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384 parte VI - capitolo I

da SC 63 e cita dall’articolo: esso richiede che i riti particolari dovrebbero


essere in armonia con il Rituale romano. D’altro canto, il testo proposto non
aveva nessuna clausola che riguardasse l’armonia dei riti particolari con il
Rituale romano: esso si riferiva piuttosto ai vari articoli che permettevano,
nelle terre di missione, l’assimilazione di elementi d’iniziazione compatibili
con il sacramento 45.

SC 78 prende in considerazione la celebrazione del matrimonio. Bisogna


notare due aspetti per una migliore comprensione dei principi implicati in
questo articolo. Parecchi vescovi hanno richiesto alla Commissione Prepara­
toria che il rito del matrimonio dovrebbe essere celebrato durante la mes­
sa 46. Come risposta, il testo proposto e quello finale hanno stabilito che il
matrimonio venga celebrato normalmente (ordinarie nel testo proposto; ex
more in quello finale) durante la messa, dopo la lettura del vangelo e
l’omelia, e prima della preghiera dei fedeli. Così facendo l’articolo introduce
un uso che può avere un ricco significato teologico per il matrimonio nella
sua relazione al sacrificio della croce reso presente e attivo nella celebrazione
eucaristica. Un altro punto di notevole interesse è la revisione dell’orazione
sulla sposa.
Il testo proposto ha chiesto che questa preghiera fosse riformulata in un
modo che possa essere recitata su entrambi gli sposi. La Commissione Conci­
liare ha emendato il testo proposto all’effetto che la preghiera debba parlare
di fedeltà coniugale per entrambi gli sposi, pur restando una orazione per la
sposa, secondo una tradizione liturgica molto antica 47. Un terzo punto im­
portante è la benedizione che bisogna impartire sempre agli sposi, anche se
il sacramento del matrimonio viene celebrato senza la messa. Questa clauso­
la è stata aggiunta dalla Commissione dietro il suggerimento di un Padre
conciliare. Tuttavia, il testo finale parla di « benedizione sugli sposi » piutto­
sto che « benedizione sulla sposa », dando a quest ultima una interpretazio­
ne molto ampia 48.
Dall’esposizione precedente su SC 64-78 si può dedurre che i principi
fondamentali della revisione e dell’adattamento delle celebrazioni sacramen­
tali sono: il criterio primario per una consapevole, attiva e facile partecipazio­
ne dei fedeli e la necessità di adattare la celebrazione alle esigenze culturali e
pastorali dei nostri tempi. I principi particolari che governano la revisione e

45 OCM lascia il riferimento a SC 63; inoltre ritorna al testo proposto che non richiede che il
nuovo rito sia in armonia con Yeditio typica del rito del matrimonio.
46 Dal consilia et vota dei vescovi, YAnalyticus Conspectus ha formulato tre proposizioni:
« 1) Matrimonii sacramentum arctius cum Missa connectatur..., 2) Consensus matrimonialis locum
habeat inter Missarum sollemnia..., 3) Matrimonii ritus in Missa integretur, ut iam factum est in
Rituali Neerlandico » {Acta et Documenta, Series II, 2, cit., 175-178).
47 Schema, Emendationes VII, p. 17: « Ratio emendationis circa aptationem benedictionis su­
per sponsam est ut, sine mutatione radicali in natura antiquissimae benedictionis solius sponsae,
saltem pars huius benedictionis quae loquitur de fidelitate coniugali servanda ad utrumque spon­
sum referatur ». Cfr. Schema, Modi III, art. 78, nr. 77, p. 18. Vedi A. Nocent, Contribution à
l’étude du rituel du mariage, in Eulogia. Miscellanea Liturgica in onore di P. Burkhard Neunheu-
ser osb (Studia Anselmiana, 68), Roma 1979, 253-257.
48 OCM ha emendato la benedizione sulla sposa come prescritto da SC 78, ma offre due
benedizioni alternative per gli sposi (nrr. 120-121).

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