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Di Mauro Francesco
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Quando si parla di radioattività si fa subito riferimento alla bomba atomica, o al disastro nucleare di
Chernobyl, o ad altri fenomeni simili di estrema pericolosità.
La radioattività è dunque un fenomeno legato agli atomi, più specificatamente ai nuclei degli atomi. I nuclei
possono essere divisi in due gruppi: i nuclei stabili (immutabili nel tempo) e i nuclei instabili (possono
trasformarsi nel corso del tempo). Tutti i procedimenti di trasmutazione dei nuclei instabili vengono chiamati
"decadimenti radioattivi", e nel momento della trasformazione il nucleo tende ad emettere delle particelle che
prendono il nome di "radioazioni" (l'insieme dei processi di decadimento e di emissione costituisce la
radioattività). E' per questo motivo che i nuclei instabili vengono identificati con il nome di "nuclei
radioattivi".
Per continuare con l'argomento c'è bisogno di una idea chiara su alcune caratteristiche degli elementi
chimici.
Noi sappiamo che un atomo appartiene a uno specifico elemento se ha uno specifico numero di protoni
(carica positiva). I protoni definiscono il numero degli elettroni (carica negativa), e questi ultimi definiscono
la reattività chimica dell'atmo, e quindi l'elemento a cui appartiene. A volte succede che due atomi
appartenenti allo stesso elemento abbiano un numero diverso di neutroni, di conseguenza si parlerà di due
isotopi appartenenti allo stesso elemento.
Gli isotopi si classificano e si differenziano fra loro per il proprio numero di adroni (protoni + neutroni),
poichè il numero di protoni è sempre uguale in ogni atomo. Quindi avremo un He3 (con 2 protoni e 1
neutrone) che sarà diverso dal He4 (con 2 protoni e 2 neutroni). Gli isotopi possono essere stabili o instabili,
essendo anch'essi dei nuclei atomici. Fino al quarantatreesimo elemento tutti gli isotopi sono stabili,
dopodichè dal Tecnesio in poi tutti gli isotopi risultano essere instabili, e perciò radioattivi. Come mai alcuni
nuclei atomici sono instabili?
All'interno di ogni nucleo sono presenti protoni di carica positiva che secondo le leggi dell'elettrostastatica
dovrebbero respingersi. Questo non succede dal momento in cui i protoni sono anche adroni, componenti del
nucleo, e all'interno del nucleo è presente una forza attrattiva chiamata interazione nucleare fotrte che
controbilancia la forza repulsiva dei protoni. Tale forza agisce solamente con l'aiuto dei neutroni, ossia
adroni di carica neutra, che contribuiscono alla stabilizzazione del nucleo.
Tuttavia come acennato in precedenza, molte volte succede il nucleo venga modificato attraverso un
decadimento radioattivo, e quindi attraverso un eccesso di protoni o neutroni, o un rilascio di queste
particelle.
Esistono vari processi di decadimento radioattivo:
• Decadimento a
Nel decadimento alfa il nucleo emette una particella a formata da 2 protoni e 2 neutroni.
Tale disintegrazione porta alla formazione di un isotopo di un altro elemento chimico con un numero
atomico diminuito di due unità e numero di massa diminuito di quattro unità. Esempio: l'uranio 238 (92
protoni + 146 neutroni) emette radioattività alfa trasformandosi in torio 234 (90 protoni + 144 neutroni)
• Decadimento b-
Nel decadimento beta- un neutrone si trasforma in un protone, di conseguenze il nucleo emette una particella
b- formata da 1 elettrone ed 1 antineutrino elettronico.
Tale disintegrazione porta alla formazione di un isotopo di altro elemento chimico, avente numero atomico
aumentato di una unità (il protone in più) e numero di massa invariato (il protone si é sostituito al neutrone).
Esempio: il cobalto60 (27 protoni + 33 neutroni) emette radioattività beta trasformandosi in nichel60 (28
protoni + 32 neutroni)
• Decadimento b+
Ogni radiazione ha il potere di penetrare nella materia, dalla radiazione a (la più debole chepuò essere
bloccata con un semplice foglio di carta) alla più potente radiazione Y, che per essere bloccata occorre un
materiale di densità elevata come il piombo.
E' evidente dunque che una radiazione Y è estremamente pericolosa siccome è in grado di penetrare nella
pelle dell'essere umano e causare dei danni collaterali permanenti.
La stessa bomba atomica è un esempio della pericolosità della chimica associata allo sviluppo di nuovi
ordigni.
La bomba atomica sfrutta il principio di radioattività, emettendo energia spontanea. Solamente che a
differenza di una semplice reazione chimica, con la bomba atomica viene liberata una quantità di energia
enorme in un tempo brevissimo, causando un'esplosione capace di radere al suolo un'intera città (come
avvenne nei terribili casi di Nagasaki e Hiroshima).