E0 ampiezza arbitraria.


Nella regione z  0 può esistere un’onda riflessa della forma:
Er  ax  E0 e jk0 z (3.2a)
 E0 jk0 z
H r  a y e (3.2b)
0

con  coefficiente di riflessione del campo elettrico incognito. Il segno


nell’esponenziale del campo riflesso è positivo in maniera tale da
rappresentare delle onde che viaggiano in direzione  z . Ciò è consistente
anche con il vettore di Poynting S r  Er  H r   |  |2 | E0 |2 a z 0 , che mostra
come la potenza viaggi in direzione  az .
Il campo trasmesso per z  0 in un mezzo con perdite è:

Et  axT E0 e z (3.3a)


T E0  z
H t  ay e (3.3b)

dove T è il coefficiente di trasmissione del campo elettrico e  è


l’impedenza intrinseca del mezzo con perdite nella regione z  0 data da

j
 (3.4)

e
j
    j   j  1  (3.5)


Dobbiamo adesso applicare le condizioni al contorno sulla interfaccia


tra i due mezzi posta in z = 0. Le due costanti incognite saranno calcolate
imponendo le condizioni al contorno su Ex e H y in z  0

E0   E0  T E0  1   T (3.6a)

E0  E0 T E0 1  T
    (3.6b)
0 0  0 

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

Risolvendo queste equazioni si ha:


  0
 (3.7a)
  0

𝑇=1+ Γ= (3.7b)

3.1.1 Mezzo senza perdite

Se la regione z  0 è un dielettrico senza perdite, allora   0 ,  ed 


saranno reali. La costante di propagazione è puramente immaginaria:

  j   j   jk0  r  r (3.8)

con k0    0 0 numero d’onda dell’onda piana nello spazio libero.


La lunghezza d’onda nel dielettrico sarà:

2 2 0
   (3.9)
   r r

che risulta inferiore alla lunghezza d’onda nello spazio libero.


La corrispondente velocità di fase sarà:

  c
vp    (3.10)
   r r

In questo caso la velocità di fase è inferiore alla velocità della luce nel
vuoto (onda più lenta).
L’impedenza d’onda

j j  r
    0 (3.11)
 j   r

3
Nel caso privo di perdite,  è reale,  e T sono reali, ed E e H sono
in fase tra loro in entrambi i mezzi.
La conservazione della potenza per le onde incidenti, riflesse e
trasmesse può essere dimostrata calcolando i vettori di Poynting nelle due
regioni.
Per z  0 , il vettore di Poynting complesso vale:

S   E  H   ( Ei  Er )  ( H i  H r ) 
1
= 𝑎̄ |𝐸 | (𝑒 + 𝛤𝑒 )(𝑒 − 𝛤𝑒 )∗
𝜂
1
= 𝑎̄ |𝐸 | (𝑒 + 𝛤𝑒 )(𝑒 − 𝛤 ∗𝑒 )
𝜂
1
 az | E0 |2 (1 |  |2 e 2 jk0 z  e2 jk0 z ) 
0
1
 az | E0 |2 (1 |  |2 2 j sin 2k0 z ) (3.12a)
0

poiché  è reale.

Per z  0 sarà:

T  E0 | T |2 | E0 |2
S   Et  H t  (axT E0 e  j  z )  (a y e j  z )  az
 

che, utilizzando le (3.7a-b), possiamo riscrivere come:

4 1
S   az | E0 |2  az | E0 |2 (1 |  |2 ) (3.12b)
(  0 ) 2 0

In z  0 dovrà essere S   S  , per cui il flusso di potenza complesso è


conservato lungo l’interfaccia.

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

Consideriamo ora il flusso medio di potenza nel tempo nelle


due regioni.
Per z  0 il flusso medio attraverso una superficie di 1m 2 è:

1 1 | E0 |2
P  Re( S   az )  (1 |  |2 ) (3.13a)
2 2 0

1 1 | E0 |2
P   Re( S   az )  (1 |  |2 )  P  (3.13b)
2 2 0
sicché anche il flusso di potenza reale è conservato.
Quando si calcola il vettore di Poynting complesso per z  0 usiamo
il campo totale E e H . Se calcoliamo separatamente i vettori di Poynting
per le onde incidenti e riflesse, si ha:

| E0 |2
Si  Ei  H i  az (3.14a)
0

| E0 |2
Sr  Er  H r  az |  |2 (3.14b)
0

e verifichiamo che 𝑆 + 𝑆 ≠ 𝑆 : mancano i termini del prodotto misto che


portano in conto l’energia reattiva dell’onda stazionaria in z  0 . Pertanto la
decomposizione del vettore di Poynting in componenti incidenti e riflesse
non è, in generale, significativa.
Alcuni libri definiscono un vettore di Poynting medio nel tempo
come (1 2) Re( E  H  ) . Questa definizione, applicata alle componenti
individuali incidenti e riflesse, dà il risultato corretto, poiché
1 |𝐸 |
𝑃 = 𝑅𝑒(
2 𝜂
1 |𝐸 | |𝛤|
𝑃 = − 𝑅𝑒(
2 𝜂

così Pi  Pr  P  .

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Questa definizione non sarà valida nel caso in cui il mezzo in z < 0 sia un
mezzo con perdite.

3.1.2 Buon conduttore

Se la regione z  0 è un buon conduttore sarà:

 1
    j   (1  j )  (1  j ) (3.15)
s
2
Allo stesso modo l’impedenza intrinseca del conduttore si semplifica
in:

 1
  (1  j )  (1  j ) (3.16)
2  s

L’impedenza è una quantità complessa con un angolo di fase di 45°;


pertanto E e H saranno sfasati di 45° e, inoltre,  e T risultano complesse.

Valutiamo, in questo caso, la potenza. Per z < 0 il vettore di Poynting


complesso vale:
∗ ∗
𝑆 =𝐸×𝐻 = 𝐸 +𝐸 × 𝐻 +𝐻 = 𝑎 𝐸𝑒 + 𝑎 𝐸 Γ𝑒 ×

𝑎 𝑒 −𝑎 𝑒 = 𝑎 |𝐸 | 1 − |Γ| + Γ𝑒 −
Γ∗𝑒 = 𝑎 |𝐸 | 1 − |Γ| + 2𝑗𝐼𝑚 Γ𝑒
(3.17a)
che in z  0 varrà:

1
S  ( z  0)  az | E0 |2 (1 |  |2    )
0

Per z  0 , sfruttando la (3.7a-b), per  e T , ottengo:

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

1
S   Et  H t  az | E0 |2 | T |2 e2 z 

4 1
 az | E0 |2 e 2 z  az | E0 |2 (1 |  |2    )e 2 z (3.17b)
|   0 |2
0

All’interfaccia, in z  0 , vale S   S  e la potenza complessa è


conservata.
Osserviamo che se avessimo calcolato separatamente i vettori di
Poynting incidenti e riflessi per z  0 , ovvero

| E0 |2
Si  Ei  H i  az (3.18a)
0
| E0 |2
Sr  Er  H r  az |  |2 (3.18b)
0

non avremmo ottenuto Si  S r  S  , neanche in z  0 .


È possibile, comunque, considerare il flusso della potenza reale in
termini di componenti d’onda viaggianti individualmente. Allora i flussi
medi di potenza attraverso una sezione di 1m 2 sono:

1 1 | E0 |2
P  Re( S   az )  (1 |  |2 ) (3.19a)
2 2 0

1 1 | E0 |2
P   Re( S   az )  (1 |  |2 )e2 z (3.19b)
2 2 0

per cui in z  0 , si ha P   P  .

Inoltre:

| |
𝑃 =

7
| | | |
𝑃 =−

cosicché Pi  Pr  P  , il che mostra come per z  0 il flusso di potenza reale


può essere decomposto in componenti d’onda incidenti e riflessi.
La densità di potenza S  nel mezzo con perdite decade
esponenzialmente secondo il fattore e2 z . Questo significa che la potenza
sarà dissipata nel materiale con perdita mano mano che l’onda si propaga
nel mezzo in direzione z. La potenza, e quindi il campo, diminuisce fino ad
un valore trascurabile entro alcuni multipli di  s nel materiale che, per un
conduttore ragionevolmente buono, è una distanza incredibilmente piccola
alla frequenza delle microonde.
La densità di corrente elettrica che fluisce nella regione conduttrice è
data da:
J   Et  ax TE0 e  z A m2 (3.20)

e, quindi, la potenza dissipata nel volume trasversale del conduttore può


essere calcolata dal termine relativo alle perdite nel conduttore:

1 1 1 1 
Pt 
2 V
E  J  dv    
2 x  0 y  0 z  0
( a x E0Te   z )  ( a x E 0Te   z ) dz dy dx 

1   | E0 |2 | T |2
  | E0 |2 | T |2  e 2 z dz  (3.21)
2 z 0 4

3.1.3 Conduttore perfetto

Assumiamo che nella regione z  0 vi sia un conduttore perfetto, ovvero


 .
In tal caso dalla (3.15):

 1
  
2 s

dalla (3.16):

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

1
  (1  j ) 0
 s

dalla (1.60):

2
s  0


e dalle (3.7a-b):

2
T 0
  0

  0
  1
  0

I campi per z  0 decadranno velocemente e saranno nulli sul


conduttore perfetto. Il conduttore può essere usato come un cortocircuito del
campo elettrico incidente. Per z  0 , poiché   1 , si ha:

E  Ei  Er  ax E0 (e  jk0 z  e jk0 z )  ax 2 jE0 sin(k0 z ) (3.22a)

E0 2 E0
H  Hi  H r  ay (e jk0 z  e jk0 z )  a y cos(k0 z ) (3.22b)
0 0

2 E0
Osserviamo che in z  0 , E  0 e H  ay . Il vettore di Poynting è
0
dato da:

4
S   E  H   az j | E0 |2 sin(k0 z )cos( k0 z ) (3.23)
0

9
che ha una parte reale nulla, il che indica che nessuna potenza reale è fornita
al conduttore perfetto.
La densità di corrente di volume per il conduttore con perdita si riduce
ad un foglio di corrente superficiale per   

 2  2
J s  n  H   az   a y E0 cos k0 z   ax E0 A m (3.24)
 0  z 0
0

3.1.4 Concetto di impedenza superficiale

Consideriamo un buon conduttore per z  0 . La potenza trasmessa si


può calcolare con la legge di Joule:

1 1 1
Pt 
2 V
E  J  dv 
2 
V
J  J  dv 
2  V
| J |2 dv (3.25a)

Per un conduttore di 1m 2 di superficie, la Pt attraverso di essa e


dissipata in calore è data da (eq.3.21) :

 | E 0 |2 | T | 2
Pt  (3.25b)
4

Sfruttando la (3.7b) per T, la (3.16) per  , la relazione per cui   1  s ,


e assumendo   0 (ipotesi vera per un buon conduttore) si ottiene il
seguente risultato:

𝜎|𝑇| 𝜎𝛿 4|𝜂| 𝜎𝛿 4|𝜂| 8 8𝑅


= ≅ = =
𝛼 |𝜂 + 𝜂 | 𝜂 𝜎𝛿 𝜂 𝜂

. Allora l’espressione della potenza (3.25b) può essere riscritta come:

2 | E 0 |2 R s
Pt  (3.26)
 02

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

con
1 j 1 
R s  Re()  Re    (3.27)
  s   s 2

resistenza superficiale del metallo.


Un’altra maniera per calcolare la potenza perduta è data dal calcolo
del flusso di potenza entro il conduttore usando il vettore di Poynting,
poiché tutta la potenza che entra nel conduttore in z  0 è dissipata.
Pertanto

1 2 | E0 |2 Re( )
P t  Re( S   az ) z  0 
2 |   0 |2

che per  molto grande, poiché   0 , diventa

2 | E0 |2 Rs
Pt  (3.28)
0

Un terzo metodo usa la densità di corrente superficiale effettiva e


l’impedenza superficiale.

Sappiamo che

J  ax TE0 e z A m2 (3.29)

cosicché il flusso di corrente totale per unità di larghezza in direzione x è


pari a:

   TE0
Js   J dz  ax TE0  e  z dz  ax A m
0 0 

Considerando il limite di  T  per  molto grande

11
T  s 2  s 2(1  j ) 2
  
 (1  j ) (  0 ) (1  j )  s0 0

pertanto

2 E0
J s  ax A m (3.30)
0

Se la conduttività fosse infinita, fluirebbe una densità di corrente


superficiale pari a

1 2 E0
Js  n  H  az  ( H i  H r )  ax E0 (1  )  ax A m
z 0 z 0
0 0

identica alla corrente totale indicata nell’espressione (3.30).

Sostituiamo la corrente in (3.29) che decade esponenzialmente nella


legge di Joule, con una corrente di volume uniforme che si estende per una
profondità pari a  s . Allora:

J  per 0  z   s
J  s s (3.31)
 0 per z   s

cosicché il flusso di corrente sia lo stesso.


Quindi, usiamo la (3.25a) per calcolare la potenza perduta:

1 s | J s |2 Rs 2 | E 0 |2 R s
Pt 
2  S z0  s2
dz ds 
2  S
| J s |2 ds 
 02
(3.31)

dove l’integrale di superficie è applicata alla superficie del conduttore, in


questo caso scelta uguale a 1m 2 .

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

L’espressione (3.31) appena ricavata è in accordo con i valori di Pt


espressi nella (3.28) e nella (3.26), e mostra che la potenza perduta può
essere calcolata come:

Rs Rs
Pt 
2  |J
S
s |2 ds 
2  |H
S
t |2 ds (3.32)

è importante sottolineare che la corrente superficiale può essere calcolata


tramite la relazione J s  n  H , come se il metallo fosse un conduttore perfetto.
Questo metodo è abbastanza generale e si applica a campi differenti da quelli
che si propagano con onde piane, e a conduttori di forma arbitraria, come
curve o angoli con raggi dell’ordine di  s o più grandi.
Il metodo è abbastanza accurato poiché viene imposta la sola
approssimazione   0 : ad esempio per il rame a 1 GHz si ha |  | 0.012
che, infatti, è  0  377 .

3.2 Incidenza obliqua su una interfaccia dielettrica

Continuando la discussione sulle onde piane, consideriamo il


problema di un’onda piana incidente in modo obliquo su una interfaccia
planare fra due regioni dielettriche prive di perdite, come mostrato in fig.
3.10. Ci sono due casi canonici per questo problema: il caso in cui il campo
elettrico sia nel piano xz (polarizzazione parallela) e il caso in cui il campo
elettrico sia normale al piano xz (polarizzazione perpendicolare). Un’onda
piana arbitraria incidente può avere, naturalmente, una polarizzazione
diversa da quelle appena citate, ma potrà essere espressa come
combinazione lineare di questi due casi.
Il metodo generale per la soluzione di tale problema è simile a quello
visto per l’incidenza normale: si scriveranno le espressioni per i campi
incidente, riflesso e trasmesso in ciascuna delle regioni e si adatteranno le
condizioni al contorno per ricavare i coefficienti di ampiezza e di fase
sconosciuti.

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Fig. 1.10

3.2.1 Polarizzazione parallela

In questo caso il vettore campo elettrico giace nel piano xz, e i campi
incidenti possono essere scritti nella forma:

( )
𝐸 = 𝐸 (𝑎̄ 𝑐𝑜𝑠𝜃 − 𝑎̄ 𝑠𝑖𝑛𝜃 )𝑒 (3.33a)

( )
𝐻 = 𝑎̄ 𝑒 (3.33b)

dove k1    01 , e 1   0 1 sono, rispettivamente, il numero d’onda e


l’impedenza d’onda della regione 1.
I campi riflessi possono essere scritti come:

( )
𝐸 = 𝐸 𝛤(𝑎̄ 𝑐𝑜𝑠𝜃 + 𝑎̄ 𝑠𝑖𝑛𝜃 )𝑒 (3.34a)

( )
𝐻 =− 𝑎 𝑒 (3.34b)

I campi trasmessi sono:

( )
𝐸 = 𝐸 𝑇(𝑎̄ 𝑐𝑜𝑠𝜃 − 𝑎̄ 𝑠𝑖𝑛𝜃 )𝑒 (3.35a)

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

( )
𝐻 = 𝑎̄ 𝑒 (3.35b)

dove  e T sono, rispettivamente, il coefficiente di riflessione e il


coefficiente di trasmissione, e k2    0 2 , e 2  0  2 sono,
rispettivamente, il numero d’onda e l’impedenza d’onda della regione 2.
A questo punto le nostre incognite sono  , T,  r e i .
Si possono ottenere due equazioni complesse per tali incognite
imponendo la continuità di Ex e di H y , le componenti di campo tangenziali,
all’interfaccia z  0 . Otterremo:

𝑐𝑜𝑠𝜃 𝑒 + 𝛤𝑐𝑜𝑠𝜃 𝑒 = 𝑇𝑐𝑜𝑠𝜃 𝑒 (3.36a)

𝑒 − 𝑒 = 𝑒 (3.36b)

Entrambi i membri di (3.36a) e di (3.36b) sono funzioni della


coordinata x. Dovendo, le componenti Ex e H y , essere continue
all’interfaccia z  0 per ogni x, le variazioni rispetto ad x dovranno essere le
stesse per ambo i membri delle equazioni, il che porterà alla seguente
condizione:

𝑘 sin 𝜃 = 𝑘 sin 𝜃 = 𝑘 sin 𝜃

come risulta nelle note leggi di Snell della riflessione e della rifrazione:

i   r (3.37a)
𝑘 sin 𝜃 = 𝑘 sin 𝜃 (3.37b)

Tale condizione garantirà che i termini di fase nelle (3.36) varino con
x allo stesso modo su entrambi i lati dell’interfaccia, ecco perché spesso essa
è detta condizione di adattamento di fase.
L’utilizzo delle (3.37) nelle (3.36), ci permetterà di ricavare i
coefficienti di riflessione e di trasmissione ancora ignoti:

15
𝛤= (3.38a)

𝑇= (3.38b)

che nel caso di incidenza normale, dove  i   t   r  0 , ci riporta a:

2  1 22
 e T
2  1 2  1

in accordo con quanto visto nel paragrafo 3.1.


Per questo tipo di polarizzazione esisterà un angolo di incidenza
speciale  b , detto angolo di Brewster, per cui la riflessione è nulla, ovvero
  0 . Ciò accadrà quando il numeratore della (3.38a) si annulla; posto
 i   b sarà:

2 cos t  1cos b
ed utilizzando la nota espressione trigonometrica per cui cosx  1  sin2 x , e
la legge di Snell otterremo:

𝑘
𝑐𝑜𝑠𝜃 = 1 − 𝑠𝑖𝑛 𝜃 = 1− 𝑠𝑖𝑛 𝜃
𝑘
per cui:
𝑘
𝜂 1− 𝑠𝑖𝑛 𝜃 = 𝜂 1 − 𝑠𝑖𝑛 𝜃
𝑘

𝑘
𝜂 1− 𝑠𝑖𝑛 𝜃 = 𝜂 (1 − 𝑠𝑖𝑛 𝜃 )
𝑘

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

𝑘
(𝜂 − 𝜂 ) = 𝜂 −𝜂 𝑠𝑖𝑛 𝜃
𝑘

Da cui si deriva:

(𝜂 − 𝜂 ) (𝜀 − 𝜀 )𝜀
𝑠𝑖𝑛 𝜃 = =
𝑘 (𝜀 − 𝜀 )
𝜂 −𝜂
𝑘

𝑠𝑖𝑛𝜃 = (3.39)

3.2.2 Polarizzazione perpendicolare

In questo caso il vettore campo elettrico è perpendicolare al piano xz.


Il campo incidente potrà essere scritto come:

( )
𝐸 = 𝐸 𝑎̄ 𝑒 (3.40a)

( )
𝐻 = (−𝑎̄ 𝑐𝑜𝑠𝜃 + 𝑎̄ 𝑠𝑖𝑛𝜃 )𝑒 (3.40b)

dove k1    01 , e 1   0 1 sono, rispettivamente, il numero d’onda e


l’impedenza d’onda della regione 1, come nel caso precedente. I campi
trasmessi e riflessi possono essere scritti come:

( )
𝐸 = 𝐸 𝛤𝑎̄ 𝑒 (3.41a)

( )
𝐻 = (𝑎̄ cos 𝜃 + 𝑎̄ sin 𝜃 )𝑒 (3.42b)

( )
𝐸 = 𝐸 𝑇𝑎̄ 𝑒 (3.42a)

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( )
𝐻 = (−𝑎̄ 𝑐𝑜𝑠𝜃 + 𝑎̄ 𝑠𝑖𝑛𝜃 )𝑒 (3.42b)

dove k2    0 2 , e 2  0  2 sono, rispettivamente, il numero d’onda e


l’impedenza d’onda della regione 2.
Eguagliando le componenti tangenziali dei campi E y e H x
all’interfaccia z  0 , otterremo:

𝑒 + 𝛤𝑒 = 𝑇𝑒 (3.43a)

− cos 𝜃 𝑒 + cos 𝜃 𝑒 =− cos 𝜃 𝑒


(3.43b)
Allo stesso modo del caso di polarizzazione parallela, per
l’adattamento di fase, otterremo le leggi di Snell:

𝑘 sin 𝜃 = 𝑘 sin 𝜃 = 𝑘 sin 𝜃

identiche alle (3.37).


L’utilizzo della (3.37) nelle (3.43), ci permetterà di ricavare i
coefficienti di riflessione e di trasmissione ancora ignoti:

𝛤= (3.44a)

𝑇= (3.44b)

che nel caso di incidenza normale si ridurranno ai risultati visti nel paragrafo
3.1.
Per questo tipo di polarizzazione non esiste alcun angolo di incidenza
per cui la riflessione è nulla e ciò può essere facilmente dimostrato
imponendo che il numeratore della (3.44a) sia nullo:

𝜂 cos 𝜃 = 𝜂 cos 𝜃

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Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

𝑘
𝜂 (1 − 𝑠𝑖𝑛 𝜃 ) = 𝜂 (1 − 𝑠𝑖𝑛 𝜃 ) = 𝜂 1− 𝑠𝑖𝑛 𝜃
𝑘
𝑘
(𝜂 − 𝜂 𝑠𝑖𝑛 𝜃 ) = 𝜂 −𝜂 𝑠𝑖𝑛 𝜃
𝑘

per cui risulta:

𝑘 (𝜂 − 𝜂 ) = (𝑘 𝜂 − 𝑘 𝜂 )𝑠𝑖𝑛 𝜃

Ciò porta ad una contraddizione poiché il temine in parentesi al


secondo membro è identicamente nullo per mezzi dielettrici. Pertanto, nel
caso di polarizzazione perpendicolare in mezzi dielettrici, non esisterà alcun
angolo di Brewster.

3.2.3 Riflessione totale e onde di superficie

La legge di Snell (1.136b) può essere riscritta in quest’altra forma:

sin 𝜃 = sin 𝜃 (3.45)

Consideriamo il caso in cui 1   2 , sia nel caso di polarizzazione


parallela che perpendicolare. All’aumentare di i da 0° a 90°, l’angolo di
rifrazione 𝜃 aumenterà a sua volta da 0° a 90°, ma con una velocità
superiore a quella dell’aumento di i .
Ad esempio se consideriamo due mezzi con 𝜀 = 9 𝑒 𝜀 = 4, si avrà:

i t
10 15.098
20 30.865
30 48.590
40 74.618
41.81 89.799
41,8103149 90

19
L’angolo di incidenza 𝜃 per il quale 𝜃 = 90° è detto angolo critico,
𝜃 , e sarà:

sin 𝜃 = (3.46)
Nell’esempio dei due mezzi con 𝜀 = 9 𝑒 𝜀 = 4, come si evince dalla
tabella, l’angolo critico sarà pari a 𝜃 = 41,8103149.

Per questo angolo e oltre, l’onda incidente sarà totalmente riflessa, e


l’onda trasmessa non si propagherà nella regione 2.

Analizziamo più da vicino la situazione per cui 𝜃 > 𝜃 nel caso di


polarizzazione parallela. Quando 𝜃 > 𝜃 , la (3.45) mostra che sin 𝜃 > 1;
ciò significa che cos 𝜃 = 1 − sin 𝜃 dovrà essere immaginario, pertanto
l’angolo 𝜃 perderà il suo significato fisico. A questo punto, riprendendo le
espressioni viste per i campi trasmessi nella regione 2 nel caso di
polarizzazione parallela:

( )
𝐸 = 𝐸 𝑇(𝑎̄ 𝑐𝑜𝑠𝜃 − 𝑎̄ 𝑠𝑖𝑛𝜃 )𝑒
𝐸 𝑇 ( )
𝐻 = 𝑎̄ 𝑒
𝜂

con le seguenti:

𝐸 =𝐸 𝑇 𝑎̄ − 𝑎̄ 𝑒 𝑒 (3.47a)

𝐻 = 𝑎̄ 𝑒 𝑒 (3.47b)

in cui si è considerato che −𝑗𝑘 𝑠𝑖𝑛𝜃 è ancora immaginario per sin  t  1 ,


ma −𝑗𝑘 𝑐𝑜𝑠𝜃 è reale, per cui si è sostituito 𝑠𝑖𝑛𝜃 con e cos 𝜃 con .
( )
La posizione cos 𝜃 = , riportata nel termine di fase 𝑒 ,

20
Capitolo 3: Riflessione e rifrazione delle onde piane

porterebbe ad un fattore 𝑒 . Nell’ipotesi che sia valida la condizione al


contorno di campo nullo all’infinito si è posto 𝑒 nelle espressioni 3.47.
Sostituendo la (3.47a) nella equazione delle onde di Helmholtz per H
ottengo:

−𝛽 + 𝛼 + 𝑘 = 0 (3.48)

Imponendo le condizioni al contorno per Ex e H y in z  0 , otterremo:

cos 𝜃 𝑒 + 𝛤 cos 𝜃 𝑒 =𝑇 𝑒 (3.49a)

𝑒 − 𝑒 = 𝑒 (3.49b)

Per avere adattamento di fase in z  0 , dovrà essere in questo caso0:

𝑘 𝑠𝑖𝑛𝜃 = 𝑘 𝑠𝑖𝑛𝜃 = 𝛽

che porta nuovamente alla legge di Snell della riflessione, 𝜃 = 𝜃 , e a


𝛽 = 𝑘 𝑠𝑖𝑛 𝜃 .

Allora ricavando  dalla (3.48):

𝛼= 𝛽 −𝑘 = 𝑘 𝑠𝑖𝑛 𝜃 − 𝑘 (3.50)

Si vede che  è un numero positivo, dato che in condizioni di riflessione


interna totale sin 𝜃 > .

I coefficienti di riflessione e di trasmissione si possono ottenere dalla (3.49)


come:

( )
𝛤= (3.51a)
( )

21
𝑇= (3.51b)
( )

( )
Dato che  è scritto nella forma ( )
, il suo modulo sarà unitario, il
che indica che tutta la potenza incidente sarà riflessa.
I campi trasmessi della (3.47) mostrano una propagazione nella
direzione x, ovvero lungo l’interfaccia, che decadono esponenzialmente
nella direzione z. Questo tipo di campo è noto come onda di superficie, in
quanto esso è strettamente limitato nell’intorno dell’interfaccia. Un’onda di
superficie è un esempio di onda piana non uniforme, così chiamata in
quanto essa ha una variazione di ampiezza nella direzione z, differente dal
fattore di propagazione nella direzione x.
Infine, risulta di un certo interesse il calcolo del vettore di Poynting
complesso per i campi espressi dalle eq. (3.47) relativi all’onda di
superficie:

| E0 |2 | T |2  j 
St  Et  H t   az  ax  e2 z (3.52)
2  k2 k2 

Questo risultato mostra che non vi è flusso di potenza reale nella


direzione z. Il flusso di potenza reale nella direzione x sarà quello dell’onda
di superficie, che decade esponenzialmente con la distanza nella regione 2.
Sebbene non vi sia potenza reale trasmessa nella regione 2, esisterà in essa
un campo non nullo, che soddisferà alle condizioni al contorno
all’interfaccia.

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