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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. GESTIONALE (D.M.

270/04)
Insegnamento: CHIMICA GENERALE
Lezione n°: 4
Titolo: Crisi del modello planetario dell’atomo,radiazioni elettromagnetiche,introduzione alla “teoria dei
Attività n°: quanti"
1

Modello planetario dell’atomo


Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. GESTIONALE (D.M. 270/04)
Insegnamento: CHIMICA GENERALE
Lezione n : 4
Titolo: Crisi del modello planetario dell’atomo,radiazioni elettromagnetiche,introduzione alla “teoria dei
Attività n : quanti"
1

Modello planetario dell’atomo


Il modello di Rutherford ha però un punto debole. Era già noto all’epoca (inizi del novecento) che accelerando una carica elettrica
essa è in grado di emettere una radiazione elettromagnetica. Ad esempio un antenna si basa proprio su questo principio. Quando
due conduttori metallici, per semplicità di geometria lineare come riportato in figura, sono collegati ad generatore di tensione
variabile, gli elettroni liberi nel metallo si muovono, in senso alternato, da un’estremità all’altra dei conduttori emettendo una
radiazione elettromagnetica di frequenza pari a quella del generatore. A questa radiazione è associata un’energia elettromagnetica
che si propaga nello spazio e che è ottenuta a spese del generatore di tensione. Quindi per trasmettere un’onda elettromagnetica
occorre mettere delle cariche in movimento spendendo dell’energia.

e-

e-

+ GLI ATOMI SONO (GENERALMENTE*) STABILI

* A parte gli atomi radioattivi…ma quella è una questione di instabilità nucleare…


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Lezione n°: 4
Titolo: Crisi del modello planetario dell’atomo,radiazioni elettromagnetiche,introduzione alla “teoria dei
Attività n°: quanti"
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GLI ELETTRONI NEGLI ATOMI (secondo la fisica quantistica)

Gli ATOMI ECCITATI (termicamentea o elettricamenteb ) EMETTONO LUCE DI DIVERSO COLORE


Applicazioni nella realtà: fuochi d’artificioa, insegne luminoseb

ESEMPI: lampada ad H2 luce ROSSO-VIOLETTA (idrogeno)


lampada al Ne luce ARANCIONE (neon)
lampada vapori Na luce GIALLA(sodio)
lampada al Hg luce VERDE-BLU(mercurio)
lampada al Rb luce ROSSA(rubidio)

I particolari COLORI emessi da un ATOMO ECCITATO dipendono da come gli ELETTRONI sono
disposti in quell’atomo. QUINDI, STUDIANDO I COLORI EMESSI (SPETTRI DI EMISSIONE) SI
RISALE ALLA DISPOSIZIONE DEGLI ELETTRONI INTORNO AL NUCLEO quindi alla
CONFIGURAZIONE ELETTRONICA DI UN ATOMO

• TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI


• PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE DEGLI ELEMENTI
• COMPOSTI CHE SI POSSONO FORMARE DAGLI ELEMENTI
• TIPI DI LEGAMI COINVOLTI IN TALI COMPOSTI
• GEOMETRIA DELLE MOLECOLE STATO DI AGGREGAZIONE (s, l, g) DELLA MOLECOLA
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Lezione n°: 4
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Radiazioni elettromagnetiche
Una radiazione (oppure onda) elettromagnetica è un fenomeno fisico intrinsecamente legato al concetto di campo elettrico e campo
magnetico. Un campo elettrico (E) può essere misurato in presenza di una o più cariche elettriche. Se queste cariche si muovono è
presente anche un campo magnetico (B). I due campi sono così strettamente legati che essi sono le due facce di una stesa
medaglia: il campo elettromagnetico. Esso può variare nello spazio (essere diverso in diversi punti allo stesso istante) e nel tempo
(in un certo punto dello spazio esso può cambiare da istante a istante). Quando si dice che il campo elettromagnetico dipende dal
punto in cui lo si misura o dall’istante in cui si effettua la misura significa che E e B variano da punto a punto o da istante a istante. La
più semplice radiazione elettromagnetica è quella monocromatica, cioè quella per cui il campo elettrico (e quello magnetico)
dipendono dal tempo t e dal punto spaziale x secondo una relazione del tipo:
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Legame tra velocità della luce, lunghezza d’onda e frequenza

λf = c
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SPETTRO ELETTROMAGNETICO

Scala logaritmica

Solamente una piccolisima frazione dello spettro


elettromagnetico viene percepita dal nostro occhio
2 cm su 4000 Km!!!
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Interferenza di onde elettromagnetiche

COSTRUTTIVA: la somma porta ad una nuova onda di ampiezza maggiore

DISTRUTTIVA: la somma porta ad una nuova onda di ampiezza inferiore


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LUCE: onda o corpuscolo ?

SECONDO LA FISICA CLASSICA LA LUCE HA SOLO UNA NATURA


ONDULATORIA A CUI VIENE ASSOCIATA UN FLUSSO CONTINUO DI
ENERGIA

MA TRE FENOMENI NON TROVANO SPIEGAZIONE:

1 - RADIAZIONE DEL CORPO NERO (a)


2 - EFFETTO FOTOELETTRICO (b)
3 - SPETTRI ATOMICI (c)

(a) Energia quantizzata


(b) Natura corpuscolare della luce
(c) Energia quantizzata dell’elettrone
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1 - RADIAZIONE DEL CORPO NERO - quantizzazione dell’energia


Quando un corpo solido viene scaldato comincia ad emettere luce di una certa intensità e frequenza.
Aumentando la temperatura si ha una variazione di intensità, ma anche il colore della radiazione (e
quindi la frequenza) varia (carbone (rosso), fornello elettrico (arancione), lampadina (bianco)).

Il corpo nero è un sistema ideale in grado di assorbire


tutta l’energia incidente. A seguito di questo si scalda e
riemette energia la cui frequenza è strettamente legata
alla temperatura a cui si trova.

Emissione di radiazione
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1 - RADIAZIONE DEL CORPO NERO - quantizzazione dell’energia


Tuttavia la fisica classica non riusciva a trovare equazioni in grado di approssimare bene le curve di
emissione del corpo nero, solo la parte relative a valori di λ molto elevate veniva spiegata, ma per valori
di λ via via più piccoli il discostamento diveniva notevole. Addirittura il normale forno da cucina secondo le
leggi della fisica classica diventerebbe una sorgente di raggi γ !!!

Ci pensa Max Plank (1901)

UN CORPO AD ALTA TEMPERATURA È IN GRADO DI


EMETTERE (O DI ASSORBIRE) SOLO CERTE QUANTITÀ
DI ENERGIA

E = nhν
n = numero quantico (numero intero)
h = costante di Plank = 6.626 • 10-34 J•s
ν = frequenza
OGNI PACCHETTO DI ENERGIA È DETTO QUANTO E LA SUA ENERGIA È DATA DA hν. QUINDI L’ENERGIA
DELL’ATOMO È QUANTIZZATA E UN ATOMO VARIA IL SUO STATO ENERGETICO EMETTENDO (O
ASSORBENDO) UNO O PIÙ QUANTI DI ENERGIA
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2 – EFFETTO FOTOELETTRICO – natura corpuscolare della luce


EMISSIONE DI ELETTRONI DALLA SUPERFICIE DI UN METALLO
ILLUMINATA DA LUCE MONOCROMATICA DI ENERGIA
SUFFICIENTE, CON LA CONSEGUENTE GENERAZIONE DI
CORRENTE ELETTRICA (CORRENTE FOTOELETTRICA)
Ad esempio, il potassio (K) non emette e- se colpito da luce
rossa (λ = 750nm) anche se di forte intensità. Emette invece e-
se colpito da luce arancione (λ = 500nm).
QUINDI: per ogni metallo la radiazione incidente deve avere un valore
minimo di frequenza ν0, al di sotto della quale non si ha emissione di
elettroni, qualsiasi sia l’intensità della radiazione.
metallo Lavoro (eV) ν (Hz) colore
SECONDO LA FISICA CLASSICA: la luce di qualsiasi λ avrebbe dovuto Na 1,82 4,39 1014 rosso
espellere e- dopo aver aumentato la propria intensità in modo adeguato.
Ca 2,24 5,41 1014 verde
EINSTEIN (1905): la luce stessa è di natura particellare ed è costituita da
Li 2,30 5,55 1014 verde
“quanti” di energia, detti fotoni.
Ni 2,77 6,68 1014 blu
Energia del fotone = hν
Al 4,20 1,01 1015 UV
E = hν = hν0 + Ecin = hν0 + ½ me v2
Misurando Ekin dell’ e- espulso (che varia linearmente con ν della luce usata) e
conoscendo la radiazione della luce incidente si può risalire a hν0 (che si chiama
funzione lavoro o lavoro di estrazione del metallo).
NOTA: Più alta è l’intensità I e maggiore è il n fotoni emessi. La loro
e- energia non cambia fin quando non si modifica la frequenza della
radiazione.
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SPETTRO CONTINUO
La luce emessa da una sorgente calda, ad esempio il filamento incandescente di
una lampadina, dà uno spettro luminoso CONTINUO
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SPETTRO DI EMISSIONE
La luce emessa da un gas eccitato, ad esempio un tubo contenente vapori
d’idrogeno, dà uno spettro luminoso a righe detto di EMISSIONE
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3 – SPETTRI ATOMICI

EMISSIONE:
Se si eccita (per riscaldamento o scarica elettrica) un elemento chimico esso emette luce. Se la luce emessa
viene fatta passare attraverso un prisma per scomporla nelle sue componenti e si registra la luce scomposta su
una lastra fotografica si nota uno spettro (di emissione) costituito da un campo nero in cui compaiono ALCUNE
RIGHE COLORATE le cui λ sono CARATTERISTICHE DELL’ELEMENTO IN ESAME (impronta digitale).

ASSORBIMENTO:
Facendo passare della luce bianca (tutte le lunghezze d’onda, spettro continuo) emessa da una sorgente,
attraverso un campione (esempio: Idrogeno gassoso), tutta la luce viene trasmessa, tranne alcune specifiche
lunghezze d’onda (per l’idrogeno: λ = 3835, 3889…6563 Å), dando luogo ad uno spettro di assorbimento (righe
nere su fondo colorato continuo).
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Attività n : quanti"
1

3 – SPETTRI ATOMICI
Nell’EMISSIONE un elemento emette E luminosa (hν) con frequenze BEN DETERMINATE
Nell’ASSORBIMENTO quello stesso elemento assorbe E luminosa le cui frequenze SONO LE
STESSE che è in grado di emettere.
QUINDI: l’elettrone all’interno dell’atomo può avere solo valori discreti di E (E1, E2…En)

L’ENERGIA DELL’ELETTRONE È QUANTIZZATA


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Insegnamento: CHIMICA GENERALE
Lezione n°: 4/S1
Titolo: Relazione tra lunghezza d’onda e frequenza della luce
Attività n°: 1

Lezione 4
Sessione 1

1
Corso di Laurea: #corso#
INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. GESTIONALE (D.M. 270/04)
Insegnamento: #insegnamento#
CHIMICA GENERALE
Lezione n°: #lezione#
4/S1
Titolo: #titolo#
Relazione tra lunghezza d’onda e frequenza della luce
Attività n°: #attività#
1

Calcolare la frequenza della radiazione avente lunghezza d’onda pari a


8.00×102 nm.

λf = c

m
299792458
c s = 3.7474 × 1014 s −1 = 3.7474 × 1014 Hz
f = =
λ 8.00 × 10 -7 m

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Insegnamento: CHIMICA GENERALE
Lezione n°: 4/S2
Titolo: Legge di wien
Attività n°: 1

Lezione 4
Sessione 2

1
Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. GESTIONALE (D.M. 270/04)
Insegnamento: CHIMICA GENERALE
Lezione n°: 4/S2
Titolo: Legge di wien
Attività n°: 1

Se la temperatura di fusione del ferro è di 1540 °C, quale sarà la


lunghezza d’onda della radiazione emessa?

Un corpo ad una certa temperatura T (in gradi kelvin) emette una radiazione
elettromagnetica con uno spettro avente un massimo alla lunghezza d’onda λmax. Il
prodotto tra λmax e la temperatura T è costante (legge di Wien)

T ⋅ λmax = 2.28 × 10 −3 m ⋅ K

2.28 × 10 −3 m ⋅ K
λmax = = 1.257 × 10 −6 m
1843.15 K

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Insegnamento: CHIMICA GENERALE
Lezione n°: 4/S3
Titolo: Effetto fotoelettrico
Attività n°: 1

Lezione 4
Sessione 3

1
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Insegnamento: CHIMICA GENERALE
Lezione n°: 4/S3
Titolo: Effetto fotoelettrico
Attività n°: 1

Lezione 4 Sessione 3
Per strappare un elettrone da una superficie levigata di Zn occorre un fotone con un’energia minima di 6.94 ‫ڄ‬10−19 J .
a) Per fare ciò basterà un fotone con λ = 210nm?
b) In caso affermativo quale sarà l’energia cinetica massima dell’elettrone espulso?
c) Quale sarà la sua velocità?

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