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PIANO DEI CONTI: APPENDICE A
Legenda
a = Avere
ce = costi d'esercizio
co = conto d'ordine
cp = costi pluriennali
cs = costi sospesi
d = Dare
e = economico
er = economico di risultato
f = finanziario
p = patrimoniale
pn = patrimonio netto
rco = rettifica di costi
rcp = rettifica di costi pluriennali
rcr = rettifica di crediti
re = ricavi d'esercizio
rr = rettifica ricavi
rs = ricavi sospesi
t = transitorio
tc = transitorio di contropartita
ratei e risconti
09.01 Ratei attivi f p d
attivi
ratei e risconti
09.02 Risconti attivi e cs p d
attivi
10 Patrimonio netto
ammortamenti e
34.01 Ammortamento costi di impianto e ce e d
svalutazioni
ammortamenti e
34.06 Ammortamento software e ce e d
svalutazioni
ammortamenti e
34.08 Ammortamento avviamento e ce e d
svalutazioni
35 Ammortamenti immobilizzazioni materiali
Insieme alle altre contabilità sezionali (cassa, banche, magazzino, clienti, fornitori, beni
strumentali...) la contabilità del personale è un sottosistema delle scritture complesse, ossia
della contabilità generale. Infatti essa fornisce alla contabilità generale i dati necessari alla
rilevazione di componenti di reddito e di movimenti finanziari.
La somma degli elementi della retribuzione costituisce la retribuzione lorda del lavoratore.
Rappresenta per l'azienda un costo d'esercizio, rilevato nel conto Salari e stipendi.
Dalla retribuzione lorda si passa alla retribuzione netta sottraendo le ritenute sociali e
fiscali.
Non fanno parte della retribuzione lorda, ma incidono pesantemente sul costo del lavoro,
i contributi sociali periodicamente versati dalle imprese agli enti pubblici ai quali è affidata
la tutela assicurativa e previdenziale dei lavoratori dipendenti.
La parte di contributi a carico delle imprese incide sul costo del lavoro, facendolo
aumentare notevolmente.
Si tratta di un costo d'esercizio (rilevato nel conto Oneri sociali) che deve trovare
reintegrazione nei prezzi di vendita dei prodotti o dei servizi.
La parte di contributi che ricade sui lavoratori viene trattenuta dalle imprese ogni volta che
sono liquidate le retribuzioni; costituisce un prelievo obbligatorio che consente di garantire
assistenza in caso di malattia, infortunio e così via.
Per l'impresa si tratta di un debito verso gli istituti previdenziali (rilevato nel conto Istituti
previdenziali).
(si rilevano in Dare del conto (si rilevano in Avere del conto
finanziario Istituti previdenziali) finanziario Istituti previdenziali)
Il versamento del saldo finale risultante dal modello F24 deve essere eseguito entro il giorno
16 del giorno successivo; se tale giorno cade di sabato o in giorno festivo è automaticamente
prorogato al primo giorno lavorativo successivo.
Le ritenute fiscali
I compensi percepiti dai lavoratori dipendenti sono assoggettati a ritenuta fiscale, più
precisamente a IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche). In relazione alle ritenute
fiscali le imprese sono obbligate a operare come sostituti di imposta, ossia a calcolare e a
versare al Fisco per conto dei lavoratori le imposte dovute per i compensi da essi percepiti.
Le imprese devono pertanto effettuare una ritenuta fiscale su tutti i compensi percepiti dai
dipendenti. Le somme trattenute concorrono a determinare l'importo da versare con il
modello F24.
L'impresa ha l'obbligo di consegnare a ogni dipendente la busta paga o cedolino, per dargli
modo di verificare l'esattezza dei calcoli riguardanti le retribuzioni e la loro piena
conformità alle prestazioni di lavoro eseguite.
La liquidazione delle eventuali mensilità aggiuntive percepite dai dipendenti avviene
seguendo le procedure di calcolo applicate per le liquidazioni periodiche, con due eccezioni:
non si conteggiano gli assegni familiari e non vi sono le detrazioni di imposta.
Osserviamo che il pagamento posticipato degli interessi relativi al periodo 1/10/n - 1/4/n+1
si colloca tra due diversi anni.
Ciò significa che in relazione al 31/12/n, data in cui l'impresa procede alla redazione
dell'inventario d'esercizio, l'importo degli interessi semestrali può essere diviso in due
componenti:
una parte già maturata, riferibile all'esercizio n, corrispondente al debito
potenzialmente sorto verso la banca per il periodo 1/10/n - 31/12/n, detta rateo (in
grigio nell'immagine)
una parte non ancora maturata, riferibile all'esercizio n+1, esercizio in cui avverrà il
pagamento dell'intera somma dovuta per interessi
Il rateo è dunque una quota di uscita o di entrata finanziaria futura che misura costi o ricavi
già maturati e non ancora rilevati, la cui manifestazione finanziaria avrà luogo in esercizi
futuri.
In particolare:
il rateo è passivo se prevede uscite future, relative a spese e costi non ancora
sostenuti. Esso misura componenti negativi di reddito a rilevazione posticipata, già
maturati ma non ancora liquidati
il rateo è attivo se prevede entrate future, relative a rendite e ricavi non ancora
conseguiti. Esso misura componenti positivi di reddito a rilevazione posticipata, già
maturati ma non ancora liquidati
Negli esempi che seguono abbiamo impostato il ragionamento di calcolo del rateo tenendo
conto del tempo fisico.
A cura del CECOP Pagina 18
Tale modalità di calcolo deve essere integrata dal principio contabile riguardante ratei e
risconti; in esso viene introdotto il criterio del tempo economico, che ribadisce la necessità
di correlare costi e ricavi.
Pertanto, quando le prestazioni che originano i costi e i ricavi da ripartire non sono costanti
nel tempo, l'importo dei ratei e dei risconti deve riflettere i contenuti economici del fatto
amministrativo.
Poniamo che in data 1/10 si stipuli il contratto di affitto di un capannone con pagamento di
rate semestrali posticipate di € 12.000 e che il capannone di fatto venga utilizzato solo a
partire dal mese di novembre. Se si applicasse il criterio del tempo fisico, si determinerebbe
un rateo passivo per tre mesi facendo gravare sull'esercizio un costo di € 6.000; è invece
corretto applicare il criterio del tempo economico e ripartire il costo sui cinque mesi effettivi
di utilizzo, facendo gravare sull'esercizio un costo di € 4.800.
60.000
Mutui passivi
60.000
Ratei passivi
550
550
Denaro in cassa
7.000
Mutui attivi
7.000
Ratei attivi
78,50
78,50
Le rimanenze contabili, note con il nome di risconti, indicano il diritto di utilizzare un bene o
un servizio nel tempo (risconto attivo) oppure l'obbligo di far utilizzare un bene o un servizio
nel tempo (risconto passivo). Tali rimanenze sono dette contabili in quanto i risconti non
hanno una consistenza fisica, ma risultano da documenti che indicano l'esistenza del diritto
o dell'obbligo aziendale verso terzi.
Il risconto è dunque una quota di costo o di ricavo non ancora maturata ma che ha già avuto
la sua manifestazione finanziaria. In particolare:
il risconto è attivo se riguarda un costo già sostenuto per servizi non ancora utilizzati
e di cui usufruire nell'esercizio successivo. È un costo che non fa parte dei
componenti di reddito dell'esercizio che si chiude; pertanto è da rinviare al futuro
come costo sospeso. Esso entra a far parte degli elementi attivi del patrimonio di
funzionamento
il risconto è passivo se riguarda un ricavo già conseguito per servizi non ancora
prestati e da fornire nell'esercizio successivo. È un ricavo che non fa parte dei
componenti di reddito dell'esercizio che si chiude; pertanto è da rinviare al futuro
come ricavo sospeso. Esso entra a far parte degli elementi passivi del patrimonio di
funzionamento
I risconti sono valori economici perchè rappresentano costi già sostenuti o ricavi già
conseguiti.
Essi si calcolano ripartendo l'intero importo del costo o del ricavo tra gli esercizi
proporzionalmente al tempo.
2.100 2.100
Denaro in cassa
2.100
Assicurazioni
2.100
1.080 1.080
IVA ns/debito
180
Banca c/c
1.080
Fitti attivi
900
1.080 1.080
IVA ns/debito
180
Banca c/c
1.080
Fitti attivi
900
Fitti attivi
700
Risconti passivi
700
Assicurazioni
517,81
Risconti attivi
517,81
RATEI E RISCONTI
Ratei Risconti
Risconti attivi
5.000
Bilancio di chiusura
5.000
Risconti attivi
5.000 5.000
Bilancio di apertura
5.000
Fitti passivi
5.000
I ratei attivi e passivi iniziali misurano componenti di reddito che non sono di competenza
del nuovo esercizio e che pertanto devono essere stornati per non farli più incidere sulla
determinazione del risultato economico.
I ratei iniziali possono essere stornati subito dopo la riapertura dei conti oppure al momento
della manifestazione finanziaria delle operazioni cui si riferiscono; la differenza risiede nel
fatto che con la prima procedura i conti accesi alle variazioni d'esercizio interessati dai
1.000
Bilancio di chiusura
1.000
Ratei passivi
1.000 1.000
Bilancio di apertura
1.000
1.000
1.500
Denaro in cassa
1.500
Ratei passivi
1.000
Bilancio di chiusura
1.000
Ratei passivi
1.000
Bilancio di apertura
1.000
500
Denaro in cassa
1.500
Ratei passivi
1.000