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Francesco I di Francia
Francesco I di
Francia, ritratto da
Jean Clouet
Re di Francia
Successore Enrico II
Duca di Milano
1/32
11 ottobre 1515 –
In carica 24 febbraio 1525
Dinastia Capetingi
Claudia di Valois
Coniugi Eleonora d'Asburgo
Francesco
Carlotta di Francia
Enrico II
Maddalena
Carlo
Figli Margherita
Firma
Per il suo ruolo nello sviluppo e nella promozione di una lingua francese divenne noto
come “Le Père et Restaurateur des Lettres” (il "Padre e Restauratore delle lettere"). [1]
Fu anche conosciuto come “François du Grand Nez” ("Francesco dal grande naso") e
“Le Roi-Chevalier” ("il Re Cavaliere") [1] per via del suo coinvolgimento personale nelle
guerre, partecipazione che gli costò anche la prigionia a Madrid in seguito alla sconfitta
nella battaglia di Pavia.
Biografia
Francesco d'Orléans nacque il 12 settembre 1494 nel castello di Cognac, in Francia,[3] a
quel tempo situato nell'antica provincia di Saintonge, parte del ducato d'Aquitania e
oggi facente parte del dipartimento di Charente. Unico figlio maschio di Carlo di Valois-
Angoulême e di Luisa di Savoia, era anche pronipote del re Carlo V di Francia. Al
momento della nascita la sua famiglia non rientrava nella linea di successione al trono
di Francia poiché suo cugino, il re Carlo VIII, era ancora giovane così come lo era il
cugino di suo padre, il duca di Orléans e futuro re Luigi XII. Nonostante ciò, nel 1498
Carlo VIII morì senza figli e gli successe Luigi XII, a sua volta privo di eredi maschi.[3]
La legge salica, l'unico documento giuridico dell'epoca che regolasse le questioni di
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discendenza in Francia, impediva alle donne di ereditare il trono e pertanto all'età di
quattro anni Francesco (che era divenuto già conte di Angoulême a seguito della morte
del padre avvenuta due anni prima) divenne un possibile successore al trono di Francia
e venne insignito del titolo di duca di Valois.[3]
Il giovane Valois trovò la vita a corte entusiasmante ed ebbe più volte l'occasione di
accompagnare il re nella caccia, un'attività che rimarrà tra le sue preferite per tutta la
vita, tanto che un giorno ebbe a dire che «per quanto vecchio o malato, mi dovranno
portare a caccia. Anche morto, vorrò andarci nella bara!».[9] Tra l'addestramento alla
guerra e alla gestione del potere, non mancarono per Francesco nemmeno avventure e
intrighi amorosi.[10] Inoltre, il futuro re di Francia dimostrò fin da subito un grande
interesse per la guerra e, nel 1512, gli capitò la prima occasione per comandare
personalmente un esercito, quando gli fu affidato il compito di difendere la Navarra
dalle truppe inglesi da poco sbarcate a San Sebastián. Poco dopo accompagnò re Luigi
nella difesa delle Fiandre. Nonostante queste imprese non si fossero concluse con il
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successo sperato, Francesco ebbe modo di conoscere sul campo alcuni dei generali, tra
cui Odet de Foix, Francesco d'Orléans-Longueville, Jacques de La Palice, Carlo di
Borbone, che lo avrebbero accompagnato nei successi e nelle sconfitte delle sue
successive campagne militari, creandosi così una cerchia di amicizie fondamentali per
quando sarebbe salito sul trono.[11]
Vista la situazione, re Luigi XII promise in sposa a Francesco la figlia Claudia, erede del
ducato di Bretagna, inizialmente destinata in matrimonio al futuro imperatore Carlo V,
ma il cui fidanzamento era stato sciolto per evitare che Carlo ereditasse parte del regno
di Francia, una situazione inaccettabile per la Francia.[12][13] Nel 1514 Anna di Bretagna
morì e gli sopravvissero solamente figlie femmine; era dunque quasi certo che
Francesco sarebbe diventato, alla morte di Luigi, re di Francia.[14]
La prima avventura italiana fu, per Francesco, anche un'occasione di venire a contatto
con l'arte rinascimentale, di cui rimase un grande ammiratore e che lo ispirò tanto da
farlo divenire uno dei principi mecenati più celebri della storia. La ricchezza e il potere
ottenuti dopo Marignano gli permisero di dare vita a una brillante e licenziosa corte
costituita da poeti, musicisti, letterati e artisti, come Leonardo da Vinci, a cui si
mescolavano rozzi nobili provinciali. In politica estera, riuscì a ottenere una pace
perpetua con gli svizzeri e riacquistò Tournai da Enrico VIII d'Inghilterra. Tutto ciò
faceva pensare al destino di un grande regno.[19]
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Il 12 gennaio 1519, a Wels, morì l'imperatore Massimiliano I
d'Asburgo, che lasciò quindi la carica vacante. A quel tempo
la successione al trono del sacro Romano Impero era
regolata dalla bolla d'oro del 1356 che disponeva che il titolo
di imperatore fosse elettivo, delegando la scelta a sette
principi elettori, di cui quattro laici e tre ecclesiastici.
Seguendo, pertanto, tale ordinamento si decise di fissare la
nuova elezione per il 18 giugno dello stesso anno.[31]
Nonostante fosse oramai consuetudine che il titolo venisse
assegnato a un principe germanico, Francesco,
probabilmente influenzato dal recente successo colto a
Marignano, decise di concorrere in contrapposizione
all'altro pretendente: Carlo d'Asburgo, nipote del defunto
Massimiliano. In quegli anni, la Germania era travagliata da L'imperatore Carlo V
forti contrasti interni culminati nella riforma protestante di ritratto da Jakob
Martin Lutero che aveva diviso la popolazione in cattolici e Seisenegger nel 1532
protestanti. Ciò, probabilmente, fece ritenere al giovane re
di Francia di avere le possibilità di cogliere la storica elezione.[32] Nell'avanzare la sua
candidatura, Francesco, premise che non era motivato da un contrasto personale contro
Carlo,[33] e che il suo scopo non era "pernicioso, né futile, poiché non sono mosso da
avidità, né da ambizione, né da prepotenza, ma unicamente dalla volontà di render
possibile una mia guerra contro il Turco", facendo quindi presagire l'intenzione di
impegnarsi in una crociata una volta eletto. Simile dichiarazione fu quella che presentò
all'ambasciatore d'Inghilterra, Sir Thomas Boleyn, in cui asseriva che entro tre anni
dopo elezione sarebbe stato a Costantinopoli o sarebbe morto. [34] Fu così che iniziò la
lunga rivalità con Carlo che lo accompagnerà per tutta la vita. [5]
Nonostante tutti questi sforzi, il tentativo naufragò davanti all'evidenza. Il papa, che
non poteva schierarsi così apertamente contro la nazione germanica, mutò la sua
politica. Carlo, a sua volta, spese moltissimo denaro per comprare i voti degli
elettori;[37] la nazionalità francese di Francesco, inoltre, era un elemento di certo a lui
sfavorevole. Fu così che le ambizioni di Francesco andarono a scemare sempre di più,
fino a quando non giunse la notizia che il 2 giugno il giovane Asburgo era stato eletto
all'unanimità con il nome di Carlo V.[38] Francesco dovette così incassare la prima grave
sconfitta da quando era salito al trono di Francia; grande fu la sua collera che si riversò
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in particolare sui principi elettori che considerava dei veri e propri traditori, tuttavia a
tal proposito lo storico Francis Hackett ebbe a dire che «in realtà essi si erano serviti di
lui perché la sua generosità, che non era riuscita a comprarli, li aveva semplicemente
resi più costosi per il suo rivale».[39]
Con ciò Francesco I mirava ad avere l'Inghilterra alleata nello scacchiere della lotta
contro Carlo V e tentò di combinare il matrimonio fra la figlia di Enrico, Maria Tudor, e
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il proprio figlio Francesco di Valois, Delfino di Francia. Nonostante tutto ciò, l'incontro
non sortì l'effetto sperato: il matrimonio fra Maria e Francesco non avvenne mai e di lì a
poco Enrico VIII strinse un'alleanza con Carlo V.[47] L'incontro al Campo del Drappo
d'Oro venne, comunque, definito «un successo diplomatico ma un fiasco politico».[48]
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Nel mese di luglio, gli inglesi attaccarono la Bretagna e la
Piccardia, partendo da Calais, e Francesco non fu in grado di
raccogliere fondi per contrapporre una resistenza
significativa.[56] Per ovviare a tale mancanza di denaro, il re
francese escogitò diverse soluzioni e in particolare si
focalizzò su una causa contro il connestabile Carlo III di
Borbone-Montpensier. Questi aveva ricevuto la maggior
parte dei suoi possedimenti attraverso il matrimonio con
Susanna di Borbone, morta poco prima dell'inizio della
guerra. Luisa di Savoia, cugina di Susanna e madre del re,
insistette sul fatto che i territori in questione dovessero
passare a lei a causa della sua più stretta parentela con la
defunta. Francesco era sicuro che il sequestro delle terre Carlo III di Borbone,
contese avrebbe migliorato la propria posizione finanziaria connestabile di Francia
in maniera sufficiente per continuare la guerra e quindi
iniziò a confiscare alcune porzioni in nome della madre. Il Borbone, irritato da questo
trattamento, e sempre più isolato a corte, cominciò ad aprirsi verso Carlo V tradendo
così il re francese.[57][58] Quando Francesco, che era a conoscenza del complotto, lo
chiamò a Lione nel mese di ottobre, finse una malattia e fuggì a Besançon. Il re,
infuriato, ordinò l'esecuzione di quanti più suoi collaboratori potessero essere catturati,
ma il duca stesso, dopo aver respinto una offerta finale di riconciliazione,entrò
apertamente al servizio dell'imperatore. [59][60]
Francesco volse allora la sua attenzione alla Lombardia. Nell'ottobre 1523, un'armata
francese di 18 000 uomini, al comando di Guillaume Gouffier de Bonnivet, avanzò
attraverso il Piemonte verso Novara, dove raggiunse una forza similare di mercenari
svizzeri. Prospero Colonna, che aveva soltanto 9 000 uomini, si ritirò verso Milano.[61]
Tuttavia, successivamente i francesi vennero sconfitti alla battaglia del Sesia ritirandosi
al di là delle Alpi allo sbando.[62][63]
Nel frattempo, lo stesso Francesco firmò un accordo segreto con papa Clemente VII con
cui quest'ultimo si impegnava a non supportare Carlo V in cambio dell'assistenza del re
francese nella conquista di Napoli. Contro il consiglio dei suoi comandanti anziani,
Francesco decise di distaccare parte delle sue forze, sotto il comando di Duca di Albany,
inviandole a sud in aiuto al papa. [68][69] Nel gennaio 1525 Lannoy ottenne rinforzi con
l'arrivo di Georg von Frundsberg con 15 000 lanzichenecchi e rinnovò l'offensiva
riuscendo a catturare l'avamposto francese a Sant'Angelo tagliando le linee di
comunicazione tra Pavia e Milano, mentre una colonna separata di lanzichenecchi
avanzava su Belgioioso.[70][71] Francesco aveva fatto accampare la maggior parte delle
sue forze nel grande parco recintato di Mirabello, al di fuori delle mura della città,
inserendoli tra la guarnigione di Leyva e l'esercito di appoggio in arrivo.[72][73]
Prigioniero dell'imperatore
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Francesco, disarcionato da cavallo da
Cesare Hercolani,[79] venne fatto
prigioniero sul campo di battaglia di
Pavia tra le 9 e le 10 del mattino e subito
assegnato alla custodia e protezione del
comandante spagnolo Hernando de
Alarcón. Dopo essere stato esibito ai
soldati a significare che la battaglia era
oramai vinta, venne condotto nel
monastero di San Paolo dove fu Cattura di Francesco I sul campo di battaglia di
Pavia
medicato.[80] Il giorno seguente venne
tradotto nella rocca di Pizzighettone,
Francesco trascorse nel tormento i primi giorni di prigionia dopo la sconfitta: digiunò,
vestì da quaresima come volesse espiare i peccati che, secondo lui, lo avevano portato a
uscire dal benvolere di Dio.[84] Le durissime condizioni di resa gli vennero comunicate
da Ugo di Moncada e, tra le varie clausole, gli veniva imposto di restituire al Borbone i
suoi feudi, di cessare ogni rivendicazione sulle regioni dell'Artois, delle Fiandre, e del
Regno di Napoli, oltre a rinunciare al Ducato di Milano e alla Borgogna.[85] Tra tutte
queste condizioni, l'unica che Francesco non si rassegnò ad accettare fu quella relativa
alla cessione della Borgogna, dichiarando che era deciso «a sopportare la prigione
fintanto che Dio vuole piuttosto che accettare termini dannosi per il mio regno!».[19][86]
Il re, durante la sua prigionia, venne visitato anche dal marchese di Castel Goffredo
Aloisio Gonzaga, venuto a trattare la liberazione del parente Federico Gonzaga per conto
della moglie Giovanna Orsini.[87]
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stipulare un'alleanza con l'Inghilterra. Cogliendo questo momento di vantaggio,
Francesco ripudiò pubblicamente il trattato di Madrid e ottenne da Papa Clemente VII
di essere sciolto dal giuramento.[104] Come risposta a tale insolenza, l'imperatore terrà
prigionieri i suoi due figli per ben quattro anni e arrivando persino a pensare di sfidarlo
a duello.[19][105]
Francesco cercò anche di intraprendere una strategia che gli consentisse di arrivare a un
pieno riscatto al fine di continuare la sua contesa sull'Italia. L'occasione gli venne
dall'invito a partecipare alla lega di Cognac, un accordo promosso dal papa e a cui
aderirono alcuni stati italiani, tra cui la Repubblica di Venezia e la Repubblica di
Firenze, allarmati dall'eccessivo potere in mano all'Asburgo che si era venuto a creare in
seguito alla sconfitta francese a Pavia. La lega venne stipulata il 22 maggio 1526 e fu
completata l'anno successivo con Enrico VIII d'Inghilterra che si impegnò alla
neutralità. Tra gli obiettivi dell'alleanza vi era quello di strappare il Regno di Napoli agli
spagnoli, insediandovi un principe italiano che avrebbe pagato una tassa a Francesco. I
patti d'azione prevedevano che il re di Francia costituisse due eserciti, uno dei quali
sarebbe sceso in Lombardia e l'altro direttamente in Spagna. [106]
In questa nuova impresa Francesco si dimostrò più prudente del solito, decidendo di
temporeggiare e di non scendere personalmente in campo confidando in un intervento
di Enrico. Ma quando, nella primavera del 1527, fu quasi certa la partecipazione
dell'Inghilterra, Francesco dovette rinunciare a condurre egli stesso l'esercito poiché era
alle prese con un problema alla gamba ed era, inoltre, occupato a risolvere alcuni
problemi che attanagliavano le finanze statali. Confidava comunque che, risolti tali
impicci, sarebbe potuto partire per dare battaglia.[107]
Il trattato di pace che ne scaturì, conosciuto come “ pace di Cambrai”, fu celebre poiché
non venne negoziato dai due sovrani, ma bensì da Luisa, madre di Francesco, e da
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Margherita d'Asburgo, zia di Carlo V; per questo verrà chiamato anche la "pace delle
due dame".[111] I termini dell'accordo, firmato nell'agosto del 1529, furono simili a quelli
già raggiunti nel trattato di Madrid, ma con la differenza che alla Francia venne
risparmiata la cessione della Borgogna, la restituzione dei feudi al Borbone (deceduto
durante il sacco di Roma) e altre umiliazioni precedentemente impostigli. Francesco
inoltre, impegnandosi ad abbandonare ogni pretesa sul Regno di Napoli e sul Ducato di
Milano e pagando un riscatto di 2 000 000 corone d'oro, ottenne la liberazione dei figli
tenuti ancora in ostaggio. All'opposto, la Spagna di Carlo ribadiva definitivamente il suo
dominio sull'Italia.[19][112] Nel 1530 Francesco si sposò per la seconda volta, in
ottemperanza al Trattato di Madrid, con la sorella dell'imperatore, Eleonora, già vedova
del re del Portogallo Manuele I.[19] Il matrimonio avvenne, peraltro senza particolari
cerimonie, in una abbazia nei pressi di Mont-de-Marsan.[113]
L'anno seguente, il 1531, Francesco dovette affrontare un altro nefasto evento che lo
segnò profondamente: mentre si trovava a Chantilly per sfuggire alla peste che colpiva
Parigi, la madre Luisa di Savoia, a sua volta in viaggio verso Fontainebleau, si ammalò e
morì all'età di 55 anni presso Grez-sur-Loing. Ella "aveva vegliato tutta la vita sul figlio
con fanatica devozione. Anche quando era giunta a disapprovare mete quali l'Impero la
sua opposizione aveva ceduto davanti all'ardore di lui".[114]
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dando inizio a un nuovo conflitto. L'alleanza franco-ottomana fu la prima alleanza tra
un impero cristiano e uno non cristiano[117] e fu per questo ritenuta "scandalosa". [118]
Dal canto suo, Francesco riteneva che tale alleanza non avesse alcuna base religiosa e
che vertesse solo su presupposti di utilità reciproca riguardo alle proprie ambizioni
territoriali.[119]
Dopo due anni di battaglie convulse e sanguinose, intervallate da brevi tregue per la
disastrosa situazione finanziaria dei contendenti, Enrico sbarcò a Calais con 30 000
uomini e pose d'assedio Boulogne, mentre Carlo continuava ad avanzare tanto da far
temere che arrivasse fino a Parigi.[130] Tuttavia anche gli imperiali avevano i loro
problemi finanziari e così Francesco e l'imperatore sottoscrissero, il 18 settembre 1544,
il trattato di Crépy, con cui le mire di espansione in Italia del sovrano francese, così
come quelle sulla Borgogna dell'imperatore, poterono dirsi definitivamente
concluse.[130] Solo pochi giorni prima, il 9 settembre 1544, Francesco aveva perso il
figlio prediletto, Carlo II d'Orléans, morto dopo una breve malattia all'età di soli 23
anni.[131]
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Il conflitto con Enrico andò avanti. Francesco aveva avviato
un tentativo di forzare l'attacco invadendo la stessa
Inghilterra e per questa impresa aveva assemblato un
esercito di più di 30 000 uomini e una flotta di circa 400
navi. Ma anche queste operazioni non portarono i risultati
sperati e i due eserciti si trovarono in una situazione di
stallo. Il 7 giugno 1546 venne firmato il trattato di Ardres
che pose fine alla guerra.[132]
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«A vent'anni … già gustava i piaceri del capriccio ogni
conquista lo portava più su, donde mirava cime più
attraenti. Aveva la vena facile, il piede veloce, il fiato
gagliardo; e gli era così naturale lasciarsi sedurre da nuovi
orizzonti, come assaporare un vino o apprezzare un oggetto
d'arte», così Francis Hackett tratteggiò Francesco nella sua
biografia.[136] L'ambasciatore veneziano Marino Cavalli, che
lo incontrò quando il re aveva già 52 anni, lo descrisse in
questo modo: "ha in tutti i movimenti del corpo una gravità
e una grandezza tanto brava, che penso nun altro principe
oggidì lo aggiunga, non che lo superi. Ha un'ottima
complessione, e natura forte e gagliarda...".[137][138] Fu "un
Francesco dipinto da Joos
uomo che visse in estrema allegria qualunque siano state le van Cleve
delusione della sua politica estera e i problemi di quella
interna".[138]
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Il vero punto fermo della vita di Francesco fu la dura lotta con Carlo V. Attratto
inizialmente dall'Italia, sognando imprese da conquistatore, guidò la spedizione
trionfale di Marignano che gli valse la reputazione di re cavalleresco e di principe più
potente d'Europa. Nel 1519, nonostante saggi consigli, si candidò alla corona imperiale e
la successiva elezione di Carlo causò un'inevitabile rivalità tra i due che accentuò
ulteriormente il carattere cavalleresco del re di Francia al confronto con quello freddo e
politico dell'imperatore. [5]
La politica interna
Questo perché Francesco I pensò, a quanto pare, di far rimuovere l' Ultima Cena di
Leonardo da Vinci da Santa Maria delle Grazie a Milano per portarlo in Francia.
Sebbene non gli sia riuscito, sia lui sia il suo predecessore al trono Luigi XII, riuscirono
a impossessarsi di due dipinti fra i massimi di Leonardo, ovvero La Gioconda e La
Vergine delle Rocce, attualmente al Louvre. Probabilmente la Gioconda fu venduta da
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Leonardo a Francesco I che la pagò. Appassionato d'arte classica anche a soggetto
erotico, ricevette in dono da Cosimo I de' Medici l'Allegoria del trionfo di Venere di
Agnolo Bronzino.
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Il francese come lingua ufficiale
Francesco compì diverse azioni per sradicare il monopolio
del latino come lingua del sapere. Nel 1530, dichiarò il
francese la lingua nazionale del regno e quello stesso anno
aprì il Collège des trois langues, o Collège Royal, su
raccomandazione dell'umanista Guillaume Budé. Gli
studenti del Collège poterono studiare greco, ebraico e
aramaico, infine dal 1539 arabo grazie agli insegnamenti di
Guillaume Postel.[151]
Costruttore di palazzi
Francesco spese ingenti somme di denaro per
realizzare nuove costruzioni. Continuò il lavoro dei
suoi predecessori sul castello di Amboise e iniziò la
ristrutturazione del castello di Blois. All'inizio del suo
regno, diede inizi alla costruzione del magnifico
castello di Chambord, ispirato agli stili architettonici
del rinascimento italiano e forse progettato persino
da Leonardo da Vinci. Francesco ricostruì il palazzo
del Louvre, trasformandolo da fortezza medievale in
Il castello di Chambord venne fatto
un edificio di splendore rinascimentale. A Parigi edificare da Francesco I
finanziò la costruzione di un nuovo municipio
(l'Hôtel de Ville) al fine di poter decidere lui stesso l'aspetto dell'edificio. Costruì il
castello di Madrid nel Bois de Boulogne e ricostruì quello di Saint-Germain-en-Layeil.
Il più grande dei progetti edilizi di Francesco fu, però, la ricostruzione e l'espansione del
castello di Fontainebleau che divenne ben presto il suo luogo di residenza preferito, così
come la residenza della sua favorita, Anne de Pisseleu d'Heilly. Ciascuna delle residenze
realizzate da Francesco venne lussuosamente decorata sia all'interno sia all'esterno;
Fontainebleau, per esempio, possedeva una fontana zampillante nel suo cortile dove il
vino si mescolava con l'acqua.[153]
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Francesco si era da sempre dichiarato contrariato dalla bolla
papale Aeterni regis del 1481, con cui papa Sisto IV
garantiva tutte le terre a sud delle Isole Canarie, e dal
successivo Trattato di Tordesillas del 1494, in base al quale
tutto il mondo al di fuori dell'Europa veniva diviso in un
duopolio esclusivo tra l'Impero spagnolo e l'Impero
portoghese.[154] Tutto ciò lo spinse ad affermare: "Il sole
splende per me come per gli altri. Mi piacerebbe molto
vedere la clausola della volontà di Adamo con la quale
dovrebbe essermi negata la mia parte del mondo". Pertanto,
al fine di controbilanciare il potere dell'Impero Asburgico su Il viaggio intrapreso da
vaste parti del Nuovo Mondo attraverso la Corona di Giovanni da Verrazzano nel
1524
Spagna, Francesco I inviò le proprie flotte nelle Americhe e
in Estremo Oriente mentre furono sviluppati stretti contatti
Durante il suo regno, vennero avviati anche i commerci con l'Asia orientale grazie
all'aiuto dell'armatore Jean Ango. Nel luglio del 1527, una nave mercantile francese
proveniente dalla città di Rouen venne registrata dal portoghese João de Barros come
arrivata nella città indiana di Diu. Nel 1529, Jean Parmentier, a bordo della Sacre e
della Pensée, raggiunse Sumatra.[157] Il viaggio dette impulso alla Scuola cartografica di
Dieppe.[158]
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dello stesso anno di Victor Hugo, Le Roi s'amuse ("Il re si diverte"), in cui veniva
rappresentato il buffone Triboulet, che a sua volta ispirò l'opera lirica Rigoletto scritta
nel 1851 da Giuseppe Verdi.[160]
Nel 1907 un attore, di cui non si conosce il nome, ha interpretato per la prima volta
Francesco in un film di Georges Méliès,[161] lo stesso ruolo è stato poi affidato a Claude
Garry nel 1911,[162] ad Aimé Simon-Girard [163] e a Sacha Guitry nel 1937,[164] a Gérard
Oury nel 1953, [165] a Jean Marais [166] e a Pedro Armendáriz nel 1956, [167] a Claude Titre
nel 1962,[168] a Bernard Pierre Donnadieu nel 1990, [169] a Timothy West nel 1998 [170] e
a Emmanuel Leconte negli anni 2000 in occasione della serie televisiva I Tudors.[171]
I panni di Francesco sono stati vestiti anche dall'attore Peter Gilmore nel film
commedia Carry on Henry in cui è raccontata una storia immaginaria riguardante il re
Enrico VIII d'Inghilterra.[172] È stato, inoltre, spesso citato in numerosi romanzi, tra cui
L'altra donna del re di Philippa Gregory, che narrano la vita di una delle due sorelle
Maria e Anna Bolena, entrambe cresciute per un certo periodo alla sua corte. [173] Fu il
protagonista della ballata, Der Handschuh (Il guanto), di Friedrich Schiller.[174]
Eleonora d'Asburgo, sorella dell'imperatore Carlo V dal quale non ebbe figli.
Eleonora morì nel 1558.
Ascendenza
Giovanna
di
Giovanni di Borbone
Valois-
Angoulême Valentina Gian
Visconti Galeazzo
Visconti
Isabella di
Valois
Carlo di
Valois-
Angoulême Alain IX di Alain VIII
Rohan di Rohan
Margherita
di Rohan,
signora di Margherita Giovanni
Guillac di IV di
Bretagna Bretagna
Giovanna
di Navarra
Francesco
I di
Francia Ludovico Amedeo
di Savoia VIII di
Savoia
Maria di
Borgogna
Filippo II di
Savoia
Anna di Giano di
Lusignano Cipro
Carlotta di
Borbone
Luisa di
Savoia
Carlo I di Giovanni I
Borbone di
Borbone
Maria di
Berry
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Margherita
di
Borbone- Agnese di Giovanni
Clermont Borgogna di
Borgogna
Margherita
di Baviera
Onorificenze
— [175]
Note
Questa voce include materiale in pubblico dominio: Chisholm, Hugh, ed. (1911).
"Francis I of France". Encyclopædia Britannica (11th ed.). Cambridge University Press.
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14. ^ Hackett, 1937, pp. 107-109.
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17. ^ Hackett, 1937, pp. 111-113.
18. ^ Knecht, 1984, p. 16.
19. ^ Hackett, 1937, pp. 117-118.
20. ^ Lang, 1999, pp. 33-34.
21. ^ Lang, 1999, p. 61.
22. ^ Lang, 1999, p. 64.
23. ^ Lang, 1999, pp. 65-66.
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25. ^ Lang, 1999, p. 67.
26. ^ Lang, 1999, pp. 68-69.
27. ^ Lang, 1999, pp. 70-71.
28. ^ Lang, 1999, p. 73.
29. ^ Lang, 1999, p. 76.
30. ^ Hackett, 1937, p. 206.
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