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Facciamo un salto nel passato, 1800.

La schiavitù permaneva in America e gli


afroamericani erano soggetti a violenze e sottoposti a lavori forzati senza essere
compensati. Migliaia di persone chiuse in un campo di lavoro, costrette a picconare sul
terreno dalla mattina alla sera, innalzavano la loro voce al cielo, esternando il loro dolore
attraverso canti dal carattere affranto. Gli schiavi usavano il battito delle pale come
accompagnamento e cantavano seguendo la struttura del call and response (chiamata e
risposta). Questi canti prendono il nome di worksongs (canti di lavoro).
Con la fine della guerra civile nel 1865 viene abolita la schiavitù in America. Tuttavia gli
stati del Sud non erano per niente favorevoli all'integrazione degli afroamericani, tant'è che
svilupparono un sentimento razzista più radicale nei loro confronti. Nonostante non
fossero più costretti al lavoro forzato (fatta eccezione per i criminali), gli afroamericani
dovettero convivere con leggi razziali e segregazioniste che li costringevano a una vita di
miseria. Tuttavia, ottenuta una relativa libertà, numerosi ex schiavi-musicisti iniziarono a
portare la loro musica fuori dalle piantagioni, con la possibilità di suonare e cantare
liberamente. Si sviluppa così la forma musicale della negro ballad in cui il musicista
cantava in solitudine, sfogava i suoi tormenti e le sue sofferenze con un canto individuale,
molte volte improvvisando le melodie. La negro ballad riprende molti caratteri stilistici dalle
work songs, in particolare l'accompagnamento ostinato, che nella negro ballad era
costituito da uno strumento a corda. E' proprio con la negro ballad che nasce la figura del
bluesman che suona e canta individualmente. Con i primi bluesman (es W.C. Handy) la
musica afroamericana si diffuse rapidamente in tutti gli Stati Uniti, e le prime registrazioni
nei primi anni del '900 contribuirono alla nascita del blues come genere musicale
autonomo.
Prima ancora di essere un genere musicale, il blues è soprattutto uno stato d'animo, che
trova la sua via di espressione grazie all'esecuzione musicale. Il termine blues di fatto si
riferisce alla celebre frase “to have the blues evils” che metaforicamente significa provare
un senso di dolore e sofferenza. Nell'immaginario comune il colore blu viene associato al
freddo, al gelo, a una sensazione di malinconia e depressione. Anche nella storia dell'arte
molti artisti utilizzarono il colore blu per esprimere tristezza e sofferenza. E' il caso per
esempio di Pablo Picasso, fondatore del movimento cubista in Francia, che nel cosiddetto
“periodo blu” realizza quadri caratterizzati esclusivamente dall'uso monocromatico del
colore blu in tutte le sue sfumature per esprimere una visione drammatica e dolente della
vita quotidiana. Nel 1903 Picasso dipinge “Il vecchio chitarrista cieco”, un quadro che
incarna perfettamente lo spirito malinconico con cui i musicisti blues si esponevano al
mondo. Un chitarrista affranto immerso nel freddo blu della vita che si aggrappa alla sua
chitarra marrone, unica ancora di salvezza per lui.
Essendo nato negli Stati Uniti del sud (precisamente nella zona del Delta), il blues viene
considerato come un genere americano a tutti gli effetti. Tuttavia trattandosi di musica
afroamericana, molti elementi della cultura africana contribuirono alla formazione del
genere. Abbiamo accennato in precedenza come gli schiavi d'America seguivano la
struttura call and response nelle worksongs. Nella musica etnica africana era solito
seguire questa struttura poiché fungeva da elemento unificante per gli individui, formava
una comunità, una famiglia. La struttura responsoriale è un elemento ripreso nel blues da
molti musicisti, soprattutto quando il musicista propone al pubblico un motivo melodico, e il
pubblico lo esegue in massa (es. Minnie the Moocher di Cab Calloway). Un altro elemento
che il blues assimilò dalla cultura africana (più precisamente quella islamica) è
l'esecuzione dei melismi, ovvero un'ornamentazione melodica su un'unica sillaba
(elemento presente anche nella musica occidentale fin dai tempi del canto gregoriano).
Andando più nel dettaglio, quali sono le caratteristiche strutturali e musicali di questo
genere musicale?
I primi musicisti blues di rado ricevevano un'educazione formale o erano in grado di
leggere o scrivere, di conseguenza si affidavano per lo più all'improvvisazione. L'incontro
con la tradizione europea favorì la standardizzazione del genere blues nelle sue
caratteristiche formali e strutturali (es, accordi, scale, note).
La struttura classica del blues detto “arcaico” (nei primi anni della sua nascita) prevede
una serie di 12 battute suddivise in 3 frasi da 4 battute: prima frase di chiamata, seconda
frase di risposta e un'ultima frase di conclusione. Dal punto di vista accordale è previsto un
accordo di tonica sulle prime 4 battute (I grado), le successive 4 sono suddivise in 2
sull'accordo di sottodominante (IV grado) e due sull'accordo di tonica, e le ultime 4
prevedono un accordo di dominante (V grado) sulla prima battuta, un accordo di
sottodominante nella seconda battuta e un accordo di tonica nelle ultime 2 battute.

I hate to see that evening sun go down

I hate to see that evening sun go down

’cause, my baby, he’s gone left ths town

Come notiamo la struttura è relativamente semplice, si tratta di una forma basata su tre
accordi principali (I, IV, V). Di fatto non avendo molte competenze musicali, i primi
musicisti afroamericani si limitavano ad eseguire questi semplici tre accordi in un ritmo
ostinato (proprio come accadeva nelle worksongs con le pale da lavoro). Mentre per
quanto riguarda la parte vocale, i musicisti blues adottarono diverse soluzioni innovative
rispetto alla musica tradizionale. Innanzitutto la loro voce era caratterizzata da un timbro
particolare, profondo e quasi selvaggio. La voce è lo strumento espressivo più significativo
per il bluesman, poiché esprime un testo poetico attraverso l'intonazione musicale,
enfatizzando il suo significato. Per esprimere in maniera efficace il significato malinconico
del testo, i musicisti intonavano spesso le famose blue notes (note blu), ovvero note
capaci di suscitare una sensazione di angoscia. Ragionando in termini teorici le blue notes
corrispondono al terzo e al settimo grado della scala minore melodica, più il quarto grado
alzato di un semitono. Dal punto di vista pratico queste note non hanno una intonazione
fissa, ma definiscono un'area d'altezza flessibile: nella scala di Do la terza blue è una nota
che oscilla fra il Mib e il Mi, il risultato sarà un suono ondeggiante simile a un lamento.
Quindi non possiamo parlare tanto di note scritte sul pentagramma e suonate, quanto di
suoni ideati e prodotti dal musicista per esprimere una condizione psicofisica,
Così le melodie, condite dalla sonorità suggestiva delle blue notes, si trasformano in veri e
propri lamenti musicali che suscitano un sentimento profondo di tristezza e malinconia
proprio del musicista blues.

E' un genere musicale oggi conosciuto in tutto il mondo che ha contribuito alla nascita di
generi moderni quali il jazz, il country, il rock, il pop, l'hip-hop e tanti altri.
E' soprattutto grazie alla nascita del blues che noi oggi conosciamo generi quali il jazz, il
country, il pop, il rock che sono generi musicali moderni sviluppati nel corso del '900.
Questo perché il blues portò molte innovazioni all'interno della musica, assai meno
complesse rispetto alla musica occidentale, ma molto significative.

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