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Capitolo 4 - RITMO

di semiologia gregoriana per dare un nome all’ambito delle sue ricerche.


In effetti la semiologia gregoriana indaga sul significato del segno, ne
vuol cogliere il pensiero e non solo le implicazioni di ordine musicale.
L’obiettivo dichiarato della semiologia è proprio questo: saper riconoscere
il valore del segno per poterne scoprire il significato. Ed è proprio l’obiet­
tivo di cui si è detto poco fa, ovvero la sintesi fra grammatica e senso.
La novità vera, se ne deduce, non può che venire ‘dal di dentro’ e non
esternamente a un vissuto e a una tradizione consolidata.
Il nuovo pensiero, seppure allo stadio embrionale, ma già ricco di
prospettive vertiginose, viene ancora una volta da un monaco di So­
lesmes, da chi ha cantato, conosce la tradizione di quel monastero e,
proprio per questo, è in grado di dire qualcosa di nuovo e di introdurre
un nuovo pensiero su dati ormai acquisiti.
Nel nostro itinerario ci muoveremo in modo fluido su questo ter­
reno, fatto di necessaria grammatica di base, ovvero di un ‘alfabeto’ no-
tazionale da conoscere in modo approfondito almeno nelle sue linee
portanti, e fatto anche di una incessante ricerca del progetto espressivo
che ne risulta sotteso. Grammatica e senso convivono in un rapporto
vitale, costantemente da aggiornare e ripensare. La semiologia non può
appiattirsi - come si dirà più avanti - su pur necessarie indagini di stam­
po grammaticale. Per iniziare questo percorso, rivolgiamo l’attenzione
ad entrambe le notazioni adiastematiche (sangallese e metense) trascritte
sul GT e, attraverso un ampio sguardo sui rispettivi neumi monosonici,
cerchiamo di enucleare la ‘filosofia’ di queste due nobili scritture neu-
matiche.

Il neuma monosonico nel pensiero sangallese

Prima di addentrarci in questioni tecniche o in considerazioni sulle


qualità notazionali di scuola sangallese, apriamo un antico codice notato
e cominciamo a gettare un primo sguardo a una sua pagina. Facciamo
questa prima operazione servendoci di uno dei manoscritti più illustri
della tradizione sangallese, il Cantatorium 359 (C), datato tra la fine
del IX e l’inizio del X secolo. Guardiamo una sua pagina e poniamoci
qualche domanda:

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