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Prospettiva Centrale PDF
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Scopo della geometria descrittiva è quello di rappresentare le figure spaziali sopra un piano, in modo
tale che, dalla rappresentazione piana, si possa risalire alla figura spaziale.
La corrispondenza tra una figura spaziale e la sua rappresentazione piana non è però purtroppo
biunivoca, quindi permette solo di rappresentare le figure, ma non di risolvere graficamente, mediante
solo costruzioni piane, problemi di geometria spaziale a meno di non introdurre altri eventuali dati
aggiuntivi.
Ciascuno dei sistemi di regole che permettono la rappresentazione piana costituisce un "metodo" della
geometria descrittiva. Poiché, la parte principale di tutti i metodi più usati nel passaggio dalla figura
spaziale alla sua rappresentazione, è costituita da una proiezione, tali metodi si chiamano anche
"metodi di proiezione".
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cioè quella porzione di spazio misurata in gradi che una persona può vedere tenendo testa ed occhi
assolutamente immobili.
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lat ecnicade ldisegnopr ospett
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ficane lcono ottico ottenuto
tirando dal PV raggi visuali che hanno una ben precisa propr ietà:nonde vonof orma rec onl ’a s
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PV-P angoli maggiori di 30°.
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prospettica. Se invece si ampliasse il cono ottico in modo di avere angoli maggiori di 30°, si andrebbe
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intersezione dei raggi visuali con il quadro
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adeipunti di fuga. Il punto di fuga di
una retta è la traccia sul quadro della parallela alla retta stessa passante per il PV. Poiché esso
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distanza tra LO e LT) il punto di fuga di una retta
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discende immediatamente il fatto che rette parallele hanno
il medesimo punto di fuga F.
In particolare:
Le rette parallele al quadro non hanno punti di
fuga, o meglio ammettono come punto di fuga il punto
improprio della LO. Esse sono rappresentate
prospettivamente da rette tutte parallele fra loro ed alla
LT; la loro distanza reciproca cambia al variare della
distanza dal quadro prospettico.
Le rette perpendicolari al quadro hanno come punto di
fuga il punto principale P. Se proviamo infatti a tracciare
dal PV una parallela alla retta data incontreremo la LO in
P.
Le altezze in prospettiva
I segmenti perpendicolari al PG e
quindi le altezze di solidi, edifici, ecc.,
rimangono tali in prospettiva. Le
lunghezze di tali segmenti
dipendono dalla distanza che essi
hannor ispe t
toal l’osser vator e.
Illustriamo ora il procedimento che si
utilizza per realizzare la prospettiva di
un segmento AB perpendicolare al
PG.
Come primo passo costruiamo la
pr ospe tt
iva A’di A intersecando il
raggio visuale PV-A con il quadro. In
secondo luogo conduciamo da A la
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rac he individuerài l punto A” ; da t
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I metodi usati in prospettiva centrale
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tutti portano allo stesso risultato.
Nella prospettiva centrale i metodi più usati sono:
Il metodo dei raggi visuali
Il metodo del prolungamento dei lati
Il metodo dei punti di distanza
Il sistema di ribaltamento
Que st’ul
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il più completo nella determinazione delle immagini prospettiche.
Esempio 1: Pannelli in prospettiva
Alla luce di quanto visto ora, determiniamo la prospettiva di due pannelli uguali aventi ciascuno quattro
finestre e disposti perpendicolarmente al quadro, come nella figura seguente.
Osserviamo che due sono i particolari salienti che si rilevano subito guardando la figura:
Le due altezze dei pannelli che appartengono al quadro non muteranno affatto in prospettiva e
quindi manterranno le proprie misure poichè coincidenti con i segmenti originari
Le basi del pannello e tutte le rette parallele ad esse avranno il loro punto di fuga in P in quanto
ortogonali al quadro.
Osserviamo che i primi due metodi si utilizzano anche nella prospettiva centrale.
Osserviamo che, qualora uno dei due punti 1 e 2 fosse risultato in pianta troppo lontano dal punto Pt,
avremmo potuto trovare ugualmente la prospettiva della figura ricorrendo almeno ad altri due
procedimenti. Il primo ricorre al metodo delle rette perpendicolari al quadro, il secondo si avvale
dell'aiuto della geometria proiettiva. Applichiamo entrambi al nostro esempio.
Ecc ol ’i
mmagi
nec heill
ustra la costruzione della figura del cubo, A’ B’ C’ r
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se dobbiamo congiungere un punto D con il punto 2 fuori dal
foglio.
Il metodo dei punti misuratori
Tutti i metodi finora descritti presentano una certa difficoltà nella riproduzione delle dimensioni reali
de l
l’ogge tt
on ell
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inepr ospettica.Infa t
tilemi surede glispig olive ngonos empr epr oi ett
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LT con rapporti di riduzione od ingrandimento e mai nelle loro dimensioni effettive. Il metodo dei
punti misuratori, che deriva direttamente da quello dei punti di fuga, supera queste difficoltà basandosi
sui principi contenuti nel teorema di Talete sui segmenti proporzionali: rette parallele che intersecano
due qualsiasi rette appartenenti allo stesso piano determinano su queste ultime segmenti proporzionali.
Ne s e guec hel edi me nsionide ll
’ogge tt
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LT.
Costruiamo quindi la figura
preparatoria considerando la
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l’a l
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le.
Una volta scelto il PV
determiniamo sulla LT i punti di
fuga Fs e Fd relativi ai lati AD
(CB) e AB (DC) rispettivamente.
Centriamo quindi in Fs ed Fd e
ribaltiamo il PV sulla LT dando
luogo ai punti Ms ed Md
rispettivamente. Successivamente
centriamo in A e ribaltiamo i punti
B e D sulla LT dando origine ai
punt iB’eD’ .
Poiché il segmento che congiunge
B c on B’ r isulta pa rall e
loa l
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PVMs)
Per la costruzione del disegno prospettico di un edificio, data la pianta ed i prospetti, si procede per
fa
si,da llade fini
zionede ll
’ingombr oma ssimode l
l’edificio,a ll
as uc cessivade fini
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onede ivuoti e dei
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n ode lvolume .
PRIMA FASE
Par tendodal lapi antade l
l’edif
ici
os cegli
amol apos i
zionede lPV.Que stasce l
taèdif ondame nt
ale
importanza per il risultato finale, in quanto condiziona completamente il tipo di visione ed il suo
taglio.
Una volta determinata la traccia del quadro, scegliamo la posizione del PV, usando gli accorgimenti
prece denteme n tede s c
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ttiperquantor i
g uar
dal as uapos i
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spe t
tol ’
ogg et
toel asuadi st
anzadal
quadro. Definiamo poi il punto Pt e ricerchiamo gli elementi necessari per la prospettiva secondo i
metodi illustrati sopra.
SECONDA FASE
Ne ldi s
egnopr os pettico,de fi
nit
al ’
alte z
zat ral aLO el aLT,r iportiamogl ie le
me nt itrovatie
quindi procediamo alla costruzione della pianta utilizzando uno dei metodi appena visti.
Ins eg uit
o,unavol tar iport
atal ’
alt
ezzada ll
os pi
g oloc oincidentec onl aLT,de fini
amol ’ingombro
ma ssimode ll’edi f
icio.
TERZA FASE
E’que st
al af as einc uis ilavorailvolumede finitoi nmodot aledar icavarei ne ssoler ientranzee
le partiture che lo caratterizzano e da stabilire il grado di definizione grafica che il lavoro deve
assumere ricercando o meno i minimi particolari.
At it
olod’ e sempi oi l
lustriamopa ssoapa ssol et
ref
asic
ost
rue
ndol
apr
ospe
tti
vaa
cci
dent
alediun
edificio quale il Palazzo di Giustizia di Milano.
PRIMA FASE
Cons ideria mol avi sioneda ll’al
tode lnos
tropia
noe ,comepr
imac
osa
,tr
acc
iamos
ulnos
trof
ogl
iodi
lavoro la linea LT coincidente con la LO.
Disegniamo quindi i tratti essenziali della pianta
dell’edificiot racci
andos udie ssaa ncheipunt ic he
individuano le finestre della facciata.
In seguito scegliamo il PV in modo tale che:
1. l ’
angol of o r
mat odair aggivi sualicondot t
idal
PV agli estremi della figura sia di circa 45°.
2. il prolungamento della proiezione del PV sul
quadr oc adaal l’internode llapi anta.
Per ultimare la costruzione basterà determinare la prospettiva delle porte di ingresso che si ottengono
facilmente una volta fissata la loro altezza. Il procedimento è analogo a quello appena fatto.
Osserviamo che le proporzioni ottenute non sono del tutto fedeli a quelle reali.
Que st
ononèd ovut oa dun’ errataa ppl
icazi
onede lme todobe ns ìèdaa ppor t a
realfat
tochelapi anta
ini
zialede ll’
edificioès t
atade dottada l
lafig
uras tessaenonda llarealepl anime tr
ia.Ques
tohaf att
os ì
che gli eventuali errori di misurazione commessi inizialmente si manifestassero non solo sulla pianta
ma anche a lavoro ultimato.