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A. Berg
Concerto per violino scritto per la morte della figlia 16enne della vedova di Mahler, la serie
dodecafonica viene usata per ottenere un effetto prettamente tonale.
Webern
Stravinsky
Bela Bartok
Compositore ungherese, tra le due vie che stavano prendendo piede in Europa in quel
periodo (nuova scuola viennese e neoclassicismo), Bartok si muove su una terza via
piuttosto indipendente. Nasce nel 1881, ha un’infanzia difficile, cagionevole di salute, perde
il padre a 7 anni. Nei primi anni i suoi modelli sono Liszt, quest’ultimo unisce un pianismo
interessante ad un certo nazionalismo, un po’ di Wagner, Strauss e Beethoven. In questi anni
Bartok fa amicizia con Kodali, autore di un metodo per l’insegnamento alla lettura musicale
per bambini, costui gli apre un’interesse per i francesi e Debussy e un’interesse per il
folklore del suo paese e non solo. I due sono i pionieri della etnomusicologia. I due
utilizzano il fonografo, raccolgono parecchi documenti sonori non trascrivendoli (le scale
che il folklore utilizza non corrispondono quasi mai al temperamento equabile). Il folklore
ungherese diventa per Bartok il proprio linguaggio musicale. Esce dai modi tradizionali,
utilizza i modi del folklore, la musica ungherese diventa effettivamente la sua natura
musicale e se ne serve ampiamente, non più in forma di trascrizione ma utilizzandola per
comporre la propria musica. La via che sceglie di percorrere non è facile, viene spesso
scoraggiato, i colleghi lo trattano con sufficienza. Vive malissimo il periodo della prima
guerra mondiale, non si arruola per via della salute. In questi anni scrive parecchio. Alla
vigilia della seconda guerra mondiale si trasferisce negli Stati Uniti dove morirà di
leucemia. È un personaggio complesso: da un lato si appoggia al monda della musica
popolare, dall’altro le sue costruzioni musicali sono caratterizzate da un estremo rigore
geometrico. Nel 1911 scrive l’”Allegro barbaro”, destò parecchio stupore per la riduzione
della musica ai suoi elementi essenziali, il titolo è un po’ polemico: qualche tempo prima ad
un concerto a Parigi lui ed un collega presero dalla critica l’epiteto di barbari. Le melodie
non sono né in modo maggiore né in modo minore. Nel 1916 Bartok scrive la suite per
pianoforte op.14, esce dalla tonalità con una via più o meno lisztiana, l’intervallo di tritono
che Liszt usa nell’”Dopo una lettura di Dante” che offusca la tonalità viene ripreso. Il
secondo movimento “Scherzo” gioca anch’esso sui tritoni e sulla frammentazione della
scala in parti uguali (scala per toni interi). È forte l’influenza della ritmica e dei modi
popolari, nella toccata di questa suite c’è qualcosa di più del solo folklore ungherese, Bartok
si allontana dal proprio paese, compie un soggiorno in Marocco e raccoglie anche lì
elementi del folklore nordafricano. Nella musica di Bartok compare molto spesso una certa
“cellula z”: due intervalli di quarta (ad esempio mi-la + sib-mib) che insieme compongono
due tritoni. Mycrokosmos: serie di sei danze in ritmo additivo. Concerto per orchestra:
ultimo lavoro importante di Bartok, articolato in 5 moviumenti al cui interno c’è tutta una
serie di simmetrie, il primo è contrapposto al 5, il secondo al 4 e il 3 fa da asse di simmetria.
Il 1 mov è costitutito da un’introduzione e da una forma sonata particolare, questa è una
specie di palindromo (t1-trans-t2-sviluppo-t2-trans-t1). In questo pezzo i vari strumenti a
turno prendono il posto di strumento concertante a coppie.
Charles Yves
Paul Hindemith
Hindemith è molto attento a Bach, nel panorama post 1a guerra mondiale, si nega il
romanticismo. Un personaggio del genere irrompe brutalmente nel panorama musicale
dell’epoca, si caratterizza da un grande eclettismo ma si notano le influenze bachiane. Il suo
linguaggio è originale, l’armonia si basa sul gradiente di tensione e dipende dalla somma di
intervalli che entrano in gioco. Si ricorda anche per l’influenza nella didattica.
L’opera da 3 soldi: anti opera di Haendel, pasticcio ambientato nei bassifondi di Londra. Il
linguaggio è vicino a quello del cabaret.
Sergey Prokofiev
Personaggio complesso, fa in tempo a formarsi prima della rivoluzione d’ottobre del 1917, è
allievo di Korsakov, partecipa attivamente a serate di musica contemporanea promosse da
Dyagilev. Le sue prime composizioni hanno un carattere barbarico. Scrive la colonna sonora
del film “Alexandr Miensky” (generale che russo che riuscì a tenere testa alle truppe ) che
poi rielabora in forma di suite, il film subì l’intervento della censura a causa del patto
molotov-ribbentrop (conflitti russo-tedeschi).
Dimitri Shostakovich
Se Prokofiev si forma in una Russia ancora zaarista, Shostakovich si forma all’interno della
Russia post rivoluzionaria. Era pianista accompagnatore dei film (lol), questo influenza la
sua musica, si rifa parecchio a Bach.
Ottorino Respighi
Olivier Messiens
Allievo di Messiens. Porta la serialità integrale ad un livello ancora più radicale, reazione
all’esperienza della guerra. Nel brano Structure per due pianoforti utilizza la serie del primo
modo di messiens, con questa serie Boulez crea due matrici. Boulez poi traspone la serie a
partire da ogni suono della serie mantenendo la numerazione originale. Ad ogni numero
associa una dinamica ed un valore, dentro a questa logica assolutamente geometrica Boulez
applica qualche aggiustamento.
Stockhausen